Fuerteventura e Lanzarote 2007

Quest'anno ho fatto un bellissimo viaggio per le mia vacanze di fine agosto...a Fuerteventura. Parto il 24/08 da Bologna e dopo 4,5 ore di volo raggiungo la meta. L'isola si presenta da subito bella e dannata! La pista di atterraggio è affiancata dall'oceano e il vento è fortissimo, è mezzogiorno e il bus ci porta nel villaggio turistico a...
Scritto da: Ilonka
fuerteventura e lanzarote 2007
Partenza il: 24/08/2007
Ritorno il: 31/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Quest’anno ho fatto un bellissimo viaggio per le mia vacanze di fine agosto…A Fuerteventura. Parto il 24/08 da Bologna e dopo 4,5 ore di volo raggiungo la meta. L’isola si presenta da subito bella e dannata! La pista di atterraggio è affiancata dall’oceano e il vento è fortissimo, è mezzogiorno e il bus ci porta nel villaggio turistico a Corralejo, estremo nord dell’isola, li ci accolgono bene e ci danno l’alloggio. Il villaggio è enorme con 3 piscine di acqua salata, schiere di alloggi tra palme e stradine, il villaggio è fornito di tutto l’occorrente e dopo aver posato le valige e aver fatto un minimo di spesa nel market del villaggio ci concediamo la piscina per le ore che rimangono del nostro primo giorno a Fuerte. Il vento è una costante dell’isola e permette di assaporare solo 25 gradi anziche’ 45…Positivo. Dopo un bagno in piscina insieme ad una moltitudine di inglesi, tedeschi e altri turisti decidiamo di uscire presto per visitare immediatamente Corralejo che si presenta come una cittadina molto accogliente, viva, fornita ed organizzata. Il porto è il fulcro con locali e negozi, tutto in un’atmosfera ovattata al crepuscolo. Dal porto partono navi per la piccola isola di Lobos che dista solo 15 minuti di navigazione e la piu’ grande e bella Lanzarote. Il turismo pullula nelle viuzze di Corralejo, e tra insegne luminose, attrazioni turistiche, musica e la nostra stanchezza ce ne torniamo all’Oasis Duna che dista 800 mt dal centro. Il mattino seguente è sabato e dopo una lauta colazione si parte subito alla volta del porto di Corralejo al fine di imbarcarsi per la isla de Lobos. Lobos è una piccola isoletta vulcanica scaturita dall’eruzione del vulcano La Caldera presente sull’isoletta. Si presenta come un’isola spoglia, rocciosa, multi paesaggistica, multicolore, scarna di tutto ma per chi ama il trekking è un toccasana. Arriviamo e ci consigliano di prenotare il pranzo nell’unico ristorante molto rustico presente, che è strapieno di gente, cosi’ decidiamo di avviarci a piedi nella visita dell’intera isola tramite i vari sentieri che troviamo ben segnalati. L’isola presenta a tratti un paesaggio quasi desertico e pietre laviche, un paesaggio lunare con distese di pietre nere, sabbia, un lago salato che si sta prosciugando e la zona piu’ “viva” vicino al porticciolo dove ci sono dei casolari rustici e scarni. Posti da film… Una spiaggia non lontano dalla Caldera si presenta di sabbia fine e gialla, il mare è cristallino e bellissimo. Dopo una sosta per fare il bagno continuiamo la camminata e facciamo il giro dell’inera isola trovando ancora una caletta bellissima al ritorno. Siamo esausti e al ritorno passiamo nuovamente nel centro di Corralejo tra l’animata vita del tardo pomeriggio. Abbiamo camminato per 6 ore consecutive e la sera non siamo in grado di uscire!! Abbiamo fatto foto a piu’ non posso e la sera le riguardiamo soddisfatti. Unica cosa che non abbiamo potuto fare per mancanza di tempo è la scalata del monte (vulcano) la Caldera. Ma ci siamo dati da fare alla grande e abbiamo le gambe a pezzi…

Al ritorno comunque abbiamo gia’ pensato bene di prenotare per i 3 giorni successivi un’auto per girare l’isola di Fuerte e in villaggio, prenotiamo l’escursione a Lanzarote fissata per il Mercoledi’ con partenza dal porto di Corralejo in traghetto. Domenica mattina sveglia presto e ritiro del veicolo, una potente ford fiesta quasi nuova a cui faremo fare la bellezza di 900 km benche’ fuerte sia lunga solo 120 km. Preso il veicolo ci fermiamo immediatamente nel parco naturale delle famose dune di Corralejo, un vero mini deserto di sabbia portata dal vento dal Marocco a fuerte. Fuerteventura è l’isola canaria piu’ vicina al Marocco, dista 120 km circa ed è la seconda per grandezza dopo Tenerife. Le dune sono appena fuori dal centro di Corralejo e sono l’ideale per foto e riprese, rimaniamo