Giorni giapponesi, solo un aperitivo

GIORNI GIAPPONESI solo un aperitivoIl desiderio di un viaggio in Giappone nasce dalla lettura di due saggi: “LA DIMENSIONE NASCOSTA” di Edward T. Hall edito da Bompiani (introvabile) e “IMAGES, LE METAFORE DELL’ORGANIZZAZIONE” di Morgan, edito da Franco Angeli. Sono due saggi importanti e di differente prospettiva: il primo tratta...
Scritto da: chimera
giorni giapponesi, solo un aperitivo
Partenza il: 12/11/2009
Ritorno il: 28/11/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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GIORNI GIAPPONESI solo un aperitivo

Il desiderio di un viaggio in Giappone nasce dalla lettura di due saggi: “LA DIMENSIONE NASCOSTA” di Edward T. Hall edito da Bompiani (introvabile) e “IMAGES, LE METAFORE DELL’ORGANIZZAZIONE” di Morgan, edito da Franco Angeli.

Sono due saggi importanti e di differente prospettiva: il primo tratta della prossemica (lo spazio dell’uomo e le diverse culture), il secondo tratta della natura e del funzionamento delle organizzazioni. Questo viaggio, sognato per anni, si è concretizzato questo novembre. Mia sorella ed io abbiamo disegnato velocemente le tappe, poi ottimizzate dal Tour Operator giapponese MIKI TRAVEL di Roma che ha prenotato appartamento e alberghi, aereo e JR pass per 7 giorni. La scelta del periodo si è rivelata ottima: i colori dell’autunno giapponese sono inebrianti e i 15 giorni sono un buon tempo per un primo approccio.

Un viaggio tra passato e futuro da TOKYO a KYOTO attraverso NIKKO, KAMAKURA, TAKAYAMA, HIROSHIMA, MIYAJIMA, NARA.

Siamo tornate con molti interrogativi, che vorremmo sciogliere e molte contraddizioni da approfondire su questa società affascinante ed ermetica.

Le note che seguono sono il diario scritto “a caldo” (avevo con me il computer), a volte colorato che vuole anche essere utile ad altri viaggiatori solitari.

* * * 12 novembre Partenza dall’aeroporto di Fiumicino alle 15.30 volo Alitalia (il più convenente dal punto di vista economico e logistico).

Durata del volo 13 ore. Viaggio decente, siamo anche riuscite a dormire distese (l’aereo era semivuoto). Mangiare da schifo. Amen.

13 novembre Arriviamo all’aeroporto di Narita (Tokyo) alle 11. Scopriamo l’efficienza, la gentilezza e l’organizzazione giapponese: decine di addetti ti indicano il da farsi con una gestualità cortese.

Il limousine bus (3000 yen) ci porta a Tokyo città, in prossimità dell’appartamento. Il percorso, di un’ora circa, non mostra niente di giapponese: aeroporto e periferie come in Italia, anonime e standard.

Piove.

L’appartamento nel residence WEEKLY MANSION al quartiere AKASAKA (zona centrale di Tokyo), è piccolo, ma essenziale. Il bagno microscopico (l’ho misurato: cm 120 per 180 cm). L’angolo di cottura con una piastra elettrica che funziona con il peso del bollitore o della pentola e quindi niente moka Bialetti, perché è troppo piccola, poco pesante o forse perché è di alluminio. Niente caffè, accidenti!!! Verifico il funzionamento di skype: ok con la rete cablata.Usciamo per cenare (sono circa le 19 locali) in un ristorante indiano MOTI (*) nel nostro quartiere AKASAKA poi a dormire.

14 novembre Tokyo ci attende! Ci alziamo alle 10, ancora sfusate, facciamo colazione al bar e andiamo a conoscere la città.

– i giardini imperiali: un luogo sereno, armonico, non particolarmente sorprendente, ma veramente piacevole – il tempio di SENSO-JI stracolmo di persone che si buttano addosso l’incenso per la buona sorte. Anche noi.

