Francia, Spagna e Portogallo in moto

PARTECIPANTI: Desi (io) e Tommaso (il mio ragazzo) su moto Honda Transalp. 29 AGOSTO Dopo avere fatto colazione a casa, siamo partiti alle 8 da Medicina (BO) con la moto carica, il contakilometri segnava 45.732 km, abbiamo fatto subito benzina ed abbiamo preso l'autostrada verso Parma e poi verso La Spezia. Vicino a Genova abbiamo fatto la...
Scritto da: desiitaly
francia, spagna e portogallo in moto
Partenza il: 29/08/2006
Ritorno il: 12/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
PARTECIPANTI: Desi (io) e Tommaso (il mio ragazzo) su moto Honda Transalp.

29 AGOSTO Dopo avere fatto colazione a casa, siamo partiti alle 8 da Medicina (BO) con la moto carica, il contakilometri segnava 45.732 km, abbiamo fatto subito benzina ed abbiamo preso l’autostrada verso Parma e poi verso La Spezia. Vicino a Genova abbiamo fatto la sosta per il pranzo in un’autogrill e poi è iniziato a soffiare un vento fortissimo (è durato fino al giorno successivo). Quando abbiamo passato la frontiera e siamo entrati in Francia, ci siamo resi conto che i calcoli del tragitto fatti con il sito di Viamichelin non potevano andare bene perchè forse li hanno fatti tenendo conto di una media di velocità di 130 km/h senza sosta e noi, con la moto, ci siamo sempre fermati circa ogni 100 km per il male al fondoschiena; naturalmente è scandaloso quanto sia alto il pedaggio da pagare sulle autostrade francesi. Così, presi dallo sconforto e da un’antipatia quasi innata verso certa gente, durante il viaggio verso il Sud, abbiamo deciso di invertire il nostro programma. Abbiamo dormito al Campeggio “Domaine Des Iscles” a nord di La Roque d’Arthéron; inutile dire che non ci siamo goduti il campeggio per due motivi: perchè siamo arrivati là alle 20, costretti a montare la tenda quasi al buio, e perchè il tempo era da lupi, sembrava venisse un tornado e di notte è scesa una pioggerella incessante. Prima di andare a dormire, abbiamo cenato nel ristorante del campeggio con 1 menu di carne (carpaccio di carne, filetto di carne rossa, patate fritte) e 1 menu di pesce (carpaccio di salmone, filetto di salmone, patate fritte) e acqua ed abbiamo anche avuto la sfortuna di fare un incontro con un ragno di campagna di almeno 5 cm di diametro che si aggirava sul pavimento del ristorante, evviva l’igiene! 30 AGOSTO Questa mattina ci siamo svegliati prima delle 7 per smontare la tenda ed abbiamo trovato una marea di minuscole lumache bianche attaccate ai fili d’erba sul terreno da campeggio, di cui alcune anche sulla nostra stessa tenda. Il campeggio ci è costato € 20,30 per dormire soltanto una notte e senza elettricità, tra l’altro con un prezzo maggiorato rispetto a quello scritto sulla guida dei campeggi del 2006). Durante il tragitto verso il confine con la Spagna, abbiamo trovato una pasticceria chiamata “Delice Azur” a Salon-de-Provence ed abbiamo mangiato 2 croissants dolci vuoti pagati € 1. Ci siamo diretti verso Nîmes e per il pranzo ci siamo fermati al ristorante “L’Isatis” situato nella Z.A.E. (Zones d’Activités Économiques) a Gigean, tra Montpellier e Béziers: abbiamo visto il servizio di pizze da asporto, ma quando le abbiamo chieste il proprietario ci ha suggerito di sederci ad un tavolino e ci ha offerto gentilmente una bottiglia d’acqua senza farci pagare il servizio, così abbiamo mangiato due pizze “au fromage” (la nostra margherita) per € 14 solo che, invece che esserci la mozzarella sopra, c’era l’emmenthal, bleah, dopo metà pizza il disgusto ha preso il sopravvento e ne abbiamo lasciata un pezzo ciascuno.

