Florida on the road 2
SABATO 21 AGOSTO 2004 ITALIA – MIAMI Dopo 9 ore di volo, finalmente atterriamo a Miami: l’aeroporto è a dir poco enorme! Appena scesi dall’aereo percorriamo un lungo corridoio che ci porta in una sala con delle porte ai lati che al nostro arrivo automaticamente si aprono e danno accesso ad un trenino elettrico…..Senza autista….! E’ tutto automatico, anche la voce che parla e che ti dice dove ti porta! Questo per farvi capire quanto è grande l’aeroporto. Le sliding door dell’aeroporto si aprono davanti a noi……….Ecco l’aria di Miami che ci viene incontro…….Beh mi avevano detto che era caldo ma non avrei mai pensato fino a questo punto! La pelle comincia subito a bagnarsi, i vestiti e i capelli si appiccicano addosso………siamo in Florida! Così saliamo su uno shuttle dell’Alamo (ne passa uno ogni cinque minuti!) che ci porta nel parco auto della società di autonoleggio che avevamo scelto da casa.
E finalmente eccoci sulle strade della Florida: direzione Miami Beach! Per la strada tutti rispettano i limiti di velocità e sono ordinati, solo che trovarsi per la prima volta in una strada con cinque corsie per direzione di marcia, fa un po’ impressione! Il momento più bello è quando si lascia Miami attraversando il Mc Arthur Bridge per giungere a Miami Beach, si corre lungo questo ponte attraversando il tratto di mare e lungo le rive si vedono ville bellissime con mega yacht attraccati vicino, mentre in lontananza i grattacieli che si innalzano al cielo, tutti modernissimi pieni di specchi e vetri, dai colori pastello e altri più sgargianti. E’ un’emozione unica! Arrivati a Miami Beach, South Beach per la precisione, non resistiamo e ci fiondiamo in Ocean Drive: a sinistra vediamo tutti gli hotel e i locali che troppe volte abbiamo visto nei film, con i loro colori e le forme stile art decò; a destra le dune di sabbia che ci dividono dall’oceano. Un sacco di gente che cammina, tutti abbronzatissimi e bellissimi. Si cominciano a vedere le auto più strane, le moto più grandi….Le targhe più buffe… Ma ora cerchiamo il nostro hotel (Tudor Palmer Hotel in Collins Avenue prenotato tramite internet 49€) perché la stanchezza comincia a farsi sentire. Parcheggiamo l’auto in un parcheggio a pagamento ( $ 8 per tutta la notte) e con le valigie al seguito percorriamo qualche centinaio di metri a piedi, arriviamo all’hotel che praticamente grondiamo di sudore e per poco non prendiamo una polmonite quando entriamo nella hall dell’albergo: l’aria condizionata è al massimo, ci saranno 15 gradi in quella stanza! Finalmente arriviamo in camera: è grandissima, si sono due letti matrimoniali, un cucinino con forno a microonde e macchinetta per il caffè, è uno spettacolo.
Ma Miami ci attende per cui una doccia veloce e poi via a piedi lungo Ocean Drive tra le mille luci e la musica a tutto volume che esce dai locali, miriadi di tavolini illuminati solo da una fioca candela ospitano i turisti che affamati assaggiano le specialità dei vari locali. Menù giganti pubblicizzano i piatti del giorno e per i più esigenti in bella vista il piatto vero e proprio da ammirare passeggiando sul marciapiede antistante il locale. Facciamo una lunga passeggiata in Ocean Drive ammirando la magia di questo posto a respirando l’aria del mare….Buona notte Miami.
DOMENICA 22 AGOSTO 2004 MIAMI BEACH – MIAMI Al mattino presto siamo di nuovo in Ocean Drive, questa volta alla ricerca di un posticino dove fare colazione. Poi via, a piedi ovviamente, all’assalto della città: questa mattina abbiamo intenzione di vedere tutta Miami Beach: il quartiere decò, Espanola way, Lincoln road e infine l’oceano.
Passeggiamo sulle strade di una Miami Beach deserta in una domenica mattina con il sole splendente, vaghiamo senza una meta precisa nel cuore dell’art decò district ammirando le variopinte costruzioni, le palme ai bordi delle strade. Ci imbattiamo in Espanola Way una bizzarra via contornata da una serie di case tutte uguali dal buffo colore rosa intenso, ai lati della strada una miriade di negozi e locali di tutti i tipi. Ci fermiamo in un locale per una seconda colazione a base di crepes e succo d’arancia: il più buono che abbia mai bevuto! Riprendiamo il cammino e arriviamo in Lincoln Road una delle vie dello shopping più famosa della Florida, vale la pena dare un’occhiata a tutti i negozi che ci sono, e fermarsi in uno degli innumerevoli bar all’aperto che offrono cappuccino ghiacciato con musica dal vivo a tutte le ore del giorno e della notte. Il caldo comincia a farsi sentire così decidiamo di fare rotta verso il nostro albergo, non senza prima fare una puntatina per vedere la famosissima spiaggia di south beach: ebbene merita veramente tutti gli appellativi che le hanno affibbiato: è semplicemente enorme, appena passate le dune di sabbia ed erbetta che la separano da ocean drive inizia una distesa di sabbia fine e calda fino a lambire le onde tranquille dell’oceano che si apre davanti a noi, è uno spettacolo meraviglioso! Il mare ha tutti i colori dell’azzurro e del verde, è limpida e calda…peccano non avere il costume. Ma è ormai mezzogiorno e stare in spiaggia è improponibile! Inoltre dobbiamo tornare in albergo perché dobbiamo liberare la camera.
Eccoci in macchina, finalmente comincia la nostra vera vacanza “on the road”, prima meta: Miami.
