Giordania, arte, mare e deserto

Una terra affascinante e un popolo gentile e disponibile, un'oasi di pace ai confini con territori in guerra
Scritto da: Sergio&Marta
giordania, arte, mare e deserto
Partenza il: 27/04/2013
Ritorno il: 03/05/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Sergio, all’epoca 52 anni, e Marta, all’epoca 48 anni, sono i protagonisti di questo viaggio. Marta, come al solito, ha curato l’aspetto organizzativo, Sergio ha scritto il diario di viaggio.

27 Aprile 2013

È un sabato mattina tranquillo, stranamente! Prendiamo l’autobus per la stazione di Santa Maria Novella alle 13.17, prendiamo il freccia rossa per Roma delle 14.04, prezzo € 48 per due persone. Arriviamo alla stazione Termini in orario e prendiamo l’autobus per Fiumicino alle 16.05. Alle 17 circa siamo in aeroporto, il volo è alle 19.05. Voliamo Turkish, così come l’anno scorso in Turchia. Facciamo il check in, peso complessivo delle valigie 21,5 kg per un totale ammesso di 40 kg! Anche lo steward ci guarda con una faccia strana, quando poi vede che per bagaglio a mano abbiamo due zainetti gli ci scappa da ridere! Il volo per Istanbul è regolare, anche se il tempo a Roma era pessimo; atterriamo in orario, le 22.35 ora locale, ottima la cena a bordo. L’aereo è pieno, tutti turchi in vacanza in Italia … meditate gente … meditate!

28 Aprile 2013

La coincidenza per Aqaba è alle 1.20, sempre Turkish. Proviamo a riposare un po’ ma non è facile. Anche il volo per Aqaba è regolare, sull’aereo riusciamo a dormire un po’. Atterriamo alle 3.50, le formalità in aeroporto sono abbastanza rapide, sia per il visto che per i rimanenti controlli. Anche l’aereo per Aqaba era abbastanza pieno, anche se non come quello per Istanbul. Ritiriamo la nostra auto presa a noleggio via internet, anche qui le formalità sono rapide, unico inconveniente è che è una Chevrolet con cambio automatico, cosa alla quale io non sono affatto abituato. Alle 5.00 iniziamo la ricerca del nostro albergo, non è una cosa semplice, ma per le 5.30 siamo in camera per riposarci un po’. L’albergo è discreto e il personale disponibile, avevamo segnalato loro via mail che saremmo arrivati ad un orario improponibile!

Sveglia alle 11.00, iniziamo il nostro tour, è domenica ma qui tutti i negozi sono aperti, il giorno festivo per i musulmani è il venerdì. Andiamo a cambiare gli euro, cosa non facile perché le banche non effettuano cambio valuta. Come al solito un indigeno ci indica il posto giusto e risolviamo il problema. Girovaghiamo un po’ per la città, Aqaba è una città portuale senza particolari attrattive, se non fosse per il fatto che abbiamo viaggiato di notte e siamo un po’ stanchi non avrei speso una giornata qui! Visitiamo il vecchio porto, girovaghiamo nel suq, mangiamo un boccone, poi decidiamo di rientrare in albergo a riposare un po’, vista l’afa del giorno.

Ripartiamo verso le 16.30 per le spiagge del sud, dove facciamo un bagno nel Mar Rosso, nulla di particolare se si eccettua la bellezza dei pesci e i grandi ricci marini. Le donne giordane fanno il bagno completamente vestite e le famiglie sulla spiaggia sono circondate da una nuvola di figli. Il tratto di costa che compete alla Giordania è molto ristretto, fino al confine con l’Arabia Saudita, ma i locali non hanno saputo sfruttarla al meglio, ci sono uno stabilimento petrolchimico e un grosso cementificio direttamente sulla costa, oltre al porto, e quindi per le spiagge resta poco spazio. Troviamo comunque una spiaggetta pubblica dove poter fare un buon bagno senza problemi. Mangiamo una pizza nei pressi dell’albergo, facciamo rifornimento di frutta secca dall’ottimo Eibal Coffee, segnalato dalla nostra guida Lonely Planet, e andiamo a letto.

