Fuerteventura: a metà strada tra tropici e mediterraneo
Scegliamo Fuerteventura perché il volo più conveniente per noi arriva lì e poi perché ha fama di essere isola tranquilla e ancora intaccata dal turismo di massa. Partiamo con la prospettiva che farà caldo ma non caldissimo, che il bagno non lo si fa neanche d’estate e che, insomma, ci riposeremo.
Venendo subito al dunque sul capitolo prezzi, vi dirò che siamo decisamente al di sotto dei nostri standard. Il noleggio auto per una settimana (Km illimitati, tutte le assicurazioni senza franchigia) è costato 119 € (piccolo malinteso sulla tariffa del giorno aggiuntivo, ma poca cosa). Per mangiare, in due si può spendere tranquillamente meno di 40 euro, occhio che le porzioni sono mooolto abbondanti, per cui, se proprio volete cimentarvi con gli entrantes, optate per la media ración. Specialità: ovunque pesce fresco, capretto, queso majorero (di capra) e mojo (le salsine da gustare col pane). Non eccezionali ma da provare i vini delle isole (praticamente tutte meno che Fuerteventura, dove cresce veramente poco). Menzione speciale per il ristorante El Horno di Villaverde (magari un po’ più caro della media) Cosa fare e vedere: se siete surfisti e dintorni già sapete tutto, per tutti gli altri, a nord (El Cotillo e Corralejo) troverete grandi spiagge bianche e dune sahariane su cui camminare o prendere il sole (a seconda del meteo), carino il porticciolo di Ajuy (ma io le “teste di morto” non le ho viste), a sud ancora spiagge nere, rosse o bionde per tutti i gusti. Lo sterrato per El Cofete è più che praticabile. All’interno il paesaggio è un po’ lunare, con paeselli sparuti in cui c’è poco da fare e da vedere. I principali percorsi di trekking segnalati sono appunto interni, e non mi pare che offrissero gran che quanto a varietà. Grandi spazi a disposizione per chi va a cavallo o fa enduro.
Meteo: era pur sempre gennaio, il cielo con nuvole che andavano e venivano ed un giorno di pioggia, ma temperatura tra i 15 ed i 22°. Vento sì, ma mai insopportabile. Se trovate una buona giornata di sole e con poco vento, con un po’ di coraggio iniziale potrete anche fare il bagno.
Dormire: abbiamo scelto di evitare alberghi e residences optando per strutture rurali. Mediante il sito della locale centrale di prenotazione (acantur.Es) abbiamo scelto le strutture e, dopo aver anticipato una modesta somma, abbiamo ricevuto la conferma della prenotazione ed i contatti diretti con le strutture. Sono stati precisi, efficienti e puntuali. Non ci è stata chiesta alcuna commissione, credo che Acantur sia una struttura pubblica o un’emanazione degli agriturismi che si sono consorziati. La scelta è caduta su Casa Mahoh (più una piccolo albergo che un agriturismo), bello, pulito e caratteristico e per i giorni restanti su La Gayria (http://www.Agroturismolagayria.Com/). Quest’ultima è stata un’esperienza indimenticabile: casa di pietra con cucina attrezzata di tutto, ampio patio, piscina, orto giardino, ma soprattutto gli straordinari Pepe e Doramas, padre e figlio, che ci hanno coccolato portandoci le uova fresche del pollaio, il latte di capra appena munto, preparandoci la legna per il barbecue e che sono stati insieme disponibili e discreti per ogni nostra richiesta.
Morale: in una settimana fuori stagione non mi sono annoiato e mi è piaciuto molto, ideale per staccare la spina. Non ero mai stato alle canarie, ma questa esperienza mi ha fatto sorgere la curiosità di visitare anche altre le isole, magari quelle più verdi