Finalmente in Provenza…
I giorno
Dopo aver raccolto un bel po’ di notizie tra rete virtuale e rete reale di amici e parenti, ecco finalmente uno dei viaggi sempre sognati… tra l’altro da appassionato fotografo era una meta fin troppe volte rinviata…
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Dunque, partenza ore 7.00 da Firenze. Si viaggia in due, io con la mia compagna.
Dopo alcune soste di servizio e superati gli ormai proverbiali rallentamenti in prossimità di Genova, intorno alle 14.00 siamo all’altezza di Grasse. Preferiamo non sostare nella celebre città dei profumi, da inserire in un prossimo viaggio (solo Costa Azzurra).
Si comincia a risalire la Route Nationale 85 in direzione Castellane, una delle ‘porte di accesso’ del Verdon. Il paesino è gradevole, ma non ci si ferma più di tanto. Toilette e breve pausa pranzo in riva al fiume.
Da qui comincia il tour nel meraviglioso paesaggio delle Gorges du Verdon, gole dagli scorci mozzafiato… che hanno fatto arrestare la nostra corsa non so quante volte (per fotografare, ovviamente!). Abbiamo scelto la D952 piuttosto che la D 71 (fare l’anello sarebbe stato troppo lungo). Da non perdere il Point Sublime, uno dei punti da cui si gode al meglio lo strapiombo sul fiume Verdon. Dopo una sosta a Moustiers Sainte Marie, delizioso borgo di montagna, abbiamo ‘sfiorato’ Valensole con i suoi campi di lavanda (per questo ‘tema’ abbiamo rinviato ad altri momenti della vacanza) e poi dritti fino a Aix-en-Provence. Sistemazione in albergo (che come negli altri casi avevamo prenotato dall’Italia) e visita by night della deliziosa ed elegante cittadina, patria del pittore Paul Cézanne. Abbiamo cenato in un ristorantino caratteristico, ma per fortuna poco turistico. Con una cifra ragionevole (intorno ai 20,00 euro) abbiamo mangiato e bevuto con soddisfazione.
II giorno
L’indomani abbiamo dedicato l’intera mattinata alla visita della città con i suoi suggestivi mercati (se ne trovano ovunque in Provenza) e le viuzze tipicamente ‘francesi’. In un’ora e mezza abbiamo anche visitato il museo Granet con le sue collezioni ricche di disegni e dipinti di Cézanne, ma anche di Giacometti, Picasso, Léger, Klee, etc.; interessante anche la scuola fiamminga, italiana, olandese, le sculture e alcuni pezzi di archeologia.
Il pomeriggio ci siamo invece dedicati alla città di Marsiglia, che in quanto città di mare si discosta parecchio dall’ideale ‘provenzale’, ricorda molto Genova, Napoli, Bastia… insomma un mix di cultura mediterranea anche mediorientale a guardare alcuni particolari della Cattedrale. Da non perdere il quartiere del Panier che con i suoi panni stesi ad asciugare e un accennato senso di abbandono mi ha ricordato molto le mie origini partenopee… A Marsiglia è d’obbligo una bella mangiata di pesce (da non perdere la Bouillabaisse, una zuppa di pesce la cui ricetta pare risalga alla fondazione greca della città). Per le abitudini alimentari di noi italiani, forse il pesce è bene chiederlo grigliato per evitare di ritrovarsi davanti piatti troppo sofisticati e ‘impiastricciati’ con salse varie che in qualche modo nascondono il sapore tipico dei prodotti ittici.
III giorno
Lasciamo Aix-en-Provence per dirigerci verso Arles, passando per St.Remy-de-Provence, resa celebre dal soggiorno di Vincent Van Gogh presso una casa di cura appena fuori dal centro.
St. Remy è un piccolo centro molto suggestivo. Anche qui ci siamo trovati nel piacevole vortice di un mercato. Ci sono prodotti di ogni genere. Ottima la frutta anche se un po’ cara rispetto all’Italia. Niente di speciale la casa natale di Nostradamus, mentre da non perdere sono il sito archeologico di Glanum, appena fuori la cittadina e St. Paul de Mausole, dove fu ricoverato Van Gogh. Qui egli dipinse, tra l’altro, la celebre Notte stellata e uno dei suoi autoritratti. Alle spalle del manicomio c’è un piccolo campo di lavanda che è possibile scorgere anche dalle finestre della toccante stanza del pittore. C’è anche una piccola toilette, che può sempre tornare utile ai viaggiatori itineranti… Il luogo sa un po’ di ‘santuario’, ma consiglierei comunque di visitarlo.
L’arrivo ad Arles, verso ora di pranzo, è stato piuttosto rocambolesco… Non si riusciva a trovare la piazza fuori le mura più vicina al nostro albergo (nella caratteristica Place Voltaire), quindi ci siamo ritrovati in pieno centro storico con la quasi certezza di aver beccato una contravvenzione. In realtà, l’accesso alle strade in cui il traffico è interdetto è praticamente bloccato da alcuni dissuasori che se non sono alzati indicano la possibilità di accedervi.
