Full immersion a Madrid
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Prenotiamo l’hotel su Booking.com dopo avere vagliato diverse possibilità, cercando di coniugare le esigenze economiche, con altri requisiti che stiamo cercando per la struttura ricettiva: pulizia, comfort, tranquillità, vicinanza al centro per evitare ogni volta lunghi spostamenti con i mezzi pubblici. Finalmente approdiamo all’Hostal Art Madrid, in Calle Conde de Romanones, a circa 100 metri dalla stazione metro Tirso de Molina. Le recensioni sono buone, parlano di un ambiente pulito, tranquillo e vicinissimo al centro. Acquistiamo subito 4 notti in stanza tripla a 325 euro. Tre minuti dopo la prenotazione mi arriva dall’hostal una mail in cui mi chiedono da dove veniamo e l’ ora approssimativa di arrivo. Rispondo subito e ricevo quasi immediatamente una nuova mail, molto cortese, con tutte le indicazioni per arrivare dall’aeroporto all’albergo, con i diversi tipi di mezzi pubblici e, se lo vogliamo, anche con un’apposita navetta che ci mettono a disposizione per circa 40 euro. Ovviamente optiamo per la metro, soluzione più economica. Siamo comunque piacevolmente colpiti dall’approccio iniziale.
15/05/2012
Partiamo senza troppo affanno per raggiungere il piccolo aeroporto di Ancona, immerso nella verde campagna marchigiana e distante soltanto 30 minuti da casa nostra. Prendiamo le cose con calma innanzitutto perché la partenza è prevista per le 13.35, poi anche per non rovinare l’atmosfera bucolica dello scalo marchigiano, ben lontana dalla frenesia che si respira negli aeroporti delle grandi città. Ciononostante arriviamo con circa 90 minuti di anticipo e l’attesa sarà ancora più lunga, dato che l’aereo partirà con circa 1 ora di ritardo. Il volo, soprattutto nella sua ultima parte, sarà funestato da molte turbolenze che ci faranno salire lo stomaco in gola e sudare a freddo. Siamo seduti proprio in coda, e l’aereo per una ventina di minuti sale e scende sale e scende senza sosta e procede sobbalzando verso la sua destinazione finale. Almeno così speriamo. Ci dicono che è una situazione abbastanza frequente, anche con il beltempo che c’è in quel momento, dovuta alle forti corrente d’aria presenti sull’altopiano su cui sorge Madrid. Comunque finalmente il velivolo atterra carezzando letteralmente la pista e subito tiriamo un sospiro di sollievo. In tanti anni di voli non ci era mai capitata un’esperienza del genere! Prendiamo la metro per arrivare in centro. Sono necessari un paio di cambi di linea ed occorre pagare il supplemento per il viaggio dall’aeroporto: 13,50 euro per 3 biglietti. Scendiamo dopo circa 40 minuti di tragitto nella Plaza Tirso de Molina; sono circa le 17.30, notiamo subito la temperatura piuttosto alta, ma sopportabile (senza umidità) e il clima di festa che sembra pervadere la città. “Siamo proprio a Madrid”, diciamo soddisfatti, senza sapere che eravamo capitati proprio nel giorno della festa di San Isidro, patrono della città, festeggiato appunto il 15 maggio! Ci avviamo al vicinissimo Hostal Art Madrid, situato al 2° piano di un bel palazzo madrileno di fine ottocento. Restiamo subito soddisfatti dalla cortesia del personale e dalla sistemazione; la camera è piccola ma confortevole, soprattutto pulitissima, così come anche il bagno. Tutto l’ambiente sa di nuovo ed effettivamente l’attività è stata avviata soltanto nel 2010. Il wifi è gratis e sarà molto utile per documentarci sulla città con il nostro Ipad. Dopo una breve sosta in camera decidiamo di uscire subito per goderci la città; la Plaza Mayor dista soltanto 5 minuti a piedi e ci imbattiamo subito in un corteo in costume tradizionale che si snoda lungo le vie del centro. Anche nella bellissima Plaza Mayor e nelle animatissime vie che la circondano passeggiano molte coppie e molti bambini, inappuntabili nel tradizionale abito da festa. Camminando sotto il loggiato della Plaza, non possiamo non notare il Bar Andalù Torre del Oro; noi non siamo amanti delle corride, ma vale la pena fare una sosta in questo ambiente molto particolare, completamente addobbato con oggetti di culto per gli appassionati del genere, comprese teste di tori famosi e foto di toreri che addirittura giacciono sul tavolo operatorio, circondati dai chirurghi, dopo essere stati incornati… Altro luogo meritevole di essere visto, appena fuori dalla Plaza, il Mercato coperto di San Miguel, molto affollato, dove vengono vendute prelibatezze tipiche della cucina spagnola. Passiamo davanti al famoso ristorante Restaurante Sobrino de Botin, attivo dal 1725 e secondo il Guinness dei primati, il più antico del mondo. Anche Hemingway gli ha offerto il suo tributo descrivendolo nel suo romanzo “Fiesta”. Il locale è affollatissimo, è praticamente quasi impossibile entrare. Ci riproveremo il giorno dopo, con successo.