Nel tardo pomeriggio siamo arrivati finalmente al confine tra Francia e Spagna ed, immediatamente, ci ha colpito l’enorme differenza di prezzo di benzina (in Francia di media quella senza piombo costava € 1,41 ed in Spagna la stessa € 1,08). Entro brevissimo tempo, siamo arrivati piuttosto vicini a Girona sulla Costa Brava, trovando il “Camping Laguna” a Castelló d’Empúries: accoglientissimo, con ogni comfort, ci siamo riusciti a sistemare sulla stradina che dava proprio sulla spiaggia, peccato non essere rimasti più di una notte. Dopo aver montato la tenda abbiamo scattato qualche foto, poi abbiamo cenato al ristorante del campeggio, nel giardino sul retro insieme a famiglie di ogni origine, con 2 paella, 1 insalata mista e acqua per € 27 (vicino a Barcellona costa tutto moltissimo). Prima di andare a dormire, abbiamo fatto un’incursione in spiaggia ed abbiamo visto insieme una stella cadente, è stato molto emozionante! 31 AGOSTO Anche questa mattina ci siamo svegliati alle 7 per smontare la tenda e fare qualche foto sulla spiaggia, quindi abbiamo fatto colazione con due cornetti comprati nel supermarket del campeggio ed abbiamo pagato € 30,92 alla reception, poi ci siamo diretti verso un campeggio più vicino a Barcellona. Se volete credermi, ci abbiamo messo tutta la giornata per entrare ed uscire da Barcellona perchè la periferia inizia tantissimi km prima della città ed è piena di semafori temporizzati tutti diversamente per fare fermare il traffico ad ogni semaforo, il motore della moto chiedeva pietà ed anche i nostri fondoschiena a forza di accelerare e frenare ogni 2 minuti. Ci siamo fermati alle 14 per sfinimento e per cercare qualcosa di commestibile da mangiare, abbiamo trovato solo due tranci di pizza con funghi, peperoni e pezzi di ananas!! A fine giornata abbiamo trovato il “Camping Sitges” nel paese omonimo, abbiamo montato la tenda e cenato al ristorante del campeggio che era quasi in chiusura e ci ha servito due piatti di maccheroni alla bolognese (che di bolognese non avevano niente) e acqua per € 11. 1 SETTEMBRE Oggi sveglia alle 7:30, abbiamo fatto colazione al bar della stazione di Sitges chiamato “Firenze Express” con due croissants e due cappuccini bollenti per un totale di € 5, poi alle 9:40 abbiamo preso un treno per Barcellona con due biglietti a/r per € 9,60. Siamo arrivati alla città scendendo al Paseo de Graça, siamo passati dalla parte settentrionale della città perchè dalla cartina di una guida orrenda che avevo io da diversi anni non riuscivamo a capire da che parte eravamo girati, poi dopo due orette buone abbiamo trovato la strada giusta per arrivare alla Rambla. Abbiamo passeggiato un pò, guardando gli spettacoli degli mimi, i ritratti dei pittori, gli animali e gli oggetti in vendita sulle bancarelle, poi abbiamo cercato un ristorante ed abbiamo trovato il “Bar Abellona” situato in Carrer Comtal n° 1 che fa angolo con Carrer D’Estrur (o qualcosa del genere): abbiamo mangiato due piatti di spaghetti alla bolognese (qui sembrano cucinare solo quelli e piuttosto male tra l’altro), 1 merluzzo “a la plancha” (cioè alla griglia), 1 bistecca di carne rossa e acqua per € 15, niente male direi! Dopo il pranzo siamo tornati sulla Rambla, in una botteghina ho acquistato delle cartoline, poi ci siamo diretti verso la cattedrale, la Sagrada Familia, abbiamo scattato alcune foto, ci siamo fermati a rilassarci in un piccolo parchetto in mezzo ad una passeggiata su una strada vicina e siamo ritornati a Sitges con il treno (da notare che sui treni non hanno i controllori e una musichetta classica accompagna i passeggeri lungo tutto il tragitto). Come cena, siccome eravamo ancora nel “Camping Sitges” nel paese omonimo, abbiamo deciso di evitare di mangiare dinuovo la pasta alla bolognese nel ristorante all’interno ed abbiamo optato per due gelati Magnum al nocciolato per € 3,30. 