Florida mai vista

Storia del nostro viaggio alla scoperta della Florida 09-ago giovedì partenza da Firenze 7.15 (Meridiana) ( arrivo a Parigi CDG 9.10 ñ partenza da Parigi CDG 12.00 (American Airlines) ( arrivo a New York 13.45 (19.45 Italia) ñ partenza da New York JFK 16.15 (TWA - dal terminal American A. A quello TWA c’è un servizio gratuito di bus...
Scritto da: Sandro Pagliai
florida mai vista
Partenza il: 09/08/2001
Ritorno il: 26/08/2001
Viaggiatori: in coppia
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Storia del nostro viaggio alla scoperta della Florida 09-ago giovedì partenza da Firenze 7.15 (Meridiana) ( arrivo a Parigi CDG 9.10 ñ partenza da Parigi CDG 12.00 (American Airlines) ( arrivo a New York 13.45 (19.45 Italia) ñ partenza da New York JFK 16.15 (TWA – dal terminal American A. A quello TWA c’è un servizio gratuito di bus che impiega circa 30 minuti) ( arrivo a Orlando 19.05 (1.05) Inizia il nostro viaggio alla scoperta della Florida. I voli aerei sono tranquilli e regolari a parte il fatto che sul volo da Parigi a NY ci hanno assegnato due posti molto distanti tra loro: abbiamo dovuto faticare per riuscire a trovarne due accanto, le hostess non ci hanno minimamente aiutato. A NY, dove è obbligatorio ritirare i bagagli per il riconoscimento alla dogana, ci accorgiamo che una valigia non è arrivata, all’ufficio reclami ci dicono che da Firenze è stata spedita a Verona (?!). All’arrivo ad Orlando scopriamo che anche l’altra valigia non ci ha seguito, comunque ci assicurano che arriveranno e quindi lasciamo l’indirizzo dell’hotel dove il personale dell’aeroporto provvederà a recapitarla (ecco l’importanza di prenotare almeno la prima notte).

Dall’Italia Antonio (Mobiltravel) ci ha già prenotato l’auto con Alamo, quindi il bus della compagnia ci porta direttamente al parcheggio. Gli uffici dell’Alamo sono molto efficienti anche se cercano sempre di rifilarti una macchina cabrio e l’assicurazione per gli oggetti dentro l’auto: due cose assolutamente inutili, comunque Antonio ci aveva avvertiti.

Ormai con il sole che sta tramontando lasciamo il parcheggio per raggiungere l’hotel. Non nascondo che eravamo un po’ preoccupati all’idea di muoversi in auto in una città completamente sconosciuta, ma ci siamo subito accorti di quanto sia facile guidare in Florida, le strade sono molto ben segnalate: basta ricordarsi che quelle con numero pari (es.La 4 che passa dall’aeroporto) hanno direzione West-East e quelle dispari North-South. Dall’aeroporto per andare verso la zona Walt Disney la direzione è East: la strada 528 vi porterà nelle vicinanze, ci sono due caselli a pedaggio (0,50$) dove se vi presentate con una banconota superiore ai 20 $ vi vanno passare gratis (ricordate: “We’re just arrived” e mostrate i 100$) Hotel: Hyatt Orlando $99 +tax (6%) 10-ago venerdì Oggi andremo a Magic Kingdom. Abbiamo comprato, direttamente in hotel, il biglietto “Park Hopper” (146$) che ci permette di visitare i quattro parchi Disney per tre giorni, uscendo e rientrando a piacimento. Abbiamo anche cercato di trovare posto in un hotel della Disney ma non è stato possibile, tutti pieni, peccato ci sarebbe piaciuto fare colazione con Paperino.

Arrivare ai parchi è semplicissimo le indicazioni abbondano e le strade sono grandissime, i parcheggi sono enormi e assistiti da un trenino che ci porta fino all’ingresso, è importante annotarsi il posto dove si lascia l’auto; prima del parcheggio c’è un casello dove si paga 6$ (ogni parco ha il proprio parcheggio e con lo stesso biglietto ci si può spostare da uno all’altro).

