Germania… a zonzo tra i lander occidentali

Un tour on the road nella Germania dell'ovest. Tra case a graticcio, castelli, fiumi e tanti bretzel
Scritto da: madeinflorence
germania... a zonzo tra i lander occidentali
Partenza il: 14/08/2011
Ritorno il: 25/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
È la notte del 14 Agosto quando, tra un mugugno della mia compagna per la sveglia ad un’ora improba e i miei timori delle interminabili code che caratterizzano i weekend estivi, diamo inizio al nostro viaggio in direzione Germania. Con una decina di giorni a disposizione abbiamo tracciato un itinerario alla scoperta dei Länder occidentali: Baden Württemberg, Renania-Palatinato, Assia e Renania Settentrionale-Vestfalia.

La classica guida del Touring, una carta stradale e un provvidenziale navigatore costituiscono la nostra dotazione di viaggio. Presso l’Aci della nostra città abbiamo preventivamente acquistato il contrassegno obbligatorio per utilizzare le autostrade svizzere, che fa bella mostra di sé sul vetro della macchina. Il viaggio fila via liscio, nessuna coda alla barriera Como-Chiasso né alle frontiere; intorno alle 9.30 sconfiniamo in territorio tedesco. Prima tappa dell’itinerario è Titisee, dove un forte vento ci accoglie lungo le sponde di questo lago molto frequentato durante i fine settimana. Dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio gratuito nei pressi della stazione, ci incamminiamo in una piacevole passeggiata lungolago, tra un’occhiata ai negozi di souvenir ed una sosta a quelli di addobbi natalizi che, sebbene fuori stagione, costituiscono un’attrattiva per l’inimmaginabile quantità e varietà di oggetti esposti. E’ ora di pranzo: uno spuntino veloce con prodotti tipici locali e poi di nuovo in macchina per raggiungere l’Hexenlochmühle, un vecchio mulino di legno oggi trasformato in ristorante. Il contesto è piacevole, con la struttura perfettamente conservata e adorna di fiori ma non c’è molto da vedere. Ci spostiamo una quindicina di km verso ovest, nel piccolo centro di Sankt Peter, dove è in corso una festa di paese. Canti e balli popolari animano la piazza principale su cui si erge la barocca chiesa parrocchiale di Pietro e Paolo. Meta scelta per il nostro primo pernottamento in terra straniera è Breisach am Rhein, dove alla Gästehaus Schillinger la cordiale padrona di casa ci offre una bella camera ad un prezzo irrisorio. La posizione al confine con la Francia, ha posto questo borgo per circa due secoli al centro delle mire del Regno di Francia e del Sacro Romano Impero che, con ripetute e feroci dispute, si sono contese il controllo di questa terra di frontiera. Sotto una leggera pioggerellina dedichiamo le ore che ci separano dalla cena alla scoperta del centro storico. Nella piazza Gutgesellentor, l’omonima porta nelle mura trecentesche dà accesso alla ripida strada che sale fino alla sommità della collina dove sorgono il Rathaüs e la cattedrale di St. Stephanus.

Fortunatamente al nostro risveglio la pioggia è cessata; un cielo plumbeo ci accompagna mentre ci addentriamo nel cuore della Foresta Nera. Friburgo, con la sua impronta di città universitaria particolarmente vivace e dinamica, conserva un piacevole centro storico a dispetto dei pesanti bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale. Gli echi di tali distruzioni sono ancora visibili nei restauri, tutt’ora in corso, delle facciate esterne della cattedrale gotica. Il reticolo di piccoli canali d’acqua, utilizzato nel passato come riserva d’acqua per spegnere gli incendi nella città vecchia, rende estremamente caratteristico passeggiare per le vie del centro.

Furtwangen invece, patria dell’orologio a cucù, ad eccezione del museo dell’orologio non ha da offrire niente altro al visitatore. Ne approfittiamo per fare un po’ di spesa in un supermercato prima di raggiungere Triberg, punto di partenza di piacevoli itinerari nel bosco che conducono alle cascate del fiume Gutach. Se si rimane lungo la via principale del paese ci si può “perdere” dentro ai negozi stracolmi di souvenir e di orologi a cucù di tutti i tipi e dimensioni, prodotto artigianale tipico della zona.

