Giordania: terra di forti emozioni!
Abbiamo acquistato un tour organizzato e abbiano incontrato i nostri compagni di viaggio (eravamo in tutto dodici) direttamente in Giordania.
Volo Bergamo-Aqaba, così come il ritorno, con EUROFLY: l’aereo si è contraddistinto per l’igiene a bordo veramente molto scarsa.
L’arrivo ad Aqaba è bellissimo: nell’attraversare il golfo di Aqaba apprezziamo il deserto, dalle sfumature rossastre, che finisce nel mare e una cinta di montagne, anch’esse nella tonalità del rosa, completamente prive di vegetazione.
Aqaba è una città con un grazioso lungomare riccamente alberato da palme. Si sviluppa ai piedi di grosse montagne rossastre che si arricchiscono di incredibili sfumature al tramonto. Per il resto è simile a tante città del mediorientali: un ammasso di case bianche, poche delle quali intonacate e molte fatte di pietre bianche, senza tetto e dall’aspetto decadente.
Cittadina molto tranquilla e sicura, gli abitanti sono molto ospitali e cortesi, moltissimi parlano l’inglese (molti commercianti anche l’italiano).
L’albergo in cui abbiamo soggiornato è l’Aqaba Gulf Hotel, un quattro stelle equivalenti ad uno scarso tre dei nostri hotel ma è pulito e si mangia bene. Nel trattamento di pensione completa non sono previste le bevande (una bottiglia di acqua da 1,5 litri costa 2.40 dinari (circa 2,80 euro) mentre nel negozio fuori costa 35 centesimi.
PETRA: ogni descrizione non le renderebbe giustizia. La visita di Petra è un’esperienza emozionale. L’arrivo agli scavi è come un percorso di purificazione attaverso lo stretto siq, unica via di accesso, prima di giungere ad intravedere la facciata del Tesoro.
Colpisce il genio e l’abilità del popolo Nabeteo che con grande senso artistico e maestria ha scavato una necropoli nelle pareti delle montagne che racchiudono gelosamente, occultandola per secoli, la vallata in cui esisteva anche la città dei Nabatei.
I colori, le sfumature il senso di maestosità e di regalità sono ineguagliabili.
WADI-RUM: il deserto rosso.
Spazi sconfinati limitati da rilievi rocciosi segnati dal vortice millenario della sabbia sollevata dal vento, variegate sfumature di colori dal bianco-giallo rosso-grigio. Luogo di silenzio perfetto, interrotto solo dai nostri commenti. AMMAN: è una città caotica, enorme, piena di contraddizioni: gli autisti sono veramente pericolosi non danno la precedenza neppure sulle striscie pedonali (diversamente da quanto accade ad Aqaba). L’albero “The Regency Palace” un 5 stelle pari ad un 4 stelle europeo è molto carino con eccellente cucina dalla varietà veramente impressionante. Purtroppo l’ubicazione è pessima, in periferia della città per cui si è obbligati ad utilizzare il taxi per ogni spostamento.
La zona più tipica è quella dei mercati nei pressi dei quali c’è l’anfiteatro romano (bellissimo ed enorme) posto proprio sotto l’acropoli (visitare assolutamente così come il piccolo ma pregevolissimo museo archeologico in cui vi sono conservati anche alcuni frammenti dei rotoli di Qumra). .Alla periferia della città ci sono le zone più europeizzate con eleganti viali e palazzi e negozi alla moda che contrastano duramente con la parte più popolare della città molto modesta e caratterizzata da un ammasso informe di casette a uno-due piani in cattivo stato di conservazione.
Fatta eccezione per gli insediamenti romani (appunto l’anfiteatro e la cittadella con l’acropoli) non credo ci sia altro di interessante da visitare ad Amman.
JERASC: incredibile insediamento romano paragonale all’acropoli di Atene o, in parte, a Pompei, con templi enormi e incredibili colonnati; è un insediamento ancora tutto da scoprire.
TOUR DEI CASTELLI: il quartier generale di Lowrence d’Arabia, la fortezza del feroce Saladino, i castelli dei crociati. A me è risultato tutto molto noioso. A meno che non si è appassionati può essere sicuramente evitato e guadagnare qualche giorno in più per il mar Morto.
LA GIUDA: durante il tour siamo stati assistiti da Ziad (o zio Aldo come lui si faceva chiamare) Con grande sapienza ci ha guidati a guardare i luoghi che attraversavamo arricchendoli di riferimenti biblici: è incredibile quanto mi sono sentito ignorante sull’antico testamento le cui vicende, così come parte del nuovo testamento, si sono praticamente svolte tutte in questi luoghi: la valle di Mosè, la tomba di Aronne, il luogo nativo di S. Giovanni, Elisabetta, San Paolo, il luogo del Battesimo di Gesù sono solo alcuni dei luoghi visitati e che Ziad rendeva vivi con i propri racconti e gli appropriati riferimenti biblico-storici.
Molto interessanti anche le considerazioni socio-politiche che Ziad intervallava alla descrizione delle varie regioni che attraversavamo: conoscere la visione araba delle tensioni nel medio oriente è ci ha resi coscienti di come l’informazione occidentale sia limitante ad una perfetta conoscenza dei problemi.
COMPAGNI DI VIAGGIO: eravamo in dodici. Il numero contenuto ci ha consentito di godere appieno delle visite alle varie città e ai vari siti, senza fretta.
Ha facilitato anche il lavoro della guida che si è reso disponibilissimo.
Come c’era da aspettarsi, il numero ridotto ha consentito anche di instaurare una intensa amicizia con gli effetti collaterali dell’immancabile tristezza nel momento del distacco.
In particolare voglio salutare Giorgio e la moglie, Isabella e Lina, Dino e la bellissima Rossella (dovevamo guardarla a vista perché riceveva offerte di matrimonio da tutti i beduini incontrati).
A loro un grazie per aver contribuito con la loro amicizia a creare un clima sereno e divertente.
SINTESI: la Giordania mi è apparso come un cantiere aperto, Paese dalle molte contraddizioni e in forte evoluzione con un patrimonio archeologico enorme ma ancora tutto da scoprire e valorizzare.
Terra bellissima capace di suscitare forti emozioni