ad ammirare le dune gialle che si estendono per km. La strada è una striscia nera di asfalto che taglia il paesaggio. Tutti si rotolano tra le alte dune di sabbia giallissima che terminano nell’oceano. Guidare a fuerte è molto semplice, le strade sono poche e i paesi piu’ grandi e piu’ noti anche cosi’ il tutto è facilmente raggiungibile e ben segnalato. Dalle dune di Corralejo scaturisce la famosa e stupenda spiaggia di Flag beach dove i surfisti arrivano nel tardo pomeriggio per destreggiarsi con le tavole. C’è una “baracca” di legno per l’affitto delle tavole da surf e la spiaggia ha pochi lettini con ombrelloni colorati e sferzati dal presente vento. Da li si gode di una vista magnifica sull’oceano e l’isola di Lobos. La marea è bassa nel mattino e l’acqua è veramente molto lontana, lascia scoperti scogli e rocce che solitamente con l’alta marea sono coperti. Facciamo un vero servizio fotografico e saltiamo nuovamente in macchina alla volta di La Oliva. Il paesaggio cambia in fretta e dalle dune si passa a colline morbide e color nocciola, antichi vulcani con colori bellissimi, colate laviche, avvallamenti, zone pianeggianti…E arriviamo a La Oliva, città antica e piccolina, con alcuni edifici degni di nota come il centro di arte canario. Giriamo in macchina scovando viuzze e case bianche, non ci soffermiamo molto dal momento che la cittadina non ci sembra possa offrire grandi cose. Ripartiamo e passiamo per Tindaya e Tefia, siamo al centro dell’isola la giornata è soleggiata ma ventosa, ci sono mulini a vento e allevamenti di capre, animale simbolo dell’isola. Arriviamo cosi’ a Betancuria, l’antica capitale, è una cittadina piccola ma “calda”, centro turistico e storico con una chiesa, una piazza, le case bianche e piante di aloe e cactus. Qualche negozio di souvenir e un bar ristorante, i colori predominanti sono il bianco degli edifici con il marrone del legno e della terra. Dopo una giro di mezz’ora e un sandwich al volo ripartiamo gia’ stanchi per arrivare in un posto bellissimo: le scogliere di Ajuy. Per arrivare ad Ajuy che è sul lato ovest dell’isola, il lato dell’oceano aperto, passiamo per una strada di montagna molto panoramica e suggestiva, fermandoci in un belvedere nella vallata dove ci sono tantissimi scoiattoli abituati ai turisti, amichevoli e molto affamati. Arriviamo ad Ajuy e c’è una grande spiaggia vulcanica nera che si contrappone all’azzurro dell’oceano, il mare qui’ è agitatissimo e ondoso, il vento è forte, scorgiamo una passeggiata sulla scogliera oceanica e la affrontiamo. E’ una passeggiata sulla roccia nuda della scogliera a strapiombo sull’oceano e la visuale è degna di nota. Si passa dal nero della roccia vulcanica al sabbia della roccia piu’ friabile che il vento e la salsedine hanno modellato col passare dei secoli. Alla fine della passeggiata c’è un vero strapiombo su una fantastica baia con grotte e calette rocciose, lo spettacolo è bellissimo e il mare sferza fortemente le rocce della baia. Dopo almeno 50 foto torniamo alla macchina e ci dirigiamo verso casa…Come sempre stanchi! ma…Sulla strada del ritorno troviamo l’indicazione per El Cotillo, nota località turistica e balneare, cosi’ la curiosita’ ci fa arrivare fino alla rocca e alla torre di El Cotillo. La Rocca di El Cotillo è uno scoglio enorme, una vera rocca che si trova in acqua dove gli abitanti hanno costruito il piccolo porto turistico della località. La costa qui’ è rocciosa e alta fino ad un certo punto dove si abbassa e lascia spazio ad un impensabile spiaggia dorata enorme e piena di gente. Il mare è bellissimo e pulito, scendiamo in spiaggia e facciamo il bagno tra i cavalloni altissimi. E’ spettacolare dal basso vedere la spiaggia e tutt’intorno roccia e oceano. Il sole sta per calare e faccio qualche foto col sole che scende verso il mare. E’ ora di tornare a casa e magari di andare a cena fuori…Perche’ noi di energie ne abbiamo da vendere. La sera infatti partiamo con la macchina alla ricerca di un paesino dove cenare e ci perdiamo per una strada non asfaltata che costeggia il mare, lo spettacolo è bellissimo, c’è il tramonto e l’oceano è di fianco a noi… La strada è deserta e a tratti rocciosa, è bellissimo nonchè un’esperienza! Alla fine ci perdiamo e girando tra paesini di pescatori al buio torniamo nella nostra Corralejo e prendiamo una buona Paella in un ristorante al porto.

