Firenze da giotto a pinocchio
Alle 8 saliamo sul treno, lasciamo liberi i bambini di mettersi nei posti a loro piacere. Quasi tutti sono riusciti a sedersi vicino ai compagni preferiti. Rimangono un po’ spiazzati solo due. Quando il treno si muove, alle 8 e 26 , si muove anche una lacrima sul viso di M. Che il papà, salutandolo, vede. Non vede invece che pochi minuti dopo ride e scherza. E’ sempre così nelle gite! Ma questa non è una semplice gita, è un viaggio di tre giorni? E’ proprio vero che stiamo andando in viaggio verso Firenze con 43 bambini? Tra noi insegnanti ci guardiamo in faccia quasi a domandarci increduli “Che cosa stiamo facendo?” Ci mostriamo sicuri, ma io, ogni tanto faccio scorrere nella mente tutte le possibili difficoltà e imprevisti che potrebbero succedere e li esterno solo in parte ipotizzando le possibili soluzioni. Le mie colleghe sono più brave ad esprimere sicurezza e determinazione. Pranzo al sacco. Qualcuno estrae contenitori con pastasciutte e insalatone. Fra tre giorni scopriremo che in qualche zaino si è sparsa una parte di questo cibo semisolido, ma per adesso tutto è OK. Il tempo scorre abbastanza rapido per tutti. Solo S. Mi dice che pensava di rimanere meno tempo sul treno. Alcuni sono tranquilli o pensierosi, altri chiacchierano, scherzano e ridono sempre di più, man mano che ci avviciniamo alla meta. Una ragazza inglese protesta per il chiasso, non riesce a dormire (!) Alle 13 e 21 arriviamo puntuali a Firenze. Già all’interno della stazione di S. Maria Novella incontriamo subito l’autista del pullman che abbiamo prenotato. Calcoliamo insieme a lui i tempi e i modi dei trasferimenti e decidiamo di lasciare gli zaini sul pullman e ci dirigiamo a piedi verso il centro. Dopo qualche ora di treno non c’è niente di meglio di una camminata. Alle due siamo già sotto il campanile di Giotto. Non avevamo previsto di salirci già oggi, appena arrivati. Ma perché no ? Salgono tutti, tranne tre, che non se la sentono e oggi è meglio non insistere. Scelgo di rimanere con loro che mi accompagnano in via del Proconsolo a prenotare il pranzo di dopodomani. Li vedo un po’ frustrati perché gli altri adesso sono lassù e per compensarli li porto davanti alla casa di Dante: sono contenti di vedere una cosa che gli altri non hanno visto. Prima delle 15 tutti sono scesi dal campanile e ci incamminiamo per via dei Calzaiuoli verso piazza della Signoria (solo una breve occhiata, ci ritorneremo venerdì) e quindi verso Ponte Vecchio: nessuno rinuncia ad una foto di qua e una di là del ponte tra la folla di turisti. La meta adesso è Palazzo Pitti. Corro a prendere i biglietti per il Giardino di Boboli. All’ingresso, fila per i controlli con i metaldetector. Riposo di un quarto d’ora, per usufruire dei servizi igienici, nel cortile del Palazzo. La famosa Pinacoteca la visiteranno quando saranno grandi. Alle 15 e 45 entra a Boboli la V D, poco dopo la V C. Ci incontriamo davanti alla grotta del Buontalenti. Non vogliono farci entrare, per i gruppi scolastici la visita è proibita in quanto l’ambiente è delicato. Insisto: -Sono bambini educati, promettiamo che entreranno in fila indiana e non toccheranno nulla. La custode dopo molte insistenze cede ed entriamo tutti in fila indiana. Alcuni, uscendo si fermano a vedere la fontana del Bacchino, il nano sulla tartaruga. E’ il primo di una serie di nudi che incontreremo. Ho spiegato da giorni che … Risaliamo: la vasca delle Terme di Caracalla, l’obelisco, l’anfiteatro naturale.Cerco di spiegare il valore del giardino … Ci arrampichiamo fino alla fontana del Nettuno: merenda e libertà (vigilata) per venti minuti. Alcuni sono un po’ stanchi, altri sono ansiosi di proseguire il percorso. Ci viene il dubbio che ritornare per le 18 e 30 al piazzale della stazione, come concordato, sia troppo faticoso. Tentiamo di modificare il programma. Telefoniamo all’ autista che acconsente di venirci a prendere all’uscita di Piazza Porta Romana. Così saliamo rilassati al giardino più alto per le scale a tenaglia. In cima qualche bambino emette qualche ooooh di meraviglia. In effetti è uno dei momenti topici del viaggio…Attorno alla fontana delle scimmie facciamo le fotografie. Qualcuno annusa i fiori delle aiuole, altri si fermano a guardare il paesaggio. Il cielo è terso. Non dico che nella palazzina sullo sfondo c’è il museo delle porcellane. E’ già tutto bello così.
