Fuerteventura: due settimane di primavera a Novembre
Nonostante la pandemia Covid, in ambito europeo ci si può muovere sia pure con qualche complicazione burocratica.
In particolare si devono compilare dei moduli detti PLF (Passenger Locator Form) e ogni paese ha un sito a cui collegarsi e i PLF sono diversi da paese a paese anche se le informazioni che chiedono sono più o meno le stesse.
Al termine del processo di compilazione arriva un Qrcode.
Leggendo un po’ di forum sembra che in Spagna sia meglio arrivare con il Qrcode stampato su carta, mentre per quello italiano (al ritorno) non abbiamo trovato suggerimenti.
Dato che ormai il telefono contiene la propria vita e se si guasta o lo rubano o lo perdi sei finito (se sei in viaggio all’estero è ancora peggio), per sicurezza stampo pure tutti i moduli e i biglietti aerei su carta come backup.
Parecchio tempo fa avevo prenotato un parcheggio a Malpensa a 65€ dal 2 al 16 novembre. La mattina dell’1 novembre butto un occhio ai prezzi dei parcheggi e trovo un’offerta di Green Park a 40 euro per 15 giorni. Disdico quindi la precedente prenotazione.
La mattina del 2 novembre (una data non proprio tra le più allegre) partiamo alla volta di Malpensa.
Lasciamo l’auto e andiamo con la navetta in aeroporto scoprendo che il Terminal T2 da cui in generale partono le compagnie low cost è chiuso da mesi e tutto è stato concentrato al terminal T1.
Entrare in aeroporto mi ha fatto un certo effetto. L’ultima volta che ero entrato a Malpensa (dicembre 2019) c’era la solita grande confusione, gente che andava e veniva, file ai banconi del check in. Oggi invece è quasi deserto. Non c’era nessuno nemmeno al controllo bagagli dove in generale si facevano lunghe code.
Siamo ben lontani dalla normalità.
In attesa di imbarcarci vado al negozietto a comprare dei panini. Cerco di pagare con il bancomat e lo rifiuta. Usiamo quello di Franca e funziona. Cerco di mettermi in contatto telefonico con la banca per capire e una voce registrata dice che hanno problemi con i loro sistemi informatici. Quando si parte per un viaggio ormai si fa affidamento sulle carte di pagamento e non si pensa di prelevare un malloppo di soldi (con i relativi rischi).
Dopo un paio d’ore di attesa in aeroporto e 4 ore di volo arriviamo finalmente a Fuerteventura.
Transitiamo davanti ad un bancone con i nostri Qrcode del PLF cartaceo che vengono letti dalle macchinette e poco dopo arriva una mail dal servizio sanitario nazionale spagnolo con un po’ di indicazioni su cosa fare se si avvertono sintomi del covid.
L’auto a noleggio l’abbiamo prenotata da Payless. Una Panda City Cross costa 358.06€ per 15 gg con kasko senza franchigia e quindi non chiedono un deposito cauzionale. Volendo si paga pure in contanti.
Cerco di pagare con il bancomat confidando che la banca abbia messo a posto i malfunzionamenti e non va. Provo quello di Franca e non va più nemmeno il suo, maledetta banca! Ci viene un minimo di ansia. Per fortuna la Visa che ho appoggiata sul conto di un’altra banca va. Sospiro di sollievo.
Siamo schiavi della tecnologia e a volte ci frega e potrebbe crearci anche delle situazioni assai critiche.
Usciamo dall’aerostazione per andare a prelevare l’auto e abbiamo la piacevole sensazione di una temperatura sui 22° e venticello.
Alle 18 siamo al Residence Atlantic Beach di Corralejo, nella parte nord dell’isola.
Bilocale carino con terrazza. L’attrezzatura per cucinare è a dir poco minimale.
Mi metto in contatto via mail con l’ufficio reclami della banca per far presente che sono all’estero e se non posso pagare con la carta i contanti che ho non durano molto.
La leggeranno? Faranno qualcosa? Spero!
La zona in cui si concentrano i ristoranti è a 10 minuti a piedi dal residence.
Siamo un po’ stanchi e andiamo un po’ a naso. Il ristorante Poco Loco sulla via principale ha una carta molto ampia. Prendiamo due piatti di tonno, che dicono essere particolarmente buono alle Canarie. In effetti lo è, ma la porzione è microscopica. Nei giorni seguenti abbiamo trovato ben di meglio. Provo a pagare col bancomat e va. Mi sento più tranquillo.
