Gelidi paesaggi invernali fra Amsterdam-Bruxelles
Ed è proprio dal nostro matrimonio che parte l’idea di questo viaggio.. Infatti, ad ottobre, per fare un pensierino alla mia dolce metà in occasione del nostro primo mese di matrimonio, ho pensato di regalarle 2 biglietti aerei spendibili per l’anniversario di febbraio! La mia ricerca è partita con due “paletti”: partire da Torino, l’aeroporto più vicino da Aosta e sfruttare una delle offerte che il sito di Ryanair proponeva: 5 € per un’andata. E così la scelta è caduta su Charleroi, cittadina del Sud del Belgio che lo scalo di riferimento per Ryanair su Bruxelles! In questi 4 mesi che hanno separato la prenotazione dei biglietti dalla partenza, non ci siamo presi l’obbligo di andare per forza, ma ci siamo riservati l’opportunità, con soli 20 € in due di usufruire di una delle tante pazzesche offerte della regina delle compagnie low cost! A un paio di settimane dalla partenza, nel mio peregrinare tra una recensione e l’altra, senza ancora sapere se saremmo partiti o no (impegni universitari e di lavoro) mi è venuta un’idea… Quanto saranno distanti Bruxelles e Amsterdam? Risposta: 210 km! SOLO?! E l’idea è divenuta in un batter d’occhio realtà! 2 capitali in due giorni! Ce la si fa! Abbiamo fatto ben di “peggio”! Anche Chantal è rimasta incuriosita dalla mia idea! Lei non è così intraprendente come me, nell’organizzare.. Quello è un compito che spetta generalmente a me, ma è molto curiosa e le piace essere portata qua e la in più posti possibile!! E così a una settimana dalla partenza abbiamo deciso di sfruttare i biglietti “offerti” dalla compagnia irlandese! Lunedì 8 febbraio 2010 Sveglia presto! A poco più di un mese dall’ultimo viaggio si riparte! Alle 6.15 eravamo già in macchina e alle 7.30 l’avevamo già lasciata nel parcheggio di Caselle! Siccome avevamo già fatto il check-in on-line ci siamo diretti ai controlli e quindi al gate con largo anticipo. Il volo è partito puntuale alle 8.45, e pochi minuti dopo ci siamo ritrovati proprio sopra la Valle d’Aosta, dove abbiamo distinto con precisione la Dora Baltea, la città di Aosta, il carcere, la Valle del Gran San Berndardo, e la Valle di Bionaz con il muraglione della Diga di Place Moulin! Bello! Poco dopo eravamo già in fase di atterraggio all’aeroporto di “Charleroi Bruxelles Sud”, dove siamo arrivati alle 9.55 e ad accoglierci abbiamo trovato tante nuvole e un clima neanche troppo rigido (per ora..!).
Con il solo bagaglio a mano a seguito, siamo andati direttamente al noleggio auto, dove avevamo già prenotato una Opel Corsa presso la Hertz. Ma al parcheggio abbiamo trovato una bella Fiesta azzurra nuova ad aspettarci! Meglio così! Prima di puntare il navigatore su Amsterdam, abbiamo deciso di fare una mini sosta a Waterloo, per vedere il famoso campo di battaglia. Qui, c’è una specie di piramide che si chiama “Butte du Lion”, sulla sommità della quale infatti c’è un Leone che punta verso la Francia. Non ci siamo però saliti, nonostante da lassù si abbia una visione completa dei campi teatro della battaglia napoleonica, per limiti di tempo (c’era la possibilità di acquistare un biglietto che comprendeva anche la visita al museo). Ci siamo per cui accontentati di scattare qualche foto dal basso. Appena ripartiti, ci siamo imbattuti in un Mc Donald’s e nonostante fossero solo le 11.15, ci siamo fermati per pranzare, un po’ perché affamati vista l’ora in cui avevamo fatto colazione, ma soprattutto per non avere altre interruzioni sulla via per Amsterdam. E infatti così è stato, anche se a causa del forte traffico e dei limiti di velocità (in prossimità dei grandi centri urbani del Belgio, si poteva andare al massimo a 90 km/h per ridurre le emissioni a causa del forte smog), abbiamo impiegato parecchio tempo, passando per Anversa, Breda e Utrecht. Appena entrati nei Paesi Bassi, qua e la abbiamo iniziato ad incontrare qualche mulino, e noi, incuriositi ci siamo ripromessi di fermarci a fotografarne qualcuno l’indomani mattina durante il viaggio di ritorno! Alle 14 eravamo alle porte della capitale olandese, e così ho deciso di giocarmi subito il bonus-stadio. Tappa all’Amsterdam Arena, teatro della finale di Champions League persa della Juventus nel 1998 contro il Real Madrid, e che una decina di giorni dopo vedrà sempre la Juve sfidare in Europa League i padroni di casa dell’Ajax, la squadra della città di Amsterdam. Stadio fantastico, credo il primo con copertura apribile. Uno dei Top 10 in Europa, forse addirittura Top 5! Qualche