Scendiamo per il Viottolone fino alla fontana dei quattro fiumi. Sosta. Altra sosta sul largo prato vicino. Godiamo tutti del luogo e dell’ora bellissimi. Anch’io questa volta scopro parti di Boboli che non conoscevo o non apprezzavo a fondo.
L’ autista è puntualissimo a Porta Romana, il traffico intenso. Arriviamo all’ Ostello di Villa Camerata alle 18 e 45. La compilazione dei moduli e la consegna delle chiavi delle camere rende impazienti i bambini, che intanto ammirano nel grande atrio di Villa Camerata le belle decorazioni. Finalmente ad ognuno è stato assegnato il suo letto, già come concordato da giorni (la formazione dei gruppi di 6 e di 8 è stata forse la parte più impegnativa nell’organizzazione del viaggio). Ritirano le lenzuola e le federe e chi entusiasta, chi rassegnato, si fanno il letto da soli. Verso le 19 e 30 andiamo a cena. In fila ognuno prende il vassoio. Dopo cena tutti usciamo nel giardino e a turno si va a telefonare ai genitori. I più disinvolti si mettono a giocare a freesby con un gruppo di ragazzi grandi.
Alle 9 e 30 cominciamo a prepararci per la notte. Le femmine, più fortunate, hanno i servizi e le docce sullo stesso corridoio. I maschi per fare la doccia devono essere accompagnati da me al primo piano. Salgono già spogliati, avvolti nell’ asciugamano, ciabattando. A m. Cade l’asciugamano a metà corridoio e rimane nudo e imbarazzato. Impossibile non ridere.
GIOVEDI’ 25 MAGGIO 2006 I maschi delle camere 12 e 13 e subito dopo quelli della 8 sono svegli prima delle sei. Subito dopo cominciano a lavarsi e prepararsi. Nonostante abbia vegliato per buona parte della notte per assicurarmi che tutto fosse a posto, sono felice di trovare, in un viaggio, qualcuno che si sveglia alla mia stessa ora e che mi fa sentire subito utile.
