Giappone, favola di un viaggio in una terra lontana…
Indice dei contenuti
Detto ciò, prima del diario vero e proprio, se non avete voglia di leggere tutto, ecco alcune considerazioni e informazioni generali e pratiche per chi sta organizzando il proprio viaggio in Japan!
1. ITINERARIO
5 notti a Tokyo (pomeriggio di arrivo e 2 giorni pieni in città, 1 giorno a Kamakura, 1 giorno a Nikko), 3 notti a Kyoto (2 in città e 1 giorno a Nara), 1 notte a Hiroshima, 1 notte a Miyajima, ritorno a Tokyo per altre 2 notti.
2. HOTEL
Tutti prenotati con Booking, sempre una certezza. Budget tra i 30 e 40 euro a testa a notte, sempre in camera matrimoniale e bagno privato. Colazione compresa solo a Hiroshima.
Tokyo: Sakura Hotel di Ikebukuro, sembra un pochino fuori ma in realtà è comodissimo, c’è la stazione della metro Fukutoshin attaccata ed è sulla Yamanote; hotel semplice, ma pulito e con un comodo baretto di fronte per fare colazione, lo staff parla bene inglese.
Kyoto: Oyado Sato, a 15 minuti circa a piedi dalla stazione, non proprio comodissimo come posizione, ma estremamente carino e in totale stile giappo… un ryokan come uno se lo aspetta, con le donnine in kimono, il tatami, il futon, il giardinetto zen… carinissimo!
Hiroshima: Comfort Inn, ottimo, moderno, attaccato al parco della pace, è compresa una mega colazione. Miyajima: Kikunoya hotel, c’erano delle recensioni ottime…e la nostra le ha superate! Davvero una bella sorpresa, super hotel, in stile tradizionale con delle bellissime onsen…
Tokyo ultimi giorni: Unizo Inn ad Asakusa, anche questo strategico per questo lato della città, vicino alla metro, dalla nostra camera al 7° piano si vedeva la pagoda e la Tokyo Sky Tree, il personale parlava addirittura un po’ di italiano!
3. CLIMA
Dedico un paragrafo a questo argomento perché davvero merita una nota… tutte le guide parlavano di giugno come il mese delle piogge, alcune neanche lo menzionavano come mese per visitare il Giappone… e io ero seriamente preoccupata perché pensavo, cosa andiamo a fare in Giappone che piove fisso e magari ci troviamo con i monsoni?? L’abbiamo rischiata lo stesso e… beh, saremo stati noi fortunatissimi o non lo so, ma in 2 settimane ha piovuto solamente un giorno, un altro pomeriggio e un acquazzone sporadico. Tutto il resto sole e temperatura ottima tra i 22 e 26 gradi, insomma una meraviglia.
4. TRASPORTI
Un applauso ai giapponesi. Organizzazione all’ennesima potenza e una puntualità disarmante. Organizzando il viaggio mi preoccupavo di capire per ogni spostamento il dove/come/quando (anche perché la prima volta che vedi la piantina della metro di Tokyo ti viene un mezzo infarto), ma una volta lì è tutto semplice, anche per i treni, ci sono mappe ovunque, i cartelli sono per la maggior parte anche in inglese, così come gli annunci, gli uffici informazioni sempre disponibili e loro… sempre gentili e pronti ad aiutarti. E’ vero che piuttosto di spiegarti, che tanto parlano in giappo, ti ci accompagnano personalmente! Insomma davvero nessun problema, e io mi considero un caso patologico per via di orientamento, quindi… viva i trasporti giappo! Un consiglio per la metro a Tokyo, tutti dicono di fare le carte prepagate, ma dipende davvero da quanto avete intenzione di prendere la metro, noi abbiamo fatto le tessere giornaliere e menomale perché sono state ampiamente ripagate (che poi alla fine sono circa 8 euro al giorno… anche meno se trovate i biglietti in vendita direttamente negli hotel – al Sakura in vendita per 5€ al giorno – Parigi o Londra sono più care!). Che non vi venga in mente di fare l’abbonamento solo per un gruppo delle linee metro perché ne uscite pazzi… sottoterra c’è una città intera! Per quanto riguarda i treni, abbiamo fatto il Japan Rail Pass, fantastico, bastava farlo vedere all’omino dell’uscita/entrata della stazione e via. Consiglio in ogni caso di fare le prenotazioni (ci pensano loro ai vari punti JR, noi l’abbiamo cambiato a Shinjuku).
5. CIBO
Il cibo è, ovviamente, un’esperienza. Abbiamo assaggiato di tutto, dal cibo di strada, ai mercati, ai localetti, alle catene, al ristorante figo… che meraviglia. Premetto che non sono amante del sushi, ma il pesce crudo è solo una minima parte dei mille piatti che potete assaggiare in Giappone. Quindi se proprio il pesce crudo vi fa un certo che (secondo me sarà sempre più buono cotto eh) non preoccupatevi perché troverete delle validissime alternative! E poi anche nel posto più semplice vi danno sempre la salviettina per lavarvi le mani, acqua o the verde sempre gratis. Insomma buttatevi negli assaggi, a volte non vi andrà benissimo (del tipo al mercato del pesce ho assaggiato delle “patatine” croccanti… di squame di pesce non proprio eccellenti ma di certo le ricorderò J), ma la maggior parte delle volte il cibo è ottimo. E non vi aspettate le forchette perché proprio non esistono, se siete in difficoltà con le bacchette ordinate una zuppa (l’immancabile zuppetta di miso in tutte le salse) e poi tenete il cucchiaio! E poi polletto, carne varia alla griglia, riso in tutti i modi, pesce, “pasta” (soba e udon), frittatoni non ben identificati (okonomiyaki…), assaggiare per credere!
6. BUDGET
Sfatiamo questa cosa che in Giappone è tutto carissimo, non è vero. In Giappone si trova di tutto, dalle cose super care a quelle low budget (ovviamente il nostro caso), basta stare attenti. Si può mangiare in 2 a pranzo con 4-5 euro e a cena con 12-15 (davvero!), come essere pelati e rimanere magari anche con la fame… si può dormire in super mega hotel, ma trovare anche delle bellissime sistemazioni tradizionali ad un costo contenuto (anche nella più semplice delle sistemazioni è cmq tutto pulito). Si può fare shopping a Omotesando… ma anche nei negozietti “tutto a 100yen” . Insomma dipende tutto da come ve la volete godere, ma non rinunciate al Giappone perché “è tutto caro”.
Passiamo ora al viaggio vero e proprio.
18-19/06/2015
Si parteeeeeee!!!! E’ arrivato il tanto atteso giorno della partenza, questa volta da Milano Malpensa, treno e navetta e arriviamo in aeroporto, volo diretto per Tokyo con la cara compagnia di bandiera Alitalia. Tutto liscio anche stavolta con i nostri biglietti stand by, aereo tutto pieno di giapponesi… occidentali presenti credo 3 oltre a noi, dopo 5 minuti dormivano già tutti… menù giapponese giusto per iniziare ad ambientarsi. Ore 10, atterriamo in orario perfetto. E qual è il primo impatto con il Giappone? Il bagno… ci sono davvero!! I famigerati water giapponesi!! Con gli spruzzini tipo bidè, i rumori finti dello sciacquone, che ridere! E fuori c’è persino la mappa di come sono disposti i water… nel caso uno si perdesse…
Sbrighiamo la formalità alla dogana e usciamo. Welcome to Japan!!!
Nemmeno il tempo di capire dove siamo che due giapponesi si avvicinano con una telecamera, ci hanno placcato per un’intervista! Un omino parlava in giapponese e una signora traduceva in inglese. Comincia la raffica di domande del tipo… “Da dove venite? Perché avete scelto il Giappone?” E fin qui niente di strano, ma poi vanno avanti con: “Siete sposati? Da quanto tempo? Come vi siete conosciuti? …?” Ad ogni risposta seguiva un “Oooooooh” di meraviglia. Che strani questi giappo… però è stata un’accoglienza simpatica!
Per arrivare al nostro hotel abbiamo scelto un’opzione un po’ più lunga ma economica con la Keisei Main Line, 1 ora e mezza in tutto a 8 euro a testa, il primo di una lunghissima serie di treni! In pratica un treno locale, con cambio a Nippori per prendere la famosa metro Yamanote della JR, diretta a Ikebukuro. Ci accoglie un tempo tristissimo, grigio e pioggia battente. Ecco, mi sono detta, evviva la stagione delle piogge… L’uscita C6 della metro è attaccata al nostro hotel, che si rivela davvero in posizione strategica, facciamo il check-in, siamo cotti ma dobbiamo resistere per il fuso, gentilmente ci danno la camera anche prima dell’orario previsto. Tipica camera giapponese, saranno tutte poi sullo stesso stile: corridoio, stanzetta micro con letto matrimoniale da 140 (quando è grande), micro bagno modello “camper” (anzi forse quello del camper è più grande), tutto pulito, le ciabattine, lo spazzolino e il “kimono/pastrano” di benvenuto, lo yukata! Un veloce pit stop e poi via fuori alla scoperta di Tokyo! Cominciamo con il rifocillarci in una specie di ristorantino alla buona vicino all’hotel… per ordinare il cibo ci sono le macchinette!! Sì sì le macchinette! Tipo slot-machine, con le figurine dei vari piatti, metti dentro le banconote ed è fatta! Chissà cos’abbiamo ordinato… ci fanno accomodare e poi arriva il cibo, ovviamente con le bacchette… ehm… bisogna abituarsi in fretta! Tutto ottimo, guardiamo gli altri per capire come fare, ci sono un sacco di ciotoline, salsette varie, non abbiamo ben chiaro cosa bisogna condire con cosa, ma fa lo stesso, un bel piatto di carne/riso/zuppetta ci voleva.