– il quartiere GINZA (la quinta strada di Tokyo) elegante con tutti i marchi (soprattutto italiani molto ambiti dalle ragazze) e una marea di gente che fa acquisti natalizi, con molto anticipo. Nella sotteranea di 3 livelli una apoteosi di dolci… A quintali.

Cena indiana a Ginza da NATARAJ-CHUO-KU. Le strade in Giappone non hanno nomi, i riferimenti sono gli incroci ed è così che, senza particolare fatica, abbiamo trovato il nostro ristorante, con le cortesi indicazioni di una fioraia. Piacevolissima cena con una inserviente (ovviamente giapponese) carina che parlava con la voce da bambina. Sembrava un cartone animato.

15 novembre Giornata luminosissima e assolata decidiamo di cambiare il programma che avevamo stabilito la sera precedente e di vedere il MONTE FUJI. Infatti non riesci a vederlo se non in una tersa giornata. E’ domenica si muovono in migliaia per il fine settimana o la gita fuori porta. Dobbiamo arrivare ad HAKONE con il bus. Abbiamo visto come di fronte all’emergenza di moltitudini che si spostano gli addetti, per esempio del pulman, si diano da fare per risolvere il problema di un affollamento non totalmente previsto. Sei ore per andare e tornare e vedere dal battello (molto kitch, stile piratesco) sul lago il monte Fuji. Il Fuji è maestoso anche dal lago. Valeva la pena? Boh! Se fossimo partite presto forse avremmo preso la funicolare e la cabinovia. Sarà per la prossima volta.

Cena italiana a Akasaka.

16 novembre Giornata di pioggia battente.

Alzataccia: 4 della mattina per andare al mercato del pesce TSUKUIJI.

– – – Il metrò è semiderto e sono all’opera i pulitori con bruschino e stracci. Tirano a lustro anche se di sporco ce n’è ben poco. Sai perchè? Perchè si fa la manutenzione ordinaria per conservare un bene. Certo se si vuole ingrassare qualcuno non si manutende, ma si RIFA’, poi ancora si RIFA’.

Hanno mai visto i nostri governanti la pulizia e l’efficienza delle linee metropolitane (una marea) di Tokyo? Mica 2 o 3 come a Roma e Milano. Inoltre sono un sistema integrato con le ferrovie, la mitica JR. E le strade pulite? Non c’è una cicca per terra (anzi non si può proprio fumare per strada se non in luoghi riservati (eccessivo!!) e comunque carte a terra e porcherie… nemmeno l’ombra, ovunque. E le macchine private? Non parcheggiano per la strada, anzi le strade, larghe e i marciapiedi, larghi, sono fatti per camminare e per circolare (poche in realtà il sistema di trasporto sotterraneo funziona alla grande), non per posteggiare. Punto.

– – – Incredibile. Migliaia di persone nel mercato del pesce più grande del mondo e in particolare del tonno. Dalle 5 alle 8 viene battuta l’asta. I turisti si devono districare tra carrelli e divieti (ovviamente gli addetti stanno lavorando). Tutte le fasi dall’arrivo, al taglio, al confezionamento, alla spedizione sui tir. L’asta è divertente, non capisci niente della lingua, ma i gesti sono eloquenti.

Poi andiamo alla BAIA ODAIBA con la monorotaia. Gentilezza giapponese: chiediamo informazioni per la stazione della monorotaia ad un signore che ci accompagna sotto una pioggia insistente. Mezzora di cammino, poi il signore torna indietro. Non doveva partire, ci ha solamente accompagnato. Grazie. E’ usuale che i giapponesi incontrando gli occidentali offrano il loro aiuto. Poi ancora tra i grattacieli di SHINJUKU. Poi a casa per un riposino.

Dopo una giornata cosi intensa sperimentiamo una bella sauna, in realtà oltre la sauna vera e propria ci sono le vasche di acqua calda e fredda. Il rito è il seguente: ti spogli, ti lavi, ti immergi nell’acqua calda, poi fredda e ripeti poi… Il tutto per 2000 yen E’ quello che ci vuole dopo un’intensa giornata. Abbiamo trovato nel supermercato vicino a casa cibi pronti, formaggi di tutti i tipi, pasta e yogurt italiani.

