Gente di dublino

Dublino è una città a misura d’uomo, colorata, piena di giovani, ricca di eleganti edifici e di pub accoglienti. E’ la meta ideale per chi ha a disposizione due o tre giorni: giovani che vogliono viverla by night, o coppie come noi, con bimba al seguito… Partenza domenica 23 marzo ore 17.30 da Pisa con volo diretto della Ryanair. Arrivo a...
Scritto da: lauradidi
gente di dublino
Partenza il: 23/03/2008
Ritorno il: 26/03/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
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Dublino è una città a misura d’uomo, colorata, piena di giovani, ricca di eleganti edifici e di pub accoglienti. E’ la meta ideale per chi ha a disposizione due o tre giorni: giovani che vogliono viverla by night, o coppie come noi, con bimba al seguito… Partenza domenica 23 marzo ore 17.30 da Pisa con volo diretto della Ryanair. Arrivo a Dublino alle 19 ora locale (1h indietro rispetto all’Italia). Siamo in tre: mamma, papà e la piccola Sara di 17 mesi, al suo primo volo! All’arrivo ci dirigiamo al Tourist Information dell’aeroporto per l’acquisto dei biglietti per il bus. Ci consigliano la family card a 10€ . Prendiamo il n. 747 che in circa 30 minuti arriva diretto in centro e ferma in O’Connel Street, una delle strade più animate della città in cui si trova anche il General Post Office. Da lì percorriamo 6-7 minuti di strada a piedi per raggiungere l’Hotel Arlington, prenotato dall’Italia per 80€ a notte con irish breakfast inclusa. L’Hotel è scenografico, particolare. La stanza è molto grande, con un letto king size e un lettino per la bimba che avevamo richiesto, ma non ci avevano assicurato. Dopo aver sistemato le nostre cose, decidiamo di andare a letto, senza cena!..il pranzo pasquale fatto in Italia è sufficiente a coprire anche il pasto serale e poi…siamo un po’ cotti, quindi preferiamo andare a nanna. Per Sara invece, abbiamo portato qualcosa di cucinato da casa per questa prima sera. A proposito, consiglio a chi decide di partire con un bimbo, prenotando solo albergo con prima colazione, di portare biscottini, crackers e frutta omogeneizzata. Non che manchino negozi dove acquistarne, anzi, ma non potendo usufruire della cucina di mamma, il piccolo spizzicherà volentieri qualcosa di familiare nell’arco della giornata. Ci alziamo di buon’ora per la colazione self-service servita dalle 7 alle 10 nel grande e bellissimo pub che si trova al pian terreno dell’albergo. Non mancano scelta, abbondanza e qualità. Ai palati robusti consiglio di gustare il primo piatto tipicamente irish della giornata: uova al tegamino, o strapazzate, bacon, sausage (una via di mezzo tra salsiccia e würstel) fagioli, fette di pomodoro e pane tostato. I più tradizionali, troveranno varietà di cereali, pane burro e marmellata e briochine varie. Per tutti: tè, caffè, succhi di frutta, latte. Approfittando del fatto che non piove, questo primo giorno decidiamo di dirigerci a piedi verso la Guinness Storehouse, fabbrica della tradizionale birra irlandese (una passeggiata di circa 20 minuti dal nostro albergo). Noi abbiamo acquistato i biglietti on-line dall’Italia per risparmiare il 10% ed evitare la fila all’ingresso. Il costo del biglietto intero è di 14 €. L’edificio si sviluppa su sette piani collegati da scale mobili e ascensori. I primi sono abbastanza interessanti. Attraverso testi scritti ed audiovisivi vengono illustrate le varie fasi di lavorazione della birra (le spiegazioni sono solo in inglese). Poi ci sono bar, un bancone per l’assaggio di birra e al settimo piano… un grande e bellissimo bar circolare come tutto lo stabile, con grandi vetrate panoramiche sulla città. Ci