Germania per caso: da Berlino alla Baviera on the road
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Siamo rimasti in Germania 11 giorni, cercando di abbinare in questo breve periodo una componente “culturale”, fatta di visite e passeggiate in luoghi incredibilmente storici, ed una parte “relax”con terme, casinò e aria di montagna purissima. A posteriori ed in sintesi estrema possiamo dire che è stato un viaggio meraviglioso, divertente e ricco di sorprese. I nostri umili obiettivi di partenza sono stati ampiamente realizzati.
Il viaggio parte da Roma con aereo diretto a Berlino mentre il ritorno l’abbiamo programmato a Monaco di Baviera. Nella capitale tedesca siamo rimasti tre notti e solo l’ultimo giorno abbiamo affittato l’auto (una Volkswagen station vagon con km illimitati a 310 euro per 8 giorni presa con Europcar). Ci siamo quindi diretti verso ovest e poi a sud trascorrendo in rigoroso ordine una notte in un castello a sud di Hannover (Schlosshotel Münchhausen), una notte sulla strada della fiabe (Polle per la precisione), una notte a Rothenburg ob der Tauber, poi una notte a Baden Baden e per finire 4 notti a Ettal, in bassa Baviera al confine con l’Austria. Il totale km percorsi è stato circa 2000 con prezzo del gasolio al litro oscillante tra 1,35€ ed 1,4€, a seconda delle diverse zone.
Siamo arrivati a Berlino il pomeriggio del 3 agosto, per nulla stanchi del viaggio con Lufthansa (300€ p.p. a/r ma che qualità!), decidendo di scoprire subito l’atmosfera della città. Non è un caso se cominciamo questa mini guida citando l’atmosfera berlinese. L’ex sede del partito nazista è ora una città modernissima: rasa al suolo al 75% dopo la seconda guerra mondiale, i tedeschi si sono dati un gran da fare per ricostruire e così hanno sperimentato. Ne è nato un orribile muro di 160 km, costruito in una lunga notte del 1961 ma ne è sorta anche una città snella, ariosa, elegante, accessibile ed innovativa in campo artistico ed ovviamente architettonico. I più importanti architetti di Spagna ed Italia si sono dati appuntamento a Berlino per provare a ricercare qualcosa di nuovo (e ce l’han fatta). Con alcune zone somiglianti alla ben più nota New York, con scorci londinesi e piazze con annessi beergarten imbanditi di wurstel e romantici ricordi della vecchia repubblica democratica, Berlino ha un fascino sopraffino e delicato. Il profumo è quello della storia contemporanea, una storia che anche la nostra generazione ha vissuto in pieno. La guerra fredda la si può respirare passando da un lato all’altro della città, girando in bicicletta, guardando i favolosi murales o la tipica edilizia popolare dell’est.
A Berlino abbiamo dormito 3 notti al wyndham grand hotel potsdamer, a circa un km dall’omonima piazza potsdamer; si tratta di un’offerta trovata su hotels.com, un 4 stelle da poco meno di 40 euro a notte con colazione esclusa. Le colazioni fatele nei bar (o loro similari): ce ne è uno (color arancio) sotto i portici di potsdamer che vende cibo biologico ed anche a buon mercato (non ricordo proprio il nome). A posteriori dormire nei dintorni del centro si rivelerà una buona scelta. Potsdamer è davvero bel collegata ai luoghi d’interesse della città. Dopo la prima bionda del Sony Center ci spostiamo in direzione porta di Brandeburgo, l’unica superstite delle 18 sorelle abbattute durante la 2 Guerra. Ed è proprio a metà strada che scopriamo un impressionate museo a cielo aperto dedicato all’olocausto, un sofisticato insieme di cunicoli e finte lapidi di un colore grigio scuro che, in maniera asimettrica ed irregolare, ricoprono l’intera piazza. Un luogo da visitare assolutamente per ammirarne la simbolicità. Dalla porta di Brandeburgo-percorrendo circa 3 km- ci siamo diretti verso il fiume, verso Alexander Platz, la via principale della Berlino imperiale, la via dei musei e delle arti e del bellissimo duomo. Una volta raggiunto il fiume, girando sullo stesso, a sinistra, si aprono due ristoranti abbastanza lussuosi. È la zona del museo della DDR. Ma ormai è tarda notte e ce ne andiamo a dormire.