2 SETTEMBRE Questa mattina ci siamo svegliati con calma alle 7:30, ma siamo potuti partire dal campeggio soltanto alle 9 perchè i cancelli venivano aperti a quell’ora, quindi prima abbiamo pagato per due notti per € 40,70 (cioè € 21,50 per la prima notte che era ancora con la tariffa estiva perchè ancora in agosto ed € 19,20 per la seconda notte con la tariffa fuori stagione, notare senza elettricità, che grande sconto, qui sono tutti impazziti), poi abbiamo fatto colazione al bar del campeggio con due croissants al cioccolati e due cappuccini bollenti (ma caspita, sistemate la temperatura delle macchine per il cappuccino, che poi chiamarlo cappuccino è un insulto perchè quella che chiamano schiuma spariva dopo due secondi) per € 4,50. Purtroppo siamo riusciti a lasciare il campeggio soltanto alle 10:15 e Tommaso si era fissato a volere assolutamente fotografare la Torre Agbar a Barcellona perchè non ci eravamo riusciti il giorno precedente, ma alla fine non si è potuto fare perchè era già troppo tardi sulla nostra tabella di marcia. Siamo dovuti tornare un pò indietro con l’autostrada fino a Barcellona, per imboccare la strada giusta e non perdere tempo con i semafori in mezzo alla città, poi finalmente ci siamo diretti verso Madrid tramite l’autostrada gratuita (la nostra salvezza per risparmiare un pò di denaro). Per il pranzo, ci siamo imbattuti in un hotel ristorante chiamato “Hostal Catalunya y Aragon” a Sases, vicino a Lleida, in cui sembrava di essere stati teletrasportati in quei bar-fast food da camionisti che si vedono nei film americani, ma era l’unico posto che passasse il convento per mangiare. Appena seduti, un barista sembrava averci chiesto se eravamo in due al tavolo, invece poi si è scoperto che ci aveva chiesto se volessimo due caffé (ovviamente acqua sporca), ma noi non abbiamo nemmeno avuto il tempo per capire, figuriamoci per rispondergli. I due caffé non richiesti sono arrivati al tavolino prima del nostro pranzo, quindi ho sorriso al barista fingendo che tutto andasse bene, mentre Tommaso da lontano cercava di ordinare i nostri piatti: due menu con tortillas con patate, tre fette di bacon ciascuno, insalata mista e maionese, in pratica quelli che si chiamano “platos combinados”, ovvero una botta di pesantezza allucinante allo stomaco, ma stai bene per tutta la giornata; abbiamo mangiato in fretta per fuggire da quel luogo di pazzi scatenati e pagato € 15,90 (caffè non richiesti compresi, ma i platos combinados sono davvero molto convenienti); quel pomeriggio abbiamo patito un caldo mai provato, sembrava di stare nel deserto, ma fatto di roccia, oppure nel Grand Canyon americano, credo che ci fossero almeno 40°C e si vedevano pochissime auto girare in tutta l’autostrada!!! Nel tardo pomeriggio, siamo arrivati stremati a Guadalajara, un paese piuttosto vicino a Madrid per prendere il treno per visitare la Capitale spagnola il giorno successivo; quasi per caso, abbiamo trovato una camera (da qui in poi è iniziata la nostra ricerca di camere, anziché campeggi perchè ci siamo resi conto che i prezzi erano pressoché gli stessi e si dormiva più comodamente) alla “Pension El Hostal”, situato a Guadalajara verso il centro e a due passi dalla stazione ferroviaria. Ci siamo rinfocillati, poi abbiamo cenato all’aperto al Ristorante “La Perla 1” attaccato alla stazione con un piatto di anelli di totano fritti, un piatto di crocchette di patate “caseras” (cioè fatte in casa, sembrava pure di patate bianche con cubetti di pancetta, fritto a mò di crocchette), pane e acqua per € 23,40. 3 SETTEMBRE Finalmente questo giorno ci siamo svegliati bene, alle 7:30, dopo avere riposato tranquillamente e sui letti morbidi, talmente tanto che abbiamo pagato per un’altra notte, cioè altri € 32, ma ne è valsa la pena. Abbiamo fatto colazione nel bar del Ristorante “La Perla 1”, ci ha serviti il barista che si ricordava di noi dalla sera precedente, facendoci pagare € 3,60 per due croissants dolci e 2 caffelatte; poi abbiamo comprato due biglietti a/r per Madrid stazione Atocha a € 13,60 e ci siamo diretti verso la Capitale. Scesi dal treno ed usciti dalla stazione, ci siamo trovati davanti il Paseo del Prado, l’abbiamo percorso verso il centro ed abbiamo incontrato delle sculture moderne molto colorate in esibizione all’aperto lungo il viale, siamo arrivati fino a Plaza de Cibeles ed abbiamo svoltato a sinistra su Calle de Alcalá per raggiungere Plaza Mayor; sinceramente siamo rimasti delusi nel vedere che la piazza principale è, in realtà, grande (sarebbe meglio dire piccola) quanto quella di Lugo (RA) in Italia ed è fatta esattamente nello stesso modo, come un pavaglione. Comunque ci siamo stati di domenica e lungo tutti i lati sotto ai portici della piazza c’erano le bancarelle di collezionismo ed antiquariato. Lì vicino ho comprato delle, poi abbiamo fatto una passeggiata lungo Calle Praciados dove si trovano dei negozi di grosse marche ed ho comprato un paio di occhiali da sole ed una catenina per € 10,90. Girando un pò, ci siamo ritrovati nel quartiere nero e a luci rosse della città, dove tutto costa pochissimo e la gente ha facce losche, poi siamo arrivati ad un mercato lungo una via immensa che sembrava