Giappone aspettaci, torneremo

Viaggio di nozze tra Hiroshima, Osaka, Tokyo... immersi in una cultura completamente diversa dalla nostra
Scritto da: Rubina76
giappone aspettaci, torneremo
Partenza il: 20/09/2010
Ritorno il: 05/10/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Quando io e Francesco ci siamo sposati non abbiamo avuto dubbi. Il nostro viaggio di nozze sarebbe stato in Giappone! Entrambi figli dei cartoni animati giapponesi e dei videogame anni ’80, sognavamo di visitare il sol levante per immergerci in una cultura completamente diversa dalla nostra, ma che ha influenzato tutta la nostra infanzia.

Siamo andati in autonomia e a nostro avviso il modo migliore di visitare questo Paese straordinario che supera la barriera linguistica grazie ad un’efficienza e una organizzazione che lo rendono “a prova di stupido”. I giapponesi non parlano granché inglese, ma sono talmente gentili che non demordono finché non hanno aiutato il turista in difficoltà. Inutile dire che una delle caratteristiche che saltano immediatamente all’occhio dei gaijin (gli stranieri) è l’estrema organizzazione in tutto: dalle file alla cassa alla pulizia delle strade,dei bagni pubblici, dei treni fino addirittura ai letti dei fiumi. Altra particolarità giapponese è la sicurezza: è davvero raro assistere o essere oggetto di atti criminosi. In Giappone esiste la grande criminalità (Yakuza, una delle mafie più potenti del mondo) ma la microcriminalità è pressoché assente.

Prezzi: molto meno caro di quello che ci aspettavamo. Non che sia a buon mercato, ma per chi vuole si può mangiare e dormire a prezzi più che ragionevoli. Essendo turisti con il Japan Rail Pass avevamo anche quasi tutti i trasporti inclusi, sia nelle grandi città che nei grandi spostamenti (sono esclusi solo le linee delle metropolitane private e gli shinkansen più veloci).

Piccola raccomandazione: noi siamo partiti con un po’ di denaro contante. Una volta là abbiamo imparato che in Giappone i bancomat e le carte occidentali funzionano solo negli uffici postali e nei bancomat posti all’interno dei kombini (supermercati aperti 24h al giorno) delle catene tipo seveneleven.

Cibo: La cucina giapponese è un’esperienza. Oltre ai classici sushi e sashimi abbiamo assaggiato ottimi piatti caldi come tempura, ramen (in mille varianti), tonkatsu, il sublime manzo di hida e la spettacolare cena kaiseki in ryokan, più che una cena una vera e propria esperienza di vita.

1° Giorno

Dopo un giorno di viaggio (considerando le 7 ore di differenza dal Giappone) atterriamo a Narita, dove, col Narita Express in meno di 40 minuti arriviamo alla stazione centrale di Tokyo dove ritiriamo i nostri Rail Pass e ci dirigiamo verso l’albergo, situato vicino allo Shiba park e alla Tokyo Tower. Sperimentiamo subito la proverbiale cortesia dei giapponesi, infatti, vedendoci in difficoltà nel trovare l’hotel (in Giappone gli indirizzi sono piuttosto complicati da decifrare) un signore ci accompagna a destinazione. Posati i bagagli ci immergiamo nella metropoli tentacolare. Prima tappa: Akihabara, il quartiere degli Otaku, elettronica e manga. Affascinati da questo universo culturale così diverso dal nostro perdiamo le prime ore del nostro viaggio tra le bancarelle traboccanti di oggetti elettronici di tutti i tipi, negozi di manga e ragazze vestite da perfette cameriere che ci invitano nei famosi maid cafè. Capiamo subito che nonostante le dimensioni immense Tokyo è una città pulitissima dove è persino vietato fumare per strada (ma non in tutti i bar) messaggio ricordato da grandi adesivi attaccati sui marciapiedi ogni centinaio di metri. Distrutti dal sonno e scombussolati dal jet lag all’ora di cena torniamo all’albergo e ci addormentiamo immediatamente.

