Fly and drive fai da te in Sud Africa

Tour di 18 giorni in auto organizzato in autonomia dall'Italia
Scritto da: Uzzo76
fly and drive fai da te in sud africa
Partenza il: 23/07/2011
Ritorno il: 11/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Ciao a tutti,

questo tour in Sud Africa l’ho organizzato ancora una volta in completa autonomia partendo dalla prenotazione della biglietteria aerea, dell’auto a noleggio per finire con hotel, b&b ed escursioni.

Partenza il 23 luglio verso sera da Venezia con Turkish Airlines con il seguente itinerario: Venezia-Istanbul-Johannesburg (scalo tecnico)-Cape Town.

Il volo è stato perfettamente in orario ed il vantaggio è che lo scalo a Istanbul è relativamente breve, si riparte verso le 23:30 pronti per dormire (se ci riuscite). Lo scalo a Johannesburg dura 1 ora e mezza, non si scende dall’aereo ma il vantaggio è che l’aereo rimane mezzo vuoto quindi ci si può comodamente stendere sui sedili fino a Cape Town. Ho scelto questa soluzione sia per il prezzo (tra i più convenienti) sia per il fatto che si evitavano lunghi scali (3-4 ore) notturni a Dubai o altri aeroporti intermedi.

All’andata l’aereo era piuttosto piccolo con sedili davvero stretti, al ritorno l’aereo era più recente e anch’io che sono alto 1.95 ero sufficientemente comodo in economy.

Arriviamo in mattinata a Cape Town e ritiriamo subito la nostra auto a noleggio presso la Hertz. La prenotazione l’avevo fatta con enoleggioauto.com che fornisce delle tariffe più competitive che prenotando direttamente tramite le compagnie di noleggio auto.

Assieme all’auto avevo segnalato la volontà di noleggiare anche un navigatore, scelta che consiglio vivamente per trovare i vari punti di interesse, hotel, ecc molto più facilmente e soprattutto velocemente rispetto all’uso dell’atlante stradale.

A Cape Town ho prenotato 4 notti al Protea Fire and Ice, vicino a Long Street, la via dei locali serali. Siamo rimasti molto soddisfatti della scelta, le camere sono grandi e molto pulite, personale cordiale, ottimo ristorante e colazione, parcheggio coperto, noi avevamo la vista direttamente sulla Table Mountain, fantastica! L’unico inconveniente è che sconsigliano di passeggiare in quella zona quando viene buio, cosa che ci siamo sentiti ripetere in diverse località toccate nel nostro viaggio. Ci si può comunque spostare tranquillamente in macchina la sera o in taxi evitando la N2 di notte che diventa pericolosa perché ci sono diverse persone e animali che vi camminano ai lati delle carreggiate.

Le prime 2 sere abbiamo mangiato in hotel, le 2 successive siamo andati a Camps Bay, spiagge bellissime, tramonto da cartolina e numerosi locali tra cui scegliere per un’ottima cena.

A Cape town ci sono diverse cose da vedere, non ve le elenco tutte perché le trovate su qualsiasi guida, dal mio punto di vista vi suggerisco 2 cose: la visita a Robben Island (prenotabile dall’Italia direttamente sul sito) e la visita ad una township (noi siamo andati al district six museum da cui partono i tour). Questa in particolare vi lascerà sicuramente qualcosa di particolare nel cuore ed è una tappa irrinunciabile per vedere anche le difficoltà in cui versa questo splendido paese.

Sulla Table Mountain non siamo saliti perché la funivia era chiusa per manutenzione. Peccato perché avevamo trovato delle splendide giornate di sole e, parte il primo giorno di bora, quasi assenza di vento!

Una giornata a Cape Point è irrinunciabile, si possono fare anche delle belle passeggiate e sulla via ci si può fermare a Simon Town per vedere la spiaggia con i pinguini.

