Frammenti di di Belgrado
Osservare. E’ questo il primo comandamento che mi imposi dovendo tenere le mani sul manubrio e lo sguardo sulla strada. Cercare, per quanto possibile, di fissare nella mente quel poco che il mio occhio riusciva a cogliere.
Partendo dal centro della città, passando per la fortezza Kalemegdan dove il Danubio e il Sava si incontrano, continuando davanti alla Chiesa delle Rose e su fino alla torre panoramica e al monumento del Millennio. Per proseguire infine sulla ciclabile che conduce a novi Beograd e ad Ada Cingalija sulla isola di Sava, la loro spiaggia.
Il ponte Ada da un lato e le navi abbandonate dall’altro fanno eco alla storia di questa città che vede unite due parti: Stari Grad la città vecchia e Novi Grad il sogno di una rinascita, il desiderio di una pausa su una delle numerose chiatte attraccate in fila lungo il fiume, oggi rinomati ristoranti dove poter gustare un’ottima palacinka.
Belgrado, una città di cui nella storia si è sentito molto parlare ma quasi completamente abbandonata dall’interesse turistico che, almeno fino a due anni fa, non aveva ancora intaccato in maniera evidente la cultura del posto.
Oggi forse l’interesse sta crescendo, speriamo senza nulla togliere alla magia di questo luogo che sa dare tanto a poco.
I dieci scatti analogici sono stati realizzati usando una pellicola Kodak Portra 400iso, scaduta. Perché scaduta? Perché i colori che i rullini possono offrire hanno la capacità di virare dopo la scadenza, e la sorpresa che ha già in sé lo scatto analogico si arricchisce di questo ulteriore elemento.
Mi è piaciuto viverlo così il mio percorso in bici: fermarmi soltanto quando possibile, guardarmi attorno e fissare in un solo tentativo ciò che mi colpiva.
Rischiare.
Di non portarsi a casa niente, di scoprire che la pellicola era troppo rovinata, di aver sbagliato a regolare i parametri, di aver fissato nei ricordi quello che in immagini non sarei stata più in grado di riprodurre. Questo è il mio secondo comandamento.
La ricerca di emozioni è per me la spinta a fotografare, le stesse emozioni che spero di trasmettere a chi osserva queste immagini. Emozioni che mi sono state regalate da questa città meravigliosa nella quale si cammina di fianco a edifici moderni per poi alzare gli occhi e vedere ancora vive le tracce dei passati scontri, nella quale la sera si ha la possibilità di apprezzare uno dei più bei tramonti sul fiume uscendo solo pochi metri dal centro e nella quale di giorno, quando è festa, si può andare al mare in bici, percorrendo pochi chilometri fino ad arrivare all’isola di Sava.
Belgrado, dove si mangia bene e tanto da essere consigliato richiedere la mezza porzione e dove si beve un’ottima birra fruttata ad un costo irrisorio.
L’unica difficoltà che si può incontrare consiste nel decifrare le numerose scritte in cirillico, anche questa è una sfida da accettare per aprire ulteriormente i nostri orizzonti, mentali oltre che visivi.
Sperimentare.
Questo è il mio terzo e ultimo comandamento.