Finnmark on the road

04/07/06 Destinazione Helsinki. Partenza per la Finlandia con volo diretto Pisa-Helsinki. Sarà un viaggio on the road con l’unica certezza che staremo ad Helsinki due giorni e poi voleremo a Rovaniemi. Da lì decideremo dove andare ( naturalmente le mete certe sono Babbo Natale e Caponord il resto si vedrà ). I biglietti acquistati su...
Scritto da: topinetti
finnmark on the road
Partenza il: 04/07/2006
Ritorno il: 14/07/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
04/07/06 Destinazione Helsinki. Partenza per la Finlandia con volo diretto Pisa-Helsinki. Sarà un viaggio on the road con l’unica certezza che staremo ad Helsinki due giorni e poi voleremo a Rovaniemi. Da lì decideremo dove andare ( naturalmente le mete certe sono Babbo Natale e Caponord il resto si vedrà ). I biglietti acquistati su internet sul sito Finnair ( la compagnia di bandiera finlandese ) mi sono arrivati in 4 giorni dalla Germania. Il volo parte in orario, le h.19.00. Siamo in tre : io, mia sorella Giovanna e la mia collega Grazia. Arriviamo all’aereoporto di Vantaa dopo circa tre ore di volo alle 23.15 ora locale ( la Finlandia è un’ora avanti all’Italia ) e dalle prime vedute aeree abbiamo un assaggio di quello che accompagnerà il nostro itinerario per 10 giorni: la luce, le foreste, l’acqua. Chiediamo all’ufficio informazioni dov’è la piazzola dove dovrebbe passare lo shuttle bus del nostro albergo ( il Confort Hotel Pilotti distante solo 3,5 Km ). L’Hotel è nella media degli alberghi situati nei pressi delle aerostazioni: camere piccole, bagni ancora più microscopici ma funzionali. Già dall’albergo abbiamo notato subito che i Finlandesi non sono abituati ad aprire le finestre ( che sono spesso apribili solo in piccola parte ) e questo rende la piccola cameretta una discreta fornace! La domanda sorge spontanea : – Siamo al nord o non ci siamo mosse dai 34 °C di Pisa? – L’iniziale giudizio mediocre dell’Hotel Pilotti si risolleverà dopo la colazione e la cena del giorno successivo. Andiamo a letto verso le h. 00.30 con una luce che da noi durante l’estate vediamo alle 21.00 . 05/07/06 Giro della regione dei laghi Ci butta giù dal letto Grazia tutta pimpante: – Sveglia! Sono quasi le h.09.00 dobbiamo fare un bel giro!- Ci alziamo di fretta, il tempo è soleggiato e sembra effettivamente quasi tardi per la giornata impegnativa che ci aspetta. Dopo qualche minuto mia sorella ci fa notare che possiamo fare con calma dato che sono le 5.00 di mattina e non le 9.00. Incredibile ! il sole è altissimo, la luce è come alle 10.00 dalle nostre parti. Bè, ormai siamo sveglie e decidiamo di prepararci anche perché l’albergo serve le colazioni a partire dalle 4.00 della mattina. La colazione è molto abbondante, c’è un’ampia scelta tra dolce e salato: marmellate di fragole, lamponi, mirtilli, bacca artica ( una specie di mora gialla che cresce abbondante da queste parti )pane integrale, di segale, formaggi, aringhe, cetrioli ( digeribilissimi!), polpettine ( eccellenti) e la famigerata riisipirakka ( una specie di crostatina leggermente salata fatta con farina di avena e riso cotto nel latte che i finlandesi mangiano con l’uovo strapazzato ) una vera squisitezza, tanto che ho cercato la ricetta e penso che me le farò. Partiamo verso l’aereoporto per noleggiare un’auto. Prendiamo alla Budget ( la compagnia che ci è sembrata più economica ) una Yaris nuova rossa fiammante. Dalla documentazione che mi sono procurata su internet sembrerebbero appetibili due itinerari: la cittadina di Porvoo ed il giro della regione dei grandi laghi. Certo è un bel giro circa 600 Km ma l’entusiasmo del primo giorno ci fa fare il passo molto lungo…. Ci dirigiamo verso Porvoo e già attraversiamo Km e Km di foreste e di campi gialli di colza in fiore. Arriviamo a Porvoo, un delizioso paesino con le casette di legno sulle sponde del fiume. Giriamo il centro storico in un’oretta. Ripartiamo per il lago Saimaa. L’itinerario scelto( da Porvoo-Kotka-Luumaki-Lappeenranta-Imatra-Puumala-Mikkeli-Lahti-Vantaa )si rivela lungo e monotono ( foreste e foreste bellissime che dopo un po’ annoiano!). Dopo circa 300 Km cominciamo a vedere quello che speravamo : grandi distese di acqua quasi sul ciglio della strada con panorama suggestivo. Ci fermiamo per qualche foto e …primo sudorino freddo! La macchina non dà segno di vita! Morta! E ora che facciamo? Siamo in mezzo alla foresta, il traffico non è così abbondante, anche volendo chiedere soccorso a chi telefoniamo? Calma! Il numero dell’emergenza è nella brochure consegnataci con l’auto per cui se dovesse dirci male… Prima di chiedere aiuto vediamo se riparte… Uno, due, tre tentativi a vuoto! E ora? Riprovo intrepida!! Eureka!! Si è accesa! Iniziano le congetture di scienza meccanica: forse l’auto prima di partire deve fare una specie di check… ( ma quando mai ???) Comunque è ripartita! Riprendiamo il viaggio; sosta a Puumala sul lago Saimaa, un paesino dal quale partono escursioni in battello lungo il lago che probabilmente sono molto più divertenti dei 600 Km che ci