1° giorno
Proviamo il giro di Berlino con il citybus, se non sbaglio 20€ p.p. per due giorni ma ne basterebbe uno solo, il classico tour hop on –hop off che consente di vedere un po’ frettolosamente la città ma con grande efficacia ;)..
Rispetto alla metro, che è efficientissima e capillare, il citybus ci fa sentire più “turisti” e lo consigliamo (tante società effettuano il servizio ma una vale l’altra).
Le nostre tappe sono state il Duomo, Alexander Platz (il mercatino della piazza ha un fascino che sa ancora di regime sovietico, nonostante le note vicende) con prima sosta in un altro caratteristico mercato della zona ovest della città (è l’unica fermata che il bus fa ad ovest ma non ricordo il nome), un’area moderna che risale ai primi del 900 che ci fa toccare con mano la linearità, l’imponenza e gli spazi dell’architettura di inizio secolo.
Abbiamo chiuso la giornata al museo ebraico (judinsches musem) di Lindesbink, che poi è a due passi dal nostro albergo. Si tratta di una visita di 3 ore che non può assolutamente mancare nel vostro tour berlinese. Il nostro consiglio è quello di noleggiare l’audio guida perchè le fortissime simbologie usate dall’architetto potrebbero altrimenti risultare incomprensibili. Cena in un beergarten “italiano”, chiamato Diomira sommergarten (probabilmente gestito da turchi), sulla via stresemannstrasse, che non ci sentiamo di consigliare.
2° giorno
Affittiamo le bici presso il nostro albergo per tutta la mattinata, la bici è un modo divertente, a buon mercato e salutare, di esplorare i km di muro. La città è talmente pianeggiante che non c’è praticamente sforzo nell’attraversamento da ovest ad est (e viceversa), gustando visivamente numerosi particolari architettonici sempre interessanti.
Il muro ed i suoi murales sono considerati patrimonio dell’Unesco, non mi dilungo nella descrizione. Abbiamo notato dei locali carini per prendere da bere, quasi balneari direi, in zona Sportplatz, una sorta di canale che confluisce nello sprea.
Nel pomeriggio, posate le bici, abbiamo visitato il Check Point Charlie, uno dei 4 punti divisori tra est ed ovest. Non siamo entrati nel museo dedicato ma ci siamo limitati a leggere le informazioni presenti sulla cartellonistica, che riteniamo sufficienti per poter capire quale era l’aria che si respirava 50 anni fa.
Per la cena siamo andati nel pub Cafè Nord-Sud, un posto segnalato dalla Lonely Planet della Germania, ad Auguststrasse 87. Gustiamo dei piattacci tipici tedeschi, buoni ed a costo onesto. Per finire, attraversando semplicemente la strada ci siamo ritrovati nel più noto beergarten della città per goderci le ultime birre della giornata (HB).
3° giorno
Sveglia comoda per le 10.00 con l’idea di visitare la famosa cupola del Bundestag, il parlamento tedesco. Il buon proposito fallisce immediatamente perché i biglietti per la giornata erano già esauriti e la disponibilità per il giorno successivo non era compatibile con i nostri programmi. Alla modernissima stazione dei treni Hauptbanhoff noleggiamo la macchina e, dopo un’ultima visita ad alexander platz per la nostra consueta birra (con wurstel), ripartiamo direzione Schlosshotel Münchhausen, un castello a ca 300 km a sud di hannover nei pressi della strada delle fiabe.