Girando nel labirinto di vie del centro storico, pieno di gente e di invitanti locali per mangiare, notiamo una taberna, Toma Jamon, in calle el Almendro 21 dove prendiamo 2 piatti di uova con prosciutto ed asparagi, 1 roquito (panino a forma di ciambella con il buco) con carne iberica, 2 birre, 3 bottiglie di acqua per un totale di 37,35 euro. Dopo aver cenato (molto presto per gli standard spagnoli), passeggiamo fino alla vicina Puerta del Sol, occupata dagli indignados e con un dispiegamento di polizia mai visto prima. La protesta ci appare subito variopinta, rumorosa e pacifica. Rispetto a quanto ricordo del mio viaggio di lavoro a Madrid, risalente ormai a 12 anni or sono, mi pare subito evidente (e nei giorni successivi ne avrò conferma), che la città conserva il suo carattere gioioso e festaiolo, ma è come attraversata da ombre buie, dopo il terribile attentato del 2004 e la grave situazione sociale che si sta determinando con l’attuale crisi economica. Abbiamo la netta sensazione di trovarci in una città praticamente militarizzata, e lo diciamo senza esagerare. Quelli che vediamo non sono semplici poliziotti di quartiere: tutte le vie del centro e le piazze sono presidiate da squadre di polizia e blindati. Centinaia di uomini in divisa e decine di mezzi percorrono incessantemente il centro di Madrid e la cosa francamente ci dispiace. Certo, quello che si offre ai nostri occhi è soltanto un piccolo spaccato della complessa situazione che sta vivendo questa meravigliosa città, ma ciò che vediamo è da un lato un enorme dispiegamento di forze, dall’altro giovani che agitano bandiere, cantano e gridano slogan chiedendo lavoro.
16/05/2012
Usciamo verso le 9 del mattino per una passeggiata nel centro di una Madrid ancora addormentata. L’aria è molto fresca ed è piacevole camminare per le vie semideserte. Facciamo colazione in una Plaza Mayor vuota, presso il Restaurante Liana (2 cappuccini, 1 latte, 3 croissant: 7,50 euro), dove apprendiamo l’usanza del croissant aperto in due ed abbrustolito sulla piastra (“a la plancia”), sul quale possono essere spalmati burro e marmellate a volontà: non male! Sono quasi le 10 e Madrid è ancora mezza addormentata. Ci avviamo a piedi verso il Centro de Arte Reina Sofia, non distante dalla stazione di Atocha; dalla piazza ci vogliono circa 20 minuti e le vie da attraversare sono piacevoli, con i negozi di alimentari con vetrina direttamente sulla via che aprono a poco a poco le saracinesche. Il prezzo del biglietto del museo è molto contenuto (6 euro, i minori non pagano) e vale davvero la pena trascorrere qualche ora ammirando i capolavori dei grandi dell’arte moderna, tra cui Dalì, Picasso, Mirò. Per la seconda volta nella mia vita resto senza fiato dinanzi alla Guernica. Fa piacere vedere numerosi gruppi di bambini delle scuole elementari seduti dinanzi a queste meraviglie, intenti ad ascoltare le spiegazioni che le maestre danno loro. Il pranzo lo faremo presso il Sobrino de Botin, dove degusteremo il celeberrimo cochinillo asado, accompagnato da carciofi, insalata ed vino tinto. Infine dessert, buonissimo. 117 € non sono pochi, ma l’atmosfera è unica (ricordate: il ristorante più antico del mondo, secondo il Guinness dei Primati) ed il servizio di ottimo livello. Nel tardo pomeriggio passeggiamo sulla Gran Via, piena di negozi e fiancheggiata da maestosi edifici. Torniamo verso la Puerta del Sol, dove si sta svolgendo una “cacerolada”, manifestazione rumorosissima in cui i partecipanti fanno baccano con pentole e padelle, per celebrare il primo anniversario dalla prima manifestazione degli indignados. Ceniamo in uno dei tanti “Museo del Jamon”, quello in Plaza Mayor, spendendo per 2 insalate con Jamon iberico, 1 panino con Jamon e questo, 2 birre 1 acqua 25,50.