Ripassiamo per il Mc Arthur Bridge rimanendo ancora una volta affascinati dal panorama unico che si gode: alle spalle lasciamo la spiaggia e il mare, di fronte a noi i grattacieli della downtown di Miami e il porto con una nave da crociera attraccata, sembra di essere in un film! Purtroppo è domenica e il Financial District è quasi deserto, eccezion fatta per gli altri turisti! Nel primo pomeriggio decidiamo di fare un giro di Miami dall’alto: in centro città infatti è attivo il “Metromover” ossia un trenino elettrico su monorotaia rialzata da terra una trentina di metri che compie un percorso circolare. Così saliamo e ancora una volta ci troviamo a bordo di un trenino completamente automatico con la voce registrata del conducente che avvisa i passeggeri sulle varie fermate. E’ molto simpatico perché permette di avere una panoramica del centro città, passando in mezzo ai grattacieli, sopra ai parcheggi… A questo punto ci dirigiamo verso il porto e verso la famosa “Bayside”. E’ un angolo del porto di Miami fatto ad anfiteatro dove ogni giorno al tramonto la gente si riunisce per ascoltare i gruppi che suonano musica dal vivo, qualche ballerino improvvisato e per prendere l’aperitivo in uno dei molti locali presenti. A lato della piazza infatti si aprono due ali su due piani che ospitano negozi di tutti i tipi, bar di vario genere e ristoranti che preparano piatti della cucina da tutto il mondo. Entriamo a dare una sbirciatina all’Hard Rock Café la cui struttura esterna si presenta come un enorme disco volante sull’acqua con in cima una chitarra elettrica di dimensioni spropositate! C’è poi il locale di Forrest Gump, quello dei granchi, il famoso Hooters dove si mangia tutto con le mani. La piazza intanto si anima, la musica si alza e al ritmo delle danze cubane la gente comincia a ballare e cantare, è meraviglioso! Ma è giunta l’ora di ripartire e cercare un motel dove passare la notte, eh si non abbiamo più l’albergo prenotato! Ora di fa sul serio! E così ripartiamo in direzione sud: meta le isole Keys. E’ un’emozione quando lasciamo la terra ferma per passare su quello che sarà solo uno dei molteplici ponti che dovremmo passare prima di arrivare a Key West: solo una lunga striscia di asfalto davanti a noi, contornata dal mare e dal cielo! Ad un certo punto la strada comincia a stringersi, non siamo più sulle mega high way di Miami, qui la strada è di due corsie solamente, una per senso di marcia; ma la cosa che mette più a disagio sono i numerosi cartelli a bordo strada “croccodile crossing” attraversamento coccodrilli! E chi ha il coraggio di fermarsi, anche solo per fare un foto? Non mi piacerebbe per niente trovarmi un alligatore che mi scodinzola ai piedi! E così arriviamo a key largo la prima e la più grande delle isole keys. Ci fermiamo in un motel lungo la strada (72$ tasse escluse) e prendiamo possesso della nostra camera. Per la cena scegliamo un locale consigliato nella guida che abbiamo trovato sul letto (con tanto di buono sconto) e facciamo la nostra cena a base di pollo fritto e patate al forno con la buccia!. LUNEDI’ 23 AGOSTO 2004 KEY LARGO – KEY WEST Ci svegliamo presto, alle 7.30 mettiamo già piede fuori dalla camera e ci concediamo un giretto per vedere la spiaggia e il molo privati del Motel. Oggi guido io, voglio provare questa esperienza del cambio automatico: ebbene è la cosa più semplice del mondo, la macchina in pratica si muove da sola e la retromarcia è a dir poco banale! Ci rimettiamo in macchina ma il tempo non è dei nostri, una sottile pioggerellina ha iniziato a scendere fitta fitta, ma a noi non interessa, siamo ancora troppo eccitati per farci rovinare la giornata da un pò di pioggia, e comunque per un paio d’orette saremo in macchina perché dobbiamo raggiungere la nostra meta: Key West.
Per fortuna poco dopo smette di piovere e il cielo diventa subito terso e luminoso così abbiamo modo di ammirare meglio i colori stupendi dell’acqua che ci circonda: alla nostra sinistra l’oceano atlantico, alla nostra destra il golfo del Messico, davanti a noi solo una lunga striscia di asfalto che corre verso sud. Arrivati a Marathon ci fermiamo alla Camera di Commercio del posto per prenotare una camera in un motel. Abbiamo infatti deciso di non pernottare a Key West perché è difficile trovare camere all’ultimo momento e comunque i prezzi sono veramente alti (pernotteremo al Siesta Motel per soli 54$). Finalmente nel primissimo pomeriggio arriviamo a Key West, l’isola più a sud di tutta l’America, l’isola del sole sempre splendente. Il cielo è blu intenso, come il sole del resto. Arriviamo al “southern most point of USA” ovvero il simbolo del punto che si trova più a sud di tutti gli stati uniti, a sole 90 miglia si trova Cuba. E’ un monumento simile ad una gigantesca boa di acciaio colorato, dietro di sé il mare. Ovviamente ci mettiamo in coda per fare una foto ricordo anche noi!, ma fa veramente caldo così ci chiudiamo nuovamente in macchina con l’aria condizionata e continuiamo il nostro giro esplorativo, passiamo davanti alle tipiche case delle Keys tutte di legno con la veranda e il dondolo, il piccolo giardino davanti casa e la staccionata che le separa dal marciapiede. I parcheggi sono veramente scarsi e veramente cari: 10$ sia che la lasci 1 giorno che 1 ora, a conti fatti per noi si rivela più conveniente parcheggiare con il parchimetro e così facciamo. A questo punto ci avviamo a piedi muniti di cappelino e di bottigliette d’acqua fresca che compriamo nel primo market che troviamo. Passiamo davanti alla casa di Hemingway ma purtroppo non possiamo entrare a visitarla perché è chiusa, facciamo allora solo qualche foto alla casa e al famosissimo faro dall’altro lato della strada. Facciamo anche delle foto al cartello che indica l’inizio della US1 una delle strade più famose degli States che parte appunto da Key West e risale lungo la costa fino all’estremo nord degli Stati Uniti. Continuando a camminare ci dirigiamo all’altrettanto famoso Sloppy’s Joe Bar ossia il bar dove Hemingway era solito prendersi le sue famosissime sbronze. Ovviamente un aperitivo non ce lo lasciamo scappare: io ordino un Hurricane giusto per restare in tema!. Arriviamo nei pressi di Mallory Square la piazza più importante dove ogni sera al tramonto si celebra il famosissimo “Sunset”. In attesa del tramonto giriamo per i negozi e il mercatino pieno zeppo di chincaglieria e di souvenir di tutti i tipi, ci propongono un giro sul trenino che fa il giro della città con tanto di guida, sembrerebbe veramente carino ma, oltre a non essere proprio economico, dura più di due ore e rischierei di perdermi il tramonto. Siamo veramente sfiniti, non abbiamo mai camminato così tanto, o forse è il caldo a rendere tutto più faticoso, stremati ci sediamo per terra al centro della piazza per riposare un po’ ma già comincia a radunarsi un po’ di gente per il rito del tramonto. Arrivano i primi saltimbanchi, i giocolieri che iniziano a richiamare la gente per iniziare il loro spettacolo. La piazza è ormai gremita di gente i giocolieri sono in piena attività e la gente è riunita a capannelli per ammirare ora questo ora quello spettacolo, ma quando il sole inizia a calare, tutto si ferma, i saltimbanchi salutano e augurano buona visione, i giocolieri se ne vanno e tutta la gente si sposta a ridosso del molo. Noi ci sediamo per terra con le gambe a penzoloni nell’acqua, dietro di noi centinaia di persone che attendono il calar del sole. Davanti ai nostri occhi comincia a delinearsi lo spettacolo per cui quasi tutti vengono a Key West: il tramonto. Piano piano il sole scende all’orizzonte e il cielo perde quel suo coloro blu intenso per diventare sempre più tenue, sempre meno blu e sempre più azzurro, violetta, rosa, arancione……..Rosso. Il cielo si colora di un rosso intenso come mai in vita mia avevo visto. Tutti sono con gli occhi sgranati e la bocca aperta, le foto si sprecano e le videocamere cercano di riprendere e catturare questa meraviglia della natura. MARTEDI’ 24 AGOSTO 2004 EVERGLADES – FORT MAYERS – NAPLES Anche questa mattina ci svegliamo presto: la nostra meta di oggi è il parco naturale delle Everglades, andiamo a vedere gli alligatori!.