Hotel: Hyatt Orlando $99 + tax (6%) 11-ago sabato MGM Studios ed Epcot possono essere visitati anche nella stessa giornata, in 10 minuti di auto ci si sposta dall’uno all’altro.

È inutile descrivere i parchi, gli unici consigli sono di usufruire dei fast pass che permettono di evitare molte file, inoltre ad Epcot vicino al padiglione West innovation c’è la ICE Station dove si possono bere le bibite tipiche dei vari paesi gratuitamente (per l’Italia c’è il bitter), può sembrare poca cosa ma considerando il caldo e il dollaro…

Hotel: Hyatt Orlando $99 + tax (6%) 12-ago domenica Animal Kingdom è abbastanza veloce da vedere, comunque considerando che chiude presto (17,00) è consigliabile arrivarci presto così dopo rimane ancora tempo per visitare qualcosal’altro, noi siamo ritornati a Magic Kingdom.

Non abbiamo visitato gli Universal Studios (già visti a Los Angels) né Sea World: sono scelte soggettive, noi siamo grandi appassionati della Disney, inoltre per vedere tutti i parchi di Orlando non basterebbe una settimana.

Walt Disney costruì il primo parco in California nel 1955, ad Orlando negli anni ’60: visitando i parchi credo si debba riflettere su ciò per capire la genialità di questo uomo.

Hotel: Hyatt Orlando $99 + tax (6%) 13-ago lunedì Punto di arrivo di oggi è St. Augustine (km 172).

Abbiamo fatto una sosta a Daytona Beach per provare l’emozione di guidare sulla spiaggia, l’ingresso costa 5$. Trovato il posto giusto si parcheggia e si prende il sole appoggiati al pneumatico. Attenzione a non avventurarsi sulla sabbia morbida perché si rischia di far girare le ruote a vuoto: lo abbiamo provato.

St. Augustine è la città più antica degli USA e ve lo ricordano di continuo, il centro è mantenuto molto bene e di sera si vedono personaggi con vestiti d’epoca che portano i turisti a visitare i posti più spettrali è il cosiddetto “ghost tour”, tuttavia se non si conosce bene l’americano non è molto divertente.

All’arrivo a St. Augustine è utile recarsi al visitor’s centre dove oltre a poter usufruire di pulitissimi servizi, si possono prendere i depliant dei vari alberghi e ci sono varie persone che fanno a gara per darti tutte le informazioni necessarie. Per gli americani è un orgoglio poterti aiutare. Abbiamo scelto un Bed & Breakfast fra quelli storici, il Carriage Way. È una casa vittoriana in legno su due piani con veranda e balcone, il proprietario è il massimo in fatto di accoglienza e cordialità, le 9 camere sono arredate in stile con molta cura, alcune hanno i letti con baldacchino, la colazione è servita in una sala molto affascinante al piano terra. La sera poi è consigliabile prendersi qualcosa da bere dal frigo a disposizione (free) degli ospiti e andare sul dondolo nella veranda: è come essere in un film. Vale veramente la pena fermarsi un paio di notti in un posto come questo. Durante la colazione, che si fa ad un unico tavolo, abbiamo conosciuto una coppia del Tennesse: sembravano usciti da “La casa nella prateria”; eh si l’america non è solamente quelle delle grandi città!!.

Hotel: Carriage Way B&B $85 + tax (6%) 14-ago martedì Una cosa bella da vedere è la spiaggia di St. Augustin che si affaccia sull’oceano (attenti agli squali!!) ci ha fatto veramente una bella impressione.

Interessante è anche il Lightner Museum: è la raccolta delle collezioni del Sig. Lightner che acquistò appositamente l’albergo Alcazar per trasformarlo in museo, dentro si può ancora vedere la vasca che ospitava una delle più grandi piscine coperte al mondo.

