Fuerteventura terra di libertà
Partiamo con Karambola come la scorsa volta decidiamo però di noleggiare subito l’auto per tutte e due le settimane e di ritirarla quindi direttamente in aeroporto, scegliamo come hotel il Taro Beach di Costa Calma, con formula di mezza pensione.
Il giorno prima della partenza ci informano che il Taro Beach è in overbooking e quindi ci propongono allo stesso prezzo un altro hotel della stessa catena, Sunrise Costa Calma Palace, stupendo 4 stelle superior sempre nel paese di Costa Calma.
Accettiamo con piacere il cambio e facciamo bene perché devo ammettere che l’hotel è uno dei più belli dell’intera isola, molto ben tenuto, con un giardino stupendo, zona piscine molto grande e mai troppo affollata, cibo molto buono e vario, con buffè rifornitissimo e piatti cucinati al momento.
Le camere sono tutte vista mare con terrazzino privano, abbastanza spaziose e ben pulite, l’atrio principale è formato da una vetrata panoramica che da sulle piscine e sull’oceano e ci sono quattro ascensori panoramici in vetro da cui si gode una bella vista.
E’ direttamente sulla spiaggia con ingresso privato ha una zona con lettini che affacciano direttamente sulla spiaggia pur rimanendo un po’ riparati dal vento grazie ai muretti e in posizione sopraelevata e quindi molto panoramica.
Noi avendo la macchina abbiamo sempre girato ma le due tre volte che ci siamo fermati in hotel ci siamo sempre messi in questa zona perché era davvero molto bella.
Siamo arrivati con il volo verso le 16 subito una ragazza ci aspettava per indicarci dove ritirare l’auto prenotata con Europcar, procedura di ritiro velocissima avevamo prenotato una yaris e ci danno invece una c3 auto di categoria superiore, meglio di così…
Usciti dall’aeroporto troviamo subito la direzione per Costa Calma e iniziamo già ad assaporare il paesaggio desertico dell’isola, la zona è poco popolata, un po’ come tutta l’isola ad esclusione di tre quattro centri turistici principali, per il resto si trovano qualche casetta sparsa qua e là, tante rocce laviche e poco altro.
La vegetazione è quasi assente,si vedono delle zone con palme, piante grasse e colorate solo in prossimità dei centri abitati, è un contrasto bellissimo sembrano oasi nel deserto il tutto da una dimensione alquanto selvaggia dell’isola.
Penso che insieme a Lanzarote Fuerteventura sia a dispetto di Gran Canaria e Tenerife un isola ancora autentica, dove si possono trovare posti tranquilli anche in agosto, e un contatto autentico con quella che è l’aspra natura de luogo.
I primi giorni decidiamo di rimanere nei dintorni di Costa Calma e iniziamo a esplorare la zona, il paesino è molto piccolo in macchina si gira in cinque minuti, c’è una via principale con negozi da una parte e grandi complessi alberghieri dall’altra, una specie di parchetto con le palme e poi un’altra zona con due centri commerciali.
I negozi chiudono alle 10 e come divertimenti serali apparte un paio di bar e ristoranti non rimane nient’altro.
La zona più animata la sera sono sicuramente Corallejo e Morro Jable.
Il primo giorno ci dirigiamo vero La Pared, un paesino che dista pochi chilometri e si trova sulla costa opposta alla nostra, quella più esposta alle correnti oceaniche, per arrivarci si passa in una zona completamente desertica con tanto di dune sabbiose, zone sassose e paesaggi lunari, lo spettacolo che ci si apre davanti agli occhi dopo aver scavallato una collinetta è bellissimo, l’oceano è li davanti a noi e sembra di tuffarcisi dentro.
Arriviamo a La PAred un paesi con quattro case impolverate, un bar un hotel e due o tre surf center, qui è il paradiso dei surfisti lo capiamo subito dalle onde che si vedono dall’alto.
Lasciamo l’auto alla fine della strada e ci incamminiamo a piedi verso la scogliera, la zona è molto bella vale la pena fare qualche foto, la vista è spettacolare, ci lasciamo tentare dai gruppi di persone che scendono verso la spiaggia che vediamo dall’alto e decidiamo di andare anche noi.
La spiaggia si raggiunge in dieci minuti a piedi, si deve scendere lungo la scogliera non è comodissimo ma se si trova la via giusta non è nemmeno impossibile, dall’alto sembrava peggio devo ammetterlo.
Ci rilassiamo sulla nostra prima spiaggia di Fuerteventura, non si può fare il bagno perché ci son onde molto alte e forti correnti però è bello fermarsi un po’ guardare i ragazzi che fanno surf e kite surf.
