Giappone 11
Le coste sono frastagliate, con alte montagne e decine di vulcani: il Giappone è uno dei territori a più alta sismicità del pianeta.
E’ abitato da circa 150 milioni di persone perlopiù di religione scintoista o buddista e di lingua giapponese ma è molto usato l’inglese quale lingua commerciale.
La produzione industriale, particolarmente importante quella tecnologica, è la seconda del mondo anche se deve dipendere dalle importazioni delle materie prime (soprattutto il petrolio). La pesca è abbondantissima (la flotta peschereccia giapponese è la più grande del pianeta), base essenziale per l’alimentazione in cui il pesce riveste una importanza primaria.
E’ necessario il passaporto e il visto per permanenze superiori ai tre mesi.
FUSO ORARIO: + 7 ore (in estate), + 8 ore (in inverno) DURATA DEL GIORNO: massima 14,5 ore (giugno), minima 9,3 ore (dicembre) La primavera è la stagione ideale per visitare il Giappone; incomincia presto (a marzo) nelle isole del sud (Okinawa), a metà aprile (Honsu) e a fine maggio (Hokkaido). Questa stagione, meno piovosa dell’estate, è molto soleggiata e presenta temperature gradevoli.
L’estate è molto piovosa e inizia con una breve stagione delle piogge. Quando non piove una gran afa rende difficile sopportare il caldo, a volte torrido. I tifoni si abbattono specialmente nelle isole meridionali (Kyushu, Sikoku).
L’autunno è caldo nel sud fino a metà novembre, molto mite fino al termine di ottobre nel resto dell’arcipelago.
In inverno nevica abbondantemente soprattutto a Hokkaido e Honsu. Le temperature sono glaciali a Hokkaido.
A Tokyo e Osaka l’inverno è freddo ma poco piovoso in compenso è luminoso e con diverse giornate di sole.
La temperatura del mare in Giappone è di 23° in giugno e 27° in agosto. Ma più a nord, come a Hokkaido, l’acqua è molto più fredda, soltanto 22° in agosto.
In inverno portate abiti caldi e per le stagioni intermedie capi di mezza stagione e un impermeabile. Dal momento che nelle case, nei templi e nei ristoranti occorre togliersi le scarpe è meglio evitare quelle con le stringhe.
Non ci sono particolari pericoli ma in estate città e campagne sono invasi da enormi quantità di scarafaggi neri, schifosi ma innocui.
Il Giappone è un paese ad alto tasso erotico (chi ha visto il film ‘Tokyo decadence’ non può non ricordarlo); secondo la religione scintoista la castità è follia, il corpo è sacro, non esiste alcuna distinzione fra corpo e anima e non sono contemplate regole tipo ‘non commettere atti impuri’. Anche l’omosessualità non genera alcun senso di colpa.
La dottrina Confuciana però rileva come il sesso possa turbare l’ordine sociale.
Il mix etico-religioso è probabilmente alla base della radicalizzazione del porno in Giappone in cui la trasgressione è concepita solo se parte di una vera e propria struttura. Ecco quindi il motivo di diffusione di saloni dell’amore, ‘love hotel’, karaoke erotici, masochisti in affitto: una organizzazione a livelli quasi maniacali.
L’industria del sesso (shasei shangyo, industria dell’eiaculazione) raccoglie quasi 150.000 club con più di un milione di ragazze a tempo pieno che sono pronte a soddisfare ogni tipo di fantasia (molti locali di spogliarello somigliano a visite ‘ginecologiche’ con i clienti muniti di lampadina tascabile e lente d’ingrandimento). Per i giapponesi il ‘sesso a pagamento’ è perlopiù una esperienza collettiva soprattutto con i colleghi di lavoro.
Il feticismo dei giapponesi è proverbiale e raggiunge vette da noi inimmaginabili.
