Giordania del Nord: Madaba, Jerash e i castelli del deserto

Tour autogestito tra le più belle località del nord del paese
Scritto da: Giovanna C.
giordania del nord: madaba, jerash e i castelli del deserto

Dopo avere visitato Petra e Wadi Rum nel novembre 2019 e dopo “soli” sei annullamenti causa pandemia e successive restrizioni Covid, riusciamo finalmente a settembre 2022 a partire per il nostro secondo viaggio in Giordania.

Come per il primo viaggio, anche stavolta ci muoviamo nella più completa autonomia, guidare nel paese non è difficile, il costo del noleggio di due auto per 6 persone è molto più basso del costo di un driver per l’intera settimana e il desiderio di potere modificare giorno per giorno l’itinerario a nostro piacere ci convince che il noleggio è la soluzione ideale.

Se si vuole trovare buone tariffe meglio noleggiare la vettura con molti mesi di anticipo, noi lo abbiamo fatto a marzo tramite Rentalcars che consente l’annullamento del noleggio fino alle 48 ore precedenti il viaggio. Due auto in buone condizioni, con copertura totale della franchigia ci sono costate circa 60 euro a testa con Dollar. Auto ritirate e consegnate all’aeroporto di Amman. Entrambe le auto avevano il cambio automatico, è possibile chiedere una vettura con cambio manuale se non si è molto pratici.

Le strade sono ben tenute, bisogna solo fare attenzione ai numerosi dossi che non sono sempre ben segnalati. Abbiamo incontrato alcuni posti di controllo, nei quali ci è stato chiesto di mostrare il passaporto, ma tutto si sbriga in pochi istanti.

Atterriamo ad Amman il 26 settembre alle ore 22 circa, le procedure di ingresso sono abbastanza veloci (a dispetto di quanto letto su vari forum in cui si parlava di tempi lunghi), avevamo acquistato il Jordan Pass da casa e fatto la registrazione obbligatoria per ottenere il QRcode che bisogna presentare all’immigrazione. L’assicurazione sanitaria non è più obbligatoria, ma il consiglio è di farla ugualmente, non costa molto e copre da ogni piccolo (o grande) problema si possa verificare durante un viaggio.

Ritiriamo le auto e ci trasferiamo a Madaba dove scegliamo di dormire le prime due notti, scelta davvero ottima per evitare il traffico caotico di Amman e allo stesso tempo per potersi muovere facilmente per le varie visite.

Scegliamo il Tell Madaba, una guesthouse molto pulita e in una via tranquilla gestita dalla coppia mamma+figlio. La mamma al mattino prepara colazioni giordane, ma anche torte e squisite marmellate di albicocca, il figlio tiene i contatti con i turisti e suggerisce le visite da fare. Due persone davvero squisite.

Il giorno successivo partiamo per visitare il Memoriale di Mosè sul Monte Nebo, ci avevano detto di andarci al mattino per evitare la nebbiolina che a volte nasconde i panorami e al nostro arrivo il panorama era abbastanza limpido. Dal memoriale si gode di una incredibile vista sulla Terra Santa. Iniziamo a fare la conoscenza dei fantastici mosaici che troveremo anche a Madaba, d’altronde se la chiamano la Città dei mosaici ci sarà un perché

Rientriamo in città e facciamo il giro classico delle chiese ammirandone i mosaici, iniziando da quello famoso della chiesa di San Giorgio con la più antica rappresentazione cartografica originale della Terra Santa e di Gerusalemme. Nella Chiesa della Decapitazione di Giovanni Battista saliamo sul campanile e ammiriamo Madaba dall’alto, proprio mentre il muezzin fa sentire il suo canto dal minareto di fronte. Facciamo tappa anche al piccolo e forse non molto visitato Museo di Madaba, dove abbiamo la fortuna di conoscere il custode che (ovviamente) si propone come guida turistica. Ci illustra i mosaici esposti al museo e alla fine ci conduce sotto una grande tettoia sotto al quale vediamo una distesa di sabbia. E qui, molto delicatamente, toglie un po’ di sabbia e ci mostra un bellissimo mosaico appena restaurato che sarà mostrato al pubblico solo nel 2023, una gran bella anteprima! Il primo giorno finisce con una ottima cena al Ristorante Adonis.