siamo macinati noi alla fine della giornata vedendo solo qualche lago e tanta, tanta foresta! Il paesaggio del rientro a Vantaa è leggermente migliore ma non troppo: un po’ più di panorami facilmente visibili dalla strada. Sulla nostra guida ( la Routard rivelatasi ottima ) c’era consigliato di cercare un ristorante a partire dalle 18.30 perché i finlandesi cominciano a cenare ( sigh) a quell’ora anche d’estate quando il sole è ancora una palla di fuoco nel cielo! Ci fermiamo a Lahti verso le 19.00 ( anche se sembra di andare a fare la merenda delle 17.00!) Città anonima e con quasi tutti i negozi rigorosamente già chiusi. Solo alcuni ristoranti ( pochi )sono aperti. Temendo di saltare la cena, visto che è dalla colazione che non mangiamo, ci diamo da fare. Purtroppo l’unico locale tra quelli aperti è un ristorante messicano nel quale entriamo e come sempre, nonostante il sole, la temperatura tiepida e la bellissima giornata, non è aperta neanche una finestra per far entrare tutta quella luce! Abbiamo comunque mangiato bene. Il costo della vita in Finlandia è simile al nostro, evidentemente l’euro ha uniformato un po’ tutta l’Europa. Prima di tornare in hotel facciamo un giro di ricognizione a Helsinki e ci arriviamo intorno a mezzanotte. La città è immersa in questo chiarore irreale, ci sono molti turisti nella zona centrale ma tutto il resto è pressoché deserto in confronto alle nostre affollatissime città. Verso l’1.30 decidiamo di tornare in albergo con un po’ di tristezza perché andare a letto con questa luce è un vero peccato ma la stanchezza è tanta e domani si ricomincia. 06/07/06 In giro per Helsinki Ci alziamo verso le 7.00. Impossibile dormire oltre; c’è troppa luce che invita a vivere ogni piccolo istante delle 24 h. In effetti comincio a capire perché dicono che in nord Europa si soffra di insonnia… Andiamo in centro e parcheggiamo in un parcheggio sotterraneo che ci costerà per 8 ore come per 24 ( ben 27 € ! ) e via verso le Esplanadi, le vie dello shopping e del passeggio. Sulla via c’è l’ufficio turistico ( www.helsinkiexpert.fi ) utilissimo per prenotare tutto online. Acquistiamo la Helsinki card valida per 1 giorno ( 29 € ) che ci permetterà l’accesso a tutti i musei, il giro in bus (sightseeing tour del valore di 23€), il biglietto per il battello a Suomelinna. Saliamo sul bus che ci porta nei luoghi salienti della città: il grande porto turistico e commerciale, il monumento a Sibelius ( musicista finlandese ), la chiesa scavata nella roccia (Temppeliaukio) dove al nostro arrivo si sta tenendo un concerto per pianoforte suonato ( benissimo ) da una studentessa del vicino conservatorio. Passiamo davanti al parlamento, le cattedrali luterana bianca) e ortodossa (rossa mattone), la casa Finlandia progettata dall’architetto Alvar Alto (che scopriremo in seguito ha progettato mezza Finlandia!) Il giro dopo circa 1ora e mezza finisce e andiamo verso il Kuappatori. Inizia il vortice dei souvenir. Mangiamo dell’ottimo pesce fritto (acciughe,salmone,trota e per la prima volta la renna!) verdure e patate. Tutto molto buono ed economico. Andiamo verso il battello che ci porterà alla fortezza di Suomelinna ( patrimonio dell’umanità decretato dall’Unesco ).Giunte dopo circa 10 minuti, sbarchiamo e giriamo per la fortezza entrando in alcuni musei ( non in tutti!) dell’isola. Delizioso quello delle bambole che si trova presso uno dei caffè .Vediamo cannoni,antiche galere con finestrelle piccolissime ( che abbiano imparato lì i finlandesi a stare ben chiusi? No, è il freddo che li frega…) muri molto spessi, giardini ben curati. Torniamo in città verso le 16.30 e andiamo nell’anima della città: il“ mercato coperto “. Si trova accanto al molo di attracco del battello. Ci sono panifici (interessantissimi!) macellerie, pizzicherie, pescherie. Mentre sto riprendendo con la video camera tutto questo ben di Dio, intravedo in alto sopra una pizzicheria una bandiera Italiana ed una maglia azzurra con su scritto Totti. La cosa “mi puzza”. Il negozio appartiene come ovvio ad un signore catanese che vive ad Helsinki da 35 anni! Dopo un po’ di chiacchiere salutiamo e torniamo in albergo a rinfrescarci, cenare per poi tornare dopo a fare due passi. Naturalmente la cena è squisita, a base di salmone fritto, tortino di patate aromatizzate con spezie varie, e una salsa che non so a base di cosa fosse ma era speciale! Verso le 23 torniamo a Helsinki, passeggiamo per il centro, cerchiamo l’Artic Ice bar dove dicono si possa bere un drink a -5 gradi per tutto l’arco dell’anno. Purtroppo non lo troviamo. La vita notturna estiva è piuttosto vivace, molti bar affollati di giovani dove suonano musica dal vivo . Bevono un po’ troppi alcolici anche se la vendita di quest’ultimi è permessa solo in alcuni negozi appositi chiamati Alk (non nei supermercati) e l’accesso ai negozi suddetti e ai locali notturni sembra sia concesso solo ai maggiorenni come si deduce a vedere gli “omoni “ grandi e grossi che controllano i documenti all’entrata dei locali ( che siano tutti così perfetti ? Beh, si è