Giamaica, un pacco di vuoto

Sintesi del viaggio: settimana a Negril, 4 amici e un pacchetto last minute scandalosamente conveniente (che coprendeva anche il pernottamento in alcune villette a pochi metri dalla spiaggia). Prima di partire ho sagacemente letto tutto quello che è stato scritto qui sulla Giamaica (moltissimi pro, decisamente pochi contro). Beh, partiamo...
Scritto da: Ramengo Villa
giamaica, un pacco di vuoto
Partenza il: 11/04/2004
Ritorno il: 19/04/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Sintesi del viaggio: settimana a Negril, 4 amici e un pacchetto last minute scandalosamente conveniente (che coprendeva anche il pernottamento in alcune villette a pochi metri dalla spiaggia).

Prima di partire ho sagacemente letto tutto quello che è stato scritto qui sulla Giamaica (moltissimi pro, decisamente pochi contro). Beh, partiamo tonici.

Vorrei lasciare le mie/nostre impressioni nella recondita speranza che possano essere utili a qualcuno “candidamente normale” come noi… Per evitare una scelta errata. Dalle impressioni che avevo letto mi ero infatti creato un’idea decisamente soppravvalutata dalla Giamaica.

Premesse necessarie: – siamo giovani sui 30 anni con esperienze di viaggio in diversi paesi anche caraibici; – non fumiamo (ganja) e non abbiamo intenzione di avvalerci della discinta fauna femminile locale.

Veniamo al dunque: secondo me la Giamaica è scandalosamente sopravvalutata. Non sarà mai una vera meta turistica “italiana” come Cuba o il Messico. I charter di italiani festosi qui non ci arrivano non perché la Giamaica sia in qualche modo fortunata… No. Non ci arrivano perché nessun tour operator pensa di poter avere successo nel portare qui turisti esigenti (sì, rompiscatole e chiassosi quanto volete… Ma dannatamente esigenti su moltissime cose) come gli italiani.

Lati positivi: si mangia molto bene (solo se uscirete dai ristorandi degli all inclusive che alcuni mi hanno presentato come esclusivamente dediti allo sterminio del pollo). Aragosta sopra tutto, sea food linguine (come non ti fanno neanche in Italia). Bollino oro al ristorante del Sea Splash (Norma’s, www.Seasplash.Com) recensito dalla Lonely e da fior fiore di riviste/giornali di mezzo mondo e al Kuyaba (www.Kuyaba.Com) situati in parti opposte della spiaggia. Locali bellissimi e cibo commovente.

Lati negativi: La Giamaica in questo periodo è deserta.

Da quel che dicono c’è baracca solo per lo spring break (la pausa universitaria USA che sposta milioni di studentelli festosi nelle spiagge di mezzi caraibi).

La spiaggia è lunga 7 miglia ed è stipata di barettini e disco pub.

Purtroppo però fanno serate alternate (in sano spirito non competitivo da vacche magre) e ne funziona solo uno per serata. Quindi esci, cammmini sulla spiaggia per chilometri poi trovi quello con un po’ di gente e fai serata lì. I venditori-rompiscatole sono ovunque, quasi più delle zanzare a ferragosto. Sono una piaga che la comunità “per bene” sta cercando di estirpare da anni senza successo. Sono la rovina della Giamaica.

Ti stressano con urla “Italiano?!?!? spinello, coccolino/sassolino/coca, funghi!!” ovunque la sera. Uno dopo l’altro per ore. Di giorno ti vendono le cose di sopra e in più la pesca in barca, lo snorkeling, escursioni, amici e conoscenti.

Ti svegliano se stai dormendo sul tuo lettino al sole, ti mettono le mani addosso, ti vendono droga (non facciamo finta che sia normale, MAI).

Dentro ai locali sono presenti circa il 95% di uomini di colore. Il 5% di “bianchi” sono donne di ogni genere e tipo (e peso) avvinghiate al rasta di turno che invece di quelli che ci abbordano commercializza alla popolazione femminile anche un giro con il “jamaican steel”.

Non dimentichiamoci il desiderio di rivalsa di una popolazione africana che vede ancora nell’uomo bianco un prevaricatore, un padrone, un nemico… E che vede nella donna bianca lo sfogo di di questo desiderio.

La maggior parte delle donne colored (trascurate dai loro uomini) sono dedite al meretricio e non esitano a “palpazzarti” le parti intime anche se stai bevendo un daiquiri guardando il mare.

Non sei mai sicuro di niente… Chiunque qui valuta se darti il proprio corpo, anche le “non professioniste”. Vedi la cameriera del baretto sulla spieggia che dopo una chiacchierata di fronte a una birra si sente dire dalla collega in un orecchio “not less than one hundred”.

Dov’è il ritmo caraibico? Le danze? La gente? La tranquillità? Lo spirito? Mannaggia.

Se non “fumate” e non volete avvalervi del mestiere più vecchio del mondo… Insomma, se siete schifosamente “normali” come noi che ancora amiamo il sano spirito di conquista non andate in Giamaica.

Sono dell’idea che se si toglie la ganja, della Giamaica non resta niente. Le spiagge belle finché vuoi ce ne sono in tutti i caraibi, come la gente che ti commuove per lo spirito con il quale affronta la povertà che tu vedi per una settimana ma che loro vivono per una vita. La gioia “grezza” che vedi, che senti e che vivi ai caraibi. Il rispetto…

Appunto: respect! (che significa troppo spesso che loro lo pretendono ma tendono a non dartelo).

Ramengo



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