Dalla camera 13 proviene una puzza insopportabile che investe tutto il corridoio. Eppure sono quelli che si sono lavati di più. – Sono le scarpe di … ! – mi dicono. – Il pullman della SITA dovrebbe essere qui alle 8 e 30. Siamo tutti pronti. Arriva con 15 minuti di ritardo e altri 15 li perde per fare la manovra. Il traffico è intenso alla periferia di Firenze e così arriviamo a Collodi solo dopo le 10 e ci fiondiamo subito nel Parco di Pinocchio. Merenda sotto gli alberi, sui tavoli vicini alla Piazzetta dei Mosaici: bel momento. Tratto con un’incaricata per prenotare l’attività di pittura su cavalletto. Non è possibile fissare un’ora, bisogna solo attendere, ma ci sono già due gruppi prima di noi! Rinunciamo. Di solito i miei alunni in questi casi protestano con forza, stranamente rinunciano senza discussioni e così iniziamo il percorso del parco. Ovviamente tutti passano sotto le gambe del Carabiniere di bronzo, poco oltre c’è il grillo, la casina della fata. La vista del percorso è nascosta dalla vegetazione e avanziamo sperando in nuove sorprese; luoghi e personaggi del Libro si succedono ad ogni curva: il gatto e la volpe , la fata bambina, la lumaca, l’albero degli zecchini. Quando saranno più grandi scopriranno da soli che a creare queste opere sono stati grandi artisti come E. Greco e P. Consagra e che anche le piante sono state selezionate in base a richiami simbolici e al loro profumo. M. E M. Si avvinghiano al serpente che emette il fumo, V. , g. E V. Si soffermano sulla collina della Fata Grande da cui si può vedere il paese, la “cascata di case” sospese sopra la grande Villa. Sarebbe stato bello fare una lunga passeggiata anche lassù … un’altra volta (?!) Non riusciamo a rimanere in gruppo, ma ci riuniamo di nuovo nel grande pescecane per le foto di rito. Corse in libertà nel labirinto. –Troppo facile ! – gridano. Telefono all’Osteria del Gambero Rosso, ho prenotato un mese fa. Ci chiedono di essere lì alle 12 (!) Arriviamo poco dopo. Anche questo ambiente progettato da Michelucci è interessante :la particolare inclinatura della copertura è una rivisitazione della tipica casa colonica toscana, ma noi aspettiamo con ansia le pennette al pomodoro e l’arista al rosmarino. – Dovrebbe esserci un menu così anche nella mensa della scuola! I servizi igienici del Ristorante sono usatissimi. Tutto OK.
Alle 13 e 15 entriamo nel giardino di Villa Garzoni. E’ la “Settimana dell’Agrumata”: le aiuole sono decorate con pompelmi e limoni, il portone d’ingresso è rivestito d’arance. La guida che ci accompagna è simpatica . Nonostante il caldo e l’ora, il momento degli spruzzi d’acqua nella grotta è magico. I bambini trovano curiosi i “bagnetti” in cima, i gruppi di statue, i cigni. Fa caldo!! Sotto un sole cocente, all’uscita dal giardino, assaltiamo i chioschi dei souvenir. Qualcuno compera un pinocchio di legno, chi il freesby come quello con cui ha giocato all’ ostello la sera prima.
Alle 14 e 40 siamo di nuovo tutti insieme sul pullman; si va a Pisa! Con il microfono del pullman cerco di dare qualche informazione “ … Se questa mattina abbiamo visto il Campo dei miracoli di Pinocchio, adesso andremo nella Piazza dei Miracoli … Con il tesoro dei pirati saraceni i Pisani hanno potuto costruire … Vengono da tutto il mondo a vedere … Stiamo percorrendo una strada storica … I filari di alberi … Ecco la discesa a Pisa sono luoghi descritti dal più grande scrittore Italiano … Ecco laggiù la Torre “… – Sìììììììììì In pochi minuti siamo nel centro, a fianco delle mura. So che l’autista non potrebbe fermarsi lì, gentilmente lo fa e in cinque minuti siamo davanti alla Torre “ Non immaginavo fosse così grande !” “Pende veramente” Ci sistemiamo sul prato circondati dagli assoluti capolavori del Romanico e da orrende baracchette di souvenir, tra la Torre di Pisa… vera, illuminata da un nitido sole di maggio e un enorme modellino in gesso che L. Porta trionfante. Entreremo prima nel Battistero. Chiedo al bigliettaio se possiamo sentire l’eco che può produrre la cupola. Il tizio,che ci vede entrare in tanti e che teme in una caciara incontenibile ci promette che se stiamo in silenzio ce lo farà sentire. I vocalizzi dell’ uomo sono superiori alle attese e tutti alla fine applaudiamo fragorosamente. Saliamo sulla balaustra per la stretta scala di pietra. I bambini notano che da sopra l’ edificio appare più grande. Il pulpito di A. Pisano ? Solo qualche accenno, non posso mettermi a fare lezioni di storia dell’ arte, ci vuole qualche curiosità … All’uscita dal battistero racconto la storiella della colonnina che ha un colore diverso dalle altre. -Chi esprime un desiderio mentre la guarda verrà esaudito. Per qualche minuto li vedo assorti ma pochi raccontano quello che hanno pensato. Entriamo nella cattedrale: sanno delle colonne monolitiche, del pulpito, del lampadario di Galilei, del mosaico dell’abside. Ma penso sia la luminosità dell’interno a colpirli. Ci sediamo un po’ in ammirazione.