2° giorno

Sveglia di buon ora e, dopo un caffè da starbucks, prendiamo la metro con destinazione il mercato del pesce più grande del mondo: Tsukiji. Una città nella città in cui mezzi non ben identificati sfrecciano da una parte all’altra trasportando enormi quantitativi di pesce. Occhio a non favi travolgere, tendono a non frenare! Nonostante sia ancora mattino presto decidiamo di provare l’ebrezza di una seconda colazione a base di sushi a chilometro zero. Ci mettiamo così ordinatamente (altra regola: le file sono ordinate e vanno rispettate) in fila in uno dei sushi bar che animano il mercato. Quando tocca a noi il cuoco ci prepara i deliziosi manicaretti che noi avevamo indicato sulle foto alle sue spalle. Da lì partiamo alla volta del quartiere di Asakusa per visitare il tempio Senso Ji, il più famoso della capitale anche grazie a Nakamise dori, la strada mercatino in cui si trovano migliaia di souvenir talvolta anche artigianali. Non resistiamo dai mille colori e suoni provenienti dalle bancarelle e procediamo al nostro primo acquisto, due ombrelli di carta da un famoso artigiano segnato sulla Lonley Planet. A differenza altri templi (come scopriremo più avanti) qui regna la confusione, ma rimaniamo subito affascinati dalla spiritualità giapponese. A pranzo troviamo, con le consuete difficoltà, il Sometaro, un locale segnalato che fin dall’ingresso ci ha conquistati. Consumiamo il okonomiyaki piatto tradizionale che cuciniamo noi stessi nulla griglia inserita nel tavolo. Non fosse per il caldo opprimente sarebbe tutto perfetto. Ritornando verso la stazione della metropolitana passiamo per kappabashi dori, famosa per i negozi che vendono le riproduzioni in plastica del cibo (che quasi tutti i ristoranti espongono in vetrina e che per gli stranieri si rivela utilissima). Passiamo il pomeriggio a Ueno, girando per il chiassoso mercato di Ameyoko, posto sotto i binari della ferrovia e pieno di cianfrusaglie di ogni tipo e dei cibi e spezie più disparati. Questo quartiere dall’aria un po’ decadente è in realtà un luogo molto identitario, un concentrato di curiosità: dai love ai capsule hotel, dalle alienanti sale pachinko agli izakaya, tradizionali “pub” giapponesi. Sarà la pioggia, o la notte che si avvicina, ma sembra davvero di essere sul set di Blade Runner. Ceniamo da Ueno Yabu Soba dove per l’appunto assaggiamo i nabeyaki soba, tagliolini di grano sarceno con verdure uovo e tempura, deliziosi!

3° giorno

Nikko è una città santuario situata sulle colline tra verdi boschi muschiosi custodi di templi meravigliosi dell’epoca Edo. L’accesso all’area sacra è sancito da un ponte rosso (shin kyo). L’area dei templi comprende diverse attrattive in un unico biglietto. Dall’imponente complesso del Tosho Gu al cui interno si trova il mausoleo di Tokugawa Ieyasu (uno dei più importanti shogun della storia) la porta Yomei Mon (talmente bella che, per non far infuriare gli dei, gli artigiani inserirono una colonna al contrario) la pagoda a 5 piani e il nemeru neko, piccola scultura lignea di un gatto dormiente, famosa per la sua verosimiglianza (boh?!). Il Taiyuin-byo è il tempio mausoleo del nipote di Ieyasu, circondato da lanterne di pietra e situato in un surreale bosco di criptomerie. Infreddoliti e umidi ci concediamo un pezzo di torta in una tea room di fronte alla stazione e, nel tardo pomeriggio, rientriamo a Tokyo. Per cena andiamo a Ginza e, proprio sotto i binari della ferrovia, consumiamo un ottimo pasto in un Izakaya: Shin Hi No Moto, per gli amici Andy’s. Occhio che quando passa il treno trema tutto!

4° giorno

Ultimo giorno a Tokyo: il tempo non è clemente, così passiamo la mattinata a visitare il Museo Edo Tokyo, dove proviamo l’emozione di vedere un teatro Kabuki ricostruito. Per pranzo ci spostiamo di quartiere in previsione di una caccia ai cosplayer. Ikebukuro è famoso sopratutto per l’immenso centro commerciale di Sunshine City, ci si potrebbe perdere una settimana dentro (ma non è il nostro genere di vacanza). Mangiamo da Tonkin e gustiamo i Tonkotsu Ramen ordinati mettendo soldi in una macchinetta con le immagini di tutte le versioni possibili di ramen. Li per lì rischiamo di ordinare solo un uovo extra ma ci correggiamo quasi subito! Finiamo la giornata, dopo una passeggiata a Ginza ci dirigiamo a Roppongi, dove ceniamo da Gogiyo Ramen e mangiamo una porzione enorme di Gogashi Miso Ramen, una particolare zuppa di miso scuro consumata in un locale molto accogliente.

