Fly & drive nella Nazione Arcobaleno

Sudafrica: viaggio in un Paese che conquista, con la sua incontrastata natura e con la propria storia
Scritto da: Cle_Cap
fly & drive nella nazione arcobaleno
Partenza il: 09/08/2017
Ritorno il: 25/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Scrivo queste righe con i ricordi del Sudafrica ancora freschi nella mente; il giallo del bush della savana, il celeste del cielo e il rosso del sole al tramonto. Per non parlare dell’esplosione di stelle del cielo notturno, con la via lattea visibile ad occhio nudo. E dell’accoglienza della gente. Ma andiamo con ordine.

Il Sudafrica era da tempo una delle mete che più ci attraeva e finalmente quest’estate il viaggio che avevamo immaginato è diventato realtà. Non è stato semplice definire l’itinerario; il Sudafrica è un paese vasto e le zone che meritano una visita sono indubbiamente molte, anche distanti tra loro. Quindi, abbiamo cercato di inserire nelle due settimane a nostra disposizione tappe che ci permettessero di avere una panoramica il più completa possibile del paese. La natura e una storia recente tutt’altro che semplice hanno rappresentato i punti cardine attorno ai quali il nostro itinerario si è sviluppato. La prima tappa è stata Cape Town, con la Penisola del Capo e parte della East Coast, per poi proseguire nel KwaZulu-Natal fino a Santa Lucia; siamo poi volati nel Mpumalanga fino al Kruger Park, concludendo con la visita del Blyde River Canyon, Graskop e Johannesburg.

Il nostro volo Lufthansa per Cape Town (prenotato con poco anticipo al costo di 1000€ a/r a testa) è partito da Firenze, con scalo a Francoforte; il volo di ritorno da Johannesburg è stato operato da Swiss Air, con scalo a Zurigo. Nessun intoppo e ottimo servizio, per cui ci sentiamo di consigliare senza esitazioni entrambe le compagnie.

Promuoviamo a pieni voti anche le strutture in cui abbiamo alloggiato (hotel, guesthouses, rest camps): abbiamo trovato un ottimo livello di servizi con prezzi sicuramente inferiori alla media europea. I rest camps all’interno del Kruger Park offrono alloggi basici, ma comunque puliti e dotati di tutti i servizi necessari; dormire nei bungalows con il tetto di paglia nel cuore del parco è un’esperienza irripetibile!

10 Agosto

Arrivati a Cape Town (ore 10 del mattino) ci aspetta un clima decisamente più fresco rispetto alle temperature estive fiorentine che abbiamo lasciato. Lasciato l’hotel (Long Street Boutique Hotel) e muniti di piumino iniziamo la nostra esplorazione dell’area definita “City Bowl”, il centro città, che include Long Street, Green Market Square, Castle of Good Hope, the Company’s Garden per poi spostarci al Waterfront, la zona del porto che è oggi un attraente susseguirsi di ristoranti e locali, dominata dalla Table Mountain sullo sfondo, un vero spettacolo della natura. Per gli spostamenti tra la zona “City Bowl” ed il Waterfront abbiamo utilizzato il taxi, le tariffe sono convenienti e c’è quasi sempre un po’ di margine per la contrattazione del prezzo.

11 Agosto

Ci svegliamo con una leggera pioggia a farci compagnia; causa mare mosso, il tour di Robben Island che avevamo in programma viene annullato. I biglietti che avevamo prenotato dall’Italia ci vengono rimborsati, ma purtroppo non ci sarà più disponibilità per i giorni successivi. La visita del District Six Museum si rivela un’ottima alternativa, toccante ed istruttiva allo stesso tempo, grazie al racconto della guida del museo, che ci rende partecipi dei difficili momenti vissuti dalla sua famiglia ai tempi delle deportazioni forzate durante l’apartheid. Cicatrici che ancora fanno male. Finalmente uscito il sole, dopo un pranzo al Waterfront, ci dedichiamo all’esplorazione del quartiere Bo-Kaap (tramite un tour guidato a piedi) e allo shopping, sia nei mercatini di Green Market Square, sia nei tanti negozi di artigianato africano che si trovano lungo la vibrante Long Street.