ambientato in India piuttosto che a Madrid, perciò abbiamo percorso tutta la strada velocemente in cerca di un luogo dove pranzare e siamo entrati alla “Urvi Cafeteria” in Puerta de Toledo per ordinare altri due “platos combinados” per € 15. Dopo il pranzo, siamo riusciti ad orientarci, ci trovavamo dalla parte opposta alla stazione Atocha, così abbiamo camminato sotto il sole cocentissimo, ci siamo scattati una foto “recuerdo” (cioè ricordo) con una cabina apposita per € 2 (come si trovano anche alla stazione delle corriere a Bologna) e ci siamo diretti al Parque de El Retiro per una breve sosta, prima di riprendere il treno per Guadalajara. Di sera, abbiamo cenato dinuovo al Ristorante “La Perla 1” vicino alla stazione del paese perchè era l’unico vicino alla pensione, questa volta abbiamo ordinato due piatti di “chopitos” con pane e acqua, senza sapere nemmeno cosa fossero, il cameriere ci ha fatto capire che si trattava di pesce e, quando sono arrivati, abbiamo trovato praticamente dei mini calamaretti fritti (buonissimi, ma fritti tutti interi, con la bocca e gli occhi, dall’impressione io ho staccato tutte le teste e mangiato soltanto il corpo); al ristorante abbiamo speso € 22,50 e poi siamo andati a dormire presto, sempre alla “Pension El Hostal” a Guadalajara, perchè la mattina seguente ci avrebbe atteso un altro viaggio duro e lungo verso il Portogallo. 4 SETTEMBRE Questa mattina ci siamo svegliati alle 7, abbiamo salutato i proprietari della pensione ed abbiamo fatto colazione ancora una volta al bar del Ristorante “La Perla 1”, sempre con due croissants dolci e due caffelatte per € 3,60, poi siamo partiti in direzione Lisbona. Due giorni prima pensavamo di avere incontrato il deserto di pietre, ma non sapevamo che quello vero fosse in questa zona, credo che ci fossero almeno 45-50°C e, ogni volta che alzavamo la visiera dei nostri caschi per rinfrescarci, dovevamo affrettarci a riabbassarle perchè l’aria bruciava. Verso le 13:30 abbiamo trovato il Ristorante “La Majada” a Trujillo, vicino a Cáceres, lungo l’autostrada gratuita e ci siamo subito rifugiati all’interno per sentire l’aria condizionata e pranzare: abbiamo ordinato due gazpacho (che è praticamente un brodo arancione freddo di verdure, più che altro sembra di carota, con diverse vaschette contenenti peperoni verdi, rossi e gialli tagliati a piccolissimi cubetti, pane a cubetti e cipolla potentissima a cubetti, tutti da inzuppare nel brodo, abbastanza buono e rinfrescante), un “lomo a la plancha” (lombo alla griglia), un filetto di carne rossa, un sorbetto di limone, una mousse al cioccolato e acqua per € 36. Da quando siamo ripartiti dopo il pranzo, verso le 15, abbiamo fatto tantissime soste per bere e rinfrescarci, una delle quali sarà durata almeno mezzora, anche perchè avevo il terrore che potessimo sentirci male dopo il pranzo con un simile caldo. Siamo entrati in Portogallo alle 18:30 dell’ora italiana e subito abbiamo spostato indietro di un’ora le lancette degli orologi, bello recuperare un’ora, specialmente per il viaggio e durante il sonno notturno! Abbiamo notato immediatamente la differenza del prezzo della benzina, che in Portogallo costa poco meno rispetto all’Italia, peccato avere lasciato la Spagna dove costava notevolmente meno! Dopo poca strada, ci siamo fermati ad Estremoz, un paesino completamente costruito in casette bianche, ed abbiamo trovato un “quarto” (cioè una camera) nel “Residencial Carvalho” ad Estremoz. Come cena abbiamo optato dinuovo per due gelati: 1 cono e un biscotto a € 2,30. 5 SETTEMBRE Ci siamo svegliati alle 7:15 dell’ora portoghese, ricordando che era il nostro anniversario di 2 anni e 7 mesi insieme e lo avremmo passavato in vacanza! Abbiamo pagato la camera con € 25, abbiamo fatto colazione al Café Marylu (o qualcosa del genere) a due passi dal Residencial con due donuts e due caffelatte per € 3,10, poi siamo partiti verso Setubal; a pranzo ci siamo fermati al “McDonald’s” di Corroios per mangiare velocemente e con poche pretese due McChicken menu e bevande per € 8,20. Ricordo che, durante il tragitto verso Lisbona, abbiamo visto tanti vigneti ed anche diversi alberi, presumibilmente da sughero, con le cortecce scorticate. Verso sera, dopo aver perso parecchio tempo con i semafori della periferia di Lisbona, siamo arrivati fino a Vila Franca de Xira, evitando accuratamente di attraversare il ponte 25 de Abril e pagare il pedaggio; ci siamo fermati alla stazione ferroviaria per controllare gli orari e la frequenza dei treni verso Lisbona e