fatta mezzanotte e mezza e domani mattina l’aereo per Rovaniemi parte alle 07.45 e dobbiamo anche riconsegnare l’auto al noleggio, sarà meglio andare a nanna. Andiamo alla macchina fortunatamente parcheggiata sulle Esplanadi davanti all’ufficio del turismo ( la sera anche i perfetti finlandesi parcheggiano selvaggiamente e noi ovviamente li abbiamo imitati…ih..ih..ih..) Questa volta però la simpatica Yaris ci gioca lo scherzo definitivo: non parte. Nemmeno dopo ripetuti tentativi e attese del fantomatico…check.. ( che l’unico check cui avremmo dovuto assistere sarebbe stato quello dei nostri cervelli ormai in subbuglio totale per il panico.) Provo a telefonare dal mio cellulare al numero delle emergenze dell’autonoleggio. Faccio il numero con il prefisso della Finlandia ( come si deve fare solitamente) .Risponde un disco registrato (ovviamente in finlandese che mi fa dedurre che c’è qualcosa che non va nel numero. Ci riprovo. Niente. Ci riprovo senza prefisso. Senza zero. Con lo zero. Da una cabina telefonica senza moneta( è un numero verde!). Con moneta . Ci provo in tutti i modi almeno un ventina di volte. Niente. Aiuto! Intanto mia sorella e Grazia provano a far ripartire quella dannata macchina ma niente da fare. Passa gente: -Excuse me, can you speak english? Can you help me?- -No,sorry. No Inglese I’M Italian.- Sia lodato il cielo! Il richiamo della madre patria ci ha fatto chiedere aiuto a due famiglie di Macerata in vacanza in camper. Gli uomini si mettono al volante e muovono un po’ la macchina, la tentennano , la spostano su e giù finchè la stramaledetta si mette in moto. Viva l’Italia e viva gli Italiani girelloni che sono tanto utili ai loro connazionali!!! Grazie mille! VOLIAMO all’aereoporto a consegnare immediatamente l’auto e non domani mattina… Non facciamo neanche il pieno, ci verrà addebitato. Chi se ne frega! Non possiamo rischiare! Arriviamo al posto auto del noleggio, piccola marcia indietro per parcheggiarla meglio e…… si spenge! Ah no, eh, questa volta non ci freghi! Continuiamo la manovra di retromarcia ( lievemente in salita) a spinta e chi s’è visto s’è visto o per dindirindina!! Prendiamo un taxi e via all’hotel! Sono sigh circa le due e tra appena tre ore ci dovremmo alzare….. 07/07/06 Rovaniemi -Santa Claus Village- Lago di Inari Ci alziamo come automi alle 5,30 andiamo a colazione e al sonno che manca si associa anche il disappunto di non avere a quell’ora le adorate polpettine e le riisipirakka ( sigh). Ce ne facciamo una ragione, mangiamo quello che c’è e saliamo sullo shuttle bus per l’aereoporto. Il volo interno per Rovaniemi è in orario,l’aereo quasi pieno. Si parte alle 7.45 alla volta di Babbo Natale ,il circolo polare artico e l’estremo nord Europa finlandese e norvegese .Per dirla in una parola :il Finnmark. Dopo un’ora di volo si intravede un mare di verdi foreste, il tempo non è bello. Piove ed è grigio. All’aereoporto di Rovaniemi si respira aria di Natale, in mezzo al nastro trasportatore dei bagagli ci sono pupazzi di peluche che ricreano la fauna della Lapponia ( volpi bianche,renne,orsi bianchi, scoiattoli, linci, la civetta bianca). Una bella slitta con Babbo Natale ( di peluche )trainata da renne domina la sala di arrivo dell’aereoporto. E’ tutto molto carino e simpatico, mette allegria e fa tornare un po’ bambini. Andiamo a ritirare l’ auto alla Europe Car questa volta facendoci dare precise indicazioni su cosa fare qualora l’auto dovesse avere problemi (in Finlandia e in Norvegia). Saliamo su una Polo anch’esse nuova (1500 Km) e via verso la città. Ci fermiamo subito nei pressi dell’isola pedonale di Rovaniemi perché la guida Routard consigliava di comprare i souvenir nel supermercato situato proprio lì in centro. Avremmo risparmiato un bel po’ di soldi. Effettivamente i prezzi rispetto al Santa Claus Village erano assai più bassi! Andiamo poi al museo Arktikum , un bel museo dedicato all’artico,alle sue culture e alla sua natura. Per la prima volta vediamo una rappresentazione filmata dello splendido fenomeno dell’aurora boreale che si può vedere nelle giornate stellate invernali. Riprendiamo il viaggio verso il Santa Claus Village. Effettivamente è l’apoteosi del commercio e del business ma è tanto carino lo stesso! Non essendo molto ferrate in materia e non avendo figli, ci siamo dirette all’ufficio postale del villaggio da cui si possono mandare cartoline che si possono far partire a Natale. L’ufficio ( che è un ufficio postale vero ) è delizioso, le impiegate hanno tutte l’abito di Babbo Natale, prendono ordinazioni per inviare a Natale pacchi, lettere, foto con il “vecchione”. Nella stanza ci sono diversi tavolini sempre affollati di gente che scrive, un baule pieno di lettere di bambini che scrivono da tutto il mondo ( ho visto letterine dalla Cina, Usa, Giappone, Argentina! ) Una grande poltrona accanto al caminetto , ho pensato, dovrebbe accogliere Babbo Natale che però in quel momento non c’era. Che delusione! Che sia in ferie? Scopriremo solo quando torneremo a Rovaniemi per ripartire che l’ufficio di Babbo