Corsa con i “bisognosi” verso i provvidenziali servizi igienici situati sul fianco sinistro della Cattedrale. E’ venuto il momento di tornare. Ci aspetta ora una lunga camminata, forse la più noiosa del viaggio, per andare fino al parcheggio del pullman. Mi scappa una sgridata a V., che è sempre così perfetta e che ora non è perfettamente in fila su questa strada pericolosa. Mi mordo le labbra. Ho dovuto essere molto duro anche con M., non tanto per quello che ha fatto, ma per prevenire quello che potrebbe fare. Spero che mi capisca. Siamo cotti, è stata una giornata intensa. Dobbiamo rientrare a Firenze, in alcuni tratti della strada il traffico è intenso e rallentato, il giovane autista guida nervosamente, come se fosse su una macchina sportiva, invece ha solo un pullman carico di bambini. Cerco di rilassarlo. A. E G. Si esibiscono al microfono, cantando canzoni triestine. Il paesaggio è molto bello ma mi trattengo dal segnalare “Guardate a sinistra la città di Pistoia, come si vedono bene i monumenti del centro…” No, molti bambini chiacchierano fra loro ed è meglio lasciarli così. Sento dietro di me tre della V C che dicono ” Facciamo il gioco delle domande intime?” Forse non sanno che sento. Sono intime e imbarazzanti anche le risposte “Ti immagini se avremo un figlio io e … Avrà la mia bellezza e la sua intelligenza” “Ma se avrà la tua intelligenza sarà grave… Che cosa ti piace di più di … ?” – Cavolo! – mi dico – ma non sono i discorsini che si fanno le medie e anche dopo? E li chiamiamo ancora bambini! Queste frasi sono almeno esplicite, espresse e i miei della V D con tutte quelle mezze parole, sguardi, occhiate, accenni, soprattutto delle femmine più sensibili ed emotive ?!… È come stare sull’orlo di un vulcano, di molti vulcani. Quanto poco, seppur attenti, riusciamo ormai a percepire! Non è più tempo di pensieri, alle 19.30 siamo all’ostello, ci si lava le mani e si cena. Dopo la pasta ci sono a scelta wurstel o rosbeef. Quasi tutti optano per i wurstel e gli ultimi cinque devono accontentarsi del rosbeef. Uno schifo! Non è giusto, pagheremo di meno! Dopo cena le telefonate; ci sono cinque cabine funzionanti. Anch’io telefono a casa. Mentre faccio il numero capto qualche battuta: i souvenir … Il pranzo … Sì, sì, mi sono cambiato le calze … – Farabutto! – penso ridendo – e non dici niente delle meraviglie che hai visto? … La serata passata più serenamente rispetto a ieri … Alle nove raggruppiamo tutti i bambini nel salone dell’ Ostello, c’è una comunicazione molto importante ! Tutti si chiedono che cosa succederà. E’ il compleanno di A.L. E C.H.! Pitti ha mobilitato mezza Firenze per far arrivare la torta. Possono rimanere in giardino quasi fino alle dieci, ma più di qualcuno chiede di andare a letto prima… Stanchezza … Questa sera sembrano più rilassati. Siamo tutti nelle camere. M. Teme di non riuscire a dormire, per rilassarlo gli prometto una pastiglia, mi confessa infatti che la mamma a volte gliene da una quando fatica ad addormentarsi. Se gli do una pastiglia di camomilla, mi dico, non può avere controindicazioni. Subito però altri quattro, che hanno sentito, ne vogliono una anche loro. Non parlo più di pastiglie. L’indomani mattina Marco dice di aver dormito, gli altri sono convinti che io gli abbia propinato un sonnifero. – Come e quando lo avrei dato? – Chiedo. -Con una siringa o mentre dormiva – mi rispondono. (!) Rido.
