Da Wadi Rum al Mar Morto, ecco come vivere al meglio la Giordania in auto

Scoprire la Giordania da nord a sud in 9 giorni
Scritto da: andreakais
da wadi rum al mar morto, ecco come vivere al meglio la giordania in auto

Le note di questo viaggio non vogliono essere né una recensione, né un itinerario consigliato, piuttosto l’esperienza di due amici che in 6 giorni hanno scoperto la Giordania da nord a sud. Il viaggio poteva essere condensato in 6 giorni, ma per una volta abbiamo preferito rallentare e prendere delle pause di relax.

Cosa sapere prima di partire per la Giordania

È consigliato acquistare il Jordan Pass online (http://jordanpass.jo) che vi permetterà anche di avere sconti ed entrate gratuite in molti musei e/o attrazioni. Io ho acquistato quello più economico, da 70 jd (Jordan Dinar). È possibile anche acquistarlo direttamente in aeroporto, ma comprende solo il visto e non tutte le scontistiche.

Cosa portarsi

Tenete conto che gennaio è il mese più freddo in Giordania. Sebbene il paese non sia grande, ci sono diversi tipi di clima. Io consiglio: asciugamano microfibra, costume da bagno, scarpette da roccia (per il mare), maglia termica leggera, collo o sciarpa contro il vento, occhiali da sole, giacca antivento. Vestitevi a cipolla, in modo da essere pronti al tepore del Mar Morto, al freddo di Amman, al vento nel deserto e al sole del Mar Rosso. 

Curiosità: guidare in Giordania

Guidare un’auto in Giordania non è complicato. Si guida a destra e i segnali sono sempre comprensibili. L’unica regola è: non ci sono regole! I giordani hanno uno stile di guida abbastanza spericolato, sorpassano a destra e a sinistra, suonano perennemente il clacson (in città i taxi lo fanno per attirare possibili clienti che passeggiano per strada). Unica cosa su cui sono abbastanza diligenti sono i limiti di velocità, soprattutto nelle lunghe strade che collegano i centri abitati, poiché è pieno di posti di blocco di polizia muniti di autovelox. Rispettate sempre i limiti quindi!
Il pericolo maggiore delle strade giordane è dato dai dossi artificiali, poco segnalati e presenti anche nelle statali in corrispondenza di incroci principali e di centri abitati. Ti può capitare che nel bel mezzo del deserto, avvicinandosi ad un distributore o un paio di case si possa trovare un dosso che un guidatore distratto può non vedere. Lo dico perché ho rischiato di distruggere un paio di volte le sospensioni il primo giorno di viaggio.

Diario di viaggio

Giorno 1: Amman

Con volo diretto da Venezia (Ryanair, costo biglietto di andata: 160€) arriviamo ad Amman verso la sera del 1 gennaio. Alloggiamo in un appartamento vicinissimo al centro (Rainbow House). Facciamo check-in e ceniamo in un posto consigliato dal ragazzo che lavora nella struttura dell’hotel. Il posto si chiama Hashem, è una sorta di fast food molto spartano; tovaglie e piatti di plastica ma il cibo è davvero buono. Falafel, fateh con mandorle, mix di hummus, due tè alla menta e una coca: 13 €. Merita le 4,5 stelle di Tripadvisor.

La mattina successiva visitiamo la Cittadella di Amman. Situata in una collina è un museo all’aria aperta in cui vedere i resti dell’antica città. Appena sotto la Cittadella si trova il teatro romano più grande della Giordania, usato ancora oggi per vari spettacoli. Ci spostiamo usando Uber Taxi (sono gli stessi taxi della città ma prenotando con l’app costano leggermente meno) verso la Moschea di Re Abdullah I. Tornando verso casa passiamo per la parte più moderna di Amman. in pochi chilometri la città si trasforma e da una serie di vecchi palazzi fatiscenti, dove al piano terra puoi trovare un’officina che ripara le auto in mezzo alla strada, ci troviamo circondati da grattacieli, vicoli alla moda tutti puliti e ben curati, addobbati di lucine e alberi di Natale e un gigantesco centro commerciale (Abdali Mall) in cui sembra di essere tornati in Europa. Preferiamo spostarci verso il centro storico e passeggiando per vicoli e sottopassi ci immergiamo nei mille colori del mercato che sta per chiudere. Decine di banchetti che vendono spezie, frutta e verdura, macellerie con agnelli e polli appesi in bella vista come fossero vestiti… qui si respira l’aria della Giordania! 