E quale mai poteva essere la prima meta? Hachiko! E il famoso incrocio di Shibuya. Prima foto di rito, anche qui di una lunghissima serie, con la statua del cagnolino. Ora, siccome diluviava, abbiamo avuto il primo impatto con la folla giapponese a Shibuya, tutti muniti di ombrello! In pratica un fiume di ombrelli di tutti i colori che si incrociavano da 8 strade contemporaneamente, con le strisce pedonali perfino in diagonale! Siamo saliti a vedere lo spettacolo dalla stazione: semaforo rosso, incrocio vuoto, semaforo verde, il mondo che si incrocia, ma non si sfiora. Proseguiamo la nostra passeggiata fino a raggiungere il quartiere Harajuku, il tempio Meiji Jingu ha già chiuso, ci ritorneremo, ci dirigiamo invece nella famosa stradina Takeshita Dori. E qui davvero vediamo le descrizioni lette sulla Lonely Planet, ci sono tipe che sembrano uscite dai cartoni animati! Tutte vestite strane, con mille fru fru e scarpe inverosimili…e poi camminano coi piedi storti perché fa figo! Pensa te. Una stradina proprio pittoresca e molto giappo, e poi tanta tanta tanta gente. Torniamo all’hotel in metro, orientarsi è molto più facile del previsto, doccia ristoratrice e usciamo per cena nel nostro quartiere a Ikebukuro. Nel frattempo ha smesso di piovere. Ci sono un po’ di viette pedonali, illuminate a giorno con mille locali uno attaccato all’altro, e molti al secondo, terzo, quarto piano… un casino insomma, insegne luminose ovunque. Ci infiliamo in un posto che ci sembra più “caratteristico” tipo un’osteria… scendiamo sotto terra, soffitto basso, tutto di legno (decisamente non a norma), ci fanno togliere le scarpe e accomodare al nostro tavolo… raso terra! E’ tutto vero! Ebbene sì, scomodo, ma divertente. Non siamo molto fortunati con la cena nel senso che cerchiamo di capire qualcosa e ordinare, ma la cameriera parla solo giapponese e le figure sul menù non si capiscono molto… ci aspettavamo una porzione normale invece arriva un micro arrosticino che poteva essere giusto da antipasto… le melanzane invece avevano una salsa tipo barbecue non ben definita ma buonissima! Stanchi morti mangiamo quel che arriva, ci facciamo due risate e poi torniamo all’hotel per crollare a nanna nel nostro letto “gigante”.
20/06/2015
Dopo una bella dormita ci svegliamo e… fuori il sole splende! Incredibile! Super entusiasmo per iniziare le avventure della giornata. Iniziamo con la colazione al baretto di fronte al Sakura, semplice ma ottima, cioè una colazione normale senza pesce, ma il pesce non oggi non mancherà dato che la prima tappa del giorno è lo Tsukiji Market! Il mercato del pesce più grande al mondo. Non visitiamo l’asta dei tonni (troppo un casino da organizzare perché le metro di notte non ci sono), ci “accontentiamo” del mercato vero e proprio, prima la parte all’interno e poi i vari localetti all’esterno. Semplicemente super! Intanto è veramente gigante, capannoni infiniti, con muletti impazziti che sfrecciano alla velocità della luce in tutte le direzioni, mille baracchini con tutti i pesci del mondo, alcuni mai visti, tipo una capasanta grande 20 cm, dei tonni giganteschi, polipi rosso porpora… e tutti indaffaratissimi a pulire, tagliare (a volte con delle vere e proprie mannaie), sminuzzare, sciacquare, sistemare… sembra un gran casino, ma in realtà tutto è estremamente ordinato e, incredibile, non c’è puzza di pesce! Insomma un bellissimo spettacolo unico nel suo genere. Passiamo poi alla parte esterna alla ricerca di un pezzetto di sushi da assaggiare, ormai sono le 10 di mattina, orario non proprio perfetto per mangiare pesce crudo, ma come si fa a non assaggiarlo qui?! Così giriamo per tutte le viette, sempre più strette, assaggiamo uno spiedino di polipo e delle specie di patatine che in realtà sono squame di pesce secche… davvero indimenticabili… fino a che troviamo un ristorantino con i piattini micro che girano al bancone, ognuno con un pezzetto di pesce diverso. Assaggiamo gamberi e tonno, un classico, diciamo buono, ma non è proprio il nostro piatto preferito!
Lasciamo il mercato del pesce per spostarci nel quartiere di Ginza, a una fermata di metro, una zone super moderna con vialoni grandi e dei super negozi con tutte le firme più famose, molto chic. Arriviamo fino alla Tokyo station e all’International Forum, un edificio gigante di vetro e legno che sembra una nave, molto spettacolare, soprattutto a vederlo dall’alto scendendo per la scala mobile. Pausa relax per riposare le stanche membra e poi ci dirigiamo verso i giardini del palazzo imperiale, che non si può visitare, ma i giardini meritano un bel giretto. Ci sono dei prati enormi e l’effetto è un po’ come quello di Central Park, una zona verde con dei grattacieli moderni intorno, molto bello. Il “castello” è circondato da un grande fossato, ci sono guardie dappertutto, immobili sotto il sole. E poi c’era uno spazzino all’opera… che ovviamente non puliva dalle immondizie perché non ce ne sono, il suo lavoro consisteva nello spostare i sassetti che, camminando, andavano a finire sulla stradina. Da notare che questa stradina era in mezzo a una piazza enorme fatta di sassetti… tutto molto giappo.
Dopo un po’ di belle foto e una siesta all’ombra degli alberi (anche i fili d’erba mi sembravano tutti ordinati…) ci dirigiamo in metro verso Jimbocho, il quartiere delle librerie dove non potevo non andare a curiosare… Mi aspettavo un quartiere con delle stradine piccine, chissà come mai, invece c’è una strada grande con una dietro l’altra tutte librerie di libri usati, in giapponese ma anche in altre lingue. Abbiamo sbirciato qua e la, in negozi inverosimili stipati di libri e varie robe che sembravano uscite da chissà quale cantina dimenticata nei secoli… un quartiere molto pittoresco. E poi un negozio di manga, 5 piani, ho chiesto se avevano il manga originale di Mila&Shiro, ma c’era solo un cofanetto di Mimì, una versione strana, peccato…
Ci spostiamo, sempre in metro, nel quartiere di Akihabara, il quartiere tecnologico, facciamo un giretto in un super-mega-grande-magazzino strapieno di robe tecnologiche di cui io non capisco nulla, ma mi ha fatto un’impressione per la quantità di gente che c’era… gente gente gente ovunque… e anche mille commessi! Uno ogni 2 metri, tutti che parlano, anche se nessuno li ascolta, blaterano cose a caso, cercano di attirare l’attenzione, sembra che abbiano messo su un disco a ritmo continuo! Un pochino fanno ridere. Usciamo per andare a curiosare un altro po’ in giro e ci imbattiamo in un “condomino – karaoke”, saliamo al 4° piano, ci accolgono alla reception, noi non abbiamo idea di come funzioni, chiediamo se possiamo vedere… certo, ma senza entrare nelle stanze. Stanze? In pratica è un corridoio super kitch, pieno di porte “a tema”, ogni stanzetta è un mini-karaoke, loro arrivano a gruppetti e si infilano in una delle stanze, insonorizzate, e cantano. Decisamente giappo anche questa cosa…
Si sta facendo sera e decidiamo di andare verso Shinjuku, al Tokyo Metropolitan Government, ovvero un grattacielo dove gratuitamente si può salire fino al 45° piano e godersi la vista sulla città. Sottolineo il “gratuitamente”. Facciamo neanche 10 minuti di coda e saliamo… una vista super. Certo, non è limpidissimo quindi il monte Fuji uno poteva solo immaginarselo, ma la vista sulla città è davvero notevole. Siamo in mezzo ai grattacieli di questo quartiere che è uno dei più “pulsanti” di Tokyo, ma si vede una città sconfinata, che piano piano si accende di luci finchè, col buio, brilla tutto creando uno spettacolo incredibile. Foto foto foto.
Rimaniamo a cena a Shinjuku, luci ovunque, gente ovunque, eravamo alla ricerca di un ristorante consigliato, chiediamo informazioni a un omino che stava facendo dei lavori in strada, lui molla tutto e ci accompagna, che forte! Si cena con soba e udon, specialità del posto, una specie di pasta (spaghettini) freddi, buoni, ma pochini. Assaggiamo anche la tempura, pesce fritto, decisamente ottima! Il ristorante è molto carino, tutto di legno tipo bambù, ci danno un posticino con vista sul quartiere dove vediamo i fiumi di gente che passano (un po’ caretto come posto – risulterà poi rispetto alla media degli altri ristoranti – però buono e con una bella atmosfera, si chiama “Daian”). Altro micro giretto per le vie luminose e brulicanti di Shinjuku, metro fino a Ikebukuro e crolliamo a nanna.