Prima però una buona colazione, finalmente trovo quello per cui sono venuta negli States: IHOP ovvero International House of Pancake, un locale dove servono solo ed esclusivamente pan cake in tutte le salse, in tutti i modi e soprattutto a tutte le ora del giorno e della notte. Il paradiso per chi come me adora i pancake. Per chi non li conoscesse sono le famose frittelle che gli americani nei film mangiano a colazione con lo sciroppo d’acero. Il menù propone un’infinità di scelta: pancake con il cioccolato, con il gelato e la frutta, con la salsiccia e le uova…..Noi scegliamo pancake al cioccolato, caffè, the caldo e spremuta d’arancia. Risaliamo le Keys e arriviamo molto facilmente nel parco naturale delle Everglades, ci fermiamo all’inizio del parco nella parte vicina a Miami perché dicono sia più bella. Le indicazioni le ho trovate su internet da dove ho anche scaricato un buono sconto da presentare all’ingresso! (alla fine abbiamo pagato $ 15 a testa). Lo spettacolo è veramente carino con il ragazzo che mette la sua testa dentro la bocca dell’alligatore, lo tira per la coda e lo trascina in giro!…poveri alligatori, che vita! Poi abbiamo assistito al rancho: sempre lo stesso ragazzo “imboccava” gli animaletti con dei topi enormi (morti!), la cosa più impressionante è il rumore che fa la loro bocca quando si chiude di scatto: un rumore sordo e repentino che ti fa capire quanta forza abbiamo quelle mascelle. E poi il rumore che emettono quando si arrabbiano, un soffio che esce dalle narici veramente poco rassicurante!. Ma adesso è l’ora del divertimento puro: un bel giro sugli airboat! Quelle barchette tipiche delle paludi della Florida con l’elica enorme dietro che volano sull’acqua! Si inizia con un giretto turistico piano piano con il pilota che spiega le particolarità della vegetazione, indica gli uccelli tipici del luogo (le Everglades sono famosissime e molto amate soprattutto da chi pratica birdwatching), mentre i nostri amici alligatori ci vengono incontro, nuotano attorno alla barca che, ricordo, è alta solo pochi centimetri dall’acqua! Ad un certo punto il pilota ci chiede di mettere via videocamere e macchinette fotografiche…Siete pronti? E parte all’impazzata, sfrecciando nell’acqua, curvando all’improvviso e facendo testacoda a più non posso, inutile dire che ci siamo completamente bagnati! Riprendiamo il viaggio ed attraversiamo tutto il parco lungo la strada che ci porterà dall’altra parte della Florida, lungo il Golfo del Messico. Per Km e Km non abbiamo visto abitazioni, né centri abitati, tranne le riserve degli indiani seminole! Ci fermiamo a S. Marco Island famosa per le sue belle spiagge e le ville meravigliose. Andiamo al porto ma comincia a piovere così ci fermiamo per un aperitivo: un ginger ale con free refill: significa che il cameriere continua riempirti il bicchiere con quello che hai ordinato finché non lo fermi! Bella questa cosa! Prima di ripartire facciamo una passeggiata lungo il molo e cosa vediamo? Due coppie di delfini che saltellano e nuotano vicinissimi a noi! Che spettacolo, altro che zoo, o parco marino, questi sono liberi e nuotano tranquillamente vicino alla spiaggia! Facciamo infine un salto a vedere la spiaggia di S. Marco Island, ma purtroppo piove e non possiamo fermarci molto, in una giornata di sole deve essere molto bella. A questo punto ci dirigiamo verso Naples, cittadina di mare consigliata su tutti i siti internet, molto piccola e carina con un bellissimo porto. Proseguiamo ed arriviamo alla città di Everglades, il nulla in mezzo al nulla, ma eravamo troppo stanchi ed affamati, erano già le undici di sera così ci fermiamo nel primo albergo che troviamo e prenotiamo una stanza. MERCOLEDI’ 25 AGOSTO 2004 SARASOTA – TAMPA Ancora una volta si parte al mattino presto. Colazione americana in albergo (compresa nel prezzo!) e poi via alla volta di Naples (questa volta vogliamo vederla con calma!). Parcheggiamo l’auto in centro e camminiamo un po’ lungo la via principale. E’ la tipica cittadina di mare, con la via principale ricca di negozi raffinati e bar di vario genere. Direzione nord: risaliamo la Florida nella costa del messico la nostra seconda tappa della giornata è Fort Mayers famosa perché ospita l’abitazione di Ford e Edison. Ci arriviamo facilmente e pagando un biglietto di 10$ a testa entriamo a visitare il laboratorio di T. Edison. E’ molto suggestivo è ancora tutto come l’ha lasciato lui, vediamo il museo con tutte le sue invenzioni, non pensavo che avesse inventato o perfezionato cose come la piastra per i capelli, il tostapane, persino una delle prime lampade abbronzanti da tavolo! Sono ormai le due del pomeriggio e la fame comincia a farsi sentire così riprendiamo la strada e ci fermiamo da Wendy’s per il solito Hamburger e patatine! Le prossime tappe sarebbero dovute essere le più belle spiagge della costa come Captiva Island, ma purtroppo inizia a piovere e l’unica cosa da fare è proseguire. Ad un certo punto però la pioggia è diventata quasi una tempesta tropicale, non si riusciva più a vedere niente, la strada era ricoperta d’acqua, per prudenza decidiamo di fermarci alle porte di Sarasota e vedo un cartello pubblicitario che indica “Sarasota città dello shopping”: non molto lontano infatti c’è un centro commerciale a dir poco enorme e decidiamo quindi, visto il tempo di fare tappa lì. Terminata la pioggia riprendiamo la strada verso Tampa ma ci arriviamo in tarda serata così decidiamo di non perdere tempo e di cercare subito un motel, possibilmente all’imbocco della Statale 4 che è quella che il giorno dopo ci porterà ad Orlando. Siamo fortunati lo troviamo subito e anche ad un buon prezzo.
GIOVEDI’ 26 AGOSTO 2004 ORLANDO Ci svegliamo ancora prima del solito, siamo ad un’ora di macchina da Orlando l’Universal Studios aprono alle 9.00 e vogliamo essere là per tempo per evitare code inutili all’entrata. Arriviamo in un batter d’occhio, alle 8.30 entriamo nel parcheggio:…parcheggio….! L’entrata è come un casello dell’autostrada e il parcheggio vero e proprio è un edificio enorme grande dieci volte il “Tronchetto” di Venezia. Poi tutta una serie di scale mobili e nastri trasportatori ti accompagnano verso l’ingresso principale a suon di musica. E’ presto ma c’è un vero e proprio fiume di gente che si accinge verso l’ingresso! Si incontra una prima area piena di locali, bar e ristoranti e del multisale che alla sera sono protagonisti di spettacoli e serate particolari.
Dopo aver camminato per cinque minuti arriviamo al simbolo degli Universal Studios: la palla gigante raffigurante la terra con la scritta Universal Studios.