Non lontano da qui, e più precisamente a Schonach, si trova l’orologio a cucù più grande del mondo. Delle dimensioni di una casa, il cucù risuona ogni mezz’ora quando un uccello di legno esce da una finestra. Spettacolo che si è rivelato insignificante per noi, pubblico ignaro in attesa del rintocco, seduti nel giardino antistante il cucù con in mano il biglietto di ingresso.

Gegenbach è presentata dal relativo sito del turismo come “una piccola città medioevale che ha molto da raccontare”. Definizione non fu mai più pertinente. Attraverso le mura si entra in questo piccolo gioiello di vicoli e splendidi palazzi colorati, adorni di fiori alle finestre. Siamo nel regno delle Fachwerkhäuser, ossia delle case con travature a traliccio, ampiamente diffuse nel paesaggio urbano della Germania. La piazza con il Rathaus da un lato e la Porta Superiore verso cui la strada si strozza ad imbuto dall’altro, delimitano un contesto perfettamente ordinato, elegante ed armonioso. Nei vicoli che si diramano in ogni verso dalla strada principale si respira una piacevole atmosfera e si scoprono angoli ricchi di storia e fascino. La statua del cavaliere di pietra, che sormonta la fontana della piazza del mercato, sembra sorvegliare gli splendori della città esibiti con orgoglio.

Minuscolo concentrato di case a graticcio adagiate lungo il fiume Kinzig, Schiltach conserva la più antica farmacia di Germania. Questo piccolo paese è raccolto intorno alla singolare piazza triangolare in pendenza, su cui si affaccia il Municipio con facciata esterna finemente decorata e con tetto a gradini e alcune dimore storiche risalenti al XVI secolo.

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Freudenstadt e, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, troviamo una camera in un B&B alquanto squallido ma ad un prezzo veramente economico. Ci accontentiamo, in fondo una notte passa veloce e l’idea di risparmiare qualche soldo non ci dispiace affatto. Per cena ci rechiamo a Marktplatz, la piazza principale della città con numerosi caffè e ristoranti. Scegliamo la Tutm-brau, una birreria in legno che produce birra weiss e propone ottimi piatti locali a buon prezzo. Fatichiamo un po’ nella scelta delle pietanze cercando di comprendere faticosamente il menù in tedesco. Solo a fine cena scopriamo che è disponibile un menù in italiano!

La mattina seguente torniamo nuovamente a Markplatz per scattare due foto con la luce del giorno alla piazza più grande della Germania. C’è poca gente a giro, la Stadtkirche, maestosa chiesa protestante che si affaccia sulla piazza, è parzialmente avvolta dalla nebbia. Passeggiando sotto i portici della piazza, ammiriamo i giochi d’acqua unico elemento di vivacità in un contesto decisamente sonnacchioso.

Lungo la strada che collega Freudenstadt a Baden-Baden, la cosiddetta Schwarzwald Hochstrasse, facciamo una sosta a Mummelsee, un piccolo laghetto di montagna. E’ l’occasione per acquistare in un negozio di prodotti tipici il famoso miele della Foresta nera.

Baden baden è una delle località termali più famose al mondo. Conosciuta come “capitale estiva d’Europa” durante il periodo della Belle Epoque, quando numerosi reali e capi di stato la sceglievano come luogo di villeggiatura prediletto, conserva ancora oggi una parvenza di quella eleganza che la contraddistingueva. Non cediamo alle lusinghe di un bagno rilassante nelle calde acque di questa stazione termale, siamo all’inizio del viaggio, l’energia è tanta e la voglia di scoprire posti nuovi prevale. Ci limitiamo così ad una passeggiata per le vie del centro prima di raggiungere, per ora di pranzo, Rastatt.