Dopo questi primi 4 giorni ci siamo spostati a Stellenbosch per visitare la wine land, noi abbiamo dormito al Lovane boutique wine estate per stare proprio all’interno di una winery. Si trova alle porte di stellenbosch e ci siamo trovati bene. Avendo beccato pioggia nel pomeriggio abbiamo iniziato a visitare qualche cantina (tokara, delaire graff, Ernie Els, Dalla Cia, Zorgvliet ). La migliore a mio giudizio è l’ultima che ho segnalato per quanto riguarda i vini, se invece volete vedere qualcosa di particolare potete andare a visitare le prime 3.

La sera siamo andati fino a Franschhoek e abbiamo cenato al Reuben Restaurant.Abbiamo mangiato davvero bene, come praticamente sempre in Sud Africa!

La mattina dopo siamo partiti in direzione di Hermanus dove siamo arrivati in tarda mattinata. Abbiamo soggiornato al Marine Beach front Hotel, la camera era grandissima, praticamente un appartamento, l’unico inconveniente era la temperatura della camera stessa, piuttosto fredda e la stufa a gas è stata sufficiente solamente per riscaldare il bagno ed evitare una doccia ghiacciata, ma al mattino successivo è stata dura uscire dalle coperte! Hermanus è molto carina, c’è una bella passeggiata lungo la costa per avvistare le balene che passano lì di fronte da giugno a gennaio. Abbiamo visitato anche il museo ed è stato particolarmente interessante in quanto c’era un filmato (proiettato a orari fissi) che spiegava come riconoscere le varie specie di balene in base alla forma della pinna o allo spruzzo d’acqua dalla sfiatatoio. Per la cena vi consiglio assolutamente il Fisherman Cottage, proprio in centro. L’ambiente è un po’ rustico ma molto piacevole e si mangia bene!

La mattina seguente abbiamo fatto ancora 2 passi a Hermanus, visitato il mercatino locale (niente di particolare ad essere sinceri) e poi ci siamo diretti verso Swellendam. Arrivati presso il B&B Aan de Oever (eccellente, sia come camere che come ospitalità e colazione) abbiamo chiesto cosa poter visitare in zona e visto che eravamo in tempo siamo andati nel punto più a sud del continente africano, Cape Aguilas. Non è proprio vicino a Swellendam, ci vuole più di 1 ora di macchina per arrivarci, molta della quale nel perfetto nulla, però il posto è davvero suggestivo. Ancora una volta siamo stati fortunati e siamo arrivati al tramonto, nessuna nuvola e soprattutto non c’era vento, cosa piuttosto rara. Siamo saliti in cima al faro, le scale di legno sono particolarmente ripide, soprattutto l’ultima, e poi siamo arrivati a piedi fino al punto più meridionale per le foto di rito immaginandoci i vari vascelli e navi naufragate in questa zona di costa.

La sera abbiamo mangiato in un ristornate vicino al B&B suggeritoci dal gestore perché si era fatto ormai tardi e non avevamo voglia di girare ancora in macchina.

La mattina successiva abbiamo fatto una camminata in un’area protetta ai bordi di Swellendam, l’entrata che ci ha suggerito il proprietario era un’entrata secondaria con tanto di cartelli che avvisavano di non entrare senza permesso, ecc. ecc. Li abbiamo ignorati tutti, così come ci era stato detto di fare e iniziato un sentiero in mezzo alla vegetazione. Dopo poco ci siamo voltati ed è sbucato un branco di 25/30 babbuini alle nostre spalle. Non sapendo bene che animali girassero in zona abbiamo preferito ritornare sui nostri passi, riprendere l’auto e dirigerci verso Plettenberg Bay dove siamo arrivati nel tardo pomeriggio. Soggiorno al Panoramic Blue, proprio alle porte della cittadina. Lì veniamo accolti da Mike e sua moglie, gentilissimi e prodighi nel consigliarci tutte le varie attività ed attrattive del posto. Plettenberg Bay in sé non ci ha entusiasmati molto, le strade sono molto ripide perché è arroccata sulla scogliera, e la sera ci hanno sconsigliato di andare a passeggio da soli. Lì in zona ci sono diverse possibilità per visitare luoghi naturalistici o semplicemente per fare 2 passi in spiaggia, probabilmente tornando indietro si potrebbero fare 2 notti perché per arrivare da Swellendam ci vuole qualche ora di macchina e mezza giornata vola via in auto.