La fila alle casse non è niente male, così proviamo i metodi americani: facciamo il biglietto usando la carta di credito: c’è infatti una zona con delle macchine tipo bankomat dove puoi acquistare il biglietto di ingresso pagando direttamente con la carta di credito, una specie di self service! E’ facilissimo e molto veloce, si firma con una penna ottica sullo schermo e in un attimo esce il biglietto. Decidiamo di visitare anche l’annesso nuovo parco divertimenti “Island of Adventure” il tutto per la modica cifra di 75$ a testa! Ma posso garantire che ne vale veramente la pena! All’entrata c’è un controllo abbastanza severo, ti perquisiscono lo zaino, ma sono cordiali e accorti nel maneggiare soprattutto macchinette fotografiche e videocamere.
Mappa alla mano ci rendiamo conto che ci sono veramente tantissime cose da vedere e il tempo è troppo poco, abbiamo paura di perderne troppo facendo la fila così prendiamo una saggia decisione: andiamo fino alla estremità opposta del parco e cominciamo la visita da lì tornando poi verso l’entrata. Si rivela un’ottima idea perché tutti si fermano appena entrati nel parco nelle prime attrazioni così noi non troviamo praticamente nessuno. Sarà una giornata memorabile dove vedremo sceneggiature, effetti speciali, ci sveleranno i trucchi dei film, vivremo in prima persona alcune scene dei film più famosi…… Nell’aria si respira divertimento allo stato puro, tutto è bello, sarà il tempo che ci aiuta, infatti oggi il sole splende alto, il cielo è di un blu intenso e non fa eccessivamente caldo (siamo intorno ai 40° ma direi che visti i giorni precedenti non è male!).
Il parco è strutturato a tema, nel senso che vengono riprodotte le varie città a dimensioni reali così ti sembra di essere a S. Francisco, New York, Los Angeles….
Abbiamo visto gli effetti speciali di “Twister”, “La Mummia” invece è un vero e proprio divertimento, prima si affronta un percorso dove si possono vedere tutte le scenografie e i costumi utilizzati nel film e alla fine ti fanno salire su un trenino stile montagne russe e inizia un percorso con effetti speciali e luci, ad un tratto il trenino aumenta velocità finché non si quasi-schianta su un muro di mattoni, tutti sanno che non si schianterà, perché sanno che prima o poi il muro si aprirà davanti a loro invece qui sembra veramente di sbatterci contro! A questo punto il trenino fa un giro su se stesso poi all’improvviso ricomincia la corsa in retromarcia, sempre più veloce, all’improvviso si gira di 180° e comincia a correre e seguire un percorso di picchiate, sterzate all’ultimo momento, cadute e discese velocissime…………Siamo scesi con il cuore in gola e senza voce a causa delle urla di terrore, io ho tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo! Abbiamo imparato un lezione: leggere sempre la descrizione delle attrazioni prima di provarle, infatti il depliant diceva “the train moves fast queekly”! Poi abbiamo assistito allo spettacolo sei “Blues Brothers”, abbiamo provato le brezza di un terremoto in “Earth” e l’adrenalina di un attacco di uno squalo! Siamo saliti sulla macchina del tempo in “Back to the future”, anche qui gli effetti speciali sono veramente sensazionali, il film in 4D a cui si assiste a bordo dell’auto è fenomenale, si vola nello spazio remoto tra asteroidi e ostacoli vari, si scende sulla terra e si corre tra i grattacieli. Dopo un fugace pranzo (solito hamburger e patatine!) abbiamo visto “Terminator2” in 3D, purtroppo lo spettacolo dei trucchi dei film dell’orrore e di “Men in Black” prevedevano file di 45 minuti per cui non abbiamo fatto in tempo a vederli.
Un cosa molto interessante che ho visto all’interno del parco è stato il sistema di apertura degli armadietti: per entrare in molte attrazioni infatti era obbligatorio depositare gli zaini negli armadietti, questi non avevano chiavi bensì funzionavano con le impronte digitali! Si scannerizzava la propria impronta che veniva registrata, la si confermava e a quel punto si apriva l’armadietto; per riaprirlo poi bastava scannerizzare nuovamente l’impronta, digitare il numero dell’armadietto assegnato e questo si apriva automaticamente. Geniale direi come trovata! A metà pomeriggio decidiamo di passare nell’altro parco “Island of Adventure” Questo è molto più simile a Gardaland o Mirabilandia. Ci sono infatti tutte giostre, sempre a tema che richiamano i film più famosi come le tremende montagne russe di Hulk da cui mi sono ben guardata! Io soffro di vertigini e questa giostra ti sparava a tutta velocità ad una altezza di parecchi metri da cui iniziava un percorso tortuoso fatto di giri della morte e avvitamenti. Molto suggestivo invece l’area dedicata ai dinosauri con paesaggi, suoni e scenografie veramente ben fatte. L’attrazione prevedeva un giro in monorotaia con caduta finale nell’acqua da un’altezza tale che al momento dell’impatto con l’acqua si alzavano spruzzi alti tre metri! Poi abbiamo provato “Poseidon” con degli effetti speciali fatti con i getti d’acqua veramente maestosi! Infine per chiudere abbiamo provato “Spiderman” anche questo un film in 4D con corse in mezzo al cielo tra i grattacieli, cadute in picchiata nel vuoto………sensazionale!!!! Da 10 e lode!!!
VENERDI’ 27 AGOSTO 2004 CAPE CANAVERAL Che emozione questa mattina! Finalmente andremo alla NASA! Quante volte abbiamo visto i lanci, la base spaziale in tv, i mitici film “Apollo 13” e simili! Prima di partire da casa mi sono documentata tantissimo in modo da essere veramente preparata su tutto quello che è possibile visitare. Purtroppo finché non ti trovi sul posto fai fatica a renderti conto di quello che vale veramente la pena di vedere e soprattutto a calcolare i tempi della visita. Infatti mai avrei pensato che fosse così grande da doverla visitare con un autobus.
Come al solito arriviamo qualche momento prima dell’apertura così non troviamo molta gente e riusciamo a fare il biglietto con facilità.
Ci sono tre tipi di biglietti: quello “base” che ti permette di entrare nel visitor center e di visitarlo interamente godendo di tutte le attrazioni presenti; il “Up Close Tour” che oltre al visitor center include un tour guidato al centro della NASA e alle rampe di lancio, e infine il “Now and Then” che oltre al visitor offre la visita allo storico complesso di lancio ormai abbandonato all’estremità sud della penisola.
Noi scegliamo l’Up Close Tour anche perché comprende la possibilità di visitare l’altro centro di Cape Canaveral per provare l’emozione di una simulazione. Purtroppo però non avevamo tenuto conto che in una giornata è veramente difficile vedere tutto il Kennedy e poter poi visitare anche l’altro centro, soprattutto perché alle 18.00 il centro chiude, per cui abbiamo dovuto rinunciare alla simulazione. Passati i controlli di sicurezza (molto più severi di quelli di Orlando o dell’aeroporto) entriamo finalmente nel centro. Cartina alla mano ci rendiamo conto di quanto sia grande il Kennedy e di quante cose ci siano da vedere! Per fortuna sono organizzatissimi e consegnano anche un depliant con tutti gli orari delle programmazioni così riusciamo a programmare l’intera giornata.