Mer 3 nov
Con un’ora di fuso orario all’indietro ci svegliamo presto. Usciamo a cercare un bar per fare colazione ma sembrano ancora tutti chiusi. Ne troviamo uno solo aperto alle 8 con dei croissant dall’aspetto poco invitante e puntiamo su altro.
Vicino al residence c’è un grande supermarket molto fornito dove ci riforniamo di generi di conforto e snack.
C’è un bel cielo azzurro, sole caldo e vento fresco. Temperatura che oscilla tra i 21 e i 25 gradi. E’ bellissimo essere tornati in primavera nel giro di 24 ore. A 10 minuti a piedi dal residence c’è una grande spiaggia di sabbia morbida. Si sente parlare in inglese, francese e italiano (direi la maggioranza).
Curiosità della spiaggia: tizio con la Madonna di Medjugorie tatuata sul polpaccio.
Pranzo light a base di tapas e birra in un baruccio del centro commerciale El Campanario a due passi dal residence e poi con l’auto andiamo al parco nazionale delle dune di Corralejo. Un’area di sabbia fine e quasi bianca dove il vento ha formato delle piccole dune. Ho letto che è sabbia del Sahara portata dal vento.
Le dune del deserto del Namib sono un’altra cosa ma queste non sono per nulla da disprezzare.
Alle 16.30 si rannuvola e torniamo al residence.
Aperitivo in terrazza con i generi di conforto acquistati stamattina e poi cena al ristorante La Tasca. Ci attira la proposta di Paella de Mariscos. Dato che la cucinano al momento ha richiesto 40 min di attesa ma valeva la pena. Enorme, ottima e ad un prezzo ridicolo (27€ in 2). Lunga passeggiata per avviare la digestione e poi a casa. Passeggiare la sera a Novembre con un giubbotto leggero fa strano.
Gio 4 nov
Visti gli stravizi alimentari di ieri ci accontentiamo di una colazione minimal autogestita.
Partenza in direzione sud lungo la costa est. Prima tappa a Caleta de Fuste che era l’altra opzione di soggiorno.
Qui la spiaggia è molto grande, però è artificiale e la sabbia è compatta, dura e di conseguenza scomoda. Visto com’è siamo contenti di aver scelto Corralejo come base anche se meno centrale rispetto all’isola.
Per pranzo ci sediamo in una della tante tavole calde che ci sono nella via che porta alla spiaggia pensando di fare un pranzo alla veloce. Purtroppo però la calma serafica dei canariani fa sì che l’attesa sia piuttosto lunga anche per un filetto di pesce alla griglia.
Le guide di Fuerteventura che abbiamo trovato in rete indicano come località che vale la pena di visitare “Pozo Negro” una quindicina di km a sud di Caleta de Fuste. C’è un ristorante piuttosto pieno e i piatti di pesce che passano sono abbastanza attraenti. Lo avessimo saputo ci saremmo evitati la tavola calda.
Qui c’è uno spiaggione di sabbia nera vulcanica. Purtroppo dopo un po’ si rannuvola e quindi puntiamo verso Antigua, che risulta essere un centro decisamente poco interessante. Si nota subito una notevole diffusione di “architettura cubista” (nel senso che le case sono tutte dei parallelepipedi).
Dovrebbero esserci tanti mulini a vento ma ne vediamo ben pochi. Uno fa parte del “Museo del Queso” (formaggio) e non è niente di che. Si mette pure a piovigginare (grunt!)
Arrivati al residence c’è il sole e vento abbastanza fresco.
A cena da Taverna Fogalera (i gestori sono toscani e laziali). Pesce buonissimo. Prezzi poco più alti che gli altri ristoranti, ma più che giustificati da qualità e servizio.
Ven 5 nov
Oggi il cielo si presenta piuttosto nuvoloso e c’è anche un bel vento.
Mentre usciamo dal residence ci fermiamo a chiedere informazioni per visitare l’Isla de Lobos. Un isolotto che si trova ad un paio di km di fronte a Corralejo. Ci sono varie possibilità. Quella che pare più comoda è la barca grande che ha meno vincoli di orario. Prenotiamo i biglietti per domani (15€ andata e ritorno). Il numero di persone che possono stare sull’isola in alta stagione è contingentato, si deve chiedere un permesso (gratuito) e rispettare gli orari di andata e ritorno. In bassa stagione (come a Novembre) basta comperare il biglietto senza vicoli di orario.