La mattina seguente ripartiamo dopo una passeggiata in spiaggia in direzione dell’Addo Elephant Park. In realtà, sbagliando, abbiamo prenotato un lodge in una riserva privata a pochi km dall’Addo e devo dire che mai errore fu più azzeccato! Nel primo pomeriggio arriviamo all’Addo Afrique Estate, un lodge con 7 camere a disposizione piene fino al giorno prima, ma ora ci siamo solo noi 2!

Il lodge è meraviglioso, una grandissima zona giorno, camere molto grandi e confortevoli, doccia all’aperto, piscina, tutto circondato dal bush e di fronte le colline e una spianata in cui pascolano diverse antilopi, struzzi, ecc.

La riserva non è grande se paragonata ad altri parchi, ma non essendoci animali pericolosi viene data la possibilità di passeggiare da soli all’interno del bush e devo dire che è stato davvero interessante. Abbiamo visto diversi animali, dai kudu, agli impala, agli struzzi alle giraffe, che sbucavano da dietro i cespugli se solo avevi la fortuna e la pazienza di andare e aspettare nel punto giusto. La doccia all’aperto è stata poi un’esperienza quasi mistica, al tramonto, con una leggera brezza fresca che ti invogliava sempre più a restare sotto il getto di acqua calda, con di fronte le colline e la spianata piena di animali che pascolavano, davvero incantevole!!

La sera sia Gladies che Moses ci hanno preparato un’ottima cena e intrattenuto piacevolmente scambiandoci varie ricette culinarie!Lo consiglio vivamente sia per la location (il giorno seguente si può visitare l’Addo) che per l’approccio soft con gli animali del Sud Africa.

Come anticipato, il giorno dopo, tristi per non aver fatto una notte in più all’Afrique Estate, siamo entrati all’Addo Elephant Park. Nel parco non si può scendere dalla macchina e ci sono diverse strade da fare per poter avvistare gli elefanti e altri animali. Lì c’è la possibilità di vederli davvero da vicino con la propria auto e attraversando il parco ci si avvicina molto a Porth Elizabeth, sosta tecnica visto che il giorno seguente ci attendeva il volo per Durban. Pernottamento in un hotel senza infamia e senza lode a 10 minuti dall’aeroporto prenotato in giornata grazie alla guida della Lonley.

Atterrati a Durban prendiamo in consegna la nostra auto a noleggio e ci dirigiamo velocemente verso Hluhluwe allo Zulu Nyala Lodge, nel bel mezzo del nulla. Dopo diversi km di strada sterrata arriviamo al gate di entrata che porta al lodge. Anche stavolta rimaniamo stupefatti dalla bellezza del posto, ci viene assegnata una camera zona piscina (di cui non approfitteremo visto il vento e la temperatura un po’ rigida) enorme, con un bagno molto carino. Il lodge è tenuto molto bene, l’unica pecca di quei 2 giorni sarà la cucina, davvero mediocre tanto da farmi andra via da là con fame.

Per tutto il resto la riserva è molto valida, noi lì abbiamo fatto 2 safari, uno il pomeriggio di arrivo e l’altro il mattino seguente. Non ci sono leoni, bensì ghepardi, bufali, ippopotami, coccodrilli, pitoni, impala, kudu, facoceri,rinoceronti ecc, ecc. C’è anche una giraffa che ha preso l’abitudine di venire all’interno del lodge a brucare le foglie delle acacie e a cui, unica concessione, è permesso dare delle mele per viziarla un po’. Anche noi non vi abbiamo rinunciato e fa un po’ impressione vedersela davanti e seguirti per mangiare un altro pezzo di mela. Allo zulu abbiamo avuto la fortuna di vedere una mamma ghepardo con 6 cuccioli che aveva appena ucciso un’impala e quando siamo arrivati noi hanno iniziato a sbranarla con il muso dei cuccioli tutto sporco di sangue! Anche l’incontro con i rinoceronti non è stato male, in un’occasione la guida si è avvicinata un po’ troppo al maschio che, per difendere la femmina col cucciolo poco più avanti, si è voltato di scatto e ha dato una cornata al paraurti della jeep!