17 novembre Tokyo Nel tempio di MEI-JI e c’è un matrimonio. Tutti fotografano gli sposi deliziosi negli abiti tradizionali. Anche noi fotografiamo.

Poi al quartiere dei giovani HARAJUKU. Molto francese con boutique costose e alla moda. Ragazzi con capelli tinti, ragazze in minigonna (anche se è abbastanza usuale ovunque), un’aria piu’ scanzonata.

SHIBUYA con il famoso crossing . Quando sei dentro non lo percepisci nella sua potenza, devi vederlo “stando fuori” per cogliere la sua forza. Vorresti fotografare in continuazione la moltitudine che si sposta sulle strisce all’incrocio di 4 strade, ma dovresti avere il cavalletto. Fotografie impossibili. Anche per questo… sarà la prossima volta.

Andiamo a SHINJUKU e visitiamo un altro mito: il grattacielo TOKYO METROPOLITAN GOVERNMENT OFFICE progettatto da Kenzo. Dal 45 piano si può vedere a 360° (non è un modo di dire, è così) tutta Tokyo. Nella hall sono ospitati i barboni di Tokyo, ci credete? Anche loro puliti e ordinati!!!!… Cena al NS BUILDUING.

Poi il quartiere a luci rosse KABUKI-CHO: la pancia molle di Tokyo. E’ una prostituzione, ci pare, soprattutto maschile con degrado e una sporcizia a cui non eravamo abituate.

18 novembre Partenza per KAMAKURA con la metropolitana e con il magico shinkansen. Tragitto breve: 1 ora. Da oggi parte il JR Pass di 7 giorni. Voi direte perché 7 e non 15? Perchè a Tokyo e a Kyoto non serviva e allora perché spendere il doppio? Questa informazione è fondamentale.

Templi sparsi, il grande budda, giardini zen. Non è facile individuare tutti i templi, ma una signora in bicicletta ci dà informazioni utili, anche se abbiamo dovuto escludere alcuni luoghi. Un percorso a piedi dalla stazione a HASADERA con la dea dorata Kannon, poi una passeggiata panoramica per il sentiero TEN-EN: bellissimo. Ancora il lungo sentiero per il DAIBUTSU e il grande budda.

Cena a casa.

19 novembre NIKKO ci aspetta. Due ore di treno. Fredda (ci avevano avvertite). Il complesso templare, patrimonio dell’umanità,TOSHO-GU ci appare di là dal ponte più fotografato del Giappone il SHIN-KYO. Nikko è meravigliosa: i templi coloratissimi immersi in una natura esuberante ti ammaliano. Le parole non bastano, ma i nostri occhi sono pieni di colore e la macchina fotografica fissa i ricordi. Andare per credere! Il percorso è lungo, ma piacevole. Prima di ripartire prendiamo un the all’Ibisco delizioso, in un locale altrettanto delizioso.

20 novembre Ciao Tokyo, piacere di averti assaggiata (un aperitivo dice mia sorella). Sei bella, ossessionante, efficiente, garbata, ingombrante… Chissà forse un giorno ci rivedremo. E’ stato bello.

Partiamo alle 9.33 (non un secondo prima, nè uno dopo) dalla stazione metropolitana Tokyo con lo JR. Defatigante lo scambio nella rete metropolitana, soprattutto per Marghe che, come sempre, chiede, briga e risolve. Marghe ha una consolidata consuetudine con viaggi solitari e riesce a cogliere al volo le situazioni, insomma il mondo è la sua casa.

Partiamo per la mitica TAKAYAMA, il mitico Ryokan TANABE con Onsen.