Natale è da un’altra parte. Figuriamoci se lascia un posto di lavoro che gli frutta 25 € per 5 foto formato normale, 19 € per un formato 20 cm x 30 cm e ancora più soldi per formati superiori ( una sola foto!). E’ certamente un bel business che dà lavoro a molti abitanti della capitale della Lapponia. Comunque spenderò al ritorno ( e felice di farlo ) ben 19 € per una foto con Babbo Natale ! Ce ne andiamo un po’ deluse ma torneremo e scopriremo la verità. Direzione: Sodankylä. Ci fermiamo dopo circa 123 Km in questa cittadina per visitare la Vanha kirkko (la chiesa vecchia ) datata 1689 ed una delle poche risparmiate dalla furia nazista nel 1944 che rase al suolo quasi l’intera città di Rovaniemi ( Dannati nazisti sono arrivati dappertutto!). Continuiamo per altri 162 Km di bellissimi paesaggi fatti di laghi che sembrano specchiere, alternati a foreste. La bellezza del paesaggio che è davvero mozzafiato, è forse dovuto anche al fatto che stiamo costeggiando un parco naturale che è quello di Saariselka(www.Saariselkä.fi ). Arriviamo ad Ivalo dove vorremmo fermarci a mangiare e dormire all’hotel Ivalo ( consigliato dalla Routard ) ma non hanno posto quindi andiamo un po’ più avanti al ristorante Kultahippu arredato sul tema dei cercatori d’oro. Lì mangiamo come al solito bene ( ci viene il dubbio però di essere delle ottime forchette visto che mangiamo bene dappertutto!) e soprattutto assaggiamo un dolce a base di bacca artica e un formaggio sconosciuto(deliziosi ). Naturalmente l’ora canonica della cena da quelle parti è le 18.30-19.00. Ripartiamo per Inari ed il lago omonimo. Dirigendomi verso l’auto noto ad un incrocio che siamo ad appena 303 Km da Murmansk ! Arriviamo a Inari dopo circa 40 Km di paesaggio fantastico e per la prima volta troviamo gruppetti di renne sulla strada che “passeggiano” tranquillamente , non sembrano temere le auto. Temono molto di più i versi da ebeti che siamo portati ad emettere nella loro direzione con il risultato che le vediamo darsela a gambe terrorizzate! Saranno le prime di una lunga serie. Arriviamo a Inari e cerchiamo una sistemazione presso l’Hotel Inarin Kultahovi non proprio economico ma nella media. Verifichiamo subito che ciò che dice la nostra guida circa le terribili e numerose zanzare è proprio vero. Ce ne sono migliaia e particolarmente aggressive. Meno male che avendo già letto questa notizia, avevo saccheggiato lo scaffale dei repellenti del supermercato vicino casa mia e mi ero procurata di tutto: fornellino a pile, repellente stick, repellente anche per zanzare tigri e addirittura contro le zecche! Nemmeno dovessimo andare in Botswana! L’albergo è il più decente della zona, discreto, si mangia….. naturalmente bene! Filetto di renna con peperoni e patate ( poca scelta di verdure in Finlandia ). Ci addormentiamo di schianto dato che la sera prima avevamo dormito appena tre ore e poi con tutte quelle emozioni! 08/07/06 Verso la Norvegia Il giorno dopo ci alziamo di buon ora e andiamo subito al Siida di Inari. E’ un museo appassionante, ricco e dettagliato che illustra gli aspetti della natura e cultura Sami. Visitiamo anche la parte all’aperto del museo in cui sono perfettamente conservate le capanne dove i Sami vivevano fino a non molto tempo fa. Ci rimettiamo in viaggio verso la Norvegia; Kaamanen, Karingasniemi che sulla cartina sono segnate come villaggi ma in realtà si tratta di due o tre case. Arriviamo a Karasjok ( 31° C), primo paese della Norvegia dove ci fermiamo per cambiare un po’ di denaro e mangiare una cialda con marmellata ad un caffè. Abbiamo già rimesso l’orologio un’ora indietro perché la Norvegia fa parte dello stesso meridiano dell’Italia. Riprendiamo il cammino ed il paesaggio è un po’ monotono, fatto di arbusti bassi e a perdita d’occhio. Camminiamo per circa 80 Km quando intravediamo un bel lago degno di una foto. Cerco la macchina fotografica ….non c’è, la video camera……non c’è. Come un flash accecante mi rivedo mentre appoggio entrambe sullo schienale della sedia su cui mi sono seduta al bar dove ci siamo fermate a mangiare la cialda!. Torniamo a velocità supersonica verso Karasjok con la certezza di non ritrovare niente. Il caffè è già chiuso perché è sabato pomeriggio e chiude alle 16.00. Fortunatamente due anziane signore Sami erano nel caffè ed hanno capito subito cosa cercavo ormai sull’orlo del pianto. Hanno fatto aprire il caffè con una chiave in possesso del supermercato accanto e ……la macchina fotografica e la video camera erano state messe sotto il bancone !!! Che paese di onesti !!! Riprendiamo il cammino passando ormai per la terza volta dagli stessi 80 Km ed arriviamo a Lakselv dove la strada si biforca: da una parte si va a Caponord e dall’altra verso la penisola di Nordkinn. Il tempo è grigio e Caponord potrebbe essere senza sole.. Decidiamo per un percorso alternativo e andiamo in direzione Nordkinn con l’intenzione di arrivare a Gamvik ( ancora 243 Km!) Per i primi 40 Km la strada lungo il Porsangenfjord è panoramica perché lungo la costa, poi si diradano le auto, si entra