Fuerteventura: luci poche ed ombre tante

Una delusione
Scritto da: ENRY70
fuerteventura: luci poche ed ombre tante

Era la prima vacanza da quando Katya si era trasferita da me, dove vorresti andare? Fuerteventura, so beautiful…. ecco come è nato questo viaggio. Avevo proposto qualcosa che includesse anche “people”, la risposta era stata in puro stile sovietico: “Niet”!

I costi: due biglietti Ryanair da Bergamo, incluso bagaglio in stiva per 50, 440€. Reclamo all’authority per la concorrenza e il libero mercato, perché in fase di prenotazione avevo pagato il supplemento per il bagaglio in stiva ma, il giorno prima della partenza per fare il check-in, non mi appare questo servizio. Nel dubbio lo ricompro, non volevo correre il rischio di arrivare ai self check-in e dover ricomprare il tutto. Fate sempre screenshot con questa compagnia. Al ritorno ho sporto tre reclami senza successo.

Tornando a noi, vamos a Fuerteventura!

19 giugno: Playa Jandia e Morro Jable

Arriviamo a Puerto del Rosario, ritirata la macchina da Rental cars per 180 euro 7 giorni, due ore di macchina lungo le quali scorgiamo dei paesaggi lunari, ed arriviamo al Royal Palm Resort & Spa, due notti per 192 euro. Rifuggo da queste sistemazioni ma la mia compagna, acerba viaggiatrice, aveva in testa delle “assumptions” che deve assolutamente soddisfare. In sostanza è un super complesso dotato di comfort, piscina camera spaziosa etc. A cena andiamo a Morro Jable, cerco un locale tipicamente spagnolo ma rimango deluso. La cittadina è moderna, ha lungomare con bella passeggiata.

20 Giugno: Playa de Sotavento – Playa Esmeralda

Visitiamo delle belle spiagge nei dintorni, con alte dune ma vento bestiale, che non ci invoglia a fare il bagno. Nell’esplorazione facciamo un incontro che segnerà tutta la mia opinione di questa isola: gli ecomostri edilizi incompiuti. Purtroppo dovete essere preparati, immaginate un’esplosione vulcanica dalla quale fuoriescono dei prefabbricati mai finiti, questa è anche Fuerteventura. Se amate la natura, sappiatelo.

21 giugno: Playa de Cofete – Ajuy (spiaggia nera)

Oggi andiamo alla Playa de Cofete. Avevo preso in considerazione di usare il mezzo pubblico perché alcuni dicono che con utilitaria la strada è pericolosa. Obbiettivo raggiunto, ma dovete guidare con cautela in quanto sterrata ed in alcuni punti può passare un solo mezzo. In caso di pioggia la sconsiglierei anche perché pare che le assicurazioni del noleggi non coprano il carro attrezzi in caso di problemi.

La spiaggia è davvero bella, distesa, quasi infinita, con mare e correnti che non invitano a fare il bagno. Se non resistete rimanete vicino alla battigia. Non ci sono bar, solo un ristorante in un villaggetto che si incrocia prima di arrivare al parcheggio. Nel pomeriggio andiamo a visitare un caseificio con allevamento di capre lungo la strada per Ajuy. Convinta Katya che è meglio alloggiare presso i locali per vivere un’esperienza più reale, sostenendo l’economia senza ingrassare gli azionisti di grandi catene alberghiere, andiamo in questo villaggio marinaro e spendo 46 euro per l’appartamento Garcey, che si trova all’opposto della spiaggia.

Volevo fare qualcosa di “off of the beaten track”, qua c’è la spiaggia nera ed una camminata su dei faraglioni, ma rimango deluso e vengo cazziato da Katya perché non voleva venirci! Cerco di consolarmi nei ristoranti locali per mangiare dell’ottimo pesce nostrano, ma no, perché viene tutto esportato. Praticamente rischi di mangiare del pesce surgelato in riva al mare, tristezza infinita.

22 giugno: Betauncort – Pajarà

Oggi dedichiamo delle soste nell’entroterra, visitando la ex capitale Beutancourt, dove c’è un interessante museo che racconta la storia dei conquistatori ed il paesino è carino. Facciamo sosta a Pajarà, ci sono dei piccoli giardini ben curati ma nulla di più. Lungo la strada dell’interno incrociamo distese di serre e campi coltivati ad Aloe vera, chiedo di papaya ed altra roba ma pare che tutto sia esportato. Andiamo a dormire a Hotel Restaurante Mahon, per 61 euro, accogliente con discreto ristorante.

23 giugno: Vulcano calderon Hondo-El Cotillo_corralejo

Visita mattutina alla “Casa de los coroneles” un po’ di storia locale dei dominanti e poi visita al bel vulcano Hondo. La salita, anche con scarpe normali, richiede un’oretta ma da sopra lo spettacolo, ventoso, è notevole. Scesi, andiamo a El cotillo, dove ci fermiamo a nella spiaggia di Playa Castillo, lunga e carina.

Cena nel centro storico tipico, per gli standard dell’isola e sul mare, del villaggio. Notte in hotel, veramente speculativo, da un punto di vista edilizio, a Corralejo. Visitiamo la cittadina stile Rimini, con quartieri nuovi di villette anonime che si estendono per km dal mare. Il centro è da divertimentificio, anche se la passeggiata a mare merita. Al porto prendiamo contatto per escursione il giorno dopo a la isla de Los Lobos

24-25 giugno: Isla los lobos – Dune Corralejo

Il costo della lancia è contenuto ed in circa 30 minuti giungete sull’isola dove c’è solo un piccolo ristorante. Noi abbiamo fatto il periplo arrivando sino all’altra punta, da dove si vede bene Lanzarote, esplorato il vulcano e toccato i piedi in acqua. Il giorno dopo siamo alle dune, molto belle ed affascinanti e stiamo in spiaggia con ombrellone per circa 20 euro. Serata in centro.

26 giugno: Puerto del Rosario, mercado agricolo e partenza

Imbestialito per non aver mangiato pesce e frutta locali, giusto un po’ di formaggio, andiamo al mercato agricolo sperando di gustare qualcosa di autoctono: una spettacolare papaya che riesco a portare in Italia. Nel pomeriggio visitiamo il Museo della Salina, interessante, ci rechiamo in aeroporto e sbrigate le pratiche ipercaotiche della Ryanair, controllo Covid sì o no, etc etc, avevamo fatti altri test, si torna a casa, non prima di aver chiamato il carro attrezzi dentro il parcheggio di Orio al Serio perché la batteria aveva deciso di prendersi una vacanza.

La mia opinione su Fuerteventura? Allora, se siete dei windsurfisti come me in passato o Kytesurfers, beh, non c’è bisogno di dire nulla oppure adoratori della Aloe. Diversamente, spendere soldi e giorni di ferie per non gustare nulla di locale e tipico, non fare il bagno per il freddo e le correnti, non essere in Spagna e neppure in Africa (questa la sensazione avuta), non aver avuto contatto con i locali tramite couchsurfing e soprattutto aver visto tonnellate di cemento ed abusi edilizi con super alberghi stile Marbella, consiglio vivamente di orientare le risorse verso altre destinazioni.

Purtroppo Fuerteventura non mi ha detto nulla, a volte succede.

Nel momento in cui scrivo sono in partenza: Iceland!

Per qualsiasi cosa: petrocch@hotmail.com

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