5° giorno

Iniziamo la nostra avventura con i famosi treni giapponesi, pulitissimi e puntualissimi (la prenotazione è obbligatoria ma molto semplice). La tappa è Takayama, città che mantenuto un centro storico praticamente intatto grazie alla sua posizione tra le Alpi giapponesi. Takayama è imperdibile, soprattutto se si vuole vedere da vicino la storia e l’architettura tradizionale di questo Paese. Finalmente proviamo l’emozione di pernottare in un Ryokan, locanda tipica con onsen privato. Spettacolare! Appena arrivati ci immergiamo tra le vie del centro storico, tra distillerie di sakè e negozi di artigianato. Certamente non mancano le trappole per turisti ma è tutto talmente bello che è impossibile non innamorarsene. La sera ci viene servita in camera la famosa cena Kaiseki, un misto di scenografia e sapori davvero incredibile. Dopo cena usciamo per osservare la città di notte, con le sue lanterne accese, e beviamo una birra da Tonio, english pub in cui incontriamo altre coppie italiane in viaggio di nozze.

6° giorno

Dopo la colazione tradizionale in Ryokan (bellissima come sempre ma… per stomaci forti!) ci beviamo un caffè camminando nel mercato mattutino lungo il fiume. La giornata è splendida e passeggiare tra i banchi colmi di stranezze gastronomiche è un’esperienza davvero piacevole ma il bello deve ancora venire… per pranzo seguiamo il consiglio della L.P. e andiamo al Takumi – Ya, dove assaggiamo il paradisiaco manzo di Hida cotto sul tavolo con fornello incorporato. Una vera delizia per il palato… Dedichiamo il pomeriggio alla visita di Hida-no-Sato, villaggio degli abitanti di Hida in cui si possono osservare le tradizionali case dal tetto di paglia: le gassho-zukuri. Durante il viaggio per il villaggio si può “ammirare” il santuario mondiale della Sukiyo mahikari, una vera bruttura! Rientrati in ryokan indossiamo gli Yukata e ci immergia (separatamente!) nell’onsen in attesa della seconda straordinaria cena kaiseki servita da una elegante signora in kimono.

7°giorno

Dedichiamo la mattina alla visita del museo Yatai Kaikan, dove sono conservati i carri meravigliosi del Takayama matsuri, una delle feste più celebri del Giappone. Dopo un’ultima passeggiata tra le vie di questa splendida cittadina, prendiamo il treno verso l’unica tappa che ci sentiamo di sconsigliare: Kanazawa. Nel pomeriggio visitiamo una delle poche attrazioni degne di nota, il Kenrokuen, uno tre più importanti giardini del Giappone. Lo spettacolo della cura tipicamente orientale rende il giardino una meraviglia mozzafiato in cui perdersi serenamente e rilassarsi a contatto con la natura. Decine di giardinieri indossano curiosi cappelli di paglia a cono e strappano a mano ogni filo d’erba in disordine contribuendo all’equilibrio perfetto tipico di un giardino giapponese. Terminata la visita facciamo una passeggiata nel pittoresco quartiere dei Samurai Nagamaki, carino e ben conservato. La sera proviamo l’esperienza di una classica tempura da Janome -Sushi – Honten. Ci sediamo al bancone e il simpatico cuoco ci intrattiene raccontandoci del suo amore per l’Italia. Non appena gli diciamo che veniamo dalla Liguria (La Spezia) ci racconta che il suo sogno è andare niente di meno che alle 5 Terre! La tempura cotta al momento è una vera delizia, il sushi freschissimo e squisito e il conto un po’ salato vale la candela!

8° giorno

Per prima cosa facciamo un giro al mercato cittadino Omicho, uno spaccato di vita giapponese, e poi passeggiamo tra le vie del quartiere delle geishe Higashi Chaya-Gai. Le case sono ben conservate ed è possibile visitare il museo della foglia d’oro, dove assaggiamo il tè con pagliuzze d’oro che poi decidiamo di acquistare. Concludiamo la giornata nel quartiere di Teramachi e la visita al tempio di Ninja-dera. Il giudizio finale è che Kanazawa non è brutta ma due notti sono davvero troppe.

