Giava, Bali e Lembongan

Tre settimane con moglie e figlio 13enne da Yogyakarta a Bali in un itinerario alla scoperta di un nuovo mondo tra paesaggi, gente e tradizioni
Scritto da: laurasergio
giava, bali e lembongan
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €

L’inizio – domenica 19 agosto 2012

Partiamo da Malpensa con la Emirates per Dubai nel pomeriggio. Tariffa di 570 euro A/R trovata su skyscannner. L’aereo è molto comodo e il viaggio tranquillo. Siamo solo con il bagaglio a mano, 3 zaini, compreso il Mac. Arriviamo a Dubai dopo 6 ore di volo. Tentiamo di dormire all’aeroporto nelle 4 ore di attesa del volo per Jakarta: per fortuna ci sono tantissime sedie/sdraio abbastanza comode per riposarsi.

lunedì 20 agosto Dubai- Yogyakarta

Nuovo aereo della Emirates, enorme e pulito. Ci attendono più di 8 ore di volo e ci mettiamo comodi; per fortuna riusciamo a dormire. Andando verso est la notte si fa subito giorno. Arriviamo con 30 minuti di ritardo ed abbiamo un po’ l’ansia di non riuscire a prendere la coincidenza per Yogyakarta, ma grazie al superamento di una fila in maniera poco ortodossa per il visto, ci riusciamo senza problemi. Giungiamo a destinazione con il buio dopo un’ora di volo con la Garuda. Si vedono dal finestrino dell’aereo i fuochi di artificio per la fine del Ramadan. In città: taxi per il Venezia Homestay a soli 5 euro (30 minuti di auto). Purtroppo per un disguido di double-booking (o forse non avevano visto bene le email) la nostra stanza non c’è, malgrado la nostra prenotazione già effettuata e pagata più di un mese fa. Si fanno in 4 per trovarci un’altra sistemazione e dopo un’oretta ci trovano una bella stanza in un 3 stelle allo stesso prezzo: 115e. per tre notti. Ci trasferiamo quindi al Brongto Hotel con un bicak, taxi-bicicletta per trasporto persone. Doccia e uscita per trovare qualcosa da mettere sotto i denti. Per 10.000 rupie, meno di 1 euro, assaggiamo un piatto forse cinese preparato in un baracchino locale sulla strada, dove vediamo lavare i piatti nei secchi di acqua non proprio pulita. Aspettiamo un’ora e alla fine divoriamo con gusto e tanta fame un misto indefinibile di noodles, cavoli, uova pollo e spezie non meglio identificate: è il bakmi goreng; da bere limonata calda con corpi galleggianti… In definitiva buono e da bissare, a parte la pulizia. Alle 23 ora locale andiamo a nanna; la città a quest’ora è già spenta da un po’. Con la testa siamo ancora con il fuso di casa 5 ore indietro, ossia alle 18.

Martedì 21 agosto 2012. Yogyakarta

Il muezzin ha già cantato due volte e alle 6, in piena luce sono già tutti svegli e attivi mentre noi ronfiamo alla grande. Scopriremo che a Java i muezzin sono più rumorosi di qualsiasi paese musulmano da noi visitato (Egitto, Marocco, Giordania, Turchia, Oman). Dopo una bella colazione alle 9 locali decidiamo come muoverci: due comodi taxi-triciclo a disposizione per tutto il giorno alla enorme cifra di 100.000 rupie, circa 9 euro. Andiamo subito a cambiare 300 euro e diventiamo milionari di rupie (1 euro = 11.340 IDR). Poi, sempre in taxi-triciclo-risciò, detto bicak, ci dirigiamo al Kraton, residenza del sultano. Più che il posto in sé, molto bello e particolare, è divertente circolare in mezzo al casino più completo, con centinaia di persone in giro per la festa e, per strada, di moto che ti sfrecciano da tutte le parti. Dopo il Kraton è la volta del mercato delle spezie/frutta: una marea di odori e sapori che ci avvolgono. Abbiamo annusato cannella, chiodi di garofano, citronella, anice e tanto altro, assaggiato frutta sconosciuta e la voglia era quella di comprare tutto anche sapendo che non serviva a nulla. Siamo andati via a malincuore e le vie erano ancora più intasate.

Tappa successiva al castello dell’acqua – water castle, dove una improvvisata guida ci ha portato al suo negozietto di batik (per il momento resistiamo alla tentazione); al bird market siamo rimasti a bocca aperta per le migliaia di uccelli serpenti un piccolo tigrotto cani gatti pipistrelli davvero carini e tanto altro. Un po’ stanchi ma contenti ci siamo ritirati per un riposino. Alle 7, con il bicak, ci siamo diretti al teatro all’aperto per il Ramayana Ballet. Prima dello spettacolo abbiamo cenato molto bene e abbondante in un posto sciccoso, legato al teatro, con un sottofondo di un cantante davvero penoso. Il balletto è stato fantastico e interessante, per niente noioso. Alle 10 a nanna, la città ora è quasi deserta, ma la notte è stata tormentata (zanzare).