Siamo in perfetto orario per il film IMAX, una nuova tecnica che si avvale di uno schermo che definire gigante è riduttivo, sembrano quattro schermi dei nostri cinema messi insieme; questo permette di vedere il filmato e darti la sensazione di esserci dentro….È indescrivibile! Il filmato faceva vedere alcune riprese dallo spazio, abbiamo visto anche l’Italia, alcuni lanci e alcuni atterraggi…….Sembrava veramente di essere a bordo dello shuttle, avevo la sensazione che la stanza girasse e la poltrona si muovesse! E’ difficile descrivere quello che abbiamo visto ma soprattutto quello che abbiamo provato, oltre al racconto informativo sulla base spaziale e sui lanci infatti quello che stupisce è proprio la sensazione che tale tipo di tecnologia riesce a trasmettere! Soprattutto se si pensa che il filmato è durato ben 45 minuti! Gironzoliamo un po’ in attesa della partenza del nostro autobus per la visita up close (è infatti una visita a numero chiuso e ad orari prestabiliti e ferrei!). Abbiamo una guida donna veramente simpatica che lungo la strada per la NASA ci racconta qualcosa sulla storia di Cape Canaveral. Arriviamo così vicino al famosissimo edificio della NASA con la mega scritta che tutti conoscono. E’ il terzo edificio più grande del mondo e si vede chiaramente anche dallo spazio! Del resto deve esserlo visto che proprio qui viene assemblato lo Shuttle con i razzi propulsori e poi trasportato alle rampe di lancio. In pratica è solo un enorme capannone dove viene eseguita la parte finale dell’assemblaggio. Per ovvii motivi non è possibile per i civili entrare per una visita! Visitiamo però quello che è il vero e proprio centro di assemblaggio dove le varie parti di un razzo o di uno shuttle vengono messe insieme. Da una vetrata vediamo i vari moduli in fase di costruzione, c’è anche quello italiano il “Leonardo”. Poi ci fanno entrare in alcuni moduli per vedere realmente come sono fatti dentro: la stiva, il reparto comandi, gli spogliatoi (abbiamo visto la cosiddetta doccia che usano per lavarsi, incredibile!!).
Risaliamo a bordo dell’autobus, rigorosamente bianco con il logo “NASA”, e ci dirigiamo verso le rampe di lancio 39A e 39B ossia quelle attualmente in uso. Lungo la strada affianchiamo il percorso su ghiaia che il transponder cingolato compie dall’edificio della NASA, è lungo più di cinque miglia e largo come un’autostrada a cinque corsie! La cosa pazzesca è che visto il peso considerevole che deve portare si muove ad una velocità pari ad un miglio all’ora, va talmente lento che ogni due ore danno il cambio al guidatore perché c’è il pericolo che si addormenti lungo il tragitto! Passiamo vicinissimi alle rampe con l’autobus ma non ci possiamo fermare, la zona è tutta recintata e controllata, così ci fermiamo su di una altura da cui riusciamo perfettamente a vedere entrambe le rampe e fare le foto di rito!. Che emozione essere qui……..
La tappa successiva è l’apollo cinque dove ci fanno assistere ad una simulazione di lancio da una sala di controllo riprodotta fedelmente, il conto alla rovescia, i motori che si accendono e la sala che trema quando l’apollo si stacca dal suolo, sembrava tutto reale! Come al solito gli americani fanno le cose fatte per bene! Entriamo infine a vedere l’apollo cinque, appena varcata la soglia dell’hangar in cui lo tengono tutti si fermano imbambolati davanti a un tale spettacolo: la prima cosa che si vede sono gli enormi “tubi di scappamento” la cui apertura avrà un diametro di almeno tre metri. Io sotto all’apollo sembro uno gnomo tant’è grande! Ammiriamo estasiati l’intera costruzione e camminiamo fotografando e filmando tutto quanto. Camminiamo e camminiamo e l’apollo sembra non finire mai, le dimensioni perdono significato ad un certo momento! Per chiudere la visita all’apollo assistiamo ad un filmato sull’atterraggio sulla luna molto suggestivo.
L’autobus ci riporta al visitor center, siamo già molto stanchi ma ci sono ancora così tante cose da vedere! Prima di tutto andiamo a vedere da vicino un vero e proprio shuttle! Saliamo fino alla sommità ed entriamo in uno shuttle riprodotto fedelmente! E’ bellissimo anche se molto spartano, praticamente l’80% dello spazio è riservato al braccio meccanico, il “Canada”, che serve per le operazioni nello spazio, il resto è costituito dalla cabina comandi. Vicino ci sono poi i razzi contenenti il carburante, questi sono ancora più grandi, talmente grandi che ci vorrebbe un grand’angolo per riuscire a fotografarli.
Siamo in tempo per la proiezione di un secondo filmato IMAX sulla vita a bordo dello shuttle, anche questo molto suggestivo, vale la pena spendere altri 45 minuti per vederlo!.
Saliamo al monumento ai piloti e astronauti morti durante le operazioni, è fatto con un materiale particolare che si muove seguendo la luce del sole, sembra un enorme specchio nero! Infine entriamo nel “Rocket Garden” ossia il giardino dove sono situati tutti i modelli di razzi che mandato in orbita, sono veramente tanti e tutti tanto alti! Per chiudere la giornata decidiamo di acquistare dei souvenir in quello che hanno definito come il più grande negozio rivenditore di oggetti targati NASA. Siamo veramente esausti, non tanto perché abbiamo camminato tanto, quanto forse per le troppe emozioni tutte in una volta, comunque sono le sei di sera e siamo qui dentro dalle nove del mattino! Vista l’ora dobbiamo scegliere se andare al centro simulazioni e vedere lo spettacolo o avviarci per raggiungere il posto da dove si può assistere al lancio del razzo in programma quel giorno. Manco a dirlo, Enrico è da quando siamo partiti che attende questo momento, così lasciamo il visitor center.
La fortuna non è dalla nostra parte, comincia a piovere e il cielo è pieno di nuvoloni neri, il lancio è rimandato! Rimaniamo comunque un pò nella speranza che lo facciamo ugualmente, ma niente da fare, il tempo non è favorevole! Ci sono molti posti da cui è possibile assistere al lancio e sono tutti facilmente raggiungibili, infatti duranti i lanci chiudono la base per ragioni di sicurezza. Consiglio a tutti i organizzare il viaggio in modo da poter assistere ad un lancio perché deve essere una esperienza unica. Da tenere presente però che se si tratta del lancio di uno shuttle, che parte appunto dalle rampe di lancio 39, la base ad un certo punto del giorno viene chiusa per cui si rischia di perdere gran parte della visita.