A cena scegliamo un localino (Nabteh O Fatteh) che avevamo visto la sera prima, con una splendida terrazza che dà sulla città. Sembra che tutti gli italiani di Amman abbiano avuto la nostra idea, ma a parte questo ci gustiamo un ottimo halloumi e kibbeh come antipasto, a seguire kofta di agnello e mansaf, uno dei piatti tipici giordani. Porzioni abbondanti, servite in un clima accogliente. Prezzi contenuti. 

Giorno 2: Mar Morto

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Noleggiamo un’auto (EconomyCarRentals.com prenotata preventivamente in Italia) e ci spostiamo nel Mar Morto. In soli 60 chilometri passiamo dai 7 °C di Amman ai 16 °C del Mar Morto, a ben -390 metri sotto il livello del mare. Per accedere al mare è praticamente obbligatorio appoggiarsi ad una delle strutture esistenti. I costi degli alberghi sono bene o male simili, dunque scegliamo Hilton Dead Sea Hotel. Anche se non fa troppo caldo la temperatura dell’acqua è accettabile: facciamo i fanghi di argilla disponibili liberamente nella spiaggia dell’Hilton e poi proviamo la sensazione di galleggiare nell’acqua del Mar Morto.  

Giorno 3: Madaba e Monte Nebo

Attraverso distese di rocce e monti ci spostiamo a Madaba, passando per il monte Nebo, luogo sacro dove si narra sia stato sepolto Mosè. Dalla cima, situata a 800 metri sul livello del mare, si può ammirare la Terra Santa. Il panorama è meraviglioso sebbene spoglio. Percepiamo un senso di pace. Visitiamo la chiesa in memoria del profeta e il museo adiacente.  Proseguendo la strada ci porta dopo pochi chilometri nel centro di Madaba, una piccola cittadina caratterizzata dai mosaici che si possono ritrovare nella Chiesa di San Giorgio, nel Parco Archeologico e nel Santuario della decapitazione di San Giovanni Battista. Quest’ultimo è stato una piacevole scoperta. Il santuario ben conservato contiene dei bellissimi affreschi; vicino all’altare una porticina ci conduce ad una scala che man mano diventa sempre più stretta e termina sul campanile (attenti a non suonare le campane per sbaglio!) da dove si può ammirare dall’alto tutta la città. Scendendo le scale un secondo corridoio ci porta sotto la cappella, nella cripta dove si trovano i resti di San Giovanni. Scendendo ancora troviamo un antico pozzo moabita ancora funzionante. Sembra di essere in un film di Indiana Jones, davvero particolare: andateci!

Passeggiando per il centro pranziamo da Ayola Cafè a base di fukharat e sajeyet (due piatti a base di carne e verdure tipici giordani). Prima di rimetterci in macchina visitiamo la libreria Kawon, un delizioso negozio con una collezione di libri antichissimi. Percorrendo la Strada Dei Re ci dirigiamo a sud, direzione Petra, mentre l’ultimo raggio di sole pallido si tuffa fra le montagne. 

Giorno 4: Petra

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Ci svegliamo alle 6,30 del mattino. Abbiamo scelto un albergo a due passi dall’entrata del Centro Visite (Edom Hotel). Nel momento in cui si inizia a percorrere la stradina che porta alla gola del Siq percepiamo di essere di fronte a qualcosa di unico. L’aria è frizzante ma il sole appena sorto ci scalda il viso. Non mi dilungo a descrivere quel che abbiamo visto perché nessun testo e nessuna foto potranno mai raccontare la meraviglia di questo posto. Una volta nella vita dovete visitare questo posto magico!

Unico consiglio: percorrete a piedi tutto il sentiero che vi porta fino all’anfiteatro e poi al grande tempio (circa 4km). Lì potete fare una sosta, ci sono un ristorante ed un bar. Tornando indietro, all’altezza delle tombe reali, sulla sinistra seguite le indicazioni per il sentiero “Al-Khubtha Trail” (circa 20 minuti) che gira attorno alla montagna, dietro le tombe, e termina proprio sul punto più alto dove ammirare il simbolo di Petra: El Khasneh al Faroun (Il tesoro del Faraone). Potete trovare una mappa con tutti i sentieri nel pieghevole gratuito all’ingresso del Centro Visite. La sera ceniamo al Palm Court, poco distante dal nostro hotel: buonissimo il pollo alla libanese e il mansaf. 

Giorno 5: Wadi Rum

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La strada di accesso al deserto del Wadi Rum ricorda gli infiniti rettilinei americani immersi nell’arido e vasto deserto di terra rossiccia. Arrivati al Wadi Village la nostra guida ci fa parcheggiare l’auto dentro casa sua, saliamo nel retro del suo fuoristrada e si parte.  Preciso che i tour hanno tutti un costo fisso se presi direttamente al Visitors Centre. Consiglio di scegliere un tour con una notte nel deserto perché è un’esperienza unica e ne vale la pena. Il costo a persona a notte varia dai 5 ai 40€ circa. Noi abbiamo optato per una soluzione un po’ più cara ma con qualche confort in più (due tour da 2 ore l’uno: 75 jd + passeggiata in cammello di circa trenta minuti: 20 jd + una notte in tenda deluxe con bagno privato e veranda: 40 jd + cena: 10 jd + colazione 5 jd).

