Giappone, benvenuti nel Paese fluttuante

Un pratico itinerario per assaporare lo spirito del Sol Levante a 360 gradi tra modernità, tradizione, religione, tecnologia, metamorfosi, contrasti e identità. 15 giorni per un’avventura nipponica low cost
Scritto da: DANIELE80
giappone, benvenuti nel paese fluttuante
Partenza il: 03/08/2014
Ritorno il: 18/08/2014
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €
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è trascorso un po’ di tempo da quando io e il consueto gruppo di amici abbiamo acquistato in largo anticipo il biglietto aereo di andata e ritorno per Tokyo. Tutto è nato per caso, valutando come al solito più opzioni. Nel corso dei mesi invernali e nelle domeniche libere prendeva vita l’itinerario che ci avrebbe regalato esperienze uniche. Volevamo cogliere l’essenza di un paese che, mai come per noi occidentali, spesso si compone di stereotipi e luoghi comuni. Con 650 euro di biglietti di volo a/r, prenotazioni on line di hotel, vademecum di viaggio e tanta voglia di lasciarci lavoro e Italia alle spalle ci troviamo a Milano Malpensa pronti al decollo. Dopo uno scalo a Copenhagen e in tutto circa 14 ore di viaggio atterriamo all’aeroporto di Narita. Per via del fuso orario di 7 ore avanti rispetto al nostro paese naturalmente in Giappone è già il giorno dopo. Stanchi, ma emozionati ci dirigiamo verso l’ufficio turistico dove basiti constatiamo efficienza, cortesia e gentilezza davvero inconsueti e non possiamo che esserne entusiasti. Optiamo per raggiungere la megalopoli Tokyo con il mezzo più economico: la Keisei Main Line che con soli 1.030 Yen (circa 8 euro) ci traghetta nel ventre dell’antica Edo. Con un cambio alla stazione di Nippori e l’acquisto della praticissima tessera ricaricabile per i trasporti (SUICA) ci spostiamo sulla linea circolare Yamanote destinazione Ikebukuro, quartiere dove si trova il nostro hotel prenotato tramite booking.com, il The B Ikebukuro rivelatosi confortevole e in ottima posizione.

Tokyo è un gigantesco agglomerato di più centri urbani. Per non perderci e ottimizzare le nostre visite decidiamo di procedere per quartieri, scordando per qualche giorno l’idea di essere in una città colossale che avvolge tutta la fascia di terra costiera della zona. Oltre 34 milioni di abitanti, ma qui non si sprigiona alcuna aggressività. Sui mezzi di trasporto o nelle strade il senso di disciplina, il rispetto degli altri e delle priorità tutte squisitamente nipponiche facilitano spostamenti e rapporti quotidiani. Metro efficientissimi e dalla pulizia impeccabile, stazioni affollate, ma ordinate: ci si rende immediatamente conto di come i giapponesi organizzino fisicamente e mentalmente i loro spazi per incrementarne la funzionalità; in questo clima la nebulosa urbana disorienta meno e riusciamo a districarci con facilità dal groviglio di linee, ingressi, binari, direzioni.

La temperatura è ostile, circa 36 gradi, così come l’elevato tasso di umidità che soffoca. Ma siamo troppo avvolti da qualcosa di magicamente dolce e indefinito per fermarci: così già il primo giorno ci tuffiamo nella giungla urbana e con una linea metro panoramica, la Yurikamome, visitiamo la baia di Tokyo, il quartiere di Odaiba dove troneggiano la sede della Fuji Tv dall’avveniristica architettura e il famoso Rainbow Bridge, il ponte sospeso lungo quasi 1 km la cui vista al tramonto ci lascia senza fiato.