Nel frattempo si apre uno spiraglio di sole e andiamo in spiaggia. Troviamo un posto riparato del vento, ma il sole va e viene e poi ad un certo punto va e stare in spiaggia non è gradevole.
Pranzo light al bar, siesta e poi con l’auto verso il Calderon Hondo, un vulcano spento da alcune decine di migliaia di anni ben conservato che fa parte di un gruppo di vulcani a sud di Corralejo.
La strada per arrivare è quella che va verso Lajares, poi ad un certo punto si svolta a destra e si percorrono alcuni km di strada sterrata fino ad un parcheggio. Lasciata l’auto si comincia a percorrere un sentiero inizialmente pianeggiante. Poi si inizia a salire un pendio abbastanza dolce. Il dislivello dal parcheggio al bordo della bocca del vulcano è inferiore ai 200 mt.
Ci sono tantissimi scoiattolini bellissimi che vengono a chiedere cibo senza il minimo timore per l’uomo. E’ pieno di gusci di semi di girasole e noccioline, che evidentemente sono stati portati dai turisti. Peccato non averlo saputo se no saremmo passati al supermarket a comperarne.
Dalla cima si vedono le due coste (est e ovest) dell’isola.
L’interno del vulcano è bello profondo. Si può fare il giro intorno al cratere, ma il percorso è un po’ dissestato e per prudenza lascio perdere.
Il panorama intorno al vulcano è brullo e rossastro. Non fosse per il fatto che si vede in lontananza il mare si potrebbe pensare di essere stati catapultati su Marte.
In mezzo a questo nulla più totale vediamo una piccola costruzione. E’ un caseificio che produce formaggi di capra. Dato che non c’è né un filo d’erba né qualche arbusto rinsecchito la domanda “cosa mangiano le capre?” viene spontanea.
Passeggiamo un po’ su questo suolo marziano chiedendoci perché stiano studiando come vivere su Marte quando c’é un territorio poco vivibile (ma con ossigeno a disposizione) qui a Fuerteventura.
Torniamo al residence poi tentiamo, andando presto, di trovare un tavolo a cena da Tapas Oscar ma è strapieno. Riusciamo a prenotare per lunedì.
Cenato di nuovo a La Tasca. Questa sera abbiamo ordinato delle grigliate e l’attesa è stata minima.
Sab 6 nov
Andiamo al porto e cerchiamo la biglietteria della barca per l’isla de Lobos tra una miriade di chioschetti che offrono i più svariati servizi. Non la troviamo perché la biglietteria è la barca stessa.
Paghiamo e saliamo a bordo
Il cielo è parzialmente nuvoloso, il vento è forte e il mare è piuttosto mosso.
Si traballa ben bene. Meno male che la traversata dura solo 20 minuti
L’Isla de Lobos (isola dei lupi) ha questo nome perché in passato era abitata da foche monache conosciute qui anche come “lupi” marini, che sono stati oggetto di caccia da parte dei pescatori i quali vedevano in questi mammiferi un pericolo per la loro attività (una foca monaca mangia dai 30 ai 40 kg di pesce al giorno). Risultato: adesso le foche monache sono in pericolo di estinzione.
Dal 1982 l’Isla fa parte del Parco Nazionale delle Dune di Corralejo e quindi non si può costruire nulla e la zona è protetta.
La barca attracca ad un molo sulla costa sud e da lì parte un percorso ad anello che si può fare in senso orario o in senso antirorario. Noi optiamo per il senso antiorario così al ritorno ci fermeremo nella bella spiaggia che si incontra 10 minuti prima di arrivare al porticciolo.
Iniziamo il giro. Anche qui il paesaggio è brullo e costituito in gran parte da sabbia e rocce laviche. Purtroppo a novembre molti uccelli migratori sono già ripartiti e vediamo solo gabbiani (questi sono ovunque).
C’è pochissima vegetazione, ma molto variegata. Hanno censito circa 130 specie di piante diverse ed è incredibile come riescano a sopravvivere con questo clima arido. Pare che basti quella poca rugiada notturna a dare il minimo indispensabile di nutrimento agli arbusti.