Il mattino del lunedi’ dopo una tappa nelle bellissime dune ci dirigiamo verso Caleta de fuste dove c’è una bella e vitale passeggiata sul mare, una cittadina turistica e vitale piena di negozi e gente. E’ un susseguirsi di hotel, villaggi e villette, in un bar prendiamo un caffè che non è il massimo ma ci accontentiamo. Caleta ha un’ampia spiaggia e un bel mare ma non ci fermiamo piu’ di tanto in quanto vogliamo fare una tappa a Tarajalejo, cittadina scarna e minuscola sul mare con una mini passeggiata con palme e una spiaggia di sabbia e sassi, cosi’ dopo foto e riprese riprendiamo per la famosa e spettacolare penisola di Jandia all’estremo sud di fuerte. Una penisola sabbiosa con zone di mare da capogiro. Approdiamo inizialmente in una spiaggia vicino ad un enorme resort, è la spiaggia di sotavento, un club organizzato con ristorante e scuola di windsurf. Il paesaggio è stranissimo, una bassa laguna oceanica enorme tra cespugli e dunette che fuoriescono dal mare, acqua limpida e bianca, sabbia fine…La laguna che è attraversabile a piedi si estende a sud per km e cosi’ troviamo la vera spiaggia di sotavento, quella dove le maree fanno ghiochi di pozze di acqua marina qua e la e la sabbia si estende per km a perdita d’occhio. Qui’ tutti fanno windsurf o kitesurf. Una prima zona in acqua è di acqua bassa e cristallina, ci sono onde alte e vento fortissimo. Nell’interno della spiaggia di sabbia ci sono vegetazione e colline nonchè una enorme duna di sabbia dove vengono scritti i nomi dei turisti a caratteri cubitali con le pietre vulcaniche nere. In acqua invece dopo la prima zona di acqua bassa sporge del mare una duna sulla quale la gente cammina (in mezzo all’oceano, uno spettacolo bellissimo!) e dopo la duna l’acqua diventa profonda è intensamente blu. E’ un posto davvero suggestivo e li passiamo il pomeriggio tra tuffi, riprese, foto, nudisti e surfisti. Fare il bagno è d’obbligo, l’acqua è fresca ma si sta bene in acqua visto il forte vento. Dopo essere abbrustoliti in tardo pomeriggio andiamo via col pianto nel cuor lasciando un posto magnifico ed unico. Visto che siamo ad un passo dalla punta estrema dell’isola dove la strada finisce decidiamo di andare fino al findo e troviamo Morro Jable e il faro di Jandia. Non ci fermiamo ma ci passiamo in macchina scattando foto e la strada del ritorno occupera’ le 2,5 ore successive.