Il giorno successivo ci dirigiamo verso le spiagge di Morro Jable, il paese di per se non mi piace, è una lunga fila di negozi centri commerciali e hotel, ci fermiamo a vedere il grande scheletro di balena appeso vicino alla spiaggia e andiamo poi a vedere il faro.
C’è da dire che qui la spiaggia è molto ampia e prima di arrivare agli ombrelloni c’è tutta una zona protetta dove non si può camminare per cui hanno creato delle passerelle con dei punti di accesso al mare ben precisi su cui passare. La spiaggia è davvero profonda e tutta la zona retrostante in condizioni di alta marea si allaga per questo hanno creato le passerelle.
Ci fermiamo un po’ nei negozietti della zona e ci rilassiamo un po’ sulla spiaggia, il colore dell’oceano qui è molto bello anche se non è il punto più bello dell’isola però invita sicuramente a fare un bagno.
La zona non è male però non so perché ma mi lascia un po’ delusa, la immaginavo più selvaggia invece è molto commerciale.
Le spiagge che visitiamo noi giorni successivi sono anche quelle che ci sono piaciute di più, da Costa Calma sempre in direzione Morro Jable si raggiunge la plaia de Sotavento de Jandia, che dire è un posto stupendo, ci sono diversi punti di accesso, basta seguire le indicazioni per le scuole di wind surf e si trova facilmente il proprio angolo di paradiso…È una spiaggia immensa lunga parecchi chilometri, sono molte le persone che la percorrono a piedi sul bagnasciuga sembra essere insieme al wind surf lo sport preferito dai turisti che frequentano questa zona dell’isola.
C’è sempre vento e in alcuni momenti può essere anche fastidioso, se si sta vicino al mare la sabbia viene alzata dal vento e quindi il rischio è di finire punti in continuazione dai granelli di sabbia, perdi più in cinque minuti asciugamano e quant’altro sparisce ricoperto dalla stessa, quindi meglio mettersi un po’ in dietro riparati magari da una tendina per il vento o dai cespugli che crescono sul fondo della spiaggia.
Anche qui quando la marea cresce si forma la famosa piscinetta interna che è un vero e proprio divertimento per i bambini ma anche per i principianti windsurfisti che possono provare la loro tavola qui dentro quando la marea è abbastanza alta.
Bellissimo la vista d’insieme si vede l’oceano una lingua di sabbia che si fa sempre più sottile, questa sorta di oceano interno e poi ancora sabbia, molto particolare e di sicuro effetto per le vostre foto.
Eleggeremo questa spiaggia come la nostra preferita e ci torneremo spesso durante la nostra vacanza.
A questo punto di rimane da esplorare la zona centrale e la parte nord dell’isola.
Un giorno partiamo al mattino presto in direzione Corallejo, ci fermiamo prima di tutto al museo della salina de las salinas, carino e ben organizzato, c’è un piccolo museo del sale, un documentario breve che viene mandato in continuazione e poi si fa il giro all’esterno nella salina vera e propria, con la luce del sole ci sono dei riflessi rosa e arancio molto belli, anche qui c’è uno scheletro di balena e poi avvistiamo i nostri primo scoiattoli africani, sono bellissimi gironzolano vicino ai pescatori del luogo in cerca di cibo.
Continuiamo il nostro giro e ci fermiamo a Caleta de Fuste la nuova zona turistica, non è male però la spiaggia è fatta con sabbia riportata, e l’aeroporto è davvero molto vicino non so se vale la pena fermarsi qui, se volete girare l’isola e avere la comodità di trovarvi proprio a metà della stessa allora potrebbe fare al caso vostro.
Proseguiamo e decidiamo di addentrarci verso l’interno, prendiamo la strada per Antigua, qui il paesaggio è tutto uguale, montagne più o meno alte da superare, a volte con parecchie curve, assenza quasi completa di vegetazione e in prossimità dei paesini qualche casetta con annesso allevamento di capre, avevo letto che ci sono moltissime capre sull’isola ma non ero ancora riuscita a vederle, ora capisco perché… Le tengono in una specie di grande recinto coperto con dei tendoni sembra una grossa tenda, credo per proteggerle dal sole vista la scarsa vegetazione, e per questo motivo non si vedono molto facilmente, però se avvistate queste tendone sappiate che li ci sono le cabritas, autentico simbolo dell’isola, riprodotto su magliette, capellini, ecc… Ci fermiamo ad Antigua per comprarci un panino, facciamo un giro alla chiesetta locale in stile spagnolo, carina e giriamo un po’ per le via intorno.