Il giorno successivo optiamo per una cornice diversa: il raffinato quartiere di Ginza ricco di storia e tradizione e quello di Marunouchi, la zona degli affari. Qui sostiamo al palazzo imperiale di cui purtroppo è possibile visitare solo il parco est e il fotografatissimo ponte Nijubashi davanti all’ingresso principale. Nel pomeriggio, semplicemente con mappa alla mano e strisciando la nostra SUICA dopo qualche stazione ci catapultiamo ad Akihabara. Suoni, rumori, neon lampeggianti, giganteschi ideogrammi e manifesti multicolori si miscelano per generare la famosa città elettrica dove si vendono prodotti elettronici ultramoderni accanto ai maid cafè e megastore di manga. Ancora inspiegabilmente desiderosi di vita ed energia la sera si fa tappa nella nottambula Shinjuku, il quartiere che non dorme mai, incastonato tra una selva di grattacieli. La zona calda è Kabukicho che pullula di locali, cinema, club, negozi di ogni tipo e naturalmente sale giochi e di pachinko, il famoso gioco giapponese.

All’alba del giorno seguente, le nostre mete sono più tradizionali. Ci rechiamo ad Asakusa dove visitiamo il magnifico e antico tempio buddista Sensoji che si ritiene sia stato fondato nel 628. L’imponente portale detto Kaminarimon e la sua grande lanterna sono luoghi dove il tempo sembra essersi fermato al periodo Edo (1603-1868). Ci lasciamo trasportare anche noi dall’atmosfera e ci godiamo le tradizionali bancarelle in stile lungo Nakamise Dori, la via che conduce al tempio. Dopo un pranzo in un ristorante locale a base di sushi e tempura davvero ottimi e a un prezzo irrisorio ci spostiamo ad Harajuku. Lì ci abbandoniamo alla tanto agognata frescura offertaci dal parco di Yoyogi che ci protegge dall’afa terribile e ci conduce al Meiji Jingu, un tempio shintoista dedicato all’imperatore Meiji costruito nel 1920. All’uscita è d’obbligo una passeggiata nelle vicine vie gremite di negozi e gadget di ogni tipo: Takeshita Dori e Omotesando. Per cena pieghiamo verso Shibuya, lo stimolante quartiere dal passo frenetico, degli incroci obliqui e cellula generatrice dei nuovi orientamenti giovanili. Qui c’è il quasi invisibile monumento al conosciuto cane Hachiko; è letteralmente inghiottito da giganteschi palazzi, schermi luminosi, karaoke all’aperto, colori e da un permantente brulichio umano.

Il mattino dopo si sale sulla Tokyo Skytree, la nuovissima torre alta ben 634 metri e con due punti d’osservazione. La prospettiva dall’alto della città ci regala nuove suggestioni, il tutto con un supporto tecnologicamente avanzato che ci permette di individuare i vari quartieri anche a distanza di chilometri. Poco lontano c’è il vasto parco di Ueno, primo parco del Giappone con uno zoo, musei d’arte, laghetti ed edifici di grande importanza storica. Dall’omonima stazione ci infiliamo nella stradina laterale ribattezzata Ameyoko gremita di negozietti di abiti, artigianato locale, pesce fresco e altri alimenti unici e, almeno per noi, davvero curiosi. La sera ci gustiamo il ‘nostro’ quartiere: Ikebukuro. Sul lato orientale dell’imponente stazione si trova la colorita Sunshine 60 Street, tra luci, botteghe, sale giochi e gente abbigliata in costumi manga.

Il giorno successivo convertiamo il Japan Rail Pass acquistato in Italia on line. Il voucher va presentato all’apposita biglietteria e ci viene consegnato l’effettivo pass. Con circa 200 euro per 7 giorni potremo salire su moltissimi treni giapponesi (compresi alcuni tipi dei famigerati Shinkansen). Espletate le semplici formalità, partiamo per Kamakura, prima capitale del Giappone feudale. Dista solo un’ora di convoglio da Tokyo e il suo spendore è dovuto alla concentrazione di templi e di statue a soggetto religioso (tra cui il Grande Buddha). Visitiamo le costruzioni principali tra cui l’Engaku-ji, il santuario Tsurugaoka Hachiman-gu e, dopo pranzo, l’Hase-Dera temple oltre al già citato Grande Buddha, monumentale statua in bronzo che supera i 13 metri di altezza. Muoversi per Kamakura è facilissimo: scendendo alla stazione di Kita-Kamakura un percorso-guida permette di raggiungere il centro città e il resto toccando tutti i punti fondamentali di interesse interamente a piedi. Per visitarla occorre una giornata e, se siete esausti, potete rilassarvi sulle coste del Pacifico che lambisce la spiaggia della cittadina.