lì abbiamo trovato la “Pensão Ribatejana” a Vila Franca de Xira. La camera dove siamo stati era la n°12, semplicemente favolosa, piccolina, ma arredata con molto gusto con la doccia in camera ed un piccolo ingressino, l’unico problema è che è proprio a fianco della stazione e praticamente sulle rotaie, quindi ogni volta che un treno si ferma o transita si sente la campanella suonare (pochissimo di notte, ma presto al mattino e tutto il resto del giorno perchè è una città molto vicina a Lisbona). Di sera, siamo usciti ed abbiamo notato che era molto ventilato, poi ci siamo diretti verso il centro ed abbiamo trovato un piccolo ristorante di cui non ricordo il nome in Largo Candido dos Reis, dove abbiamo cenato con 1 bistecca di carne rossa alla portoghese (cioè con patate fritte e salsa di pomodoro), 1 bistecca di pesce spada grigliato con verdure lessate e acqua per € 21. 6 SETTEMBRE Abbiamo fatto colazione al “Café Vilafranquense” in Rua Serpa Pinto n° 25 con due croissants alla cioccolata e due “galao” (cioè caffelatte) per € 3,30, poi abbiamo acquistato due biglietti a/r per Lisbona stazione Santa Apolónia con € 6,20. Appena arrivati, abbiamo percorso le strade strette del quartiere dell’Alfama, ci siamo diretti verso la piazza principale, Praça do Comercio, molto grande ed imponente, abbiamo subito visto i tipici tram che attraversano tutta la città e siamo stati adescati da un venditore di droga piuttosto anziano (parliamo tanto male della malavita nelle nostre città, ma infondo credo che tutto il mondo sia paese)! Abbiamo attraversato l’Arco di Trionfo ed abbiamo percorso Rua da Ouro dove abbiamo comprato le cartoline ed i souvenirs per € 16,50 e poi la maglietta di Figo a € 15 (ovviamente non originale) per mio padre. Proseguendo per quella strada pieda di negozietti di souvenirs, si può vedere sulla sinistra l’Elevador de Santa Justa dal quale si vede la città dall’alto; oltre il Teatro Nacional D.Maria II siamo arrivati alla Praça Pedro V e da lì siamo tornati leggermente indietro per vedere le rovine della Igreja do Carmo. Successivamente, siamo ritornati alla piazza per proseguire il cammino su Avenida da Liberdade verso Praça Marques de Pombal ed il Parque Eduardo VII; lì ci siamo rinfrescati con una fontana e ci siamo riposati per un pò, poi abbiamo cercato un luogo dove pranzare, l’abbiamo trovato senza nemmeno sapere dove fossimo ed abbiamo ordinato due piatti simili ai “platos combinados” spagnoli. Camminando dopo pranzo, ci siamo trovati dinuovo in una delle strade pedonali più affollate e piene di ristoranti del quartiere della Baixa, dove Tommaso ha comprato un paio di occhiali da sole a € 5 ed io ho comprato i “pasteis de Belem” (cioè pasticcini di Belem, quelli che ho preso io erano buoni, ma troppo ricoperti di glassa per i miei gusti) nella “Pastelaria Casa Brasileira” in Rua Augusta (da non confondere con il celebre “Café A Brasileira” in Rua Garrett 120). Dopo avere fatto i nostri acquisti, finalmente siamo andati in Largo da Sé per vedere la “Sé Catedral”, poi siamo ritornati alla stazione Santa Apolónia dove abbiamo notato che anche là ogni tanto i treni hanno dei ritardi. Quella sera siamo rientrati alle 17:30 nella camera alla “Pensão Ribatejana” di Vila Franca de Xira, abbiamo fatto una doccia velocemente e siamo crollati nel letto senza cenare per la stanchezza! 7 SETTEMBRE La mattina è partita male e finita anche peggio, abbiamo fatto la stessa colazione del mattino precedente al “Café Vilafranquense” per € 3,30, poi abbiamo caricato i bagagli sulla moto, siamo saliti ed il motorino di avviamento non dava segni di vita; dopo diversi minuti di tentativi vani, decidiamo di sistemarci con la moto in una strada un pò isolata a fianco della stazione ferroviaria e cerchiamo una soluzione, l’unica possibile: fare partire la moto con l’avviamento a strappo, in poche parole una persona spinge mentre l’altra resta in sella e la accende..Chi altro, se non IO, avrebbe dovuto spingere la moto, che già di suo pesava un centinaio di kg e carica in quella maniera arrivava ampiamente oltre il doppio dei kg? Credo di avere spostato qualcosa come 280 kg in totale, con una sola spinta iniziale dei piedi da parte di Tommaso posizionato sulla sella. Non perdiamo molto tempo e fortunatamente partiamo alla volta di Fatima, dove stranamente non ci sono tutti i parcheggi a pagamento e riusciamo a trovare un posto non lontano dal Santuario; il luogo all’esterno è bellissimo, sembra un piccolo Vaticano, la chiesta è maestosa e molto chiara, dal punto