Per finire la serata è divertente andare al vecchio mulino, un pub dove tutte le sere suonano dal vivo.

Hotel: Carriage Way B&B $85 + tax (6%) 15-ago mercoledì Lasciata con un ottimo ricordo St. Augustine ci siamo diretti verso Thomasville in Georgia. Non ci siamo potuti fermare a Jacksonville che abbiamo intravisto solamente dalla strada.

A Live Oak, abbiamo lasciato la I10 e proseguito lungo la US 90 per vedere da vicino le piantagioni e i vari paesini lungo la strada, fra cui Madison County (ricordate i Ponti di…) Questo è veramente quello che chiamano il profondo sud. Thomasville è una città come si può immaginare pensando a “Via col vento”, viali di querce con muschio e licheni, case in legno, la grande quercia Big Oak; l’unico problema è che essendo agosto un mese di bassissima stagione non siamo riusciti a trovare un B&B aperto (almeno fra quelli che ci piacevano), quindi abbiamo dovuto proseguire.

Pochi chilometri dopo Thomasville ci siamo fermati a visitare la Pebble Hill Plantation dove con 10 $ una signora gentilissima ci ha fatto fare la visita guidata della villa. La visita è un po’ lunga, 2 ore, e tutta in americano comunque è interessante e anche divertente vedere come gli americani si emozionano e si meravigliano durante questi tour, ad un certo punto ho deciso di ridere anch’io insieme a tutti, così tanto per fare gruppo… Passando attraverso la capitale, Thallassee, siamo arrivati sul golfo del Messico ad Apalachicola la sera verso le 21,00 quindi la prima preoccupazione è stata quella di trovare un posto dove dormire. Anche qui ci sono diversi B&B storici e molto affascinanti: noi abbiamo scelto il CombsHouse Inn, una splendida casa vittoriana restaurata negli anni ’90. Dispone di 9 camere tutte ampie e arredate sempre fin nei piccoli dettagli in stile ottocentesco, durante il mese di agosto anche questo era vuoto, c’era solamente una coppia di tedeschi e dobbiamo confessare che fa un certo effetto dormire in questi edifici che essendo tutti di legno emettano strani scricchiolii. La colazione viene servita in una splendida sala. Le torte fatte in casa sono indimenticabili. Se qualcuno vi dormisse non dimentichi di guardare l’album delle foto e cerchi di indovinare chi sia il coniglietto… qui abbiamo ricevuto anche il miglior consiglio: quello di fermarsi ad Anna Maria Island.

Hotel: Coombs House Inn $99 + tax (6%) 16-ago giovedì Apalachicola, oltre ad essere il centro mondiale per la pesca delle ostriche, è la città in cui credo sia stata ambientata la scena della pesca dei gamberi del film Forest Gump. È la classica cittadina americana dove vedi gli uomini, vestiti con la camicia a quadri, il cappellino e la barba di tre giorni, girare con il pick-up con il cane dietro, dove alle 9 della sera è tutto chiuso e se non hai ancora mangiato…

La visita della città è breve ma molto affascinante, non c’è nessun luogo turistico ed è improbabile incontrare altri turisti, interessante è la zona del porto dove ci sono le barche per la pesca dei gamberi, durante la mattina si può entrare anche nei magazzini dove scaricano il pesce, sempre in questa zona c’è un grande capannone adibito a negozio di roba vecchia, di oggetti tutti legati al mare. Da vedere, magari senza scendere di macchina, è la zona più verde della cittadina dove in perfetta simmetria sono disposte le tipiche casette americane tutte in legno con il pratino davanti, dove un tempo ci doveva essere il quartiere residenziale; adesso è pieno di cartelli SALE (vendesi) e le abitazioni sono un po’ malandate e sembra che siano un ghetto per i neri.