Un viaggio lungo (4 ore e 30) con un cambio e qualche imprevisto. Un viaggio piacevole tra brutte cittadine prima, ripagate poi da montagne e boschi colorati d’autunno, fino a Takayama. Naturalmente tutto preciso e superpulito. Poi la ricerca del ryokan Tanabe e la sorpresa… Bellissimo. Naturalmente è rifatto, ma una meraviglia. Entri, togli scarpe e metti ciabatte vai nella camera che in realtà è un piccolo appartamento con ingresso, bagnetto igienico (l’asse del cesso riscaldata e bidet multifunzione incorporato), la grande camera con verandina chiusa a vetri, lavabo, bagno con vasca. Arredo, profumi, the. Che dire… Sarà rifatto, sarà una finzione, ma ragazzi che finzione! Mentre scrivo Marghe fa Yoga poi andremo all’onsen che già ho visto. Bellissimo e sai che goduria! Infatti. Acqua calda, aromi, creme, le coccole insomma che vorremmo sempre. Un solo neo in tutto questo: il cibo. Per due pittime come noi mangiare è un problema, mica è l’India questa con le sue spezie… Essere vegetariani in giappone è un problema, anzi un paradosso, peggio… rischi il digiuno. Eppure il rito della tavola apparecchiata con precisi canoni tradizionali ci affascina. Ammiriamo sognando il caffè.

21 novembre TAKAYAMA VILLAGGIO HIDA. 5 km tra andare e tornare, ma è valsa la pena. Il villaggio 800esco ben conservato tra i boschi con bellissime case e ambienti di lavoro. Poi passeggiamo nel centro della città con antiche case, visitiamo il palazzo dello shogun. Acquistiamo lacche e sakè.

Cappuccino e ciambelline alla cannella, una delizia, in un locale dove i gestori accompagnano la nostra merenda con musica italiana degli anni sessanta. Saluti con baci. Noi diciamo italian style, loro ridono. Scambio di biglietti da visita.

Onsen coccolandosi. Cena un po’ meglio.

22 novembre HIROSHIMA. Viaggio di 5 ore con 2 cambi con JR. Non è stato faticoso. Nello shinkansen (300 km orari e non ti accorgi) c’è un mondo da scoprire: i giapponesi che dormono e mangiano in continuazione (senza lasciare una briciola e fare schiamazzi), il controllore e la hostess con il carrello del cibo che si inchinano ogni volta che entrano nello scompartimento e sorridono. Visita al Peace Memorial Park e al Peace Memorial Museum. Migliaia di persone in fila per seguire un rito silenzioso di condivisione. Nel parco lo scheletro dell’unico edificio superstite, il Dome, nel museo il dettaglio iconografico, filmico e repertale della bomba. Le gru di SADAKO, bimba giapponese morta di leucemia, che colorano i parco, il silenzio che ti soffoca.

Grandi i giapponesi: non si paga nulla per entrare in tutta l’area. Noi avremmo fatto così per rispetto delle vittime o avremmo pensato al lucro crescente? Cena con difficoltà nel reperimento di un ristorante italiano. Tentiamo da MARIO’S… pieno. I giapponesi mangiano sempre e soprattutto italiano. Poi troviamo IL MANDOLINO. Ed è pizza e birra. Ottima. Nanna all’HOTEL NEW HIRODEN vicino alla stazione.

23 novembre Treno e traghetto per MIYAJIMA: l’isola con i templi annegati nella marea.

Percorso tra templi e laghetti e boschi con una quantità esorbitante di giapponesi (è la festa del lavoro e, ci dicono, gli anziani sono ricchi e viaggiano) che schizzano ovunque. Per questo non riusciamo a prendere la funivia per la cima dell’isola. Due ore di attesa: abbiamo rinunciato. Noi pensiamo che bisogna lasciare sempre qualche cosa in sospeso… per tornare.

I daini sono ovunque si fanno accarezzare e cercano cibo. Anche il colore arancione è ovunque.

Partenza per KYOTO: 2 ore di viaggio. Cena italiana alla stazione nuova al ristorante AMICI. La stazione di Kyoto è tutta di acciaio e vetri, molto luminosa. La costruzione moderna ha suscitato molte polemiche perché si discosta dalla tipologia della città. E allora? Osare va bene, le contaminazioni anche. Noi l’abbiamo trovata piacevole, non particolarmente esaltante non per il contrasto, ma perché un po’ troppo “gnoccosa”.

HOTEL NEW MIYAKO vicino alla stazione comodo anche per la posizione. Gli alberghi vicino alle stazioni non sono come in Italia di terzo ordine, né luoghi degradati e insicuri, anzi e soprattutto hai i trasporti sottomano. Questa informazione è fondamentale.