minuto dopo essere ripartiti, il nostro Tomtom ci ha fatto parcheggiare a pochi metri dal nostro Hotel, lungo un canale. Qui però abbiamo avuto qualche difficoltà con il parchimetro e solo grazie a una signora olandese gentilissima che ci ha aiutato, siamo riusciti a pagare i nostri 36 € (!!!!!!!!!!!!!!) per lasciare li l’auto 24 ore… Poco prima in un parcheggio coperto ne servivano addirittura 48! Sapevo che l’auto a Amsterdam non era ben vista e si cerca in tutti i modi di disincentivarne l’uso… Ma così tanto proprio non me l’aspettavo. Ora capisco perché nonostante il freddo ci sono centinaia di bici che sfrecciano sulle strade.. Poco dopo lo shock per il pedaggio pagato, mentre ci avvicinavamo all’Hotel Hermitage Amsterdam, ci siamo resi conto del freddo polare… Il termometro segnava -3°, che in Val d’Aosta ci fanno il solletico, ma qui c’era l’aggiunta del vento che ci faceva percepire una decina di gradi in meno di quelli reali! Arrivati nel piccolo Hotel che si innalza su più piani stretti, come penso ogni casa di Amsterdam, abbiamo preso possesso della nostra stanzetta, con un piccolo letto (forse una piazza e mezzo o giù di li) che però era calda e, considerato il prezzo, (17 euro a persona, mai pagato così poco), ci ha lasciato piuttosto soddisfatti! Per giovani o studenti penso sia una buona soluzione, anche per localizzazione. Unico difettuccio che abbiamo notato, è stato il fatto che alle 3 di notte, qualche simpaticone che forse ha approfittato un po’ troppo dell’essere nei Paesi Bassi dove le droghe leggere sono legali, o comunque tollerate, e ha ben pensato di fare un po’ di casino nelle scale, prima di crollare vittima dei suoi eccessi! Ma a parte questo siamo stati bene e mi sentirei di consigliare questo hotel, ripeto, a patto che non abbiate grosse pretese! Fatta questa piccola divagazione sull’hotel torniamo al viaggio… Dopo il check-in alle 3 del pomeriggio eravamo in strada, armati di cappuccio o berretto, guanti o… Mani in tasca, sfidando il febbraio olandese.
Costeggiando per un pezzo il fiume Amstel (il più grande canale di Amsterdam) e poi attraversandolo su di un ponte, abbiamo raggiunto Rembrandtplein, la Piazza dedicata all’artista olandese, centro del divertimento cittadino. Essendo però pomeriggio non ci abbiamo trovato granché, e quindi abbiamo imboccato una via in direzione Piazza Dam e poco dopo ci siamo imbattuti nella Munttoren, la Torre della moneta, e quindi abbiamo proseguito sulla Kalvenstraat che è la via dello shopping cittadino e che in effetti era piena di gente, per poi giungere finalmente in Piazza Dam, la più famosa di Amsterdam. La Piazza è dominata dal Koninklijk Paleis, il Palazzo reale, la cui facciata era però purtroppo coperta dai lavori. Il resto della Piazza non è un granché, molto ampia, ma in effetti non c’è poi molto da vedere, a parte una specie di obelisco che è il monumento nazionale dei Paesi Bassi, e la Nieuwe Kerk che è la Chiesa che fiancheggia il Palazzo del Re, dove però non siamo entrati. Sul retro del Palazzo si trova invece il Magna Plaza, un bell’edificio che però non è altro che un centro commerciale. La prossima meta è stata l’Anne Frank Huis, la casa dove Anna Frank e la sua famiglia si nascose cercando di sfuggire alle persecuzioni naziste, che si trova vicino alla Wester Kerk. All’ingresso della casa-museo, siamo rimasti sorpresi per la totale assenza di code (nelle recensioni che avevo letto tutti consigliavano di recarsi nelle prime ore del mattino per evitare la ressa), e con 17 € in due siamo potuti entrare immediatamente. La visita è molto toccante.. Nella prima parte si passa attraverso i locali occupati dall’azienda gestita della famiglia Frank, posti sulla facciata della casa, e poi si entra nell’appartamento segreto, che si trova invece nel retro e nel quale si accede dalla famosa libreria che ne nascondeva l’ingresso. E qui si scoprono i piccoli spazi nei quali 2 famiglie sono state costrette a vivere per molto tempo. Molto triste, ma davvero emozionante. Consiglio assolutamente di trascorre un’oretta della vostra vacanza in questo luogo. Purtroppo non è possibile scattare foto, ma vi resterà comunque qualcosa. Foto che poi abbiamo scattato all’esterno immortalando la facciata della casa al di la del canale sulla Prinsengracht. Rientrando verso Dam, abbiamo fatto tappa al Magna Plaza, che però come centro commerciale è piuttosto deludente, ma dove ci siamo riparati con l’aiuto di una cioccolata calda dal freddo pungente per una mezzoretta.
