Finalmente Cuba 7
Arriviamo di sera all’Avana dove con un taxi ci spostiamo all’Avana Centro, è la parte più degradata della città ma noi ci siamo mossi tranquillamente sia di giorno che di notte, premetto che siamo 2 coppie, la casa dove dovevamo andare non è praticabile fortunatamente e ci spostiamo in una strada vicina, la casa è semplice ma ben tenuta e pulita.
Giriamo un pò la città per tutto il giorno e la sera seguente, non riusciamo a vedere tutto ma tanto alla fine torneremo l’ultimo giorno.
Il secondo giorno partiamo per il nostro giro, abbiamo prenotato una macchina dall’Italia con la Via Gaviota, unica nota dolente della vacanza, la macchina prenotata non c’è e se vogliamo possiamo prenderne una di pari categoria, dicono loro, abbiamo già pagato comunque e di perdere altro tempo nessuna voglia.
Per muoversi è indispensabile una buona cartina ed una guida con dei riferimenti di posti da vedere o per dormire. Arriviamo alla penisola di Zapata, laguna del tesoro, ci fermiamo a mangiare e proseguiamo per Playa Larga dove ci sono tantissimi cubani in ferie, non ci fermiamo e proseguiamo per Cinfuegos per una strada lungomare davvero bella con granchi di tutte le dimensioni che alle volte ti fanno rallentare per non forare. Arriviamo a Cinfuegos molto carina e tranquilla, le case particular sono piene ci dicono che in questo periodo è molto difficile trovare senza prima aver prenotato, c’è un alberghetto davvero molto carino Palacio Azul ma ha poche camere tutte piene e quindi dopo aver cercato ancora invano ci ritroviamo all’Hotel Union bellissimo ma non era il tipo di sistemazione che cercavamo.
Ripartiamo per Trinidad la mattina dopo e dopo circa un’oretta arriviamo, è un posto fuori dal tempo, molto turistico è vero ma non si può non vedere è come venire in Toscana e non andare a vedere la Torre di Pisa. Proseguiamo per Santa Clara dove abbiamo prenotato due stanze, per caso ci cambiano ancora la casa e ci và ancora bene, gente tranquilla che ci fa dormire per 25 dollari a camera e ci fa mangiare aragosta per 8.
La città è davvero bella, piena di storia e con un’atmosfera tutta particolare, andiamo a rendere omaggio al Che. Il monumento è grande, la piazza ancora di più, in un libro che ho appena letto c’è un riferimento a quella piazza che dice che se l’avessero vista quella piazza il Comandante ed i suoi compagni ne avrebbero riso come bambini e credo che sarebbe davvero così vista la sua l’estrema riservatezza.
Visitiamo il monumento al treno blindato e nelle parole della nostra guida si sente tutto l’affetto e l’amore che prova per il Che ed i liberatori di Santa Clara, ci invita a salire su una collina lì vicino per poter godere della vista di tutta la città e la fatica per trovare la strada è ripagata da un gran bel paesaggio che ci si para davanti.
Partiamo il giorno dopo per il mare, finalmente le richieste femminili vengono accolte e la direzione è quella di Cayo Guillermo, ci arriviamo dopo tre ore abbondanti di strada di montagna e terrapieni in mezzo al mare, potevamo fare il giro con l’autopista ma ci saremmo persi scorci che tolgono il fiato. Il Cayo sembra il paradiso, un mare esageratamente bello, il villaggio (Villa Cojimar) è molto buono sia per quello che offre che per il rapporto qualità/prezzo, alla fine del Cayo c’è la spiaggia del Pilar e lì si raggiunge davvero il massimo.
Dobbiamo prolungare la nostra permanenza per il passaggio dell’uragano di cui sentiamo solo notizie in tv, ci preoccupiamo per quei poveretti con le case tipo quelle che abbiamo visto arrivando ma tutti sembrano tutto sommato tranquilli e organizzati altro che qui da noi che per 5 cm di neve restiamo bloccati per giorni.
Ripartiamo con dispiacere ma dobbiamo ancora girare un po’, torniamo a Santa Clara per dormire sulla strada di ritorno verso l’Avana, ancora una buona serata e la mattina ci fermiamo a fare colazione con degli italiani che vivono lì, davvero gente molto ambigua che ci sconsiglia di raggiungere la nostra prossima meta, Guanabo Playa dell’Este, sembrava impossibile ma avevano ragione, solo offerte di Coca buona e chicas disponibili, non essendo interessate agli articoli non leviamo neppure le valigie dalla macchina, dalla disperazione andiamo a Varadero ma se potete non fate come noi, Varadero non è Cuba, non è niente, avevo sentito dire che era tipo Rimini ma oltre agli alberghi non c’è altro, pochi locali dove mangiare e soltanto una discoteca non all’interno di hotel, comunque se ci capitate non vi fermate all’Herradura che è davvero triste per poco in più potete andare a Los Delfinos che è soltanto a 100 metri di distanza.
Il mare a Varedero poi non è niente di paragonabile a quello in cui eravamo stati ed anche questo ci fa crescere ancora più il magone per quello che abbiamo lasciato.
Ultimo giorno all’Avana, riconsegniamo finalmente la macchina che comunque sia non ha mai dato problemi troppo grossi e ci mettiamo in giro per quello che non avevamo visto, un po’ a piedi un po’ in Coco Taxi giriamo per Plaza della Rivolution, il Campidoglio e tanto altro, il Malecon è impressionante sia nel bene che nel male un po’ come tutta l’Avana, un po’ come tutta Cuba.
Cuba è questo ma anche tanto, tantissimo di più, colori, odori sorrisi di gente fiera ed orgogliosa, di povera gente si ma tra tutti quelli che ho conosciuto gli unici che mi sembravano davvero poveri erano quelli che frequentando troppo i turisti ne avevano preso i lati peggiori, ho visto gente che qui da noi riesce a malapena ad arrivare a fine mese e che per andare in ferie magari si fa prestare i soldi, darsi arie da nababbo con quelle poverette che per una cena e qualche regalo promettono l’amore eterno anche ai più sficati.
Cuba non si può capire, Cuba va vista e conosciuta tutta, per questo sento dentro di me una voglia irrefrenabile di tornarci quanto prima e poi ancora, Cuba ti entra nel sangue e non ti lascia più.
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