Georgia, l’Europa oltre l’Europa
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Antefatto: ai primi di gennaio, scandagliando le offerte delle varie compagnie low-cost, mi sono imbattuto in una offerta con destinazione Kutaisi. Ammettendo la mia ignoranza, neppure conoscevo l’esistenza di questa città, che poi ho scoperto essere nella Georgia dell’ovest. Per combinazione, qualche giorno dopo, in una libreria in fase di chiusura, ho trovato in vendita a 5 euro la guida Lonely Planet Georgia, Armenia e Azerbajan, penultima edizione (2015), che, come al solito si è rivelata sostanzialmente inutile, visto i veloci cambiamenti che stanno avvenendo in Georgia in questi ultimi anni.
Come arrivare: la capitale Tblisi è ovviamente servita dalle principali compagnie aeree internazionali, che, visti i costi, non ho nemmeno preso in considerazione. Da poco, la compagnia ungherese Wizzair ha aperto un volo Milano Mpx-Kutaisi: il volo, comprato i primi di gennaio per il ponte del 1° maggio è stato pagato 74 euro a/r con mini bagaglio a mano. Decisamente un buon prezzo per un volo di 4 ore.
Dove stare: avendo a disposizione solo 2 giorni e mezzo, ho deciso di fare base a Kutaisi e poi muovermi con taxi e mezzi pubblici nei dintorni della città. Essendo da solo ho scelto una guest house trovata sulla guida (l’unica cosa a cui è servita): Giorgi Homestay (giorgihomestay14@yahoo.com) gestita appunto da Giorgi, un georgiano molto cordiale e ospitale che affitta le camere della sua grande casa sulle colline di Kutaisi, nei pressi della cattedrale di Bagrati. Camera pulita con bagno condiviso, anch’esso pulito, con possibilità di colazione. Giorgi parla inglese, cosa non scontata perché l’inglese è decisamente poco conosciuto. Gli stessi giovani georgiani parlano poco l’inglese; le persone più su di età parlano, oltre il georgiano ovviamente, il russo. Il costo della camera è di 30 GEL (Lari, 1 euro=2,65 GEL), quindi circa 11 euro a notte, ma volendo si trova anche a molto meno. Ultimamente stanno nascendo parecchie guest house, ma mi sento di consigliare Giorgi Homestay per l’ospitalità del proprietario e per le informazioni turistiche che fornisce, anche se costa qualcosa in più rispetto alle altre.
Come muoversi: dall’areoporto, in coincidenza dei voli, ci sono dei pulmini collettivi gestiti dalla Georgiantour che offre passaggi a pochi GEL per il centro (5 GEL), per Tblisi e per altre destinazioni sempre a prezzi molto convenienti. Il mezzo più usato ed economico per muoversi sono le marshrutka, i pulmini collettivi che collegano tutte le città e i paesi della Georgia a prezzi irrisori: con 6 GEL si possono fare tragitti anche di 60/70 Km.
In alternativa ci sono molti taxi, anche questi a prezzi molto bassi rispetto all’Italia: la tratta aeroporto-centro costa ad esempio 15 GEL. Una corsa nei limiti della città circa 5 GEL. Definire sempre il prezzo prima di partire. Pochissimi tassisti parlano inglese, al massimo arrivano a conoscere i numeri, quindi i viaggi si svolgono tra tentativi inutili di comunicazione.
Come mangiare: purtroppo è stata solo una toccata e fuga quindi non ho potuto assaggiare tutte le specialità locali, comunque la cucina non mi è sembrata male, anche se la varietà dei piatti non è numerosa. Tra i piatti tipici vale la pena sicuramente ricordare i Kinkali, dei ravioloni ripieni o di carne speziata con coriandolo o di formaggio o funghi, cotti al vapore. La razione tipo è 5 Kinkali da mangiarsi con le mani risucchiando il liquido che si trova all’interno del raviolo. Ci sono inoltre parecchie torte salate (al formaggio, con carne, con le patate). Altra specialità è il khachapuri: è un pane/pizza che varia a seconda delle regioni dove viene cucinato; comunque il più famoso è quello ripieno di formaggio fuso con al centro un uovo. Menzione speciale per i vini, di cui la Georgia è uno storico produttore, ma, non essendone un esperto, non so valutarne la reale qualità.