Per fare un po’ di mare siamo stati anche sulla spiaggia a St.Gorge Island a pochi chilometri di distanza è una riserva naturale con spiaggia bianca (ingresso 4$ per auto) e aree attrezzate (bagni e docce) per fare anche dei pic-nic. Al Coombs House Inn ci hanno fornito anche di teli da spiaggia, ombrellone e lettini… meglio di così! Luogo da non perdere per la cena (ore 18,30) è Boss Oyster, si mangia su una terrazza sull’acqua, dove servono le ostriche in 17 modi diversi, noi ne abbiamo approfittato… Apalachicola è un nome indiano (la terra oltre il fiume) che in americano diventa quasi impronunciabile, ce ne siamo accorti quando abbiamo chiesto informazioni.

Hotel: Coombs House Inn $99 + tax (6%) 17-ago venerdì Cedar Key (km 255), difficilmente si trovano notizie su questa località sulle guide turistiche, noi ci siamo capitati per caso ma dobbiamo dire che è stato il posto più bello che abbiamo visto. Le informazioni raccolte durante il nostro itinerario ci avevano consigliato di dormire al Cedar Key B&B, un edificio in legno immerso in uno splendido giardino, ma era tutto pieno così su indicazione del gentilissimo proprietario ci siamo diretti verso la zona del porto dove abbiamo trovato delle camere favolose all’Harbour Master Suites una struttura tutta in legno sull’acqua con vista del golfo. O meglio a prima vista questa struttura non fa un’ottima impressione ma le camere, gestite da una simpatica signora che ha un negozio di oggettistica, Dilly Dolly Gully a piano terra, che si trovano al piano superiore ci hanno fatto cambiare subito idea, alcune hanno una terrazza panoramica sul golfo, non esitate ad insistere per averne una. Noi abbiamo dormito nella Tropical Tranquility e possiamo assicurare che è un’emozione unica fare colazione sulla terrazza e godersi lo spettacolo dei delfini che saltano nel mare.

Cedar Key è difficile da spiegare, la strada principale è quella sul porto dove vi sono degli ottimi posti dove mangiare, è un insieme di costruzioni in legno sull’acqua che si intersecano fra loro e dove vi sono negozi, camere, pub, ristoranti, da vedere e da vivere c’è il pontile dove si aspetta il tramonto guardando i pescatori e i pellicani; non c’è molto da fare ma forse proprio per questo è affascinante.

Hotel: Harbour Master Suites $90 + tax 6% (www.Cedarkeyharbourmaster.Com) 18-ago sabato Oggi abbiamo commesso un errore: abbiamo fatto una crociera alle isole davanti Cedar Key con Island Hopper e per giunta abbiamo pagato il supplemento drop-off (18$ a testa) per farci lasciare 2 ore su un’isoletta. La crociera è stata una delusione perché oltre a qualche pellicano dal gozzo rosso non abbiamo visto niente di ciò che promesso, squali, delfini, tartarughe, in più l’isoletta dove ci hanno lasciato era letteralmente infestata dalle zanzare per cui nonostante abbondanti dosi di Autan non abbiamo potuto abbandonare il pontile per visitarla all’interno. Incredibile due ore sotto il sole senza poter neanche fare il bagno, purtroppo a Cedar Key l’acqua a un colore marroncino per niente invitante. Alla fine una coppia di americani ci ha dato un passaggio sul loro motoscafo per tornare alla base, alla faccia di Island Hopper, ma nonostante questa disavventura il clima rilassante di questo posto non ci ha fatto neanche arrabbiare. Oltre al ristorante sotto le nostre camere un altro posto veramente ottimo per mangiare è il Frog, sempre al porto, dove non bisogna assolutamente perdere la shrimp pie, una specie di pizza ai gamberi; in questo posto si può mangiare anche direttamente al bancone… e ci si sente veramente americani. Hotel: Harbour Master Suites $90 + tax 6% (www.Cedarkeyharbourmaster.Com) 19-ago domenica Proseguendo il nostro viaggio verso sud ci siamo fermati a Tarpon Springs una cittadina sul mare fondata da una colonia di greci e tuttora costruita in stile greco. Oltre alle varie specialità greche offerte dai ristoranti la particolarità di questo posto è la pesca delle spugne di mare che vengono venduto in tutte le forme e tipi possibili, per gli amanti di questo prodotto è un posto sicuramente da non perdere.