nell’interno e comincia una sorta di steppa alternata a bassi arbusti. Durante il tragitto ci coglie un breve temporale che lascia il posto al primo splendido arcobaleno ( ne vedremo degli altri bellissimi ). Giungiamo nella frazione di Ifjord verso le 18.30 e dato che il posto verso cui ci dirigiamo non è molto vicino ( 122 Km ) e sembra scarsamente popolato, mangiamo ( voto 6 cibo un po’ troppo americaneggiante) nel ristorantino mediocre di un campeggio. Camminiamo per chilometri in una landa desolata, priva di vegetazione e quasi paurosa. Comincia a insinuarsi il dubbio che forse non ci dovevamo venire in un posto così poco turistico finchè arriva la ciliegina sulla torta: un bel cartello che ci annuncia che i prossimi 9 Km saranno accompagnati oltre che dal paesaggio appena descritto, anche da uno sconnesso e umidiccio sterrato dato che stanno allargando e rifacendo il manto stradale!! Che facciamo? Il serbatoio è a metà , abbiamo già percorso circa 70 Km non possiamo tornare indietro, in fondo alla strada ci sarà pure un paese ! Il tempo è grigio e minaccioso. Ci mancherebbe anche una tempesta su una strada sconnessa e deserta o magari forare una ruota…sai che risate!! Andiamo avanti a 30 Km /h sperando che i benedetti 9 Km finiscano presto! Finalmente torna l’asfalto, non ne possiamo più e la conversazione in auto lascia il posto ad una reale e quasi tangibile preoccupazione. Stringiamo i denti! Mancano ancora circa 20 Km a Mehamn. Rassegnate ad un silenzio sinistro cominciamo a vedere un auto che viene in senso contrario al nostro. Eureka! C’è qualcuno da queste parti! Un segno di vita, non siamo sole! Ancora un’altra auto! E’ fatta, ci siamo quasi.. Intravediamo da lontano un villaggio con niente po’po’ di meno che un piccolo aeroporto! Arriviamo in questo paesino molto carino con un porto naturale quasi chiuso che lo fa sembrare una piscina. Sulla sponda della riva alcune costruzioni di legno di color pastello che sembrano le case delle bambole. Non se ne parla nemmeno di proseguire ancora per 20 Km per andare a Gamvik! Siamo a Mehamn e ci basta. Scendiamo davanti a quello che sembra essere l’unico albergo del villaggio…non hanno posto!!!! Fortunatamente la signorina della reception telefona ad un ostello vicino che sembra avere camere libere a disposizione. Fiuh!!! Pericolo scampato. Andiamo all’ostello ( Rorbuer Vendrejhem ) a 500mt dal villaggio e in una posizione mozzafiato. Passiamo davanti ad un’immensa distesa di stoccafissi messi a seccare su apposite costruzioni .L’ostello è una costruzione di legno nuovissima, che ha diverse camere ed una cucina in comune così come il bagno. Davanti ha una bella terrazza di legno direttamente sul mare che fa sembrare la costruzione come una palafitta. A 5 mt di distanza ci sono 5 chalet rossi nuovissimi direttamente sull’acqua (siamo in Polinesia?) Il tipo che ci accoglie è molto carino e gentile, ci dice prezzi e ci dà la chiave della nostra camera tripla fortunatamente situata davanti al bagno che condivideremo con una famiglia di francesi di Avignone ( domani sera 09/07/06 ci sarà la finale del campionato mondiale di calcio proprio con la Francia !) La stanza, così come tutta la costruzione, profuma di legno nuovissimo . Il biondino (discreto come quasi tutti gli scandinavi) ci dice che presso l’ostello c’è la sede di un’attivissimo centro di attività sportive estive e invernali (www.nordicsafari.no) e ci invita a tornare anche in aprile del prossimo anno per un safari in motoslitta! (Ok, solo dopo che avranno asfaltato la strada!) Prima di andare a letto ci godiamo questo gioiello di villaggio che per me resterà per sempre il vero Caponord. Tra l’altro qui vicino c’è effettivamente il punto più a nord dell’Europa continentale che non è Caponord ma Kinnarodden raggiungibile solo con un percorso di trekking piuttosto impegnativo (23 Km ) che parte nei pressi dell’aereoporto di Mehamn. Andiamo a nanna, io mi scelgo il letto sotto la finestra così basta che mi metta seduta e scosti un po’ la tendina per vedere i gabbiani che volano su questo specchio di acqua assolutamente immobile e poco importa se il tempo è grigio. Non riuscirà a far sembrare brutto questo posto. Ci addormentiamo soddisfatte, è il giusto premio per il tragitto tanto preoccupante che abbiamo fatto per arrivare qui. Da questo momento posso dire di essere già stata a Caponord. 