Il martedi’ vogliamo visitare la capitale, Puerto del Rosario, un grande cittadone marino con porto, aeroporto e case a non finire. Poche le attrattive culturali e artistiche, chiese, palazzi, monumenti… A poca distanza dalla capitale c’è la salina de El Carmen, interessantissima e visitabile con 5 euro. Una vera salina artigianale di fianco al mare, si visitano le saline di pietra dove l’acqua di mare viene incanalata e fatta evaporare e sui muretti viene raccolto a mucchietti il sale bianchissimo, è una bella esperienza e vicino al mare troviamo la ricostruzione di uno scheletro enorme di una balena. La visita al museo del sale è interessante e tra fotografie e un bel caseggiato che ospita il bar terminiamo la visita. Gran Tarajal ci aspetta con le sue grandi spiagge scure e una cittadina vitale con locali sulla passeggiata che costeggia il mare. Vado in un supermarket a comprare delle sigarette al prezzo di Euro 1,20 al pacchetto! Mangiamo qui’ ma al volo e facciamo due passi lungo mare, fa caldissimo e la macchina ci porta alla spiaggia di La Pared. Lato ovest dell’isola, vento fortissimo e onde devastanti, una piccola spiaggia sassosa e una scogliera rocciosa molto invitanti per le foto. Il cielo si annuvola e il mare assume una colorazione verdastra bellissima. Stiamo a La Pared per un’oretta e c’e anche un piccolo ristorante e un piccolo hotel. Ce ne andiamo decisi ad andare in piscina nel nostro amato villaggio che praticamente stiamo trascurando da quando siamo arrivati ma…Incontriamo il cartello di legno della famosa ed introvabile Playa de Garcey il cui mare ha custodito dal 94 il relitto della bella e famosa American Star, incagliata e resa famosa dai turisti. Procediamo ai 20 km orari per una stradina polverosa e arriviamo su una scogliera alta e ventosissima che sfocia in una spiaggia nera, è pero’ la Playa della Solapa. Gira e rigira la troviamo, la Playa de Garcey. Il relitto affiora appena dall’acqua, è quasi del tutto affondato me per noi è un’emozione comunque. Eccolo la’, in mezzo al mare a farsi schiaffeggiare dalle onde fortissime dell’oceano. Paesaggio bello e romantico se vogliamo…Mare, scogliera…E la nave American Star. Torniamo a Corralejo e il giorno successivo si va in escursione a Lanzarote quindi sveglia presto! Ci imbarchiamo alle otto su un traghetto dell’Armas e lo esploriamo curiosi, è accogliente ed elegante, da uno dei balconi facciamo foto all’oceano in traversata e 40 minuti dopo siamo al porto. Un bus ci aspetta per farci fare l’intero giro dell’isola con guida parlante italiano. Partiamo subito e siamo diretti alle montagne del fuego ovvero il parco naturale del Timanfaya. Uno spettacolo in tutti i sensi, la colata lavica indurita e rocciosa piu’ grande del mondo. 365 vulcani su Lanzarote, parte di questi eruttarono per 6 anni consecutivi dando vita all’odierno parco del Timanfaya e aumentando la superficie di Lanzarote. Nelle montagne del fuego ci fermiamo a fare alcuni esperimenti e visioni con il calore della terra vulcanica e dopo un souvenir il bus ci porta a fare il giro della colata lavica tra colori irreali e vulcani di ogni forma e genere. Tra il nero, il rosso, il giallo e l’arancione osserviamo le colate laviche e tutto intorno a noi è un’altro pianeta. Solo roccia, solo lava, solo vulcani e solo silenzio. Ci viene narrata la storia del parco del Timanfaya e il mio dito continua a scattare una foto dopo l’altra. Siamo estasiati e ammaliati da tanta potenza, bellezza e dal paesaggio strano. Dai vulcani passiamo alla valle della tranquillita’, colline morbide con cenere vulcanica e una rada vegetazione. Ci fermiamo in una cantina dove assaggiamo il tipico vino dei vigneti di Lanzarote dove la coltivazione avviene in modo molto particolare, scavando il terreno e proteggendo le piante di vite con muretti di pietra contro il forte vento, intere piantagioni con una terra nera e piena di “buchi” dai quali salgono verdissime piante di vite! Sempre piu’ sorpresi dalle bellezze dell’isola ci fermiamo in un paesino per pranzare in un ristorante e nella