Giamaica, il giro dell’isola in 15 giorni

Sette giorni di relax e giro dell'isola da sud a nord, poi zaino in spalla...
Scritto da: Giuli9
giamaica, il giro dell'isola in 15 giorni
Partenza il: 04/09/2011
Ritorno il: 19/09/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 3000 €
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Dopo un anno di duro lavoro, finalmente ci siamo! Trascorsi 5 mesi dall’organizzazione di questo viaggio, studiato nei minimi dettagli, anche con l’aiuto dei diari di viaggio di Turisti per caso e della guida Lonely Planet, è arrivato il fatidico 3 settembre… Il treno ci ha portato a Milano, dove il volo era previsto per la mattina del 4 settembre: la compagnia “Blue Panorama” ci ha fatto volare fino a Montego Bay. Siamo in 4: Giulia, Alessandro, Thomas e Giovannino; zaino in spalla siamo giunti al villaggio prenotato tramite agenzia, dove siamo restati una settimana all’insegna del relax, per affrontare il giro dell’isola nella settimana successiva. Il volo A/R, compreso di spese carburante, ed il villaggio “Legends beachs Resort” a Negril ci sono costati 1238 euro a testa. Il Legends è un villaggio semplice, ma completo, affacciato direttamente sulla Seven miles beach, una spiaggia di sabbia bianca, con un mare estremamente cristallino. Qui abbiamo mangiato bene: ampia scelta di piatti dal gusto tipico del posto, ma anche internazionale.

4 SETTEMBRE

Sistemazione e pernottamento nel villaggio, dopo un’ora e mezzo di viaggio in pullman dall’aeroporto a Negril.

5 SETTEMBRE

Dopo una mattinata di mare e di “no thanks” verso i jamaicani che cercano di venderti un po’ di tutto, decidiamo di fare una escursione proposta da un capitano in spiaggia: destinazione l’isola “Booby Cay”, a circa venti minuti dalla spiaggia di Negril. Pattuito il prezzo di 20 dollari testa, (perché con i jamaicani bisogna sempre contrattare prima di cedere alle loro offerte che sono sempre più alte del valore reale; ad esempio, in questo caso,dalla richiesta di 40 dollari siamo arrivati a 20 dollari) salpiamo alla volta di quella che è l’isola utilizzata per le riprese del film della Walt Disney “20000 leghe sotto il mare”. È una piccola isola incontaminata, dove un gruppo di “chef” jamaicani cucina per noi ottime aragoste pescate sul momento al costo di 20 dollari ciascuna.

6 SETTEMBRE

Dopo un giro in acqua-scooter al costo di 35 dollari per 30 minuti, con il taxi ( 5 dollari) arriviamo al famoso Rick’s Cafè dove, oltre ai tuffi dei jamaicani e dei turisti, si possono ammirare i più bei tramonti dell’isola e del mondo!

7 SETTEMBRE

Giornata all’insegna del mare con tanto di passeggiata lungo la spiaggia, con soste nei vari locali, tra cui l’Enjoy the Vibes, gestito da Max, un ragazzo italiano, e il Margaritaville, pub presente in altri punti dell’isola; vi consigliamo il daiquiri al mango con l’Appleton Rum.

8 SETTEMBRE

Relax sotto il sole; unica eccezione, una piccola disavventura con due jamaicani che si sono spacciati per poliziotti. Ricordate che sono poliziotti solo coloro che indossano una uniforme con camicia bianca, pantalone nero, cappello e distintivo!

9 SETTEMBRE

Accanto all’Enjoy the Vibes vive Bobo Rasta, un jamaicano di cui ci si può davvero fidare; non abbiate timore a chiedergli qualunque cosa, da un passaggio in macchina ad altro di cui avete bisogno. Noi siamo stati spesso da lui, anche per una semplice birra. La sera vengono organizzati concerti reggae in spiaggia; i locali più attivi sono l’Alfred’s e il Roots Bamboo; la discoteca più gettonata è il The Jungle, sul lato della strada.

10 SETTEMBRE

Ultimo giorno nel villaggio… Decidiamo di provare l’ebrezza del parasailing, propostoci da un jamaicano mentre eravamo immersi nel caldo mare dei Caraibi! Una barca ci è venuta a prendere direttamente davanti al villaggio, portandoci al punto di partenza dell’escursione. Costo: 45 dollari a testa. Esperienza sicuramente da provare, per ammirare le splendide sfumature di colore del mare e la lunga spiaggia bianca visibili dall’alto.