09/07/06 Direzione Caponord Ci alziamo di buon ora , il tempo è ancora grigio nonostante il violento temporale della notte. Facciamo benzina all’unico distributore del paese che fortunatamente accetta carte di credito dato che è domenica e quindi è chiuso. Andiamo a Gamvik ed il tragitto conferma ancora che il gelo ed il vento invernali non permettono alla vegetazione di crescere più di pochi cm ( è questa la steppa? ) Il paese è come un giocattolino, casine di legno a due piani gialline, celesti, verdoline. Ho la sensazione di veder comparire Barbie da un momento all’altro. Sul promontorio c’è un faro ed accanto una microscopica spiaggetta di sabbia candida che se non ci fossero circa 7-8 °C potremmo pensare di essere in un posto esotico. Brrrr….i guanti acquistati a Rovaniemi per l’inverno, qui sono utili subito. Se penso che in Italia ci sono 36 °C , mi godo il freschetto! La pace ed il paesaggio mi confermano che qui c’è il “ Caponord “ come lo intendo io: silenzio, odore di mare, le onde che si infrangono sugli scogli e i gabbiani che gridano. Torniamo indietro e la strada sembra meno lunga e spaventosa ( forse perché siamo meno stanche ). Arriviamo a Lakselv e giriamo per Caponord. Qui il traffico è sensibilmente aumentato, numerosi camper da tutta Europa e soprattutto centinaia di centauri ( Caponord è meta e sogno ambiti di tutti i motociclisti ). Lungo il Porsanger fjord la strada costeggia il mare, passa attraverso villaggi di pescatori e , inutile dire, è stupenda. Ricordate il film in cui Troisi e Benigni ad un passo di frontiera erano costretti a pagare “ un fiorino “ anche se tornavano indietro a raccogliere un oggetto caduto dal carro oltre la linea di confine ? Ebbene, andare alla punta estrema del nord Europa ti fa sentire un po’ Troisi in quel film perché per raggiungere l’isola di Mageroya bisogna attraversare una galleria sotto il livello del mare che costa 140 Kr ( 1 passeggero e l’auto e 46 Kr per ogni passeggero). Fino a qui, niente di strano; il bello viene quando si torna via (come se ci fosse un’alternativa all’aria , all’acqua o al sequestro di persona ) la stessa cifra si ripaga per tornare via, oltre naturalmente a pagare l’ingresso vero e proprio al promontorio di Caponord. Ah, rimpiango gli economici e romantici villaggi di Mehamn e Gamvik! Il business lì non è ancora arrivato, la natura è ancora padrona di sé. Con le tasche un po’ più vuote arriviamo a Honnisvåg e ci dirigiamo verso il villaggetto di Kamøyvær dove la nostra guida Lonely Planet per la Norvegia consiglia di andare a dormire. Le meraviglie di questi posti diventano sempre più esaltanti. La strada costeggia un piccolo golfo ristretto sovrastato dalla collina davanti, l’acqua è immobile, limpida e a specchio. Il sole del tramonto crea una luce spettacolare. Passiamo davanti ad un piccolo ormeggio di pescherecci praticamente invaso dai gabbiani il cui urlo è l’unico rumore che si sente e l’odore di mare è fortissimo. Kamøyvær è un microscopico villaggio con un porticciolo su cui si affacciano una manciata di case variopinte. Posso descriverlo con queste parole: vale la pena partire dall’Italia per venire a vedere solo questo posto e tornarsene via. Troviamo alloggio nell’Hotel Arran, piccolo e sul porto ( qui è tutto sul porto ). Ci sistemano in una casa distaccata a 50 mt dalla sede centrale in due camerette di legno chiaro profumato, le tendine all’uncinetto alle finestre da cui si vede il mare a specchio e qualche gabbiano che svolazza sui pescherecci ormeggiati al centro dell’ insenatura. Sono circa le 18.30 , ceniamo a base di una ottima minestra di pesce ,merluzzo fresco bollito, patate lesse e pere sciroppate ( forse salvaguardano la salute dei villeggianti dato che il menu francamente ospedaliero è fisso .) E adesso via… verso Caponord, gli ultimi 10 Km! Il tempo è tremendo, nebbia e foschia. La strada non è da meno, pressoché identica a quella che porta a Mehamn sull’altra penisola. Chilometri di steppa desolata ( questa però parecchio più trafficata da auto camper e moto) a volte verde e a tratti rocciosa. Giungiamo all’ingresso, paghiamo il preannunciato obolo e parcheggiamo in mezzo ai camper che sono tantissimi. Fa parecchio freddo ( 7-8 °C) il sole è ormai nel mondo delle idee rimpiazzato da una nebbia fitta. A mezzanotte temo che ci guarderemo appena in faccia. Entriamo nella hall e con piacere scopriamo che c’è una tv e addirittura uno schermo gigante per vedere la finale del mondiale di calcio Italia-Francia. Bè, in camera non c’è televisione, se non vedremo il sole, perlomeno vedremo la finale!. Nell’atrio non ci sono poi così tante persone. Ci sistemiamo per tutta la durata della partita ( siamo al 50% italiani e 50% di francesi!!) Credo di essere stata interrogata durante il match in una decina di lingue che mi chiedevano il punteggio ( What’s the score? One to one ? How is ? What’s happen? ) Il cardiopalmo dell’ultimo secondo fa calare in tutta la hall un silenzio quasi mortale. Finchè arriva quell’ultimo secondo che fa esplodere anche in capo al mondo la gioia di tutti gli italiani che erano lì ( me compresa ). La partita ha portato fortuna anche al tempo che si è rischiarato e ha fatto uscire un bellissimo sole che si staglia là all’orizzonte, ancora altissimo nonostante siano quasi le 23.30. Facciamo le foto e i filmati di rito quando sono arrivati loro…….. GLI ITALIANI !!! Due pulmann di Macerata che erano rimasti in albergo a vedere la partita che è costata loro circa 150 – 200 € a testa per l’affitto di uno schermo gigante! Finalmente l’euforia,l’allegria,le bandiere! ( Fino a quel momento gli unici deficienti che avevano una piccola bandierina italiana eravamo io ed un altro ragazzo ) Intonano addirittura l’inno ed uno di loro attacca una gigantesca bandiera italiana sul mappamondo di bronzo situato sul promontorio di Caponord. La nostra bandiera in cima al mondo! Alle 24.00 il sole non arriva neanche sul livello del mare ma rimane appena un po’ più su per poi cominciare a risalire. Rimaniamo fino verso l’1.00 e torniamo al nostro piccolo paradiso terrestre che si chiama Kamøyvær. In quel golfetto la luce del crepuscolo che si fonde con l’aurora crea un’immagine fiabesca. Faccio ancora un bel po’ di foto perché non andrei mai a letto. Quando capiterà di nuovo di vivere un momento così eccezionale? Alle 2.30 la stanchezza ha il sopravvento e andiamo a dormire. 