Cosa vedere: ovviamente, visto il poco tempo a disposizione mi sono concentrato sui Kutaisi e i suoi dintorni, facendo un giro molto serrato per vedere il più possibile.
28/04
Partenza da Milano in ritardo di un’ora con arrivo a Kutaisi a mezzanotte, pulmino che mi ha lasciato a notte fonda davanti la casa di Giorgi. Sono entrato furtivamente nel giardino e ho svegliato un vecchio che dormiva la piano terra che a sua volta ha svegliato Giorgi. A letto finalmente alle 2 di notte, dopo essere riuscito parlare finalmente con Silvia con WhatsApp visto che la linea del telefono non è mai funzionata.
29/04
Alle 8.00 colazione con cetrioli, riso dolce con uvetta, frittata con formaggio stagionato in compagnia di una coppia di francesi e di un canadese/inglese. Condividendo il taxi con i francesi mi sono fatto accompagnare al monastero più bello della Georgia in fatto di affreschi, il monastero di Gelati (patrimonio Unesco) a circa 10 Km dal centro. Molto bello l’interno della chiesa principale, in fase di restauro l’esterno. Camminata di circa 3 Km verso il monastero di Motsameta, in bella posizione, ma non paragonabile al precedente. Lungo il percorso incontro ravvicinato con 2 belle vipere colorate.
Da Motsameta mi sono accordato con un tassista per farmi scarrozzare in giro per tutto il resto del giorno per 120 GEL. Laboriosa comunicazione tramite cellulare con una sua conoscente che parlava inglese: dopo 20 passaggi di cellulare per le varie traduzioni, gli ho spiegato che volevo andare a ovest di Kutaisi per vedere il Martvili Canyon, l’Okatse Canyon e le cascate di Kinchkha (80 Km circa di tour).
Le strutture turistiche per visitare i canyon sono di recentissima costruzione (2015/2016). Il Martvili è un canyon piccolo ma molto affascinate per la lussureggiante vegetazione e la possibilità di fare un breve giro in canoa lungo le sue acque (15 GEL l’entrata + il giro in canoa). Si è immersi un magnifico paesaggio montano con, in questa stagione, tutto sulle tonalità del verde per via delle foglie degli alberi appena rinverditi, il muschio che ricopre i tronchi e i riflessi sull’acqua; secondo me molto bello.
Dopo una ventina di Km, visita all’Okatse Canyon: 2 Km di passeggiata nel bosco tra maiali e mucche al pascolo, immersi anche qui tra una verdissima vegetazione e cespugli di gigli gialli in piena fioritura. Alla fine del sentiero si arriva ad una serie di passerelle metalliche attaccate a sbalzo su un lato del canyon con sotto il nulla, fino ad arrivare alla passerella più grande con notevole sbalzo sostenuto da tiranti in acciaio sul punto più alto del canyon (circa 100 metri di altezza). Suggestivo.
Da lì, altri 7 Km verso nord per raggiungere le cascate: lasciata la macchina breve escursione a piedi ai lati del fiume fino ai piedi della cascata principale, e da lì alla sommità della seconda cascata più piccola. Molto bello perché in questo periodo c’è abbondanza di acqua.
Rientro a Kutaisi con stop per foto alle caratteristiche case georgiane disseminate lungo la strada, cena in centro con Kinkali e birra (11 GEL).