17/05/2012
La mattinata è fresca e piacevole e decidiamo di sederci all’aperto, prima di dirigerci a piedi verso il museo del Prado, per fare colazione. La scelta (Maestro Churrero, in Plaza de Bonavente, vicino al nostro hotel) si rivelerà pessima sia per la qualità del servizio che per il prezzo (oltre 21€ per cappuccini, brioches a la plancia e succo di frutta). Ci incamminiamo attraversando il bel quartiere di Las Huertas e dopo pochi minuti arriviamo al Prado… dove in un primo momento la fila chilometrica per la biglietteria ci scoraggia. Fortunatamente ci siono anche alcune bigliettere automatiche, e dopo pochi minuti e 24 € per 2 adulti (la bambina di 8 anni entra gratis) entriamo in questo incredibile tempio dell’arte, con i suoi Goya, Velazquez, Rubens etc. etc. Che dire: andate e perdetevi nelle sue enormi sale. Quando alla nostra bambina, dopo la visita, chiederemo quale opera le fosse piaciuta di più, ci risponderà senza neanche pensarci un attimo: Il giardino delle delizie di Bosch(!) Usciamo a metà pomeriggio, a malincuore, perché servirebbe una settimana per godersi le meraviglie del Prado, ma siamo affamati e non abbiamo intenzione di mangiare nel self service del museo. Così ci inoltriamo nelle viuzze di Las Huertas e pranziamo (per modo di dire, saranno circa le 4 del pomeriggio) alla Cerveceria El Diario, dove per 30 euro e 50 centesimi gustiamo 2 gazpachi (buoni), 2 paelle (non male), 1 piatto di calamari fritti (decenti) e dell’ottima birra. L’ambiente è carino, servono anche delle stuzzicanti tapas, ma decidiamo di soprassedere, poiché siamo davvero satolli! Dopo una breve sosta in hotel (il pomeriggio è davvero caliente!) prendiamo la metro fino ad Atocha e facciamo una bella passeggiata nel bellissimo parco del Retiro, poco distante dal Prado. Un’oasi verde, di pace e tranquillità, molto pulita ed ordinata, animata da bravi artisti di strada. Ah, che vita, quella dei turisti per caso! Alle 20 circa riprendiamo la metro verso la nostra base (stazione Tirso de Molina) e ci inoltriamo nel vicino pittoresco quartiere di La Latina, movimentatissimo, variopinto, pieno di bellissime taverne frequentate, secondo la guida Mondadori, dagli operai madrileni perché si mangia molto bene senza spendere molto. Questo secondo la guida. La sfortuna vuole che la nostra bambina, presa dall’impellente bisogno di andare in bagno, quasi in lacrime, ci costringa praticamente ad entrare in un bel locale, Taberna de Goyo, che però a prima vista ci sembra poco popolare, come prezzi… ma ormai è fatta. Degustiamo un’ottimo piatto a base di jamon, chorizo, altri salumi di cui non ricordo il nome e queso, tutto molto buono, anche se non molto abbondante (21€) e tapa per la bambina a base di secreto iberico (un pregiato taglio di carne di maiale) e jamon; 2 birre, acqua e tutto sommato ce la caviamo con 41 euro… Il jamon iberico è davvero un’istituzione in Spagna: rigorosamente tagliato a mano, anche nei supermercati, ben stagionato. Buonissimo.
18/05/12
Decidiamo di prendere la metro e dedicare l’ultima mattinata a visitare la sconfinata zona verde di Casa de Campo, nella periferia ovest di Madrid. In realtà la nostra visità si limiterà al solo zoo-acquario di Madrid, compreso all’interno di questa enorme area verde. Dalla stazione metro fino all’ingresso dello zoo occorre fare una bella passeggiata, tutta in discesa, ma che al ritorno, sotto il sole implacabile del pomeriggio, dopo i chilometri percorsi nello zoo, si rivelerà una bella impresa… Lo zoo è molto bello, ben curato, ci sono praticamente tutti gli animali, compresi i bellissimi e rarissimi panda (2 o 3? sono aggrovigliati tra loro e non riusciamo a distinguerli…). Assistiamo anche allo spettacolo dei delfini, la bambini è felicissima, noi stanchissimi, ed il biglietto non proprio economico: 2 adulti ed 1 ridotto: 61 euro. Rientriamo per le 15 in Plaza Mayor, in tempo per usufruire del menù turistico del Restaurante Liana (toglieranno il cartello subito dopo il nostro ingresso); per 35 € totali mangiamo e beviamo 1 buonissimo gazpacho, 1 fantastico pisto con huevo (sorta di peperonata con uovo), 1 scaloppina con patate fritte, 1 paella, 2 buonissimi piatti di carne asada con ottima salsa di funghi, sangría (buona!), 3 dessert… Ci abbuonano anche il sovrapprezzo delle sangrìe, non comprese nel menù turistico. Dopo una mangiata così ci vuole proprio una bella passeggiata (ammazza, quanto si mangia in vacanza!): prendiamo la Calle Mayor fino al Palacio Real (che ammiriamo solo dall’esterno), entriamo nei giardini Sabatini, dietro il palazzo reale, molto belli e tranquilli, proseguiamo fino alla vicina Plaza de Espana dove ammiriamo gli imponenti edifici, prendiamo la Gran Via e torniamo verso Puerta del Sol dove, a tarda sera, mangeremo qualcosa da “100 Montaditos”, catena di locali dove servono tapas (a base di piccoli panini con jamon e mille altre cose – anzi in realtà sono 100 diversi tipi di panini) e birra, il tutto a 1-2 euro al pezzo. Anche il boccale di birra costa 1 euro. Tutto ottimo, spesa complessiva 11.50 euro.
19/05/12
Lasciamo questa bella città con il volo delle 10.35 dall’aeroporto di Barajas a quello di Ancona. Ci porteremo dietro dei ricordi bellissimi e l’intenzione, chissà, di tornare un giorno. A Dio piacendo.