9° giorno

Di buon’ora partiamo con lo shinkansen destinazione Kyoto, la millenaria capitale del Giappone. Il consiglio, se progettate un viaggio nel Paese del Sol Levante, è dedicare più giorni possibile alla visita di questa fantastica città, unica e ricca di storia. Arriviamo nella futuristica stazione centrale in cui perdersi è la regola! In tre giorni non siamo riusciti mai ad uscire dalla stessa parte! Usciti dal labirinto e trovato l’albergo ci dirigiamo verso il Castello Ni-Jo, costruito nel 1603 come residenza di Tokugawa Jeyasu. L’edificio è straordinario nella sua semplicità e il pavimento “usignolo” cigola al passaggio di ogni persona (un antico antifurto contro gli intrusi!). Anche il giardino che lo circonda è notevole! Da lì seguiamo il consiglio della L.P. e percorriamo un tragitto pedonale tra antiche abitazioni in legno e templi stupendi. Partiamo dalla zona sud di Higashiyama e passando attraverso il parco di Maruyama Koen, arriviamo al Kodai-Ji, tempio del 1605. Da qui partono le pittoresche vie di Sannen-zaka e Ninen-zaka in cui vale la pena perdere un po’ di tempo: negozi di artigianato e graziose ragazze in kimono rendono l’atmosfera… millenaria! In fondo a Sannen-zaka parte una ripida scalinata di pietra che conduce al Kiyomizu-dera, una delle perle della città. Imponente e massiccio, il tempio è appoggiato su enormi palafitte. Dalla sua grande terrazza si gode una spettacolare vista della città. Favoloso! La sera si avvicina e prima di cena diamo il via all’attività più nota di Kyoto: la caccia alla geisha nel quartiere di Gion. Le lanterne sono accese e migliaia di turisti girano con la macchina fotografica sotto mano per catturare l’immagine di una giovane maiko o di una esperta geisha. Non siamo fortunati e ci riproveremo nei prossimi giorni! Percorriamo la strada più bella dell’Asia Shin-bashi, straordinaria di sera.

10° giorno

La prima visita della giornata (piovosa) è il To-Ji, tempio raggiungibile a piedi dalla stazione. La sua particolarità è la pagoda più alta del Giappone, di ben 5 piani e 57 metri di legno! Bello anche il giardino! Ora ci attende l’immagine da cartolina più famosa e vista di tutto il Giappone: il Rokuon-Ji. Il Padiglione d’oro si erige in mezzo ad un lago tranquillo e si mostra scintillante agli occhi increduli dei numerosissimi visitatori. Uno spettacolo incredibile che si riflette a specchio nell’acqua e la cui sapienza edificatoria è davvero superba. Piove, piove e piove. Fradici ci rifugiamo da Hinode-Udon, tipica taverna giapponese che serve solo udon e riso. Armati di un enorme tovagliolo di immergiamo nei buonissimi nabeyaki udon, rispettando la tradizione Giappone di succhiare rumorosamente gli spaghetti! Il tutto per un prezzo imbattibile! Nel pomeriggio piove un po’ meno e decidiamo di percorrere a famosa passeggiata del filosofo. Immersa nella natura e nel silenzio, Tetsugaku-no-michi deve essere uno spettacolo sia in autunno, quando le foglie si colorano di un rosso brillante, che durante l’hanami (la fioritura dei ciliegi). Tuffati in un’atmosfera irreale lungo il sentiero deviamo per visitare il Honen-in, tempio nascosto in un bosco millenario che ci ha regalato un momento di profonda serenità interiore grazie al silenzio che lo circonda e racchiude. Al termine della passeggiata arriviamo al Ginkaku-Ji, il Padiglione d’argento (che d’argento doveva essere ma non è!), circondato da un meraviglioso giardino zen e da boschi incontaminati. Sulla strada verso l’albergo facciamo in tempo ad entrare nel Nishi Hongan-Ji, enorme tempio di legno composto da 5 edifici. Dopo una doccia veloce ripartiamo per Gion e finalmente… niente geishe :(. Finiamo per fare due passi nell’animato Pontocho e dopo una cena a base di carne (tonkatsu) all’Ootoya, ce ne andiamo a dormire.