Capitolo auto in Germania: dopo 2000 km percorsi tra città, paesi ed autostrade un’idea ce la siamo fatta. È come in Italia, senza giri di parole. Il manto stradale è buono (anche ottimo), i lavori di manutenzione sono continui (con pesanti code per semplici e banali restringimenti) ed i tratti senza limiti di velocità sono ridotti (e secondo noi mal segnalati). Qual è quindi il vero valore aggiunto dell’autostrada tedesca? Il prezzo… nullo e gentilmente offerto da Angelona.
Torniamo al castello di Schlosshotel Münchhausen, sicuramente si tratta di un’esperienza diversa da 150 euro a notte, dormiamo nelle vecchie stalle in un posto incantato, ceniamo nella struttura a prezzi un po’ altini a bordo lago con un buon cibo di chiara influenza francese. A posteriori avremmo scoperto che lo chef aveva studiato in Francia.
4° giorno
Trascorsa la mattinata al parco del castello, che è gelosamente custodito e ben si presta a piacevoli e rilassanti passeggiate, ci dirigiamo per il pranzo sulla strada delle fiabe, una delle mete del nostro viaggio. La strada delle fiabe, così definita perché ad ogni paese è abbinato un racconto dei fratelli Grimm, è un itinerario non troppo sponsorizzato sui circuiti italiani ed infatti di italiani non se ne vedono. Libri narranti di fiabe, tradotti in italiano, non ce ne sono: è chiaro che manca la domanda e nessuno li stampa (così come raccontatoci da un fiero edicolante locale).
Siamo ad Hameln, la cittadina che rimanda alla fiaba del pifferaio magico; è un borgo carino, piccolo ed accogliente nel quale assistiamo casualmente ad un splendida rappresentazione teatrale in piazza, relativa, neppure a dirlo, alla suddetta storia. La sera, incuriositi dalla performance teatrale appena vissuta (anche se in tedesco), cerchiamo un altro paese dove alloggiare dirigendoci a Polle, pochi km a sud di Hameln. Il posto sembra essere dimenticato dal Signore e pur rimanendo nella massima quiete, con un fiume che scorre lento e silenzioso, le nostre aspettative non vengono questa volta soddisfatte. Dormiamo e mangiamo allo Zur Post, grigliata di carne deliziosa ed albergo tranquillo. Crediamo di non aver speso più di 80 euro totali per cena e pernotto (due persone ovviamente). Serata culturalmente anonima ma trascorsa piacevolmente con la mia signora in un paese fantasma.
5° giorno
Dopo aver velocemente visto e salutato per sempre Polle, che si riduce ad un vecchio castello con vedetta del 1500, ci dirigiamo verso Kassel, per una visita all’ottagono (oktagon), una sontuosa struttura all’apice di una collina dedicata ai fratelli Grimm.
Durante il percorso ci fermiamo per una breve e fisiologica pausa a Bad Karshafen, una località che ha chiare origini francesi per eleganza e raffinatezza. Il caso vuole che ci ritroviamo in un caffè definito “Belle epoque”, ai bordi del laghetto artificiale (ottimo il dolce).
Nel primo pomeriggio raggiungiamo Kassel: armati di comode scarpe da ginnastica percorriamo l’intero parco per raggiungere uno splendido castello, rimasto quasi intatto. Purtroppo l’ultima visita guidata era partita (saranno state le 5 di sera). Scattate diverse foto e pranzato (bene) a tardissimo orario in una struttura in marmo bianco a bordo strada, decidiamo di dare una svolta al nostro viaggio puntando su Rothenburg ob der Tauber, perla medioevale per eccellenza, situata nel cuore della strada romantica a 350 km da Kassel.
Anche in questo caso la preziosa lonely planet ci viene in aiuto: falliti due tentativi di prenotazione perché la cittadina è satura di turisti, puntiamo sull’Hotel Raidel. Il proprietario ha dei baffi bianchi all’insù che rimandano ad altre epoche, la struttura è in legno, l’ospitalità è eccellente e decidiamo di rimanere lì la notte, pur condividendo il nostro bagno (50 euro a notte a camera con colazione)..