Allo Zulu oltre ai safari offrono anche diverse attività, si può andare a visitare un centro di riabilitazione per i ghepardi, una scuola locale, fare passeggiate a piedi nel bush con la guida e andare nella riserva di Pinda, la più antica della zona. Noi l’abbiamo provata e vale la pena, il trasferimento non è lungo ed è organizzato dal lodge, in questa riserva ci sono sia leoni che leopardi e noi abbiamo avuto la fortuna di vedere 4 leoni in 2 occasioni diverse da pochi passi. In tutte queste riserve l’uomo è semplicemente spettatore, non intervengono mai, nemmeno quando c’è un animale ferito o per nutrire gli animali, lasciano solo che la natura faccia il suo corso.

Al tramonto ci siamo fermati in una radura circondata da alberi e ci è stato offerto un aperitivo (birra, vino, alcolici, e stuzzichini). La cornice attorno ha reso questa sosta qualcosa di speciale davvero!

Al rientro, col buio e muniti di coperte per proteggerci dal freddo (quando va via il sole la temperatura scende rapidamente!) abbiamo provato ad avvistare i leopardi, ma niente da fare, avremo più fortuna in seguito.

Dopo 2 notti allo Zulu Nyala Lodge riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso lo Swaziland. Il passaggio alla frontiera è un po’ difficoltoso perché non viene spiegato bene che fare. In pratica ci si ferma con l’auto presso la dogana, lì se si ha l’auto bisogna compilare un foglio con i dati della vettura e solo dopo passare al controllo passaporti, dopodiché si riprende l’auto e i doganieri, a discrezione, possono fermarti per controllare macchina e bagagli. Per arrivare al Foresters Arms hotel dobbiamo guidare per diverse ore, arriviamo a pomeriggio inoltrato belli stanchi perché le strade ai lati sono piene di bambini o animali al pascolo, non ci si può distrarre mai e la città di Mbabane ti fa rimpiangere il traffico delle nostre città! 1 ora per attraversare qualche semaforo!

L’hotel è davvero carino, le camere sono oneste, niente di particolare, ma vista la povertà dello Swaziland può essere considerato un 5 stelle. Ottima invece la cucina, sembra di essere in montagna, con la stufa accesa, un bel calore e la sala da pranzo piena di gente. Noi non abbiamo avuto molto tempo per visitare la zona, abbiamo fatto una passeggiata in mezzo al bosco giusto per sgranchirci le gambe dopo tante ore di auto.

La mattina alle 8:30 ci mettiamo in macchina per arrivare al Kruger, ripassiamo la dogana (stavolta più velocemente) ed entriamo al Kruger attraverso l’Orpen Gate essendo il più comodo per giungere all’Hoyo Hoyo Tsonga Lodge dove pernotteremo per 3 notti. Fortunatamente abbiamo il navigatore perché a parte 2 cartelli indicanti l’aeroporto del Kruger arriviamo al Gate senza aver visto nessun’altra indicazione stradale!!Troviamo la cosa davvero strana per un parco così pubblicizzato.

Appena entrati seguiamo le indicazioni per l’Hoyo Hoyo, stavolta sì molto chiare,e notiamo come gran parte dell’erba secca sia stata bruciata dal fuoco. Verremo poi a sapere che una volta ogni 10-15 anni appiccano dei fuochi controllati per rigenerare la vegetazione.