I castelli del deserto in Giordania

Salutiamo Madaba (solo temporaneamente) e partiamo il giorno successivo per il giro dei castelli nel deserto. Percorriamo la strada che attraversa il deserto ad est di Amman, i cartelli ci segnalano che ci stiamo avvicinando alla Siria, alla radio ascoltiamo musica araba, la libertà di viaggiare non ha prezzo e mai come ora, dopo essere stati costretti a fermare i viaggi a causa della pandemia, siamo felici di essere qui.

Il tour prevede visita e sosta a diversi castelli, iniziamo con Qasr al-Kharanah, il caravanserraglio, dove troviamo il solito custode con velleità da guida che ci fa visitare il complesso facendoci anche divertire. Una bella struttura circondata dal nulla, dove facciamo conoscenza con un gruppo di donne giordane che ritroveremo spesso durante questa giornata.

Passiamo poi a Qusayr Amra, forse il più famoso anche se il più piccolo, ciò che rende questo edificio assolutamente affascinante sono i suoi affreschi in cui sono raffigurati diversi Re del passato, scene di caccia, animali, uomini e donne anche a seno nudo. Sul soffitto sono raffigurate le fasi di costruzione del castello, partendo dall’estrazione delle pietre nella cava fino al loro trasporto a dorso di cammello. Davvero un posto da non perdere!

Proseguiamo poi per Qasr al-Azraq costruita dai romani con roccia nera basaltica, oggi sono rimasti pochi resti, a differenza dei precedenti due che sono posti nel deserto, questo castello è all’interno della cittadina di Azraq quindi forse un po’ meno affascinante. Finiamo con Qasr al Hallabat, ubicato in cima ad un colle, che comprende il castello verso e proprio a cui fu aggiunta una moschea, un bagno e un ingegnoso sistema idrico che comprendeva cinque cisterne e un grande serbatoio d’acqua.

Per percorrere l’intero giro dei castelli considerate una giornata, facendo le cose con calma e fermandosi anche a pranzare. Chiudiamo la giornata molto ricca di bellezze arrivando ormai a sera a Jerash, dove trascorreremo le successive tre notti al Full Panorama to Archeological site, un nome che non potrebbe essere diverso visto che l’hotel è ubicato proprio sopra il sito e la cittadina si estende di fronte con mille lucine, sembra un presepe. Anche in questo caso siamo molto contenti della scelta, le camere sono confortevoli, le ragazze che ci preparano cena e colazione gentili e come ciliegina sulla torta abbiamo a disposizione una grande sala dove si cena dotata di un tavolo da biliardo. Le serate finiranno sempre con sfide tra i componenti maschi del nostro gruppo, bevendo litri di ottimo tè arabo aromatizzato alla salvia!

Jerash

Il giorno successivo lo dedichiamo alla visita del sito romano di Jerash, direi che con Petra e Wadi Rum uno dei must da non perdere se si viaggia in Giordania. Entriamo nel sito attraverso l’Arco di Adriano e trascorriamo circa 4 ore camminando tra le rovine, ammirando il Foro ovale con il suo colonnato che tanto ci ricorda quello del Bernini di Piazza san Pietro, i due bellissimi teatri, il ninfeo, il tempio di Artemide.

Dopo avere mangiato qualcosa, ci rechiamo ad Ajlun per visitare il castello, la cui caratteristica principale è la sua posizione, sorge infatti sul Monte Auf a circa 1250 metri di altitudine da dove si ammirano bellissimo panorami delle vallate circostanti. Dedicate almeno un paio di ore per questa visita più una mezz’oretta di strada per arrivarci.