24 novembre Alzata mattutina tanto per cambiare. Treno per NARA, prima capitale del Giappone e patrimonio dell’Unesco. Ultimo giorno del JR Pass.

Incidente mattutino: l’acqua del cesso con gli “allegati” inonda il bagno dell’albergo. Un fiume traboccante di merda. Facciamo presente la cosa. Risolvono. Ringraziano per la segnalazione e si scusano per il disturbo. Proprio come in Italia. Dobbiamo dire però che probabilmente la carta igienica (peraltro più sottile della nostra (molto piu’ sottile, ti resta in mano) bisognerebbe non buttarla nel cesso, ma lo dovrebbero scriverlo e a caratteri grandi. Giapponesi vi è sfuggita una cosa. Turisti ricordatelo comunque. Abbiamo visitato molti templi e santuari tra cui TODA-JI Toda-ji (con il grande budda) e quello delle mille lanterne. Bello il parco con i daini, i colori del bosco e il percorso, ma onestamente mi è piaciuta piu’ Nikko.

Cena francese al Paradise della nuova stazione di Kyoto. I giapponese sanno anche cucinare francese, ottimo vino, inservienti sempre cortesi. Sembrano delle bamboline. Che dire? ULTIMORA. Leggo su Repubblica on line che un ministro della nostra Repubblica vuole abolire la pausa pranzo perchè danneggia il lavoro. Ministro, pronto?! I giapponesi lavorano e se lavorano!!, ma la pausa pranzo la conservano, eccome. E allora?

25 novembre Ci siamo attrezzate per la colazione in camera perchè costa quasi quanto un pranzo. La prossima volta chiederemo la colazione inclusa (per noi ovviamente continentale). Anche questa è una informazione importante.

Abbiamo finito con le alzatacce. Andiamo alla scoperta di KYOTO. Non è facile. La Lonely Planet (tanto brava nei dettagli) non ti dà elementi globali per capire la città. Kyoto non ha una rete metropolitanea sotterranea come Tokyo. Ci sono solo 2 lineee assolutamente insufficienti e quindi un traffico di superficie da incubo tra macchine private, taxi e bus. Anche i bus sono un osservatorio delle abitudini locali. Il guidatore, con i guanti bianchi, oltre alla guida, si occupa di annunciare le fermate e di dare i biglietti. Il biglietto si paga quando si scende. Ovviamente si forma una fila con gente giovane e anziana che deve scendere e pagare, ma tutto funziona senza problemi.

Abbiamo visto ii tempio KIYOMIZU-DERA. La cosa piu’ bella sono i percorsi, gli scorci, i colori. Quando alla fine della giornata ci chiediamo che cosa ci è piaciuto di più, la risposta è appunto i COLORI. La natura è padrona. Poiabbiamo camminato fino a tardi nei vecchi quarieri di GION e PONTOCHO. Bellissimi. Cercavamo le geishe. Sono sfuggite alla nostra macchina fotografica, accidenti. Sarà per un altro giorno.

Cena in camera.

26 novembre Grande dormita, grande colazione in camera, partenza per shopping al “Kyoto handicraf center” dove ho comperato di tutto.

Poi lunga camminata alla ricerca del GINKAKU-JI temple. Magnifico giardino zen, apoteosi dei colori dell’autunno. Non sai più che cosa fotografare. Il tempio era chiuso per restauro, ma il percorso nel centro antico con stradine lastricate e negozietti è stato cosi’ bello … Che… Chi se ne… E in questo percorso, come in tutti d’altronde, capisci che cosa intendeva il nostro studioso di prossemica quando parla dell’abilità degli antichi disegnatori di giardini giapponesi. “I loro giardini non sono disegnati solo per essere guardati con gli occhi: l’esperienza di passeggiare in un giardino giapponese comprende una gamma insolitamente ricca si sensazioni muscolari. Il visitatore è costretto di volta in volta a guardare dove mette i piedi, avanzando cautamente per un cammino fatto di sassi irregolarmente intervallati attraverso un laghetto. Ad ogni masso deve fermarsi per vedere dove dirigere il passo successivo (…) Il visitatore deve levare prontamente lo sguardo, arrestandosi per un momento a cogliere la prospettiva fuggevole di un paesaggio che svanisce non appena muove il piede verso un nuovo appoggio.” Noi siamo viaggiatrici curiose e ci piace capire il mondo intorno a noi e questa lettura è una chiave per capire di più. Questa informazione è fondamentale.

