Filippine… queste sconosciute

In giro tra le Visayas a Bohol, Siquijor, Negros Oriental e Apo Island
Scritto da: Giovanna C.
filippine... queste sconosciute
Partenza il: 06/01/2015
Ritorno il: 23/01/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Confesso che siamo approdati alle Filippine un po’ per caso…. Dopo alcuni anni di viaggi in Asia, che ci ha conquistati per la peculiarità di ogni Paese visitato, per la gentilezza della sua gente, oltre che per essere una meta economica, ci dedichiamo ad una nazione della quale sinceramente non sappiamo molto.

Le Filippine comprendono più di 7000 isole, prima di partire ci studiamo i racconti degli altri TPC e decidiamo di recarci nel cuore geografico del Paese, le Visayas, tralasciando per scelta la strafamosa Boracay e puntando su altre isole forse meno note, che però oltre alle belle spiagge offrono anche altre bellezze naturali. Tutte le Visayas sono ben collegate tra di loro da diverse compagnie navali, economiche e con corse frequenti, quindi è molto facile spostarsi da un’isola all’altra. Le isole più grandi hanno inoltre un aeroporto, alcune anche più di uno.

BOHOL

La prima isola che visitiamo è Bohol, che raggiungiamo da Manila con un volo Air Asia. Devo dire che la famosa Alona Beach (forse complice il brutto tempo che abbiamo avuto nei primi giorni di vacanza) a noi non è piaciuta, troppo turistica, la spiaggia non è niente di che, piccola e piena di barche, venditori, massaggiatrici e via dicendo… Probabilmente se avessimo fatto almeno una escursione in mare ci sarebbe rimasto un ricordo migliore, ma il tempo brutto non ci ha invogliato.

Trascorriamo poi un paio di notti lungo il Loboc River, nei primi giorni di gennaio la zona è stata interessata da una esondazione causata da piogge intensissime, tutto era ricoperto da fango ed il fiume che nelle foto avevo visto di un bellissimo colore azzurro-verde era invece marroncino.

Facciamo l’escursione classica, con visita al santuario dei tarsi ed alle Chocolate Hills, bellissime! Volendo ci si può andare da soli noleggiando un motorino, da Loboc sono abbastanza vicine. I tarsi sono davvero tenerissimi, anche se di aspetto un po’ inquietante (se ricordate Gollum del Signore degli Anelli… ecco, avete un’idea….), le Chocolate Hills una formazione geologica molto particolare, più di 1000 colline coniche tutte circa della stessa altezza e forma, costituite da calcari corallini e ricoperte da erba, che nella stagione secca diventa appunto color cioccolato. Quando le abbiamo viste noi, complici le recenti piogge, erano sul verde-marrone, comunque davvero molto strane e particolari.

Avevamo messo in previsione di arrivare fino ad Anda, che anche a detta della Lonely Planet offre le spiagge più belle dell’isola, ma il brutto tempo ci fa cambiare idea e ci trasferiamo subito a Siquijor.

Alloggi/ristoranti: ad Alona Beach alloggiamo al Paragayo Resort, bei cottage in muratura carini e puliti immersi in un giardino, non c’è ristorante ma questo non è un problema, ad Alona c’è solo l’imbarazzo della scelta. Costo 1400 pesos a notte.

Lungo la strada principale davanti al Paragayo ci sono alcuni ristorantini gestiti da gentili signore, ogni sera preparano diverse pietanze (carne, pesce, verdure, noodles, riso e via dicendo) che presentano dentro le pentole di cottura, non bisogna fare altro che alzare i coperchi, farsi spiegare cosa c’è dentro la pentola (… a volte non è facile riconoscere quello che è stato cucinato…) e scegliere. Con una cifra davvero irrisoria si possono provare diversi piatti, noi abbiamo mangiato sempre bene spendendo pochissimo.

Nella zona di Loboc alloggiamo al Paddle’s Up Guesthouse, gestito da un ragazzo belga con la sua compagna filippina. Pur avendo subito l’esondazione del fiume, i bungalow erano pulitissimi, il ristorante molto buono e il personale molto gentili. Si sono addirittura scusati per il problema del fango, come se fosse stata colpa loro….. Costo 1400 pesos a notte.

Per raggiungere Siquijor prendiamo una corsa Ocean Jet, non ci sono barche dirette (o almeno noi non le abbiamo trovate…) quindi bisogna fare la tratta Tagbilaran-Dumaguete (circa 2 ore) e Dumaguete-Siquior (meno di 1 ora). Costo totale circa 900 pesos a testa.