sono tavolini e poltroncine dove poter gustare la pinta di guinness a cui si ha diritto gratuitamente presentando il biglietto d’ingresso. Insomma, alla fine siamo contenti di esserci stati, anche se il biglietto è un tantino caro. Per pranzo ci fermiamo al ristorante dello Storehouse. Si mangia abbastanza bene, sono attrezzati con seggiolone come del resto quasi tutti i ristoranti della città. Proviamo ad ordinare un chicken fingers dal kid’s menu per la nostra piccola. Ci portano una quantità esagerata di pollo fritto e patate, con ciotolina di ketchup annessa! Con i suoi 17 mesi…no, non ce la può fare! Senza perderci d’animo e con santa pazienza asportiamo “chirurgicamente” la crosticina fritta e sminuzziamo la ciccia, che Sara gradisce. Qualche crackers e un fruttino di casa nostra. Riprendiamo la strada del ritorno e ci fermiamo per una visita alla Christchurch Cathedral, una delle chiese più importanti di Dublino, risalente al XIII secolo e ristrutturata nel XIX. Dalla chiesa, si accede alla vastissima cripta medievale, la più antica costruzione della città (in una teca sono esposti i corpi mummificati di un gatto e un topo trovati incastrati in una canna d’organo…raccapricciante!). Ingresso 6€. Proseguiamo per Temple Bar, dove sono concentrati i pub di Dublino. Lungo il tragitto acquistiamo in uno dei tanti minimercati Spar lo yogurt per la merenda della piccola. Vi accorgerete che a Dublino non mancano negozi dove acquistare cibo. Ce ne sono tantissimi, dagli Spar, piccoli o grandi al Donnes Store House, grande supermercato in South Great George’s Street, a sud del fiume Liffey. Qui troverete veramente di tutto, compreso il banco dei prodotti freschi dove farvi preparare panini sul momento, a vostra scelta. Gradevole il giro per i vicoli di Temple Bar. Si torna in albergo dove questa sera abbiamo prenotato la cena. Breve parentesi: l’Arlington Hotel è conosciuto per il suo pub e per i suoi spettacoli serali di danza irlandese. Spesso si registra il tutto esaurito, quindi conviene prenotare un tavolo con anticipo, specie se si desidera cenare di fronte al palco. Altrimenti si può optare per una birra al bancone. In tutti e due i casi lo spettacolo è compreso nel prezzo. La cena non è male. La zuppa di verdure è un po’ troppo salata per i miei gusti, ma il piatto denominato Arlington beef & Guinness Pie è buono, così come l’Irish Lamb Stew (una sorta di stufato di agnello), piatto tipico irlandese. Con dessert e birre, il conto è stato di 64€. Non poco, ma neanche esagerato considerando la particolarità del posto, la cena discreta e lo spettacolo molto carino. Questa volta Sara ha mangiato abbastanza volentieri un po’ di carne dai nostri piatti, il suo fruttino e poi si è divertita da matti a vedere lo spettacolo. Il giorno seguente decidiamo di andare a vedere il Trinity College, la celebre università dublinese la più importante e antica d’Irlanda. Chi vuole può visitare, a pagamento, la Old Library dove è custodito il Book of Kells, uno dei più antichi manoscritti sacri del mondo. Noi abbiamo preferito fare solo una passeggiata tra gli edifici del Trinity, che comunque appagano anche dall’esterno. Ci dirigiamo poi verso il Castello. Essendo la sede di rappresentanza della Presidenza della Repubblica, può essere visitato solo in gruppo e accompagnati. Siccome le visite della mattina erano tutte prenotate, noi l’abbiamo saltata, quindi non sappiamo dirvi se vale o meno E’ ora di pranzo, inizia a piovere e ancora dobbiamo trovare un posto per mangiare! Noi potremmo cavarcela benissimo con un panino, ma per Sara bisogna trovare qualcosa di adatto. Un ristorante in Exchequer Street, poco a sud