L’attrattiva di questa anonima cittadina è rappresentata dall’imponente residenza barocca fatto costruire agli inizi del 1700 da Ludwig Wilhelm di Baden Baden, su progetto dell’architetto italiano Domenico Egidio Rossi. Ogni ora una visita guidata in tedesco consente di scoprire questa magnifica residenza in ottimo stato di conservazione e con una evidente ispirazione alla reggia di Versailles. Pur non comprendendo la lingua ci siamo aggregati al tour guidato per visitare gli interni. Ben presto la guida si è accorta delle nostre difficoltà interpretative e da lì è andata in scena una simpatica sequela di gag per ridurre le distanze linguistiche e stabilire una conversazione universale. Nonostante questo piccolo inconveniente (non si possono effettuare visite da soli, non ci sono audio guide e le visite in lingua inglese sono rare) bisogna ammettere che il castello conserva un consistente patrimonio di arredi originali e una serie di ambienti, decorati con suntuosi affreschi e stucchi, di grande interesse artistico-architettonico.

Karlsruhe è la terza città più grande del Baden-Württemberg. Ha un impianto urbanistico a ventaglio, il cui centro è rappresentato da un castello situato in un immenso parco a forma circolare dal quale si diramano in direzione radiale 32 strade. Tale struttura fu meticolosamente pianificata nel 1715 dal conte Carlo Guglielmo III, desideroso di costruire una città modello in cui le strade rappresentassero i raggi del sole e il loro numero e direzione trovasse esatta corrispondenza nella rosa dei venti. All’interno dello Schloss è oggi ospitato il Museo di Stato del Baden. Fulcro della vita cittadina è Marktplatz dove, tra la piramide in vetro stile Louvre, il Municipio neoclassico e la Chiesa Evangelica, si svolge un frenetico via vai di filobus, biciclette e pedoni. Una tappa tutto sommato evitabile.

Per il pernottamento scegliamo Maulbronn dove, l’indomani, ci dedicheremo alla visita del Monastero. Non ci sono molte possibilità di scelta nella zona; stanchi prendiamo una camera al Kloster Post, hotel 3 stelle proprio accanto al Monastero. Con un’abbondante cena al ristorante Kolsterschmiede a base di Maultaschen, ravioli giganti ripieni di verdure tipici della cucina locale, salutiamo un’altra intensa giornata di viaggio.

Varcare la porta nella cinta muraria che racchiude il complesso monastico di Maulbronn significa fare un salto nel passato, proiettarsi nella dimensione fiabesca riflessa da questo piccolo “paese nel paese”. Accanto all’edificio principale, l’abbazia cistercense, fanno da contorno una serie di splendidi edifici a graticcio, ordinati attorno ad una grande piazza, originariamente destinati ad ospitare le attività produttive necessarie alla comunità monastica. Fondato nel 1147, questo monastero si è conservato intatto attraverso i secoli e rappresenta uno dei massimi emblemi dell’ordine cistercense, tanto da essere annoverato nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco. La voce di un’audioguida ci conduce alla scoperta delle meraviglie racchiuse all’interno del monastero, perfetta ambientazione per le scene del film “Il nome della rosa”: nella basilica romanica sembrano riecheggiare ancora gli echi delle preghiere, sotto i portici dello splendido chiostro sembra rivivere la vita monastica del Medio Evo, nei refettori sembra ancora di udire il tintinnare delle stoviglie durante i pasti. Le trasformazioni subite dal complesso nel corso del tempo si armonizzano in una perfetta integrazione di stili architettonici, dal romanico al tardo gotico. La sala capitolare divisa in otto campate con volte stellate e il padiglione ottagonale con fontana a tre vasche spiccano tra gli ambienti più rilevanti.

Speyer è una città le cui origini risalgono a più di duemila anni fa. Sede vescovile ed importante centro imperiale, deve la sua fama al Kaiserdom, la maestosa Cattedrale che costituisce uno dei massimi emblemi del romanico in Renania. Scelto come luogo di sepoltura da quattro re e da altrettanti imperatori, il Duomo si staglia solenne sullo sfondo di Maximilianstrasse, cuore della vita cittadina, lungo la quale le invitanti vetrine delle panetterie lanciano richiami irresistibili. Sopraffatti dalle tentazioni, un gustoso brezel mit butter (a cui è dedicata una festa gastronomica nel mese di luglio) ci accompagna nella nostra passeggiata verso la Cattedrale.

