Gargano on the road in un fine settimana
Tre giorni per scoprire il Gargano in libertà
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Ormai siamo agli sgoccioli di questa avventura pugliese, non sappiamo se torneremo a vivere da queste parti e quindi decidiamo di regalarci tre giorni sul Gargano, l’unica zona che ancora non avevamo visto. Partiamo da Taranto verso le due di venerdì pomeriggio, prendiamo l’autostrada e dopo circa un’oretta e mezza usciamo all’altezza di Cerignola e capiamo perché questa zona è cihamata Tavoliere delle Puglie: intorno a noi distese di grano dorato e niente più! La strada è dritta e molto poco trafficata, iniziamo a capire che è stata una buona idea venire adesso e non in periodo caldo di vacanze. La nostra prima tappa è Monte Sant’Angelo, un paesino arroccato sopra a Manfredonia, che raggiungiamo dopo circa 3 ore e una salita degna di un Gran Premio della Montagna nel giro d’Italia. Parcheggiamo proprio dietro al castello, in un parcheggio a pagamento: 2,50 euro per una visita che si è rivelata essere davvero veloce! Non fatevi fregare: il paesello è ricco di parcheggi gratuiti ed è talmente piccolo che si può tranquillamente mettere la macchina un po’ più in là. L’attrazione più conosciuta è senza dubbio la chiesa di San Miche Arcangelo, costruita all’interno di una grotta, davvero spettacolare e soprattutto molto fresca!! Usciti dalla chiesetta, che vi prenderà a farla lentissimamente venti minuti (è possibile fare anche le visite guidate alle cripte, ma in orario prestabiliti e noi ovviamente non li abbiamo beccati!), abbiamo iniziato a gironzolare per il paesello che ha un sacco di itinerari da poter fare a piedi, purtroppo però molto chiese erano chiuse e solo la zona prettamente turistica è tenuta bene, il resto risulta essere piuttosto degradato e a tratti sporco. A noi interessava in particolare la zona medievale, che dopo un bel po’ abbiamo scoperto essere quella intorno alla chiesa di San Francesco e dove ovviamente eravamo già passati!! L’ultima visita è stata quella al Castello Svevo, aperto dal 2009, è ancora in fase di allestimento, ma comunque merita i due euro d’entrata. Ormai sono quasi le sette quindi ritorniamo in macchina e puntiamo verso San Giovanni Rotondo, dove grazie alle fidatissime Osterie d’Italia abbiamo prenotato la cena all’enoteca Opus Wine. Decidiamo di non andare al Santuario, un po’ per l’ora e un po’ perché io non amo questo tipo di turismo di massa religioso, e quindi gironzoliamo per il centro cercando disperatamente il ristorante. E’ in pieno centro storico e fatichiamo un bel po’, finchè non troviamo la traversa Castellana, una minuscola viuzza che si dirama dalla più grande via Castellana, il locale è ancora chiuso, stanno ancora allestendo i tavoli, quindi continuiamo a passeggiare per la via principale, che è stracolma di gente che si da al passeggio serale. Alle otto e un quarto ritorniamo al ristorante e ci sistemiamo nella saletta interna, davvero molto molto bella, e decidiamo di prendere gli antipasti misti e smezzarci un primo (cavatelli con crema di patate e guanciale affumicato) e un secondo (bocconcini di vitello al mosto di fico e un assaggino di salsiccia al finocchietto, tipica della zona), il tutto annaffiato da una leggera e dissetante birra belga da tre quatri. Il conto finale, compresi i due amari finali, è stato di 45 euro, assolutamente meritati! Finalmente partiamo verso il nostro hotel a Vieste, ma la strada è davvero lunga e tortuosa e noi non abbiamo nemmeno beccato la via più veloce che da Mattinata esce poco prima della baia delle Zagare, ma ci siamo fatti tutta la litoranea con curve, controcurve e volpi che ci tagliavano la strada! Dopo quasi un’ora e mezza arriviamo a Vieste, ma non riusciamo a trovare la strada che porta all’hotel Magnolia, quindi chiamiamo e ci facciamo guidare. Si deve seguire la strada per il Residence Oasi e continuare dritti, tenendosi sulla destra, finchè non se lo si troverà sulla sinistra. Abbiamo scelto questo hotel perché abbiamo trovato una bella offerta: 90 euro per due notti in b&b, ma ci siamo resi conto che in realtà è un quattro stelle molto stiracchiato, anche se comunque il prezzo non era affatto male. Appena entrati in camera veniamo colpiti da una botta di caldo impressionante, ma grazie al cielo c’è l’aria condizionata che però è a 23° e non si può regolare, all’inizio è piacevole, ma durante la notte ci siamo un po’ ibernati! La mattina successiva facciamo colazione (abbastanza abbondante come quantità, ma non molta varietà, da dire che però c’è anche scelta tra alcuni prodotti dietetici), mangiamo il più possibile, in modo da non dover poi pranzare e alla fine usciamo circa per le 10. La mattinata è dedicata al centro di Vieste: una località prettamente marinara e turistica, ma è molto piacevole passeggiare tra le sue viuzze sali-scendi. Da visitare la cattedrale, che si trova all’inizio del centro storico, la chiesa di san Francesco, sulla punta del promontorio proteso