Una sosta la merita anche Sarasota o meglio il museo Ringling. I fratelli Ringling sono stati fra i più grandi impresari nel mondo del circo ma anche grandi appassionati d’arte, così è possibile ammirare, in un museo ricostruito in stile dei palazzi veneziani, autentici capolavori dell’arte figurativa, ovviamente non manca la zona dedicata al museo del circo. Incredibile è anche l’abitazione che il proprietario si era fatto costruire sul mare, il nome dice già tutto Ca’ d’Zan. Non manca una copia del David di Michelangelo a grandezza naturale.

Visto il consiglio che ci era stato dato una breve sosta l’abbiamo fatta anche a Annamaria Island dove la spiaggia è veramente bianca e il mare turchese, ma ormai ci eravamo posti come obiettivo Sanibel e così abbiamo proseguito.

Sanibel è un’isola collegata alla costa con un ponte, è famosa perché la sua spiaggia è piena di conchiglie, fenomeno questo accentuato dalla bassa marea. Siamo arrivati a Sanibel verso il tramonto e siamo rimasti sorpresi da vedere quanta gente c’era sulla spiaggia a raccogliere le conchiglie approfittando della bassa marea.

Abbiamo dormito allo Shalimar resort un complesso di cottages sul mare ma senza alcun tipo di fascino.

Hotel: Shalimar $89 + tax (9%) 20-ago lunedì Era già qualche giorno che annunciavano un uragano nel golfo del Messico, quindi il forte vento della notte ci ha fatto svegliare temendo il peggio; per fortuna che esiste un canale televisivo che trasmette 24 ore su 24 aggiornamenti metereologici, siamo stati infatti rassicurati.

Al mattino siamo andati sulla spiaggia. È veramente un posto pieno di conchiglie anche se non sono di grande pregio, la sabbia è bianca ma il mare ha quel caratteristico colore tendente al beige per niente invitante… Alle 11,00 avevamo già deciso: si torna indietro ad Anna Maria Island!!! Una sosta al Tourist Centre per raccogliere tutti i depliant degli hotel e dopo un breve consulto anche con la signora dell’ufficio siamo andati all’Harringthon House B&B: casa in legno direttamente sulla spiaggia, stile ottocentesco anche qui e camere veramente accoglienti; siamo riusciti ad ottenere anche un notevole sconto, circa 40$ al giorno. Harringthon dispone anche di un cottage a poca distanza dove abbiamo dormito l’ultima notte.

La particolarità di questi B&B è il loro ambiente veramente familiare, la hall non è altro che un salotto con camino e divani ed ogni sorta di leccornia da sgranocchiare, indimenticabili i pop-corn a metà pomeriggio.

La spiaggia e il mare sono caraibici, l’acqua è calda la spiaggia è deserta ed anche qui ci sono tantissime conchiglie.

Vale la pena visitare anche la punta nord dell’isola dove c’è un paesaggio di dune che al tramonto offrono il posto migliore per le foto.

A parte la tranquillità e la bellezza del luogo una cosa che abbiamo molto apprezzato sono i posti dove mangiare.

La prima sera siamo stati al City Pier un ristorante sull’acqua al termine di un pontile dove per pochi dollari ci hanno dato un astice superbo.

Ciò che impressiona è la tranquillità e la semplicità di questi posti e la mancanza degli affollamenti turistici.

Hotel: Harringthon House $100 + tax (9%) 21-ago martedì Sole, mare e passeggiate sulla spiaggia: questo si fa ad Anna Maria Island.