10/07/06 Honnisvåg-Hammerfest-Alta L’indomani partenza per Hammerfest , la città più a nord del mondo, dopo una breve visita a Honnisvåg che è piccolina e non mi è sembrata eccezionale. Ripassiamo dal tunnel , paghiamo il “ fiorino “ e via per altri 154 Km prima di Hammerfest. La strada è panoramica ma ormai mi sembra di aver già visto le cose più belle che queste, al confronto, impallidiscono un po’. La città ( 9200 abitanti e non dieci case ) è affacciata su un golfo arioso.Il punto più panoramico è su di una collina chiamata Salen . Pranziamo in un centro commerciale ed assaggio un piatto nominato sulla guida Lonely, una sorta di purea di piselli , rape e patate veramente gustoso. Ad Hammerfest c’è una discreta comunità di immigrati presumibilmente somali o etiopi ed è anche il posto dove ho visto più bambini biondi con occhi scuri ( esito degli scambi culturali ). Ripartiamo alle 17.00 alla volta di Alta ( 147 Km) dove arriviamo intorno alle 19.30. La città scrive la guida, si stende lungo la costa per 15 Km e non ha incredibilmente un “ centro storico”. Inutile cercarlo, noi abbiamo girato in lungo e in largo per trovare una piazzetta, dei negozi raggruppati intorno ad una chiesetta. Niente di niente. Esiste uno pseudo centro che sembra più una piccola zona industriale delle nostre città dove c’è un supermercato. Il tempo è nuvoloso e credo che non ci permetterà l’indomani di visitare con il battello l’Alta fjorden . Sarà un miracolo se riusciremo a visitare il museo delle incisioni rupestri situato tutto all’aperto. Cerchiamo un hotel e andiamo in uno di quelli segnalati dalla Lonely Planet: il Vica hotel. E’ stato ricavato da una fattoria e nella hall dove si trova la reception c’ è un’esposizione di animali artici imbalsamati: l’orso, il gallo cedrone, la martora, la volpe bianca ed altri. Ceniamo, certamente la cucina più raffinata e eccellente di tutto questo viaggio, io prendo trota salmonata con una salsa gialla limone che non so cosa fosse ma era buonissima e un tortino di patate con verdure e mia sorella e Grazia due porzioni di stoccafisso grigliate con verdure ( a detta loro eccellenti ). 11/07/06 Alta- Kautokeino-Karasjok-Inari L’indomani il tempo è piovoso e andiamo comunque al museo. Aspettiamo una mezz’ora e ci incamminiamo verso il percorso delle incisioni rupestri. Il museo è interessante perché sembra incredibile che da queste parti ci fossero presenze umane fin da 6000 anni fa! Alle 15.00 ripartiamo alla volta di Kautokeino ( 100 Km ) la cittadina dove l’85% delle persone parla lingua Sami e non è escluso di vedere qualcuno vestito con il tipico costume variopinto. La strada costeggia il torrente Altaelva dalle acque impetuose e blu scure. Ripassiamo da Karasjok e stavolta lascio in auto macchina fotografica e video camera! Ultimi acquisti in terra norvegese, riposizionamento della lancetta dell’orologio un’ora più avanti e via di nuovo in Finlandia verso Inari ( dove naturalmente avevo dimenticato in hotel il mio giubbotto di jeans e per telefono avevo avvertito che sarei tornata a riprenderlo. Ah, benedetta testa vuota! ). Dormiamo di nuovo all’ Hotel Kultahovi di Inari e ceniamo insieme ad una coppia siciliana di Catania conosciuta in hotel ad Alta che ci hanno raccontato il loro itinerario automobilistico di 23 giorni (Catania-Svizzera-Germania-Danimarca-Svezia-Norvegia-Caponord-Helsinki-Estonia-Lituania-Lettonia-Polonia e via giù dalla Germania di nuovo in Italia !!!!) Arriveranno vivi? Glielo auguro! 12/07/07 Inari- Rovaniemi- Babbo Natale Ripartiamo per Rovaniemi con un tempo da lupi. Molte nubi e minaccia di temporale che non spaventa però le numerose renne che, come all’andata, troviamo sulla strada. Una in particolare con le corna lunghissime si è avvicinata di molto tanto che potevamo quasi toccarla. Ci sobbarchiamo la nostra dose quotidiana di 325 Km fino a Rovaniemi dove arriviamo alle 18.30. Prendiamo posto in una guest house ( Matka Borealis consiglio della Routard ) carina , economica , vicina alla stazione ferroviaria. Ceniamo allo Scandic Hotel ( pesce ottimo ) e giriamo per la città che inizialmente ci era sembrata un paesetto in realtà la capitale della Lapponia è piuttosto grande e belloccia specie con il sole che questa volta ci ha regalato un bel tramonto sul fiume. L’indomani la giornata sarà dedicata all’acquisto di souvenirs commestibili: salmone, stoccafisso secco che si mangia come una caramella, riisipirakka le schiacciatine con il riso ed altro) ma soprattutto torneremo con calma al Santa Claus Village. 