Rothenburg è bellissima, circondata in toto da una cinta muraria completamente percorribile a piedi: il borgo è incantevole. Qui proviamo le snowballe (palle di neve), tipici dolci tondi che assomigliano a delle frappe (bugie) al forno ma con diverse farciture. Very good!
A tardo orario, credo le 10 passate, riusciamo a cenare con una viennese (carne fritta), patatine a volontà e birre a meno di 25 euro complessivi. Vabbè, il cibo non sarà raffinato ma è buono e sazia.
6° giorno
Cominciamo la giornata con la visita di Rothenburg: usiamo in questo caso solo le gambe percorrendo il periplo del paese e ci rifocilliamo in una pizzeria a taglio, di chiarissima origine italiana, situata alla destra della strada principale dei negozi, direzione piazza centrale. Pizza ottima, si parla italiano e prezzi bassi: promossa a pieni voti. Abbiamo visitato delle chiese ed il museo del terrore, ci piace.
Di Rothenburg ci si può innamorare, sarà per il senso di pace, pulizia, rigore e cortesia delle persone, non sappiamo esattamente il motivo ma, almeno per noi, è stato così. C’era poi un festival musicale a valle che lasciava ben sperare, ma la decisione ormai era presa e la prenotazione effettuata: dovevamo raggiungere Baden Baden. Trascorriamo il pomeriggio in macchina verso la località termale più famosa della Germania, circa 250 km di facile autostrada.
Eccoci a Baden Baden, che si trova praticamente al confine con la Francia, in Lorena. L’accoglienza è freddina, il posto è sicuramente bello ma ci appare finto. Dopo aver varcato i verdi campi che circondano le strade tedesche, la maestosità dei palazzi di Baden Baden in minima parte ci mette a disagio. I prezzi qui sono alti. Dormiamo all’hotel Bayerischer Hof, tra i meno cari e situato davanti alla vecchia stazione, per oltre 100 euro a notte con colazione e decidiamo di cenare ad un ristorante spagnolo.
Siamo al confine tra la Germania e la Francia e ceniamo spagnolo? Si, ci mancava il vago sapore del pesce. A posteriori la scelta si rivelerà corretta, tapas deliziose, birra ottima (come sempre d’altronde) e spesa modica.
Piccola digressione: signori miei, in Germania (eccetto Baden Baden), per noi che veniamo da Roma, si spende poco e non ce l’aspettavamo. Dopo cena giriamo il centro tra parchi stupendi e curatissimi, accompagnati da un senso di sicurezza fuori dal normale. Finiamo la notte al casinò.
Antico palazzo dei primi del 900, il casinò è architettonicamente uno splendore, gli interni sono ancora più curati, i tedeschi vorrebbero paragonarlo a quello Versailles ed in un certo senso ci sono riusciti. La facciamo breve: se decidete di andare armatevi di scarpe chiuse, pantaloni lunghi e camicia mentre la giacca la potete affittare sul posto. In estate non è richiesta la cravatta. A proposito, a molti non interesserà ma a noi sì: vinciamo 250 euro alla roulette. Daje!
7° giorno
Baden Baden è città termale ma a noi le terme non interessano, preferiamo rilassarci la mattina con una terapia al sale in un localino trovato per caso davanti le terme di Caracalla (si chiamano così). Dormiamo un’ora all’interno di questa grotta con stalattiti in sale che dovrebbero aiutare a respirare meglio ed è un percorso che consigliamo. Incuriositi dalla foresta nera e dalla strategica vicinanza, decidiamo di andare a pranzare a 30 km in un rifugio gentilmente consigliatoci da una receptionist, si chiama Mummelsea.