più lontano della piazza al Santuario partono e attraversano la piazza alcuni mattoni (apparentemente di granito) sui quali i fedeli procedono pregando in ginocchio fino all’entrata nella Basilica, accanto si trova la Cappella con la Madonna racchiusa in una teca di vetro nel luogo dove è avvenuta l’apparizione. Ho tentato di entrare, ma ho notato su un monitor vicino alla porta che ci sarebbero state messe continue, programmate senza sosta per tutta la giornata, quindi a passo di lumaca mi addentro soltanto un attimo per fotografare l’interno, ma sinceramente vedo poco; forse è stata colpa dell’affollamento, ma mi è sembrato che la parte interna del Santuario non renda giustizia alla facciata esteriore. Abbiamo comprato qualche souvenirs e siamo tornati alla moto. Mi aspettava un’altra spinta alla moto per la partenza, fortunatamente questa volta in discesa. Ci siamo fermati nel “Ristorante Sul/Norte” a Mealhada sulla autostrada A1 per pranzare a mò di self-service con ogni genere di cibo: riso bianco, riso con verdure, filetto di pesce fritto, insalata di polipo, pomodori, insalata mista, macedonia e crema catalana, tutto per € 25,10. Ho passato tutta la giornata a spingere la moto per avviarla, dirigendoci verso Porto, poi nel tardo pomeriggio Tommaso ha chiesto ad un benzinaio dove si trovava un rivenditore di batterie perchè ha immaginato che si trattasse di quel problema; lo abbiamo trovato ad Espinho, ci ha fatto aspettare un’ora per caricare la batteria, intanto abbiamo fatto una passeggiata fino alla spiaggia e pensavamo di restare, ma prima delle 17 è scesa una nebbia fittissima. Quando siamo tornati dal rivenditore, ci ha fatti pagare € 44,50, ma andava bene comunque perchè quella vecchia era completamente morta ed io iniziavo ad essere affaticata dopo avere spinto la moto per tutta la giornata. Abbiamo deciso di spostarci un pò più vicino a Porto per cercare un paese dove dormire e dal quale prendere il treno per visitare la città, ma a Valadares abbiamo trovato soltanto un Residencial e naturalmente era tutto completo. Dopo aver girato per due ore per il paese senza trovare una camera dove dormire, abbiamo deciso di tentare a Porto, ma anche lì non c’era niente che andasse bene; poi ci è capitato un fatto stranissimo: ad un distributore, mentre ripartivamo, un fuoristrada ci ha seguiti a lungo usando gli abbaglianti per attirare la nostra attenzione, sul momento abbiamo pensato che non fosse indirizzato a noi, poi ha iniziato a suonare il clacson e a chiederci di accostare diverse volte, da lì Tommaso si è insospettito che si trattasse di qualcuno poco raccomandabile e, certi di non aver causato problemi a nessuno con la guida, lo abbiamo seminato facilmente con la moto in mezzo al traffico. Affamati, impauriti e disperati, abbiamo imboccato la strada verso la Spagna, fermandoci quando era già buio ad un distributore a Vila Real per comprare due gelati come cena, poi siamo ripartiti demoralizzati. A quell’ora tutte le strutture ricettive erano già chiuse, quindi non abbiamo fatto altro che girare e girare, poi siamo arrivati poco prima del confine del Portogallo con la Spagna dove già si sentiva il clima del deserto di roccia e a mezzanotte la temperatura era scesa tantissimo; là in mezzo abbiamo visto tante luci rosse dietro alle montagne e, continuando a percorrere la strada dopo Vila Real, siamo passati a fianco a quelle luci rosse caldissime: erano tanti fuochi, quelli di cui avevamo sentito parlare dai telegiornali alcuni giorni prima di partire per la vacanza, che impressione tutti quei focolai in mezzo alle case, ovunque sulle montagne!! Arrivati a Bragança, ho chiesto a Tommaso di fermarci assolutamente perchè non potevo più resistere a quelle temperature rigide, probabilmente si aggiravano attorno ai 0°C o forse anche meno, ero disposta ad usare il sacco a pelo per stendermi da qualche parte come un barbone pur di riposarmi, gli occhi non reggevano più la stanchezza. A Bragança nord abbiamo miracolosamente trovato un hotel aperto alle 3:30 dell’ora portoghese, cioè “Hotel Ibis” della catena Accor Hotels a € 35 a notte, così ci siamo addormentati alle 4 dell’ora portoghese, dopo una giornata completamente da dimenticare!! 