Florida fai da te tra natale e capodanno

25 DICEMBRE 2003, GIOVEDI’ Finalmente anche quest’anno è arrivato il tanto sospirato momento della partenza. Il problema degli attentati e la paura della cancellazione dei voli ci tengono fino all’ultimo col fiato sospeso ma fortunatamente non abbiamo alcun inconveniente. Il primo volo parte da Milano Malpensa alle ore 10.50 ed arriva ad...
Scritto da: uini
florida fai da te tra natale e capodanno
Partenza il: 25/12/2003
Ritorno il: 02/01/2004
Viaggiatori: in coppia
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25 DICEMBRE 2003, GIOVEDI’ Finalmente anche quest’anno è arrivato il tanto sospirato momento della partenza. Il problema degli attentati e la paura della cancellazione dei voli ci tengono fino all’ultimo col fiato sospeso ma fortunatamente non abbiamo alcun inconveniente.

Il primo volo parte da Milano Malpensa alle ore 10.50 ed arriva ad Atlanta alle 15.30 ora locale (6 ore di fuso orario) . Compagnia aerea : Alitalia/Delta Airlines . Cerchiamo di arrivare a Malpensa almeno 2h 30 minuti prima della partenza : i controlli per i passeggeri diretti in America sono davvero tosti e richiedono tempo . In questo modo almeno si accorcia il tempo di attesa in aeroporto che normalmente è quello più stressante e noioso. Il volo è stranamente in orario e, nonostante il viaggio si svolga interamente durante il giorno, le dieci ore trascorrono anche abbastanza velocemente. Arrivati all’immenso ed organizzatissimo aeroporto di Atlanta, saliamo su un treno/navetta che ci conduce nella zona voli interni. Qui siamo obbligati a recuperare i bagagli e, dopo altri minuziosi controlli, li imbarchiamo per la nostra destinazione finale : Miami. In attesa del volo previsto per le 18.50 ci lasciamo tentare da un invitante fast food cinese e per la modica cifra di $ 5 acquistiamo degli ottimi spaghetti di soia con sugo di verdure miste.

La stanchezza ha il sopravvento procurandoci uno strano sonno ipnotico dal quale ci risvegliamo solo al momento dell’atterraggio a Miami alle ore 20.00 . Il taxi fino all’Hotel Tudor & Suites, situato al n. 1111di Collins Avenue a Miami Beach, ci viene a costare ben 28 dollari, mancia esclusa. L’albergo non è davvero nulla di speciale a parte il fatto che è situato in centro, nella via principale, parallela ad Ocean Drive e quindi davvero a due passi dalla spiaggia e dal famoso quartiere Art Dèco nel quale si trova anche la villa del famoso stilista ucciso Gianni Versace.

Siamo davvero distrutti e decidiamo di andare a dormire. Domani ci aspetta una giornata da dedicare interamente a Miami.

26 DICEMBRE 2003, VENERDI’ La sveglia biologica suona presto. Del resto non si può pretendere di smaltire sei ore di fuso orario in così poco tempo. Contrariamente a quanto indicato nel programma della Gastaldi, la colazione a base di tè, caffè, ciambelle e marmellata viene gentilmente offerta dall’hotel. Cerchiamo di organizzare al meglio la giornata e, alla reception, al prezzo di $ 84 (in due naturalmente) ci propongono un city tour organizzato comprensivo di giro in battello della baia . Accettiamo e, mentre attendiamo l’orario fissato per la partenza, ne approfittiamo per fare una passeggiata in riva all’Oceano. La spiaggia di sabbia bianca finissima è immensa e l’atmosfera che si respira è esattamente quella che tante volte abbiamo visto nel telefilm “Miami Vice” : bella gente che fa jogging o passeggia e profumo di dollaroni americani. Non possiamo non spostarci in Ocean Drive, la via principale piena di locali carini in stile Art Dèco : qui si respira davvero aria di ricchezza , basta guardare i prezzi dei menu esposti e le automobili parcheggiate.

Alle 10 in punto passano a prenderci di fronte all’albergo per il city tour. L’autista è un tipo simpatico a parla anche un po’ di italiano. Ci dirigiamo subito verso Miami Downtown, ovvero il centro città vero e proprio e, precisamente, al Bayside Marketplace, il centro commerciale con 150 negozi, bar e ristoranti tra i quali il mitico Hard Rock Cafè.

