Garden of Dreams, il mio giardino segreto a Kathmandu

Una città caleidoscopio di colori, profumi e misticismo
Scritto da: travelale
garden of dreams, il mio giardino segreto a kathmandu
Partenza il: 20/01/2020
Ritorno il: 30/01/2020
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Dopo diversi anni di sogni sulla città di Kathmandu, riusciamo finalmente a fermarci in questa meravigliosa città, al termine di un lungo itinerario in Asia e dopo circa 5 ore di volo dalla capitale malese, lasciamo il caldo umido per ritrovarci a qualche grado sotto lo zero in una fredda notte nepalese di fine gennaio. Le temperature in questo periodo dell’anno sono gradevoli durante il giorno, all’incirca intorno ai 15/16 gradi o anche più ma che scendono di molti gradi durante la notte ed arrivati, appunto nel cuore della notte all’aeroporto di Kathmandu, l’impatto è stato forte anche se assolutamente sopraffatto dall’emozione di essere giunti finalmente in Nepal. La nostra base in Nepal è stata quasi sempre la capitale a parte i giorni in cui ci siamo spostati in alcune località vicine e a differenza dei molti visitatori che arrivano in Nepal e lasciano immediatamente la città, perché troppo caotica com’è o poco allettante per molti giorni, noi l’abbiamo amata e vissuta, non soltanto per la bellezza dei suoi siti storici ma anche per gli angoli nascosti che abbiamo potuto scoprire durante la nostra permanenza, come ad esempio il Garden of Dreams di Kathmandu che è praticamente diventato una delle nostre tappe fisse durante i nostri giorni in città.

Se dovessi dare una definizione di Kathmandu direi che la città è un caleidoscopio di colori, profumi e misticismo e che tra gli angoli di una delle città più popolose dell’Asia si possono trovare ancora intatte realtà semplici fatte di case modeste, cortili interni e grandi stupa al centro piazza, insomma città nella città, angolazioni diverse di un grande e meraviglioso paese fatto di sorrisi e volontà di un popolo che ha saputo rialzarsi anche dopo la grave catastrofe che l’ha colpita qualche anno fa, quando la terra si mossa radendo al suolo case, monumenti e pezzi interi di vita. Di cose da fare a Katmandu ce ne sono molte ed buona parte degli hotel sono situati all’interno del quartiere di Thamel, un susseguirsi di negozi per alpinismo, souvenir e ristoranti, insomma tutto il necessario per fermarsi e partire. Peccato solo che la smania dei visitatori sia sempre quella di lasciare la città il prima possibile perdendosi anche piccole chicche nascoste, dove si è al riparo, almeno per un pò dall’inquinamento acustico, molto intenso in città. Appena fuori da Thamel in via Tridevi Sadak si trova l’ingresso per il Garden of Dreams, per entrare è necessario un biglietto di 200 rupie l’equivalente di 1.50 euro, il giardino resta aperto tutti i giorni dalle 9 di mattina alle 10 di sera, il periodo di maggior afflusso dei turisti è la mattina, in genere i visitatori stranieri dopo aver fatto un giro tra i vialetti del giardino si fermano presso il bar ristorante, situato proprio al centro del parco dove la cucina locale non è male e oltre alla caffetteria si possono gustare i famosi momo nepalesi, involtini di pasta simili a ravioli ripieni di verdura, formaggio e carne che qui, a differenza di molti ristoranti in zona si cuociono non solo immersi nell’olio bollente ma anche al vapore. Il giardino dei sogni così come si chiamerebbe in italiano è in realtà un piccolo orto botanico con molte piante esotiche e alte palme curate con amore che sono diventate la case di molte cornacchie e scoiattoli che, senza farsi troppi problemi si avvicinano anche agli umani in cerca di cibo, sconsiglio però per di dar loro qualsiasi alimento per non alterare i loro equilibri naturali. Al centro del parco si trova un bel laghetto con le ninfee con qualche statua di decoro ai lati e un grande prato verde che diventa la tappa fissa, almeno quando c’è il sole, di studenti universitari che passano qui la loro pausa pranza, approfittando per socializzare o per leggere. Devo ammettere che dopo essermi letteralmente innamorata di questo giardino l’ho scelto come location per la pratica dello yoga oltre a quella mia consueta dell’alba, quindi l’orario nel quale generalmente sceglievo di giungere al giardino, tappetino munita, era più o meno prima di pranzo per poi concedermi un salutare snack presso il ristorante del giardino, una bella abitudine durante la permanenza nella bella Kathmandu.

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