Giappone: viaggio tra natura, passato e futuro

Tra Tokyo, Kyoto e Hiroshima, passando per Tsumago, Nara e Hakone: consigli utili e guida pratica per organizzare al meglio il viaggio
Scritto da: annalisa.c
giappone: viaggio tra natura, passato e futuro
Partenza il: 19/03/2017
Ritorno il: 02/04/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €
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INFO GENERALI

Il nostro viaggio si è sviluppato in 15 giorni (fine marzo-inizio aprile), arrivando e ripartendo dall’aeroporto di Tokyo Narita, sfruttando un’ottima tariffa dell’Alitalia per due voli diretti da Milano Malpensa. L’itinerario è stato il seguente: Tokyo una notte, Tsumago una notte, Hiroshima due notti, Kyoto quattro notti e nuovamente Tokyo per le ultime cinque notti. Abbiamo inoltre visitato in giornata Miyajima, Nara, Osaka e Hakone. Oltre alla classiche guide turistiche, noi abbiamo consultato il sito Japan National Tourism Organization: c’è una guida divisa in capitoli scaricabili in PDF e la possibilità di farsi spedire a casa del materiale informativo o rispondere a domande.

La prima mezza giornata a Tokyo è servita, oltre che per ambientarci dopo un lungo volo di quasi 12 ore, per cambiare soldi e spedire bagagli. Ebbene sì, questo è un servizio molto diffuso e veramente utile che consente di spedire, per un prezzo di circa 10,00 €, le valigie da hotel a hotel, direttamente dalla vostra reception. Noi abbiamo scelto di passare le notti a Tsumago e Hiroshima “zaino in spalla”, per cui abbiamo spedito i bagagli direttamente da Tokyo a Kyoto, dove l’hotel li ha custoditi per quattro giorni fino al nostro arrivo. In hotel, alla reception, sono sempre tutti molto disponibili e collaborativi, ma non aspettatevi un inglese (perfetto). Pochissimi lo parlano, o per lo meno lo capiscono, ma tutti si fanno in quattro per aiutarti. Altro grande paradosso di questo ultra tecnologico paese è il pagamento con carte di credito. Pochi posti lo accettano e ancora meno se si tratta dei circuiti Visa e Mastercard. Cambiate appena potete. Il nostro miglior cambio lo abbiamo trovato proprio in aeroporto. In alternativa provate in posta o in banca. Piccoli uffici di cambio sono presenti solo a Tokyo. Un’altra possibilità è prelevare negli ATM interni ai minimarket delle catene Family Mart e 7-eleven (quest’ultimo non applica commissioni).

Ogni momento è buono per andare in Giappone, noi abbiamo scelto le ultime due settimane di marzo, le settimane iniziali del hanami, la fioritura dei ciliegi. A proposito, sul sito n-kishou.com trovate le previsione della fioritura per ogni città. Il clima è ancora piuttosto rigido. Anche se non piovoso, di certo molto freddo.

Per il nostro soggiorno abbiamo optato per hotel business a Tokyo e Hiroshima. A Tsumago e Kyoto abbiamo scelto delle locande tradizionali, i ryokan, per immergerci nell’antica tradizione giapponese.

TRASPORTI

Assoluto punto di forza del sistema Giappone è indubbiamente il servizio ferroviario ed in generale qualsiasi mezzo di trasporto. Diffuso in maniera capillare su tutto il territorio, permette comodamente di viaggiare e raggiungere qualsiasi meta vi siate prefissati. Infatti, abbiamo potuto constatare come la famosa puntualità dei mezzi sia incredibilmente vera. Se pensate di intraprendere un tour attraverso il Giappone, tenete presente che le distanze tra i principali punti di interesse sono ragguardevoli. La soluzione migliore è prendere il treno, ma non aspettatevi i mitici treni sospesi su monorotaia: sono una leggenda. I treni veloci delle ferrovie nazionali – le Japan Railways, note come JR – sono gli shinkansen, ovvero i treni proiettile che corrono su rotaia. Esistono anche diverse altre compagnie private, ma solo JR mette a disposizione dei turisti un pass davvero eccezionale. Il Japan Rail Pass è un abbonamento esclusivo per non residenti in Giappone, acquistabile on line prima della partenza, che consente di viaggiare per 7/14/21 giorni liberamente su tutte le linee JR, sia regionali che dell’alta velocità (oltre ad altre convenzioni come il battello gratuito per Miyajima), ad esclusione solo di alcuni treni veloci come il Nozomi ed il Mizuho. Il pass può essere attivato in qualsiasi momento del vostro viaggio. Noi abbiamo scelto di attivarlo fin da subito in quanto il treno che collega l’aeroporto di Narita a Tokyo, il Narita Express, è incluso nel pass. Il nostro consiglio è di acquistare il JRP solamente se avete intenzione di fare diversi spostamenti. Ogni nostro spostamento è stato programmato da casa e uno strumento fondamentale è il sito hyperdia.com. Qui è infatti possibile cercare orari, combinazioni di treni, binari di partenza e di arrivo, insomma tutte le informazioni necessarie.

Le varie città sono servite da un’ottima rete di trasporti. A Kyoto ci siamo principalmente mossi con il bus (i biglietti si pagano a bordo ed al momento di scendere!), facendo biglietti giornalieri. Tenete presente che valgono fino all’ultima corsa della giornata. Fuori dalla stazione JR Kyoto passano tutte le linee di autobus, è un ottimo punto di partenza e consigliato come base d’alloggio. Al contrario a Tokyo ci si sposta esclusivamente in metro, sfruttando l’abbonamento di 24 ore. Non fatevi ingannare dalle mappe, le distanze tra i vari quartieri sono considerevoli. Bisogna anche aggiungere che le cartine sono spesso approssimative, soprattutto se state cercando un indirizzo preciso: non tutte le vie hanno un nome e non tutte sono indicate nelle mappe. Di contro però, nelle stazioni sia della metro che dei treni, è impossibile perdersi. Tutte le indicazioni sono veramente chiare. A Hiroshima il mezzo più utile è il tram. Per il gita in giornata a Miyajima, bisogna raggiungere prima la stazione di Miyajima-guchi con una linea locale JR e da lì, a piedi, spostarsi all’imbarcadero. Un’ulteriore conferma della serietà e della perfetta organizzazione del sistema trasporti arriva da Osaka (e probabilmente sarebbe capitato in qualunque altra stazione). Abbiamo erroneamente acquistato dei biglietti per la metro, ma nessun problema, ci sono stati rimborsati a diverse ore di distanza dall’assistenza ticket: dagli sportelli tra una macchinetta automatica e l’altra si affaccia un addetto pronto ad aiutarvi.

CUCINA

L’aspetto che più ci ha lasciato sorpresi è probabilmente la cucina. In Giappone si mangia sempre ed ovunque, ad un prezzo adatto per qualsiasi portafoglio. Si scopre infatti una varietà di cibi davvero inaspettata, molto lontana da quello che siamo soliti trovare nei “nostri” all you can eat. Non solo per il quantitativo di piatti, ma anche e soprattutto per la qualità. L’esperienza culinaria più autentica l’abbiamo sperimentata in un ryokan a Tsumago. La cena consisteva in otto portate di cucina kaiseki, l’alta cucina giapponese, esclusivamente di prodotti regionali, spaziando dal pesce alla carne, dalle verdure agli insetti e dal cotto al crudo. Sempre nel Fujioto Ryokan è stata preparata per noi la tipica colazione della valle del fiume Kiso: tutto rigorosamente salato e ottimo. Diciamo autentica perché, in confronto a quello che abbiamo poi mangiato a Tokyo, ci è sembrata meno “contaminata”. Infatti nella capitale c’è una quantità di ristoranti quasi infinita e di conseguenza anche l’offerta culinaria è molto più variegata, ma anche meno raffinata. Si sentono anche influenze occidentali: una su tutte, si possono trovare le posate.

Il sushi, a differenza del nostro immaginario, rappresenta solo una piccola parte della loro cucina e la qualità è imparagonabile. Provare per credere: una colazione a base di sushi e sashimi al mercato del pesce di Tsukiji a Tokyo vale da sola la vacanza. Sempre a proposito di sushi, consigliamo anche Tomisen, un piccolo ristorante non distante dalla stazione di Kyoto. Come tanti locali non turistici, risulta difficile da trovare perché privo di insegne e vetrina. L’unico modo è aprire i fusuma, le porte scorrevoli in legno e carta di riso, e aspettare un loro irrashai!, benvenuto!: non tutti accettano turisti. In generale, la maggior parte dei locali espone in vetrina delle riproduzioni molto fedeli dei piatti che cucinano all’interno. Non sempre infatti il menù, anche se in inglese, può essere d’aiuto. Un alternativa economica da non sottovalutare per un pranzo veloce, all’aperto o durante gli spostamenti in treno è il cosiddetto bento: un mini, ma completo, pranzo in scatola. Non aspettatevi però un banale spuntino confezionato. Vengono preparati con la stessa accuratezza e freschezza che trovereste in un ristorante. Si possono acquistare nei supermercati e nei chioschi delle stazioni. I supermercati offrono anche la possibilità di scaldare i cibi pronti.

Che sia pranzo, cena, uno spuntino, che sia per poco tempo o pochi soldi, la soluzione è sempre un ramen, un piatto di spaghetti o tagliatelle servite in brodo con l’aggiunta di vari ingredienti, tra cui carne di maiale, uovo sodo, alga nori e cipolla verde. Si trova ovunque e sempre buono. Caratteristica dei ristoranti dei ramen è la modalità di ordinazione: tramite una macchinetta all’ingresso, si sceglie, paga e ordina direttamente consegnando i ticket al cameriere. Tra i tanti provati, consigliamo il piano interrato della stazione di Tokyo, dove c’è una selezione dei migliori ristoranti della città, e, sempre a Tokyo nel quartiere di Shinjuku, Nagi, un’istituzione di Golden Gai.

In tutti i ristoranti, i clienti vengono accolti con una salviettina calda – che diventerà il vostro tovagliolo – te verde e acqua naturale, sempre offerti. Tra le bevande, le più tipiche sono il sake, caldo o freddo, vini e liquori ottenuti da vari vegetali o frutta e birra.

Il Giappone offre anche una discreta varietà di dolci, molto dai nostri occidentali. Spesso la consistenza è spugnosa o gelatinosa e il ripieno è ottenuto dai fagioli rossi dolci. Suggeriamo come spuntino un gohei-mochi, uno spiedino di palline di riso caramellate.

Un piatto da provare assolutamente, anche solo per assistere alla sua preparazione, è l’okonomiyaki, tipico di Hiroshima. Sostanzialmente una crepe farcita di tutto e di più.

NATURA

Il Giappone non è solo grandi metropoli, ma è soprattutto un continuo e costante legame con la natura. La parola hanami rievoca da sola immagini di giapponesi in estasi, festanti nei parchi, mangiando, bevendo e contemplando l’effimera bellezza dei ciliegi in fiore. Noi l’abbiamo vissuto nel parco di Ueno a Tokyo, tra viali alberati, bancarelle di street food, teli blu per pic-nic sotto gli alberi, giapponesi in festa e obiettivi puntati sui rami dei ciliegi fioriti.

Nel nostro viaggio abbiamo previsto inoltre alcune tappe a stretto contatto con la natura. L’esperienza più bella è stata il trekking nella valle del fiume Kiso, lungo un tratto di Nakasendo, un’antica strada postale che collegava Kyoto con Tokyo. Il tratto migliore da percorrere si snoda tra i paesini di Magome e Tsumago, entrambi patrimonio dell’UNESCO. La passeggiata, accessibile a tutti, è agevole e lungo i suoi 8 km permette di rivivere il Giappone così come è stato fino al 1868, attraversando agglomerati di tipiche case in legno, selciati in pietra e sentieri nella foresta, un tempo percorsi dai samurai. Consigliamo la direzione da Magome verso Tsumago: piccola salita iniziale, poi tutto in leggera discesa. Per goderlo appieno abbiamo deciso di soggiornare in un ryokan, proprio in Tsumago. La nostra scelta è ricaduta su Fujioto ryokan, una tradizionale locanda gestita da un simpatico giapponese, che con i suoi trascorsi a Bari, ha un occhio di riguardo verso di noi, oltre a parlare benissimo l’italiano. Altro suggerimento: sfruttare il comodissimo servizio di trasporto bagagli tra le gli uffici informazioni delle due stazioni postali.

Altra esperienza da non perdere, ma che richiede parecchia fortuna, è una gita nella regione di Hakone per vedere il monte Fuji, che con il suo picco perennemente innevato è da sempre simbolo universale del Giappone. Tutta la regione in sé è molto bella, adatta a passeggiate o trekking, tra i vari monti e laghi presenti. Noi abbiamo optato per un’escursione in giornata da Tokyo. Come dicevamo serve fortuna, infatti la foschia e le nuvole nascondono quasi sempre il Fuji. Ideale sarebbe soggiornare una notte in una delle tante strutture dotate di onsen, (stazioni termali) essendo questa una rinomata zona termale, sperando così di scorgere l’inconfondibile profilo del monte nel cielo sereno del mattino. Il punto migliore per ammirarlo è dalla riva del lago Ashi a Moto-Hakone.

TRADIZIONE

Kyoto è la città che più di tutte ha cercato di tenere a freno la spinta moderna e di conservare il suo enorme patrimonio di edifici storici e quartieri tradizionali, risparmiata dalla guerra, dando però la sensazione di essere una “opera a metà”. A nostro giudizio infatti, si possono trovare quartieri davvero piacevoli, circondati però da un’espansione incontrollata post ricostruzione, senza personalità, che invece lasciano un senso di disordine. Per questo, suggeriamo di spendere del tempo passeggiando per le vie di Higashiyama, la zona a Est del fiume Kamogawa. Qui reputiamo imperdibili le strade Sannenzaka e Ninnenzaka, il tempio Kiyomizu-dera, la Yasaka Jinja. Sempre a Higashiyama, più a Nord, lungo il “Sentiero del Filosofo”, si possono incontrare diversi templi, tra cui il Padiglione d’Argento (Ginkakuji). Vale la pena la passeggiata, soprattutto in periodo hanami. Restando a Est del fiume, decisamente l’area di Kyoto più curata, c’è il quartiere di Gion, il quartiere simbolo, insieme a Pontocho, delle Geisha. Passeggiando per le strade di Ishibei-koji e di Hanami-koji, con un po’ di fortuna, è possibile intravedere una delle poche geisha rimaste mentre si dirige, a passo spedito, in qualche casa da te. È frequente vedere gruppi di donne vestite in kimono ed abiti tradizionali.

Un altro quartiere piacevole e ricco di luoghi simbolici è Arashiyama, a Nord-Ovest di Kyoto. L’attrazione più suggestiva è il bosco di bambù (Sagano), una strada che si snoda tra alte piante di bambù. Anche le vie intorno meritano una passeggiate per acquisti o per una sosta. Da lì si può proseguire per il Padiglione d’oro (Kinkakuji) ed il Ryoanji, uno dei più noti giardini zen.

Tutte queste attrazioni principali sono ben collegate e facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, in particolar modo con il bus n. 101. In treno invece si raggiunge a Sud di Kyoto lo spettacolare Fushimi-inari Taisha, il tempio dedicato a Inari, dea del riso, e situato sulle pendici dell’omonimo monte. Essendo suggestivo da vedere sia di giorno, che al crepuscolo, noi l’abbiamo visitato al tramonto. In sé il percorso – una camminata sotto migliaia di fitti torii – richiederebbe qualche ora, ma può valer la pena anche solo raggiungere la prima piazzola.

Una Kyoto più contemporanea si può vivere nei dintorni della stazione e della Kyoto Tower, un quartiere zeppo di grandi magazzini, negozi e ristoranti di ogni genere.

Nara, antica capitale, merita una gita in giornata, comodamente raggiungibile da Kyoto in treno. Qui, dalla stazione, con una piacevole passeggiata tra i negozi di artigianato e dolciumi, si raggiunge il parco di Nara dove, tra cervi e ciliegi in fiore, si arriva al tempio Todaiji. Un imponente edificio in legno conserva al suo interno una statua del Daibutsu, il grande Budda, alta più di 14 metri. Una delle colonne dell’edificio ha alla base un foro largo circa 50 cm, pari ad una narice del Daibutsu. La leggenda vuole che chi riesca ad attraversarlo possa acquisire saggezza, sapienza e illuminazione.

Altro emblema del Giappone è il torii di Miyajima, un enorme portale costruito in riva al mare. A seconda delle maree può essere attraversato, come prevede il rituale per l’ingresso al tempio, o in barca o a piedi. L’isola di Miyajima si trova ad un’ora di treno da Hiroshima. È una trasferta fattibile in giornata. Oltre al torii ed al santuario Itsukushima, vale la pena una camminata a piedi salendo verso il colle fino al tempio Daisho-in, luogo poco visitato, ma molto interessante.

MODERNO

Hiroshima meriterebbe quasi un capitolo a sé, perché è oggi una città assolutamente moderna, ma che convive con un lascito storico innegabilmente forte. Abbiamo trovato una città piacevole, giovane e piena di vita, improntata alla modernità, percorrendo una strada lunga 70 anni dopo essere ripartita da zero e, soprattutto, senza mai dimenticare il suo triste passato. Suggeriamo quindi di partire dal Memoriale della Pace con la visita all’impressionante Museo, per poi arrivare fino alla suggestiva Cupola della Bomba Atomica, attraversando il parco e le sue emblematiche sculture. Per completare lo sguardo alla città del passato, consigliamo una veloce visita alla ricostruzione del castello, prima di essere catapultati nella moderna Hiroshima.

Hondori Street, un incrocio di due gallerie coperte è il fulcro della ristorazione e del commercio. Qui si può comprare e mangiare di tutto. Delle nostre due cene, una l’abbiamo riservata ad uno dei localini situati nell’Okonomi-Mura, un edificio di tre piano dedicato esclusivamente alla cucina dell’okonomiyaki; per la seconda abbiamo provato un ristorante stile Teppanyaki, per provare i piatti cucinati direttamente sulla piastra che fa parte del tavolo dove i clienti si accomodano. Entrambe le scelte si sono rivelate ottime.

Moderno, commercio e buona cucina sono anche i punti di forza di Osaka. Qui si può passare da quartieri con grattacieli futuristici, come l’Umeda Sky, a quartieri come Shinsaibashi e Namba dove, attraversandoli, vi troverete catapultati nelle caratteristiche città asiatiche con grovigli di cavi elettrici sopra le teste, pittoresche insegne al neon che individuano locali e negozi di ogni genere, e mercanti che schiamazzano. Tutto questo non è che soltanto una piccola anteprima di ciò che è possibile trovare a Tokyo, capitale del futuro. Difficile stabilire quanto tempo possa bastare per vederla, proviamo a dare un suggerimento sulla base del nostro itinerario.

Noi abbiamo alloggiato a Ginza ed Akasaka, due ottime basi da cui partire per girare la città. Una menzione particolare va all’Hotel The M Innsomnia di Akasaka, un business hotel pulitissimo, veramente confortevole con un buon rapporto qualità prezzo, considerando gli standard di Tokyo, situato in un quartiere tranquillo, molto elegante, con un’ottima offerta culinaria.

Ogni quartiere di Tokyo ha la sua marcata personalità. I più nostalgici della tradizione troveranno a Yanaka una zona non ancora contaminata dai grandi investimenti edilizi e caratterizzata da edifici bassi, storiche botteghe, mercatini delle pulci, templi e cimiteri, tra cui il più grande di Tokyo, attraversato da un viale di ciliegi. Proseguendo più a sud ci si imbatte in Ueno, con il suo enorme parco di cui abbiamo già parlato e con la sua ricchissima offerta museale.

Sempre con una personalità tradizionale, proseguendo da Ueno ed attraversando il mercato Ameya Yokocho, dove dopo la seconda guerra mondiale era possibile trovare prodotti americani, si incontra Asakusa, un quartiere tranquillo e caratteristico. Il lungo viale costeggiato da bancarelle e botteghe artigiane termina con il grande tempio Senso-Ji. In aperto contrasto l’altra sponda del fiume si mette in mostra con i suoi grattacieli tra cui l’altissimo Tokyo Sky Tree e la pittoresca e iconica sede della Asahi Beer. Il Tokyo Sky Tree non è l’unico punto panoramico sulla città. Una valida alternativa è l’ultimo piano del Tokyo Metropolitan Government Building. Nel cuore di Shinjuku – una modernissima area in forte espansione e densa di architetture – svetta il municipio cittadino, un edificio composto da due torri sulle quali è possibile salire gratuitamente. Vale la pena una visita al tramonto per poi concedersi un piatto di ramen da Nagi, uno degli storici localini del Golden gai. Un labirinto di viuzze microscopiche offre una gran varietà di bar e ristoranti, non tutti però aperti ai turisti stranieri. A pochi passi da questo dedalo di strade si può raggiungere Kabukicho, il quartiere per eccellenza delle luci al neon. Si dice che questa zona sia controllata dalla Yakuza, la mafia giapponese, che ha in “gestione” anche i vari night e affini presenti qui.

Un’atmosfera simile la si può trovare anche ai margini di Shibuya. Qui infatti insegne al neon richiamano folle di visitatori tra Love Hotel, centri commerciali e spettacoli serali. A proposito di acquisti, immancabile almeno una visita in uno dei tanti Tokyu Hands, una catena di negozi dove è possibile trovare e acquistare tutto, dove per tutto si intende davvero qualsiasi cosa immaginabile. Shibuya è però soprattutto uno dei quartieri simbolo di Tokyo, famosa per il suo incrocio pazzo, dove allo scattare del verde folle di persone lo attraversano in ogni direzione, e per il cane Hachiko. Al confine con Shibuya si sviluppa Harajuku, un quartiere ibrido. Si passa infatti dall’atmosfera solenne del parco Meiji, con il suo santuario dedicato all’Imperatore ed all’Imperatrice, a quella più frizzante di Takeshita street, con i maid cafe, i cos player, i cat cafe e zuccheri filati immensi, per poi finire in Omotesando, la via snob delle grandi firme della moda. Questo elegante viale ospita una raccolta di architetture contemporanee, con i suoi edifici disegnati da quasi tutte le più rinomate archistar.

Degna di nota anche Roppongi. Area molto elegante, prevalentemente dedita ad affari e uffici, ma con qualche centro museale di recente costruzione e terrazze panoramiche con una buona vista dal centro di Tokyo.

Lasciamo per ultima Ginza, che, a nostro parere, potrebbe rappresentare un insieme di tutte le particolarità trovate a Tokyo. Ginza è sinonimo di lusso, boutique, negozi sfarzosi, ma è soprattutto e prima di tutto la sede del palazzo imperiale, in una delle aree più antiche della città. A Ginza si può assistere ad uno spettacolo teatrale serale di kabuki, così come prendere una colazione a base di sushi al mercato del pesce di Tsukiji. Pazzesca è la stazione ferroviaria, primo e poi ultimo contatto con il Giappone sulla via dell’aeroporto. Degna di nota, ai margini della stazione e appena prima dello scheletro in ferro e vetro del Tokyo Forum, un’inaspettata vietta densa di baretti e ristoranti di ogni genere, dove non è raro incontrare impiegati in giacca e cravatta a cena dopo il lavoro.

Del Giappone stupiscono un’infinità di cose. Senza ricadere negli stereotipi, questi sono gli aspetti che più di altri ci hanno colpito, in maniera forse più forte a Tokyo, ma in generale ovunque siamo stati. La cortesia ed il rispetto prima di tutto, che vanno oltre la lingua e le differenze culturali. Per noi occidentali è quasi impossibile conoscere e rispettare il loro sterminato protocollo di buone maniere, usanze e gestualità, ma se sbagli, nessuno te lo farà mai notare. Per non parlare della sicurezza. Non vedrete mai alcun poliziotto per le strade, ma la sensazione che si ha girando è che non possa capitare veramente nulla di male. La pulizia ovunque. Non ci sono cestini per strada, ma ci si stupisce per come tutto sia ordinato e pulito. I giapponesi non sporcano, ma raccolgono i loro rifiuti e portano tutto a casa. Infine, aspetto insolito per noi italiani, le code. I giapponesi si mettono ordinatamente in coda per fare qualsiasi cosa: dal prendere un treno, dove nelle stazione ci sono le indicazioni per tutte le attese possibili, al comprare un gelato, all’entrare nei servizi igienici.

Nonostante ci si trovi dall’altra parte del mondo, e non solo in senso geografico, dopo pochi giorni si prova però la sensazione di essere in un luogo quasi familiare e di esserci già da una vita. Forse questa è la sensazione più bella di tutta l’esperienza.

Anna, Dani e Fra.

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