Il giorno successivo partiamo alla volta di Um Qais (chiamato Gadara dai romani), il sito non è grande come Jerash e ad un primo impatto sembra deludere un po’, ma poi ci si trova davanti un colonnato in roccia basaltica nera e un bellissimo decumano in pietra chiara e soprattutto a panorami meravigliosi sulle vallate e montagne circostanti e in lontananza sul lago Tiberiade. Pranziamo nel ristorante del sito con una spettacolare vista panoramica di fronte. Per rientrare a Jerash, decidiamo di fare la strada che scende nella valle del Giordano, avevamo letto che avremmo potuto incontrare dei posti di blocco a causa della vicinanza con Israele e così è stato, i militari che ci hanno fermato tuttavia hanno solo controllato i documenti e ci hanno chiesto se parlassimo arabo.

Dopo un’altra serata di sfide a biliardo e una notte di sonno, partiamo alla volta di Betania oltre il Giordano. Devo dire che siamo stati in dubbio fino all’ultimo sul fatto di inserire o meno questa tappa. Si tratta sicuramente di un tour molto turistico, non è consentito andare da soli a vedere il sito del battesimo di Gesù, ma si viene accompagnati da una guida che poi conduce i turisti sulle rive del fiume Giordano dove volendo ci si può immergere nelle sue acque limacciose di colore marroncino. Alcuni pellegrini sulla sponda opposta, quella di Israele, si bagnano completamente nel fiume usando una tunica bianca che viene venduta nel negozietto di souvenir, noi ci accontentiamo di immergere i piedi. Alla fine, che si sia credenti o meno, si tratta di una visita toccante e siamo stati contenti di esserci andati. Considerate un paio di ore in complesso.

Ci rimettiamo in cammino verso il Mar Morto, dove trascorreremo una notte in un resort e, pur avendola pagata tantissimo per i nostri standard, ci siamo goduti ogni secondo di questa tappa. Il Dead Sea Spa hotel è molto confortevole e soprattutto ha una spiaggia privata raggiungibile a piedi dove sono offerti teli per asciugarsi dopo il bagno, doccia, lettini e grandi bidoni pieni di fanghi da spalmarsi sul corpo.

Avevamo letto tanto sulle sensazioni che si provano facendo il bagno nelle acque salatissime del Mar Morto, ma devo dire che finché non si prova non ci si rende conto di cosa significhi veramente. Il più completo galleggiamento, una sensazione di perdita di peso e di smarrimento per non riuscire a rimettere le gambe in verticale, insomma davvero un gran divertimento… Ci riposiamo delle lunghe visite dei giorni precedenti, ci spalmiamo di fango il corpo e poi ci immergiamo di nuovo nelle acque salate come “da procedura”. Il resort ha anche diverse piscine, un ristorante dove ceniamo molto bene (anche qui avevo letto diverse recensioni negative e non corrispondono alla nostra esperienza, sia per la cena che per la colazione) e soprattutto un pub dove troviamo ancora una volta una sala biliardo! E così anche questa serata finisce con l’ennesima sfida…

Una bella dormita e il mattino successivo, dopo un altro bagno e una sontuosa colazione, siamo di nuovo pronti per partire, purtroppo la fine della vacanza si sta avvicinando. Il nostro programma è di percorrere la strada che costeggia il Mar Morto, ma ci fermiamo per una sosta di un’oretta al bel museo del Panoramic Dead Sea complex che si trova in posizione panoramica sopra la zona dei resort. Nel museo è possibile leggere informazioni sulla storia geologica del Mar Morto, sull’ambiente naturale, fauna e flora e purtroppo anche sulle previsioni future che prevedono un progressivo disseccamento del bacino. Secondo alcuni studiosi se continuasse la situazione attuale, che vede uno scompenso tra la quantità di acqua immessa e quella evaporata, il bacino è destinato a scomparire nel futuro prossimo, con conseguenze sull’habitat naturale della zona sicuramente molto gravi. Percorrendo la strada che dirige verso sud si ammirano panorami spettacolari, la quantità di sale nell’acqua aumenta sempre di più e si possono vedere spiagge saline bianche che spiccano nel blu dell’acqua. La parte più meridionale, che un tempo era ancora sommersa, già ora è completamente seccata.

