Garden of Dreams, il mio giardino segreto a Kathmandu
Se dovessi dare una definizione di Kathmandu direi che la città è un caleidoscopio di colori, profumi e misticismo e che tra gli angoli di una delle città più popolose dell’Asia si possono trovare ancora intatte realtà semplici fatte di case modeste, cortili interni e grandi stupa al centro piazza, insomma città nella città, angolazioni diverse di un grande e meraviglioso paese fatto di sorrisi e volontà di un popolo che ha saputo rialzarsi anche dopo la grave catastrofe che l’ha colpita qualche anno fa, quando la terra si mossa radendo al suolo case, monumenti e pezzi interi di vita. Di cose da fare a Katmandu ce ne sono molte ed buona parte degli hotel sono situati all’interno del quartiere di Thamel, un susseguirsi di negozi per alpinismo, souvenir e ristoranti, insomma tutto il necessario per fermarsi e partire. Peccato solo che la smania dei visitatori sia sempre quella di lasciare la città il prima possibile perdendosi anche piccole chicche nascoste, dove si è al riparo, almeno per un pò dall’inquinamento acustico, molto intenso in città. Appena fuori da Thamel in via Tridevi Sadak si trova l’ingresso per il Garden of Dreams, per entrare è necessario un biglietto di 200 rupie l’equivalente di 1.50 euro, il giardino resta aperto tutti i giorni dalle 9 di mattina alle 10 di sera, il periodo di maggior afflusso dei turisti è la mattina, in genere i visitatori stranieri dopo aver fatto un giro tra i vialetti del giardino si fermano presso il bar ristorante, situato proprio al centro del parco dove la cucina locale non è male e oltre alla caffetteria si possono gustare i famosi momo nepalesi, involtini di pasta simili a ravioli ripieni di verdura, formaggio e carne che qui, a differenza di molti ristoranti in zona si cuociono non solo immersi nell’olio bollente ma anche al vapore. Il giardino dei sogni così come si chiamerebbe in italiano è in realtà un piccolo orto botanico con molte piante esotiche e alte palme curate con amore che sono diventate la case di molte cornacchie e scoiattoli che, senza farsi troppi problemi si avvicinano anche agli umani in cerca di cibo, sconsiglio però per di dar loro qualsiasi alimento per non alterare i loro equilibri naturali. Al centro del parco si trova un bel laghetto con le ninfee con qualche statua di decoro ai lati e un grande prato verde che diventa la tappa fissa, almeno quando c’è il sole, di studenti universitari che passano qui la loro pausa pranza, approfittando per socializzare o per leggere. Devo ammettere che dopo essermi letteralmente innamorata di questo giardino l’ho scelto come location per la pratica dello yoga oltre a quella mia consueta dell’alba, quindi l’orario nel quale generalmente sceglievo di giungere al giardino, tappetino munita, era più o meno prima di pranzo per poi concedermi un salutare snack presso il ristorante del giardino, una bella abitudine durante la permanenza nella bella Kathmandu.