Dopo una piacevole passeggiata pianeggiante di circa 3.7 km arriviamo al faro (dismesso dal 1968). Nel frattempo le nuvole spariscono e arriva un sole caldissimo. Essendo ora di pranzo troviamo un comodo muretto su cui sederci e tiriamo fuori i nostri panini. Tempo pochi secondi e due uccellini si piazzano ad un metro davanti a noi in attesa delle briciole. Gli animali hanno più intelligenza di quanto si creda.
Mentre sto mangiando un tizio si avvicina col telefono in mano e mi chiede di fargli una foto. Per non apparire scortese mollo il panino mezzo mangiato sul muretto e gli faccio la foto. Colpo di vento e il panino vola a terra nella sabbietta. Cioè fammi capire: sei disponibile e vieni punito dal fato?
Iniziamo il completamento dell’anello (circa 7.5 km in totale).
Tornando ci sarebbe la possibilità di fare una piccola deviazione e salire sulla cima del vulcano, però l’idea di stare per 2 ore su una spiaggia da sogno con sabbia finissima e morbida è decisamente più attraente.
Il sole scotta. Meno male che l’aria è fresca se no sarebbe impossibile resistere. C’è parecchia gente a mollo ma l’acqua per i miei gusti è troppo fredda.
Novembre non è un mese buono per osservare fauna e in particolare uccelli. Come forme di vita abbiamo visto vari gabbiani, 3 uccellini e una lucertola.
Cena di pesce al ristorante Fogalera (di nuovo). Sempre ottimo.
Messo benzina 1.20€/litro (da noi 1.70)
Dom 7 nov
Oggi il cielo è piuttosto nuvoloso e il vento abbastanza forte. Temperatura 21°.
Verso la tarda mattinata migliora ed è abbastanza soleggiato. Il meteo alle Canarie cambia in fretta (sia in meglio sia in peggio). Andiamo alla solita spiaggia vicina al residence ma il vento è troppo forte. Facciamo una passeggiata verso il porto e ci imbattiamo in una piccola spiaggia molto bella riparata dal vento e ci piazziamo un paio d’ore.
Pranzo light a La Playita. Zuppa di pesce molto buona ed economicissima (qui il pesce costa sempre poco ed è buono). Assaggiamo anche le patate rugose delle Canarie (si direbbe che sono lessate e poi passate in forno) servite con alcune salsine con cui condirle.
Un bel caffè espresso e poi torniamo al residence e ce ne stiamo in piscina che è riparata dal vento.
A cena andiamo da Land of Freedom. Un piccolo ristorante specializzato in tapas gestito da italiani. Ha solo tavolini esterni e nonostante un paio di “funghi” a gas per riscaldare fa un bel freddo.
Per 5 tapas abbiamo atteso un’ora! E come qualità mi aspettavo decisamente di più date le recensioni.
Lun 8 nov
Oggi c’è il sole e il vento è un po’ meno forte di ieri. Andiamo a vedere il sud.
Sono 110 km. La strada è bella ma con i limiti di velocità e il traffico (sebbene scorrevole) ci va un’ora e tre quarti.
Arriviamo a Costa Calma. Spiaggia enorme con sabbia fine. Però è un posto da vacanzieri. Ci sono spiagge attrezzate e grandi complessi edilizi e si direbbe una zona frequentata in particolare da tedeschi.
Il vento è meno forte e si sta bene. Però i passaggi nuvolosi creano una fastidiosa alternanza caldo fresco.
Per pranzo troviamo un pastificio italiano che oltre a vendere la pasta fresca ha anche dei tavolini e si può mangiare un piatto di pasta con vari tipi di condimento tra cui scegliere.
Alle 16 inizia il rientro. C’è un po’ più di traffico e ci mettiamo un paio d’ore.
Per cena andiamo da Tapas Oscar e prendiamo il menù tapas per 2 persone a 30 €. Alcune tapas mi sono piaciute di più. alcune di meno, ma in ogni caso è stata una buona cena con un buon rapporto prezzo qualità e soprattutto non abbiamo aspettato un’ora.
Mar 9 nov
La prima settimana è passata.
Il vento è un po’ calato e il cielo è prevalentemente azzurro.
Ce ne stiamo in spiaggia vicino al residence.
Pranzo light in un bar sulla spiaggia.
Poi con l’auto andiamo a El Cotillo sulla costa ovest a una ventina di minuti da Corralejo.
Costa alta con spiagge in basso di sabbia morbida.
Essendo incassate tra coste molto alte sono riparate dal vento e con il sole caldo si sta bene.