mercoledì 22 agosto 2012 Borobudur, Merapi, Prambanan Borobudur

Sveglia alle 4.30 di mattina, alle 5 puntuali partiamo con auto, autista e sua figlia per raggiungere alle 6 esatte il famoso ed immenso tempio buddista composto da 9 terrazze quadrate e circolari: dall’alto la visione è stupenda e il Nirvana sarebbe più raggiungibile senza la ressa di turisti, soprattutto locali, in vacanza. Gunung Merapi Uno dei vulcani più distruttivi, classificato fra i 16 più attivi al mondo. Dall’alto dei suoi 2911 metri sembra sempre minaccioso. Per fortuna la guida riesce a portarci a destinazione al Kalu Aden, dopo essersi perso qualche volta fra i pendii verdi di questi monti. Con due ojek a noleggio (moto) raggiungiamo un punto panoramico e percorriamo per un po’ un sentiero. Prambanan Proseguiamo verso la più antica testimonianza della civiltà hindu a Java nonché il più grande complesso religioso hindu dell’isola, dedicato a Shiva. Il caldo e la stanchezza si fanno sentire e insieme ai numerosi turisti locali e non che hanno affollato il sito ci convincono a rinunciare. Torniamo verso Yogya dove ci facciamo prima accompagnare all’aeroporto (fissiamo il volo di ritorno Denapasar-Jkt del 7settembre) poi a comprare la bandiera nazionale bianco-rossa per la ormai ricca collezione del figlio (ovunque esposta in questi giorni per celebrare la festa dell’Indipendenza) ed infine all’hotel Brongto, per una meritata dormitona prima della gustosa cena sul terrazzo di un localino tipico indonesiano.

giovedì 23 agosto 2012 Solo (Surakarta)

Con calma ci alziamo, facciamo colazione e via in taxi alla stazione di Yogya. C’è una grande confusione, riusciamo a comprare i biglietti mentre altri ci passano avanti. All’arrivo del treno, si aprono i cancelli e la folla si lancia letteralmente nel treno per accaparrarsi i posti a sedere mentre noi veniamo spinti e sollevati dalla folla ma riusciamo egregiamente a prendere 3 posti a sedere. Uno spettacolo. Il treno per Solo è sempre più stracolmo. All’arrivo ci catapultiamo fuori e ci dirigiamo al touring-office, dove fissiamo una notte al Cakra homestay, (250.000 rupie=20E.). E’ un posto anonimo dal di fuori, ma all’interno è tranquillo, pare un museo, c’è una piscina a nostra disposizione, una torretta e saloni ben ammobiliati ma senza pareti (open space), le stanze sono un po’ spoglie ed il bagno … alla turca, senza lavandino. Tuffo in piscina ristoratore e poi bagno nella folla dei mercati, degli odori e della gente, tutti molto gentili e sorridenti. Infine, passaggio in bicak e cena in un chinese-restaurant, per il solito bakmi goreng.

venerdì 24 agosto 2012 Solo, Candi Sukuh / Cethu, Tawangmangu

Stamattina sveglia tranquilla dopo profonda dormita e colazione minima con tè e fette di pane tostato. Il nostro ospite Dwi ci accompagna a visitare un laboratorio/negozio di batik – molto interessante, abbiamo imparato le laboriose fasi della lavorazione dei batik e fatto piccoli acquisti. Bus-station e bus per Karangpandan: il viaggio in un bus pubblico è stato fenomenale e imperdibile: porte sempre aperte con gente che sale e scende al volo, venditori e musicisti che salgono e scendono per incassare qualcosa dai viaggiatori, altri viaggiatori che ci guardano incuriositi, qualcuno timidamente ci chiede di dove siamo; cambiamo con mini-bus e quindi tre moto-taxi dove abbiamo contrattato con una sfinente negoziazione (200.000, ma alla fine da quanto eravamo contenti del giro gli abbiamo lasciato 250.000 rupie) per farci scorazzare tra le pendici del vulcano Gunung Lawu. Prima verso il Candi Sukuh con i suoi simboli fallici e i moderni discepoli induisti che eseguivano esercizi di meditazione, poi lo spettacolare Candi Cethu, davvero emozionante, a simboleggiare una crescita interiore verso un nirvana e vedere una ”dichiarazione d’amore” tra i templi. La gente del posto è incuriosita da noi e ci chiede delle foto!! incredibile, mentre siamo noi che vorremmo farne a loro! Addirittura in una terrazza intermedia dove sostiamo sulla via del ritorno, siamo avvicinati da due giovani donne con due bambine con cui chiacchieriamo divertite, parlando un misto inglese – bahasa e ci scambiamo gli indirizzi! Il trasporto in moto è decisamente avventuroso e poco ortodosso per un turista occidentale, tra piantagioni di tè e di tabacco, ma decisamente imperdibile. Finalmente arriviamo alle water falls di Tawangmangu e ad una homestay (200.000 rupie = 17 euro); dopo avere mollato i bagagli, ci precipitiamo alla cascata giusto in tempo prima della chiusura. E’ strapiena di indonesiani in vacanza (si festeggia Idul Fitri 1433), ed appare spettacolare nella foresta equatoriale, con scimmie dispettose e golose. Cena tranquilla in un warung molto familiare, l’unico che abbiamo trovato, a mangiare le solite cose: bakmi e pollo. Cominciamo a essere un po’ stufi di questo cibo e ci sogniamo la frutta che tanto vediamo in giro ma poco viene proposta nei ristoranti. Intanto alcuni bambini provano a far partire dei piccoli fuochi d’artificio, che vengono sparati fuori da una canna di bambù.