SIQUIJOR

Complice il sole che finalmente decide di farsi vedere, l’isola ci piace. Voglio subito dire che a Siquijor durante le ore mattutine il mare si ritira talmente tanto che in molte spiagge non è possibile fare il bagno. La Lonely Planet riporta che “praticamente ogni angolo dell’isola è perfetto per fare snorkeling” mi chiedo di quale isola stiano parlando… Non ho idea se sia sempre così, comunque noi non abbiamo mai potuto fare il bagno né snorkeling al mattino e tutti i resort hanno almeno una piscina.

Giriamo in motorino in lungo e in largo, non perdetevi le Cambugahay falls, belle cascate su tre salti con grandi pozze dove potere nuotare nell’acqua verdissima, circondati dalla foresta. Quando arrivate al parcheggio (costo per il motorino 10 pesos) un ragazzo si offrirà di accompagnarvi alle cascate, pare che ci siano stati furti mentre i turisti stavano nuotando e gli accompagnatori faranno la guardia alle vostre cose per farvi nuotare tranquilli (ovviamente si aspettano una piccola mancia…..).

Nella parte sud-orientale dell’isola c’è una bella spiaggia che non ha problemi di bassa marea, Kagusuan beach è splendida e sempre deserta, con grandi massi calcarei che emergono dall’acqua limpidissima, ci siamo tornati due volte!

Vale la pena fare un giro anche nelle zone interne dell’isola, le strade percorrono grandi vallate verdeggianti, attraversando paesini fuori dal mondo, dove tutti ti salutano con un sorriso.

Per caso capitiamo in un piccolo negozio, dove vengono venduti yogurt, latte aromatizzato in vari gusti e formaggio fresco prodotti da una cooperativa di donne filippine. Se volete dare un piccolo contributo alle signore della cooperativa comprando qualche cosa, il posto si trova nel villaggio di Cangmunang e si chiama Kapaning Dairy Processing Plant.

Alloggio: alloggiamo al Coral Cay resort lungo la costa occidentale. Offre grandi cottage sulla spiaggia e camere più piccole ed economiche nel giardino a soli 1050 pesos a notte. C’è un bellissimo ristorante, dove si mangia bene, kayak sempre a disposizione, una piscina e una piccola palestra, il personale è molto disponibile e sorridente, l’ambiente è tranquillo e silenzioso. Non lo consiglio per chi vuole fare esclusivamente vita da spiaggia, la bassa marea qui è terribile ed è assolutamente impossibile fare il bagno in mare.

Dopo alcuni giorni di girovagare, ozio e tintarella (finalmente il sole!) ci spostiamo a Negros Oriental, sempre con Ocean Jet a 210 pesos a testa.

NEGROS ORIENTAL

Questa isola ci è piaciuta tanto, ci sono moltissime cose da fare e vedere oltre alle spiagge e probabilmente si potrebbe trascorrere una intera vacanza girandola in lungo e in largo, anche perché è parecchio grande. Oltre alle attività balneari, l’isola offre la possibilità di fare trekking di più giorni sulle cime dei suoi vulcani, quelli attivi della parte nord (Monte Kanlaon in particolare) e quelli inattivi del sud (Monte Talinis). Per queste escursioni bisogna affidarsi ad una guida, sono previsti pernottamenti in tenda e soprattutto per il Monte Kanlaon bisogna richiedere un permesso, dato che il vulcano è attivo e potenzialmente pericoloso.

Sbarchiamo a Dumaguete, il principale centro della zona meridionale, dove c’è il porto e anche l’aeroporto (a pochi km a nord dalla città). Come tutte le cittadine è caotica, piena di mezzi sfreccianti ad ogni ora del giorno e della notte, ma è la base ideale per visitare alcune località vicine. Offre alloggi di tutti i tipi, ristoranti, negozi e tutto quello che può servire al turista.

Noleggiando l’ennesimo motorino, ci rechiamo al Twin Lakes National Park, due laghi gemelli che una volta erano crateri vulcanici, la strada lunga 15 km (tutta asfaltata) si inerpica fino alla quota di 900 metri tra foreste lussureggianti. La zona è frequentata dagli appassionati di birdwatching, pare che nelle prime ore del mattino si possano avvistare tantissimi volatili. È possibile affittare una barchetta con rematore (o rematrice) per fare il giro dei laghi, costo 500 pesos per 2 ore, e per farsi portare alle cascate dove è possibile fare il bagno (ovviamente l’acqua è freddissima…). L’ingresso al parco costa 110 pesos a testa.