E ‘ uso, nei giorni di festa, che le ragazze dei club e delle case di tolleranza regalino, ben impacchettato come un cadeau, un pelo di pube ai clienti. A Tokyo vi sono negozi specializzati in biancheria intima usata (calze, slip, reggiseni, scarpe..) da ragazze giovani, spesso minorenni; la biancheria viene venduta (sottovuoto) con tanto di certificato di garanzia e foto della ex proprietaria. Peraltro la prostituzione giovanile è altissima, le studentesse lo fanno per potersi pagare l’ultima moda di abbigliamento firmato. Questi sono soltanto alcuni esempi, i più descrivibili. Per i tanti altri lasciamo la ricerca d’informazioni agli interessati i quali debbono però ricordare che molti locali sono ‘for japanese only’; si valuta che ogni sera siano oltre 400.000 i soli clienti giapponesi dei vari locali.^ Il Viaggio PRIMO GIORNO Volo aereo.
Varie compagnie fanno servizio con il Giappone. La Jal (di cui ci siamo serviti noi) è la compagnia di bandiera ed è una delle migliori al mondo. Effettua un comodo volo notturno da Roma che arriva a Tokyo di prima mattina. SECONDO GIORNO Arrivo all’aeroporto internazionale di Tokyo (Narita) in mattinata.
Per arrivare in città avete varie possibilità: dai mezzi pubblici (treno e autobus) ai taxi (molto costosi) oppure noleggiare un’auto che ha senso soltanto se pensate di muovervi nei dintorni oppure se prevedete di fare ore molto piccole. Infatti i mezzi pubblici terminano i servizi a mezzanotte e dopo non è facile trovare taxi liberi men che meno taxi che si fermino lungo la strada. I Taxi a Tokyo (e in tutto il Giappone) sono sempre molto cari la notte carissimi (e spesso introvabili, vedi sopra); inoltre la comunicazione è molto difficile perché i codici di riferimento toponomastici sono assai diversi.
Lungo il percorso verso la città noi abbiamo visitato subito lo Skydome la pista artificiale di sci, montagne e valli di neve ghiacciata offrono la possibilità di sciare in piena estate. Si paga in relazione al tempo di permanenza; prevedete almeno 1 o 2 ore. Tenete anche presente che all’interno c’è una temperatura di -4° e che potete noleggiare tutto il necessario: scarponi, tute, sci, doposci ecc.
Arrivando in città dovete scegliere l’albergo: è consigliabile aver effettuato la prenotazione dall’Italia perché non è facile trovare posto, soprattutto negli alberghi alla portata degli occidentali (che non siano businessmen).
La Tokyo by night andrebbe visitata con una guida, un amico italiano o giapponese. Il fai da tè può essere molto rischioso (in termini economici, la sicurezza non è un problema). Possiamo consigliare: a Shinjuku : zona di Kabukicho, Goldengai (baretti frequentati da intellettuali), a Nichome (gay bar ma anche con etero), a Ikebukuro (dove si trovano i barboni –homeless- che si preparano per la notte ripari di cartone, però molto ordinati e puliti). Qui la guida è fortemente raccomandata ma difficilmente un giapponese vi ci porterà dal momento che hanno (in genere) un alto senso dell’immagine del loro paese, e questo non uno spettacolo per stranieri.
Al quartiere Shibuya : print- club, calze scese, carte false, junk-food (tutti fenomeni modaioli del periodo in cui ci siamo andati noi. Ora ve ne saranno di nuovi)^ TERZO GIORNO Mattina A questo punto potete iniziare la visita della città di giorno.
Troverete ovunque motivi d’interesse e il tempo passerà molto velocemente. Noi possiamo dare soltanto alcuni consigli prendeteli come un esempio delle tante possibilità. Andate comunque allo Yasuda bld. A Shinkuju (vi è esposto il quadro di Van Gogh ‘I girasoli’ il quadro più pagato nella storia dell’arte con tanto di spiegazione da parte dei proprietari del perché è stato acquistato) e al Museo virtuale (il primo al mondo). Non perdete una partita al Golf club ‘Toramon’ (golf sui tetti) e al Pendulum di Shinjuku (grattacielo con vista sulla città e con il pendolo più grande del mondo).
