Formentera alternativa: manuale d’uso

L’isola di Formentera viene descritta spesso come l’ultimo paradiso del Mediterraneo. Il problema universalmente segnalato è però sempre lo stesso: che prezzi! Personalmente non posso che confermare entrambi gli aspetti. La “piccola delle Baleari” è incantevole in ogni angolo, l’ideale per passare una vacanza meravigliosa e...
Scritto da: Vagabonda
formentera alternativa: manuale d'uso
Partenza il: 29/07/2006
Ritorno il: 12/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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L’isola di Formentera viene descritta spesso come l’ultimo paradiso del Mediterraneo. Il problema universalmente segnalato è però sempre lo stesso: che prezzi! Personalmente non posso che confermare entrambi gli aspetti. La “piccola delle Baleari” è incantevole in ogni angolo, l’ideale per passare una vacanza meravigliosa e indimenticabile a pochissima distanza dall’Italia. E, ahimé, confermo anche i prezzi alti rispetto, ad esempio, alla ben più abbordabile Grecia. Nonostante tutto, il mio ragazzo ed io siamo tranquillamente “sopravvissuti” per le prime due settimane di agosto (quindi non bassa stagione) su questa isola favolosa, spendendo meno di 800 euro a testa tra alloggio, trasporti e cibo, e senza farci mancare assolutamente nulla. Il tutto è stato organizzato rigorosamente col “fai-da-te”, ossia senza rivolgerci ad agenzie e tour operator ma “perdendo tempo” (in realtà per me organizzarmi da sola i viaggi è un piacere e un divertimento) tra siti Internet e guide on-line.

Quello che segue, più che un reale diario di viaggio, è quindi una guida pratica dell’isola con informazioni sparse, dettate esclusivamente dalle mie esperienze personali… Utile? Non so, di sicuro cercherò di inserirvi tutto ciò che personalmente avrei voluto sapere prima di partire. VIAGGIO: Noi abbiamo volato con la compagnia low-cost Easyjet, prenotando il volo con la carta di credito direttamente dal sito internet della compagnia. In due, per il volo andata e ritorno Malpensa-Ibiza-Malpensa, abbiamo speso 367 euro (183,50 a testa). Per avere questo prezzo così conveniente abbiamo comunque prenotato a febbraio. Solo pochi giorni dopo la nostra prenotazione, il prezzo era già aumentato di una 50ina di euro. Easyjet, oltre a non offrire “gratuitamente” il pasto (se volete mangiare in volo, portatevi qualcosa da terra o compratelo in aereo), non assegna posti a sedere. La logica è quella del “chi prima arriva meglio alloggia”, ossia prima vi presentate al check-in, prima salirete sull’aereo e avrete quindi maggiori possibilità di scelta. Questo si traduce in scene alle volte pacchiane, con intere famigliole che presidiano tutti i banchi dei check-in Easyjet, per poi trasferirsi in massa da quello che effettivamente apre. Il limite di peso per il bagaglio imbarcato è di 20 kg per passeggero; il bagaglio a mano non ha invece limite di peso (“con raziocinio”, come specifica la compagnia, nel senso che dovete essere in grado di metterlo nella cappelliera senza problemi) ma di misure (55 x 20 x 40 cm).