21/06/15
Oggi è domenica, piovicchia un pochino, ma niente di tragico, diciamo pioggerella modello spray irlandese. Cerchiamo una chiesa per andare a messa, sbagliamo la fermata della metro e ci facciamo un pezzo a piedi, arriviamo in ritardo, ma giusti per vedere i giappo scambiarsi la pace. Mica si stringono la mano, è tutto un inchino di qua e di là! E poi la comunione, tutti in fila ordinatissimi, un banco alla volta… fantastici. Decidiamo di tornare verso il Meiji-Jingu, il tempio Shinto vicino Harajuku (ndr – tutti questi nomi che all’inizio sembrano impossibili, poi magicamente si imparano e te li ricordi pure…). Foto di rito sotto il torii di ingresso (anche qui il primo di un’interminabile serie), ci incamminiamo nel bosco. Sì perché il tempio è in un bosco, in mezzo alla città. Bellissimo, alberi altissimi. Foto alle otri di sakè e pure alle botti di vino francese donati al tempio (mah), dopo una bella passeggiata arriviamo al tempio, ci laviamo le mani come fanno gli altri ed entriamo. Foto qua e la e poi… un matrimonio! Una coppia di sposini giappo con tanto di corteo e “prete” in abiti tradizionali. Lei con un kimono incantevole, sembrava uscita da una favola, lui poteva essere uscito da “l’ultimo samurai”. Lei, con i sandaletti di legno, calzini bianchi e il kimono stretto stretto, andava avanti facendo tutti micro passettini! Troppo forte. Essendo domenica e il tempio molto gettonato, scopriamo poi che i matrimoni sono tanti, becchiamo altre 2 spose, sempre con corteo e truppa di fotografi al seguito, una aveva un ombrellino rosso che faceva proprio Giappone! (ndr – Al Meiji-Jingu se potete andateci di domenica mattina, di templi ne vedrete tanti, ma i matrimoni sono una chicca!).
Lasciamo il Meiji-Jingu per fare un giretto a Omotesando, una bellissima via piena di negozi super, decisamente cari, giravano in Ferrari… non proprio per il nostro budget, ma un viale decisamente piacevole. Arriviamo a Roppongi e ricomincia un po’ a piovere, troviamo un posticino per mangiare, stavolta decisamente abbondante, buono ed economico. Giretto nel quartiere strapieno di centri commerciali che non sono la nostra passione. Torniamo in stazione a Shinjuku per cambiare il Japan Rail Pass, ci mettiamo un po’ a trovare l’ufficio giusto nella giungla di questa “stazione/città” (la stazione dove passano più persone al mondo!), ma poi troviamo una tipa ovviamente super organizzata e precisissima che ci aiuta in tutto quanto, cioè fa tutto lei. Le diamo i voucher e ci fa subito tutte le prenotazioni per ogni tappa in cui dobbiamo usare lo shinkansen… ogni singolo orario! Menomale che avevo dietro il riepilogo con tutte le date! Non mi aspettavo una tale organizzazione (e io mi reputo una persona organizzata), quindi un applauso.
Riprendiamo la metro in direzione sud, per arrivare a Odaiba, pit stop per vedere da vicino la Tokyo Tower… ovvero la Tour Eiffel! 333 metri di altezza, identica alla Tour eiffel ma rossa! Molto kitch… riprendiamo la metro e poi la monorotaia Yurikamome, un trenino senza conducente… speriamo bene. Questo non è incluso in nessun abbonamento metro, ma vale davvero la pena. Mi appiccico al finestrino e si parte, passiamo dentro al Rainbow Bridge e pian piano si apre tutta la baia, bellissimo. Arriviamo a Odaiba, un’isola artificiale… ho detto proprio artificiale! Sono tot km quadrati di terra portati lì negli anni 90 durante il boom edilizio… un’isola finta! Fa effetto eh, che poi è diventata un po’ il parco divertimenti di Tokyo, ci sono centri commerciali, parchi a tema… la sagra del consumismo insomma. La vista però è meravigliosa, tra l’altro arriviamo nel pomeriggio con una bellissima luce, foto foto foto. Scendiamo e facciamo una bella passeggiata sul lungomare, è un posto molto romantico, ci sono infatti un sacco di coppiette. Lungo la passeggiata troviamo anche la Statua della Libertà… eh già, più piccola, ma uguale. That’s giappo! Foto identica a quella fatta a New York.
Avevo letto sulla guida che qui a Odaiba c’erano delle onsen famose… le Oedo Onsen, perché non curiosare anche lì? Decidiamo di andare, una delle esperienze più kitch del viaggio! Entriamo in questo edificio, in stile tradizionale, dove oltre a farti togliere subito le scarpe ci danno in mano delle istruzioni su come vestirsi con lo yukata… scegliamo il nostro “pastrano versione estiva” tutto colorato, con la cintura che si deve le gare con un bel fiocco dietro, ci cambiamo ed entriamo… C’è una zona comune, per maschi e femmine insieme, strapiena di… qualsiasi cosa! Baretti, ristorantini, giochi di tutti i tipi, macchinette tipo flipper, statue di cartoni animati, fontane, salette relax, gente gente gente… tutto in stile dell’epoca Edo, una cosa molto kitch ma forte! E poi le onsen vere e proprie, vasche separate per uomini e donne, ci si toglie anche lo yukata e si va completamente nudi. Intanto prima di immergersi nelle vasche bisogna lavarsi, con una piacevolissima acqua calda che ci si versa addosso con apposite tinozze, poi sapone e doccia. La stanza è molto grande con varie vasche, a temperature diverse ma tendenzialmente più alte delle nostre terme, tipo dai 40 in su! Le mie preferite erano le vasche esterne, un po’ più tranquille e con l’arietta fresca che faceva fumi da tutte le parti! Molto rilassante. Mi lesso per bene poi, ondevitare il collasso, passo alla fase lavaggio: ci sono tutte postazioni complete di shampoo, bagnoschiuma, balsami vari, creme, tinozza e gabellino, e ci si lava più o meno in compagnia. Sono strani questi giappo eh? Una cosa che ho notato è che, oltre ad essere io l’unica occidentale presente, le giapponesi non hanno il minimo segno di abbronzatura, ma proprio nemmeno un filo! In effetti l’ombrello lo usano sempre, che piova o che splenda il sole, girano sempre con l’ombrello… però fa strano! Queste onsen, una bellissima esperienza. Usciamo cotti, proprio con degli ottimi ramen in brodo, ci rifocilliamo con dei buonissimi riaviolotti ripieni di non so bene che cosa e approfittiamo della navetta gratuita per tornare verso la stazione della Yurikamome. Questa navetta, un piccolo pulmino con omino giappo alla guida, prevista per una certa ora ha funzionato così: siamo fortunatamente saliti 2 minuti prima della partenza, l’omino ha chiuso le porte, ha guardato l’orologio e con il cronometro è partito esattamente allo scoccare del primo secondo del minuto previsto. Disarmante. Ci fermiamo ancora sul lungomare per vedere lo spettacolo dello skyline by night, un incanto. Foto super. Riprendiamo la monorail e torniamo verso la “terraferma”. Approfittiamo di un cambio metro a Shibuya per goderci ancora lo spettacolo del mega incrocio, stavolta senza ombrelli… un fiume di gente pazzesco. Salutiamo Hachiko e torniamo all’hotel, davvero cotti, ma anche oggi è stata una bellissima giornata.
22/06/15
Oggi gita a Kamakura! Dato che il nostro JR Pass comincerà domani, optiamo oggi per spostarci con la Odakyu Line, una linea privata più conveniente rispetto alla tratta normale con la JR (ndr – a questo proposito, e anche per moltissimi altri spunti, informazioni, itinerari e cose simpatiche, ringrazio l’autrice del blog Zugojapan, davvero utilissimo in moltissimi aspetti!! Leggete i suoi articoli! Non c’è solo il sito di Marco Togni che, pur essendo interessante, rimane secondo me più in superficie). Partiamo da Shinjuku, giusti all’ora di punta, beh… che spettacolo di folla. Gente ghe n’è. Una roba incredibile! Perché poi in superficie mica c’è traffico… sono tutti sottoterra! Tutti che camminano svelti, tutti che sanno esattamente dove andare, tutti gli uomini vestiti uguali: valigetta 24 ore, camicia bianca, pantalone scuro, e via al lavoro! Scale mobili dappertutto (anche per fare 4 gradini), tutti in fila, fermi a sinistra e di corsa a destra, nessuno che si sfiora. Sembra proprio come nei film. Shinjuku all’ora di punta è imperdibile.
Con il trenino in un paio d’ore arriviamo a Kamakura (un cambio), anche stavolta il Fuji si nasconde. Prima tappa Hase, un villaggetto in riva al mare, piccolino con tutte belle casette. Visitiamo un bel tempio buddista con un miliardo di ortensie in fiore, c’era anche un percorso ad hoc sulla collina proprio per godersi la fioritura. Una cosa molto “delicata”, decisamente giappo. Visto il tempio facciamo una capatina in spiaggia, non un granchè, ma ci sono famigliole in vacanza, tutti rigorosamente vestiti e con l’immancabile ombrello aperto (l’ombrello normale, non l’ombrellone da spiaggia…). Per strada ci infiliamo in un negozietto che fa assaggiare dolcetti… buonissimi… delle specie di praline ricoperte a mille gusti, tutti più o meno alla frutta, ma qualcuno anche al pesce… alla fine compriamo un sacchettino di palline al mirtillo, buonissime. Ci dirigiamo verso l’attrattiva più famosa della zona, il grande Buddha. 11 metri di statua in mezzo a un boschetto, sicuramente scenografico. Riprendiamo il trenino per arrivare alla vera e propria Kamakura. Ci accoglie un “borghetto” carinissimo con viuzze piccoline piene di negozietti, localini, souvenir. Pochi occidentali anche qua. Mangiamo in un posticino su questa stradina (sempre grazie alle indicazioni di Zugojapan) che faceva polpette fritte (modello Kiss me Licia), buonissime! Le polpette dentro erano verdi, al the verde, rosa, alla patata americana, o nere, al sesamo. Ovvio, no?