Visitiamo anche le sorgenti termali di Baslay, della cui esistenza scopriamo per caso leggendo la guida. Le sorgenti si raggiungono percorrendo 10 km di una strada non asfaltata, in alcuni punti proprio terribile, non ci sono indicazioni, ai bivi meglio chiedere. Le acque caldissime che sgorgano da alcuni condotti alla base del vulcano Talinis si miscelano con le acque fresche di un torrentello, immergersi nelle pozze naturali a temperatura perfetta è davvero rilassante!

Il mercoledì mattina ci rechiamo a Malatapay, un villaggio famoso per il mercato che si tiene appunto in questo giorno tutte le settimane. Ci si immerge in un’orgia di odori e colori, decine di bancarelle che vendono pesce affumicato, frutta e verdura di tutti i tipi, maialini che cuociono allo spiedo e gente intorno che aspetta con ansia di poterlo assaggiare, rumori, musica….

Una delle escursioni più belle che si può fare da Dumaguete (ma anche dalla vicina Dauin) è quella ad Apo Island, un’isoletta vulcanica a circa una mezz’ora di barca che offre spettacolari immersioni e la quasi certezza di potere nuotare con le tartarughe marine. E infatti puntualmente… le abbiamo viste e quasi toccate! Oltre alle tartarughe, centinaia di altri pesci colorati, stelle marine blu (mai viste) e via dicendo. Facciamo l’escursione organizzata da Harold’s Mansion, costo per lo snorkeling 1000 pesos a testa (per le immersioni il costo è più alto) per l’intera giornata, compresi trasferimenti, pranzo con panino e frutta e la simpatia dei nostri accompagnatori….

Ci spingiamo poi fino alla Tambobo Bay all’estremità meridionale di Negros, davvero magnifica e con un’atmosfera da fine del mondo, con alcuni piccoli alberghetti lontani da tutto dove potersi rilassare. Per arrivarci dovete prendere un bus fino a Zamboanguita e poi un motorino o simili per farvi portare al vostro alloggio.

Le ultime due notti le passiamo a Dauin, dove la spiaggia è grande e molto bella, di sabbia nera. C’è una piccola riserva marina dove potere fare snorkeling sulla barriera, per la sua salvaguardia viene chiesto una piccola offerta. Di fronte si ammira Apo Island, dietro la quale il sole tramonta con spettacolari tavolozze di colori!

Alloggi: a Dumaguete abbiamo provato il super consigliato (dalla Lonely Planet) ostello Harold’s Mansion, certo è economico, ma molto male gestito, il personale è disinteressato, le camere molto trasandate, la colazione da dimenticare, abbiamo pagato due notti e ce ne siamo andati dopo la prima. Le stanze costano dai 500 pesos a notte. Le escursioni invece sembrano molto bene organizzate, oltre ad Apo organizzano anche visite ai Twin Lakes, alle Cascate Casaroro e trekking ai vulcani.

Ci trasferiamo al vicino Coco Grande Resort, a parte un certo odore di chiuso in camera, per il resto non male, stanze grandi e accessoriate, tranquille, colazione compresa, costo 1400 pesos a notte.

Nella Tambobo Bay alloggiamo al consigliatissimo Kookoo’s Nest, gestito da una coppia inglese, 5 bungalow di bambù sulla spiaggia, molto belli e puliti, un ottimo ristorante dove si mangia benissimo, la barriera corallina è talmente vicina a riva che ci si può arrivare a nuoto. Ambiente per il massimo relax, lontano da tutto e da tutti, se vi interessa la vita notturna non è il posto che fa per voi. Molto consigliato anche per famiglie con bambini, la spiaggia è protetta e il mare sempre calmo. Da Zamboanguita bisogna affittare una moto che vi porterà (bagagli compresi!) lungo una strada sterrata di ben 10 km fino alla meta. In alternativa bisogna mettersi d’accordo con i proprietari che vi possono venire a prendere alla fermata del bus. Costo 1000 pesos a notte.