Il nostro soggiorno all’Hoyo Hoyo è stato meraviglioso, 10 e lode senza dubbi, 6 bungalow meravigliosi con doccia esterna o vasca interna, quindi al massimo 12 ospiti, la sera si cenava assieme e abbiamo sempre mangiato ottimamente, di fronte alla zona giorno con piscina c’è un piccolo laghetto artificiale che attrae diversi animali e quindi già dal lodge è possibile ammirare elefanti, iene, rinoceronti, ecc. abbeverarsi a pochi passi! In questo periodo per loro è inverno, il bush si presenta brullo con l’erba ingiallita perché è la stagione secca e le piante sono per la maggior parte senza foglie. Questo è però il periodo migliore per avvistare gli animali, sia perché la scarsa vegetazione permette un avvistamento più facile, sia perché, scarseggiando l’acqua, motli animali vengono al laghetto artificiale per abbeverarsi o in altre pozze d’acqua in cui si passa con le jeep. L’unico inconveniente è la temperatura al mattino che può essere un po’ bassa, attorno ai 4-5°C e se non si è ben vestiti si rischia di soffrirne parecchio, anche perché le jeep sono scoperte quindi l’aria ed il vento ti entrano fin nelle ossa.

Il programma era sempre lo stesso, la mattina sveglia alle 5:30, caffè e biscotti e poi via per il safari fino alle 9- 9:30, al rientro colazione e poi tempo libero per riposare, leggere, prendere il sole fino alle 14, seguiva il pranzo e alle 15:30 partenza per il safari del pomeriggio per altre 3 ore (in entrambi è prevista una pausa per caffè o birra e noccioline per rinfrancarsi un po’). Al rientro si viene accolti con salviette umide calde, fuoco acceso, aperitivo e poi cena verso le 19:30.

Sembrerà un po’ monotono, ed il primo giorno così è sembrato anche a noi, ma poi ci siamo abituati così bene che andar via è stata una tortura! La sera non è permesso uscire dal bungalow perché possono esserci leoni o leopardi appena fuori la stanza. In effetti le ultime 2 notti noi abbiamo avuto 2 iene che stazionavano vicino alla nostra stanza e che ci hanno tenuto compagnia con i loro “lamenti”. La cosa non ci rendeva proprio tranquilli pensando che l’unica cosa che ci separava dall’esterno era una lunga porta finestra senza protezioni, però, chiedendo, ci hanno poi detto che in tanti anni all’Hoyo hoyo non era mai avvenuto alcun tipo di attacco, solo gli elefanti che andavano a rompere le docce all’aperto per bere, ragione per cui hanno concesso di fare il laghetto artificiale.

Twice, la nostra guida, è stata eccezionale, abbiamo visto qualsiasi cosa, dai leoni, alle iene, ai leopardi, sempre pronto a spiegare le abitudini o i comportamenti dei vari animali, a darci informazioni sulle piante e a raccontarci aneddoti vari.

Il Kruger è stata senza dubbio la ciliegina sulla torta di questo viaggio e per chi ama vedere gli animali nel loro habitat suggerisco di tenere questo parco come ultimo, altrimenti gli altri ne verrebbero un po’ sminuiti e non farebbero lo stesso effetto.

Dopo 3 giorni al Kruger ripartiamo verso Sabie, nella zona dello Mpumalanga per visitare il Blyde River Canyon, il terzo canyon più grande al mondo. Per l’occasione soggiorniamo al Villa Ticino Guest house, un comodo B&B in cui ci siamo trovati molto bene.Di fianco c’è un ottimo ristorante, il Figue Tree, in cui abbiamo mangiato divinamente!

La visita al Blyde è stata un po’ rovinata da uno sciopero locale, quindi una delle entrate consigliate per visitare la zona era inaccessibile. Abbiamo così deciso di entrare attraverso un lodge privato da cui poi partivano diversi sentieri a piedi di diversa lunghezza e difficoltà lungo il canyon. Noi ne abbiamo fatto uno di media lunghezza ma che con la giornata soleggiata ci ha fatto sudare parecchio perché c’era un bel dislivello d’altezza da fare, cosa che sulla mappa non era segnata. In zona abbiamo approfittato per acquistare un po’ di oggetti di artigianato, alcuni davvero carini!