Una volta sbarcati a Ibiza bisogna raggiungere il porto per prendere il traghetto per Formentera. Per problemi di orario noi all’andata ci siamo visti costretti a prendere il taxi: l’ultimo traghetto per l’isola parte infatti alle 22:30; dopo quest’orario, l’unico modo per raggiungere Formentera è utilizzare il taxi marittimo il cui costo, sentendo varie fonti, sembra aggirarsi sui 160 euro, divisibili per il numero di persone che vi salgono (non so però quale sia la massima portata). Tornando a noi, all’andata il traghetto veloce della Transmediterranea ci è costato 18,50 euro a testa, mentre al ritorno con la Balearia (sempre linea jet) abbiamo speso 16,50. La linea jet dovrebbe impiegare circa 30’ a coprire la breve distanza tra le due isole; all’andata però, a causa del mare mosso, abbiamo impiegato sui 45’. DORMIRE: Dopo mesi di ricerche su Internet, non volendo assolutamente rivolgerci ad un tour operator, abbiamo trovato l’alloggio forse più abbordabile in tutta l’isola. Si tratta dell’hostal Pepe di Sant Ferran, i cui gestori sono quelli del famoso ristorante Fonda Pepe che si trova esattamente di fronte. Per le prime due settimane di agosto, in camera doppia con prima colazione a bouffet, abbiamo speso 728 euro in due (364 a testa). Nell’hostal si trova anche una veranda con una bella piscina, nel caso non vi bastassero i bagni nel mare turchese dell’isola. Questo alloggio è, a mio parere, una buona soluzione per una clientela con non troppe pretese (che non spasima cioè per avere tv color, frigobar e aria condizionata in camera, ma si accontenta di un ambiente semplice e ovviamente ben pulito) e… Che non ha problemi di insonnia! Ogni sera infatti, nella piazzetta di Sant Ferran proprio sotto l’albergo, si radunano i giovani dell’isola che chiacchierano e suonano chitarre e bonghetti fino all’alba. Per me, che non ho problemi a dormire, era molto piacevole addormentarmi al suono della musica (non “tunz tunz”, erano ritmi anzi piuttosto “lounge”), ma mi rendo conto che chi non riesce a prendere sonno se non in silenzio assoluto potrebbe avere problemi. In generale la proprietaria cerca di assegnare prima le stanze sul retro (come in effetti era la nostra), e solo una volta occupate queste ultime, quelle che danno direttamente sulla piazza. Per contattare il Fonda Pepe bisogna usare il caro vecchio telefono: né l’hostal né il ristorante hanno sito internet o indirizzo e-mail. Il numero è +34 971 328 033. La “receptionist” capisce (e si fa capire a sua volta) l’italiano. Non fatevi intimidire: Rosalia al telefono è decisamente burbera… Dal vivo, come per incanto, si trasforma invece in una persona molto gentile e fin troppo disponibile (ho visto parecchi clienti chiederle di lavare, stirare o rammendare i loro vestiti!). Peculiarità dell’albergo è quella di non accettare prenotazioni a lungo termine, e di conseguenza non farsi spedire caparre. Noi, che saremmo arrivati il 29 luglio, dopo diverse telefonate siamo riusciti a prenotare solo il 10 lasciando nome e cognome. Non vi nascondo che, fino a quando non ho avuto in mano le chiavi della camera, sono stata vagamente preoccupata, comunque tutto è andato a buon fine! TRASPORTI: Noi siamo forse gli unici italiani che hanno deciso di andare alla scoperta dell’isola a pedali e non a motore. Se non siete troppo pigri, la bicicletta è un ottimo mezzo per girare Formentera che è comunque molto piccola: solo 18 km da un capo all’altro. Sant Ferran, vista la sua posizione quasi al centro dell’isola, è un ottimo punto di partenza per qualunque escursione e per godersi la movida serale di Es Pujols (a 5 minuti di bicicletta). La distanza maggiore è per il Far de la Mola, che si trova a circa 13 km di distanza, di cui 3 di salita (non aspettatevi il Mortirolo, non è una salita poi così faticosa!). Due mountain bike per 13 giorni, affittate al Moto Rent Migjorn che ha una specie di convenzione con il Fonda Pepe e quindi ci ha fatto anche un po’ di sconto, ci sono costate un centinaio di euro (sui 50 a testa). Va detto che nella nostra scelta ha pesato anche il fatto di rimanere sull’isola per due settimane: in questo modo abbiamo visitato tranquillamente una spiaggia al giorno senza la frenesia di doverci spostare più volte al giorno per vedere ogni zona. Comunque, per arrivare nelle varie spiagge, non abbiamo mai impiegato più di mezz’oretta di pedalata tranquilla.