Mentre stava calando il buio, siamo ripassati in Piazza Dam e scorrendo la Damstraat, siamo andati in cerca del Quartiere a luci rosse, che però non abbiamo trovato subito. Siamo però capitati nei pressi della Niuwmarkt (Mercato Nuovo), un’altra piazza al centro della quale si trova la Waag, che una volta era la porta di ingresso della città. Da li siamo poi arrivati facilmente al De Wallen e subito si capisce perché viene definito quartiere a luci rosse… È tutto rosso!!! Le vetrine sono veramente minuscole.. Le immaginavo diverse. Pensavo che le donne fossero in mostra in chissà quali scenari, e invece sono in dietro una semplice porta col vetro e guardano fuori in attesa di qualche cliente chiacchierando fra di loro, o magari con qualche amica che è venuta a trovarle in “ufficio”… Nel caso in cui invece siano occupate la tendina della vetrina viene abbassata. Il resto sono musei del sesso, sexy shop e qua e la nella zona si trovano anche i famosi Coffee shop, anche se credevo fossero molti di più, e l’odore che si sente attraversando questi vicoletti è inconfondibile! Zona particolare che va vista di sera come abbiamo fatto noi, anche se non si ha intenzione di “consumare” (!!) nulla! Va ricordato che è assolutamente vietato fare foto, anche se noi qualche scatto lo abbiamo fatto facendo attenzione! Abbiamo poi preso la metro e ci siamo diretti alla Central Station, in cerca del ristorante cinese Sea Palace, che avevamo visto sulla nostra guida e che ci aveva attirato data la sua architettura tipicamente orientale, e il fatto che fosse una casa sul canale. Qui il freddo ha forse toccato l’apice.. Per fortuna una volta entrati nel bellissimo locale, un termosifone proprio a fianco al nostro tavolo ci ha rigenerato e solo la vista gelida dalla finestra sul canale col vento che pizzicava l’acqua ci faceva talvolta ricordare quello che ci aspettava all’uscita! Abbiamo mangiato bene e con porzioni abbondanti, spendendo però un po’… 60 Euro in 2 più altri 5 di mancia su gentile richiesta della cameriera! Ripresa la metro siamo scesi a Waterlooplein e da li in pochi minuti siamo tornati nella nostra stanzetta dove ci siamo rifugiati subito sotto le coperte nonostante fosse ancora presto, non tanto per la stanchezza ma per il freddo accumulato! Martedì 9 febbraio 2010 Nanna presto = sveglia presto! 7.30 per la precisione e poco dopo eravamo operativi. Fatto il check-out siamo andati in cerca di una Sinagoga che Chantal aveva individuato sulla cartina e che si doveva trovare a due passi dall’hotel, ma che non abbiamo trovato in quanto probabilmente si trova in un cortile privato. In quei pochi passi abbiamo notato che il freddo era tutt’altro che diminuito. Terminata la prima parte di vacanza abbiamo preso la macchina e siamo partiti con destinazione Bruxelles! Qualche considerazione su Amsterdam: Una cosa che mi ha stupito è che nonostante il freddo i canali non erano ghiacciati, mentre spesso si vede nelle foto che la gente addirittura ci pattina sopra! Amsterdam è chiamata la Venezia del nord, ma secondo me non è una definizione che fa giustizia a nessuna delle due, in quanto sono città differenti. Primo perché Venezia è unica, e poi perché sebbene entrambe siano bagnate dai canali, a Venezia le strade non esistono, mentre ad Amsterdam si! Anche se la macchina viene usata da pochissimi, mentre tutti adoperano la bicicletta, anche d’inverno. La cosa che però ci ha maggiormente colpito sono le case: a parte che molte sono storte e stanno su probabilmente solo perché poggiano l’una contro l’altra (e questa è una particolarità) ma poi sono strette e alte, e gli