26.05.06 Solida levataccia… Colazione… Lasceremo l’Ostello. Spiego i passaggi: piegare le coperte, togliere la federa, appallottolarla con le lenzuola e portare tutto nel cesto dell’atrio, portare lo zaino nella sala sotterranea … I tempi sono buoni.
Alle 8.40 noi della quinta D lasciamo l’ostello. Poco dopo saluta l’ostello anche la V C. Scendiamo lungo lo stretto viale alberato, il selciato è a pezzi, ma il paesaggio e le colline intorno sono stupende. Arriviamo in viale Righi e ci infiliamo subito nell’autobus numero 17 che ci porta in centro. Alle 9.15 scendiamo dal bus a pochi metri da Santa Maria del Fiore. Nell’atrio di un negozio raggruppiamo tutti gli alunni , mentre li contiamo uno strano tipo insiste per volere uno dei nostri berretti, lo allontano in malo modo. Alle 9.25 siamo in fila per la salita alla cupola, non ci sono molte persone, l’attesa è di soli quindici minuti. Tutti devono salire !, eventualmente qualcuno verrà aiutato. Incito D. Chi soffre di vertigini e prometto a M. Di tirarlo in caso di stanchezza. Con passo lento e costante saliamo. Mi preoccupo tanto per loro, ma io ce la farò? Percepiscono che stiamo per raggiungere la metà principale del viaggio, sanno che è la cupola del Brunelleschi l’impresa più difficile, il solito chiacchiericcio si smorza, rimangono poche parole, le minime che servono per sfogare la preoccupazione e l’emozione. E lo percepisco anch’io che questo è un momento significativo, rituale. Non è solo il giro di giostra di turisti distratti. Questi sono bambini consapevoli che coronano in modo originale e solenne gli anni trascorsi insieme. Cinque anni di intensa vita in comune hanno un suggello formidabile! Ci fermiamo assorti a guardare giù e come mi succede quando sono in cima ai monti anche qui faccio scorrere nella mente i momenti belli e quelli brutti della mia vita, a quante cupole ho dovuto scalare e quelle ancora più alte che probabilmente dovrò affrontare. Penso a questo mio mestiere così particolare, che mi ha dato tante preoccupazioni, ma anche momenti indimenticabili come questo … Scendiamo, sono le 10.30, facciamo una sosta, seduti sugli scalini di Santa Maria del Fiore, poi ci incamminiamo verso piazza della Signoria e ci prepariamo ad entrare agli Uffizi. Nell’attesa ci intrattiene un mimo, che imita Dante, momento simpatico.
Ho preparato nei giorni scorsi gli alunni perché possano apprezzare una decina d’opere…Uno dei primi quadri su cui ci soffermiamo è l’ Adorazione dei magi di Gentile da Fabriano . “ Ecco la Primavera !” grida qualcuno, ma del Botticelli C. E V. Apprezzano di più il bel viso della Madonna della Melagrana. “Quelli sono gli angeli dipinti da Leonardo sul quadro del suo maestro Verrochio ! … Pensavo che il quadro fosse più grande …” , Ecco i personaggi che abbiamo utilizzato un mese fa per elaborarli al computer e sostituirli con le nostre facce ! Eleonora da Toledo del Bronzino è E. ! Il condottiero del Giorgione è A., N. Si è sostituito alla Medusa di Caravaggio !…Qualcuno ora è stanco. Lasciamo che facciano una sosta seduti sul pavimento del secondo corridoio. Tutti i dubbi e gli scrupoli sulla visita agli Uffizi ora ovviamente mi ritornano. Chiederò a loro in futuro se questa visita è stata opportuna. Sulla terrazza sopra la Loggia dei Lanzi si divertono a giocare con le mani nell’acqua della fontana.