Facciamo un breve giro di ricognizione e, alle 11 in punto, dall’imbarcadero di Miami Marina partiamo per una breve crociera di 90 minuti per ammirare la baia e le ville di personaggi ricchi e famosi. Terminata la mini crociera, ci resta un po’ di tempo per mangiare qualcosa e ci dirigiamo senza esitazioni al piano superiore di Bayside Marketplace dove si trovano ristoranti e fast food per tutti i gusti e tutte le tasche. Stavolta optiamo per il take away thailandese che ci propone pollo grigliato a pezzi con verdure e riso giallo con pollo all’arancia. La scelta si rivelerà ottima ed abbondante.

La seconda fase del city tour consiste in un giro panoramico in autobus a Miami South. Da Bayside Marketplace prendiamo Brickell Avenue, la via famosa per i maestosi edifici di banche prestigiose, e arriviamo alla zona dei variopinti palazzi residenziali. Ci dirigiamo poi verso Key Biscaine e Coconut Grove il cui “grove” è preannunciato dalla Dinner Key Marina, la prima base degli idrovolanti della compagnia Pan American. Non possiamo tralasciare Coral Gables con i suoi caratteristici sobborghi ed i suoi numerosi negozi di lusso e neppure Little Havana, il famoso quartiere latino di Miami.

Ci riportano in hotel verso le 15.30 e, dopo aver scattato qualche foto alla villa di Versace in Ocean Street, decidiamo di tornare a Bayside Marketplace con i mezzi pubblici. Prendiamo l’autobus sino ad Omni Station e da qui saliamo sul famoso Metromover, ovvero la metropolitana leggera del tutto automatica che corre su un circuito circolare sopraelevato . Dopo lo shopping al centro commerciale e la visita di rito all’Hard Rock Cafè senza dimenticare ovviamente l’acquisto ormai d’obbligo di t-shirt e spilla, ripercorriamo a ritroso il percorso sino all’albergo e quindi Metromover e autobus. Sulla metropolitana leggera (forse perché gratuita), facciamo degli incontri non troppo piacevoli con ubriachi, barboni ed attaccabrighe e per un attimo temiamo di non aver fatto una scelta molto oculata.

27 DICEMBRE 2003, SABATO Da oggi comincia la nostra avventura “Florida on the road”. Ci svegliamo come al solito piuttosto presto e, dopo aver ancora una volta sfruttato la colazione offerta dall’hotel, facciamo una passeggiata mattutina in riva all’ Oceano, dopodiché prendiamo un taxi sino al National Car Rental situato al n. 2401 di Collins Avenue.

Dopo aver compilato le numerose pratiche relative al noleggio ed aver abilmente rifiutato di pagare le varie assicurazioni integrative che ci vengono proposte, ecco che finalmente prendiamo possesso della vettura . Si tratta di una Saturn Ion (marca e modello mai sentiti prima) color oro, cambio rigorosamente automatico e una marea di optionals alcuni dei quali anche piuttosto assurdi. E’ la prima volta che noleggiamo un’auto in America e all’inizio ci troviamo un attimo spaesati sia per la vastità delle strade sulle quali viaggiamo, sia per la segnaletica assolutamente essenziale : vengono indicate solo ed esclusivamente le direzioni, ovvero i 4 punti cardinali, per il resto si va ad interpretazione. Non ci perdiamo d’animo e ci mettiamo subito in marcia in direzione Sud e precisamente verso le Coral Keys. L’arcipelago delle Keys, composto da 43 isole unite tra loro da una lunga serie di ponti, fa parte della più grande barriera corallina dell’emisfero occidentale .