di Temple Bar, attira la nostra attenzione. Si chiama Fallon&Byrne. Entriamo a dare un’occhiata. Molto particolare, con quel gusto radical chic che ora è di moda. Oltre ad essere un ristorante, è anche un vero e proprio emporio del cibo dove poter acquistare prodotti di qualità provenienti da vari paesi, frutta e verdura fresche. Al banco si può scegliere cosa mangiare: lasagne, couscous, riso, carne, zuppe, verdure. La scelta è vasta. Noi optiamo per due pietanze diverse per dare la possibilità a Sara di scegliere: lasagne alle verdure e un boeuf bourguignon (tipo spezzatino) per una spesa di €15. Mangiamo con gusto, ma la piccola non gradisce e quindi usciamo alla svelta per trovare qualcos’altro. Alla fine, ce la caviamo con del pane, prosciutto cotto, pezzetti di pollo, l’immancabile fruttino e qualche pavesino. Ci dirigiamo in albergo per sgranchirci un po’, poi percorriamo Grafton Street l’isola pedonale per lo shopping più famosa di Dublino, in cui sono presenti numerosi artisti di strada. Aveva smesso di piovere e adesso…ricomincia! Il tempo è molto variabile. Freddo, anche se accettabile, cielo da coperto a parzialmente nuvoloso, vento a raffiche, sole, spruzzate di pioggia. Ma abbiamo sempre avuto la possibilità di girare dalla mattina al pomeriggio senza problemi. Sara è stata benissimo nel passeggino, coperta con il pile e l’indispensabile copertura in plastica. Ci infiliamo in un pub per una birra e un tè caldo. La piccola si sveglia ed approfittiamo per darle la merenda. Il sole improvvisamente apparso tra le nuvole ci invita a dirigerci verso il St. Stephen’s Green, un bel parco a sud di Grafton Street. Molto curato, con laghetti, gazebo, panchine, fontane. Davvero piacevole per una passeggiata rilassante. La sera decidiamo di cenare in uno dei ristoranti di Temple Bar. Ne scegliamo un paio, ma la lista d’attesa è lunga (non credevamo ci fosse bisogno di prenotare…)e, siccome ha ricominciato a piovere, ci guardiamo intorno ed entriamo in tutta fretta nel Ristorante la Med. E’ un posticino niente male che propone una cucina mediterranea a prezzi contenuti. Ordiniamo un cous cous, due brochettes di carne (spiedini) e un ottimo piatto di spaghetti al pomodoro per Sara. Per finire una torta di mele, che dividiamo equamente. Il conto è di €54, comprese le due birre. In generale, qui a Dublino la cucina locale offre piatti buoni e abbondanti. Non molto vari, forse, per questo si possono alternare tranquillamente a piatti tipicamente mediterranei. All’uscita del ristorante la pioggerellina non impedisce di fermarci ad ammirare un gruppo di musicisti eccezionali: violino, contrabbasso, percussioni e chitarra. Davvero bravi. Noi incappucciati, stretti stretti e Sara sotto il suo parapioggia se la gode battendo le mani! Per l’ultimo giorno, girelliamo ancora per la brulicante Grafton Street. Pranziamo al Bewley’s Oriental Café, uno dei locali storici della città. Ottime le insalate. Niente male gli spaghetti alla bolognese che abbiamo ordinato per la gioia di Sara. Tra i dessert, non vi perdete il chocolate brownie, una vera leccornia. All’uscita acquistiamo qualche souvenir in uno dei tanti negozi della catena Carroll’s. (I prezzi non sono altissimi, ma le magliette costano meno al duty free dell’aeroporto). Torniamo in hotel per prendere i bagagli, non prima di fermarci al pub per una birra e qualche foto. Riprendiamo il comodo 747 per l’aeroporto, dopo aver acquistato la family card in uno dei tanti alimentari. Facciamo subito il check-in e cominciamo a girellare per il fornitissimo duty free in attesa del nostro volo.

Laura Brizzolari



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