Mannheim, situata all’estremità nord-occidentale del Baden-Württemberg, è il centro di un importante distretto industriale chimico e meccanico. Da sempre fucina di fermenti culturali e tecnologici, questa città si è distinta nel campo delle invenzioni nel settore dei trasporti: è qui che nel lontano 1817 è nata la bicicletta, nel 1886 Carl Benz inventò e guidò la prima automobile al mondo e nel 1929 fu realizzato il primo aereo a reazione. La genialità e l’inventiva sembrano pervadere da secoli gli abitanti di questa zona. A questo intreccio di idee, creazioni ed estro si contrappone un tessuto urbano lineare, con un centro storico di forma quadrata in cui le strade si incrociano a griglia e si identificano semplicemente con una lettera e un numero. La C7 che si interseca con la B8 per poi finire nella E1: girare per le strade di Mannheim è come giocare ad una “battaglia navale” in cui lo scopo non è affondare le navi ma imboccare il percorso giusto per raggiungere il Castello barocco.

Lasciamo il Baden-Württemberg per inoltrarci nel land Renania Palatinato dove la prima tappa non può che essere il suo capoluogo, Mainz. Importante centro ecclesiastico in epoca medievale nonché patria natia di Johannes Gutenberg, inventore della stampa a caratteri mobili, la città ha conservato nel tempo la sua vocazione di sede religiosa cattolica. Al centro della città si erge il Dom St. Martin und St. Stephan, che con le sei imponenti torri rappresenta uno dei massimi esempi di romanico renano. I suoi mille anni e più di tormentata storia, fatta di incendi, bombardamenti e ricostruzioni, custodiscono il ricordo dell’antico potere politico, oltre che religioso, della Chiesa Cattolica. Gran parte della città vecchia andò distrutta sotto i colpi dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Splendidi edifici a graticcio sono stati ricostruiti nel rispetto delle costruzioni originali nell’Altstadt, quartiere a sud del Dom: Augustinerstrasse e gli stretti vicoli adiacenti sono costellati di weinstuben (vinerie), dove degustare i prodotti enologici locali. Base per il pernottamento è l’Hotel Rheingau a Bingen am Rhein, all’estremità meridionale di quel tratto di valle del Reno lungo 65 Km che termina a Coblenza, inserito nel patrimonio dell’Unesco per la sua peculiarità paesaggistica e storico-culturale. L’indomani inizieremo la risalita della valle lungo la riva sinistra del Reno fino a Coblenza per poi discendere verso sud percorrendo la sponda opposta. Nessun ponte attraversa il fiume, solo un servizio di traghetti con trasporto auto mette in collegamento le due rive. Un ambiente informale ed enormi piatti unici a prezzi modici ci accolgono per la cena all’osteria Zum Geschwollenen Herz.

Una splendida panoramica sul Reno e su Bingen, ammirata dal sovrastante Burg Klopp, è un ottimo modo per iniziare la giornata. La valle del Reno è un susseguirsi di piccoli borghi, alcuni veramente deliziosi, rocche e castelli, ripide gole e scoscesi declivi coltivati a vigneti che producono, grazie al particolare microclima della zona, un vino rinomato e assai apprezzato. Bacharach con le mura medievali e le sette torri, Oberwesel ed i suoi pendii coltivati a vigneti, St. Goar dominata dalla fortezza Rheinfels da cui si gode di un’ampia visuale sul Reno e Boppard, con l’antico nucleo abitativo scenicamente disposto lungo un’ansa del fiume, costituiscono piacevoli tappe di avvicinamento a Koblenz. Questa città merita un discorso a parte. Stretta tra il corso del Reno e quello della Mosella, concentra il suo fascino nel cosiddetto Deutsches Eck, la terrazza protesa sulla confluenza dei due fiumi sorvegliata dall’imponente statua equestre dell’imperatore Guglielmo I. Non lontano da qui svettano le quattro torri della chiesa più importante della città, la St. Kastor, e si sviluppa l’Altstadt, la città vecchia gravemente danneggiata durante l’ultimo conflitto mondiale e fedelmente ricostruita negli anni a seguire. A malincuore rinunciamo alla visita del Festung Ehrenbreitstein, la fortezza che domina la città in corrispondenza della confluenza, il cui accesso è consentito solo pagando il costosissimo biglietto di entrata ad una manifestazione che coinvolge gran parte della città. Abbandonata momentaneamente la valle del Reno, ci spostiamo verso est percorrendo una suggestiva quanto panoramica strada immersa nella natura che ci conduce, via Bad Ems, a Diez,. Per 60 euro prendiamo una deliziosa camera doppia con colazione al Garni Zum Kreuzhof, a due passi dal centro di questo piccolo borgo.