A Dauin alloggiamo al Gracey Dive Resort, una grande casa sulla spiaggia che a dire il vero avrebbe bisogno di un po’ di manutenzione e di pulizie più accurate, con improbabili letti con baldacchino e bagni in marmo un po’ pacchiani. Nei dintorni ci sono decine di altri posti probabilmente migliori, comunque alla fine non siamo stati male (anche perché eravamo gli unici turisti presenti). Costo 1900 pesos a notte, troppo caro per quello che offre.

Riflessioni finali

La cosa che ci ha colpito di più delle Filippine è il suo popolo, nonostante le tante disgrazie capitate nel passato recente e meno (terremoti, uragani, alluvioni e via dicendo) sono sempre cordiali e sorridenti, disponibili ad aiutare il turista senza chiedere qualcosa in cambio. Molto spesso ci è capitato che si fermassero a chiederci notizie del nostro paese di origine, che ci raccontassero delle loro tradizioni o feste, come è successo nei giorni di metà gennaio quando in alcune isole (ad esempio Cebu, ma anche Siquijor) tutti festeggiano il Santo Niño con processioni, fuochi di artificio e sagre paesane. Una sera nel paesino di Loboc c’erano i fuochi d’artificio, abbiamo chiesto che festa fosse e ci è stato risposto che non ce n’era nessuna, i filippini sono spesso contenti e vogliono festeggiare anche senza motivo. Questa frase mi è rimasta impressa in mente.

Concludo con un dovuto ringraziamento alla Guida per Caso delle Filippine, che prima della nostra partenza ho stressato a sufficienza per avere informazioni. Avremmo voluto spingerci fino a Palawan, dove lui vive con la sua famiglia, sarà per la prossima volta. Salamat Paolo!

Note pratiche

Volo Italia-Manila con Emirates a 640€ a testa. A posteriori avremmo potuto volare su Cebu per evitare i due voli interni, tenete in considerazione questa opportunità prima di prenotare.

Volo interno Manila-Tagbilaran con Air Asia a 100€ per due persone.

Volo interno Dumaguete-Manila con Cebu Airlines a 88€ per due persone.

Se dovete alloggiare a Manila nelle vicinanze dell’aeroporto consiglio il nuovissimo Tune Hotel Aseana City, molto pulito, camere comode, a pochi km dai vari terminal (ma con il traffico terribile che c’è a Manila meglio mettere in conto almeno mezz’ora di tempo per il tragitto). Costo 1500 pesos a notte.

Controllate sempre il terminal da cui ripartirete, a Manila ce ne sono diversi, noi come degli allocchi ci siamo fatti portare al Terminal internazionale numero 1 per poi scoprire che Emirates parte dal terminal 3. Avevamo tempo, ma insomma meglio controllare prima.

Tenete conto che c’è sempre una tassa di imbarco da pagare, sia per le tratte in barca (pochi pesos) che per i voli. Per il volo internazionale la tassa è di 550 pesos a testa, se non li avete è possibile pagare con carta di credito o prelevare al bancomat in aeroporto.

Per telefonare in Italia l’ideale è acquistare una sim locale noi abbiamo comprato la Globo con una ricarica di circa 500 Pesos. Ricezione sempre buona, telefonare e mandare sms costa pochissimi centesimi di euro.

In quasi tutti i paesini c’è un centro internet se vi servisse fare check-in dei voli interni o stampare i biglietti. Costo irrisorio per le connessioni, che però a volte sono un po’ lente. In tutti gli hotel c’è il wifi gratuito.

Per gli spostamenti locali ci sono diversi mezzi di trasporto. I bus sono frequentissimi ed economici. Il biglietto si paga direttamente a bordo, di solito il costo è di 1 peso al km, quindi ad esempio per una percorrenza di 100 km si pagano 100 pesos (1.8 €). Molto usati anche dai filippini i jeepney, una sorta di jeep modificata con un doppio sedile posteriore. Costano poco, ma a volte si deve mettere in conto un bel po’ di tempo per fare il tragitto scelto, dato che praticamente si fermano ogni volta che c’è una persona in strada… Per i piccoli percorsi, ad esempio all’interno delle cittadine, si possono poi utilizzare i tricicli, molto rumorosi e scomodi, ma frequenti ed economicissimi.

Dato che tutti sconsigliavano il noleggio della macchina e dato anche che sulle isole dove siamo stati noi non abbiamo mai visto un autonoleggio, non ci siamo posti il problema…. Il motorino invece è utile soprattutto nelle isole non troppo grandi come Siquijor, il costo varia tra 350 e 500 pesos al giorno, il casco non lo usa nessuno, se lo volete chiedetelo. