Giappone senza pensieri

Da Tokyo a Osaka senza Japan Raill Pass o altri vincoli
Scritto da: lambo
giappone senza pensieri
Partenza il: 14/11/2015
Ritorno il: 24/11/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Non ho mai scritto un diario di viaggio perché appena tornato sono sempre impegnato con le foto i video e le recensioni, poi appena finito sono già lì ad organizzarne un altro. Stavolta faccio un eccezione perché mi sono appoggiato ai precedenti diari sul Giappone e credo che qualche consiglio lo posso dare anche io a chi vuole girare un po’ tra Tokyo e Osaka senza spendere una fortuna e togliersi qualche dubbio sugli spostamenti in treno e in metro.

Prima di tutto scegliete la primavera o l’autunno e lasciate stare gli altri periodi. Comprate on line i biglietti aerei, io ho volato Airfrance da Roma via Parigi, (ottimo volo notturno), per Tokyo, con ritorno dopo 10 gg da Osaka. Il prezzo può essere maggiore di qualche decina di € rispetto all’A\R, ma potete così fare a meno del Japan Rail pass, visto che risparmierete un viaggio costoso per tornare a Tokyo, e vi terrete liberi di scegliere i treni più comodi senza limiti di scelta. Appena arrivati all’aeroporto scaricatevi la password dalle macchinette (ci vuole il passaporto internazionale non giapponese), così avrete wifi gratis per 15 gg in 200000 spot in giro per tutte le città, in più gli hotel hanno tutti la wifi gratuita, quindi evitate spese per le scatolette che molti consigliano. Caffè bibite, merendine e altro sono in ogni angolo di strada e i market sono aperti h24 anche nei paesini più reconditi, non dovete portarvi nulla dall’Italia, e i prezzi sono bassi. Non rinunciate al riyokan e a un onsen se potete, sennò che esperienza è? Detto questo veniamo al diario spicciolo: siamo 2 coppie di ternani , partiamo da Roma alle 20,00 del

14 novembre

Con l’angoscia nel cuore perché lo scalo di 50 min a Parigi è a rischio visto che si tratta del 14 Novembre, il giorno dopo i sanguinosi attentati e si dice che la Francia abbia chiuso le frontiere, mattinata al telefono con Airfrance e Alitalia, che mi dicono di andare senza problemi dopo aver tentennato anche loro. A Parigi invece c’è una calma surreale, sarà che il decollo è alle 23, e che tanti parigini hanno rinunciato a volare, ma l’aeroporto è insolitamente deserto e tranquillo, ci imbarchiamo velocemente e partiamo con lieve anticipo, incredibile. Ottimo volo con ottimi pasti a bordo, ed arriviamo a Tokyo Haneda (scelto perché più vicino al centro). Prendiamo il trenino per raggiungere la metro, e siamo all’uscita di Jimbocho il quartiere da me scelto per visitare la città, non molto conosciuto ma tranquillo e comodo. Hotel fresa in in una strada senza traffico, stanze piccole ma perfette con ogni cosa immaginabile. A piedi si raggiunge la Tokyo dome, (stadio di baseball) e l’adiacente roller coaster che si fa senza file incredibile per il Giappone, pieno di ristoranti e negozi, oltre al parco del palazzo imperiale anch’esso vicinissimo, e addirittura siamo andati a piedi anche alla stazione centrale di Tokyo in 15 minuti. Quello che visiterete è soggettivo, perché è inutile stilare una tabella di marcia rigida a Tokyo, perché le incognite stanchezza, fame e curiosità sono sempre in agguato, quindi prendetela come viene e se manca qualcosa ci ritornerete. Irrinunciabile è Shibuya, un giretto con gli water bus, qualche giardino, e una vista dall’alto, che se avete voglia potete vedere dal filmato che ho fatto e che potete vedere su youtube con il link alla fine.