Ci svegliamo con un cielo plumbeo che non promette niente di buono. Come al solito una sostanziosa colazione ci dà la carica per affrontare una nuova intensa giornata. E l’inizio è dei migliori: Limburg an der Lahn, prima tappa, è pittoresco paesino dall’atmosfera fiabesca con un centro storico che ha conservato intatto l’antico impianto medievale. Camminando nelle strette viuzze fiancheggiate da splendide case a graticcio, alcune risalenti anche al XIII secolo, nelle piccole piazze dalla forma irregolare o lungo il ponte Alte Lahnbrücke si comprende il motivo per cui tutta la città vecchia sia sotto la protezione delle Belle Arti. In posizione elevata si erge il Dom, con le sue sette torri e la particolare facciata tricolore, gialla rossa e nera. Un violento acquazzone ci costringe a concludere un po’ anticipatamente la visita di Limburg per guadagnare la macchina e raggiungere un’altra località. Il tempo non manca e decidiamo di spingerci fino a Colonia, inizialmente non prevista nel nostro tour, per ammirare la splendida cattedrale. Lasciata l’auto nel parcheggio sotterraneo a pagamento in centro, usciamo in superficie e ci troviamo ai piedi del Duomo. Fa impressione pensare che un enorme parcheggio sia stato scavato proprio sotto un simile capolavoro artistico. Le tipiche linee verticali del gotico, ben rappresentate da pinnacoli, guglie ed archi, slanciano la Cattedrale verso il cielo; la stessa sensazione che si avverte varcando il portale che dà accesso ai maestosi interni alti oltre 43 metri.

Stona invece, e non poco, il complesso compatto e moderno, costruito negli anni ’80 a fianco del Duomo, che ospita collezioni d’arte: evidente espressione dell’audacia architettonica e dello sperimentalismo stilistico tipico dei teutonici. Dopo uno spuntino veloce da Merzenich, enorme forno pasticceria in Wallrafmplatz, ci fermiamo per una pausa in uno dei tanti caffè all’aperto lungo il Reno per sorseggiare una Gaffel Kölsch, la birra ad alta fermentazione prodotta a Colonia. Alle nostre spalle si trova la Gross St. Martin, chiesa tardoromanica che, soffocata dagli edifici circostanti, sembra farsi spazio per emergere alla vista di chi naviga lungo il Reno.

Lasciamo Colonia per tornare verso sud a Lahnstein, sulla riva destra della Valle del Reno, dal cui castello si gode di una piacevole panoramica sul fiume. Pernottiamo a Braubach, alla Pension Zum Felsenkeller, lungo la strada che sale al castello. Prima di cena, ci perdiamo in una passeggiata per le strade del centro, tra notevoli scorci e le classiche case a graticcio, prima di un’ottima cena alla Gasthaus Zum Goldenen Schülssel.

Il castello di Marksburg è l’unica fortezza mai distrutta della zona. Una visita guidata (in tedesco, prima partenza ore 10) accompagna alla scoperta degli ambienti, protetti da mura spesse 4,5 metri, in cui si articola la rocca. La riva destra offre meno attrazioni turistiche dell’opposta ma consente di scattare splendide foto ai borghi adagiati lungo la riva sinistra e ai castelli arroccati sugli speroni rocciosi. Meta turistica imperdibile è Loreley, una rupe alta 132 metri a strapiombo sul Reno in corrispondenza di una doppia ansa del Reno, che rende questo tratto di fiume particolarmente suggestivo oggigiorno quanto pericoloso per i naviganti nei tempi che furono. Una leggenda narra che sulla rupe abitasse una fanciulla, Loreley, il cui canto era talmente ammaliante da distrarre i marinai durante la navigazione che finivano inevitabilmente per scontrarsi sulle rocce e naufragare. Con l’auto si sale fino al punto panoramico dove la strada termina in un parcheggio a pagamento.

