Fuga dall’inverno… a Cuba

Viaggio itinerante nella parte occidentale dell'isola
Scritto da: Manaus77
fuga dall'inverno... a cuba
Partenza il: 05/03/2013
Ritorno il: 19/03/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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5 marzo

Appuntamento alle 5:15 da Maurizio. Volo AirFrance con scalo a Parigi, perfetto e in orario. Purtroppo è andato smarrito il bagaglio di Maurizio, che aveva la tratta Roma-Parigi con Alitalia. Nella speranza che sarebbe arrivato con il volo successivo (come poi si è verificato), passate 4 ore in aeroporto, approfittando per dare lezioni di salsa a Maurizio, con turisti, cubani di passaggio e pattuglia della polizia che ci guardavano ridendo. Giunti alla casa particular di Carmen, al Vedado. Camera un po’ angusta e niente acqua calda. La stanchezza ci ha fatto comunque gradire tutto. Sera in giro a cena, portati da un taxi (ancora non avevamo capito come funzionava… mai farsi consigliare dai tassisti né accettare il primo prezzo che propongono! Solitamente è il doppio o il triplo di quello a cui si arriva trattando), abbastanza deludente. Meglio andare a dormire.

6 marzo

Bellissima giornata in cui abbiamo camminato dalle 9 alle 16! Dalla casa di Carmen siamo arrivati al Malecon (il famoso lungomare). Avana Centro, Avana Vieja e aperitivo con mojto e pranzo. Stupiti nel vedere camminare a tutta manetta così tante Cadillac, Chrisler, Buick anni 50 ma anche Fiat 1100 e 126 (e respirandone gli abbondanti fumi, degni del motore di un transatlantico), ad un certo punto abbiamo spostato la nostra attenzione sugli edifici e le persone, entrambi così eterogenei: i primi neoclassici, liberty, coloniali fino allo stile “arrabbattato alla benemmeglio”. Ritorno da Carmen con un mal di gambe insopportabile e mega pennichella di due ore. Ottima cena di pesce, riso con fagioli neri, frutta e verdura a volontà e freschissima, il tutto preparato dalla nipote di Carmen. D’ora in poi ceneremo sempre a casa!

7 marzo

Avendo imparato ad orientarci dall’Hotel Habana Libre, abbiamo raggiunto il Capitolio in molto meno tempo e molti meno passi. Qui, Museo delle Belle Arti. Pranzo a base di paella al Templete. Giro mirato con tanto di guida a Plaza Vieja, Iglesia de San Francisco de Asis, Plaza del Cristo, Edificio Bacardi con tanto di salita in ascensore per ammirare lo skyline dell’Avana. Sinceramente essa merita di più dal basso e nel particolare. Da Carmen stasera ottima cena a base di pollo: la nipote è un’ottima cuoca! E le porzioni abbondano, tanto che ho lasciato il povero Maurizio uscire da solo perchè ero troppo piena. Magari conquista un’affascinante cubana.

8 marzo

In CocoTaxi (Ape Piaggio modificati a forma di uovo e dipinti di giallo) fino al Capitolio e di qui in pullman fino al mare: Playa del Este! C’è vento e il mare è mosso ma c’è il sole e il colore dell’acqua è fantastico: fare il bagno non sarà rilassante ma è un sacco divertente. Miglior pranzo, ad oggi, direttamente sulla spiaggia a base di grigliata di gamberi, aragosta, pesce, verdure varie, riso e patatine fritte. In serata, aperitivo al Hotel National, albergo 5 stelle stile liberty: ottimi daiquiri e mojito (dimenticavo che a Cuba il daiquiri è frozen di default, quindi se siete freddolosi specificate che lo volete shakerato e non frozen!). Non si balla e non c’è musica in nessun locale perchè il Presidente Venezuelano Chavez è venuto a mancare e a Cuba è lutto nazionale. Siamo inoltre giunti alla conclusione che la parola che ci è stata più detta a L’Avana è “Taxi”.

9 marzo

Pullman Havanatour alle 7:45 sotto l’Hotel Habana Libre direzione Vinales! Un paio d’ore e si è lì. Pranzo ovviamente a base di aragosta alla griglia e pomeriggio trascorso alla piscina panoramica dell’Hotel La Ermita, con visuale del tramonto sull’altopiano e i suoi mogotes (i monti dalla tipica forma appiattita sulla cima). La casa particular dove abbiamo alloggiato è Villa La Espanola, di Papo e Magaly: lui si rivelerà un’ottima guida e lei una bravissima cuoca! Pesce alla creola e quintali di altre delizie.

10 marzo

Mattinata in una ventosissima piscina La Ermita e pomeriggio al seguito di Papo scalando un mogote in mezzo alla boscaglia, scendendo dentro una grotta per poi uscirne dall’altro lato, camminando per i pendii coltivati a caffè e mango, sostando dal suo amico eremita nella sua ecosostenibile casetta e infine defaticando per i campi di tabacco, con le case di palma dentro cui vengono messi ad essiccare mazzi di foglie. Tre ore di giro, faticoso e altrettanto entusiasmante, concluso con il rientro in Chevrolet del 57. Cena ottima: considerando l’escalation di qualità che si sta verificando, io e Maurizio giungiamo alla conclusione che a Cuba si mangia proprio bene (e pure tanto!).