La nostra settimana da sedentari è ormai finita: zaino in spalla inizia la tanto sognata avventura alla scoperta della vera Jamaica. Si tratta di un tour organizzato da casa con l’aiuto di internet e della guida Lonely Planet; la nostra intenzione era quella di vivere le persone, i luoghi, i cibi e le atmosfere che questa isola offre fuori dalla turistica Negril, meta di solito proposta dalle agenzie. Il nostro consiglio: chi vuole una vacanza da turista, si fermi a Negril; chi cerca una vacanza da viaggiatore, faccia il giro dell’isola! Ecco il nostro itinerario

12 SETTEMBRE – TREASURE BEACH

Arriviamo qui con un taxi, procuratoci da Bobo Rasta, dopo 3 ore di viaggio. Costo 25 dollari a testa. Durante il tragitto, il nostro tassista, Omar, fa una sosta presso una famiglia di amici; è qui che conosciamo Pago, un bimbo di circa 7 anni. Avevamo bottiglie da gettare nella spazzatura e così le consegniamo a lui, dandogli in cambio 1 dollaro; all’istante i suoi occhi si sono illuminati di gioia, una gioia che difficilmente potremo dimenticare. Ecco che cominciamo a vivere questo popolo, fatto di persone che vivono con niente, ma che possono trasmetterti tutto. Arriviamo in un posto estremamente tranquillo e isolato; troviamo la guesthouse scelta da casa, l’Irie Rest, nella Billy’s Bay, 25 dollari a testa. Camere pulite ed accoglienti, pasti buoni. Andiamo nella spiaggia vicina e saliamo a bordo di una barca per una nuova escursione: il Pelican Bar, un luogo fuori dal tempo e dallo spazio! Costo: 25 dollari a testa. Costruito su una secca 1 km a largo dalla spiaggia, questo bar con tetto di paglia su palafitte è il migliore locale della Jamaica e forse del mondo! Qui il tempo sembra essersi fermato; si beve Red Stripe, si gusta aragosta (15 dollari) e si gioca a domino. Tappa sicuramente da visitare!

12 SETTEMBRE – PARTENZA PER KINGSTON, LA CAPITALE

Dopo 3 ore di taxi al costo di 30 dollari a testa, facciamo sosta al Bob Marley Museum. Costo del museo: 20 dollari a testa. E’ un luogo turistico, la guida parla solo inglese. Sosta piacevole per una foto sotto la stata del re del reggae e per vedere il muretto dove Bob componeva le canzoni. All’interno del museo ci sono articoli di giornale, dischi, strumenti musicali. Nel pomeriggio, Rasta, un giovane jamaicano, è venuto a prenderci, come concordato con il padre, proprietario della guesthouse prenotata per questa notte, ed è iniziato il lungo e faticoso viaggio verso la Blue Mountain. Dopo circa 2 ore e mezzo di macchina su strade sconnesse, al costo di 25 dollari a testa, siamo arrivati alla Jah B’S guesthouse a Mavis Bank – Penlyne Castle. Questo ostello è del tutto isolato, però è il più vicino per riposare prima di incamminarsi verso la cima della montagna. È in costruzione, le docce non hanno acqua, la luce va e viene, però è una prova di resistenza per mettersi in gioco con il modo di vivere jamaicano. Il proprietario è disponibile a preparare pasti caldi ed un buon caffè.

13 SETTEMBRE

Alle 2 del mattino si parte per la vetta, guidati da Rasta (costo 50 dollari a gruppo), con l’intento di vedere l’alba: 4 ore di cammino, su sentieri ripidi ed a volte inesistenti! Finalmente alle 6 raggiungiamo la “peak” (2256 m) ed ammiriamo il panorama. Stanchi, ma soddisfatti, torniamo a valle e, dopo un caffè e qualche banana, siamo pronti per una nuova destinazione: Port Antonio (4 ore di taxi, 45 dollari a testa). Alle ore 17 arriviamo al Great Huts, a Boston Bay. Questo non è un paradiso, ma il paradiso! Si tratta di un villaggio costruito su di una scogliera a picco sul mare. Si dorme in tende o capanne di stile africano. Abbiamo conosciuto anche Paul, disegnatore e proprietario del Great Huts, un uomo di New York davvero gentile e disponibile. Tramite internet avevamo prenotato la Sea Grape Hut e la Bamboo Tree House, due sistemazioni talmente suggestive da non riuscire a descriverne la bellezza. Vi consigliamo di visitare il sito www.greathuts.com. Offre anche ottime colazioni e cene. Bella la spiaggia, da cui si possono fare tuffi tramite un trampolino, snorkeling o riposare su amache.