SABATO 28 AGOSTO 2004 PALM SPRINGS – FORT LAUDERDALE Ci avviamo verso sud per percorrere tutta la costa oceanica fino a Fort Lauderdale, penultima tappa del nostro viaggio. Lungo il percorso ci fermiamo a visitare diversi paesetti, a volte solo in macchina, altre fermandoci un po’ per vedere la spiaggia, il centro….. Nelle ore centrali della giornata però il caldo si fa veramente insopportabile e scendere dalla macchina diventa sempre più difficile. Proseguiamo, fino a Fort Lauderdale dove troviamo un bellissimo motel lungo la strada principale, a due passi dal mare, con tanto di mini piscina, lo stile è quello del residence di Melrose Place! Il tutto per la modica cifra di 44$ a notte tasse comprese! La guida che avevamo comprato suggeriva vivamente di visitare il “Saugrass Mall” uno dei centri commerciali più grandi al mondo, non molto distante da Fort Laderdale così ci avviamo pensando anche ci “cenare” lì. In realtà non era molto vicino, o meglio la via dove era ubicato sì, però era al civico 13.654, cioè praticamente km e km più avanti! Comunque alla fine ci siamo arrivati e devo dire che consiglio anch’io questa visita anche a chi non è amante dei centri commerciali e dello shopping, perché veramente non ha nulla in comune con quelli cui siamo abituati. Pensate solo che era diviso in blocchi e che per passare da un blocco all’altro c’era un bus navetta a disposizione che faceva sevizio gratuito! Dentro poi è il massimo, ci sono negozi di tutti i tipi, ma soprattutto sono tutti “mall” ovvero spacci in cui si trovano abiti firmati originali venduti a basso costo. E sto parlando di firme di tutto rispetto! Sono quasi tutti negozi monomarca al cui interno trovi veramente l’intera collezione con tutti gli accessori annessi!.
Dopo aver camminato per oltre un ora decidiamo di fermarci a mangiare, non avevamo calcolato che per arrivare alla zona ristorazione ci volesse un’altra ora di cammino! Questa zona racchiude tutti i ristoranti dove avevamo mangiato nei giorni precedenti, in più c’era la cucina cinese, messicana, giapponese…..Alla fine decidiamo di provare “miami sub grill”: un piatto di pollo piccante, con salse (disgustose) e patatine fritte, decisamente buono! A questo punto, recuperate le forze, ci dedichiamo allo shopping e compriamo magliette per tutti, io ho una vera passione per le magliette con le scritte del posto (new york, boston, chicago, miami…).
DOMENICA 29 AGOSTO 2004 MIAMI – COCONUT GROOVE – CORAL GABLES In mattinata partiamo alla volta di Miami, imbocchiamo l’interstate 4 e in un attimo arriviamo a destinazione, la nostra intenzione è quella prima di tutto di trovare un hotel per la notte in modo da poter poi tranquillamente proseguire la visita della città ma la ricerca si rivela più difficile del previsto, siamo nel week end quindi la maggior parte degli alberghi sono pieni, quelli liberi hanno prezzi veramente alti, praticamente sono duplicati rispetto a quelli infrasettimanali! Proviamo nell’albergo dove abbiamo dormito la prima notte che siamo arrivati, la stanza c’è ma ci chiedono 69 dollari tasse escluse! Noi prenotando via internet la notte del sabato l’abbiamo pagata solo 49 euro!!! Non avevamo nessuna intenzione di farci prendere in giro, così, visto che ci eravamo trovati bene, abbiamo deciso di tornare a fort lauderdale per la notte.
Così intanto andiamo nel famosissimo quartiere di CORAL GABLE, la beverly hills di Miami, c’è un bel campo da golf al centro e tutt’attorno fanno bella mostra di sé delle ville da mille e una notte, alcune dai colori vivaci, altre in stile villetta palladiana, altre ancora molto moderne, ma tutte rigorosamente in stile americano con il vialetto d’accesso, il garage enorme di fianco alla casa… Sembrava veramente di essere su un altro pianeta, tutto era tranquillo, non c’erano schiamazzi, clacson che suonavano, gente che urlava, solo pace e silenzio! Dopo un fugace pranzo da burger king, visitiamo COCONUT GROOVE un “must” di Miami.
Si tratta di un quartiere recuperato da poco, dove prima c’erano droga e prostituzione, infatti si nota come nelle vie attorno tutto ha un’aria un pò abbandonata e inquietante. Parcheggiamo (sempre a pagamento ovviamente!) e cominciamo a camminare per le vie piene di negozi alla moda, con marche e firme di classe, ristoranti di un certo livello, finché non arriviamo al “Coconut Groove” in stile coloniale, una specie di centro commerciale all’aperto con bar e ristoranti. Il caldo oggi è vermente insopportabile quindi Enrico mi offre uno dei miei cocktail preferiti: il daiquiri. Abbiamo trovato un bellissimo locale, sulla terrazza del coconut specializzato in daiquiri, alla fragola, al cocco, al lampone, al lime…….Da buoni americani ci sediamo al bancone e ordiniamo e cominciamo a chiacchierare con due tipi veramente simpatici, magari un po’ brilli, ma simpatici, uno di loro era stato in Italia in viaggio di nozze! Ormai è sera così torniamo verso Fort Lauderdale. Riprendiamo possesso della nostra camera, una bella doccia, e poi via di nuovo per visitare Fort Lauderdale by night. E’ una cittadina bellissima, forse più caratteristica di Miami, è definita la Venezia della Florida perché è fatta di canali e si affaccia sul mare. La via principale è Las Olas boulevard che parte dal mare e entra nel cuore della città, molto bella ricca di bei locali e bei negozi.
Camminiamo un po’ sul lungo mare, la notte comincia ad animarsi, i locali propongono musica dal vivo, la gente comincia a cantare e a ballare sul marciapiede antistante i locali. E qui facciamo la più bella cena di tutta la vacanza: ci sediamo a cavalcioni sul muretto che separa la spiaggia dalla strada front walk e ci mangiamo una pizza con le mani nel cartone e ci facciamo una bella birra (rigorosamente nascosta dentro un sacchetto di carta come vuole la tradizione americana!!!!). Alla mia sinistra il rumore delle onde e del mare, alla mia destra le musiche allegre dei locali, la gente che cammina, tutti sorridono e sono felici. LUNEDI’ 30 AGOSTO 2004 FORT LAUDERDALE – MIAMI E’ il nostro ultimo giorno in Florida…..Per fortuna la convocazione per il volo è per le 15.30 del pomeriggio quindi abbiamo l’intera mattinata a disposizione! L’ultima cosa che ci rimaneva da fare era “provare” le spiagge dello “Stato del sole sempre splendente”, così di prima mattina siamo andati in spiaggia a Fort Lauderdale, proprio di fronte al nostro Motel.