Syusy in questa giornata ha visitato una scuola elementare assistendo ad alcuni momenti della giornata tipo e ha parlato con studenti ed insegnanti e incontrato il prof. Minei (che parla un po’ di italiano) autore di un saggio sulla scuola italiana che, a suo parere, è la migliore al mondo .
Purtroppo non è facile essere ammessi a visitare le scuole se non si è introdotti da persone ‘conosciute’.
Se non avete questa opportunità non disperate e non perdetevi una lezione di Origami in una delle tante scuole che insegnano questa nobile arte orientale ma proprio non potete perdere una performance di teatro NOH, magari con il maestro Sekine Shoruku al Kanze Nohgakudo di Shibuia..
Ricordate che gli spettacoli sono in genere nel pomeriggio.
Se invece siete interessati al genere cercate il negozio di Sado Maso ‘familiare’ a Kojimachi.; la proprietaria è una donna .
Di giorno o di notte andate a Rappongi il quartiere delle sale giochi e delle discoteche (aperte, naturalmente, solo la notte; una delle più note , al momento del nostro viaggio era il ‘Belfarre’ ).
La Notte: se ve lo potete permettere andate al Creole, locale esclusivo con prezzi astronomici in cui i manager aziendali portano i clienti di riguardo (a spese dell’azienda); tutte le hostess sono in kimono. A notte fonda è possibile andare allo Shinjiku per riprendere i Mister Ladies (travestiti) Ci sono molti locali in cui si fà anche karaoke (con un po’ di fortuna si potrebbero fare incontri curiosi, anche manager in “libera uscita”, travestiti da colf) oppure si potrà assistere ad una ‘street performance’ di Kinbaku’ l’arte di ‘legare(che in Giappone non è considerata una perversione sessuale).
Alle ore 4 o al massimo alle 5 andate a Tsukiji il mercato del pesce, (l’ora è tassativa ma lo spettacolo è unico) per una colazione con sushi freschi, zuppa di alghe ecc.In luogo del solito cappuccino che si è soliti prendere in Italia dopo una ‘notte brava’. QUARTO GIORNO Patrizio dopo il mercato del pesce è andato a Sanya l’immondezzaio umano di Tokyo accompagnato da un frate giapponese che li assiste.
E’ una parte sconvolgente del Giappone. E’ l’unico quartiere in cui i poliziotti non girano in divisa e dove si vive un’atmosfera tipo ‘Fuga da New York’ con grate ai banchi dei Koban (i commissari di quartiere) e in cui in cadavere è rimasto giorni e giorni abbandonato senza che nessuno se ne curasse . Non fate questa parte di programma senza la necessaria protezione.
Dopo la visita Patrizio è partito in auto verso Kyoto. Syusy è invece andata alla Bandai, a Taito-ku, la fabbrica del Tamagotchi, dove abbiamo incontrato (tra mille diavolerie elettroniche) Aki Maita (la creatrice, si dice) del Tamagotchi. Poi a lezione di calligrafia (Shodo) con il M° Kankyo Ukai e poi ancora di Ikebana con il M° Tsukuda (della setta Obara, anche l’ikebana ha le sue sette) e ha concluso la giornata accompagnata da uno stilista giapponese visitando gli show room .
Poi con lo Shinkansen (treno superveloce; i rail pass, per risparmiare, conviene acquistarli in Italia) fino a Jomokogen ritrovando Patrizio.
La serata si è conclusa ad un bagno termale (misto) all’aperto. ^ QUINTO GIORNO Mattina In viaggio verso Kyoto . Si può scegliere di andare in auto (per coloro che l’hanno noleggiata) o in treno.