In questa zona visitiamo due templi, il primo scintoista, tutto colorato, con una bellissima scalinata e delle statue verdi e rosse degli dei della guerra, un po’incazzose infatti come espressione… Hanno un modo tutto loro per pregare: arrivano, lanciano una monetina come offerta al tempio, battono le mani due volte per “attirare l’attenzione degli dei”, pregano e se ne vanno, tempo totale 1 minuto. Chiediamo informazioni a una coppia di ragazzi riferendoci ad un tronco gigante tagliato, un albero crollato sul tempio recentemente, loro ci guardano e titubanti spiccicano qualche parola in inglese, timidissimi, poi se la ridono, mah… Andiamo poi in un tempio buddista, tutto di legno, in mezzo al verde e alla fine di una bella salita, ci togliamo le scarpe (un sollievo dopo tanto camminare) e ci godiamo un po’ di relax in contemplazione del giardino zen. Ritorniamo verso il paesello, per strada ci mangiamo un gelato al thè e patata (rosa e verde) e poi facciamo shopping in un negozietto fantastico, vendeva solamente carte per origami! Un super posticino, piccolissimo, pieno di carte di tutti i tipi e stampe bellissime! Per pochi euro prendiamo due disegni stampati su una carta tipo di riso, la Primavera e l’Estate, davvero un bellissimo souvenir! Ci sono in giro un sacco di ragazze vestite con il kimono tradizionale e gli zoccoletti, sono bellissime da vedere, Kamakura sembra proprio un paesino uscito da un racconto.
Riprendiamo il trenino e con la JR arriviamo nel nostro quartiere Ikebukuro, usciamo per cena, pur essendo lunedì c’è una quantità di gente in giro impressionante. Sbirciamo in una delle mille sale di Pachinko, giusto per metterci piede… beh sono veramente pazzi questi giappo! Quando sono in giro, metro/treni/ovunque, sono sempre zitti e muti, tutti al telefono o che dormono, ma si vede che si sfogano al Pachinko perché qua c’è un baccano mondiale!!! Milioni di macchinette tipo flipper/slot machine, tutti che buttano dentro monetine e giocano non si sa bene a cosa, sembrano ipnotizzati! Giriamo un pochino e alla fine troviamo un ristorantino dove fanno carne alla griglia e non solo, con i cuochi in vista che grigliano a manetta. Con 10 euro in 2 assaggiamo un sacco di piattini interessanti: degli spaghetti con maiale e soia, delle omelette con non mi ricordo cosa, il tonno fritto, spiedini di carne varia, tutto buono. Da notare che nei locali è ancora possibile fumare… una roba assurda perché poi vietano di fumare per strada! Ci sono delle zone apposta, all’aperto, dove si radunano i gruppetti di fumatori (che fanno un po’ ridere), nei locali invece sono ancora molto indietro… strani questi giappo (frase molto ricorrente)!
23/06/15
Oggi gita a Nikko! Iniziamo ad usare il nostro Japan Rail Pass, arriviamo di buon ora alla stazione di Tokyo dove partono i famosi Shinkansen!! Sono semplicemente bellissimi e sembrano dei biscioni spaziali, tipo delle astronavi! Davvero super. Assistiamo alla scena “pulizia dei treni”: siamo al binario nel punto corrispondente alla nostra carrozza, nella fila giusta (perché ce ne sono sempre 2, quella del treno in arrivo e quella per il treno dopo che arriverà a distanza di pochissimi minuti… ma state tranquilli perchè è pressoché impossibile sbagliare treno), arriva lo shinkansen, i vari omini/donnine sono già pronti in posizione, 2 per carrozza, entrano, girano tutti i sedili con pulsante automatico, puliscono, spazzano, raccolgono, tutto in 7 minuti netti, escono e tutti insieme (su tutto il binario) fanno l’inchino!! Salutano e se ne vanno, e noi possiamo salire. Fantastici. Abbiamo i posti prenotati, appena il tempo di salire e sederci che il treno è già partito. Alla velocità della luce arriviamo a Utsonomiya, cambio con trenino più “umano” (un normalissimo locale della Nikko Line) e arriviamo a Nikko! Anche oggi nessun problema con gli spostamenti, sono direi a prova di scemo.
Nikko è un paesino un po’ in montagna, circa 600 metri di altezza mi pare, si sentiva infatti la bella arietta fresca. Ci incamminiamo per l’unica via che porta alla zona dei templi, una strada in salita con tanti negozietti che lasciamo per il ritorno. Arriviamo al celebre ponte rosso, dicono uno dei tre più bei ponti in tutto il Giappone… mi fanno troppo ridere quando dicono così, ogni cosa è “uno dei tre più bei…” che poi, bello il ponte, molto caratteristico, ma insomma di ponti ne ho visti di meglio dai. Comunque è proprio come uno se lo immagina, con il bel torrente, la nebbiolina che sale e fa molto atmosfera, e questo ponte rosso di legno che sembra dipinto. Foto.
Ci addentriamo nel Nikko National Park su per la scalinata di fronte al ponte, dopo una breve passeggiata arriviamo al primo dei templi famosi, il Rinno-ji, che però è in ristrutturazione. Ora, dedichiamo un breve paragrafo alla significato di “ristrutturazione” in Giappone. Noi ci immaginiamo quattro impalcature, teloni e via dicendo, qua invece il tempio è stato letteralmente inglobato dentro un edificio, in pratica hanno costruito una casa intorno e sulla facciata ci hanno dipinto il tempio, molto piccolo rispetto all’ambaradan di costruzione. I giappo fanno le cose per bene… Decidiamo di saltare questo tempio e andare direttamente al pezzo forte di Nikko, il Tosho-gu. Una bellissima passeggiata in mezzo al bosco ci accompagna in questo mondo di fiaba… davvero mancano solo i folletti! Silenzio, alberi secolari, aria frizzantina, profumo di bosco, atmosfera spirituale, spuntano tetti di pagode e torii in legno… siamo arrivati. La magia si rompe con l’arrivo dell’immancabile scolaresca, anzi delle migliaia di scolaresche in gita, che si fanno un sacco di foto di gruppo, fanno sorridere.
Sinceramente non mi ero molto documentata su tutti i templi… e mi è molto dispiaciuto perché davvero meritano, più si conosce e più si apprezza… quindi leggete, leggete, leggete! Il Tosho gu è davvero straordinario, mi ha sorpreso, è gigante, maestoso, imponente, ricco… è un complesso enorme, pensi di aver visto il pezzo principale invece è solo l’entrata, più avanti ci sono altri edifici e poi altri ancora e poi ancora più su… un complesso davvero unico. In una delle casette di legno tutte dipinte e intagliate ci sono le famose scimmiette “non vedo, non sento, non parlo”! Troppo carine, foto. Poi la pagoda a 5 piani, decorazioni e colori ovunque, tutto sempre immerso nel verde. Facciamo una scarpinata su mille gradini in mezzo al bosco per arrivare alla tomba del fondatore del tempio… gli alberi sono altissimi e grandissimi, mi chiedo come poteva essere vivere qui al tempo dei monaci… fuori dal mondo. E poi non dimentichiamoci che oggi… il sole splende! Fantastico. Visitiamo anche qualche interno, in particolare una stanza con il soffitto dipinto con un drago, un monaco faceva battere dei bastoni: sotto il drago facevano un rumore particolare, in qualsiasi altro punto della stanza il rumore spariva… magia… Dopo un’ora abbondante di visita (meritatissima, una meta che vale il viaggio) usciamo da questo magico tempio per proseguire il nostro giro, sempre in mezzo al bosco ci sono altri due complessi, uno piccolino che decidiamo di saltare e poi un altro, il Taiyuin, che invece ci incuriosisce (sempre grazie alle descrizioni di zugojapan). Di scolaresche qui nemmeno l’ombra, siamo quasi i soli turisti in questo tempio pieno di lanterne di pietra, più piccolo del Tosho-gu, ma molto affascinante, anche qui un sacco di scalini e molti edifici tutti decorati, i due mostri rosso e verde a dare il “benvenuto” e poi lanterne, lanterne, lanterne… molto grandi, foto, foto, foto. Bellissimo, un acero rosso ci saluta.