La città di Arles colpisce per la presenza del celebre anfiteatro e altri resti di epoca greco-romana. Non ci è stato possibile visitarlo per alcuni eventi (spesso in questi siti hanno luogo spettacoli e concerti). Una tappa obbligata è il Cafè de la Nuit immortalato da Van Gogh circa 125 anni fa…
La cena presso un ristorantino tipico, è stata più che gradita.
IV giorno
Il giorno dopo, suggestiva la visita all’Espace Van Gogh, ex-ospedale pure frequentato dal pittore. Il giardino, anch’esso ritratto da Van Gogh è stato ‘riprodotto’ quasi alla perfezione con coloratissimi fiori.
Oltre rue Gambetta, merita una visita l’affascinante quartiere medievale della Roquette, dall’aspetto tipicamente arlesiano. La passeggiata lungo il Rodano, invece, ci ha un po’ delusi, è una zona della città che meriterebbe forse maggiore attenzione.
Dopo uno spuntino veloce, il pomeriggio decidiamo di trascorrerlo in Camargue, a nostro parere tappa imperdibile per chi visita la Provenza. Prima una capatina ad Aigues Mortes, con la sua cinta muraria praticamente intatta. Molto turistica, ma vale la pena soffermarsi anche solo un’oretta.
Ma uno dei luoghi che in tutta la vacanza ci hanno lasciato senza parole è il Parc Ornithologique de Pont de Gau con le sue innumerevoli specie di uccelli nel loro habitat lagunare. I fenicotteri sono quelli che hanno maggiormente attratto il nostro interesse.
Per cena, ci siamo fermati a Les Saintes-Maries-de-la-mer, un borgo marinaro dal sapore tutto spagnolo. Non a caso abbiamo cenato con una buona paella che faceva invidia a quelle mangiate a Valencia o a Madrid…
V giorno
Intorno alle 9.00 abbiamo lasciato l’albergo per dirigerci verso Nimes, con l’interessante anfiteatro che curiosamente è più noto come ‘arena’ e non è un caso che all’esterno campeggia una scultura che riproduce un toreador…
Dietro suggerimento di alcuni amici (le guide turistiche non ne parlano tantissimo) facciamo una digressione in direzione di Uzés che risulta essere davvero un gioiello dell’intera regione. Dopo non molti chilometri siamo al celeberrimo Pont du Gard. Occorre parcheggiare all’esterno dell’area archeologica (18,00 euro ad auto!) e poi si accede al ponte e al fiume con una spiaggia di ciottoli. In molti fanno il bagno visto che le acque – almeno a fine giugno – non sono particolarmente fredde. Vi sono anche aree attrezzate per il pranzo, sale multimediali e possibilità di noleggiare canoe.
Nel tardo pomeriggio siamo ad Avignon. Ci sistemiamo in albergo e facciamo un rapido giro della città, con tappa obbligata al ponte spezzato di Saint Bénezet. Splendida la vista dall’alto della città goduta dalla ruota panoramica al tramonto. La cena non è stata delle migliori, ma bisogna riconoscere che si era piuttosto stanchi per cercare un locale decente…
VI giorno
Il giorno dopo ci siamo messi in macchina per andare all’avanscoperta del territorio circostante: Venasque borgo quasi deserto ma non privo di fascino; l’abbazia di Senanque circondata dai campi di lavanda è un altro luogo da non perdere; a Gordes, la città di pietra (tufo giallo a gogò!), resa famosa dal film ‘un’ottima annata’, abbiamo mangiato una delle migliori insalate au chèvre chaud della vacanza…; infine, prima di rientrare, siamo stati ad ammirare le trasparenti acque a Fontaine-de-Vaucluse (luogo che il nostro Petrarca conosceva bene…) e a L’Isle-sur-la.Sorgue.
VII giorno
La mattinata grigia e piovosa ci ha convinti a visitare il rinomato Palazzo dei Papi (qualcuno ci aveva sconsigliato la visita, che invece va assolutamente fatta!).
Dopo pranzo si parte per Roussillon, per trascorrere gli ultimissimi giorni di vacanza. Un breve giro del borgo, cena e nanna presso un accoglientissimo agriturismo poco fuori dal centro.
VIII giorno
Mattinata dedicata alla lavanda risalendo la D230 fino a Sault. I campi sterminati di lavanda sono veramente suggestivi come tutti raccontano e il continuo profumo tipico di questa piantagione sembra attaccarsi alle narici per non andar più via. Ritorniamo a Roussillon e trascorriamo un paio d’’ore a camminare nel singolare sentiero delle ocre. Terra rossa a perdita d’occhio, sembra di essere su di un altro pianeta. Esperienza unica e forse irripetibile da non perdere!
Al tramonto siamo stati in giro tra le viuzze ripide di Bonnieux, dove abbiamo anche cenato a buon prezzo e di buona qualità.
IX giorno
Dopo l’abbondante colazione intorno alle 11.00 valigie in auto e via verso l’Italia. Senza dubbio uno dei viaggi più emozionanti degli ultimi anni. Consigliato al 100%.