11 marzo

Pullman Havanatour alle 6:45, destinazione Trinidad! Arrivo alle 16, giro per Trinidad: stupenda. Cena dalla signora presso cui stiamo, Loraine (Hostal Loraine): qui abbiamo trovato ufficialmente l’aragosta vincente. Serata alla Casa della Musica a ballare salsa!

12 marzo

Pullmino sovraffollato per Playa Ancon: dovrebbe essere una delle più belle spiagge di Cuba ma ci hanno spiegato poi che l’aspetto torbito delle acque è stato causato da una corrente fredda nel mar dei Caraibi, che ha fatto arrivare alghe sulle coste. A parte questo, la spiaggia è bella e ampia e il colore del mare è del turchese che andiamo cercando. Pomeriggio fotografico per Trinidad e un’ora e mezza di lezione di salsa! Distrutti, cerchiamo e troviamo conforto nella tavola di Loraine, stavolta a base di camarones (gamberi) grigliati.

13 marzo

Mattinata trascorsa divisi: Maurizio di nuovo Playa Ancon, che oggi era migliore, io giro cultural-fotografico per Trinidad. Ho visitato la Galeria de Arte il Museo Historico. Bel giro, completato da una birra alla Casa della Musica, smezzata con altri avventori abituali del posto. Domani taxi collettivo, destinazione Sancti Espiritu e Remedios.

14/15 marzo

Abbiamo diviso il taxi con una coppia di argentini: direi che per tragitti di medio raggio (200-250 km) è la soluzione migliore a livello di comodità e prezzo. A proposito di prezzi: per pagare il giusto o si va e si dice direttamente “ci porti con 10 CUC?” oppure si gira – quando non si ha idea di un costo – finchè non si trova il prezzo migliore. Odio trattare, quindi, il trucco per non stressarsi e non buttare la vacanza giocando a Monopoli, è agire di anticipo: in occasione delle passeggiate in giro, sapendo che ci si dovrà spostare di lì a qualche giorno, se si incontra un taxi o un pullman parcheggiato o un autista al bar, si chiede ed eventualmente ci si dà appuntamento. Da Trinidad siamo quindi giunti a Remedios. Ad un primo sguardo, dopo l’Avana e Trinidad, questo quieto villaggio offre poco ma, appena “abituata la vista”, ci si accorge di una realtà più coloniale e autentica, si trova il bello di una facciata decadente e dei carrettini di frutta portati a mano. La mattina successiva, diviso il taxi con una coppia italiana, direzione il tanto consigliato Cayo Santa Maria (precisamente Las Brujas). Ultimamente abbiamo un po’ di sfortuna col mare: cielo plumbeo e mare mossissimo, spiaggia sporca di alghe e qualche rifiuto. Alla fine il sole esce e i colori sono quelli di un mare paradisiaco: ma il vento è eccessivo: tanta delusione accumulata ci fa ripiegare in ritirata a Remedios. Stiamo volgendo al termine della vacanza e vogliamo fare solo mare: ci consigliano Matanzas, da cui andare a Playa Coral e Varadero.

16 marzo

Giunti a Matanzas: una vera delusione. La città è rumorosissima e trafficatissima, di macchine, di persone, di cani randagi. Volendo proprio impegnarsi, ci sarebbe il Teatro Sauto ma è chiuso per lavori. Pomeriggio passato in giro ad informarci per i pullman per Varadero e Playa Coral: stazione lontana, orari scomodi, Playa Coral sconsigliata da più persone. Premio di consolazione, aperitivo e cena a Plaza la Vigìa a base di birra Bocanero Fuerte e ben 3 cheesburger a testa. Il locale dove volevamo ballare si rivela, aperte le danze, una simpatica balera di per anziani: se la giornata fosse stata migliore probabilmente ci saremmo buttati anche lì. Domani si prende il taxi e si va a cercare casa particular direttamente a Varadero.

17/18/19 marzo

Finalmente la vacanza si risolleva ai livelli di due giorni fa sotto tutti i punti di vista (escluso ovviamente quello artistico e culturale): sole, mare limpido e calmo, distanza casa-spiaggia metri duecento, casa particular dalla simpaticissima Layanit, camera spaziosissima e cibo discreto. Ero molto indecisa sull’inserire Varadero nel mio tour ma alla fine devo dire che “credevo peggio”: pensavo di trovare palazzoni mostruosi sulla spiaggia e gentaccia alla ricerca di sappiamo cosa per le spiagge e per i locali. Invece, pur essendo una località poco cubana e mettendoci pure che marzo non è il periodo più affollato, il luogo si è rivelato pulito, organizzato e anche altamente se non eccessivamente sorvegliato dalle autorità. Il giorno della partenza piove (su quindici giorni, si può fare! Ma sempre e comunque in infradito): capita a cecio per girare le bancarelle e Case dell’Habano e portare qualcosa di cubano agli amici. Taxi fino all’aeroporto: due ore e mezza di ritardo perchè la pista ha le luci spente e non parte nessun aereo. Ma sì! Ora più, ora meno, ricordare tutte le cose che abbiamo fatto e visto e sentito non può che mantenere il sorriso sulle nostre facce!

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