Dopo aver passato Key Largo, considerata la capitale mondiale delle immersioni subacquee e Islamorada capitale mondiale della pesca sportiva, ci fermiamo a pranzare nel tranquillo villaggio di Duck Key . Nell’unico spaccio della zona acquistiamo un panino indescrivibilmente sintetico e lo gustiamo seduti al sole in riva al mare. E’ qui che scopriamo per la prima volta i deliziosi “coconut patties”, ovvero deliziosi pasticcini al cocco con base di cioccolato, specialità tipica della Florida. Lasciamo questo posto meravigliosamente tranquillo e riprendiamo il cammino in direzione del famoso “New Seven Mile Bridge” , il molo da pesca più lungo del mondo che collega le Middle e le Lower Keys e da qui raggiungiamo la meravigliosa cittadina di Key West, l’estremità tropicale degli States dove le acque dell’Oceano Atlantico si congiungono con quelle del Golfo del Messico. Molto caratteristiche sono le case di legno in perfetto stile coloniale e assai vivace è la centralissima Duval Street con il suo concentrato di negozi, ristoranti e piano bar. Ovunque si respira un’atmosfera tipicamente caraibica : non a caso ci troviamo nel punto più a Sud degli Stati Uniti, a sole 90 miglia da Cuba e non possiamo assolutamente evitare di metterci in fila per la foto al famoso boa a righe con tanto di targa che segnala il Southernmost Point, ovvero il punto più a sud del continente nordamericano.

Dopo una breve parentesi dedicata allo shopping (t-shirt bianca e spilla al caratteristico Hard Rock Cafè, le famose conchiglie biscuit che ritroveremo poi anche alle Bahamas e una tazza del posto che andrà ad ampliare la nostra collezione) ci rimettiamo in marcia e iniziamo a risalire. L’intenzione è di fermarsi a dormire in uno dei numerosi motel tra Marathon ed Islamorada ma, forse perché è sabato sera, forse perché anche qui siamo nel periodo delle feste natalizie, ovunque campeggia il terribile cartello con la scritta rossa “no vacancy” illuminata . Incredibile ma vero non riusciamo a trovare un buco per dormire neppure nei posti apparentemente più squallidi. Evitiamo di pensare che questa è solo il primo dei 7 giorni “fai da te”che abbiamo programmato di trascorrere in giro per la Florida . Ormai disperati e rassegnati a dormire nella nostra Saturn Ion ecco che all’Econolodge di Florida City (praticamente quasi all’estrema periferia Sud di Miami) troviamo una stanza con colazione inclusa al prezzo di $96. Decidiamo di accettare perché ormai siamo veramente alla frutta e per la cena ci fiondiamo da Danny’s ,la prima grilleria che troviamo nel centro commerciale attaccato all’albergo.

28 DICEMBRE 2003, DOMENICA Dopo aver sfruttato la colazione dell’Econolodge (te, caffè, pane e marmellata) partiamo alla volta dell’Everglades National Park, un’area protetta che si estende per 5180 km quadrati all’interno della regione delle Evergaldes .

Facciamo tappa al Royal Palm Visitr Center poiché è proprio da qui che si snodano i due itinerari più interessanti entrambi da percorrere a piedi : l’Anhinga Trail e il Gumbo-Limbo Trail. Percorrendo il primo abbiamo la possibilità di vedere per la prima volta i coccodrilli allo stato brado e anche numerosi tipi di uccelli variopinti, mentre il secondo è un sentiero immerso in una vegetazione fittissima che lascia intravedere poco e niente. Proseguiamo poi lungo una strada quasi deserta verso Falmingo, un piccolo insediamento turistico che fa da base per i turisti che si recano nelle Everglades. A parte il classico negozio di souvenirs, non c’è proprio nulla di interessante da vedere, così ritorniamo verso Miami e, imboccata la US 41 arriviamo al Miccosukee Indian Village dove non possiamo certo sottrarci all’entusiasmante corsa di 40 minuti in airbot (20 $ a cranio) sino ad un accampamento indiano. Prima di salire veniamo forniti di artigianalissimi tappi di cotone da mettere nelle orecchie per evitare di diventare sordi, dopodiché il nostro abile pilota ci guida in questo vero e proprio “mare d’erba” incontaminato sino al famoso accampamento peraltro assai deludente. A pranzo ci fermiamo in un locale carinissimo, il “Joanie’s Blue Crab Cafè”, situato poco distante da Ochopee, la località sede dell’ufficio postale operativo più piccolo della Florida (2,1 x 2,4 metri) e qui assaggiamo una gustosissima zuppa di granchio.

Proseguendo verso Naples sempre lungo la US 41, ovvero il Tamiami Trail, ci godiamo il panorama selvaggio ed incontaminato offerto dalle Everglades. Ciò che più ci stupisce è vedere tantissimi coccodrilli immobili nell’acqua o sul ciglio del fiume a pochi metri dalla strada che stiamo percorrendo. Le “schiene marroni” sono così poco distanti che il solo pensiero fa venire i brividi ma finiremo per abituarci alla loro presenza .