sabato 25 agosto 2012 trasferimento a Malang

Decidiamo di prendere il mini-bus per il lago Sarangan. Un viaggio fantastico su un piccolo minibus: eravamo in 18 stipati come delle sardine, compresi i nostri zaini e pacchi di cibo, banane, bambini tranquillissimi e sonnolenti e pacchi di riso sul tetto in bilico e giovani donne chiacchieranti e anziana masticante tabacco, benzina nel negozietto di paese travasata con imbutone da bidone perchè i benziani sono lontani, deviazioni dal percorso per far scendere qualcuno. Quasi tutto in salita impossibile per 15 km. Scavalliamo il passo e raggiungiamo Sarangan, paese turistico pieno di localini/warung improvvisati fra gli alberi e vista lago con ampi tappeti in plastica e bracieri per spiedini; sul laghetto sporco corrono motoscafi e pedalò. Circumnavighiamo a piedi il laghetto, fermandoci a mangiare arachidi fresche e spiedini piccanti. Più volte veniamo fermati da chi vuole fotografarci, giovani motociclisti e una variopinta e numerosa famiglia. Il mondo che incontriamo è davvero stupefacente, per i colori la diversità, la serenità nel caos totale di Auto-Moto-Cavalli-Pedoni-Motoscafi-Venditori-Turisti.

Riprendiamo il viaggio con meta Maiden, con altri minibus, e poi ci viene il trip di proseguire decisamente fino a Malang (città lontanissima ma già vicino alla zona vulcanica di Bromo), prendendo un bus strapieno e lento fino a Jombang e cambiando al volo per un tragitto lento e pieno di curve fino a Malang, con solite porte aperte da cui entrano i fumi del tubo di scappamento. Arriviamo che è buio pesto, sfiniti e provati, in una stazione dei bus vuota: un taxi preso al volo ci porta ad un hotel indicato sulla Lonely e classificato caro (575.000 rupie = 45 euro). La città è caotica e piena di smog in cui si fatica persino a respirare, forse siamo anche saturi di tubo di scappamento degli autobus! Ma almeno possiamo fare un doccione, ripulirci bene e mangiare nel vicinissimo MacDonalds (un miraggio…!). Torniamo in camera e ci addormentiamo stracotti.

domenica 26 agosto 2012. Malang- Tosari (Bromo)

Ci svegliamo con mooolta calma, ci rimpinziamo con la colazione di cibo tipico indonesiano (mentre Marco apprezza solo le angurie e quindi approfitta ancora del MacDonalds…). Alle 12.30 ci dirigiamo verso gli uffici del parco nazionale del Bromo dove scopriamo con stupore che non ci sono cartine o persone che ci possano consigliare… eppure al telefono ci avevo assicurato di poterci aiutare. Che bello essere in vacanza e senza fretta, non ci arrabbiamo: la prendiamo come una “incomprensione” culturale. L’unica quindi è andare al bus terminal: qui dicono tutti di sì, pochi parlano inglese e nessuno riesce a dare un consiglio decente, malgrado siano tutti gentili. A fatica riusciamo a trovare un taxi (300.000R=25E.). che ci porta fino a Tosari, alle porte del Gunung Bromo. Un viaggio ottimo e comodo, oltre che elettrizzante perché pare di essere in un video-gioco con il taxi che sfiora continuamente le innumerevoli moto che supera o incrocia: tranquilli! prima suona e poi accelera… Arriviamo in un lussuoso cottage immerso nella nebbia , che ci organizza per domani mattina alle 4 l’alba al vulcano Bromo. Cenetta nel villaggio in una casa che funge anche da homestay, peccato non averlo saputo prima, sembra pulito e avremmo speso molto meno.