appartamenti si sviluppano su tanti piani, composti da poche stanze, collegati da ripide scale! E dal punto di vista architettonico sono tipiche del nord europa! Belle, belle, belle! Le altre abitazioni che vi colpiranno se vi recherete in questi luoghi sono le case galleggianti sui canali! Fa strano pensare che qualcuno vi ci risieda, ma è proprio così! Insomma, Amsterdam è una bellissima città, tipicamente nordica, che vi consiglio di visitare. Se mi posso permettere però secondo me non bisogna fermarsi tanti giorni, in quanto ha il pregio di essere molto piccola e di avere tutte le mete turistiche concentrate in poco spazio! Tornando al viaggio, poco dopo essere entrati in autostrada (gratis, sia nei Paesi Bassi che in Belgio!!), ci siamo fermati in un autogrill a fare colazione e ci siamo portati il caffè con le brioches in macchina al calduccio visto che all’interno sembrava di essere al polo nord a causa del continuo via vai di gente! Proseguendo, poco a sud di Utrecht ci siamo fermati 4 volte per vedere da vicino altrettanti mulini, ognuno diverso dall’altro! La prima sosta l’abbiamo fatta a Noordeloos un delizioso villaggio che sembrava uscito da un libro di favole, con casettine, canali ghiacciati, barchette ormeggiate e una realtà agricola circostante che sarebbe stato bello vedere in un’altra stagione con magari immense distese di tulipani colorati! La seconda sosta è stata presso un mulino nei pressi di un altro villaggio chiamato Werkendam alla quale ne sono seguite altre due per fotografare altri mulini in prossimità di Breda! Poco dopo siamo rientrati in Belgio e ad attenderci come il giorno precedente c’era il solito traffico soprattutto passando ad Anversa. Nemmeno un’altra ora di auto e alle 12 puntuali siamo arrivati davanti all’Atomium, situato poco a nord dell’agglomerato di Bruxelles. Qui abbiamo parcheggiato a pagamento in un parcheggio non troppo vicino, non sapendo che poco più avanti avremmo trovato tanti posti anche gratis, visto il periodo tutt’altro che turistico! All’ingresso abbiamo usufruito dello sconto studenti pagando 8 € a testa anziché 11, e con l’ascensore più veloce d’Europa (5 metri al secondo) siamo saliti sulla più alta delle 9 sfere che compongono questa riproduzione di un cristallo di ferro, costruita per l’esposizione universale del 1958.
Dalla cima la vista è piacevole, con il parco, il Mini-Europe (come Italia in miniatura), che avremmo voluto visitare, ma che in questo periodo la guida ci ha segnalato come chiuso, la città in lontananza e lo stadio che una volta prendeva il nome della zona, Heysel, e che ora, dopo la tragedia del 1985 dove hanno perso la vita 39 tifosi prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, è stato rinominato “Re Baldovino”.
Al piano superiore della sfera, c’è il ristorante panoramico, e visti i prezzi piuttosto accessibili, ci siamo regalati l’esperienza di pranzare a 100 metri di altezza! Spesi 38 € in due mangiando bene! Dopo che l’ascensore ci ha riportati a terra, abbiamo percorso con le scale mobili altre 4 sfere e poi siamo tornati all’auto accompagnati dal solido freddo che speravamo di aver lasciato in Olanda! Poco oltre abbiamo scorto il Pavillon Chinois, una curiosa casa in stile orientale che ha riportato la nostra mente al viaggio di nozze in Giappone! La prima meta della città vera e propria avrebbe dovuto essere il Parc du Cinquantenaire, ma purtroppo non abbiamo trovato parcheggio (anche per la poca voglia di cercarlo a dire la verità), e così siamo riusciti a vedere solamente passando con l’auto l’Arco del Cinquantenario tralasciando la visita al parco.