Arriviamo a Naples nel tardo pomeriggio e, ancora sconvolti dall’esperienza di ieri sera, decidiamo di cercare immediatamente un posto per dormire. Addocchiamo subito il Royal Palm Motel che ci offre una stanza discreta vista piscina a $65.40. Accettiamo anche perché il gestore/padrone (che soprannomineremo subito il “Pagodone” in quanto proprietario di una vecchia Mercedes Pagoda che tiene in bellavista all’entrata dell’hotel) è un signore di mezza età un poco strano ma molto simpatico e disponibile che vive in una stanza a pianterreno circondato da una marea di salviette bianche con le quali usa anche tappezzare l’interno della sua automobile. Che gente strana che c’è al mondo ! Ci rilassiamo un attimo, dopodiché usciamo per la cena e tra le varie catene di fast food e buffet scegliamo Friday’s. Il locale non è niente male, peccato che l’aria condizionata rende l’ambiente assolutamente invivibile e siamo costretti a mangiare in fretta e furia per poi precipitarci fuori dal locale al fine di evitare un principio di assideramento.

Breve giro a piedi nel centro di Naples ma la stanchezza si fa sentire presto.

29 DICEMBRE 2003, LUNEDI’ La prima cosa a cui pensare dopo il risveglio è trovare un posticino per la colazione. Decidiamo di provare Dunkin’s Donuts e la scelta si rivelerà soddisfacente ed anche economica : te, caffè, corn muffin e brioche per un totale di 5 dollari.

Sarà forse l’effetto dell’Euro forte rispetto al dollaro, sarà perché ci troviamo in uno Stato la cui economia trae grossi vantaggi dal turismo e che quindi fa di tutto per incrementarlo (vedi le apposite guide che contengono i coupon di sconto da utilizzare negli alberghi e nei ristoranti) ma con il passare dei giorni ci rendiamo conto che attualmente in Florida la vita è molto meno cara che da noi in Italia.

La prima tappa della giornata è Marco Island e qui ci divertiamo a circolare in macchina nelle tranquille stradine sulle quali si affacciano splendide ville semi nascoste da una fitta vegetazione tropicale. Qui respiriamo davvero aria di ricchezza e profumo di dollari . Inebriati da tanto benessere, quasi a malincuore proseguiamo nel nostro itinerario che prevede la visita al tristissimo ed insignificante Collier Seminale State Park. Torniamo nella civiltà e ci concediamo una breve visita alla bellissima cittadina di Naples passeggiando lungo il City Dock, ovvero il caratteristico molo e la Fifth Avenue, la via principale con i suoi negozi e ristoranti di lusso. Anche qui quanto a ricchezza non si scherza davvero e in un certi momenti ci sentiamo quasi a disagio e fuori posto.

Il nostro itinerario prevede di proseguire lungo la Lee Island Coast, ovvero la costa più tranquilla e meno sviluppata di tutta la Florida, sino a Fort Meyers Beach. L’intenzione è quella di fare tappa a Sanibel, l’isola famosa in tutto il mondo per la sua spiaggia ricoperta di conchiglie e a Captiva che ospita alcune località di fama internazionale ma la coda per arrivare è lunghissima, così rinunciamo consolandoci con due ottime insalate miste da “Quino’s” e qui io rischio di rimanere chiusa per tutta la giornata in un bagno dalle dimensioni di 1 metro per 1 metro. Ormai sull’orlo del collasso cardiaco, dopo aver urlato disperatamente “aiuto” in ogni lingua e in ogni tonalità di voce ed aver cercato invano di sfondare la porta a pugni ecco che, miracolosamente, vengo liberata da un nerboruto signore americano il quale, incuriosito da tanto accanimento, si limita semplicemente a girare la maniglia nel verso giusto e, quando finalmente la fatidica porta si apre si trova di fronte una ragazza sconvolta che lo guarda con occhi pieni di terrore . L’”eroe per caso” non può fare a meno di sganasciarsi dalle risate per almeno mezz’ora mentre io cerco di riprendermi dallo shock tentando di fare rientrare la tachicardia entro i limiti consigliati. Per riprenderci da questo episodio tragi-comico conclusosi fortunatamente nel migliore dei modi ci rilassiamo fermandoci a raccogliere le conchiglie appena prima del Cape Coral Bridge. Rimaniamo davvero stupiti sia dalla varietà che dal numero davvero elevato di conchiglie che vediamo su questo breve tratto di spiaggia. Pare che la forma a mezza luna dell’isola Sanibel e la sua posizione protetta permettano anche a quelle più fragili di arrivare intatte sino alla riva.