29 Aprile 2013

Si parte alla volta del Mar Morto e di Madaba; la strada è lunga ma buona, ci fermano ad un paio di posti di blocco, formalità di rito, procediamo senza problemi, è utile ricordare che, poco a nord, in Siria, infuria la guerra che ha danneggiato non poco anche il turismo giordano, oltre ad aver purtroppo portato morte e distruzione nella meravigliosa terra siriana. Il Mar Morto è una cosa molto particolare, è il punto più basso della Terra, 400 m sotto il livello del mare! La sua salinità non consente di immergersi e quando si nuota si viene spinti sempre in superficie. Facciamo un bagno in questo posto incredibile nella Ammam Beach, spiaggia comunale ben attrezzata, ingresso 16 JD a testa! Ripartiamo sull’ora di pranzo per Madaba e lungo la strada, molto bella e panoramica, ci fermiamo al Dead Sea Panoramic Complex, dove visitiamo il museo, piccolo ma curato, dove viene ben spiegata la precaria situazione di questo posto particolare, un mare che sta arretrando rapidamente a causa delle dighe da poco costruite in territorio giordano e israelita, che fanno diminuire l’afflusso di acqua al mare, e a causa di alcune industrie che estraggono dal mare il potassio.

Arriviamo a Madaba, cittadina facilmente gestibile dal punto di vista del traffico caotico e disordinato dei paesi arabi, peraltro il centro è molto piccolo e si può girare facilmente a piedi. L’albergo, il Mosaic City Hotel, è molto carino e ben gestito. L’attrattiva principale di Madaba sono le chiese bizantine con i mosaici; visitiamo la chiesa di S. Giorgio, greco ortodossa del XIX secolo, niente di particolare dal punto di vista architettonico ma nella quale, nel 1884, è stato riportato alla luce un mosaico datato 560 d.C. con 157 didascalie in greco che segnalano i principali siti biblici del Medio Oriente, dell’Egitto e della Palestina, quella che si chiama la cartina-mosaico, in origine formata da 2 milioni di tessere che occupavano una superficie di 20 m x 6 m! Purtroppo il Madaba Institute for Mosaic Art & Restoration chiude alle 15.00 e non alle 18.00 come erroneamente indicato nella guida, non facciamo in tempo a visitarlo, peccato!

Visitiamo quindi il parco archeologico, dove, ovviamente, il custode ci cattura e ci fa visitare il sito, molto bello, con bellissimi mosaici nabatei, bizantini e romani. Saliamo poi alla chiesa cattolica, il Santuario della Decapitazione di Giovanni Battista, una chiesa molto particolare, soprattutto per la cripta, dove notevole è un pozzo di 3.000 anni ancora funzionante. Saliamo sul campanile dal quale si nota un bellissimo panorama. Scendiamo poi di corsa alla chiesa degli Apostoli, alla quale arriviamo mentre il custode sta chiudendo e che gentilmente ci riapre e ci fa vedere il mosaico del pavimento, che è veramente notevole, dedicato ai 12 apostoli. Il tipo ci pulisce anche le figure polverose con l’acqua, in modo da poter scattare delle belle foto, non posso fare a meno di dargli 10 JD! Compriamo un bel mosaico per 40 JD e andiamo a cena all’Haret Jdoudana, consigliato dalla guida, dove mangiamo il mutaffi bethanian (melanzane fritte con sesamo), il fatteh (pane fritto con yogurt all’aglio e humus) e il sawani (agnello servito con cipolle, pomodori e patate), tutto veramente delizioso!

30 Aprile 2013

Oggi giornata dura, dobbiamo scendere ad Al Karak, a Shobak e alle 15.00 essere all’ingresso del Wadi Rum, mission impossible!