Lunedì 27 agosto 2012 Bromo – Bondowoso

Sveglia alle 3.30 e partenza alle 4.00 per vedere l’alba sul Bromo e sui vulcani circostanti. Purtroppo stanotte Marco ha rigettato la cena, e anche a me è stata pesante: basta coi goreng (i fritti)! Partiamo ugualmente (Marco in queste cose ha davvero una bella volontà , per i suoi 13 anni) con il buio e alle 5.00 siamo in compagnia di un 150 turisti che, come noi, sono arrivati in jeep ad attendere lo spettacolo dell’alba sui coni vulcanici. Sembrava di essere sabato sera sui Navigli, ma lo spettacolo meritava. La jeep ci ha poi portato fino alle pendici del vulcano e con una passeggiata di 300 m. e più di 200 gradini abbiamo raggiunto il bordo del cratere. Abbastanza emozionante vedere il cono fumare e la caldera profonda. Molti i cavalli pronti per accompagnare i turisti meno in forma; in molti vendono mazzi di fiori colorati da gettare dentro il cratere come offerta. Tornati al Bromo Cottage alle 9.30 Marco era ancora in crisi di rigetto. Lo abbiamo fatto riposare e riprendersi fino alle 12, mentre noi facevamo colazione e progettavamo le prossime mosse. Per fortuna ha un bel fisico e si riprende dopo la dormita. Alle 12 partiamo con un auto privata verso Bondowoso, (concordiamo la folle cifra di 500 rupie= 45E.) Bondowoso si trova alle pendici di un altro vulcano, l’ultimo di Java. Durante il tragitto, oltre a vivere l’emozionante video-game della guida nel riuscire a evitare di cozzare contro i motorini che sopraggiungevano nel senso opposto, abbiamo potuto ammirare le piantagioni di tabacco e quelle della canna da zucchero, gli alberi di tek e molti diversi paesaggi e mondi in attività. Le foglie di tabacco stagliuzzate messe ad essiccare ai bordi della strada e innumerevoli piantagioni ancora da tagliare: non ci sono stagioni, per il tabacco la crescita e la raccolta sono continue tutto l’anno. Arrivati alla méta, (Hotel Palm, moderno e pulito, buon ristorante 700.000 rupie=60E.) ci siamo buttati nella grande piscina dell’hotel aperta anche agli esterni e quindi piena di gentili giovani del luogo – anche i più piccoli ci chiedono in inglese da dove veniamo. Abbiamo cenato finalmente con cibo decente e non pesante. Speriamo che la nottata fili tranquilla. Prenotiamo l’auto per Kawa Ijen per domani (600.000R = 50e.): ancora sveglia all’alba.

Martedì 28 agosto 2012 Kawa Ijen

Partiamo alle 5 per andare a vedere Kawa Ijen, una cava di zolfo all’interno di un vulcano attivo. L’auto che ci accompagna è scassatissima e si riempie di gas di scarico, e siamo costretti a coprirci il naso e la bocca con dei foulard. La strada che percorriamo è piena di buche, l’autista suona e accelera e rischia continui frontali…. insomma il viaggio di avvicinamento non è stato dei più simpatici. Comunque arriviamo e risaliamo a piedi per 3 km. un sentiero ripido. Incrociamo portatori di zolfo con dei carichi fino 75 kg. (665rupie a chilo = 50 cent.). Con 3 giri al giorno in miniera e ritorno a valle – se sono bravi – guadagnano circa 10/12 euro al giorno. Una vita dura ma tutti quelli che incrociamo sorridono a bocca aperta; si oppongono alla costruzione di carrucole per non perdere il lavoro! Dentro il cratere c’è un grande lago sulfureo e delle fumarole gialle, chiaramente la “miniera” di zolfo. Purtroppo non si può scendere e ci accontentiamo di percorrerne parzialmente il bordo. Ritorniamo alla nostra auto dove l’autista è intento ad una partita di domino a soldi e perde tranquillamente parte del suo guadagno di oggi. Lungo la strada per Bondowoso , notiamo le infinite piantagioni di caffé della qualità Arabica e donne che portano il raccolto alla fabbrica e bambini in divisa bianco rossa che escono da scuola. Giunti in città – coi vestiti inzuppati di odore di zolfo – beviamo i soliti gustosi ed immancabili frullati e godiamo un bel bagno in piscina. In serata, in albergo, c’è una festa/raduno organizzato da una scuola – a sfondo “religioso-amicale” sempre legato alla loro festa di Idul Fitri 1433 (ci si incontra per chiedere scusa agli amici dei torti fatti e degli errori); qui abbiamo conosciuto qualche insegnante con relativi studenti, incuriositi dalla nostra presenza. Siamo persino stati invitati a cantare… sono davvero cordiali. Il mantra è che tutti vogliono sapere da dove veniamo esattamente. A sentire Milano, la reazione immediata è “AC Milan” cui segue la lista dei nomi dei giocatori del Milan!

Mercoledì 29 agosto 2012: Kalibaru

Oggi ce la prendiamo calmissima. Marco fa ancora il bagno in piscina dopo più di 12 ore di dormita. Alle 10.00 ci viene a prendere un autista, amico di Ags; questa volta è lentissimo, siamo talmente abituati all’adrenalina in auto, che dopo qualche km. mi addormento! Comunque il viaggio è soli di 80 km, percorsi in due ore, fra numerose piantagioni di tabacco e distese di foglie esposte al sole. Gli ultimi chilometri incontriamo per la prima volta da quando siamo a Java persone che mendicano lungo la strada. Arriviamo a Kalibaru, un paesino insignificante, molto simile agli altri, ma con un resort molto bello provvisto di una piantagione formidabile (margo utomo resort -locanda olandese in stile coloniale, 600.000= 50E.). Occupiamo le belle stanze, in piccoli cottage, circodate di fiori e piante con tanto di cartellino col nome, ci rilassiamo in piscina, facciamo un giro per il colorito paese e poi pranziamo (difficile parlar di cibo buono da queste parti). Il giardino è ricchissimo di piante e di fiori incredibilmente belli, mai visti prima, sembrano usciti da un libro di disegni di fantasia.