verso il mare (noi l’abbiamo trovata chiusa), e il museo malacologico, dove sono esposte più di 10.000 conchiglie da tutto il mondo. Verso l’una, dopo un giro per il mercato e qualche piccola spesuccia, ritorniamo in macchina e puntiamo verso la Foresta Umbra. Decidiamo di fare la strada interna che da Vieste arriva a Mattinata, che costeggia la foresta e passa vicino al monte Sacro, in cima del quale dovrebbero esserci i resti di un’abbazia benedettina del 1100, ma che sinceramente noi non abbiamo trovato, anche se ci siamo inerpicati per stradine al limite del praticabile! Arrivati a Mattinata torniamo indietro verso la litoranea, che ci regala scorci davvero incantevoli, anche se spesso nelle zone più belle e più accessibili, le zone sono state privatizzate da hotel e villaggi turistici, un vero peccato! Facciamo un bel bagno nella Cala della Pergola, che si raggiunge attraverso una traversa poco prima di Pugnochiuso, una baia piccolissima, tenuta anche abbastanza male, ma solitaria e con dei fantastici punti da dove tuffarsi. L’acqua non era pulitissima e c’era un po’ di corrente, ma non potevamo dire di no a un bel bagno, soprattutto per il caldo sofferto. Pensando di trovare qualche altra caletta più avanti, continuiamo ad andare avanti, ma purtroppo tutte le calette sono irraggiungibili o private e alla fine andiamo a fare il bagno nella piscina dell’hotel. Probabilmente sarebbe stato più bello fare un giro con una barca o un gommone, da tenere a mente nel caso volessimo tornare. Il tempo non è dei migliori così andiamo a fare una doccia e ci prepariamo per la serata. Abbiamo un’altra volta prenotato un ristorante dalla guida delle Osterie d’Italia: il Trappeto a Vico del Gargano. Per raggiungere Vico andiamo per la via interna e scopriamo la vera Foresta Umbra! Ci mettiamo circa un’ora per arrivare, immersi nella natura e nella frescura (sono quasi 5 gradi in meno rispetto a Vieste) e sarebbe valsa la pena anche farsi un giretto per uno dei sentieri segnalati, purtroppo abbiamo organizzato questi tre giorni in modo troppo serrato e lasciamo la passeggiatina a un’altra volta, se ci sarà. Arriviamo a Vico per le sette e mezza e girovaghiamo per il centro storico, prima di andare al ristorante; ci sono scorci molto interessanti, anche se alcune zone sono piuttosto mal tenute. Prima di sederci a mangiare dobbiamo aspettare che finisca una premiazione di una gara di orienteering, così nel frattempo beviamo un aperitivo nella zona esterna poco distante, che è anche lounge bar. Finalmente possiamo sederci e il padrone, davvero molto affabile e chiacciherone, ci fa preparare un tavolo nella zona del frantoio ipogeo, il ristorante infatti ha una parte piuttosto antica davvero molto molto bella. La cena non è eccelsa, ma il posto vale davvero la pena! Noi abbiamo provato i soliti antipasti misti, un piatto di cavatelli alle zucchine e ai fiori di zucca, una piccola grigliata mista, una panna cotta con mosto di vino (davvero eccezionale questa!), il tutto innaffiato da acqua e mezzo litro di vino della casa; prezzo finale 60 euro. Siamo ritornati per la stessa strada e non vi dico quanti animaletti hanno incrociato la nostra strada! Domenica, ultimo giorno: ci svegliamo, colazione abbondante, rifacciamo le valigie e partiamo. Facciamo la litoranea verso Peschici, pensando di fermarci, ma il paese non ci sconfinfera e così ci fermiamo a Rodi Garganico. Altra località marinara e turistica, che non ci dice assolutamente niente, ma ci regala un bel caffè in un simpatico chioschetto sul lungomare. Riusciamo anche a trovare un parasole adatto al nostro pulmino e poi partiamo per l’ultimo tratto: la zona dei laghi di Varano e di Lesina. Si potrebbe fare anche la strada sulla lingua di terra tra il primo lago e il mare, ma non riusciamo a beccarla così ci limitiamo a vederli da lontano dalla strada a scorrimento veloce del Gargano, passando solo dopo per San Nicola Varano e Torre Mileto, quest’ultima molto molto turistica, prendendo una via che torna leggermente indietro. Prendendo nuovamente la strada a scorrimento veloce, raggiungiamo Lesina, ma è ora di pranzo ed è domenica, quindi è tutto chiuso e non c’è nessuno, ci pare molto triste, quindi decidiamo di prendere l’autostrada a Leina – Poggio Imperiale e scendiamo, ultima tappa: Trani. Non fa parte del Gargano, ma volevo assolutamente vedere la famosissima cattedrale di Trani, così ci fermiamo vicino alla zona del porto e facciamo una bella passeggiata sotto un sole davvero cocente! La cattedrale merita comunque un po’ di sofferenza, purtroppo però possiamo godere solo di una visuale esterna, perché la chiesa è chiusa, ed è anche con alcune impalcature che tolgono parte della visuale. Girovaghiamo ancora un po’ per il centro storico e poi stramazziamo sulle sedie di uno dei tanti bar che danno sul porto. Beviamo un aperitivo con qualche stuzzichino e infine lasciamo anche Trani, la mini-vacanza è finita, purtroppo! Spesa totale, compreso anche benzina e autostrada: 350 euro.