18 novembre

Partiamo con un treno veloce per Nagano, e cambiamo in 6 minuti per Yudanaka in montagna dove ci sono le splendide snow monkeys e numerosi Onsen (terme), dove non potete non indossare il kimono per poi denudarvi ed immergervi nelle bollenti acque termali. La sera prestissimo (19), fatevi servire la cena tipica che qualche risatina ci scappa di sicuro. Abbiamo prenotato il ryokan Shimaya, dove mr Yumoto vi porterà sia dalle scimmie sia alla stazione col suo pulmino e sarà sempre a disposizione anche tramite face book dopo il vostro viaggio, (portate un pensierino perché lor ve ne daranno uno ed è usanza che i clienti lascino qualcosa da esporre in hotel.

20 novembre

Dopo 2 notti di montagna di dirigiamo a kyoto per altre 2 notti, visto che dovevano essere di più, ma avendo prenotato troppo tardi ho trovato solo dei love hotel, ed erano abbastanza cari per le mie tasche, quindi ho aggiunto una notte ad Osaka e non me ne sono pentito. Il love hotel è una vera e propria esperienza, visto che il nostro (Liberty del gruppo japaneedz), si trovava a sud della città, ma il japaneedz bar dove si fa il check-in è a 2 passi dalla stazione centrale e poi ti portano con il pulmino. Adesso attenzione a quello che vi dirò se avete intenzione di andare in un love hotel, perché ci sono cose che se non le leggi sul bigliettino che vi danno all’inizio non le troverete scritte in camera, se non conoscete il giapponese è ovvio. Oltre ai vari ammennicoli e gadget sessuali anche da ridere, e video vari, (noi avevamo anche sauna e idromassaggi privato), ci sono alcune funzionalità diverse ad esempio l’hotel non ha chiavi e bisogna chiamare il 9 dal telefono sul letto per farsi aprire ogni volta e chiamare da una specie di hall per entrare dando il numero della stanza al rientro. Non confondetevi però con il telefono vicino all’entrata perché così facendo (mia moglie lo ha fatto), chiamerete una squadra di pompieri specializzata per le emergenze terremoti, che arriverà per abbattervi la porta. Anche a Kyoto i tempi e i vari quartieri da visitare sono soggettivi e dipende dalla zona del vostro hotel quindi adattatevi alla vostra cartina e scegliete con leggerezza, poi la sera tanto vi ritroverete alla caccia del ristorante perfetto, che capirete poi, come abbiamo fatto noi, si trova in alto, e non rasoterra, magari all’ottavo piano di un palazzo, ma noi alla fine possiamo dire di aver mangiato bene in ogni ristorante in Giappone.

22 novembre

Dalla stazione di Kyoto prendiamo una specie di metro in superficie per andare ad Osaka, città sottovalutata dai turisti ma che vale la pena essere vissuta, perché oltre al famoso castello (imperdibile) offre molti posti dall’alto per fare belle foto e la sera andrete e ritornerete a Dotombori, pieno di luci e mille ristoranti con giovani alla moda vestite da pin up e vetrine da perdere la testa. Il nostro hotel (un altro love hotel) era il Candy hall, strategico, vicino alla stazione per l’aeroporto kansai collegato con dei pullman comodissimi, e a piedi vai anche al castello.

24 novembre

Ripartiamo con la sensazione che 10 giorni alla nostra età, vicina ai 50 anni, sono sufficienti per fare il pieno di una cultura così diversa dalla nostra e che ti fa capire che magari un’esperienza da queste parti bisognerebbe obbligarla ai giovani italiani prima di uscire dalla scuola, una sorta di militare, per imparare il rispetto, la voglia di aiutare gli altri e le regole per la convivenza. Il ricordo più forte, è la poca attesa davanti ad un cartello della metro prima che qualcuno ci veniva a chiedere se poteva aiutarci, e giovanotti che da noi andrebbero in giro a prendere in giro i più deboli che ci accompagnano dove vogliamo andare solo per parlare un po’ in inglese. Nessun problema di comunicazione anche con chi non parla inglese, basta attendere quei secondi che ci vogliono per loro per farci capire che si stanno sforzando di capire come aiutarci. Non mi sono dilungato sui posti da vedere perché tutti hanno già esaurientemente scritto di essi, ma starei ore a parlare di questo popolo, che ha sì gli occhi a mandorla, ma quando capirete che la metà delle persone che credete giapponesi sono turisti coreani e cinesi, vedrete la differenza di comportamenti.



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