Arriviamo a Fort Meyers nel primo pomeriggio ma saremo molto delusi da questa località davvero insignificante e frequentata principalmente da famiglie, così, dopo una breve visita all’altrettanto deludente “Shell Factory” imbocchiamo l’autostrada 75 diretti a Sarasota. E’ la prima autostrada che imbocchiamo e notiamo subito come gli americani amino distinguersi sempre anche nelle situazioni più banali : in prossimità delle località importanti vengono infatti sempre segnalate due uscite distinte, quella del cibo che riporta i loghi dei vari fast food o catene di ristoranti nei quali è possibile fermarsi a mangiare e quella del sonno che invece indica le varie catene di alberghi e motel. Come idea non è davvero niente male ! Una volta imboccata l’uscita di Sarasota, ci riportiamo sulla mitica US 41 e la percorriamo prima verso sud e poi verso nord alla ricerca di un posto discreto e possibilmente a basso costo per dormire. Optiamo per il Best Western che ci propone pernottamento e colazione a dollari 78,21 tasse incluse.

Dopo la doccia il problema fondamentale è scegliere un posto dove cenare. Sulla US 41 non c’è che l’imbarazzo della scelta e stavolta ci lasciamo tentare da “Sweet Tomatoes & Souplantation”, una organizzatissima catena di buffet che ritroveremo poi in molte altre località della Florida. Qui vale la regola del prezzo fisso per tutto quello che riesci a mangiare tra veri e propri banchetti di verdure cotte e crude di ogni tipo, pasta fredda e calda, zuppe di ogni genere, pane, focaccia, pizza, dolci da forno e al cucchiaio. Un vero e proprio paradiso ! 30 DICEMBRE 2003, MARTEDI’ Dopo la ormai classica colazione a base di te, caffè, pane e marmellata ci dirigiamo verso il centro di Sarasota, località nota per le spiagge con la sabbia più bianca al mondo.

Parcheggiamo in St. Armand’s Circe, una rotonda animata da lussuosi negozi , ristoranti ,locali tipici che a quest’ora del mattino sono ancora tutti chiusi e raggiungiamo a piedi Lido Beach per scattare qualche foto. Ripartiamo alla volta di Anna Maria Key dove ancora una volta non possiamo fare a meno di ammirare le magnifiche ville vista Oceano e da qui raggiungiamo la Costa del Sole di Pinellas , il più importante polo turistico della costa occidentale della Florida frequentato soprattutto da famiglie.

Il posto più caratteristico che incontriamo lungo il tragitto è il John’s Pass Village, un antico villaggio di pescatori minuziosamente ricostruito . Molto carino ed accogliente è il pontile sul quale si affacciano le tipiche costruzioni in legno adibite a negozi e ristoranti. La tappa successiva è Clearwater Beach, la spiaggia più gettonata dai giovani , dotata di numerose attrezzature per il divertimento . A dire il vero non siamo particolarmente affascinati da questo posto che ci ricorda molto la nostra Riviera Adriatica, così non ci tratteniamo troppo a lungo e ripartiamo alla volta di Tampa, dove abbiamo programmato di pernottare. Stavolta la scelta cade sul Days Inn, pernottamento e prima colazione per 78,40 dollari tasse incluse. Ogni sera vogliamo provare una catena diversa per poi fare i confronti sul rapporto prezzo/qualità. Poca fantasia invece viene riservata alla scelta del locale per la cena. Infatti ancora una volta ci lasciamo tentare da Sweet Tomatoes e alla fine siamo un po’ pentiti visto che il menu è esattamente uguale a quello della sera precedente.

Dopo cena una botta di vita : tour in un centro commerciale senza ovviamente acquistare nulla ma solo per curiosare .