piazzetta c’è una chiesa dedicata alla madonna dei vulcani. Subito ripartiamo per visitare Jameos de Agua, un posto singolare e molto molto suggestivo. Prima pero’ una sosta in un luogo caratteristico per vedere l’olivina, un minerale verde oliva, di origine vulcanica che viene estratto e lavorato fino a diventare pietra preziosa per gioielli, intanto noi al bar abbiamo assaggiato il liquore di palma che viene servito con panna e cannella… Arriviamo a Jameos de Agua, Un cono di colata vulcanica che scendeva verso il mare…Indurito e vuoto, crea un tunnel buio dentro il quale si è creato un laghetto naturale dove vivono minuscoli granchi albini e ciechi. Tutt’intorno hanno costruito un ristorante, bar, una bellissima piscina bianca che spicca contro il nero della roccia vulcanica, una zona convention e due piste da ballo. Un giardino di piante tropicali verdissime e la casa dei vulcani. La casa dei vulcani in sostanza non è altro che un punto dal quale viene tenuta sotto controllo l’intera attivita’ vulcanica dell’arcipelago canario, dichiarata riserva della biosfera, Lanzarote ospita studiosi e vulcanologi per studi e viene monitorato il tutto con sofisticate apparecchiature. La casa si visita ed è molto interessante, plastici delle isole, computer, maxi schermi, riproduzioni e filmati… All’uscita dalla casa la nostra visita è terminata e ci attende un’ora di strada fino al porto, sul bus mi addormento sfinita con la voce di Jon, la nostra guida che spiega aneddoti dell’isola. Ricordo ancora di esser passata per Teguise, una citta’ dedicata all’ultima principessa del posto e in alto il mirador posto sulla collina. Torniamo al porto e ci imbarchiamo per tornare a fuerte, nuovamente 40 minuti di traghetto e a Corralejo ci fermiamo in un negozio di articoli da regalo e vestiario molto particolare. L’insegna è una riproduzione enorme di uno squalo e all’interno dalla parete sbuca uno squalo a meta’ fatto apposta per fare foto. Acquistiamo delle maglie di fuerte e torniamo a casa felici della giornata super che abbiamo vissuto. Per la cena ci concediamo un ristorante bellissimo sulla spiaggia di Corralejo, il Waikiki club in stile polinesiano dove una grigliata ed un’insalata che presentano benissimo, con patate arrugates ci tengono la bocca occupata fino a tarda sera. Instancabili ci svegliamo presto anche il giovedi’ che è il nostro ultimo vero giorno di vacanza a Fuerte e dal momento che non abbiamo piu’ la macchina decidiamo di noleggiare due biciclette per poterci muovere. Andiamo in centro a Corralejo dove si noleggia un po ‘ di tutto e ci danno due mountain bike che vanno alla grande. Percorriamo un paio di km e arriviamo tra le famose e sempre magnifiche dune di sabbia di Corralejo, procediamo tra la sabbia e arriviamo a Flag beach, la bella spiaggia vista i primi giorni. Ci fermiamo qui è decidiamo di trascorrere l’intera giornata al sole dal momento che giornate di mare vere e proprie non ne abbiamo ancora fatte. Il sole è alto, fa caldo e costante è come sempre il vento. Noleggiamo 2 lettini e un piccolo ma funzionale ombrellone ormai consumato dal vento e dalla salsedine comunque il tutto lo paghiamo 9 euro… Il paesaggio tutt’intorno è da scatto fotografico, la marea è ancora molto bassa quindi per fare un bagno bisogna fare i km e noi li facciamo con macchina foto e videocamera. Facciamo due passi sulla spiaggia, l’acqua è cristallina, onde potenti e marea che lentamente sta salendo di metri e metri. La sabbia è bianca e si contrappone al blu intenso del mare e del cielo. Qua e la qualche pietra vulcanica e piu’ avanti alcuni muretti di rocce sono stati costruiti per riparare i bagnanti dal forte vento. Il posto è davvero invitante. Mi metto a mollo in una pozza di acqua cristallina ed è freddissima…Sono al settimo cielo. In giornata passa poi un ragazzo a chiederci i soldi dei lettini che tra l’altro sono comodi e colorati. Presto la spiaggia si anima di turisti e la marea sale fino all’ombrellone. Verso tardo pomeriggio arrivano poi alcuni surfisti e gente con aquiloni e noi rimaniamo li