Rüdesheim am Rhein è l’ultimo centro della valle. La buona sorte ci ha fatto capitare durante la festa del vino: numerosi stand di produttori locali animano la piazza principale confermando la vocazione vinicola di questo tranquillo borgo. Non ci possiamo certo esimere dal degustare un bicchiere di Riesling Renano, gradevole vino bianco secco fruttato.

Da questo piccolo e pacato centro agricolo facciamo un doppio salto, dimensionale e tipologico, per spostarci a Francoforte, dinamica metropoli finanziaria e commerciale. Lo skyline della città è dominato dagli alti grattacieli sede di banche, uffici e multinazionali; l’esiguo cuore storico e culturale è raccolto tra il Duomo e Römerberg, piazza circondata da eleganti edifici tra cui spicca il vecchio Municipio con facciata rosa pastello a scalini e con al centro la fontana della Giustizia.

La stanchezza inizia a farsi sentire, decidiamo di cercare da dormire a Darmstadt, città fregiata con una stella dalla guida Touring. Ma già all’arrivo nella periferia qualcosa non ci convince. Quasi nessun albergo, atmosfera decadente e la sensazione di essere in un sobborgo dormitorio di Francoforte. Parcheggiamo e raggiungiamo a piedi il centro città. L’idea iniziale non cambia, anzi. Senza perdere ulteriore tempo risaliamo in auto e impostiamo il navigatore con destinazione Michelstadt, sperando in sorte migliore. Altra scelta non fu mai più azzeccata! Dopo aver trovato una camera a buon prezzo all’Odenwaldhotel Nibelungen, scendiamo verso il centro per cena. E qui la sorpresa. Non solo il paese è un piccolo gioiello fatto di case a graticcio ed edifici storici, ma una festa paesana coinvolge tutte le strade che, illuminate con candele, ospitano eventi di strada, stand gastronomici, complessini rock e negozi aperti fino a tardi. Galvanizzati dal cambio di rotta assestato alla giornata, ceniamo alla Michelstradter Rathausbräu: una deliziosa birra al miele accompagna dello struzzo alle erbe e del gulasch di cervo con spetzel e salsa di mirtilli da leccarsi i baffi.

Miltenberg è la prima tappa della nuova giornata. Una gradevole atmosfera si respira lungo le strade di questo borgo medievale, anche se l’appellativo di “perla della Valle del Meno” ci pare francamente eccessiva. Forte impronta barocca ha la vicina Heidelberg, cittadina universitaria lungo il fiume Neckar che si dispiega lungo la Hauptstrasse, la via principale lunga due chilometri. Con una funicolare o con l’auto fino ad un parcheggio a pagamento sono le due opzioni tra cui si può scegliere per salire fino allo Schloss che domina dall’alto la città. L’attuale stato di semi-distruzione in cui versa il castello riflette le sfortunate vicende che lo coinvolsero tra 1600 e 1700 e che ne decretarono l’abbandono. La visita del complesso ruota attorno allo splendido cortile interno e alla terrazza panoramica affacciata sul fiume Neckar.

Più piccola e raccolta, Bad Wimpfen vanta antiche origini romane e conserva la tipica atmosfera del borgo medievale caratterizzato da eleganti case a graticcio, piccole piazzette, la Chiesa anglicana e l’immancabile Rathaus. Il tutto dominato dall’alta Blauer Turm, la torre del XII secolo in origine facente parte della residenza imperiale. E’ ormai tardo pomeriggio quando giungiamo a Schwäbisch Hall. Per le difficoltà a reperire una camera, siamo costretti a ripiegare su un modesto hotel in periferia non propriamente economico considerati gli standard di servizio offerti. Ma la stanchezza ha il sopravvento e il desiderio di una doccia e di un po’ di riposo sono impellenti.

La breve visita della cittadina la programmiamo per la mattina seguente e ruota intorno ai due punti di interessi principali: Markplatz con i suoi palazzi barocchi e rococò che delimitano uno spazio che appare troppo esiguo per contenere l’imponente basilica di St. Michel e la sua smisurata scalinata di 53 gradini, e il Comburg, abbazia benedettina fortificata. Dopo aver parcheggiato l’auto, percorriamo un viale alberato che conduce all’ingresso del complesso. Il deserto regna intorno a noi, nessuno all’ingresso né all’interno. Indisturbati attraversiamo la sequenza di tre porte che introduce allo splendido cortile impreziosito dalle fontane e dalla ottagonale Erhardskapelle. L’abbazia è chiusa e ci limitiamo ad ammirarla dall’esterno.