Siamo anche entrati nella piantagione dove domani faremo la visita guidata: formidabile vedere le piante di caffè della qualità Robusta , di cannella, cacao, chiodi di garofano, gomma, pepe. Lungo il percorso ci ha seguìto un accompagnatore improvvisato che è salito per 5 metri sulla pianta a prenderci dei chiodi garofano. Veramente speciale.

Giovedì 30 agosto Pemuteran (Bali)

Stamattina sveglia alle 6.00 perché abbiamo prenotato il giro della plantation alle 7.00. Ma prima andiamo in stazione a comprare i biglietti del treno. Di fronte alla nostra stanza, pendono da un ramo due pipistrelli enormi … potremmo toccarli, sono grandi e molto belli; li fotografiamo come se fossero due dive. In stazione compriamo i ticket per il viaggio in treno: ci assegnano persino i posti! (7000rupie = 60cent.). Quindi torniamo a fare il giro della plantation ed in più, rispetto alla visita di ieri, vediamo la noce moscata e la vaniglia. Bello, ma senza l’uomo-acrobata di ieri che si arrampica sull’albero dei chiodi di garofano non è la stessa cosa. Andiamo a prendere il treno, e constatiamo immediatamente che i nostri posti numerati saranno solo un miraggio; anzi forse non riusciamo neanche a salire, ma qualcuno ci spinge dentro, noi e gli zaini; con gran fatica e con la sensazione di galleggiare i aria, riusciamo a trovare il modo di appoggiare i piedi per terra, talmente stipata è la carrozza. Ma per aumentare la goduria, e rendere più piacevole il viaggio ed il servizio, sulle carrozze passano in continuazione venditori ambulanti di merce non meglio identificata che riescono non si sa come a camminare avanti e indietro, con le mercanzie in equilibrio precario, districandosi fra gambe e bagagli. Un viaggio così per due ore, nel marasma generale, è memorabile: solo nell’ultima mezz’ora riusciamo a sederci. Per nostra grande fortuna, viaggiamo sempre con mini-bagaglio. Arriviamo a Banyuwangi e in un attimo siamo al porto di Ketapang: immancabile ressa per prendere i biglietti del traghetto che galleggia per miracolo e che deve attendere, al porto di Bali, circa 30 minuti, perché non ci sono moli sufficienti per attraccare. Ci stipiamo nell’ennesimo mini-bus per Pemuteran: 30 km. Per fortuna riusciamo a sederci e si ferma – come richiesto – proprio davanti al resort Pondok Sari, che abbiamo scelto dalla Lonely, ci pare di entrare in un vero paradiso: la camera gigante con letto a baldacchino, tutto in stile balinese, bagno e doccia esterno fra statue e piante, ristorante sulla spiaggia con mobilio in legno finemente intarsiato, accanto a piscina con statue varie, il tutto in mezzo alla vegetazione lussureggiante equatoriale. Decidiamo di fermarci due notti. Dopo il bagno, con la bassa marea, il sole basso al tramonto e i colori magici del cielo e dell’acqua che si mescolano, è bello camminare e ammirare tanti strani pesci e fiori e formazioni insolite e coloratissime, ma soprattutto le stelle blu, che non sapevamo neppure esistessero. Siamo sul mare, bella spiaggia, bella gente (incontriamo un Balinese che vuole fare amicizia – scambiamo foto e indirizzi mail), bella piscina e ottimo cibo, finalmente, gustato in un gazebo in legno molto romantico a lume di candela. La cena è fantastica e la dormita colossale: arrivare qui a Bali, passando da Java è come arrivare in Paradiso!

Venerdì 31 agosto 2012 Pemuteran

Sveglia alle 8.30 e appuntamento alle 9 per il giro in barca con fondo trasparente. Ma ci avvisano che hanno avuto un ritardo: sarà per le 10.30, ma siamo in vacanza e non abbiamo fretta. Comunque ci dividiamo. Io vado a fare una passeggiata sulla spiaggia fino ad un tempio hindu su un promontorio mentre Marco e Laura fanno una mega gustosissima colazione e alle 10.30 salgono in barca: molto bello con una vista del fondale ricco e colorato. Meno emozionate di ieri sera, quando potevamo toccare le stelle blu. A mezzogiorno faccio anch’io colazione, poi bagno in piscina e quindi proseguiamo il cazzeggio con ritiro in camera per riposino e visione del film: mangia,prega,ama con Julia Roberts, ambientato in Italia, in India e a Bali.

Finiamo la giornata con due passi sul lungomare, dove capitiamo per caso ad una cerimonia balinese al mare, con offerte, musica e processione al tempio, davvero molto caratteristico. La cena è buonissima e io e Laura andiamo dopo cena alla cerimonia hinduista del paese. La luna è piena e alta in cielo, in posizione perfettamente perpendicolare, che non abbiamo mai visto prima, ma siamo vicini all’equatore.