Affamati cerchiamo un posticino per mangiare (ecco tenete presente che nella zona dei templi non ci sono “baracchini” quindi meglio se vi portate via qualcosa!), troviamo una specie di bettolina fuori dalla zona templare, decisamente giappo, che vende anche souvenir. Ci facciamo un riso condito con una specie di frittata, e un the verde buonissimo offerto dalla casa. La tappa per il primo pomeriggio, che non volevamo assolutamente perdere, era il sentiero dell’Abisso… sembra il titolo di un romanzo. Ci incamminiamo, ma il nostro amico sole decide che è giunto il tempo di ritirarsi e in quattro e quattr’otto scoppia un temporale coi fiocchi! Un’acqua modello tropicale coi gocciolotti formato famiglia… Imperterriti proseguiamo e arriviamo fino al sentiero con tutte le statue dei Buddha: una fila interminabile di Buddha in pietra, tutti ornati di caciolina rossa in testa e “bavagliolo”, anche questo rosso, tutto in vero tessuto! Piove che Dio la manda, anzi in questo caso forse la manda Buddha… con le caciole fradice, ma l’atmosfera è davvero bella, nessuno in giro, un torrente in piena che scorre fragoroso in fianco a questo sentierino pieno di queste particolari sentinelle del bosco… foto, foto, foto. Dopo aver messo a dura prova i nostri ombrelli torniamo verso la stazione e il temporale se ne va. Ci fermiamo in un negozietto che avevamo adocchiato all’andata, c’era un tipo che disegnava draghi… con un sistema davvero particolare e affascinante… ci portiamo via come souvenir un bellissimo dipinto di un drago verde con una scritta in giapponese che va sempre bene… “pazienza”.
Torniamo in hotel a Tokyo, giusto il tempo per una doccia e restyling perché stasera abbiamo un appuntamento… da Hachiko! Proprio come i giappo! “Dove ci troviamo stasera?” “A Shibuya, da Hachiko!” Che storia (un film strappalacrime ma bellissimo e tenerissimo… da vedere). Ci aspetta una bellissima cena con un collega, che vive a Tokyo, e sua moglie. Ci portano in uno dei ristoranti più gettonati di Tokyo, a Shibuya, il Roku Tokyo (o una cosa simile), con tavolo assolutamente prenotato e tanto di accoglienza! Serata bellissima. Oltre alla compagnia piacevole è stata un’esperienza gastronomica da urlo, unica, vale il viaggio… (per noi è stata anche una cena gentilmente offerta quindi era ancora più buona). Abbiamo assaggiato di tutto. Da bere: dal sakè di non mi ricordo che tipo (buono, ma troppo dolce per berlo a tutto pasto…), birra giapponese di Hokkaido (ottima), il famoso cocktail giapponese “eyeball” ovvero soda e whisky (per gli amanti del gusto…). Da mangiare: un sushi a dir poco spaziale che è piaciuto tantissimo anche a me, con una scelta di pesci diversi infinita, compreso il riccio… una bontà, e il tonno che si scioglieva in bocca. Poi delle specie di filetti di sardine cotte al momento con la fiamma e una spruzzata di limone (ho aiutato il cuoco!), buonissime. Verdurine varie, tutte nei micro piattini con le varie salsette, assaggini di qua e di là… troppo bello, filini di carote con le spezie, bocconcini di melanzane con non so cosa ma buonissimi che son piaciute anche a Marco, delle patate dolci con una maionese strana… Poi, polletto a pezzetti su letto di lattuga e salsina non identificata, un polpettone giapponese specialità del locale, l’arrosto, le ostriche fritte… mamma che roba… divine. E poi è stato proprio bello, abbiamo chiacchierato di tutto e di più, sono stati davvero simpatici, disponibili e gentili. A fine serata il cuoco ci ha offerto quella che secondo lui era la chicca della cucina giapponese… a fine pasto uno si aspetta un bel dolcetto… no… erano dei sottaceti, una specie di cetriolo e una roba immangiabile: micro ossicini di squalo a pezzetti con una salsa di prugna acida… da ricordare. Anche questo fa parte dell’esperienza giappo!
Usciamo dal ristorante per fare un giretto a Shibuya, con tappa in un supermercato (la catena del Don Quijote) dove vendono miliardi di cavolate, molto folcloristico. Ci salutiamo e ringraziamo per la bellissima serata passata in compagnia. Attraversiamo anche noi il mega incrocio a mille strade, un ultimo saluto ad Hachiko, Yamanote line fino a casa, valigia e nanne. Domani Kyoto!
24/06/15
Oggi grande tappa, Kyoto! Salutiamo il mitico Sakura Hotel a Ikebukuro, ottimo, comodo e confortevole per gli standard giapponesi. Colazione al solito baretto e poi con la JR da Shinagawa prendiamo il nostro favolo Shinkansen Hikari, super figo, diretto a Kyoto. Niente monte Fuji (nonostante il controllore ci avesse detto esattamente i minuti nei quali ci passavamo davanti…) troppa foschia. Arriviamo alla stazione di Kyoto, che uno si aspetta magari un po’ più piccola e semplice rispetto a Tokyo… e invece no. La stazione più futuristica e gigante che abbia mai visto. Bellissima, ultramoderna. Il sole splende e fa caldino, una meraviglia. Ci dirigiamo verso il nostro Ryokan, l’Oyado Sato, passiamo attraverso piccole viette strette con tutte casette di legno piccine… una scenografia molto diversa da Tokyo, adesso sembra di essere “davvero” in Giappone. Arriviamo alla nostra casetta, è tutto come nelle foto e ci aspettiamo che da un momento all’altro vengano fuori i cartoni animati di una volta… c’è il tatami, le porte scorrevoli di “carta”, il giardinetto zen e una donnina in kimono ci accoglie! Ci spiega un po’ di cose e ci accompagna nella nostra camera, molto piccina, ma carinissima. Molliamo giù le nostre cose e decidiamo di noleggiare le bici! Bici, sole, Kyoto! Fantastico girare in bicicletta per le viuzze. Comunque io pensavo che Kyoto fosse piccolina… col cavolo! E’ gigante. La nostra prima tappa è stata il Ginkakuji, il padiglione d’argento (che d’argento non è), ma per raggiungerlo ci abbiamo messo una buona mezz’ora, abbiamo attraversato tutti i giardini reali, giganteschi, un bellissimo ponte su due fiumi, con la gente coi piedi in ammollo, e dopo una super salitona arriviamo! Tempio bello, ma non eccezionale, fantastico però il bombolone al the verde del baracchino fuori dal tempio J Sempre in bici facciamo il sentiero del filosofo, in discesa, una piacevole stradina in mezzo agli alberi, con un torrentello e bei negozietti. Trovo qui la famosa stampa con le onde in tempesta e il monte Fuji sullo sfondo… dato che non si vedeva dal vivo… Ottima scelta la bici, altrimenti a piedi non ci passava più! Scendiamo verso la zona di Higashiyama, vediamo da fuori un sacco di altri templi, ormai chiusi (tenete presente che chiudono quasi tutti intorno alle 16.30/17), entriamo però al Nanzen-ji (o almeno in una parte a ingresso libero), un bellissimo tempio con giardini e un acquedotto, elemento particolare. Attraversiamo poi delle bellissime viette alberate, dei laghetti, alberi e fiori ovunque, tutto molto caratteristico. Arriviamo al famoso quartiere Gion con la vietta Shinbashi di “Memorie di una Geisha”, foto su ponticello. Ci aggreghiamo a una comitiva inglese per “rubare” qualche informazione alla caccia di Geishe che però non si fanno vedere. Giriamo un altro pochino e poi ci fermiamo per cena a mangiare il famoso “okonomiyaki”, in un posticino non propriamente tradizionale (c’erano le geishe finte…) estremamente kitch, ma il “frittatone” era buono ed economico. Stanchini torniamo alla nostra casetta giappo, facciamo spesetta al 7-11 per la colazione di domani e ci perdiamo per le viette perché son tutte uguali… alla fine eravamo a 10 metri dall’Oyado Sato…
La prima impressione di Kyoto è buona, è molto più “Giappone”, ma è molto più incasinata e trafficata, perché la metro non arriva dappertutto e ci sono solo 2 linee, bisogna un po’ capire come meglio muoversi, ma la città merita. Srotoliamo il futon (più comodo delle apparenze) e crolliamo a nanna.
25/07/15
Ci svegliamo con un soletto misto nuvole, finora siamo stati davvero fortunati col meteo, alla faccia della stagione delle piogge… Meta di oggi il padiglione d’oro, il Kinkakuji. Niente bici, andiamo a prendere dalla stazione Omiya una specie di metro “old style” che passa in mezzo alle case e ai vari quartieri… “in mezzo” vuol dire letteralmente a 10 cm dalle finestre… Ci fermiamo prima ad un altro tempio, il Ryoanji, famoso per il suo giardino zen con le 15 pietre. Dicono che siano 15, ma la leggenda/tradizione vuole che da qualsiasi punto si contino non se ne vedranno mai 15, io al massimo ne ho contate 13… Il tempio è molto bello, soprattutto la sala del the, uno stanzone gigante con tutte le pareti di carta decorata, come la porta del nostro Ryokan. E poi sempre all’interno dell’area del tempio c’è un lago con un’infinità di ninfee fiorite… davvero incantevole. Ci incamminiamo per arrivare al famoso tempio d’oro, in giro ci sono sempre le milioni di scolaresche di bimbi giappo e anche parecchi occidentali, molti di più che a Tokyo, ma al Kinkakuji i turisti sono davvero tantissimi! E’ il tempio simbolo di Kyoto e questo è d’oro davvero. Risplende. Foto, foto, foto. Compro qui il “santino” che vendono in qualsiasi tempio del Giappone, una specie di pezzetto di stoffa con sopra una scritta, diversa per ogni motivazioni per cui si prega al tempio, il mio è dedicato all’avverarsi dei sogni. Mi riprometto di leggere di più su questo tempio, perché c’è una storia (verità) di un monaco che l’ha incendiato… la Lonely Planet non fornisce molte spiegazioni e questa cosa mi incuriosisce.