Partiamo di buon mattino e raggiungiamo Al Karak, castello crociato molto bello, intorno alle 10.00. veniamo come al solito agganciati da un beduino che ci fa girare il complesso, gli do 5 JD, quasi quasi si arrabbia, volevo mandarlo al gas! La strada per Shobak è lunga e tortuosa, vediamo il complesso solo dall’esterno perché non abbiamo tempo, e ci lanciamo verso il Wadi Rum, dove arriviamo con 15 minuti di ritardo! Ci attende Mohammed, la nostra guida, con un Toyota scalcagnato. È un ragazzo di 26 anni un po’ pazzo, grande fumatore con poca voglia di lavorare! Ci vorrebbe mollare al campo per riposare un paio d’ore, figuriamoci se acconsentiamo! Lo convinciamo a farci fare un primo giro. Il posto è molto particolare, un deserto duro, con poche dune e montagne rocciose tutto intorno. Percorriamo una specie di canyon a piedi, molto particolare. Andiamo poi a vedere il tramonto, solitamente una delle cose più affascinanti nel deserto, ma non siamo fortunati, la foschia impedisce di avere riflessi dorati apprezzabili. Rientriamo al campo, le docce sono praticamente inutilizzabili, l’acqua arriva da un cassone e i servizi sono belli sudici, anche la nostra tenda non promette nulla di buono! La cena consiste in una grigliata cotta con la brace sotto la sabbia, un piatto detto zarb, molto particolare ma effettivamente poco saporito. I cibi qui sono sempre un po’ insipidi. Assaggiamo anche tutto il resto, che Dio ce la mandi buona. La cucina non è il massimo della pulizia! Rimaniamo poi tutti insieme sotto la tenda con le nostre guide che suonano il tamburo e cantano. Conosciamo due coppie italiane, una molto giovane, l’altra un po’ più anziana di noi. I giovani sono venuti come noi con una macchina a noleggio, sono di Milano, i più anziani sono venuti con un’autista giordano, sono di Torino. I ragazzi di Milano ci raccontano qualche loro viaggio, sono stati in Oman e gli è piaciuto molto, sono stati anche a Giava e in india, viaggi che, prima o poi, faremo anche noi… salute permettendo! Ci scambiamo le e-mail per avere informazioni sui loro viaggi, noi gli daremo quelle relative ai nostri, il Marocco, la Turchia, la Scandinavia, il Kenya, l’Islanda. Quando stiamo per andare a letto ci tolgono la luce dal campo e Marta è ancora in bagno; la illumino con la torcia e questo le attira addosso una serie di farfalline… panico! Non riesce a dormire per tutta la notte!

01 Maggio 2013

Di buon mattino iniziamo a girare il Wadi Rum, gli scenari sono belli ma un po’ ripetitivi. Ci avviamo in un canyon dove ho la brillante idea di arrampicarmi su una roccia dalla quale non riesco più a scendere. Aiutato da un gruppo di turisti vengo giù finendo in una pozza con relativo bagno… bella figura! Pranziamo su una stuoia insieme alla nostra guida, che dopo pranzo di riaccompagna all’ingresso. È stato bello, ma mi aspettavo qualcosa di meglio!

Ci avviamo verso Petra, ultima tappa del nostro viaggio; visitiamo Piccola Petra, un assaggio di quello che sarà il clou del viaggio con la visita a Petra di domani. Andiamo poi a vedere un villaggio paleolitico, niente di che, conosciamo una ragazza che costruisce ciondoli molto carina, compriamo due ninnoli e le regaliamo 20 €. Ceniamo in uno dei ristoranti consigliati dalla guida, il Red Cave, dove consumiamo due piatti beduini, il mensaf e il maqlubbeh, niente di eccezionale, nulla a che vedere con il ristorante di Madaba, insuperabile.

Andiamo a letto presto, domattina levataccia. Il nostro albergo è la Maison, una buona struttura a un prezzo decente, 30 JD. Il portiere parla bene inglese, concordiamo di tenere la stanza per il giorno seguente fino alle 23 con un’aggiunta di 15 JD, almeno potremo fare una doccia dopo un’intera giornata sotto il sole di Petra.

02 Maggio 2013

Alle 6.15 siamo già alla biglietteria di Petra, ovviamente non c’è un’anima! Marta non mi aveva detto che non si poteva pagare con la carta di credito, torno all’albergo e mi faccio cambiare gli Euro in valuta giordana, torno alla biglietteria e acquisto, alla non modica cifra di 124 JD, i biglietti per Petra e per Petra by night. Entriamo dal centro visitatori alle 7.15, prima delle 7.45 abbiamo già percorso tutto il Siq e siamo al Tesoro, bellissimo! Decidiamo poi di salire all’altare del sacrificio, è una bella salita di 45 minuti dalla quale si domina un bel panorama. Riscendiamo dal Wadi Farasa, molto bello, con delle rocce coloratissime. Alle 10.30 siamo giù, guardiamo la parte romana del sito e ci incamminiamo per il Monastero, un’altra bella salita, questa volta sotto il sole! Arriviamo in cima verso le 13.00, il monumento valeva la pena. Mangiamo i biscotti che abbiamo comprato il giorno prima alla Backery Sanabel, sul Circle di Petra, molto buoni. Ci riposiamo un po’, poi iniziamo a scendere, Marta è cotta, per oggi ha già dato. Vado da solo a vedere prima la chiesa bizantina, ricca di bellissimi mosaici, poi la Blue Chapel. Da solo visito anche le tombe reali, poi torniamo con calma indietro.