A Fomentera esiste anche un buon servizio di pullman: noi l’abbiamo preso solo l’ultimo giorno per andare da Sant Ferran al porto evitando il taxi, spesso introvabile (sull’isola ce ne sono pochi e il giorno in cui siamo partiti era giorno di “ricambio”) e molto più caro.

SPIAGGE VISITATE: ES PUJOLS: E’ la prima che abbiamo visto quindi ci è sembrata bellissima… In realtà ce ne sono di migliori. L’acqua è comunque cristallina (come in ogni zona dell’isola) e la sabbia bianchissima.

SES ILLETES (baia di ES MINISTRE): Le aspettative sono state pienamente confermate: la spiaggia è incantevole, il mare azzurro come non l’avevo mai visto. Anche piuttosto al largo si continua a vedere chiaramente il fondo. La spiaggia è ovviamente affollatissima e ormeggiate davanti vi sono numerose barche che spezzano un po’ il panorama. Illetes è la spiaggia ideale per godere di bellissimi tramonti: intorno alle 18:30 infatti le spiagge si svuotano perché quasi tutti si riversano a prendere l’aperitivo. Il mio consiglio è quello di rinunciare anche solo per una sera, rimanere seduti sulla sabbia in silenzio ed aspettare che il sole sparisca all’orizzonte con il solo rumore del mare a fare da sottofondo. SES ILLETES (baia del PIRATA): Affollata più della sua “sorella” Ministre, con l’acqua se possibile ancora più cristallina. Lo stesso giorno avevamo provato ad andare a Llevant, spiaggia separata da Illetes solo da una sottile striscia di terra: a Llevant c’era vento e mare molto mosso, qui non si muoveva una foglia e il mare era una tavola. CALA SAHONA: Bellissima baia incastonata tra rocce rosate che al tramonto si “accendono” di rosso. Vicino a riva l’acqua è leggermente torbida (almeno rispetto alle altre spiagge), ma basta spostarsi un po’ più al largo per ritrovare il mare trasparente. Accanto alla baia principale, c’è una caletta leggermente nascosta (frequentata per lo più da nudisti: noi non lo siamo ma non abbiamo avuto problemi). Per raggiungerla bisogna scendere lungo un costone di roccia: lì l’acqua è subito limpida e in più, grazie agli scogli, la zona è perfetta per fare snorkeling.

MIGJORN: Lunghissima spiaggia che occupa tutta la parte sud dell’isola, con dune a perdita d’occhio e acqua sempre cristallina. E’ su questa spiaggia che si trovano alcuni dei locali per i famosi aperitivi: il Blanco e il Blue Bar sono l’uno accanto all’altro al km 8; il Giallo è intorno al km 10 e il 10.7 si trova per l’appunto al km 10,7 (l’altro celebre chringuito, il Big Sur, si trova invece a Illetes).

ES CALO’: Spiaggia tra le meno frequentate dell’isola, ma non per questo meno meritevole (anzi!). Essendo relativamente poco affollata, qui sono particolarmente numerosi i naturisti. LLEVANT: Il secondo tentativo va a buon fine: il mare è piatto e pulitissimo e la spiaggia è anche poco affollata. Cosa desiderare di più? ISOLA DI ESPALMADOR: Raggiungibile con una barca che parte dal porto di La Savina e ferma a Es Ministre (prezzo andata e ritorno 12 euro, sia che la prendiate dal porto che dalla spiaggia), o a nuoto visto che la distanza dalla punta di Illetes è di soli 150 metri di mare poco profondo, tanto che in bassa marea il tragitto si può coprire anche senza bisogno di nuotare. L’isoletta è “deserta” (non ci sono ristoranti, bar e chioschi) e naturalmente poco affollata. La sua caratteristica sono i fanghi, generalmente considerati benefici e tonificanti. VEDUTE: Panorami spettacolari si godono naturalmente sia dal Cap de Barbaria (all’estremità meridionale dell’isola), che dal Far de la Mola, all’estremità orientale. Al Cap de Barbaria troverete un buco nel terreno, largo abbastanza da far passare più che comodamente una persona, che conduce ad una piccola grotta al termine della quale si arriva a una sorta di terrazza naturale sul mare. Lungo la strada per il Pilar de la Mola, intorno al km 14 all’altezza del bar Es Mirador (per l’appunto “Il Belvedere”) si gode una bellissima vista che abbraccia l’intera isola. MERCATINI: 2 km prima del Far de la Mola, in località Pilar de la Mola, il mercoledì e la domenica pomeriggio (più o meno dalle 16 alle 21) si svolge il famoso mercatino hippy. Non aspettatevi souvenir a prezzi convenienti (tutt’altro!), ma il mercato merita comunque una visita. Ogni sera, sul lungomare di Es Pujols, si trova qualche bancarella etnica… I prezzi sono più o meno quelli del mercatino hippy.