È poi possibile vedere i delfini che offrono spettacoli a pochi metri dalla riva. Il B&B mette a disposizione anche dei kajack per avvicinarsi ai delfini.

Sull’isola c’è un altro pontile con annesso ristorante, Rod Reel, anche qui è possibile cenare guardando il mare e la gente che pesca.

La pesca è una delle grandi passioni degli americani, ci sono intere famiglie che pescano dai pontili e vista l’abbondanza dei pesci la cosa li soddisfa molto.

Hotel: Harringthon House $100 + tax (9%) 22-ago mercoledì Di nuovo mare e sole.

A cena abbiamo trovato un posto incantevole: il Sandbar è un ristorante con una terrazza sulla spiaggia rivolta verso il tramonto dove oltre che a mangiare bene si gode anche di uno spettacolo unico. Qui due americani molto simpatici suonano musica dal vivo: le canzoni sono proprio quelle tipiche americane da Hotel California a American Pie… Hotel: Harringthon House $100 + tax (9%) 23-ago giovedì Lasciata l’isola di Anna Maria ci siamo diretti verso gli Everglades attraversandoli con la strada 41 molto panoramica perché passa proprio in mezzo alle paludi; grande emozione è stato vedere una gigantesca tartaruga attraversarci la strada.

L’idea era di fare un giro con gli air boat ma considerando la quantità ignobile di zanzare fameliche che ci sono, il costo (30$ a testa) e il fatto che i coccodrilli si vedono benissimo dagli imbarcadero, da dove partono le gite, abbiamo deciso di rinunciare, saggia decisione. Comunque sia percorrendo la strada che passa proprio dentro la palude che fermandosi ai numerosi imbarcadero si ha un’idea di quanto inospitale e piena di coccodrilli sia questa zona della Florida.

Lungo la strada una sosta la merita l’ufficio postale di Ochopee, il più piccolo degli USA, 2×2, da dove è possibile spedire delle cartoline con l’annullo speciale.

Altra sosta, poco prima di uscire dagli Everglades, la merita il villaggio indiano di Miccosukee, dove oltre al turistico Visitors’ Centre si può fare un giro nell’abitato ed intravedere come vivono oggi gli indiani Miccosukee, gli unici a non avere ancora firmato il trattato di pace con il Governo USA.

A questo punto si inizia ad entrare nell’abitato di Miami. La nostra meta è Miami Beach.

Entrati in città ci si può scordare la Florida vista fino ad adesso, questa è una grande metropoli, con traffico e grattaceli, quanto è lontana Apalachicola!!! Abbiamo provato anche a chiedere una camera al Delano Hotel, arredato da Philiphe Stark, ma i prezzi sono inaccessibili e poi essendo frequentato da gente molto alla moda e tutta tirata non si fa una bella figura ad entrare vestiti da esploratori degli everglades.

Ci ha accolto la confortevole Villa Paradiso, niente a che vedere con i fascinosi B&B che abbiamo incontrato fin qui ma comunque piacevole.

La sera abbiamo fatto un breve giro sulla spiaggia, lungo Ocean Drive e cenato in uno dei tanti ristoranti lungomare dove basta soffermarsi per leggere il menù che il cameriere che parla anche italiano cerca in tutti i modi di portarti al tavolo: rivogliamo i pontili di Anna Maria Island!!!! Hotel: Villa Paradiso $67 + tax (6%) 24-ago Venerdì Classica giornata di mare. Qui la spiaggia è piena di personaggi tutti tirati a lucido e di tanga e topless, quello forse a cui non siamo tanto abituati è il tanga maschile… uno spettacolo!! Miami Beach è una grande Rimini con un lungo mare, Ocean drive, pieno di locali e edifici art decò, Espaniola Way ristrutturata in gusto ispanico e Lincon Road piena di attività commerciali.

La spiaggia è enorme ed affollata, il mare caldo e a parte le alghe invitante.Non ci ha fatto una grande impressione e se non fosse per il fatto che è un luogo così famoso in tutto il mondo non so se varrebbe la pena venire qui. Quello che rimane impresso è che la lingua ufficiale è quella ispanica è quasi una colonia cubana.