Andando in macchina fino a Nagano si può però approfittare per fare un bagno termale in compagnia delle scimmie .
Pernottamento consigliato: allaTani House, casa ostello per fricchettoni, in cui si incontra gente variopinta, globetrotters ecc.
Si dorme in uno stanzone comune, come di solito fanno i giapponesi. Sono garantiti incontri interessanti e talvolta si passa la notte a scambiarsi, tra turisti occidentali e non, impressioni sul Giappone.
SESTO GIORNO Mattinata – Visita al tempio Daitokuji , un tempio Zen tradizionale, in cui si può incontrare un monaco ciarliero e curioso e molto efficace nel ‘rubare l’anima’. Poi si potrà visitare il famoso padiglione d’oro che ispirò il romanzo di Mishima e la stazione, la più grande del Giappone, costruita in ferro e cristallo ( un’associazione internazionale presieduta da Fosco Maraini l’ha bollata come scempio per l’Umanità) .
Se ve lo potete permettere andate al ristorante Mankamero (cucina Kaiseki), il più esclusivo di Kyoto e fornitore della casa imperiale (ha ospitato tra gli altri Carter, Pertini, Diana Spencer) . Assisterete al rito della carpa affettata da un prete shintoista che la tagliuzza con una sciabola senza mai toccarla (ricordate che il prezzo base parte da 500.000 a persona) A Kimurasai c’è anche l’unica scuola che prepara alla professione di geisha.
A questo punto Patrizio è andato ad Osaka dove ha incontrato Marilena una napoletana che ha pubblicato l’unica tesi di laurea sull’AUM (gruppo’ religioso’ che mise gas nervino nella metro di Tokyo) e che gestisce un museo di arte contemporanea .
Essendo la festa di Halloween poi siamo andati in visita ad un festival punk/ mentre Syusy, rimasta a Kyoto, ha festeggiato con dei ‘tamarri’ locali salendo a bordo dei loro mezzi truccati a scorazzare per Kioto.
SETTIMO GIORNO Syusy, con il treno veloce , è andata Hiroshima. Non ha voluto perdere l’esperienza profonda della visita alla città distrutta dalla prima bomba atomica.
Ha visitato il Museo che raccoglie, foto, racconti, biografie e filmati. Poi, in taxi, ha visitato la città completamente ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale ed è ripartita con l’ultimo volo alla volta di Tokyo.
Patrizio è invece tornato a Tokyo, arrivando in serata.
OTTAVO GIORNO Syusy nella mattinata ha partecipato al festival all’università di Soka, incontrando studenti e insegnanti appartenenti all’associazione religiosa Soka Gakkai impegnata anche politicamente.
Patrizio per tutta la giornata ha visitato Odaiba il centro architettonico e sociale di Tokyo nelle cui show-rooms sono presentati (e venduti) i prodotti elettronici che vengono testati sul mercato interno prima di essere diffusi in tutto il mondo. Vi si trova ciò che sarà in vendita nei negozi italiani dopo 1 o 2 anni.
Da non perdere è la visita a Joypolice (il palavideogiochi).
Nel pomeriggio (era una giornata festiva) è andato alle corse dei motoscafi affollate da migliaia di giapponesi presi dalla passione delle scommesse La sera Patrizio e Syusy sono andati a casa di Fukushima-san; il ‘signor Rossi’ giapponese: per conoscere uno spaccato della società giapponese contemporanea. Abitazione Ikkodate (monofamiliare, piccola e decente) in garage una Ferrari e una Lotus, che vengono utilizzate soltanto una volta l’anno La moglie è una esperta in mille massaggi (fra cui il Reiki). Hanno partecipato ad una cena giapponese per concludere il loro viaggio.
NONO GIORNO Partenza in tarda mattinata dall’ aeroporto Narita e arrivo a Roma nella serata della stessa giornata.