14 SETTEMBRE

Visita alla Blue Lagoon, luogo suggestivo, dove l’acqua salata si incontra con quella dolce; piano piano le nuvole sono scomparse e la luce del sole ha fatto sì che potessimo ammirare tutte le sfumature della giada e dello smeraldo. A seguire visita al musgrave market: numerosi venditori incitano i turisti ad acquistare souvenirs di ogni genere; il consiglio è sempre quello di contrattare i prezzi! Per finire cena a base di carne al ristorante sul mare Norma’s at the marina.

15 SETTEMBRE

Ennesima tappa avventurosa: le cascate Reach Falls, a circa 30 minuti dal great huts. Decidiamo di affidarci ad un abitante del luogo, invece di scegliere la classica escursione turistica. La guida, al costo di 30 dollari totali, ci porta dapprima alla sua abitazione per lasciare gli zaini, e poi ci indirizza nella giungla più incontaminata, fino a scoprire le famose cascate. Risaliamo questa meraviglia naturale: l’acqua è fredda, la corrente è forte ed il panorama mozzafiato. Nel bel mezzo della risalita, un acquazzone ci coglie all’improvviso, e nello stesso tempo corona quel clima di avventura che mai ci saremmo aspettati. Cascate, sole, pioggia, foresta, un mix che prima di allora avevamo visto solo nei film. Recuperato il bagaglio, con il taxi torniamo sulla strada principale. Facciamo una sosta in una piccola capanna di legno (una delle tante che si incontrano lungo le strade) e qui compriamo vari snack e bevande, assieme alla compagnia della gente del posto. Un tipo conosciuto mentre facevamo merenda ci procura un taxi: direzione Ocho Rios (20 dollari a testa). Arriviamo in tarda serata e alloggiamo all’Ocean Sands Resort (45 dollari a camera); hotel scadente, ma ottima posizione nel centro della città.

16 SETTEMBRE

Dopo una pesante colazione al Burger King, visitiamo i mercatini locali. Poi decidiamo per una nuova escursione: Fire water. Si tratta di una piccola pozza d’acqua con all’interno particolari sostanze; il custode del luogo, dietro ad una mancia, dà fuoco all’acqua e questa convive con la fiamma! A seguire ci siamo diretti verso il Martha Brae per il rafting sul fiume. Costo discesa 60 dollari a coppia. Esperienza da non perdere, dove ci si può rilassare e stare a contatto con la natura, mentre si è a bordo di una zattera di bamboo. È ora il momento di dirigerci a Montego Bay (costo totale taxi 40 dollari a persona). È al Caribic house che passeremo le ultime due notti. Classificato come ostello, in realtà si tratta di un hotel a nostro avviso a tre stelle; ottima la posizione per raggiungere locali e spiagge, pulito e tranquillo (62 dollari a camera a notte).

17 SETTEMBRE

Ci rilassiamo sulla spiaggia Doctor’s cave beach, a pagamento, 5 dollari a testa. È una spiaggia tranquilla, senza venditori jamaicani. È possibile gustare cocktails in riva al mare. La via principale, sulla quale si affaccia anche il nostro hotel, Glouncester ave, è considerata molto pericolosa, in realtà, con un po’ di attenzione, non si corre nessun pericolo; si può fare shopping nei tanti negozi e bere red stripe nei numerosi locali. Ottima e costosa cena a base di aragosta nel bellissimo ristorante a picco sulla scogliera Marguerite’s accanto al margaritaville (cena 180 dollari).

18 SETTEMBRE

Ultimo giorno di mare alla Cornwall beach (entrata 5 dollari, o 15 dollari con bevute libere). È una spiaggia piena di divertimenti, un dj mette la musica ed un animatore organizza giochi di gruppo. Ci sono anche bar e ristoranti per mangiare. Al termine della giornata, il taxi (5 dollari totali) ci porta all’aeroporto di Montego Bay, purtroppo è l’ora del rientro in Italia. Esperienza favolosa ed indimenticabile: Jamaica no problem!



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