11° giorno

Prenotiamo, come vuole la regola, i posti sul treno e ci dirigiamo verso Nara, prima capitale del Giappone. Il Nara Koen è abitato da circa 1200 cervi che girano liberamente e ogni tanto si mangiamo lembi di maglioni o pezzi di cartine di turisti distratti! La maggior parte degli 8 siti dichiarati patrimonio dell’umanità si trovano all’interno del parco. Passiamo attraverso il portale principale del Todai-Ji e ci troviamo di fronte all’imponente Daibutstu den, che contiene il grande Buddha una gigantesca statua di bronzo (tra le più grandi del mondo) realizzata nel 746. Mentre visitiamo la sala vediamo la fila dei bambini che cercano di attraversare un buco alla base di una colonna che,narra la leggenda, dia la garanzia dell’illuminazione. Fortunatamente nessuno rimane incastrato. Proseguiamo il nostro giro e godiamo del paesaggio della pianure di Nara dal portico del Nigatsu-do. Dopo uno spuntino al centro visitatori ci addentriamo in una foresta primordiale, popolata, oltre che dai cervi, da migliaia di lanterne di pietra che indicano il cammino verso il santuario di Kasuga Taisha. Un luogo mistico e di una bellezza rara. Osiamo solo immaginare lo spettacolo della festa delle lanterne che si svolge qui 2 volte l’anno. Usciti dal santuario imbocchiamo il sentiero che conduce al Wakamiya-jinja e poi al centro città da cui ripartiamo alla volta di Kyoto. Doccia veloce e indovinate un po’?! Caccia alla geisha!! che per la prima volta si fa vedere in tutta la sua bellezza. Accompagnata da una maiko si reca velocemente al suo appuntamento, mentre centinaia di turisti la seguono per fotografarla. E’ molto importante essere rispettosi e non infastidire le geishe, che già sono schive per natura e difficilmente si mostrano in pubblico. Vederle però è davvero un’emozione! La cena che ci regaliamo è costosa ma vale ogni yen speso. L’ Ozawa è un locale sul ruscello che costeggia Shin Bashi, seduti sul tatami, gustiamo una tempura fatta al momento cucinata da una silenziosa signora che sceglie i pezzi di verdura e pesce da friggere senza chiederci le nostre preferenze, quasi fosse un rituale. Questa nostra ultima sera a Kyoto si chiude con la consapevolezza che questa città meriterebbe una visita molto più lunga e che se ne avremo mai occasione sicuramente torneremo.

12°giorno: Hiroshima

Nessuna parola può descrivere ciò che si sente e si vede nel parco e nel museo della pace. Lasciamo che il silenzio, lo stesso silenzio che ci ha accolto durante la visita, parli per noi. Da non perdere. Mentre ritorniamo alla stazione veniamo travolti da una onda ordinata di tifosi, che vestiti dei colori delle loro squadre, eppure mischiati tra loro, vanno allo stadio a vedere il match clou del campionato di baseball, sport nazionale: Hiroshima Toyo Carps vs Hanshin Tigers. Diventiamo seduta stante ultras delle carpe di Hiroshima. Nel frattempo è ora di prendere il treno e poi il battello per la sacra isola di Miyajima dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Su quest’isola soggiorniamo nuovamente in un ryokan (dove faremo la conoscenza del ragno più grande del mondo) e fotografiamo centinaia di volte l’attrazione più famosa del luogo: il torii galleggiante di Itsukushima-jinja. Consigliamo di pernottare sull’isola, per poter godere dello spettacolo notturno e soprattutto privo di orde di turisti. Anche il santuario a cui da accesso il torii è fantastico. L’isola è popolata da cervi (come a Nara) che girano liberamente per il paese entrando nei negozi ed elemosinando cibo da tutti i turisti (la mia polo nera ringrazia). La sera, dopo un ‘altra fantastica cena kaiseki, compriamo una (due, tre..) birra al distributore e ci facciamo rapire dal magnifico panorama e anche da una fantastica trasmissione-gara di mangiatori di ramen.

13°giorno

Dopo una mattinata ancora in giro per l’isola riprendiamo battello e treno, questa volta in direzione Osaka. È poco il tempo che possiamo dedicare a questa città, ma non ci facciamo mancare Dotonbori, la famosissima strada che si dice abbia ispirato l’ambientazione di Blade Runner. La folla di gente che attraversa questa strada è davvero impressionante, così come la quantità di luci e suoni che la rendono scintillante. Per cena ci facciamo consigliare ancora una volta dalla Lonely Planet e andiamo a mangiare l’okonomiyaki da Kibo. E’ un piatto misto di diversi tipi di carne pesce e formaggio, il tutto cotto sulla piastra al centro del tavolo.

14°giorno

Ci si alza all’alba e si prende il volo dall’avveneristico aeroporto di Osaka alla volta di Parigi e, infine, Milano.

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