L’ultimo giorno siamo partiti in direzione di Johannesburg, e nel tragitto ci siamo fermati per un paio d’ore in un giardino botanico patrimonio dell’unesco di cui non ricordo il nome. Non è molto conosciuto ed è un peccato perché è un posto meraviglioso, a mio avviso più interessante del Blyde Canyon per la sua varietà di piante e fiori, lo suggerisco tranquillamente per passare almeno una mezza giornata in tranquillità.

Per arrivare in aeroporto ci rendiamo conto della pericolosità delle strade imbattendoci in 2 incidenti mortali avvenuti da pochi minuti (macchine distrutte ancora in mezzo alla strada e abitacoli coperti con dei teli per coprire i corpi dilaniati all’interno). In effetti ci rendiamo conto di essere stati fortunati in questi 18 giorni. Mai un imprevisto, mai un problema, mai fermati dalla polizia.

Arriviamo in aeroporto, un po’ di difficoltà a trovare il parcheggio delle auto a noleggio, anche in questo caso mal segnalato e poi via per il rientro a casa.

Spero che il mio resoconto vi sia utile e che vi faccia venire voglia di Sud Africa perché è un paese davvero incantevole da visitare.

Alcune annotazioni: preparatevi al discorso mancia, nei ristoranti di solito si aggiunge da un 10 ad un 15% del costo, a seconda di come vi ha servito il cameriere, quando farete benzina un ragazzo vi farà il pieno e vi laverà i vetri (anche se sono puliti), casualmente faranno in modo che il pieno sia di (per esempio) 231 rand in modo che parte del resto sia di monetine che puntualmente gli lasciavo; idem per il parcheggio, a volte ci sono degli addetti ufficiali che ti fanno pagare in anticipo, altre volte (più spesso) un ragazzo che ti indica dove parcheggiare e rimane in zona a “guardarti” l’auto finchè non torni e a cui poi lasci qualcosa. Lo stesso dicasi per le guide nei safari, se alla fine ti sei divertito ognuno lascia qualcosa a sua discrezione. Io non sono certamente contrario al discorso mancia visto che guadagnano più da queste che dal salario. La cosa un po’ fastidiosa, ma credo sia per abitudine acquisita, è che ogni qual volta ti danno una mano in qualcosa anche di banale poi si aspettano dei soldi. Quindi tenete sempre con voi banconote di piccolo taglio se no a lungo andare il costo dovuto alle mance potrebbe salire parecchio.

La guida è a sinistra, come in inghilterra, le corsie di emergenza (quando sono larghe a sufficienza) vengono usate da camion o macchine più lente per lasciar passare i veicoli che procedono più velocemente. Chi sorpassa poi ringrazia accendendo le 4 frecce di emergenza e chi ha lasciato strada risponde sfanalando con gli abbaglianti. Se c’è la corsia di emergenza larga e non lasciate strada vi si appiccicano al paraurti posteriore. Le pompe di benzina sono abbastanza frequenti, di solito quando arrivavo a 1/4 di serbatoio facevo il pieno perchè a volte si facevano zone anche di un centinaio di km senza vedere una pompa.

Riassunto strutture e servizi per 2 persone:

Volo Venezia – Cape town / Johannesburg – Venezia: Turkish airlines 1536€

Auto a noleggio 24/07 al 03/08: Hertz 210€

Cape Town: Protea hotel fire and ice (4 notti) : 520€

Stellenbosch: Lovane boutique estate (1 notte) 76€

Hermanus: Marine beach front hotel (1 notte) 60€

Swelllendam: Aan de Oever Guesthouse ( 1 notte) 70€

Plettenberg Bay: Panoramic Blue (1 notte) 62€

Addo: Addo Afrique Estate (1 notte) 186€

Volo per Durban sola andata: 296€

Auto a noleggio dal 03/08 all’11/08: Hertz 235€

Hluhluwe: Zulu Nyala Lodge (2 notti) 408€

Mbabane: Foresters Arms (1 notte) 160€

Kruger: Hoyo Hoyo Tsonga Lodge (3 notti) 1600€

Mpumalanga: Villa Ticino Guest House (2 notti) 158€



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