E’ pienissimo di gente elegante; la festa dura tutta la notte e avviene anche una specie di battesimo di ogni presente, Laura compresa. Il clima è rilassato la gente sorridente e contenta, gli uomini giocano a domino facendo scommesse, i bambini si rincorrono con le pistole giocattolo, alcuni hanno portato il palloncino gonfiato dentro il tempio, il gruppo musicale si esibisce in performance continue con ritmi insoliti ovviamente senza nessuno spartito, ma con una sincronia perfetta.

Sabato 1 settembre 2012 verso Ubud

Oggi appuntamento alle 10.00 con l’autista che ci porterà a Ubud. Prima però gli chiediamo di fare alcune tappe: passiamo da un tempio buddista molto bello, poi alle hot springs, sorgenti termali sotto le quali è un vero piacere oziare. Verso le 15.00 siamo alla vista di due laghi molto carini, dove ci facciamo fotografare con un camaleonte in mano; dobbiamo rinunciare al trek intorno al lago Bayan perché sarebbe troppo lungo. Optiamo per visitare il tempio hindo-buddista Pura Ulun Danu, dove si venera la dea Danu, in un straordinaria posizione sul lago, molto suggestivo malgrado la presenza di tanti turisti. Arriviamo a Ubud dove prendiamo la camera in un hotel immerso nella giungla.(Artini3, 600.000rupie=50e.).

Domenica 2 settembre 2012 Jatiluwy in moto

Stamattina con molta calma vogliamo dedicarci alla visita turistica della città: ci facciamo accompagnare (navetta gratis dell’hotel) verso l’affollato mercato di Ubud, poi tocca al palazzo del sultano e al bel museo del pittore spagnolo Antonio Blanco, con sorpresa di servizio fotografico per matrimonio. Alle 12.30 decidiamo di noleggiare due motorini e dirigerci verso le risaie all’interno di Bali, famose e riconosciute come patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Il viaggio è particolarmente lungo e complicato, ma la visione delle risaie terrazzate è suggestiva e particolare. Al ritorno, dopo la riconsegna delle moto, ci meritiamo un bello spettacolo di danze balinesi (75.000rupie cad.): i ballerini sono molto bravi, a me sembravano delle marionette.

Lunedì 3 settembre 2012: Lago Batur in bici

Tramite l’hotel, per questa mattina, abbiamo prenotato un gita in bicicletta: circa 35 km. con partenza dal cratere del vulcano Gunung Anung e ritorno a Ubud. Verso le 9.00 arriviamo sul bordo di un vecchio grandissimo cratere, dentro il quale nel secolo scorso sono nati altri due vulcani – ancora attivi. Oggi la piana è coperta dal Lago Batur, che in alcuni punti ribolle e su cui si affaccia un villaggio che per tradizione non seppellisce i morti ma li tiene all’aperto sotto gli alberi in un bosco ormai invaso di crani, scheletri e ossa. Facciamo colazione su terrazza panoramica, con veduta splendida: dopo un breve giro turistico a vedere le piantagioni locali e solita vendita di prodotti locali, cominciamo a pedalare. La strada è facile, quasi tutta in discesa; è molto interessante la visita al villaggio e fondamentali le complete informazioni della nostra guida che parla un buon inglese! Il gruppo di case viene chiamato compound, appartiene alla stessa famiglia/tribù, costruito intono al solito tempio curatissimo, ma è abbastanza povero e molto sporco, con stanza degli anziani – al bisogno usata da novelli sposi – un bel poster degli Iron Maiden nella zona comune, una cucina piccola, buia e nera, mai lavata o pulita dove pende un salsicciotto – ma il riso è pronto per chiunque arrivi e abbia fame, angolo per i panni, poi nel retro i maiali, infine un mini bagno con toilette alla turca e bidone d’acqua col solito scodellino in plastica. Intanto due donne incartapecorite e sedute su pezzi di tronchi, lavorano tranquillamente il bambù. Impressionante l’immenso albero di 300 anni con radici e liane simile all’albero del film Avatar: è talmente antico e grande che viene considerato sacro e venerato. Proseguiamo in bici fra le risaie: vediamo campi con uomini coi piedi a mollo che infilano giovani piantine nei campi inondati di acqua e campi pieni di donne che si occupano del raccolto e dello sfalcio manuale. Gli ultimi 8 km. sono in salita e arriviamo per il pranzo in un bel locale fornito di una buona scelta di cibo locale – gustosa l’anatra con il riso. Complessivamente una bella mattinata. Alle 4 di nuovo a Ubud cerchiamo un posto per i famosi massaggi balinesi, e ci troviamo tutti e 3 contemporaneamente sdraiati sui lettini ad essere massaggiati da tre ragazzine ridacchianti, una bella sensazione. Lungo la turistica ThreeMonkeyRoad troviamo una gelateria italiana e ci abbuffiamo con mezzo chilo di gelato alla vaniglia (proibita la vaschetta a più gusti!) Verso sera cerchiamo il negozio del guaritore protagonista nel libro mangia,prega,ama ma purtroppo era già chiuso. Ci dirigiamo infine per la cena al ristorante PundiPundi (260.000r.), coi tavolini bassi e quindi comodamente seduti per terra fra ampi e morbidi cuscini e poi a nanna.