31 DICEMBRE 2003, MERCOLEDI’ Anche stamattina la sveglia suona piuttosto presto. Tante sono le cose da fare e da vedere e non si può assolutamente perdere tempo. Così, dopo la colazione, programmiamo di visitare il centro di Tampa che ci appare quasi una città fantasma. Infatti, pur essendo già le 9 del mattino, non incontriamo anima viva e ciò agevola sicuramente la nostra visita poiché siamo liberi di spostarci come vogliamo senza restare imprigionati nel traffico e soprattutto non abbiamo problemi di parcheggio. Di notevole interesse è sicuramente Ybor City, il quartiere storico sulla cui via principale, la Seventh Avenue, si affacciano bellissimi edifici dallo stile architettonico ispano-americano che ospitano rinomatissimi locali e ristoranti La piazza principale, Ybor Square, è dominata da tre edifici in mattoni rossi che un tempo erano la sede della più grande fabbrica di sigari del mondo nella quale lavoravano ben 4000 operai. Oggi questi edifici ospitano un grande complesso con negozi e ristoranti. Notiamo che sono in atto i preparativi per festeggiare la fine dell’anno e siamo avvicinati da un paio di personaggi (non loschi)che ci propongono varie alternative per la serata. Rifiutiamo gentilmente queste proposte poiché siamo in partenza per Kissimee, località distante circa 30 kilometri da Orlando e situata in prossimità di alcuni importanti parchi. Arriviamo a destinazione all’ora di pranzo e la prima preoccupazione, visto e considerato che oggi è il 31 Dicembre, è sicuramente quella di trovare un posto dove passare la notte. Una volta imboccata una delle due arterie principali che ha quasi la dimensione di un’autostrada (si sa che gli americani amano fare le cose in grande) ci mettiamo alla ricerca e, dopo aver scartato i primi due motel sostanzialmente per una questione di prezzo a nostro avviso troppo alto, troviamo al Masters Inn (pernottamento e colazione per 60 dollari) dove eventualmente possiamo anche approfittare della navetta gratuita per Disney.

Depositiamo i bagagli e andiamo immediatamente alla ricerca di un posto dove pranzare. Non c’è che l’imbarazzo della scelta : Kissimee infatti non è altro che un crocevia di due lunghissimi viali sui quali per chilometri e chilometri si affacciano motel, ristoranti e centri commerciali. Approfittando dei coupon di sconto optiamo per il mitico Ponderosa, una catena di ristorazione che per soli 13 dollari (in due naturalmente) ci offre un buffet indimenticabile ed interminabile di verdura, pasta, carne, pane, dolci, frutta, biscotti e chi più ne ha più ne metta. Inutile dire che ci lasciamo un attimo prendere la mano, del resto è impossibile resistere a tutte queste favolose tentazioni gastronomiche oltretutto divinamente presentate. Il pomeriggio è dedicato ad un giro di ricognizione tra i parchi di Orlando. Bisogna premettere che nel momento della programmazione del viaggio i parchi di divertimento non erano stati inclusi tra le nostre priorità. I giorni a disposizione per il viaggio infatti erano già limitati ed eravamo pienamente consapevoli della necessità di fare delle scelte. Decidiamo di trascorrere la serata all’interno dei parchi, così, dopo aver parcheggiato, veniamo travolti dalla magica atmosfera che regna in questo straordinario mondo del divertimento. Ci addentriamo dapprima nella Downtown Disney comprendente Pleasure Island, ovvero una zona con numerosi intrattenimenti serali, Disney’s West Side dove vi sono celebri night club e numerosi locali alla moda tra i quali il Planet Hollywood ed infine Disney Village Marketplace, esclusivamente per lo shopping ed i ristoranti. Lasciata la Downtown Disney ci lasciamo attrarre dalle suggestive luci degli Universal Studios, il parco sede degli studi televisivi e cinematografici più imponenti dopo quelli di Hollywood. Qui ovviamente non possiamo evitare gli acquisti di rito all’Hard Rock Cafè e la nostra serata si concluderà nella City Walk, un meraviglioso complesso di intrattenimenti serali con numerosi locali e ristornati caratteristici. Ci avviamo all’immenso parcheggio e, recuperata l’auto, ci avviamo verso Kissimee fermandoci a mangiare un boccone da Denny’s.