12 Agosto

La giornata è dedicata alla visita di Hermanus, nella speranza di avvistare almeno alcune delle numerose balene che in questo periodo (l’inverno sudafricano) popolano le acque dell’oceano in questo tratto di costa. Prendiamo parte ad un tour organizzato (al prezzo di 990R a testa) e la scelta si è rivelata azzeccata perché, nonostante il tempo piovoso per gran parte della mattinata, la nostra guida si è adoperata per trovare valide alternative all’escursione in barca in programma che, causa mare mosso, abbiamo deciso di non effettuare. La natura, in effetti, non si comanda ma ti ripaga quando meno te lo aspetti con delle belle sorprese! Uscito finalmente il sole, dopo un veloce pranzo ad Hermanus, abbiamo avvistato le balene direttamente dalla costa; vederle saltare tra le onde è stato uno spettacolo unico! Al rientro verso Cape Town non poteva mancare una sosta a Betty’s Bay, dove si trova una delle colonie di pinguini che abitano questo tratto di costa: l’incontro ravvicinato con questi animali teneri e simpatici (ma non avvicinateli!) merita sicuramente!

13 Agosto

Il sole splende su Cape Town per cui decidiamo di dedicare la prima parte della giornata alla Table Mountain! Come già detto, tuttavia, gli elementi della natura sono incontrollabili: arrivati alla cabinovia che avrebbe dovuto portarci sulla cima, scopriamo che rimarrà chiusa causa vento. E’ qui che la nostra anima (finora silente) da scalatori è venuta fuori: ci sono vari percorsi di diversa difficoltà per arrivare sulla vetta a piedi. Dato che lo spettacolo da lassù si preannunciava troppo bello per rinunciarvi, ci siamo avventurati sui sentieri della montagna. Molti avevano avuto la nostra stessa idea e quelle due ore e mezzo di scalata sono assolutamente valse il panorama mozzafiato che si vede dalla cima: 360° sulla città, la penisola e l’oceano. Indescrivibile. Il percorso è faticoso ma non troppo difficile, escluso il tratto finale che richiede un po’ di attenzione in più.

Per riprenderci dalle fatiche della scalata, abbiamo concluso la giornata a Groot Constantia, una delle celebri cantine della zona a circa 20 minuti dal centro città, con una piacevolissima degustazione di vini. Anche in questo caso abbiamo optato per il taxi; il tassista gentilmente ci ha aspettato per tutto il tempo della visita.

14 Agosto

La nostra visita in questa zona del Sudafrica non poteva concludersi meglio: la giornata è dedicata alla Penisola del Capo, con tanti punti di interesse da vedere! Come per l’escursione ad Hermanus, ci siamo appoggiati ad un tour locale (990R a testa), scelta che anche in questo caso rifaremmo. Il solo percorso in auto svela uno scenario da sogno, curva dopo curva, scogliera dopo scogliera. Ci lasciamo alle spalle i quartieri di Sea Point e Camps Bay, dove si succedono bellissime ville con vista sull’oceano. La prima sosta è Hout Bay, dove ci aspetta un simpatico incontro con i leoni marini: è possibile con un’escursione in barca raggiungere la piccola isola (Duiker Island) dove vivono nel loro ambiente naturale. Noi abbiamo preferito rimanere a terra e goderci gli esemplari arrivati al porticciolo, molto caratteristico con diversi mercatini di artigianato. Da Hout Bay ha inizio il tratto di strada più panoramico, Chapman’s Peak Drive, fino ad Noordhoek, con la bellissima spiaggia di sabbia bianca. Abbiamo quindi proseguito per il Capo di Buona Speranza e Cape Point, dove è possibile seguire diversi percorsi a piedi: i paesaggi sono mozzafiato e la potenza dell’oceano qui si può percepire davvero. Nel tragitto di ritorno verso Cape Town visitiamo Boulders Beach, dove seguendo una passerella sulla spiaggia, ci si trova a stretto contatto con i famosi pinguini sudafricani e Muizenberg, molto conosciuta per la sua spiaggia trafficata da surfisti. Ultima tappa prima del rientro a Cape Town sono i Kirstenbosch Botanical Garden, ai piedi della Table Mountain, dove la biodiversità è la parola d’ordine: un ulteriore tuffo nella natura.