Hotel: Villa Paradiso $67 + tax (6%) 25-ago Sabato Preparate le valige ci siamo diretti verso l’aeroporto, circa 20 minuti. Numerosi cartelli indicano dove si trovano i parcheggi per restituire l’auto a noleggio. Abbiamo riconsegnato la macchina ad Alamo (che efficienza e rapidità: in meno di un minuto avevamo già la nostra ricevuta in mano) con oltre 2670 km (1650 miglia) e con il pulman della compagnia siamo andati all’aeroporto. Qui ho bevuto il caffè più buono di tutta la vacanza, un caffè cubano.

ñ partenza da Miami – 13.20 (19.20 Italia) ( arrivo a New York 16.20 ñ partenza da New York 18.15 26-ago domenica ( arrivo a Parigi 7.15 ñ partenza da Parigi 10.10 ( arrivo a Firenze 12.05 A Firenze ovviamente è arrivata una sola valigia, l’altra ce l’hanno consegnata due giorni dopo CONSIDERAZIONI FINALI La Florida che abbiamo visitato, a parte Orlando e Miami, è quella che non ci saremmo mai immaginati, niente a che vedere con queste due grandi città piene di luci e di divertimenti e sempre alla moda. Il resto del paese è tranquillo e risente ancora della presenza delle piantagioni, si incontrano grandi boschi e zone verdi e i paesini che abbiamo visitato sono quelli che si vedono nei film tipo “I ponti di Madison County”.

Una cosa che non ci saremmo aspettati è la quasi totale assenza di turisti italiani, ma anche di altre nazionalità. A parte le due grandi città e i Keys il turismo è quasi esclusivamente americano ma nel mese di agosto è raro anche quello.

Per dare una dimensione di questo fenomeno vi possiamo dire che era bello vedere la faccia stupita di questi americani quando gli dicevamo della nostra provenienza, non sempre erano in grado di dare una collocazione geografica esatta dell’Italia: forse è proprio questo che ci è piaciuto: non essere trattati da turisti, scivolare fra questi luoghi in anonimato senza che nessuno ti chieda niente e senza dover lottare con nessun negoziante che ti vuole vendere qualcosa, qui non ci sono i prezzi per i turisti, diventi parte di loro e ti adatti ai loro ritmi.

Crediamo che viaggiare sia questo, immedesimarsi nella vita e nelle abitudini del posto, ripartire senza lasciare traccia.

Dormire: la scelta che abbiamo fatto è quella dei Bed & Breakfast storici, sia perché ci piace fare colazione sia perché se si vuole dormire in case vittoriane piene di fascino non c’è posto migliore di questo. Chiedete sempre lo sconto, gli americani hanno una mentalità molto commerciale sono disposti a trattare.

Clima: grande caldo e grande umidità: ecco perché gli americani preferiscono altri periodi per fare le vacanze in Florida. Comunque l’aria condizionata in tutti i posti rende il tutto molto sopportabile.

Telefono: noi avevamo un cellulare tri-band, la copertura è buona tranne che ad Apalachicola.

COSTI Oggetto Totali Volo Firenze-Orlando a/r L.1.800.000 a testa L.3.600.000 Noleggio auto 16 gg “Gold” L.1.556.000 Hotel 16 notti $ 1.596 L.3.479.280 Ingresso 3 giorni 4 parchi Disney (pass hopper) $ 141 a testa L.614.760 Benzina 50,49 galloni x 1,36 $ L.133.505 Mangiare, regali, ingressi, altro… L.2.365.446 TOTALE L.11.748.991 Costi di riferimento 1 dollaro = 2.180 lire Coca Cola da disney = $ 2,50 Hamburger da Burger = $ 0,99 1 litro di benzina = 784 lire(1 gallone = 3,7853 litri)



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