Ah dimenticavo, tutti i laghi in Germania si chiamano “sea”, ignoro a questo punto la reale semantica della parola o anglo o sassone. Arrivati in black forest dopo mezzora di macchina di piena collina scopriamo il significato di foresta nera: un’area fitta di conifere, climaticamente fredda ma assolutamente incantata, paragonabile ad una nostra area alpina. Il piccolo lago che visitiamo è carinissimo, peccato non aver avuto un paio di ore in più.
Dobbiamo ora raggiungere Ettal, in sud Baviera, ultima tappa del viaggio. sono le 16.00 e necessitiamo di 4 ore. Si parte. Dopo circa 4 ore di macchina, via Stoccarda, ed in direzione sud ci si aprono le alpi bavaresi. avete presente heidi? Si? È così, un verde scintillante con casette che per nulla al mondo deturperebbero l’ambiente in cui si trovano. Usciamo a Fussen, città nota per il castello di Ludwig II, varchiamo il confine austriaco prima in uscita e poi in entrata e risaliamo verso Ettal, attraversando in pieno le alpi e gli incantevoli laghi ( tra cui Plan sea). Siamo accompagnati da bellissimi paesaggi di montagna.
Ettal: l’hotel non è quello principale della città (impossibile non notarlo) ma è quello successivo, una tipica struttura che noi definiremmo volgarmente alla “tirolese”, in legno ed ornata di coloratissimi fiori: il Post hotel. Mangiamo nel ristorante lì davanti, tra il famosissimo monastero benedettino e la strada principale (dove è l’albergo). Le persone sono gentili e mangiamo bene (credo delle bistecche ), anche se ci fanno un po’ di storie per via dell’orario (ca le 21.00).
Soddisfatti del viaggio che a posteriori si è rivelato del tutto piacevole e confortevole, pensiamo al giorno seguente. Sembra che in Baviera la sera ci sia una sorta di coprifuoco: in pieno agosto, ad ettal e – nei giorni successici- a oberramergau non troveremo mai nessuno.
8° giorno
Dopo diversi giornate di spostamenti continui ed una sostenibilissima media di 350km/giorno, l’ultima tappa del viaggio è stata raggiunta. La mattina la dedichiamo alla visita di oberramergau, un delizioso paesino di montagna, noto per i murales (tra cui quello della passione di Cristo) disegnati direttamente sulle facciate delle case di abitanti ed alberghi. Merita un pranzo (e qualcosina in più) la” Pizzeria Italia”, che si trova sulla via di ingresso da Ettal. La pizzeria ha un giardino esterno che potrebbe essere il più tipico dei beer garten tedeschi ma il cibo è clamorosamente italiano (simpaticissimi siciliani) e di ottima qualità. Proviamo le pizze che sono giganti e di certo non invidiano quelle servite sul territorio nazionale. Rifocillati a sufficienza, torniamo ad Ettal in forma escursionistica, 4 km a piedi di aria alpina finissima. Chiudiamo il pomeriggio nella sauna del nostro albergo. Cena nuovamente a Oberramergau, questa volta in macchina, a provare gelati e crostini “tedeschi” al bar più affollato della città alle 23. Rimaniamo stupiti perché il cibo continua ad essere effettivamente buono.
9° giorno
Riprendiamo la macchina per la visita di fussen, 50 km ad ovest di ettal. La strada, sotto la guida del fido navigatore, è comoda e panoramica. Impieghiamo meno di un’ora per raggiungere il paese. Prima tappa al famoso castello di Neuschwanstein, quello che la Disney ha ridisegnato per i suoi più noti cartoni. Purtroppo non riusciamo ad entrare per via della fila, le prenotazioni andavano al giorno seguente (andate presto se ci tenete ad entrare). Rimaniamo in zona e raggiungiamo il secondo castello, quello giallo, quello nel quale Ludwig II assecondò la sua indole romantica per via della rigida educazione del padre. L’intera area è fatata ed il lago compreso tra i due castelli descrive tonalità di azzurro affascinanti e rilassanti. Nota di merito al biondo omone tedesco che in tenuta bavarese prepara formidabili wurstel a tempo di green day (il chiosco è davanti il box informazioni di Neuschwanstein).