accovacciati sui lettini ad osservare il tutto intorno meravigliati. Da li c’è una bella visuale dell’isola di Lobos e l’infinito oceano davanti a noi. Flag beach è una spiaggia lunghissima, pulita, bianca, fine e si congiunge con le dune fino al nastro nero d’asfalto che divide le dune. Alle 18:30 torniamo in villaggio passando davanti all’unico parco acquatico di Corralejo che si trova proprio vicino al nostro villaggio, il Baku water park. La sera siamo cotti dal sole e rimaniamo in villaggio che per altro non abbiano mai sfruttato non essendoci mai stati. Il villaggio comunque è molto bello e in tono con le vicine dune, c’è un mini market molto fornito, un ristorante pizzeria anche da asporto, 3 bar/pub dei quali uno è a bordo piscina, c’è un palco per l’intrattenimento serale con posti a sedere all’aperto. Un campo da basket e uno da tennis al limitare del grande villaggio che è molto colorato e fiorito. Le costruzioni con gli alloggi sono tutti a 2 piani sul marrone/arancione, Le piscine di un azzurro accecante e tutto intorno palme verdi. La reception non è enorme ma è molto carina e si vendono cartoline e foto ricordo. Alla reception parlano molto bene ogni lingua e tutti sono gentili e disponibili. Una nota di merito anche al tour operator che è stato efficiente e disponibile fin dall’inizio, grande Inviaggi!! Prima di chiuderci in casa andiamo ancora a fare acquisti per pensierini e ricordini, cartoline, cose carine e regalini per amici, in Corralejo ci sono tantissimi negozi di souvenir e uno enorme è non lontano dal nostro villaggio dove spendo 50 euro con carta di credito!!! Il nostro villaggio fa parte di una catena, sono tutti alle isole canarie e tutti si chiamano “Oasis” con l’aggiunta di qualcosa, il nostro è l’oasis dunas, vicino a noi c’è l’oasis village, l’oasis tamarindo e l’oasis papagayo…Tutti belli, tutti funzionali.

Venerdi’ mattina partiamo a malincuore verso le nove dall’Oasis Dunas porgendo l’ultimo sguardo e saluto a Corralejo che possiamo dire bella cittadina e iper fornita di tutto…In confronto a molto altre che abbiamo visto Corralejo è il top del top. Dopo una mezz’ora arriviamo a Puerto del Rosario e quindi in aeroporto, sulle piste c’è del fumo nero che si scorge da lontano, cio’ non ci tranquillizza, anzi… Dentro l’aeroporto è pieno di turisti e imbarchiamo i bagagli. Comincio ad essere triste ed irrequieta, non voglio proprio partire…Facciamo il check in e arriviamo al piano superiore dove c’è un grande open space luminoso e colorato, da qui’ ci sono tutti gli imbarchi dei voli. Un bar e una grande terrazza per fumatori, toilette, negozi di souvenir…Tanta gente, sedie per l’attesa…Non riesco a stare ferma e dopo un giro in terrazza dove c’è un sole e un vento molto piacevoli e dopo un salto in un bel negozio di prodotti tipici spagnoli chiamano il volo e a mezzogiorno esatto partiamo dalla bella e ventosa isola di fuerte alla volta di Bologna, una bologna triste e grigia che non ci da nessun bentornato.

E’ stata una bellissima esperienza e la rifarei domani, mi sono divertita e stancata, dicono che Fuerte sia la piu’ selvaggia e naturalistica delle 7 isole e l’ho constatato sulla mia pelle, le bellezze naturali dell’isola sono senza eguali. Fuerteventura da “forte vento” o da “forte avventura” ?? Questo non si sa ma chi l’ha scoperta ha scelto un buon nome comunque, per me è stata una grande avventura sempre accompagnata da un forte vento. E’ un’isola particolare che consiglio a tutti, con una buona dose di voglia di andare e scoprire, soldi in tasca ma ben spesi e una buona macchina fotografica…Io in tutto ho fatto la bellezza di 1460 foto…Non so se mi spiego.

Una settimana effettivamente è un po’ poco, 10 giorni sarebbero l’ideale per poter esplorare meglio anche Lanzarote che è un’isola molto affascinante e piena di bellezze e risorse…E magari un giorno in piu’ di mare e tranquillita’ non guasterebbe, noi ci siamo fatti bastare 7 giorni e abbiamo corso parecchio ma…È stata una bellissima vacanza!



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