Giriamo sulla strada che conduce a Kerak lasciando il Mar Morto e arriviamo al castello, che si trova sulla cima di una altura a circa 900 m. La fortificazione ospitava e proteggeva le comunità di religione cristiana ancor prima delle campagne crociate in Terra Santa, l’ingresso avviene ancora oggi attraversando il ponte levatoio sul fossato che circonda il castello. Ci perdiamo nei cunicoli sotterranei freschi e umidi ammirando i grandi locali in pietra con soffitti a volta, considerate un’ora almeno per una visita completa.

Ripartiamo da Kerak percorrendo verso nord la famosa King’s Highway, la Strada dei Re per tornare a Madaba per l’ultima notte in Giordania. Questa strada anticamente era la via di commercio principale che collegava l’Africa con la Mesopotamia, poi fu usata anche come via di pellegrinaggio per i cristiani.

Nel primo tratto la strada attraversa alcuni villaggi ed è abbastanza trafficata, poi man mano il traffico sparisce e dopo circa 40 km si inizia ad intravvedere il Wadi Mujib, il gran canyon della Giordania. Ci fermiamo per una sosta in un negozietto-bar con vista panoramica sopra il canyon, ci beviamo il solito tè aromatizzato e ci riempiamo gli occhi dello spettacolo che abbiamo davanti. Lo sguardo spazia su infinite distese di roccia, la strada scende a tornanti verso il fondo del canyon e poi risale dall’altra parte, in fondo si vede la diga di Almujib con il suo lago artificiale quasi completamente secco. Procediamo verso nord, ogni tanto si vede un asinello solitario sul bordo strada o un gregge di pecore che brucano non si sa cosa visto che tutto intorno è secco e arido e riusciamo ad ammirare il sole tramontare in un cielo rosso fuoco prima di arrivare a Madaba.

Arriviamo a Madaba che è già buio, alloggiamo per l’ultima notte al Black Iris hotel, gestito anche in questo caso da una famiglia, molto pulito e tranquillo e con un bel giardino. Ci viene proposta una cena palestinese, come dire di no?

L’ultimo giorno abbiamo il volo la sera quindi ci attende una giornata piena, decidiamo di andare a vedere il sito di Macheronte, i resti di quello che probabilmente era il palazzo di Erode, famoso per essere stato secondo alcuni studiosi il luogo di detenzione e di morte di Giovanni Battista. Il sito è praticamente una collina desolata in mezzo al nulla che ospita pochi resti delle strutture e una unica colonna che si erge ancora oggi, ma la vista panoramica è indimenticabile.

Ci resta ancora qualche ora e decidiamo di farci un ultimo regalo, andando a fare un bagno ristoratore nelle caldissime acque termali di Ma’in. All’ingresso ci offrono un biglietto scontato e paghiamo 12 Jod a testa per entrare per tutto il tempo che vogliamo. Ci sono diverse piscine non molto grandi, la prima è solo per le donne giordane che si immergono nelle calde acque completamente vestite ridendo di gusto. La piscina più grande si trova proprio sotto una bella cascata, l’acqua si getta dall’alto delle rocce ed è un piacere fare un bel massaggio alla schiena, un cartello all’ingresso informa che la temperatura dell’acqua varia tra i 40° e i 60° e che il sito si trova a 220 metri sotto il livello del mare… una degna conclusione per un bellissimo viaggio!

Ancora una volta un grazie di cuore ai miei compagni di avventure Umberto, Emanuele, Francesca, Federico e Umberto, senza di voi non sarebbe stato lo stesso viaggio!

Tutti gli uomini sognano. Non però allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi della mente si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è vano. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino.

Thomas Edward Lawrence, I sette pilastri della saggezza.

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