8 SETTEMBRE Questa mattina ci siamo svegliati alle 11:30 dell’ora portoghese, dato che ci eravamo addormentati solo poche ore prima, abbiamo lasciato la stanza giusto in tempo prima delle pulizie, ma non abbiamo fatto colazione perchè l’orario naturalmente non era più favorevole! La temperatura era già piuttosto alta, ma niente a che vedere con quella della Spagna centrale; ci siamo diretti decisi oltre il confine e subito ci siamo sentiti meglio, specialmente dopo aver ritrovato il notevole risparmio sul carburante; abbiamo pranzato al Ristorante Hotel “Disco Rojo” sulla strada La Herradura n° 48 ad Alcañices: abbiamo ordinato due piatti di melone e prosciutto giallo, un merluzzo alla romana (cioè fritto) ed insalata, una carne “guisada” (cioè cotta a spezzatino sulla brace, con sugo di pomodoro e aroma grigliato) e patate fritte per € 16,70…Era tutto buonissimo ma, mentre gustavo il melone giallo con il prosciutto, ho sentito un giramento di testa da seduta ed un brusco abbassamento di pressione, probabilmente dovuto alla tensione, al caldo esterno, allo scombussolamento a partire dalla giornata precedente ed al fatto di avere saltato la colazione. Dopo un pò mi sono ripresa, anche Tommaso non si sentiva perfettamente, ma dopo mangiato quella sensazione è passata ad entrambi ed abbiamo proseguito il nostro tragitto verso il confine con la Francia. Nel pomeriggio siamo passati da Valladolid, che immaginavo più piccola, ed abbiamo avvistato un “Hotel Formule 1” sempre della catena Accor Hotels a € 29 a notte più la colazione di € 7 per due persone, così ne abbiamo approfittato per fermarci a dormire, evitando che la giornata finisse come quella precedente; abbiamo cenato lì accanto al Ristorante “Don Ivan” con due paella ed un flan per € 17 (sinceramente c’era una nube gigantesca di fumo ed il personale di sala era schizzatissimo, ma il cibo non era male). 9 SETTEMBRE Ci siamo svegliati alle 8:30 pronti per fare una buona colazione all’hotel, già compresa nel prezzo del soggiorno, con due croissants, una vaschetta di marmellata di fragole, un cubetto di burro, una bustina di cacao solubile e due caffelatte (più latte che caffé perchè sembrava acqua sporca). Dopo avere preparato tutto sulla moto, siamo ripartiti e ci siamo fermati solo all’ora di pranzo al Ristorante Hotel “Green Cadosa” di Soria, dove abbiamo mangiato con una “sopa” (zuppa di carne, verdure e brodo), una “pochas con almejas” (fagioli bianchi con vongole), due “lomos a la plancha” (lombi alla griglia) e acqua per € 23,90. Siamo ripartiti subito dopo, sostando soltanto per riposarci e rinfrescarci e alla sera siamo arrivati a Pau. Eravamo decisi a cercare di alloggiare dinuovo in un Hotel Formule 1 perchè ci eravamo trovati bene ed avevamo speso poco, ma abbiamo girato tutto il paese senza trovarlo, sembrava vicino al Palazzo dello Sport, ma il cielo era già buio e non abbiamo trovato niente; per evitare che ci finisse come qualche notte precedente, abbiamo accettato di dormire in una camera dell’albergo “Hotel Du Trinquet”, ma a malincuore perchè la spesa è stata di € 50 per una notte, tassa di soggiorno € 0,80 a testa e non ci hanno fatto pagare il garage per la moto, quella zona è una delle più costose per via della vicinanza con Lourdes e penso che gli albergatori se ne approfittino. Prima di dormire, siamo andati a piedi a cenare al McDonald’s Pau Sud sulla Avenue Jean Mermoz con due filet-o-fish e acqua naturale per € 6,60 (a me neanche piace la salsa di cetrioli del McDonald’s) ed abbiamo prelevato un pò di soldi per gli ultimi giorni di viaggio. 10 SETTEMBRE Questa mattina ci siamo svegliati alle 8, abbiamo fatto colazione al Bar “Auteil Longchamps” a Pau con due croissants vuoti e due caffelatte bollenti per € 7 (qui tutto costa il doppio, anche i ristoratori se ne approfittano, non soltanto gli albergatori), poi ci siamo diretti verso Lourdes; incredibilmente abbiamo trovato un parcheggio gratuito per la moto a due passi dal Santuario e sulla strada dei negozi di souvenirs. Quando siamo arrivati davanti al Santuario, l’emozione è stata intensa, sono entrata nella chiesta per fotografare l’interno e la messa stava per terminare, così dopo poco la folla è uscita, io ho scattato altre fotografie e la piazza davanti al Santuario si è riempita di pellegrini e fedeli, in poco tempo era gremita. Siamo saliti sulle gradinate ai lati della chiesa per entrare nelle cappelle minori e per vedere il panorama dall’alto, la folla sembrava formata da tanti piccoli puntini in movimento che si spostavano sul lato della chiesa che dà sul fiume Gave, proprio dove si trova il punto da dove sgorga l’acqua benedetta che guarisce gli ammalati. Al nostro ritorno al parcheggio, ci siamo fermati in qualche negozio per comprare souvenirs e cartoline, poi siamo ripartiti a passo di lumaca in mezzo allo sciame di persone