Alla mezza con la nostra classe siamo alla trattoria “Gusto Leo”, chi sceglie una pizza, chi una pasta. All’una la VD prende i nostri tavoli, proprio come avevamo concordato.
Dobbiamo acquistare la “cena” da mangiare questa sera sul treno. I bambini possono scegliere tra le focacce tipiche nella “Cantinetta dei Terrazzano” in via dei Tavolini e i panini del chiosco “L’Antico Trippaio” di via Dante ( ho già sperimentato proprio qui qualche mese fa il panino al lampredotto, che ai bambini però non posso consigliare). Affondando panini e focacce negli zainetti camminiamo sul lungarno, chi alla ricerca di nuovi scorci del centro di Firenze, chi affannosamente alla ricerca dell’ ultimo souvenir. Il posto ideale per tutti diventa la loggia del Mercato Nuovo, qualcuno si fa fotografare con il cinghiale, ma il rito del ricordino prevale e molti sanno spendere con molta attenzione gli ultimi euro rimasti.
Passiamo davanti ai Palazzo Davanzati e Strozzi, all’ Albergo Porta Rossa, del 1300, il più antico di Firenze. Spiego ancora , ma con meno convinzione, a sentirmi ormai sono solo i tre o quattro più vicini.
Siamo in Piazza Santa Maria Novella : aspetto che con sorpresa qualcuno mi dica : – Ma è la facciata della Chiesa di cui abbiamo disegnato la simmetria qualche giorno fa! Ma proprio la facciata è in restauro ! Che delusione! Speravo di accompagnarli anche qui dentro, non tanto per i capolavori assoluti di Giotto e del Masaccio, quanto piuttosto per gli affreschi del transetto con storie suggestive anche per un bambino. Ma è tardi e la capacità di attenzione è “in riserva” … Ci fermiamo sul fianco della Chiesa per riunirci alla V C .. Eccoli ! …Siamo alla fine del viaggio, sono stanco …E mi lancio in un’ invettiva contro due furbastre che , dietro un banchetto, con la solita scusa delle firme “per i poveri ragazzi drogati” riescono a sfilare dei soldi ai turisti stranieri … che cosa sto facendo ? davanti agli alunni … I quali … applaudono (?!) Devo riprendere le forze e la concentrazione … Teniamo duro fino alla fine! …Con il lungo tunnel pedonale che passa sotto il piazzale entriamo nella stazione. E’ molto affollata. Vado a comperare dell’acqua per due che per risparmiare (?) non l’hanno presa. Ci accampiamo nell’ atrio molto affollato. Aspetto con ansia che arrivino i nostri bagagli, che devono essere trasferiti dall’ostello. Ci sono finalmente !! Manca poco all’ arrivo del nostro treno, ma non si sa fino all’ultimo momento su che binario giungerà …Finalmente … i carrelli con i nostri bagagli ci seguono … Confusione nel trovare il proprio zaino .. Saliamo … Ma dall’altoparlante captiamo che il nostro treno è guasto e bisogna salire su un altro che lo sostituisce su un altro marciapiede ! Risolviamo anche questo momento di confusione senza grandi problemi. Finalmente si ritorna. Tra noi insegnanti ci scambiamo qualche messaggio di soddisfazione. Un viaggio così è stato possibile grazie al senso di responsabilità degli alunni e all’educazione ricevuta dai loro genitori, ma anche per la disponibilità e la capacità delle insegnanti, intraprendenti, sensibili e decise. Siamo un team ben assortito e , perchè no, ne siamo orgogliosi. A Mestre c’è la coincidenza alle 19 e 40, ma il treno accumula del ritardo ! Qualche bambino spera di perdere la coincidenza per prolungare il viaggio fin oltre la mezzanotte! La signora … la fortuna fa in modo che il treno proveniente da Milano ci aspetti. Possiamo così essere a Trieste puntuali alle 21 e 30. I genitori chiedono “Come è andato il viaggio?” Rispondo – Bene. E’ un milionesimo di quello che, teso e commosso, vorrei dire.
Rosario Formica rosaberth@tin.It