Il traffico che caratterizza la strada dai due castelli a Fussen è eccessivo e per poco meno di 3 km decidiamo nuovamente di usare le gambe come mezzo più adatto per la visita. Fussen rappresenta il punto di inizio della strada romantica, la stessa che conduce a Rothenburg, ed il turismo è prevalentemente italiano con i suoi pregi e difetti. Non ne rimaniamo particolarmente affascinati, sebbene alcuni scorci siano incantevoli.
Tornando ad Ettal, proviamo per la cena un ristorante/albergo situato nel confine austriaco sulle sponde del lago Plansee, un lago molto esteso che offre colori e scenari mozzafiato a causa delle montagne che lo circondano.
Il posto si chiama Hotel Forelle: vale la pena sostarvi per mangiare pesce di lago e la solita grigliata di carne. Tutto prelibato, compreso il gulasch, servito in antipasto, che ancora non avevamo provato.
10° giorno
Ultime 24 ore prima del volo. Ci sarebbe piaciuto fare un bagno al lago e beneficiare dei 20 gradi dell’acqua, ma purtroppo pioveva. Poco male, ci siamo diretti verso l’ultimo castello di ludwig II, l’unico realmente completato del mecenate tedesco: si chiama Linderhof ed è a 7 km da Ettal. Anche qui in caso vi consigliamo di venire presto a prendere i biglietti, la visita degli interni dura solo mezz’ora, abbiamo non troppi metri quadri da visitare ma le particolarità e gli eccessi del castello valgono tutte i soldi e gli sforzi spesi. Abbiamo avuto modo di studiare al meglio la figura di Ludwig II ed i motivi che l’hanno reso celebre e popolare , soprattutto dopo la sua morte. Per approfondimenti rimandiamo alle guide facilmente reperibili sul posto, ed in italiano. L’intera gita al castello ci dura 2-3 ore considerando anche il grotto artificiale dove, per finalità assolutamente edonistiche del re, è nata la prima centrale elettrica della Baviera.
La sera la trascorriamo a Garnisch, la località invernale sciistica tedesca più famosa. Il posto è facilmente raggiungibile da Ettal, è pulito ed ordinato ma la versione estiva non affascina come credo affascini quella invernale. I prezzi sono altissimi ed i servizi di standard superiore alla norma, basti pensare al concerto di musica classica scoperto all’interno di un parco cittadino. Riusciamo a cenare in un ristorante croato-tedesco, alle porte della via principale, provate la grigliata di carne e riso speziato e non ve ne pentirete.
Il dopo cena è utile per passeggiare anche se i turisti di metà agosto sembrano davvero pochi. C’è un casino’ anche a Garnisch, ma non riusciamo ad entrare perché una carta d’identità era rimasta in macchina (ci servirà da esperienza).
11° giorno
Con rammarico perché avevamo preso un ottimo ritmo ci avviamo verso Monaco di Baviera per prendere l’aereo di ritorno. In autostrada, in senso opposto, notiamo flotte di macchine che cercavano di raggiungere le agognate alpi. A Monaco non entriamo, è troppo tardi, e ci affanniamo solo a trovare un benzinaio per riportare la macchina al noleggio. Non è stato facile fare il pieno, fate attenzione perché i benzinai non sono capillari come in Italia (o forse non sono indicati benissimo). Nel tragitto notiamo il nuovo stadio della squadra campione d’Europa, impossibile non notarlo, dall’esterno sembra stupendo. Un giorno la mia Lazio mi ci porterà a visitarlo.
A posteriori possiamo dire che si è trattato di un viaggio meraviglioso, divertente e ricco di sorprese in compagnia di una terza simpatica compagna, la birra. I nostri umili obiettivi di partenza sono stati ampiamente realizzati.
Buon viaggio in Germania!