che andavano e venivano dal Santuario. Per il pranzo abbiamo trovato un ristorante fantastico, l’Hotel Restaurant “La Demi-Lune” a Lannemezan verso Toulouse, lì il menu è fisso ed il ristorante è sempre piuttosto pieno e prenotato perchè si può avere un pasto completo e gustoso a pochissimi Euro a persona; noi abbiamo mangiato due”potages aux champignons” (zuppe ai funghi), due “crevettes au whisky” (gamberi al whisky), due “pintades rôties” (faraone arrosto), due “coeurs fondants au chocolat sur lit de crème anglaise” (cuori fondenti al cioccolati su letto di crema inglese) e acqua, un pranzo davvero paradisiaco per € 20 (in quel momento abbiamo capito perchè il ristorante è sempre pieno e prenotato)!! Dopo avere mangiato, ci siamo diretti a Carcassonne e anche lì abbiamo cercato un hotel della catena Accorhotels, ma erano tutti completi (incredibile, tutti pieni di tutte le fasce di prezzo, cioè Formule 1, EtapHotel, Novotel, Ibis, Mercure, Sofitel); abbiamo girato parecchie volte tutto il paese, poi siamo usciti da Carcassonne e nel paese di Trèbes abbiamo intravisto il cartello di un albergo sulla strada verso Narbonne, era poco visibile quindi abbiamo capito che avremmo trovato alloggio, infatti abbiamo trovato un hotel, che assomiglia ad una tenuta agrituristica, chiamato “Hotel L’Andalousie”, lontano dal caos del centro e dove abbiamo pagato per due notti in una camera con € 64. Di sera abbiamo cenato al Ristorante “Le Miroir du Temps” a Carcassonne con la specialità del luogo, cioè due “cassoulets maison” (stufato di carne d’oca con fagioli e pancetta) per € 30 (per carità, era buonissimo, ma un tantino pesante, soprattutto di sera e dopo diversi giorni che ci propinavano fagioli, non vi dico come stavano i nostri stomaci). 11 SETTEMBRE Ci siamo svegliati con calma alle 8:30, abbiamo fatto colazione alla “Patisserie La Pause Gourmande”, sulla strada per il centro di Carcassonne, con due croissants al cioccolato e due cioccolate calde per € 3,80, poi abbiamo cercato un parcheggio gratuito oltre il fiume Aude, di fronte alla Cité Médéevale e siamo partiti per la passeggiata. La parte medievale di Carcassonne è molto suggestiva, ricorda San Marino e Mont Saint-Michel, piena di stradine con botteghe di artigiani e negozietti di souvenirs e da alcune posizioni si può vedere dall’alto la parte più moderna del paese, insomma la visita vale davvero la pena. Per il pranzo, siamo usciti dalla Cité ed abbiamo mangiato al Ristorante “Au Bon Pasteur”, piccolissimo, ma molto accogliente, vicino al centro cittadino, con due piatti di agnello alle verdure, due fette di torta al limone e acqua per € 23,80 (pranzo piuttosto buono); dopo aver pranzato, abbiamo deciso di fermarci da un fornaio per comprare due panini grandi e acqua per € 10,40 e portarli in camera per la sera, infatti abbiamo pensato di riposarci per l’intero pomeriggio e cenare in camera sempre all’albergo “Hotel L’Andalousie”, anche per recuperare tempo e stanchezza in previsione del giorno successivo, quando saremmo dovuti ripartire per tornare in Italia. 12 SETTEMBRE Dopo una bella dormita, ci siamo svegliati alle 7 e abbiamo caricato i bagagli sulla moto, il tempo non prometteva niente di buono, ma non ci siamo lasciati scoraggiare. Abbiamo fatto colazione in autostrada prima di Montpellier con due croissants al cioccolato e due cioccolate calde per € 5, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con un motociclista spagnolo che ci chiedeva informazioni meteorologiche e siamo ripartiti; dopo pochissima strada, la pioggia ci ha sorpresi, ci siamo inzuppati in brevissimo tempo e siamo riusciti a fermarci sotto un cavalcavia (non si potrebbe, ma non potevamo fare diversamente) per indossare le tute antipioggia, poi abbiamo proseguito il viaggio sotto al temporale ancora per un pò. Vicino a Brignoles, ci siamo fermati in autogrill per mangiare al Ristorante “Self Service Côte France” con un risotto bianco, un risotto alle verdure, una bistecca di pollo, un’insalata di polipo, pomodori, una macedonia, una crema catalana ed acqua per € 19, poi siamo ripartiti. Verso le 16:30 siamo arrivati al confine con l’Italia, il tempo era soleggiato ed eravamo felici di avere intrapreso questo lungo viaggio, ma anche di essere ritornati nel nostro Paese, con le nostre abitudini culinarie e la nostra bella lingua 🙂 (Potete trovare i riferimenti ai siti di campeggi ed alberghi sulla pagina http://digilander.Libero.It/eternity2002/summer2006.Html)



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