Schwäbisch Gmünd si fa apprezzare per la piacevole Markplatz, impreziosita da palazzi color pastello, dalla duecentesca Johanniskirche e da una fontana ornata con fiori rossi, e per le decorazioni del Munster, il duomo della città caratterizzato da portali finemente decorati a rilievi.

Stoccarda è una veloce tappa a metà del giorno. Non ci aspettiamo niente di particolare da una città che durante l’ultimo conflitto mondiale ha subito la perdita di oltre il 90% degli edifici; infatti tale previsione viene fedelmente rispettata e dopo una passeggiata intorno alla maestosa Schlossplatz ripartiamo in direzione di Ludwigsburg. In questo sobborgo a nord di Stoccarda si conserva un meraviglioso Schloss fatto erigere dal Eberhard Ludwig, duca del Württemberg, inizialmente come castello di caccia e poi come residenza privata ispirata alla reggia di Versailles. Un trionfo di Barocco, Rococò e Classicismo che si sprigiona nei sontuosi arredi originali e nelle architetture degli ambienti interni, visitabili con tour guidato in tedesco (in inglese solo ad ore prestabilite) della durata di un’ora e mezzo circa. Un biglietto aggiuntivo è richiesto per accedere ai giardini attorno alla reggia. La giornata si conclude a Essinglen am Neckar, con una cena presso l’Alpirsbacher Zirbelstube e una passeggiata per le vie del centro per ammirare l’elegante Rathaus illuminato.

Il decimo giorno di viaggio ci vede diretti, come prima tappa, all’abbazia cistercense di Bebenhausen, una costruzione risalente alla fine del 1100 ottimamente conservatasi nel corso dei secoli. Un foglio informativo con spiegazioni in italiano fornito alla biglietteria ci permette di conoscere la storia e le vicissitudini dei singoli ambienti del complesso monastico, tra i quali spiccano il chiostro, il dormitorio e il refettorio invernale.

A soli sei km dall’abbazia si trova Tubinga, città universitaria per eccellenza con il 30% dei suoi cittadini costituito da studenti. La classica immagine da cartolina di Tubinga è la serie di antiche case che si affacciano sul fiume Neckar. Dopo aver “saccheggiato” di dolci e salati una backerei nel centro storico, proseguiamo in direzione Burg Hohenzollern, possente fortezza sulla sommità di un colle eletta a dimora originaria della dinastia omonima che ha annoverato nella propria storia millenaria principi elettori, re di Prussia, sovrani di Romania ed imperatori di Germania. Il castello dall’aspetto fiabesco e suggestivo che si ammira oggi è frutto di una ricostruzione totale avvenuta alla metà dell’800 per scopi celebrativi della casata. Niente si conserva del nucleo originario risalente all’XI secolo, mentre rimane la cappella St. Michael del XIII secolo. Lasciata l’auto ad un parcheggio a pagamento si prospettano due alternative per raggiungere il castello: o la navetta (€1,80 a tratta) o una faticosa salita a piedi di circa 20 minuti. Dato che è molto caldo decidiamo di sfruttare la navetta per l’andata e di dedicarci ad una salutare camminata in discesa per il ritorno (10 minuti circa). La fortezza, ancora oggi di proprietà degli ultimi discendenti degli Hohenzollern, è adibita a museo e se ne visitano gli interni con una visita guidata di circa 45 minuti (alle 14.00 c’è il tour in inglese). In alcune occasioni particolari, il castello si trasforma in sontuose set per le feste private organizzate dai proprietari.

Alla cittadina di Heigerloch riserviamo una fugace visita. Nonostante la nostra guida ne decanti la posizione panoramica, non rimaniamo affatto incantati dal luogo; anzi fa un certo effetto sapere che in questo luogo gli scienziati tedeschi condussero nel 1944 esperimenti atomici nella galleria scavata proprio sotto la chiesa del paese.