Durante il primo tour visitiamo Lawrence’s Spring, punto di partenza di quasi tutti gli itinerari. Da qui montiamo in cammello e ci dirigiamo verso Khaz’ali Canyon, dove si possono ammirare alcune iscrizioni antiche nella roccia che risale la gola. Ci dobbiamo accontentare di vederne solo alcuni metri perché la pioggia dei giorni precedenti ha allagato la zona. Il nostro viaggio continua sul fuoristrada che ci porta a fare brevi soste nei punti più suggestivi del deserto: da dune da cui ammirare il paesaggio a little rock bridge. Pausa di un’ora nel campo per sistemare le nostre cose nella tenda e si riparte verso Um Fruth rock bridge. Tempo di un paio di foto dall’alto del ponte di roccia e il fuoristrada ci lascia all’inizio di un canyon che percorreremo a piedi (circa 20’ di cammino). In questo paesaggio che a volte sembra lunare ogni roccia, ogni scorcio, ogni cosa è magica. Anche solo camminare nella sabbia immersi nel nulla dà una sensazione di pace e di magnificenza difficile da esprimere a parole. Visitiamo un altro paio di punti di interesse e al calare del sole la nostra guida si ferma e accende un fuoco con cui ci prepara il tipico tè che bevono i beduini nel deserto. Noi seduti attorno al fuoco ci godiamo la vista del sole che scende fino ad essere divorato dalle dune in lontananza. Davanti a noi la palla infuocata che si abissa fra le montagne, dietro di noi una splendida luna piena, immensa, che sta salendo e che illuminerà la notte al campo.

La cena viene servita alle 19.00 circa. Noi ed altri tre turisti malesi presenti assistiamo allo scenografico momento in cui il cuoco estrae da sotto terra lo Zaarb, una specie di griglia in cui vengono cucinati pollo e verdure. A terra viene scavata una fossa in cui viene messa la legna accesa. Una griglia a tre strati viene posizionata all’interno e coperta. In questo modo avviene la cottura lenta del cibo. Ceniamo tutti assieme seduti davanti al fuoco mentre i beduini suonano liuto e darbuka (tamburo egiziano) intonando canti popolari.  Prima di andare a letto passeggio nei dintorni del campo, circondato dalle montagne illuminate dalla luna piena. La maestosità del paesaggio mi fa dimenticare i 3°. Attorno a me il nulla, il silenzio assoluto. 

Giorno 6: Aqaba

Il sole è già sorto ma l’aria è ancora fredda e pungente mentre percorriamo gli ultimi chilometri che ci riportano al Wadi Rum Village. Tempo di salutare la nostra guida e ci rimettiamo in viaggio verso Aqaba. In poco più di un’ora siamo arrivati. Qui ora ci sono quasi 20° e sembra di essere in primavera inoltrata. Dal nostro hotel possiamo ammirare alla nostra sinistra il confine con l’Arabia Saudita a meno di tre chilometri, Israele alla nostra destra in lontananza, e l’Egitto di fronte a noi oltre la lingua di Mar Rosso nel Golfo di Arabia.

Aqaba si visita in meno di una giornata. Simbolo della città è l’immensa bandiera in memoria della rivolta araba del 1917, larga 20×40 metri e alta 130, situata a due passi dal forte in cui si trova anche il museo archeologico. Visitiamo le rovine dell’antica città di Ayla, situate dove sorgeva anticamente il porto di Aqaba. Passeggiamo per il mercato del Souk by the Sea, in cui si possono trovare spezie, vestiti tipici e cianfrusaglie di ogni genere. Colpisce molto l’accostamento di mille tipologie di negozi e bancarelle, i colori delle spezie, i profumi dei fornai e del caffè. Trascorriamo il resto della vacanza in relax in spiaggia prima di riconsegnare l’auto in aeroporto e tornare in Italia.

Un consiglio su dove mangiare ad Aqaba: essendo una città marinara è d’obbligo il pesce. Si può cenare bene spendendo poco scegliendo direttamente ciò che si vuole mangiare da uno dei banchi lungo la via del mercato del pesce; alcuni hanno posto a sedere dentro, altri improvvisano tavolini direttamente in strada. Se invece preferite un ristorante vero e proprio consigliatissimo è Stacoza Fish Restaurant.

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