La macchina l’abbiamo poi lasciata non molto distanti dal Parlamento Europeo, in un parcheggio coperto chiamato Forte dei Marmi (!!) e, controvento, abbiamo proseguito a piedi risalendo il Parc Léopold verso il modernissimo e gigantesco complesso di edifici che ospitano la classe politica continentale. Proseguendo siamo arrivati al Parc de Bruxelles, il più grande della capitale a sud del quale si trova il maestoso Palazzo Reale, residenza ufficiale del Re. A pochi passi dalla fine del parco si trova la bellissima Cattedrale di Saint-Michel et Gudule che esternamente somiglia tantissimo a Notre-Dame di Parigi e anche internamente è molto bella! Scendendo la ripida piazza sottostante, abbiamo seguito le indicazioni per la Grand Place, ma non l’abbiamo trovata subito, e questo ci ha permesso di imbatterci in un locale che vendeva le Gauffres alle quali non abbiamo resistito! Se non altro ci hanno un po’ scaldato, perché appena arrivati nella stupenda Grand Place (questa a differenza di Piazza Dam è tutt’altro che deludente) è bastato togliere le mani dalle tasche per qualche minuto, giusto il tempo di renderle giustizia con qualche fotografia che per poco non mi sono congelato!! Ci siamo quindi rifugiati in un bar sulla piazza e seduti a fianco di un bel caminetto abbiamo “sostato” li una mezzoretta a leggere la guida sorseggiando una cioccolata calda anche più buona di quella del pomeriggio precedente! La Piazza è ricca di edifici importanti, le case delle corporazioni, l’Hotel de Ville (il Municipio) e la Maison du Roi. E’ riconosciuta come una delle più belle piazze del mondo, valutazione che secondo me ci può stare, ed dal 1998 fa parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco. A me ha ricordato Piazza del Campo a Siena, per via della similitudine tra l’Hotel de Ville e il Palazzo comunale senese e Plaza Mayor di Madrid, per la forma rettangolare. Terminata la pausa-cioccolata, ci siamo diretti verso l’ultima nostra meta, il Manneken Pis, simbolo di Bruxelles, ma prima, camminando, ci siamo imbattuti in un paio di negozi che vendono il famoso cioccolato belga e così abbiamo fatto qualche acquisto! La statua del bimbo che fa la pipì è alta solamente 33 centimetri ed è posta sulla sommità di una piccola fontana all’incrocio di alcune viuzze. Niente di che verrebbe da dire, eppure è il simbolo della città e quindi se si va a Bruxelles bisogna per forza passare di la! Infatti è l’unico posto dove abbiamo trovato un po’ di turisti che simpaticamente fotografavano questa piccola statuetta attorno alla quale ruotano diverse leggende.
In seguito abbiamo fatto un salto alla Galerie St-Hubert che però è all’aperto e non è il massimo per fare shopping d’inverno e quindi siamo andati in un altro centro commerciale poco distante passando per una via che brulicava di ristorantini che esponevano vere e proprie sculture di pesce all’esterno (tanto col freddo che fa si mantiene fresco, ahah!!) che ci hanno messo un certo appetito! Abbiamo poi deciso di tornare qualche minuto alla Grand Place, perché avevo letto il consiglio in una recensione di fotografarla di sera. E sebbene fosse appena tramontato il sole e le luci dei palazzi fossero appena accese, l’atmosfera era in effetti davvero suggestiva.