Ci spostiamo verso Rottweil e dopo qualche difficoltà a reperire una camera a buon prezzo, optiamo per l’Hotel Hirt a Deisslingen, a circa nove km di distanza. Prima di cena ci concediamo un giro per il centro di Rottweil e, a seguire, una cena all’aperto presso il ristorante Weinstubbe Grimm.

I giorni a disposizione per la vacanza sono quasi al termine e allo stesso tempo le nostre peregrinazioni in terra tedesca. Ci rimane da esplorare il Lago di Costanza, il cosiddetto “mare di Svevia“ che segna un tratto di confine tra Germania, Svizzera ed Austria. Prima però passiamo da Donaueschingen, città alla confluenza dei fiumi che danno origine al Danubio: giusto per poter dire di aver visto dove nasce uno dei fiumi più grandi d’Europa, ma per il resto niente di significativo. Di ben altro tenore l’isola di Richenau, collegata alla terraferma da un ponte-diga, che prospera di coltivazioni ortofrutticole e serre di fiori. Merita senz’altro una visita la Chiesa di St. George, basilica carolingia del IX-XI secolo al cui interno è conservato un magnifico ciclo di affreschi dell’Alto Medioevo raffiguranti scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Ad una creazione di pittori impressionisti sembra invece rimandare l’esterno della chiesa, con uno scenografico campo di fiori colorati che ne incornicia il fianco destro.

Il lungolago è senza dubbio il gioiello di Costanza. Rilassante camminare all’ombra degli alberi che seguono il sinuoso andamento della riva osservando il via vai di battelli che collegano le opposte sponde del lago. Tra le tante destinazioni c’è anche l’isola di Manau che però, per comodità, raggiungiamo in auto sfruttando il collegamento alla terraferma. Obbligatorio parcheggiare in area a pagamento (tariffa unica €4,00) prima di accedere all’isola adibita a giardino. Nonostante sia molto distensivo e piacevole passeggiare nel parco, ammirare le migliaia di varietà di fiori e piante e riposarsi seduti sulle panchine lungolago, il prezzo del biglietto di ingresso (€16,00 a testa) è eccessivamente caro. Tra i tanti percorsi proposti all’interno del parco, ne percorriamo uno della durata di circa due ore.

Usciti dal parco, cerchiamo da dormire a Uberlingen ma l’alta stagione si fa sentire: tutti gli alberghi sono esauriti e solo dopo una lunga ricerca troviamo finalmente posto nella Gasthaus Hirschen a Salem, ben tredici km nell’interno. Una modesta camera in un modesto paesino alla “modica” cifra di €80,00. Prendere o lasciare. Dato che è tardi ed i dintorni non offrono gran che, ceniamo nella gasthaus serviti dai simpatici proprietari tuttofare.

Siamo giunti con tristezza all’ultimo giorno di vacanza. Rimangono ancora due tappe sul lago di Costanza prima di porre termine al nostro viaggio in Germania. Meersburg, sulla riva opposta a Costanza, è un antico agglomerato di case con i tetti rossi a spiovente, raccolte su uno sperone roccioso a picco sul lago. Percorrendo la Steigstrasse si sale dalla città bassa a quella alta dove ci si perde tra edifici a graticcio, stretti vicoli e suggestivi scorci.

Lindau im Bodensee, rinomata località di villeggiatura adagiata su un’isola, si sviluppa intorno a Markplatz ed a Maximilianstrasse. Una bella visuale si gode dalle banchine del porto il cui ingresso è dominato dal faro e dall’imponente leone marmoreo, alle cui spalle svettano le cime delle Alpi.

Sulla strada del ritorno verso casa sosta a Vaduz, capitale del Principato del Liechtenstein, piccolo stato intrappolato tra le montagne svizzere ed austriache. Sulle spalle la stanchezza per i 3660 km percorsi in dodici giorni, ma nel bagaglio personale dei ricordi tanto nuovo materiale da conservare con piacere.

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Speyer

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Valle del Reno

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Tipica casa a graticcio

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Germania: a zonzo tra i lander occidentali

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Burg Hohenzollern

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Germania: a zonzo tra i lander occidentali

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Castello sul Reno

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Richenau: chiesa di St. George

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Lungolago di Costanza



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