A cena andiamo al ristorante Calù gestito da toscani. Ottimo pesce.
Mer 10 nov
A pochi km da Corralejo verso sud ci sono le Grandes Playas. Distese enormi di sabbia dorata e morbida. Il rovescio della medaglia è che hanno costruito due Hotel che definire insensati è essere generosi.
Al pomeriggio abbiamo intenzione di fare una camminata di circa 8 km (andata e ritorno) sulla strada sterrata che costeggia il mare a nord di Fuerteventura per arrivare alla Playa de Majanicho meglio nota come “pop corn beach”, una spiaggia curiosa coperta da minuscoli pezzi di corallo bianco che con un po’ di fantasia ricordano i pop corn. Pensavamo fosse una strada tranquilla senza auto, invece pur essendo sterrata c’era una passaggio molto frequente di auto che sollevavano polvere. Peccato.
Gio 11 nov
Nuvole e velatura. Poco vento. Temperatura sui 20°
Passeggiata lungo il mare verso sud. Abbiamo scoperto che anche a Corralejo c’è una pop corn beach con pezzi di corallo più grandi. Anche la spiaggia è molto più estesa.
Pomeriggio in piscina con un po’ di sole poi si è rannuvolato e faceva freddo.
Dal 12 nov al 15 nov
Visto che le spiagge a Corralejo e dintorni sono molto belle abbiamo sfruttato le giornate di sole per fare le lucertole cercando sabbie morbide al riparo dal vento. Alle dune ci sono dei muretti in pietra fatti apposta per ripararsi dal vento, ma bisogna arrivare presto! Come sempre il sole va e viene dietro le nuvole ma in generale le giornate sono state molto gradevoli.
Abbiamo girato tra le grandes playas, le dune, El Cotillo, Corralejo.
Ci è capitata anche l’occasione di assaggiare il gofio, una specialità gastronomica delle Canarie a base di farine di cereali tostati. Buono di sapore. Però viene servito con cipolle rosse crude marinate in acqua e aceto e l’alito ne risente un po’.
E’ stato molto bello il festival degli aquiloni da Giovedì 11 a Domenica 14 novembre alle dune. Tantissimi aquiloni delle forme più bizzarre che hanno rallegrato le giornate fino al tramonto.
Mar 16 nov
Ultime ore al sole in spiaggia poi dopo un pranzo molto godurioso da Tapas Oscar partiamo alla volta dell’aeroporto.
Al rental car return la Payless non ha personale che verifica l’auto riconsegnata. Vado al bancone dentro l’aerostazione consegno le chiavi. Il tizio mi chiede “quanta benzina c’è?”. Gli rispondo che ce n’è un po’ di più di quando l’ho presa (come in effetti è). Mi crede sulla parola e mi saluta. E’ la prima volta che mi capita una riconsegna così rapida e priva di controlli sebbene all’arrivo non si siano tenuti la strisciata della carta di credito come garanzia.
All’imbarco controllano il green pass e ci danno un modulo da compilare e consegnare al Vettore che, a quanto mi risulta, dovrebbe essere la compagnia aerea che effettua il volo.
Il volo parte in orario. Diligentemente compiliamo il modulo e quando vediamo passare le hostess chiedo se lo ritirano loro. No!
Vabbé. Lo ritireranno dopo che siamo sbarcati magari quando controlleranno il PLF italiano.
Arriviamo in leggero ritardo. A Malpensa ci sono 9°. Sbarchiamo.
Tengo a portata di mano il modulo che mi hanno dato all’imbarco e il PLF.
Li controllano? Manco per niente.
La navetta arriva abbastanza in fretta.
A mezzanotte si parte verso casa dove arriviamo all’1:30
Spese per 2 persone 15 gg.
Auto 358€
Volo 241€
Residence 791€
Pasti e varie 1110€
Totale 2500€
Note
mi ha negativamente stupito che a Fuerteventura ci sia l’Avenida General Franco. Come se in Italia ci fosse via Mussolini. I crimini di questo fascista contro la popolazione spagnola sono una realtà storica e visto che la Spagna ha visto anche governi socialisti mi chiedo perché non abbiano deciso di eliminare vie intitolate al generale.
Quasi tutti i ristoranti quando portano il conto danno in omaggio un chupito di rum al miele (specialità delle Canarie).
Non ci sono quasi semafori (visti 2 girando tutta l’isola)