1 GENNAIO 2004, GIOVEDI’ La colazione dell’albergo è veramente orribile, addirittura con merendine confezionate, forse la peggiore di tutte. Non ci perdiamo d’animo e, saldato il conto dell’hotel (60 dollari) , ci presentiamo all’ingresso di Epcot non appena aprono le casse ma, non appena ci spara spara il prezzo ci ripensiamo in quanto 100 $ ci sembrano eccessivi. Così, mentre percorriamo per l’ennesima volta la ormai conosciuta International Drive scattando qualche foto a Pointe Orlando e a Believe it or Not, ripianifichiamo totalmente la giornata e decidiamo di visitare la downtown di Orlando. Dapprima passeggiamo in Church Street Station, il principale complesso di intrattenimenti serali di Orlando ricavato da due edifici storici ristrutturati quali un albergo in rovina e un deposito ferroviario. Ci spostiamo poi a Lake Eola Park ed infine a Leu Gardens, dove è possibile visitare una bella dimora restaurata di inizio Novecento.

Consumiamo un ottimo pranzetto da Sweet Tomatoes, dopodiché ci spostiamo verso la Space Coast facendo tappa al Kennedy Space Center prima ed a Cocoa Villane dopo. Quest’ultimo non è altro che un graziosissimo agglomerato in stile vittoriano con negozi tipici e ristorantini nei quali è possibile gustare il pesce. Per la notte scegliamo il Motel 8 di Fort Pierce ($ 54 senza colazione), gestito da una famiglia di indiani che non parlano neppure l’inglese. La camera è discreta e perlomeno pulita. Cena da Sonny’s e giro a piedi sul molo.

2 GENNAIO 2004, VENERDI’ Stamattina colazione da Donkin’s Donut’s con te, muffins e ciambelle poiché la formula del Motel 8 non prevede la colazione (dopo l’esperienza negativa di ieri forse è stato meglio così).

Ci mettiamo subito in viaggio in direzione di Palm Beach.Facendo il nostro ingresso in città dal maestoso Royal Palm Way. In Coconut Row fotografiamo Whiteall, la dimora di Henry Morrison Flagler, ovvero l’uomo che creò Palm Beach portando la ferrovia nel sud della Florida. Proseguendo per Coconut Row arriviamo alla Royal Poinciana Plaza, piena di bei negozi di lusso. Infine percorriamo in macchina tutta la Lake Way che corre parallela alla Palm Beach Bicyicle Trail, ovvero una splendida pista ciclabile lunga 8 chilometri che costeggia alcune tra le più lussuose dimore della contea. Qui si respirano a pieni polmoni ricchezza, benessere e l’inconfondibile profumo dei dollaroni americani ! Pigliamo l’autostrada per raggiungere Fort Lauderdale. Dopo un discreto pranzetto da Danny’s ci concediamo una rilassante passeggiata sul lungomare di questa graziosa località turistica con spiagge enormi simili a quelle della vicina Miami.

Si è fatto tardi e ci rimettiamo in viaggio per raggiungere Miami dove trascorreremo l’ultima notte prima della tanto sospirata avventura alle Bahamas.

Decidiamo di dormire al Days Inn ($ 61 senza colazione)che si trova proprio in prossimità dell’aeroporto per evitare eventuali giri a vuoto domani mattina quando dovremo riconsegnare la Saturn all’autonoleggio dell’aeroporto. La scelta dell’hotel non è certo delle migliori, non tanto per l’albergo in sé, quanto piuttosto per la terribile zona nella quale è situato. Dopo la doccia usciamo per cenare e fare benzina e per la prima volta ci rendiamo effettivamente conto dello squallore e della malavita che regnano nella periferia di questa grande città, basti pensare che la cassiera della stazione di servizio è costretta a lavorare in un bunker blindato con uno spazio a disposizione inferiore al metro quadrato ! Ceniamo all’ IHOP (International House of Pancake),l’unico locale aperto nel quale stanno cenando altri turisti come noi, dopodiché scappiamo in albergo. Qui si conclude la nostra avventura “fai da te “. Domani infatti partiremo per le Bahamas dove ci aspettano due giorni di relax su una meravigliosa spiaggia caraibica. A chi desidera conoscere il seguito consigliamo di consultare il sito di Turisti per Caso alla voce “Indimenticabili Bahamas!”.

Laura & Stefano



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