Torniamo alla stazione del tram (con i manga fuxia disegnati sopra) e ci dirigiamo verso l’altra ambita meta del giorno, Arashiyama, ovvero la mitica foresta di bambù!! Arashiyama è in pratica un quartiere di Kyoto, non proprio in centro, ma neanche lontanissimo, la stazione è coloratissima e ci sono un sacco di negozietti carini. Arriviamo fino al ponte di legno, un punto abbastanza panoramico con vista sul fiume e colline verdi circostanti, poi ci incamminiamo verso la “foresta”, che non è propriamente una foresta, diciamo una piacevolissima passeggiata attraverso un boschetto in teoria per raggiungere vari altri templi e cose da visitare, noi ci siamo dedicati invece solamente al bosco magico… Nonostante tanta gente riusciamo a goderci lo stesso questo bellissimo spettacolo: un sentierino in mezzo a questi fili d’albero che puntano il cielo, altissimi, lisci e perfetti, con i raggi del sole che cercano di infilarsi in mezzo. Foto, foto, foto! Anche con l’immancabile copertina della Lonely Planet, dedicata proprio a questa foresta, e poi la classica foto abbracciata al bambù. Bellissimo, sono soddisfatta, era una delle mete preferite!
Pranziamo al volo in uno dei 7-11, prendiamo il trenino JR fino alla stazione e poi il bus 100 in direzione Kyomizudera, nonostante su zugojapan ci fosse scritto “che non vi venga in mente di visitare Arashiyama e Higashiyama sud nello stesso giorno perché non ce la fate!” Ebbene sì, noi abbiamo fatto anche questo, è stata una giornata campale infatti, ma se il tempo è poco e si vogliono vedere tante cose… Per strada incrociamo tantissime ragazze (e anche ragazzi a volte!) vestite con il kimono tradizionale, bellissime. Arriviamo al tempio, davvero maestoso, a ridosso delle colline verdissime. Mille scalini pure qui… ma ne vale la pena. Visitiamo il santuario con la roccia dell’amore, con una leggenda che fa un po’ sorridere in cui bisogna andare bendati da una certa roccia a un’altra e se ci si riesce allora si avrà fortuna in amore… Poi una bellissima passeggiata per vedere il tempio da distante: è gigante e tutto di legno… senza chiodi! Con delle massicce colonne che lo sostengono, forte. Sosta doverosa alla fonte della longevità, un po’ di coda ma beviamo anche noi l’acqua fresca della lunga vita. Usciamo dal tempio e ci ritroviamo in una zona bellissima, tipicamente tradizionale, con tanti negozietti e un’atmosfera da Giappone del passato… degli scorci carinissimi, foto, foto, foto. Torniamo verso la zona di Gion, ripercorriamo le belle viette lì intorno e sbuchiamo al Gion Corner dove tutta trafelata e di corsa per l’imminente spettacolo ci supera una geisha! Correva nonostante i sandaletti e il kimono stretto, tutta truccata, con la pelle bianchissima e le strisce sul collo, come nel film! E un kimono da favola… Da Gion andiamo verso Pontocho, una specie di lungofiume molto carino con una passeggiata pedonale di fianco alle terrazze di tutti i ristoranti della zona, perché non fermarsi qui a cena? Ottima idea… più o meno! Andiamo all’interno della via, estremamente carina anche questa, e guardiamo i prezzi: astronomici. Finchè non troviamo un posticino che ci sembra abbordabile e carino. Ci fanno togliere le scarpe e accomodare in terrazza… super vista sulla città, foto, molto romantico, stile giapponese con tavolini bassi.
La serata comincia nei migliori dei modi, la cameriera che ci fa una bella foto, ordiniamo una birretta da aperitivo e un piatto a testa per cena, di quello che ci sembrava il meno caro ma comunque “saziante”… e invece poi arriva il cuoco in persona e ci fa capire che dovevamo o ordinare un’altra cosa dal prezzo folle oppure ci avrebbero addebitato un coperto a testa di circa 20 euro… ehm… la terza opzione era finire la birra e il microaperitivo offerto e levare le tende alla svelta. Abbiamo optato per quest’ultima. Sempre con toni gentili, ma… in pratica ci hanno mandato via… che figuraccia!!! Stanchi e affamati proseguiamo per la malefica via del Pontocho finchè, terminati i ristoranti da vip, inizia una zona per normali e troviamo il “pontocho de nonantri”, ovvero una bettolina per noi. Entriamo in questo posto dove la cucina è “dal vivo” e una signora stava cucinando l’okonomiyaki con pura maestria. Ecco il nostro posto! Ci fanno accomodare al tavolo, che in realtà era una piastra rovente per tenere caldo il frittatone, in due secondi si riempie il locale, appena in tempo! Cena buonissima. Torniamo a casa, a piedi (oggi avremmo fatto più kilometri di quando siamo stati al Cammino di Santiago…), stanchi ma contenti. Che bella idea venire in Giappone!
26/06/15
Ecco, appena finito di dire che il tempo era dalla nostra e oggi diluvia meravigliosamente. A secchiate… e non smetterà per tutto il giorno (ma sarà poi l’unico quindi continuo a dire che siamo stati fortunati). Programma per oggi: gita a Nara! Colazione nel nostro ryokan (ottimo anche per l’uso della cucina), poi in stazione per prendere il trenino JR, lentissimo stavolta, che in 50 minuti (per fare 35km!) ci porta a Nara. Tanti turisti anche oggi. Ci accoglie una signora all’ufficio informazioni, innamorata dell’Italia, che con mille gentilezze ci dota di informazioni e cartine varie. La passeggiata è piacevole per raggiungere la zona dei templi, già in quello più vicino troviamo subito i famosi cervi! Affamatissimi e per niente timidi… cercano cibo ovunque, assalgono i temerari che comprano i loro biscotti, bisogna un po’ stare all’occhio, ma sono bellissimi. Andiamo diretti al tempio del grande Buddha, davvero imponente, l’edificio di legno che lo contiene è il più grande del mondo (costruito sempre senza chiodi…), dentro un Buddha di bronzo di non mi ricordo quanti metri, più grande di quello di Kamakura. Orde di scolaresche ovunque: un gruppetto di bimbi ci ferma e ci chiede se possono farci delle domande in inglese, sono in “viaggio studio” dalla scuola elementare di Osaka, che carini. Ovviamente accettiamo, i bimbi giappo sono carinissimi, ci regalano anche una cartolina e facciamo le foto insieme.
Dal grande Buddha saliamo fino ad un tempio da dove in teoria si vede tutta Nara… ma piove troppo ed è tutto grigio, il panorama non è granchè, peccato. Ci rifocilliamo per pranzo in un localetto, ma scelgo stavolta un piatto sfortunato che non sa praticamente di niente (riso bollito ma non identificato). Nara comunque è bellissima, anche con la pioggia ne vale la pena. Continuiamo il nostro giro fino ad un altro tempio davvero spettacolare, immerso nel bosco, tutto dipinto di rosso vermiglio, con una serie infinita di lanterne: di pietra, di bronzo, dorate, piccole, grandi… bellissimo e molto suggestivo, soprattutto la strada per arrivarci, in mezzo al bosco, seguendo le lanterne, in mezzo ai cervi e cerbiatti… sembrava anche qui una favola. Arriviamo poi nel parco dei cervi, un prato gigante strapieno di bambi intenti a brucare… mille foto, e in mezzo al parco un albero grandissimo e bellissimo, sembrava quello di Forrest Gump. Finiamo il nostro giretto a Nara in un baretto per una meritatissima fetta di torta con cappuccino (ottimo, ma il più caro della storia), torniamo in stazione pronti per la prossima tappa, il santuario Fushimi Inari.
Prendiamo il trenino locale, ancora più lento di quello dell’andata, che si ferma proprio di fronte al Fushimi Inari, la pioggia non smette un secondo ed essendo pomeriggio inoltrato la luce non è granchè… Ci addentriamo lo stesso nel tempio che altro non è che una serie di gallerie interminabili di torii… tutti dedicati alla dea Inari, “volpe”, dea della buona raccolta. Piove sempre di più, ma cominciamo a salire, sono torii tutti rossi e tutti in fila, grandi, piccoli, sempre più fitti, in mezzo al bosco, 4 km di torii fino a raggiungere la sommità della collina, ognuno con il nome di chi l’ha donato. Noi ci fermiamo dopo un po’, scattiamo mille foto, ma non renderanno mai l’atmosfera di questo luogo. Peccato per la pioggia, ma davvero suggestivo. Siamo zuppi. Riprendiamo il treno e ci fermiamo per cena in stazione a Kyoto. E qui uno dice, mah… in stazione, zona malfamata e tendenzialmente bruttarella… e invece è un posto super, la descrivono come “bella”, è veramente unica. Saliamo al 14° piano, con delle scale tutte colorate e psichedeliche, una zona dedicata solo ai ristoranti di tutti i tipi, scegliamo il nostro posticino, con vista sulla città e sui mille treni che partono e arrivano. Ottima cena. Poi saliamo ancora più su fino a raggiungere la terrazza, ha finalmente smesso di piovere, giusto per qualche secondo, il tempo per scattare qualche foto con la Kyoto Tower illuminata riflessa nelle finestre. Scendiamo con una serie infinita di scale mobili… fine dell’orario di lavoro, tutti i dipendenti dei negozi all’uscita, dritti e fermi, poi tutti insieme si inchinano, e se ne vanno. Ritorniamo nella nostra bella casetta giappo, srotoliamo il futon e nanna.