15 Agosto

Comincia da qui il nostro fly&drive sudafricano. Lasciata Cape Town, con un volo British Airways arriviamo a Durban. Sbrigate le pratiche per l’autonoleggio (Avis), ci mettiamo in marcia verso St. Lucia: la guida a sinistra richiede concentrazione all’inizio, ma poi si rivela più semplice del previsto! La rete stradale è molto buona, la guida sarà piacevole anche in altre zone del Paese. Lungo il tragitto per St. Lucia si attraversa la vera Africa, Città del Capo sembra davvero lontana. Terra rosso fuoco e venditori di banane ai lati delle strade, bambini in uniforme che tornano da scuola e si incamminano verso casa, verso villaggi di campagna distanti chissà quanto. Facciamo una deviazione in direzione Hluhluwe, al DumaZulu cultural village. Pagando un biglietto di ingresso, prendiamo parte ad un tour culturale; la guida ci spiega usi e costumi delle tribù Zulu, in un ambiente che ricrea fedelmente un tipico villaggio. Il tour termina con un’esibizione di balli e canti tradizionali, un’esperienza molto piacevole, magari a tratti turistica, ma che ci ha permesso di conoscere da vicino uno spaccato della cultura sudafricana altrimenti difficile da approfondire. Chiusa questa finestra sul mondo Zulu, ci rimettiamo in marcia ed arriviamo a Santa Lucia, una piccola e gradevole cittadina a misura d’uomo…e d’ippopotamo! Già, qui non è raro incontrare di notte qualche esemplare di ippopotamo vagare per la strada principale, McKenzie Street, magari verso l’estuario del fiume densamente popolato da questi animali! Lungo McKenzie Street si trovano ristoranti, negozi di artigianato e agenzie che organizzano escursioni e safari. Quindi, dopo il check-in presso la nostra guesthouse (At Heritage House), muniti di torcia, ci avventuriamo per la nostra passeggiata serale; gli ippopotami sono animali indubbiamente simpatici, ma potenzialmente aggressivi, per cui in caso di un incontro ravvicinato le parole d’ordine sono…lasciargli spazio! Noi, a piedi, non ne abbiamo incontrati, ma ci saremo rifatti il mattino seguente durante l’escursione in barca sull’estuario del fiume.

16 Agosto

La colazione nella nostra guesthouse è stata sicuramente tra le più caratteristiche e divertenti del viaggio: il nostro tavolo imbandito a bordo piscina era oggetto di attenzione da parte di alcune simpatiche e tenaci scimmiette… affamate quanto noi! Tanto tenaci che una ragazza dello staff ci ha fatto da guardia munita di fionda!

Terminata la colazione, è iniziata l’esplorazione di Santa Lucia con la luce del sole: da non perdere il mercatino di frutta e artigianato lungo McKenzie Street! Siamo quindi riusciti a prenotare l’escursione in barca con una delle agenzie del posto (240R a testa). Il tour ha decisamente superato le aspettative: coccodrilli e ippopotami se ne stavano tranquilli a mollo nelle acque del fiume o a riva, un vero spettacolo poterli vedere così da vicino nel loro habitat naturale!

Abbiamo dedicato il pomeriggio al primo nostro safari del viaggio (prenotato in loco presso la struttura Elephant Lake Hotel)! Emozionati, siamo saliti a bordo della jeep che ci avrebbe portato ad esplorare l’iSimangaliso Wetland Park, patrimonio UNESCO, ed abbiamo avvistato i nostri primi animali: zebre, antilopi, bisonti, rinoceronti. Un vero e proprio “game”, come lo chiamano in Sudafrica, che non stanca mai! Il tramonto all’interno del parco è uno spettacolo nello spettacolo; il sole rosso fuoco si staglia su un cielo che sembra una tavolozza di colori: arancio, celeste, rosa e viola…indescrivibile!

A posteriori, il consiglio è di prenotare in anticipo le attività (safari, escursioni in barca o a cavallo), soprattutto se non avete molti giorni a disposizione: noi siamo stati fortunati a trovare posto, ma era quasi tutto esaurito. Il consiglio vale soprattutto se avete intenzione di partecipare ad un safari nel parco Hluhluwe-Imfolozi avendo come base Santa Lucia.