13/07/06 Santa Claus Village-Rovaniemi-Helsinki Dopo colazione andiamo in un grande supermercato a fare gli acquisti suddetti . Grazia compra ( come in quasi tutti i suoi viaggi ) un trolley per gli inevitabili souvenirs commestibili e non di cui straripa l’auto. L’ultimo giorno nel Finnmark lo dedichiamo a Babbo Natale e al sogno. Anche se il Santa Claus Village è come ho già detto, l’apoteosi del consumismo e del business che sfrutta la nostra fantasia di bambini, è pur sempre affascinante. Torniamo al circolo polare artico 66° 33’08” che passa proprio dall’ufficio di Babbo Natale ( in questi giorni ci siamo documentate dato che non riuscivamo a farci una ragione di non aver incontrato il grande vecchio). Effettivamente Babbo Natale è nel SUO ufficio e non in quello postale come erroneamente credevamo il primo giorno. Bisogna fare una discreta fila per accedere a questa blindatissima stanza addobbata a Natale anche a luglio. Un elfo è il fotografo ed un altro sta all’ingresso per regolare l’afflusso. Nell’attesa un bambino tedesco piagnucola in braccio alla mamma ma lei se ne guarda bene dall’uscire, forse ci tiene più del pupo a questa conoscenza altolocata! Non è raro vedere genitori più emozionati dei loro figli. Arriviamo al momento fatidico e….. Lui è lì : l’immagine dei nostri sogni di bambini. La nostra parte infantile ci fa pensare per un secondo: – Ma allora esiste!- Conosce poche parole ma probabilmente in moltissime lingue del mondo e ci saluta chiedendo da dove veniamo. – Oh ! Italia! Buona Italia ! – E ti pareva! Aspetto con trepidazione che mi pronunci le fatidiche parole: mandolino,spaghetti e perché no? Mafia! Invece è un po’ più moderno e aggiornato limitandosi ad un : – Buon football!- E vai!!!!! Usciamo felici di esserci fatte spennacchiare 19 € per una foto 20X30cm! Rimaniamo al village per il gusto di girellare fra i negozi e buttare un po’ di soldi per cose più o meno utili . Foto di rito sulla linea del circolo polare artico e verso le 14.00 andiamo a cercare un posto per mangiare. Nei dintorni del village ci sono locali troppo simili a fast food americani che non ci attirano per niente. Siamo in Lapponia perbacco! Ci ricordiamo che al museo Arktikum c’ è un ristorante che sembra quello che fa per noi. Andiamo là e la deduzione si rivela esatta. Abbondante buffet ma soprattutto eccellente menu alla carta a base di pesce ( ormai non so più quanto ne ho mangiato. E se penso che non lo amo molto …. Ma qui è sempre senza lische !!) Con la pancia satolla andiamo verso l’aereoporto a lasciare l’auto. Il volo per Helsinki parte alle 18.05 e sono circa le 16. Leggendo un diario di viaggio su “Turisti per caso” mi aveva colpito il racconto del viaggiatore che descrive l’aereoporto di Rovaniemi assolutamente deserto e con negozi chiusi a meno che non sia in arrivo un volo. Ebbene è proprio così . Al nostro arrivo non c’è nessuno da nessuna parte; lasciamo come d’accordo la chiave dell’auto sul bancone, i negozi sono chiusi e le uniche anime presenti siamo noi tre ed un signore seduto un po’ più distante. Circa mezz’ora prima dell’arrivo dell’aereo iniziano ad aprire i negozi e arriva una comitiva di cinesi, poi un’altra. Ce ne sono forse una sessantina. Essendo l’assegnazione dei posti in aereo libera, ci avviciniamo al gate per evitare di essere travolti dalla marea gialla. La supposizione si rivela esatta: appena ci danno il permesso di salire i buontemponi si precipitano a spingere strizzati come sardine . Fortunatamente le nostre previsioni ci hanno permesso di salire tra i primi. Un’ora di volo e siamo di nuovo a Helsinki. Torniamo con lo shuttle bus all’Hotel Pilotti dove ceniamo e ce ne andiamo a letto. 14/07/06 Helsinki-Pisa Sveglia alle 05.00, il volo per Pisa parte alle 07.45. Facciamo colazione ma ahimè senza riisipirakka, senza polpettine….. Sarò costretta a farmele in Italia ( ho già trovato la ricetta su internet! ) Saldiamo il conto e via di nuovo sulla navetta per l’aereoporto. Ore 07.45 partenza per l’Italia. Dopo tre ore intravediamo una cappa di afa che sovrasta le montagne, il mare e la città. Sorvoliamo la versilia e già immagino la temperatura quando scenderemo. 35°C ore 09.20 !! Conclusioni Abbiamo percorso circa 3800 Km . E’ un racconto lunghissimo e forse noioso ma non posso non raccontare tutte le emozioni vissute in questo Finnmark stupendo e forse poco conosciuto. Ho raccontato la bellezza dei posti ma non delle persone che sono davvero belle dentro e fuori, oneste e cordiali anche se più timide e riservate di noi. Dalla conoscenza viene la tolleranza e il rispetto delle nostre e delle altrui differenze. Invito tutti ad andare in questi posti fantastici ricchi di cultura, storia, natura e civiltà. Spero di tornare là anche in stagioni meno gradevoli dell’estate e sono certa che troverò un Finnmark inesauribilmente affascinante lo stesso.


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