La spiaggia era deserta, solo noi….Del resto è lunedì mattina e magari la gente va anche a lavorare! Era bellissima, lunga e incontaminata che scendeva in un mare calmo e tranquillo, di un colore digradante dall’azzurro intenso al trasparente, non sembra nemmeno un oceano. Alle nostre spalle edifici residenziali stile grattacielo vicino a bellissime villette tipiche del luogo. Subito ci tuffiamo in acqua, non l’avrei mai detto ma nonostante sia l’oceano è calda come il mar dei caraibi. Subito dopo pranzo torniamo a Miami, facciamo un ultimo giro veloce a Bayside per gli ultimi souvenir e poi dopo l’ultimo pasto da IHOP (non potevo farne a meno, chissà quando potrò ancora assaggiare tali prelibatezze!) andiamo verso la zona dell’aeroporto per la riconsegna dell’auto. E’ incredibile quante cose abbiamo scaricato dall’auto dopo dieci giorni di viaggio, valige, borse piene di regali, cartine stradali, opuscoli, depliant pubblicitari… Come in tutto il resto gli americani sono molto organizzati: quando siamo entrati alla sede della Alamo per riconsegnare la macchina e abbiamo visto quanta altra gente era lì per lo stesso motivo abbiamo temuto di perdere l’aereo, invece in meno di dieci minuti hanno visionato l’auto e ci hanno rilasciato la ricevuta di avvenuta consegna, quasi quasi ci abbiamo messo di più noi a scaricare le nostre cose! Come quando siamo arrivati abbiamo preso lo shuttle che ci avrebbe portato in aeroporto, ma questa volta c’era un’atmosfera del tutto diversa….Sob! L’idea di questa vacanza era partita da me e, come al solito, Enrico mi ha seguito con entusiasmo, ma adesso è lui che ha il mal d’America, forse più di me, tanto che sta già progettando la prossima vacanza: tre settimane nei parchi dell’ovest, Los Angeles, Las Vegas, San Francisco…., non vuole più saperne di villaggi alla inclusive, giornate passate sotto il sole, quando ha scoperto quante cose si possono vedere e assaporare (solo in America però, gli altri posti non gli interessano!!!).
CONSIGLI UTILI VOLO AEREO E PRENOTAZIONE Abbiamo prenotato il volo aereo tramite internet direttamente alla compagnia aerea. La nostra scelta è caduta sulla Iberia Airlines per il fatto che tra le poche compagnie che avevano voli ancora disponibili (abbiamo prenotato il 10 agosto!) era quella con la tariffa più bassa: il volo AR Venezia-Madrid-Miami è costato € 654,00.
Devo dire che la prenotazione fatta via internet è molto comoda e veloce: si visualizza il volo prescelto e lo si conferma sempre via internet o via telefono comunicando i dati dei passeggeri (per gli Stati Uniti è d’obbligo comunicare anche il numero di passaporto), a questo punto si hanno 24 ore di tempo per effettuare il pagamento, sempre comunicando il numero della carta di credito, altrimenti la prenotazione viene cancellata.
LA DOGANA E’ la nota dolente all’arrivo, dopo ore e ore di volo ci attende una lunga coda in attesa che l’addetto di turno ci metta il timbro di ingresso sul passaporto dopo averci chiesto perché siamo negli Stati Uniti. Sempre lo stesso omone controlla che abbiamo compilato correttamente il questionario obbligatorio per tutti coloro che arrivano negli states: si deve rispondere a domande del tipo: sei un terrorista? Hai armi a bordo? Sei mai stato condannato per atti di terrorismo? Dove alloggerai questa notte? Non è una battuta quest’ultima domanda è veramente importante per cui anche se non avete prenotato un albergo da casa indicate almeno quello in cui avete intenzione di soggiornare.
AUTO A NOLEGGIO Anche l’auto è stata prenotata via internet sul sito www.Expedia.It. Ritirare la macchina è molto facile, ci si presenta al banco con il voucher scaricato da internet, si conferma il tipo di auto scelto (attenzione che cercano sempre di rifilare il modello più grande o l’auto sportiva….!). Consiglio a tutti di pagare anche per il conducente aggiuntivo (circa 7$ al giorno in più): in America sono molto severi con le norme della strada, se superi di molto i limiti di velocità non solo ti danno la multa salata ma non ci pensano un attimo a ritirarti la patente e portarti dallo sceriffo, lasciando la tua auto lì dov’è e anche la tua compagna/o di viaggio, senza contare che non sono tolleranti nemmeno con chi ha bevuto un pochino, per questo è meglio essere almeno in due ad avere il permesso di guidare….E poi non si può perdere l’occasione di guidare lungo le strade più grandi del mondo!.
Nella scelta del modello dell’automobile tenete presente che negli States le auto sono molto più grandi delle nostre e molto più spaziose, ad esempio noi abbiamo noleggiato una “compatta” perfetta per due persone, fuori sembra una macchina sportiva non molto grande, ma dentro…..Nel bagagliaio ci stanno comode due valigie rigide della samsonite e due zaini tipo invicta pieni….E rimane ancora dello spazio libero per le borse dei souvenir e degli acquisti!. Altro elemento da non trascurare: l’assicurazione, io consiglio di fare quella a copertura totale (tipo la nostra casco) in modo che siate coperti in caso di danni all’auto, alle cose e a terzi, non lesinate in questa voce di spesa del vostro budget, è troppo importante e non vale certo la pena rischiare!.
ASSICURAZIONE PERSONALE Sempre parlando di assicurazioni poi è “d’obbligo” una assicurazione personale che copra le spese mediche relative al ricovero ospedaliero e agli interventi e le spese per l’acquisto di medicinali (vi ricordo che negli stati uniti le spese mediche sono totalmente a carico del paziente e costano veramente tanto). Noi ci siamo affidati a “Elvia” sempre acquistata via internet, acquistando un servizio con expedia infatti goduto dello sconto!. Questa polizza era valida solamente per la durata del nostro viaggio ma comprendeva praticamente tutto: spese mediche, spese per medicinali, spese di rimpatrio in caso di infortunio, spese per un familiare che raggiunga l’infortunato e via dicendo fino anche al rimborso delle spese sostenute per pagare le spese di giudizio in caso ci si trovi ad essere condannati per qualche cosa!!!..
STRADE E AUTOSTRADE Guidare non si rivela poi così difficile, basta stare attenti ad alcune cose: sulle high way all’improvviso ci si trova davanti ad un casello per il pedaggio che però non indica, come da noi, l’uscita perché la strada continua come se niente fosse, non è come da noi che si paga il pedaggio quando si esce dall’autostrada, lì ogni tanto si paga un tratto di strada e poi si prosegue. Per comodità consiglio di tenere a portata di mano sempre banconote da 1 $ e soprattutto monetine da ¼ in modo da poter approfittare della corsia preferenziale per quelli che hanno “l’importo esatto”.
Bisogna poi fare attenzione al fatto che i semafori sono posti dopo l’incrocio e non prima, quindi bisogna avere l’accortezza di vedere il semaforo, individuare l’incrocio e fermarsi prima di trovarcisi in mezzo! BAR E RISTORANTI Porzioni: quando ordini qualcosa da bere ti chiedono sempre: “small medium o large?” fate attenzione il loro “small” corrisponde al nostro bicchiere da mezzo litro! E’ vero però che prima riempiono il bicchiere di cubetti di ghiaccio giganti e poi ci mettono la bibita! Il mio consiglio è di chiedere sempre la bibita “no ice” non solo perché così bevete di più, ma soprattutto perché evitate una congestione! Le porzioni di cibo sono pari al doppio delle nostre! Con un unico piatto si può tranquillamente mangiare in due persone. Quindi fate attenzione: è meglio ordinare poco e poi eventualmente prendere qualcos’altro, anche perché sono molto veloci nel servizio. Altra informazione utile: se avanza qualcosa non fatevi problemi a richiedere un “box” per portare via gli avanzi, per gli americani è un’abitudine e a voi può risultare comodo se vi venisse fame durante la giornata!.