Al rientro si sosta un’altra notte a Tokyo prima del grande trasferimento a Kyoto.

Al mattino, di buon ora, ci rechiamo nella stazione centrale della città. Da lì partono gli Shinkansen per Kyoto, i famosi treni proiettile ad alta velocità, fiore all’occhiello della tecnologia meccanica nipponica. Con il Japan Rail Pass è possibile (soprattutto su tratte lunghe) prenotare il posto a sedere gratuitamente, magari il giorno antecedente la partenza. Non è obbligatorio, vi sono anche vagoni con posti liberi, ma se ne guadagna in comodità. Attenzione: non tutti i tipi di Shinkansen sono prendibili con il Pass; sono esclusi i rapidi espressi Nozomi e Mizuho. I treni sono eccezionali e di una puntualità più che svizzera! In poco meno di tre ore siamo a Kyoto.

Subito ci assale il caldo afoso. Kyoto è meno dinamica e decisamente l’anima più spirituale del Giappone. Dopo una sosta anche qui all’ufficio del turismo per gli ultimi ragguagli acquistiamo la comoda tessera giornaliera per gli autobus al costo di 500 Yen (circa 4 euro). Girare Kyoto con le due sole linee di metro non conviene: non transitano nella maggior parte dei punti d’interesse turistico. I bus sono più lenti, ma maggiormente efficaci. Siamo così pronti per impadronirci della città. Dalla stazione si passa subito in albergo, il Kyoto Kokusai, molto carino e dagli spazi più ampi rispetto alla sistemazione di Tokyo. Da lì ci avviamo verso il silenzio e la pace del primo tempio che ci aspetta, il kinkaku-ji con il suo meraviglioso padiglione dorato e il tranquillo laghetto. Già si respira l’aspetto più tradizionale e storico della nazione. Il giorno successivo percorriamo la passeggiata del filosofo, un percorso molto ‘meditativo’ che, costeggiando un torrente ombreggiato da ciliegi, consente di vedere numerosi templi. Noi ci siamo soffermati sui più importanti tra cui il Ginkaku-ji noto come Padiglione d’Argento adornato da un giardino zen, ponticelli in pietra, uno stagno e un’architettura molto scenografica. Più avanti il Kiyomizu-dera, un antico tempio buddista dalla cui altura e terrazza è possibile osservare Kyoto in un’angolatura davvero suggestiva. La sera il popolare quartiere di Gion, quello delle Geisha. Il centro è abbastanza congestionato, ma è ancora possibile trovare piccoli angoli incantevoli dove passeggiare e sperare di incontrare gente in costume tradizionale.

L’indomani è il turno dell’affascinante santuario Fushimi-Inari dedicato alle divinità del riso e della raccolta. Il complesso è molto grande e si estende sui versanti boscosi della montagna vicina. E’ famoso per il sentiero lungo ben 4 km coperto da torii rossi (porte d’ingresso al santuario) e fiancheggiato da volpi, messaggeri della divinità dell’agricoltura.

Proseguiamo le nostre visite prendendo un treno locale direttamente dalla fermata del Fushimi-Inari in direzione Nara (circa 40 minuti). Per toccare i punti più importanti è sufficiente mezza giornata. Dalla stazione interamente a piedi ci dirigiamo verso il parco della città, famoso per essere circondato da daini selvatici in totale libertà. In circa mezz’ora abbiamo visto il celebre Todai-ji all’interno del quale si trova il Daibutsu (Grande Buddha) e il santuario Kasuga Taisha che sorge ai piedi della collina con ai lati delle vie d’accesso centinaia di lanterne. Dopo un po’ di riposo nel parco ritorniamo in stazione e riprendiamo il locale per Kyoto. La sera ci godiamo il castello di Nijo illuminato e praticamente fuori dal nostro hotel nonché una festa svoltasi poco distante con costumi, canti e danze tradizionali.