Il paesino è carino ma davvero piccolo, non c’è molto da vedere, riprendiamo quindi il cammino in direzione Betancuria, prima di arrivarci ci fermiamo al mirador Morro de Veloso, bella la vista sull’intera vallata, l’ingresso è gratuito e c’è anche un bar.
Passiamo da Betancuria altro paesino caratteristico, continuiamo per Pajara e qui tra questi due paesi fermatevi a uno dei vari punti panoramici che trovate e assicuratevi di avere con voi qualcosa di cibo perché ci sono un sacco di scoiattoli che non aspettano altro che qualcosa da mangiare.
Sono molto carini si fanno avvicinare facilmente e fotografarli è un vero divertimento.
Ce ne andiamo a malincuore ma non possiamo rimanere li tutto il giorno e prima di tornare a Costa Calma facciamo una piccola deviazione per Ajuy un paesino di pescatori con una spiaggia lavica molto bella e particolare incorniciata da una grande scogliera sulla quale si può salire e fare anche un bel giro a panoramico fino ad arrivare a una altra insenatura più avanti dove però non c’è spiaggia ma solo scogliera a picco sull’oceano.
Questo paesino ci piace ci sono un sacco di ristoranti di pesce da cui proviene un profumo molto invitante anche in pieno pomeriggio, decidiamo di ritornarci e così faremo.
Uno dei giorni successivi ci dirigiamo ancora verso nord questa volta arriviamo fino a Corallejo, ci vuole circa un ora e mezza per arrivare, la strada è un po’ lunga, partiamo con il sole e più ci avviciniamo al nord dell’isola e più le nuvole aumentano.
Un po’ ci dispiace ma oramai siamo li quindi continuiamo, arriviamo al parco naturale delle dune a un certo punto la strada inizia a essere costeggiata da dune di sabbia sempre più grandi, ci fermiamo lasciano la macchina lungo la strada e ci addentriamo in questo piccolo Sahara, facciamo un sacco di foto chiaramente peccato solo per il tempo che oramai è decisamente coperto.
Proseguiamo poi verso Corallejo, ci fermiamo nella grande spiaggia prima di arrivare in città, molto carina però c’è vento e fa freschino non riusciamo a starci un granchè, da li si vede anche l’isola di Lobos.
Decidiamo di spostarci verso l’una vogliamo provare a raggiungere El Cotillo sperando che li ci sia un po’ più di sole ma oggi non siamo fortunati, arriviamo dopo una mezzoretta ma anche qui è coperto e tira vento, andiamo fino al faro facciamo un passeggiata orientativa e poi raggiungiamo la famosa spiaggia di El Cotillo.
In effetti anche se non c’è il sole il posto è bello, c’è più gente rispetto alle spiagge del sud a cui siamo abituati però la spiaggia è anche più piccola e quindi è normale, in questa zona incontriamo i primi gruppi di italiani a Costa Calma sono quasi tutti tedeschi però la cosa non ci dispiace.
Ci fermiamo un po’ sulla spiaggia mangiamo i nostri panini e poi decidiamo di fare un giro per il paese, carino molto piccolo e in fase di espansione, è un posto tranquillo con pochi divertimenti però è molto vicino Corallejo quindi come posizione non è male.
Nei giorni successivi ci dirigiamo ancora verso nord ma senza arrivare troppo in la visitiamo la zona di La Lajita dove cìè un grande zoo, adatto per i più piccoli, Tarajalero niente di chè, Gran Tarajal cittadina sul mare ma piuttosto rumorosa e incasinata.
Una delle cose da non perdere in zona e che abbiamo trovato quasi per caso è il faro de la Entallada, si arriva passando per Las Playitas (paesino con un grande albergo a 5 stelle e un bel campo da golf e poco altro) e da qui seguendo poi le indicazioni per il faro.
Anche qui c’è qualche scoiattolo, si sale fino in cima con l’auto e poi si può ammirare una gran vista sull’oceano e sulle montagne li attorno, la zona anche qui è desertica e molti lasciano i loro nomi scritti con i sassi sui bordi della strada.
È il punto dell’isola più vicino all’Africa e vale la pena farci un salto.
Questo è il resoconto dei posti che abbiamo visto in queste due settimane a Fuerteventura, un’isola che ci ha molto colpito e che sicuramente ci rimarrà nel cuore, ci siamo ripromessi di tornarci tra qualche anno per vedere se il turismo ha intaccato anche le zone più selvagge dell’isola, io spero che rimanga così com’è adesso perché credo sia ancora uno dei pochi posti in Europa dove si possa respiare nel vero senso della parola, è un isola che ti lascia una sensazione particolare di libertà e sarebbe bello ritrovare questa stessa sensazione anche tra qualche anno.