Nei motel si trovano sempre delle guide con l’elenco dei locali della zona corredati da buoni sconto abbastanza vantaggiosi, in cambio nei ristoranti e nei locali si trovano le guide dei motel!. Consiglio a tutti di usufruire dei buoni sconto senza farsi problemi perché negli states è una cosa normalissima e ben accetta da tutti i locali. Sarà sufficiente al momento del pagamento mostrare il coupon alla cameriera e vi sarà automaticamente praticato lo sconto. Alcuni suggerimenti: “jonny Rocket”: fast food stile “Fonzie” dove si mangiano delle ottime ali di pollo fritte molto piccanti. “Pizza Hut”: fanno delle mega pizze veramente buone, nonostante molti dicano che questa catena abbia perso molto negli ultimi tempi. Il locale è molto carino e sempre pulito.
Nei market ci sono sempre dei self service per farsi gli hot dog: c’è una specie di griglia di acciaio con i wusrtell che girano e cuociono, vicino si trovano i box del pane, anche questo caldo, e si può scegliere il tipo di pane preferito, poi c’è il distributore delle salse (anche qui la scelta si spreca!) e vicino infine il distributore del ghiaccio e delle bibite. “Sbarro”: una specie di paninoteca self service: ti scegli il tipo di pane, la “lunghezza” del panino, gli ingredienti vari. Io ho mangiato un panino con formaggio e una specie di ragù di carne con le mini polpette. Da provare solo se si è veramente affamati! Wendy’s: ottima alternativa al Mc Donald, prezzi molto buoni e ben puliti Arby’s: di livello inferiore a Wendy’s, lo consiglio per fare una colazione completa a prezzi stracciati. Solitamente è aperto 24h su 24.
Taco Bell’s: non siamo riusciti a provarlo e me ne dispiace.
Locali con formula “all you can eat”: la cosa più bella che si trova negli States: si paga un prezzo fisso (solitamente molto basso) e si mangia tutto quello che si vuole, finché non se ne può più! Ad Orlando per esempio abbiamo trovato un ristorante dove con soli 30$ a testa abbiamo potuto servirci liberamente ad un buffet a base di pesce: vari tipi di antipasti di pesce bollito, fritto in padella, gamberetti, vongole, ostriche, granchi giganti e addirittura aragoste (non un assaggio ma aragoste intere!).
Formula “free refill”: si ordina da bere e si paga il prezzo della bevanda scelta poi fino a che non si decide il cameriere continua a versarti da bere.
“International House of Pancake”, un locale dove servono solo ed esclusivamente pan cake in tutte le salse, in tutti i modi e soprattutto a tutte le ora del giorno e della notte. Il paradiso per chi come me adora i pancake. Per chi non li conoscesse sono le famose frittelle che gli americani nei film mangiano a colazione con lo sciroppo d’acero. Il menù propone un’infinità di scelta: pancake con il cioccolato, con il gelato e la frutta, con la salsiccia e le uova…… “Miami sub grill”: ottimo il piatto di pollo fritto con salsa di yogourt, patatine fritte.
PERNOTTAMENTI Quando si arriva in un paese o in una città consiglio di fermarsi alla “Camera di Commercio”, altro non è che il nostro turist information ovvero un centro dove si possono raccogliere informazioni e depliant (con relativi buoni sconto) su alberghi, ristoranti, locali, attrazioni e quant’altro della zona. L’addetto provvederà a cercare per voi una sistemazione o comunque a consigliarvi sulle strutture migliori.
Altra cosa importante: prima di confermare la camera chiedete di poterla vedere, i proprietari sono solitamente molto cordiali e vi accontenteranno senza problemi. Il pagamento avviene al momento dell’arrivo così il mattino si è liberi di ripartire a qualsiasi ora (alcuni motel insieme alle chiavi della camera consegnano anche il telecomando del televisore, per cui al mattino quando lasciate il motel oltre alle chiavi dovrete lasciare nel box apposito anche il telecomando!).
Riporto un elenco di Motel, dai più economici, ma non per questo meno puliti o confortevoli: la più famosa catena di “Motel6” (anche se sono più diffuse nell’ovest), Day’s Inn (ottimo quello di Orlando appena fuori dai parchi divertimento, il più pulito e il meno caro: solo 39$ a camera per una notte), “Comfort Inn”, “Travel Lodge”, “Best Western”.
Molto buoni comunque anche quelli non appartenenti alle catene più famose, noi per esempio abbiamo soggiornato al Siesta Motel a Marathon, al “Capitain Lodge” a Everglades e altri molto buoni nel complesso. SHOPPING Tutta la Florida è molto famosa per i “Mall”, dei veri e propri outlet che formano dei mega centri commerciali, dove si possono trovare capi firmati a prezzi veramente convenienti.
Uno dei più grandi in assoluto si trova vicino a Fort Lauderdale: “Saugrass Mall”. All’interno si trovano negozi monomarca quali LaCoste, Adidas, Timberland, MaxMara, Burberry’s e altri ancora. Sarasota e addirittura definita “la città dello shopping”.
Molto famosi anche i centri commerciali di Orlando con l’outlet della Nike.
CONSIGLI FINALI Le temperature, soprattutto in agosto sono molto calde, si arriva tranquillamente a 45°, ma quello che può risultare più fastidioso è il tasso di umidità che arriva al 98%.
Tuttavia posso garantire che ci si abitua facilmente e quindi non risulta essere un fattore penalizzante per la vacanza. Bisogna ovviamente adattarsi e avere l’accortezza di portare sempre un cappellino e tenere sempre a portata di mano una bottiglietta d’acqua fresca.
Molta attenzione invece bisogna porre ai locali chiusi, gli americani infatti sono dei patiti dell’aria condizionata: negli alberghi le camere sono gelide, anche chiudendo l’aria condizionata di notte dormivo con una coperta di lana. Nei bar e ristoranti è la stessa cosa, addirittura lasciano le porte dei negozi aperti non preoccupandosi della dispersione di energia (noi sostavamo ogni tanto davanti alla porta dei negozi per trovare un po’ di refrigerio). E’ molto importante dunque per evitare malanni indossare sempre una maglietta con le maniche lunghe prima di entrare in locali chiusi soprattutto per il pranzo o la cena.
Importante anche avere una carta di credito (non elettronica). Negli States si paga tutto con la carta di credito, anche una bibita al bar. I contanti invece vanno bene per le mance che, ricordo, in America sono “obbligatorie” nel senso che è uso e costume lasciare una mancia al cameriere pari al 10-15% del conto, e per i parcheggi.
Se volete avere altre info contattatemi senza problemi sarà un piacere aiutarvi.
melluches@libero.It Buon Viaggio a tutti Alessandra e Enrico