Un altro giorno arriva e l’avventura riparte. Andiamo alla stazione di Kyoto dove prendiamo nuovamente lo Shinkansen, ma questa volta direzione sud, ovvero Hiroshima. Dopo circa 2 ore siamo già alla meta. Come al solito ci muniamo di mappa della città all’ufficio del turismo e prendiamo il tram che ci condurrà alla fermata di Genbaku-domu-mae ovvero al Parco della Pace. La prima cosa che si vede è la cupola della bomba atomica, simbolo conosciuto della devastazione che ha colpito la città nonché uno dei rarissimi edifici rimasto in piedi dopo l’esplosione. Il parco è molto grande e si compone di un cenotafio che riporta i nomi di tutte le vittime accertate, la fiamma della pace e il monumento per la pace dei bambini dedicato a Sadako Sasaki, la bambina delle gru di carta. In fondo al vasto piazzale sorge il museo della pace. L’ingresso è senza coda e il costo ridicolo: 50 Yen ovvero circa 40 centesimi. La mostra racconta la storia della città da prima della bomba fino allo sganciamento. Vi sono sale colme di foto e oggetti ritrovati e recuperati dopo l’esplosione oltre alle raccapriccianti immagini delle vittime. E’ un’esperienza unica anche se annichilente.

Dopo pranzo riprendiamo il tram dalla fermata in cui eravamo scesi e proseguiamo in direzione Miyajima, l’isoletta dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Dal capolinea del tram il traghetto (anch’esso compreso nel nostro Japan Rail Pass) conduce in dieci minuti su quest’oasi turistica in mezzo al mare. Tra bancarelle di ogni sorta raggiungiamo il famoso torii che avevamo già visto dal battello, ovvero quello rosso vermiglio del santuario Itsukushima-jinja, uno dei monumenti più fotografati del Sol Levante. Quando la marea si alza sembra addirittura di vederlo fluttuare sull’acqua. Di nuovo traghetto, treno fino a Hiroshima e poi Shinkansen che ci riporta a Kyoto in serata.

Siamo all’ultimo giorno nel cuore della regione del Kansai. Al mattino un po’ di shopping nella centrale Shijo-dori e il pomeriggio a Osaka che dista solo 25 minuti di treno da Kyoto. Osaka è un concentrato di modernità, è la città degli affari, ma noi vediamo il suo lato più storico e turistico ovvero il castello di Osaka-jo continuamente restaurato nel corso degli anni con il suo immenso parco e la famosa zona Dotonbori, decisamente più vivace e commerciale, vistosa e appariscente: in pratica un altro volto di Osaka.

La sera ci rilassiamo in albergo e la mattina seguente riprendiamo lo Shinkansen direzione Tokyo. Raggiungiamo la capitale nel primo pomeriggio e dedichiamo l’ultima giornata in terra nipponica acquistando qualche souvenir tipico, facendo una scorpacciata di oggettistica e gadget dal mondo manga e passeggiando per il quartiere che più ci ha colpito, ovvero Shibuya. All’alba del giorno dopo carichi di pacchi, valige e di belle sensazioni ci avviamo all’aeroporto di Narita per ritornare a casa. Questo viaggio ci ha permesso di approfondire e toccare con mano una cultura molto distante dalla nostra. Scoprire il Giappone è stato come tornare bambini: innocenti emozioni, piacevoli sorprese, continue emanazioni di un fascino indescrivibile; è come penetrare un mondo a sé stante a partire dagli stili di vita fino al modo di concepire la natura e la ritualità dell’esistenza. Non posso quindi concludere che con la preziosa citazione della scrittrice giapponese Banana Yoshimoto tratta dal libro Kitchen in cui spesso ci siamo rivisti nel progettare e vivere questo viaggio: “La strada è sempre decisa, non però in senso fatalistico. Sono il nostro continuo respirare, gi sguardi, i giorni che si susseguono a deciderla naturalmente”.

DATI PRATICI

Quando andare: sempre (anche se i mesi estivi sono molto afosi)

Durata: 15 giorni circa

Città visitate: Tokyo, Kamakura, Kyoto, Osaka, Nara e Hiroshima

Viaggio: aereo + treni interni

Costo a persona: 1600/1700 euro approssimativamente (di cui 650 euro volo a/r prenotato 9 mesi prima, 209 euro Japan Rail Pass di seconda classe durata 7 giorni, 500 euro di alberghi più trasporti extra come metro etc.)

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