17 Agosto

Salutiamo St.Lucia prima dell’alba, diretti al piccolo aeroporto di Richards Bay, dove ci aspetta un volo South African Airlines che, dopo uno scalo a Johannesburg, ci porterà a Nelspruit. La riconsegna dell’auto a Richards Bay avviene senza problemi, nonostante siano le 6 del mattino l’ufficio Avis è già aperto (altrimenti sarebbe bastato inserire le chiavi nell’apposita cassetta). Arriviamo in orario e il caratteristico aeroporto di Nelspruit con il tetto in paglia non fa che aumentare il nostro entusiasmo per la full-immersion nella natura che ci avrebbe aspettato nei giorni successivi! Ritirata la nostra seconda auto (ancora con Avis), partiamo alla volta del Sabie River Bush Lodge, in località Hazyview, passando per Sabie e facendo una sosta alle suggestive cascate Mac Mac Falls e alle piscine naturali Mac Mac Pools. Il viaggio in auto si riconferma un modo per osservare lo scorrere della vita di tutti i giorni dei sudafricani, che ai lati delle strade si dedicano alle loro attività: donne e uomini che vendono frutta, verdura e oggetti di artigianato, operai che costruiscono strade e case, bambini in uniforme scolastica, barbieri al lavoro nella propria bottega di legno e lamiera. Arriviamo al nostro lodge prima del tramonto, giusto in tempo per un po’ di relax sulla terrazza con vista sul fiume Sabie prima della cena.

18 Agosto – 21 Agosto

Oggi entriamo ancora più che mai nel vivo del viaggio: varcheremo i cancelli del Kruger National Park! Lasciato il Sabie River Bush Lodge, la strada che ci separa dal Paul Kruger Gate non è molta. Per quattro notti dormiremo nei rest camps all’interno del parco: non abbiamo prenotato con molto anticipo (circa un mese prima della partenza), ma siamo riusciti a trovare posto per 2 notti al Skukuza Camp, una notte al Satara Camp ed una notte all’Olifants Camp. Seppur dettato dalle disponibilità degli alloggi, il nostro itinerario all’interno del parco si è rivelato logisticamente perfetto per poi uscire dall’Orpen Gate verso il Blyde River Canyon, considerando anche che la zona centro-sud del parco è quella più densamente popolata dagli animali. Sbrigate le formalità all’ingresso del parco, siamo pronti per immergerci nella natura! Poter esplorare il parco con la propria auto è un’esperienza unica; non tratteniamo l’euforia quando avvistiamo il primo elefante gironzolare ai bordi della strada, prima di vederlo attraversare davanti ai nostri occhi! Un traffico che non sei abituato a vedere e che ti lascia letteralmente a bocca aperta. L’impressione è di essere catapultati in un documentario della National Geographic! Gli avvistamenti della giornata fatti in autonomia sono molti, così come quelli dei giorni successivi. Scovare da soli i “big 5” & co. è ciò che rende i safari fai da te qualcosa di unico, ma il consiglio è di non rinunciare a quelli guidati dai rangers del parco, che con la loro esperienza oltre a dare informazioni utili sulle varie specie, riescono ad individuare gli avvistamenti più difficili, in genere quelli dei predatori. Il tanto atteso leopardo si è mostrato a noi durante un safari all’alba e dietro quel cespuglio proprio non lo avremmo beccato da soli! Abbiamo prenotato i safari con le guide dei campi prima della partenza tramite il sito Sanpark e tutti meritano di essere provati: all’alba, al tramonto, in notturna. I colori del sole che sorge e che tramonta, la miriade di stelle del cielo notturno, la via lattea visibile ad occhio nudo sono cartoline indimenticabili di un paese in cui davvero è possibile vivere immersi nella natura. Una menzione particolare merita per noi la camminata all’alba: calpestare l’erba della savana è un’esperienza assolutamente da provare! Non tutti i campi la organizzano, il camp Skukuza è uno di quelli che la propone tra le attività.