Dopo aver individuato la linea n. 38, per raggiungere il parcheggio con la macchina, abbiamo atteso il bus che in effetti in circa 20 minuti e con 2 € a testa ci ha portato in prossimità del Parlamento. Qui però non siamo riusciti a trovare la via dove avevamo lasciato la Fiesta, e così abbiamo dovuto chiedere aiuto a 3-4 persone per orientarci e dopo un bel po’ siamo arrivati al parcheggio e alle 19.30 abbiamo lasciato Bruxelles, prendendo l’autostrada per Charleroi. A pochi km dall’arrivo abbiamo fatto il pieno all’auto che con i 600 km che abbiamo percorso ci è costato 56 €, e poi forse per un errore del navigatore siamo finiti in centro a Charleroi invece che in aeroporto Di questa città, nella quale con più tempo a disposizione avrei voluto vedere alcune cose, va detto che è famosa per il fatto che uno dei suoi sobborghi è Marcinelle dove nel ’56 ci fu il famoso disastro nella miniera di carbone. Corretto l’errore del navigatore siamo arrivati in un batter d’occhio all’aeroporto dove abbiamo riconsegnato la nostra macchinina e siamo entrati nel terminal per cenare, ma purtroppo tutti i bar stavano chiudendo e ci siamo dovuti accontentare di quel poco che era rimasto! Tra l’altro mentre mangiavamo ci stavano chiudendo all’interno del bar mentre abbassavano le saracinesche, e quando abbiamo avvertito la barista questa infastidita le ha rialzate facendoci uscire… Si vede che guadagnano già troppi soldi per trattare i clienti così! Ci siamo poi avvicinati alla lunga fila di taxi per raggiungere l’hotel, ma qui, con nostra sorpresa, il tassista quando ha visto l’indirizzo al quale accompagnarci è stato onestissimo e ci ha detto che per quell’hotel era sufficiente telefonare che ci sarebbero venuti a prendere gratuitamente con la navetta, mentre lui ci avrebbe preso 20 €! Per fortuna ci sono anche persone oneste in giro! Così, con qualche difficoltà con il telefono pubblico che ci ha mangiato qualche monetina di troppo abbiamo chiamato l’albergo e in 10 minuti è arrivato il pulmino a prenderci! L’albergatore, una persona gentile e precisa (ci ha spiegato tutto per filo e per segno e dato appuntamento alle 4.55 della mattina successiva per riportarci a prendere l’aereo) ci ha condotto all’Hotel South che si trova nel comune di Ransart a 5 minuti dall’aeroporto. E’ un piccolo hotel molto familiare e arredato con cura in stile moderno! Non appena siamo arrivati in camera non abbiamo perso tempo e ci siamo messi a riposare! Mercoledì 10 febbraio 2010 Alle 4.30, la sveglia del telefono della camera, che l’albergatore ci aveva insegnato ad impostare la sera prima, ha suonato e con 5 minuti di anticipo sull’ora pattuita siamo scesi nella hall e siamo partiti con altre persone che come noi partivano all’alba di una mattinata fredda come le precedenti e contraddistinta da un leggerissimo nevischio. In aeroporto abbiamo fatto colazione (non allo stesso bar della sera prima!!) e poi abbiamo passato i controlli, dove uno steward della Ryanair ci ha fatto mettere il bagaglio a mano all’interno di un misuratore per vedere che non eccedesse i limiti. Abbiamo poi fatto qualche piccolo acquisto nel duty free e poi ci siamo imbarcati sul Boeing 737 che è partito con la solita puntualità che contraddistingue la compagnia irlandese! Alle 7.55, in anticipo, siamo arrivati a Torino e dopo aver pagato ben 50 € per aver lasciato la macchina li 48 ore, abbiamo approfittato del fatto di essere ancora in ferie tutta la giornata passando il resto della mattina in alcuni centri commerciali del capoluogo piemontese (Le Fornaci di Beinasco, Ikea e Auchan dove abbiamo pranzato) per poi ripartire questa volta verso casa dove siamo arrivati alle 13.30! Qualche considerazione su Bruxelles: Bella città, molto più “capitale”, più città d’arte rispetto ad Amsterdam. Probabilmente un po’ snobbata dai soliti circuiti dei week-end che la gente ha in mente di fare. Secondo me, anche grazie alla possibilità di usufruire di tariffe scontatissime da parte della Ryanair, farci una capatina non è per niente una cattiva idea. Certo, anche qui come del resto ad Amsterdam, l’ideale è starci non più di un paio di giorni, magari abbinandoci qualche escursione ad Anversa piuttosto che a Bruges, città che dicono sia molto bella! Una precisazione: abbiamo fatto questo viaggio in un periodo non ideale probabilmente. Nella bella stagione si potrebbe godere meglio ogni cosa. Però va anche detto che stagione non turistica = poche code, e quindi più cose fattibili in poco tempo! Poi fate voi! Ognuno ha il suo modo di viaggiare! E poi se consideriamo che la sera del nostro rientro in Italia, al telegiornale hanno detto che un’ondata di eccezionale maltempo ha colpito l’Europa dell’Ovest e a Bruxelles, per la neve, il Comune ha deciso di non far circolare i mezzi pubblici, in quanto il traffico è andato completamente in tilt scopriamo che anche questa volta (come a Venezia dove per sole 12 ore abbiamo evitato 1 metro di acqua alta) ci è andata ancora bene!! Per info: d.B@aol.It