Giordania, terra dai tesori nascosti
E’ un paese da gustare con calma, perché chi la visita in 7/10 gg. Con i classici tour si perde davvero qualcosa di unico e indimenticabile. Trovo inutile descrivere le meraviglie giordane più conosciute al turismo di massa (Petra, deserto del Wadi Rum, Jerash, castelli del deserto) e quindi mi limito ad un fuggevole commento sullo spettacolo serale di Petra che mi è parso suggestivo ma un po’ troppo turistico, Insomma, secondo me non vale i 12 JD richiesti. Preferisco invece soffermarmi su alcuni posti meno noti, che a mio parere non andrebbero persi perché rappresentano l’autentico “plus” della Giordania. Il principale di questi è Karac, solitamente inclusa nei tour unicamente per una veloce visita all’omonimo castello e che invece è comodissima come base per visitare i numerosi wadi sparsi nei dintorni. Io ci sono stato 4 giorni, alloggiando all’hotel Castle Towers (doppie a 16/18 JD): è gestito da un egiziano onestissimo al quale ci si può affidare per qualsiasi cosa (prenotazione taxi, cambio valuta, indicazioni sui negozi più convenienti della città, telefonate con la scheda telefonica giordana, etc.). Alloggiare a Karac significa poter dedicare ogni giorno ad altrettanti trekking in posti da sogno, spostandosi al massimo di 70/80 km. Con un taxi che per 20/25 JD porta nel luogo prescelto e aspetta il ritorno dei clienti a fine giornata per riportarli a casa. I wadi più belli in assoluto sono secondo me il Wadi Mujib e il Wadi Bin Hammad: offrono entrambi la possibilità di camminare con i piedi a mollo, lungo percorsi in cui si alternano cascatelle e torrenti sovrastati da alte montagne e o da una rigogliosa vegetazione. Se il Wadi Mujib risulta un po’ ostico per via di alcuni tratti un po’ accidentati (pare che ora sia accessibile solo con una guida, almeno stando a quanto ci hanno riferito alcuni escursionisti che vi si sono recati dopo di noi), il Wadi Bin Hammad è invece percorribile interamente senza alcun problema (e senza incontrare anima viva per tutto il giorno!) e regala davvero scenografie da sogno. Alrettanto piacevole è il percorso nell Wadi Numeira, anche se dura solo 1 ora scarsa ed è quasi tutto all’ombra delle gole e quindi risulta poco adatto per chi voglia trascorrere un’intera giornata crogiolandosi anche al sole nei momenti di riposo.
Da scartare, invece, è a mio parere il Wadi Hasa: qui l’acqua si incunea continuamente tra alte rocce e per proseguire il cammino bisogna improvvisarsi scalatori sotto il sole cocente. Questo è perlomeno lo scenario che ci si è presentato laddove siamo stati lasciati dal taxi, ma può essere che più a valle il sentiero sia più agevole.
Un’altra considerazione che vorrei fare riguarda Aqaba e le sue spiagge. La città è decisamente carina e godibile: offre molti alberghi per tutte le tasche (io consiglio l’Al Zaitouna, che offre doppie davvero eleganti e pulite al prezzo di 26 JD) e parecchi locali e ristoranti anche molto “glamour”. Fortunatamente non abbiamo trovato la fornace che alcuni viaggiatori avevano descritto nei loro resoconti: è vero che alle 22 la temperatura media era di 38° (!), ma garantisco che non si sentivano assolutamente sia perche trattasi di caldo secco e sia perché spirava per tutto il giorno un venticello che allietava l’arsura. Insomma, io soffro molto di più le temperature meneghine di giugno! Per prendere il sole è decisamente preferibile recarsi fuori Aqaba (nella south beach che si allunga fino al confine con l’Arabia), dato che in città le spiagge sono affollate e sporche. In corrispondenza di un veliero traformato in bar e ristorante (a circa 15 km. Da Aqaba e poco dopo il centro balneare chiamato “Pravda”) si può trovare un’ottima spiaggia gratuita attrezzata con ombrelloni, panche e perfino docce. E’ l’unico tratto sufficientemente pulito della costa giordana, che purtroppo è devastata ovunque dai rifiuti. La spiaggia di fronte al Bedouin Garden (un resort più che decente che offre doppie a 25 JD in pensione completa ed è situato proprio di fronte al famoso punto di snorkeling denominato “Japanese Garden”) è ad esempio a mio parere invivibile: vi si trova infatti ogni tipo di spazzatura e personalmente facevo una gran fatica a stendere la stuoia senza provare moti di ribbrezzo. La sporcizia è del resto l’unica nota negativa che ho riscontrato in Giordania: i suoi abitanti non hanno l’aria di essere sporchi in sé (persino alcuni beduini in pieno deserto erano profumatissimi e indossavano candide tuniche), ma hanno piuttosto scarsissima cura delle proprie cose. Ciò si traduce in spiagge e strade piene di rifiuti, in case diroccate e pensioni mediamente fatiscenti (ovviamente parlo di quelle di media categoria) dove non viene mai fatto alcun lavoro di ristrutturazione e dove la quotidiana pulizia delle stanze non è normalmente contemplata. Se il Governo giordano non si impegnerà a brevissimo termine in una ferrea politica di bonifica del suo territorio e di sensibilizzazione degli abitanti a un maggior rispetto dell’ambiente, temo che la Giordania rischia di veder rovinati per sempre i suoi tesori e sarebbe davvero un peccato perché sono davvero preziosi e andrebbero custoditi con grande cura.