27/06/15
Oggi è sabato, che si fa di solito al sabato mattina? Si va al mercato! E quindi ci facciamo un bel giretto al Nishiki Market, un pittoresco mercato di cibo, ma non solo, in centro a Kyoto. Tantissimi banchetti di cibarie non ben identificate e di frutta e verdura con le banane insacchettate una per una e le melanzane singole nei cestini. Che meraviglia. Troviamo poi anche una micro libreria in cui scoviamo il “Piccolo Principe” in giapponese, souvenir per una coppia di amici. E poi un bel negozietto dove ci fanno assaggiare dei dolcini buonissimi, tipo mandorline, compriamo delle belle scatoline carine come souvenir. Dopo questo piacevole giretto riprendiamo i bagagli e torniamo in stazione, direzione Hiroshima! Salutiamo Kyoto facendo la spesa al supermercato, hanno dei carrelli micro che sembrano quelli delle bambole J Ciao Kyoto, meta davvero imperdibile.
Treno espresso fino a Shin-Osaka, foto ai grattacieli di Osaka dal finestrino e poi shinkansen, Sakura si chiama, fino a Hiroshima. Un bel soletto ci accoglie, l’aria è fresca, mi aspettavo un caldone umido invece si sta proprio bene. Prendiamo il tram numero 1 che dalla stazione ci porta dritti al nostro hotel, il Comfort Inn, vicino al parco della Pace. Stanza super al 14° piano, hotel nuovo di zecca pare, quasi di lusso, camera full optional e davvero carina, sempre per i 30 € a testa con Booking. Andiamo subito al museo della Pace, cinque minuti a piedi, un museo che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita. Un percorso tra gli orrori della bomba atomica, la sua devastazione e tutte le conseguenze, con ricostruzioni, foto, video, storie dei sopravvissuti, davvero molto toccante e forte. Alcune foto sono davvero da pelle d’oca, la luce e le radiazioni sono state talmente forti da far rimanere le ombre stampate. E poi la storia delle gru di carta, della bimba morta di leucemia, straziante. Quasi due ore di visita per capire un pochino meglio l’orrore successo in questa città che oggi, però, è rifiorita alla vita. Usciti dal museo visitiamo con occhi diversi tutto ciò che ci circonda, tutto ricostruito dal niente. Entriamo nel parco, con il monumento alle vittime e la fiamma sempre accesa, finchè anche l’ultima nazione non si disferà delle armi atomiche… arriverà mai questo momento? I vari monumenti alla pace, al ricordo dei bambini morti e poi il simbolo della città, la cupola rimasta in piedi dopo l’esplosione. Un monito per tutti, lì in mezzo, un posto pieno di storia agghiacciante. Avere un monumento così in pieno centro fa un certo effetto…
Facciamo una bellissima passeggiata lungo il fiume, pieno di baretti, c’è una ragazza che suona la chitarra… l’hanno rimessa in sesto proprio bene questa città. Facciamo un giro per le vie del centro, ceniamo in un locale dotato di macchinette-scegli-cibo (che invenzione questi giapponesi…). Passeggiamo lungo dei viali grandi, alberati, in stile occidentale, molto filo-americano con dei grand hotel degni di Hollywood… incredibile, prima li bombardano e poi loro li copiano… mah… Torniamo all’hotel, doccia nel bagno bionico-tecnologico e poi nanna.
28/06/15
Per la prima volta abbiamo la colazione compresa nell’hotel, si vede che non è un’usanza giapponese, ma qui sì e quindi ci gustiamo una colazione coi fiocchi, ci sono anche i mirtilli!! Sempre bello colazionare in albergo, con mille brioche di tutti i tipi. Oggi è domenica e quindi andiamo a messa, nientepopodimenochè nella Cattedrale della Pace, visitata pure da Papa Giovanni Paolo, messa rigorosamente in giapponese, giusto per capire bene tutto… ma bello lo stesso, anche qua si inchinano alla pace. Poi facciamo una piacevolissima passeggiata per Hiroshima, che è proprio una bella città, in tutti i sensi rinata. Visitiamo anche il castello, ovviamente ricostruito pure quello, però carino, c’erano le spade e le armature modello “ultimo samurai”. Torniamo verso il parco della Pace per visitare alcuni monumenti non ancora visti, sempre molto toccanti, come il cenotafio: una sala tonda sottoterra con un’immagine a 360 gradi del post bomba, al centro della stanza una piccola fontana e sul muro intorno i nomi delle vittime, o almeno quelli che si conoscevano. E poi la campana della pace, altro simbolo famoso, che abbiamo suonato pure noi, nel silenzio.
Riprendiamo le valige, pranziamo al sacco in stazione (di quei pranzetti take-away che alla fine non sono niente male, e poi loro sono fantastici perché ti forniscono di tutto ciò che serve: cucchiaino per lo yogurt, salviettine pulisci-mani, ecc…). Altro trenino, stavolta per Miyajima! L’isoletta di fronte a Hiroshima, un po’ più a sud. Treno locale e poi traghetto, sempre tutto compreso nel JR pass. In effetti il traghetto ci mancava come mezzo di trasporto non ancora sperimentato… Dalla barca si intravede lontano il famoso torii rosso, simbolo dell’isola, colline verdissime e un sole che spacca! Evvai. Arriviamo al banco informazioni e la tipa chiama direttamente il nostro hotel perché ci vengano a prendere… fantastico, niente scarpinata con valige! Arriva un mini shuttle con un omino e ci portano al Kikunoya… un hotel bellissimo!!! Ora, le recensioni erano tutte belle e quindi avevamo delle aspettative, ma siamo stati davvero sorpresi! Non era una casetta giappo tipo Kyoto, ma lo stesso era molto tradizionale, la camera carinissima (sempre mini e con il letto più stretto della storia – i famosi 120cm!), gli yukata pronti e piegati sul letto. Abbiamo il bagno in camera… ma la doccia no… c’era scritto infatti dei bagni in comune, io mi aspettavo per questo una cosa più spartana invece il wc era di quelli super tecnologici con tanto di pannello di controllo (fotografato perché se no non ci credeva nessuno) e le “docce” in comune erano in realtà delle bellissime onsen… con vasca interna ed esterna, sempre divisi uomini e donne, in pratica una spa nell’albergo, di alto livello. Wow.
Una giapponesina ci accoglie e ci spiega tutto dandoci varie info, ci racconta anche che fino a ieri diluviava… oggi no!!! Visto il super meteo decidiamo di salire in cima alla collina dell’isola con una specie di funivia, di cui avevo letto qualcosa ma non avevo troppo approfondito, posto invece che merita una gita ad hoc perché è una zona dove si può fare trekking e visitare templi dispersi sui monti… bellissimo. Noi ci accontentiamo, visto il poco tempo a disposizione, di salire in cima e goderci il panorama, considerato che la “ropeway” chiudeva di lì a poco. Una vista super mozzafiato. La sensazione era di essere in montagna perché la funivia era praticamente uguale alle nostre e siamo saliti parecchio, ma il panorama giapponese con la costa, le colline verdi rotonde, le isolette varie, le “costruzioni” per la pesca alle ostriche in mezzo al mare blu e la città di Hiroshima all’orizzonte ne facevano una vista davvero unica e spettacolare. Bellissimo, un fuoriprogramma che ci è piaciuto un sacco, foto, foto, foto! Prendiamo l’ultima funivia per scendere (con una vocina asfissiante che continuava a ripetere che se non prendevi quella funivia dovevi fartela a piedi) e ci avviamo verso il famoso torii per gustarci il tramonto. E qui una nota a favore della Lonely Planet che consigliava caldamente di passare una notte sull’isola… merita davvero, i traghetti finiscono e in giro rimane poca gente, si crea una bellissima atmosfera in una location che sembra dipinta. Dimenticavo un dettaglio, anche qui come a Nara girano tantissimi cervi liberi, una meraviglia. All’inizio gli fai le foto perché mica sei abituato a vedere certi animali vagare liberi così… poi però questi diventano un po’ troppo “espansivi” finchè uno non si è addirittura azzardato a farci una sorpresa infilando il suo muso nella tasca di Marco per rubare la cartina! E nonostante il tiro alla fune non c’è stato verso, se l’è mangiata tutta. Pensa te. Cervi di Miyajima divoratori di cartine (plastificata pure!), che ridere. Il tramonto è stato bellissimo, mille milioni di foto al torii e al tempio sull’acqua, troppo scenografico per non continuare a scattare. Ero diventata come i giapponesi, continuavo a fare foto ovunque! La marea era alta, tanto che è passata una barca sotto il torii per fare un giro turistico nella baia… Una bellissima cartolina. In giro c’era talmente poca gente che i ristoranti erano quasi tutti chiusi, troviamo un baretto dove mangiamo un’ottima omelette in stile giappo (cioè non identificata) e assaggiamo le ostriche che qui sono di casa. Ci aspetta poi il nostro super hotel con le onsen rilassanti… che meraviglia, da me poi non c’era nessuno quindi era praticamente una spa privata a mia disposizione… triplo wow. Dopo un bel bagno caldo molto relaxing crolliamo nel nostro letto modello XS… buonanotte a Miyajima!