30/04
Alle 8.00 colazione con cetrioli, porridge e frittata e poi pulmino collettivo per raggiungere, via Zastaponi, la città mineraria di Chiatura, 60 Km a nord-est di Kutaisi. Chiatura è la tipica città di stampo sovietico con palazzoni fatiscenti costruita lungo un fiume marrone per via delle miniere di manganese della zona, posto orrendo e non turistico (infatti non è nemmeno citata dalla Lonely Planet) se non per il fatto che è costruita in una zona collinare molto verde. Il motivo della visita è però dovuto al sistema di teleferiche costruite subito dopo la morte di Stalin, circa 60 anni fa, per mettere in comunicazione le varie parti della città che sorge su diverse alture. Esperienza incredibile: sono ancora in attività alcune delle teleferiche, costituite da cabine fatiscenti e totalmente arrugginite che gratuitamente trasportano gli abitanti su e giù per le alture. All’interno delle cabine le signore manovratrici fanno azionare le teleferiche con strumentazioni che dire obsolete è poco: nulla è stato cambiato, tutto risale agli anni ’50, tutto arrugginito, nessun sistema di sicurezza… incredibile.
Dopo qualche viaggetto in teleferica, sano e salvo (qualche anno fa la teleferica di Tblisi era precipitata per la rottura del cavo facendo una ventina di morti), in taxi mi sono fatto accompagnare al Katski pillar, pilastro di roccia di una 30 di metri con sulla cima un eremo abitato da un monaco, raggiungibile con un’improbabile e vietata scala in ferro.
Rientro con pulmino a Kutaisi, visita alla cattedrale di Bagrati (patrimonio Unesco) costruita sulla parte più alta di Kutaisi. La cattedrale è stata recentemente ricostruita (forse troppo) essendo praticamente stata distrutta da un’esplosione durante la guerra con gli ottomani. Discesa poi nel centro cittadino con visita al mercato coperto (carino) e poi passeggio per le vie. Alcune zone della città sono state rinnovate, altre, le più interessanti, presentano ancora l’atmosfera più autentica con fatiscenti edifici che hanno visto tempi migliori. Cena con Kinkali, spiedino di maiale, insalata di pomodori e cetrioli (19 GEL).
01/05
Partenza di buon’ora in pulmino per sfruttare l’ultima mattina prima del volo del pomeriggio. Arrivo a Tskaltubo, località termale a 20 Km da Kutaisi, rinomata durante il periodo sovietico per le acque curative. Veloce sguardo al complesso termale dove Stalin faceva il bagnetto per poi raggiungere il vero motivo della visita: i vecchi sanatori abbandonati costruiti per la nomenclatura sovietica. Dopo una difficile comunicazione con tassista tramite una turista russa che parlava inglese (triangolazione inglese-russo-georgiano), sono riuscito a farmi accompagnare nelle vicinanze di uno di questi sanatori. Poiché all’interno si trovano ambienti ancora con marmi e legni pregiati, è recintato e presidiato dalla polizia che controlla che non avvengano furti. Il poliziotto di guardia mi dice che è vietato entrare, ma non soddisfatto, entro dal retro da un buco della recinzione. All’interno ambienti un tempo sontuosi con colonnati rivestiti di marmi, pavimenti in legno (rimasto poco), il tutto molto suggestivo, sembrava di essere in un film… mentre uscivo mi ha sorpreso il poliziotto che imprecando in georgiano pensavo mi arrestasse. Fortunatamente vedendomi con la guida turistica in mano mi ha lasciato andare senza troppi problemi.
Rientro a Kutaisi con pulmino collettivo e visita esterna alla nuova sede del parlamento georgiano, recentemente trasferito da Tblisi in un avveniristico edificio costituito da una cupola in vetro e acciaio sormontato da una sinuosa struttura rivestita di pannelli bianchi. Sorge in una zona periferica della città, simbolo malriuscito della voglia di rinascita georgiana dopo la caduta dell’URSS e le recenti guerre con le regioni separatiste dell’Ossezia del Sud e dell’Abkazia.
In sintesi, giretto veloce ma molto interessante in un paese che si sta ora aprendo al turismo e che ha sicuramente molto da offrire, soprattutto a livello di escursioni nelle montagne del Caucaso. Popolazione ospitale, basso costo della vita, che lascia spazio, per ora, a un viaggio in qualche modo ancora “avventuroso” ma in totale sicurezza.