Martedì 4 settembre: Lembongan Island

Leggermente in ansia per la forte scossa di terremoto di questa notte (6.4 gradi alle 2.23 a 250 km a sud di Denpasar – ma non è un problema… ci hanno detto che ..”cambierà il tempo”! ) avvertita chiaramente e che ci ha svegliati, salutiamo la magnifica Ubud, non prima di aver fatto un saldo alla nominata Monkey Forest, un pezzetto di giungla popolata da numerose scimmie. Qui si percorre un comodo sentiero nell’intricata giungla equatoriale, ormai in via di estinzione a Bali e persino a Java: troppe persone hanno contribuito a farla praticamente sparire. In Indonesia si può trovare ancora forse a solo Papua e nel Kalimantan, oppure nei parchi di Sumatra. Le scimmie comunque sono simpatiche e il posto è davvero carino con tanto di tempio hindu, fiume, tempio della cremazione ed il solito albero gigante un stile avatar. Troviamo in fretta un taxi per Sanur dove una barca veloce (300.000r. cad A.R., dopo contrattazione) ci porta in soli 30 minuti all’isola Lembongan, sperando sia l’ isola che sogniamo. Il motoscafo è piccolino tuttavia non c’è attracco e per imbarcarsi e sbarcare bisogna entrare in acqua. All’arrivo ci affidiamo ad un locale che scorazza Laura in moto a vedere e scegliere le offerte dove dormire. Decidiamo per Dream Beach (900.000r.), un vero paradiso, con graziose villette dal tetto in paglia in stile palafitta, con bagno esterno, un biliardo, una bella spiaggia di sabbia bianca, numerose comode long chairs sotto le palme, piscina doppia che pare il proseguimento del mare, un bar-ristorante con tavoli posati sulla sabbia. Il mare è agitatissimo e diventa subito profondo, ha onde altissime e possenti, che spostano pietre ad ogni movimento: troppo pericoloso persino per i surfisti, ma lo spettacolo è grandioso. Con una breve passeggiata scopriamo un anfratto, Devil’s Tear, dove vediamo immense onde infrangersi contro le scogliere e sollevarsi in nuvole di acqua immense, alte fino al cielo, onde che mostrano tutta la loro bellezza e forza. Continuiamo la camminata fino a Mushroom Bay, dove il mare è incredibilmente piatto. Sembra un soluzione un po’ più adatta a noi, anche per poter fare più vita di mare: meno spettacolo ma più bagni. La scelta è difficile (ah, che problemi!), anche per il prezzo e la maggior offerta di ristoranti decidiamo a malincuore che Dream Beach va bene per una notte. La sera ci godiamo il panorama, una cena ottima e abbondante, a base di tonno e costine, direi anzi costone, alla griglia, innaffiate dagli immancabili mix fruit juice e milk shake alla vaniglia. Dormita gigante e soddisfacente!

Mercoledì 5 settembre: Lembongan – MushroomBay

In questi ultimi giorni in Indonesia abbiamo deciso di dedicarci al mare e al relax totale ed infatti rimaniamo a goderci la Dream Beach il più possibile sulle sdraio, in spiaggia, sui comodi materassini. Solo io e Marco facciamo un giro a vedere ancora le onde infrangersi. Approfitto poi per dargli un bel 4-3 a biliardo. Alle 12 lasciamo Dream Beach e ci facciamo accompagnare con il bemo al Mushoom Bay, in quello che sarà il nostro alloggio per gli ultimi due giorni di vacanza. Qui il mare è più calmo, l’alloggio costa molto meno (600.000r.), c’è il wi-fi, siamo vicini al porto di imbarco per Sanur e ci sono più cose da fare e vedere. Laura e Marco ne approfittano subito e fanno una gita sulla “banana” trainata da un motoscafo. Innumerevoli bagni in piscina, due passi sul mare, massaggi balinesi e cena al tramonto: una vitaccia che ci ricorderemo.