Ritorno in bus. Spesa. Cena. Nanna.

Domani è un alro tempio!!!

27 novembre Ultimo giorno in Giappone denso di visite.

Ci alziamo presto e, con un percorso lungo sui bus. Sono due i templi in programma. KINKAKA-JI magnifico nello scenario in cui è immerso, mentre grande delusione per RIOAN-JI. Parzialmente chiuso, ma gli stronzi te lo dicono dopo che hai pagato.

Pensare che era una delle ragioni del mio viaggio. Lo dico a voi lettori perché E. Hall cita questo quattrocentontesco monastero ZEN e il suo giardino come esempio del “MA”, cioè della raffinatezza con cui i giapponesi dispongono gli spazi. Sapevo che avrei incontrato questo giardino all’improvviso, invece… vedi i 15 massi rocciosi nella ghiaia senza il percoso nel monastero e la sorpresa improvvisa…Svanisce. Insomma la visione dei 15 massi è un’esperienza parziale fuori dal contesto, ancorchè inquietante e serena insieme. Una turista tedesca evidentemente colta era incazzata nera. Deliziose bambine giaponesi di una scuola chiedono timidamente di intervistarci. Ci regalano origami e il nostro nome in giapponese. Diamo loro i biglietti da visita con le mail. Foto di gruppo. Bella la FORESTA DI BAMBU’.

Visitiamo il GIARDINO BOTANICO bellissimo. Poi a caccia del PALAZZO IMPERIALE che non troviamo.

Shopping nelle stade commerciali e acquisto di Marghe. I giapponesi non smettono di sorprenderci: risolvono qualsiasi problema. Mia sorella acquista un abitino e paga con la carta di credito. Paga si fa per dire… cerca di pagare, ma loro non riescono ad usare la carta. La commessa chiama la manager, la manager chiama gli esperti più volte al telefono. Sono preoccupate, ma sorridono. Alla fine ci riescono. Si scusano, si inchinano, ci accompagnana alla porta, si inchinano di nuovo. Anche qui… che dire. Immaginate la stessa situazione a Roma (a Milano non cambia). “signò non se po fa…” Arrivederci e… il grazie manco morta.

Cena al ristorante italiano, nanna.

Domani si parte per OSAKA.

28 novembre Partenza per l’aeroporto KANSAI di OSAKA con la Limousine bus. 2 ore circa di viaggio. L’areoporto progettato da RENZO PIANO si trova su un’isola artificiale (4 km di lunghezza per 1 di larghezza) ed è distante 3 km dalla terraferma. E’ collegato con un ponte a due livelli: il superiore per il traffico su ruota, l’inferiore per quello su rotaia. Un percorso piacevole.

Ultimi acquisti per spendere gli Yen residui. Imbarco. Già aria di Italia sull’aereo: niente salviette umide (ovunque in Giappone e disinfettate) e soprattutto lo stewart che ci riprende perchè non abbiamo avvertito di un cambio di posto, in un aereo semivuoto. Mi sembra di essere a scuola. FINE DELLA VACANZA E DELLA GENTILEZZA.

——————————————————————————————————–(*) Le cene hanno avuto un costo compreso tra 3.500 e 5.000 yen per 2 persone.

Il costo di questo viaggio è stato circa di 2.500 euro a testa.

——————————————————————————————————– p.S. Penso con nostalgia ad un popolo cortese, alle strade pulite e sgombre di macchine, ai trasporti efficienti, all’acero rosso. Poi ritorni e piombi nel disastro che più disastro non si può. Ma che abbiamo fatto di male? Grazie Giappone per questi giorni! Le fotografie sono su facebook



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