MANGIARE: Il cibo è piuttosto caro, soprattutto nei bar sulla spiaggia. A pranzo noi ce la cavavamo sempre con un panino, una bella fetta di cocomero o al massimo un’insalata mista. In generale non abbiamo comunque mai speso meno di 7-8 euro a testa, acqua compresa.

Per la cena, un must è ovviamente la Fonda Pepe: se ci andate tra le 22 e le 23:30 (orario normale per la cena in Spagna) farete un bel po’ di fila. Non scoraggiatevi e non mollate perché il cibo è ottimo: se avete modo di andarci più di una volta, oltre all’imperdibile paella provate anche il filetto di vitello… E’ squisito! Prendete solo una portata perché le porzioni sono molto abbondanti: ho visto parecchie paelle lasciate tristemente a metà da gente che aveva incautamente ordinato anche l’antipasto. A Sant Ferran ci sono anche il Sa Finca, ottima alternativa al Fonda Pepe più o meno nella stessa classe di prezzi; il Can Forn, che personalmente sconsiglio; e il Macondo, un pub/pizzeria con pizza niente male.

Cenare a Es Pujols, il centro più mondano dell’isola, è ovviamente più caro. Il locale forse più abbordabile è il Pinatar: anche qui la paella è molto buona ma leggermente più cara che al Fonda Pepe. A Es Pujols si trova anche Isla Piadina, un locale gestito da italiani con una piadina romagnola più che degna (detto da una bolognese che da 25 anni considera la Romagna una seconda casa). Da provare se sentite la mancanza dei sapori di casa vostra… O non potete proprio fare a meno di consultare la vostra casella e-mail: il locale è infatti anche un Internet Point.

POSSIBILI INCONVENIENTI: Il sole, almeno nel periodo in cui ero sull’isola, picchiava davvero forte. Nonostante la protezione 15 (non scherzo!!), personalmente mi sono presa una bella ustionata, con tanto di pomata acquistata in farmacia e divieto assoluto di esposizione per un giorno… Il caso ha voluto che quel giorno fosse anche l’unico con il cielo coperto e un po’ di pioggia in due settimane. Prevedete comunque anche l’acquisto di un ombrellone: sull’isola se ne vendono ovunque a prezzi modici. Altro inconveniente piuttosto frequente di quest’estate a Formentera erano le meduse: in molte spiagge ho sentito di gente che veniva pizzicata, e anche io e il mio ragazzo non abbiamo voluto essere da meno: lui a Migjorn, io a Espalmador. Il rimedio migliore è quello di versare sulla zona interessata acqua di mare “a pioggia”: il pizzicore sparisce abbastanza in fretta, il segno invece rimane per un bel po’ (io, dopo quasi 3 settimane, ho ancora il ricordino sul braccio). Se affittate lo scooter, fate moooolta attenzione: le strade per raggiungere le spiagge sono spesso sterrate e ho visto diverse braccia e gambe fasciate in seguito a cadute.



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