Giovedì 6 settembre 2012: Lembongan – mongrovie, galli, massaggi

Oggi ultimo giorno di questa vacanza straordinaria, lunga e lenta, prima di riprendere la via del ritorno. Una giornata intensa e piena di attività: Laura va a fare una uscita di snorkelling (100.000r.), mentre io e Marco andiamo a noleggiare due motorini (70.000 cad.). Per prima cosa Marco fa una prova di guida per una mezz’oretta, poi facciamo un giro vero su strada, prima di recuperare la mamma al ritorno dalla sua uscita in mare con la barca dove ha visto il paradiso sottomarino (coralli e pesci di ogni colore) riuscendo a vincere le sue paure. Insieme attraversiamo il ponte di legno che unisce Lembongan alla piccolissima isola che si dedica prevalentemente alla raccolta di alghe. L’isola è piccola ed è bello girarsela tutta, soprattutto per Marco che può liberamente sperimentare la guida in moto. Su uno sperone di roccia, seduti comodamente sulle panche di un baretto, ammiriamo i cavalloni maestosi, più che onde, sono montagne di acqua che si spostano con grande forza e potenza; la veduta è davvero impressionante. Breve sosta per gli immancabili ed insuperabili fruit juice e poi tour tra i canali all’interno della foresta di mongrovie: molto bello e affascinante, un vero tuffo nella originale foresta equatoriale. Sulla via del ritorno decine di persone sono assembrate intorno ad un recinto: si sta per svolgere un combattimento tra galli! Ovviamente ci fermiamo subito per vedere; notiamo con sgomento che i galli hanno una lama attaccata ad una zampa, vengono aizzati dai rispettivi padroni e dalla folla vociante mentre i soldi girano velocemente di mano in mano per le scommesse che si moltiplicano. Infine inizia un combattimento cruento che ha fine solo con la morte o il grave ferimento di uno dei due galli. Laura è un po’ schifata da tale violenza e cruenza. A pomeriggio inoltrato rendiamo le moto; riposiamo le stanche membra con un piacevole bagno in piscina e svariati tuffi, non perdiamo l’occasione di farci fare ancora un ultimo libidinoso massaggio balinese (una vitaccia!). Laura approfitta anche per fare un trattamento ai capelli di cui è contenta. L’ultima cena è ovviamente a lume di candela, al Waka Nura, come consigliato dalla giovane coppia di italiani di Viterbo incontrati a Bromo e poi di nuovo qui. Il tavolo è in prima fila di fronte alla spiaggia, il cibo è davvero buono, forse il migliore fino ad ora: giusto per concludere la nostra avventura culinaria non proprio di prima categoria. Chiudiamo gli zaini – rigorosamente bagagli a mano! – e gli occhi per un’ultima dolce dormita in questa bella stanza sulla Mushroom Beach.

Venerdì 7 settembre 2012 Lembongan-Bali-Jakarta-casa

Alle 8.00 inizia il nostro viaggio di ritorno, ma non ci facciamo mancare l’ultimo bagno in piscina e neppure l’ultima colazione sulla terrazza del ristorante con vista sulla spiaggia, già operativa e attiva. Un po’ tristi prendiamo il traghetto veloce per tornare a Sanur: l’oceano ci saluta con le sue onde maestose, immense e lente. L’imbarco e lo sbarco avvengono con i piedi in acqua, come all’andata, ma non ci stupiamo più! Godiamo ancora un po’ di raggi di sole, asciugandoci i piedi e con l’ultimo favoloso fruit juice. Infine siamo costretti a prendere, un taxi per l’aeroporto, dove si fanno gli ultimi acquisti – non potevo perdermi il sonaglio di cocco e canne di bambù che emettono un suono particolare e delicatissimo, che mi ricorda il bel tempio buddista del centro di Bali, visitato il giorno di trasferimento a Ubud (una magia). Il volo per Jackarta con Air Asia è abbastanza puntuale e quasi vuoto. Lunga attesa a Jakarta per il volo Emirates fino a Dubai piuttosto ballerino e lungo 8 ore. Sfasati come orario e come stanchezza a Dubai riusciamo a dormire sulle comode poltrone nei corridoi laterali fino al nuovo volo di 7 ore 20 min. per Milano delle 3.40 a.m. arrivato sabato mattina alle 8.30 puntuale.

Un viaggio indimenticabile in un paese affollato, sorridente, indaffarato. Non si va a Java e Bali per il mare o per i vulcani o per le religioni o per le feste e il divertimento. Si va vivere queste cose tutte insieme e per conoscere più a fondo l’uomo con la sua esistenza, così diversa dalla nostra realtà occidentale.

LINGUA – PAROLE UTILI

– mi piace un sacco provare a comunicare con la gente del posto e quindi ho cercato di imparare ed usare subito i primi vocaboli per la sopravvivenza e per il primo contatto: gli indonesiani sembrano apprezzare molto.

ALCUNE INFO UTILI

Fusi orari: 2 ore per Dubai + 3 ore fino a Java + 1 ora fino a Bali; Valuta: Rupia abbiamo cambiato 1 euro a 11.400, 11.800, 12.000; Benzina: 4500 rupia (ca. 40cent.); Religione: Java – musulmana con sveglia alle 4.30 dei muezzin e richiami continui alla preghiera. Bali – principalmente induista. Lembongan solo induista (ne sono orgogliosi e contenti). Feste: Java: idul fitri 1433, dopo il Ramadan; Bali – Lembongan: Guningam e Kaningam (nuovo anno per gli induisti); Costo della vita: tutto costa pochissimo se paragonato ai prezzi occidentali – per farsi un’idea un piatto di riso vale 2000R=17cent. Ci siamo concessi dei “lussi” da nababbi a costi per noi risibili.

Spese per tre settimane in 3 persone in giro fra Giava, Bali e Lembongan: abbiamo cambiato gli euro, diverse volte 300e., per non andare in giro con i milioni di rupie, per un totale di 1.200e. Non riusciamo a fare un calcolo preciso, alcune spese sono state fatte con carta di credito, ma possiamo stimare con una buona approssimazione: 2000 voli + 1200 cambio valuta + 800 carta di credito = 4.000e.

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Java - Bali - Lembongan on the road



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