Alle 18.15 siamo in albergo, una bella doccia è indispensabile. Ceniamo con una pizza e poi ci rechiamo a Petra by night; lo scenario è suggestivo ma lo spettacolo è francamente ridicolo, non vale il biglietto. Alle 22.15 ci facciamo preparare 3 bottiglie di sabbia con i nomi dei nostri figli in arabo e in italiano, poi ci fermiamo nuovamente da Sanabel per comprare un po’ di biscotti al sesamo con i pochi JD che ci sono rimasti. Alle 23.15 partiamo per l’aeroporto, il nostro volo da Aqaba è alle 4.45, quindi non c’è fretta.

03 Maggio 2013

Arriviamo sulla Desert Higway e troviamo un blocco di polizia, ci informano che ci terranno fermi un paio d’ore perché alcuni vandali hanno messo dei sassi lungo la strada. Conoscendo i soggetti diffidiamo che ci tengano fermi solo un paio d’ore e decidiamo quindi di farci consigliare un percorso alternativo per arrivare all’aeroporto. Dopo varie discussioni, non facili visto che fra i militari solo un ragazzo giovane mastica qualche parola di inglese, ci indicano una strada che sulla mappa è sterrata e che si chiama Wadi Araba, bisogna tornare a Petra, poi percorrere questo tratto che ci condurrà sulla Dead Sea Road per poi prendere per Aqaba. Ci avviamo un po’ perplessi, la strada per Wadi Araba è stretta e inizialmente buona, poi diventa sterrata, una strada percorsa solo da mezzi agricoli da percorrere a noi più di 20 km/h. Non incontriamo né una casa né una macchina per decine di chilometri, solo un paio di asini in mezzo alla strada che per poco non travolgiamo! Sono quasi le 2.30 quando arriviamo finalmente sulla Dead Sea Road, un viaggio veramente emozionante, e ci mancano ancora 100 km per arrivare all’aeroporto. Accelero un po’ il ritmo per arrivare almeno un’ora prima del decollo, visto che dobbiamo riconsegnare anche la macchina. Per fortuna il resto del viaggio avviene senza intoppi fino all’aeroporto, dove arriviamo alle 3.40! Nel frattempo ho chiamato l’addetto al noleggio perché arrivi all’aeroporto in contemporanea con noi. La riconsegna del mezzo e il check in sono fortunatamente rapidissimi, all’aeroporto aspettavano solo noi! Ci avevano detto che in uscita avremmo pagato 20 JD a testa per il visto, in realtà non paghiamo niente, spendiamo i soldi rimasti al duty free, comprando stupidaggini, siamo esausti! Le procedure di volo sono tranquille, la Turkish è sinceramente molto efficiente, arriviamo ad Istanbul in perfetto orario, visto che abbiamo solo un’ora per la coincidenza ci fanno fare una corsia preferenziale per evitare la coda. Anche il volo per Roma è perfetto, arriviamo addirittura in anticipo. Il ritiro dei bagagli a Fiumicino è stranamente rapido e prendiamo l’autobus in coincidenza praticamente al volo! Il traffico in città è come al solito caotico, partiamo da Fiumicino alle 10.45 e arriviamo a Termini alle 12.15. Abbiamo comunque un’ora e 10 minuti prima del nostro treno. Mangiamo un boccone, Marta solo due gelati, ha mal di stomaco, stanchezza e nausea, lo stress per il tragitto da Petra all’aeroporto è stato forte! Rientriamo a casa prima delle 15.30, il giorno dopo apprendiamo la motivazione dello stop sulla Desert Higway, l’intelligence israeliana ha individuato un traffico di razzi in territorio siriano e ha inviato i loro jet per distruggerli, siamo tornati a casa praticamente per miracolo!

Conclusioni

La Giordania è molto bella, abbiamo volutamente evitato la capitale perché troppo caotica e con poche attrattive. Se dovessi dare un consiglio ai futuri viaggiatori eviterei di soggiornare ad Aqaba e dedicherei più tempo al Mar Morto e al tragitto da Madaba al Wadi Rum, molto bello dal punto di vista paesaggistico. Per il resto Petra vale da sola il viaggio e anche Madaba è una città molto carina, tranquilla e ricca di storia. I giordani, così come tutti gli arabi moderati, sono un popolo ospitale e gentile, un bel viaggio davvero.

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