29/06/15
Sole che splende anche oggi. Abbiamo la mattinata a disposizione sull’isola prima del trasferimento a Tokyo. Andiamo a visitare il tempio sull’acqua che ieri abbiamo solo visto da fuori, stamattina c’è la bassa marea e il tempio ha un aspetto completamente diverso! Troviamo all’interno una bellissima coppia di sposi che si stanno facendo le foto con il torii sullo sfondo… che belli… molto romantici. Che poi fanno un po’ ridere perché si fanno le foto e stanno immobili per un sacco di tempo, senza toccarsi, mille foto uguali! Troppo forti. Anche noi comunque ci facciamo fare il servizio fotografico da tutti quelli che passano perché questo posto ci piace davvero un sacco… La marea continua ad abbassarsi finchè non arriviamo a camminare fino sotto al torii! E ieri ci passavano in barca… Bellissimo anche di giorno, ma le frotte di turisti iniziano ad arrivare… Facciamo un giretto per la via dei negozietti per comprare un po’ di souvenir vari, assaggiamo un panino con ostriche e curry, molto buono, e a malincuore andiamo a prenderci le valige. Riprendiamo il traghetto e salutiamo Miyajima, una bellissima isola che per noi è stata un po’ come la vacanza nella vacanza. Con il trenino torniamo a Hiroshima e poi super Shinkansen che in poco più di 4 ore ci porta fino a Tokyo (sono circa 900km… altro che Frecce…). E’ sempre figo vedere questi treni in stazione, sono di una puntualità pazzesca, in 2 minuti arrivano e partono senza nessun problema. Sfrecciamo via alla velocità della luce.
Arriviamo alla stazione di Tokyo, stavolta abbiamo l’hotel ad Asakusa, una zona per noi ancora inesplorata. Raggiungiamo l’hotel con la JR e metro, comodo pure questo, l’Unizo Inn, si trova proprio nella via che arriva al tempio famoso, il Senso-ji. La camera stavolta ci sembra quasi grande, nel senso che le valige si aprono addirittura comodamente! Dalla nostra camera (hi-floor – ndr) si vedono la pagoda a 5 piani e nientepopodimenochè la Sky Tree, illuminate… bellissimo. Usciamo per cena e facciamo un giretto veloce nei paraggi, passiamo dal tempio, ovviamente chiuso, ma tutto illuminato e con pochissima gente in giro, davvero suggestivo, foto, foto, foto. Tutto un altro quartiere qua, rispetto quello che abbiamo visto finora, sembra più tradizionale, forse un po’ meno ordinato (per gli standard giappo…). Troviamo una serie di baracchini in una via pedonale, tipo un mercato, fanno cibo di strada, ci ispira l’atmosfera e ci fermiamo in uno a caso, cibo molto buono ma ahimè porzioni micro… budget terminato, passiamo al 7-11 per il rifornimento colazione e un buon gelato!
30/06/15
Oggi ultimo giorno… sigh. Siamo già un po’ tristi, ma ci godiamo quest’ultima giornata facendo mille cose. Niente sole, ma non piove e si gira bene. Cominciamo con l’andare alla ricerca della palestra dove si allenano, in teoria, i lottatori di sumo. Dopo svariati giri di metro, con camminate kilometriche sotto terra, arriviamo nel punto giusto, gentilmente accompagnati da una ragazza polacca che studia giapponese… siamo davanti alla palestra ma è tutto chiuso e non c’è nessun cartello. Siamo stati sfortunati, niente sumo, proviamo a chiedere in giro ma niente, sob. Peccato, sarebbe stato bello vedere i ragazzoni all’opera… Marco è molto triste. Ci spostiamo sempre in metro a Ueno per visitare il parco. Girare in queste zone con le metro non è proprio immediato, ci sono parecchi cambi, ci si mette di meno ad arrivare a Shinjuku… che sta dalla parte opposta della città! Comunque, arriviamo al parco, immenso. Cominciamo il tour da un lago dove segnalavano un “lotus point”… in realtà il lago non si vede proprio, è tutto strapieno di fiori di loto giganti!! Fenomenali, mai visti così tanti, altissimi e foltissimi, non si vedeva nemmeno l’acqua! Era praticamente un bosco di fiori di loto. Continuiamo il giro tra laghetti vari e una bella passeggiata all’ombra dei ciliegi, non in fiore, ma belli lo stesso. Arriviamo all’ingresso dello zoo, con bambini giappo ovunque, sempre troppo belli. Proseguiamo seguendo il suggerimento della Lonely Planet con l’itinerario per la zona di Yanaka, una specie di quartierino tradizionale, con alcune viette davvero molto carine, non sembrava di essere a Tokyo, la stessa città di Shibuya e Shinjuku! I mille volti di una stupenda metropoli (consiglio cmq di vedere questa zona prima di visitare Kyoto…)
Da Yanaka arriviamo in metro fino ad Asakusa, per visitare di giorno il tempio Senso-ji, con la luce e milioni di persone. Decisamente meglio di sera… Un sacco di negozietti di souvenir e cibi vari, come sempre dobbiamo assaggiare qualcosa di non ben definito, tipo una polpetta alla crema di fagioli rossi… buona. Bello e maestoso il Senso-ji, ma anche qui sarebbe meglio visitarlo prima di aver visto i templi di Kyoto.
Continuiamo il nostro tour verso il lungofiume dove decidiamo di prendere una barca per una mini-crociera sul fiume Sumida, un giretto tranquillo non troppo panoramico perché la skyline di Tokyo è un po “old style” diciamo (rispetto a New York per esempio…), ma comunque piacevole perché è sempre un punto di vista diverso della città. E poi è stata una super occasione per scendere, a caso proprio, per visitare dei giardini che altrimenti ci saremmo persi, gli Hamarikyu Gardens. Davvero bellissimi, giardini giapponesi all’essenza, con tutto un sistema di dighe che regolavano il flusso dell’acqua dei vari laghetti. Meritavano la visita, erano ordinati perfino i fili d’erba… Essendo poi molto vicini allo Tsukiji perché non fermarsi qui per pranzo? Finalmente un po’ di sushi all’ora giusta stavolta, non alle 10 di mattina come al primo giorno… e così torniamo da dove avevamo iniziato! Rimaniamo nella zona esterna del mercato del pesce, ritroviamo un ristorantino consigliato, il Sushi Zan Mae dove la prima volta c’era una coda infinita, adesso invece entriamo e ci accomodiamo al bancone. Troppo bello vedere i cuochi all’opera, abbiamo beccato anche il rifornimento di pesce fresco, vivo e guizzante! Prendiamo un po’ di sushi, sempre perché se non lo mangi qui dove vuoi mangiarlo? E due piatti di pesce cotto, salmone e tonno… beh io rimarrò sempre dell’idea che il pesce è più buono cotto!
Riprendiamo la metro (anche oggi ovviamente abbonamento giornaliero) verso il parco di Shinjuku Gyennmae, non l’avevamo ancora visto pur essendo vicino a Shinjuku. Facciamo un giretto veloce perché chiudeva alle 16.30, avrebbe meritato di più… un parco bellissimo, molto simile a Central Park, prati immensi, alberi giganti e sfondo con i grattacieli, gente in relax, altri che giocano a pallone… un bel posto. Ma perché noi nelle nostre città non abbiamo dei parchi così?! Ritorniamo a Shinjuku, giusto per vedere di giorno la faccia del quartiere più pazzo di Tokyo, passiamo davanti al Robot Restaurant, non ho ben capito cosa fosse, e troviamo un negozietto “100yen shop” dove prendiamo delle bellissime bacchette come ultimi souvenir. Ennesima metro per dirigerci verso il nostro quartiere, o meglio, all’ultima meta del giorno, la Tokyo Sky Tree, ovvero la torre più alta del mondo. Il meteo regge ancora, per fortuna, sbuchiamo dalla metro ed è lì, sopra di noi, 632 metri di altezza, una roba mai vista, spaziale. Paghiamo volentieri i 2000 yen (la cosa più cara finora) per salire, non si arriva fino in cima ma ci si deve “accontentare” dei circa 350 metri dove si trova l’osservatorio principale a 360°. Una vista mondiale. Da urlo. Tokyo ai nostri piedi, c’era ancora luce per scattare la solita milionata di foto in versione daylight. Bellissimo. Ci riposiamo un pochino aspettando l’imbrunire e cerchiamo di ripercorrere dall’alto tutti i nostri mille itinerari, i vari quartieri, il fiume, i parchi… super. Arriva la notte e la città si accende di un miliardo di luci… le foto by night si sprecano! Spettacolo. Bellissima meta la Sky Tree per la fine del viaggio, è stata proprio una ciliegina.
Torniamo ad Asakusa, avevamo sbirciato in realtà il ristorante sulla torre con vista, ma era ovviamente per un altro pianeta… troviamo il nostro localetto per l’ultima cena: pesce arrosto, spiedini di carne varia e patate con salsa non identificata, tutto molto buono, immancabile birrozza di Sapporo per brindare al nostro meraviglioso viaggio.
01/07/15
Ecco, giugno è finito, è arrivato luglio e anche la partenza. Sveglia all’alba, metro, JR Yamanote e K’sei Line da Nippori per Narita. Giretto in aeroporto per gli ultimissimi souvenir giusto per finire gli yen rimasti (un sacco di kit-kat al the verde e la mia bellissima maglietta giappo!). Nessun problema con i biglietti, ci stampiamo addirittura noi le carte d’imbarco alle macchinette. Salutiamo per l’ultima volta i mitici bagni giapponesi e poi… ciao Japan! Ci sei proprio piaciuto.
PS arrivati a Malpensa e poi in stazione, il Freccia Rossa era in ritardo… welcome back to Italy!