22 Agosto

A malincuore, ci lasciamo alle spalle il Kruger Park, ma l’itinerario di questa giornata ci porta verso un’altra meraviglia mozzafiato della natura sudafricana, il Blyde River Canyon, per cui il buonumore non tarda a tornare! Ci avviamo verso la Panorama Route, giustamente ai primi posti tra le attrazioni più fotografate del Sudafrica, dopo una breve deviazione al Visitors Center del Canyon. Deviazione non voluta, perché avevamo sbagliato strada, ma che ci ha regalato degli scorci memorabili con la prospettiva del Canyon visto dal basso (Blydepoort Dam). I punti di osservazione lungo la Panorama Route sono molti; il primo da nord è il “Three Rondavels View Point”, dove è possibile ammirare il canyon in tutta la sua maestosità. Da lì, si prosegue per Lowveld View, fino alle “Bourke’s Luck Potholes”, scenografiche cavità scavate nella roccia dai vortici d’acqua provocati dal fiume. Scendendo ancora verso sud, arriviamo a “God’s Window”, per una vista sul canyon considerata tra le più belle del mondo! La nostra ultima sosta lungo la Panorama Route è al “The Pinnacle”, colonna rocciosa che si staglia dal Basso Veld del Canyon. Prima di proseguire per Graskop, dove alloggeremo al Graskop Hotel, ci muoviamo alla volta di Pilgrim’s Rest, una cittadina oggi adibita a museo vivente, conosciuta per aver vissuto il suo massimo splendore durante gli anni della caccia all’oro. Noi arriviamo oltre l’orario di apertura di molte delle botteghe o case visitabili, ma non troppo tardi per un po’ di shopping tra le ultime bancarelle rimaste aperte. Si respira davvero un’atmosfera del passato! Arriviamo quindi a Graskop poco dopo il tramonto; la cittadina ci sembra graziosa con vari negozi di artigianato, un mercato e ristoranti.

23 Agosto

Lasciamo Graskop dopo una colazione a base di pancakes verso la provincia del Gauteng; l’ultima tappa del nostro fly&drive sudafricano sarà Johannesburg, cuore dell’economia e del business sudafricani. Impieghiamo più di 4 ore, il tragitto più lungo del viaggio attraverso un paesaggio molto arido, ancora una volta notiamo come da provincia a provincia la conformazione del territorio cambi notevolmente. Riconsegnata l’auto in aeroporto, il tassista del nostro b&b (Lucky Bean Guesthouse) ci porta a Melville, quartiere residenziale scelto da noi come base in quanto considerato tra le aree più sicure della città. Molto avevamo letto riguardo l’elevata criminalità e l’assenza di sicurezza nella città che include il “metro quadrato più ricco dell’Africa” (il quartiere Sandton), ma in effetti non ci aspettavamo un vero e proprio coprifuoco dopo l’orario di chiusura di uffici e negozi (le 5 del pomeriggio). Su consiglio dello staff della nostra guesthouse evitiamo di andare in giro da soli e ci facciamo accompagnare al complesso museale Constitution Hill, sede dell’attuale Parlamento edificato su quello che era l’Old Fort, la prigione dove vittime dell’apartheid e personaggi politici scomodi venivano rinchiusi. Visita molto interessante e scioccante al tempo stesso, da non perdere.

24 Agosto

Siamo quasi arrivati al termine del nostro viaggio, ma il programma di quest’ultima giornata include tappe molto significative, che a nostro parere meritano di essere inserite in un itinerario di viaggio, per comprendere come il Sudafrica sia arrivato ad essere lo stato libero di oggi, attraverso il percorso di lotta intrapreso dal suo popolo. Il tour di Soweto, la township che rappresenta il luogo dove si è diffusa la resistenza all’apartheid, organizzato per noi dalla nostra guesthouse, è stato toccante e istruttivo; ci ha messo davanti ad una realtà che chiaramente mostra i segni di un passato ingombrante e quanto ancora debba essere fatto per poter davvero parlare di uguaglianza sociale. Ma Soweto, come ci hanno spiegato, si sta sempre più trasformando in una comunità estesa e solidale, dove chi vive qui è orgoglioso delle proprie radici. Tappe irrinunciabili del tour sono l’Hector Pieterson Memorial e L’Hector Pieterson Museum, Vilakazi Street, con le abitazioni dei premi Nobel Desmond Tutu e Nelson Mandela, la Regina Mundi Church, le Orlando Towers e il quartiere di Kliptown. Per completare la nostra giornata all’insegna della storia del Sudafrica, non poteva mancare la visita all’Apartheid Museum, che ricostruisce con video, fotografie, pannelli esplicativi gli anni della lotta all’apartheid fino alle prime elezioni libere del 1994, quelle in cui Nelson Mandela divenne Presidente.

Sul taxi verso l’O.R. Tambo International Airport, non possiamo non pensare che questa giornata sia stata una giusta conclusione al nostro viaggio. Il Sudafrica è un Paese che affascina con la propria natura, ma è allo stesso tempo, nonostante le ingiustizie sociali ancora irrisolte, un bell’esempio di come un popolo abbia saputo lottare per la propria libertà.



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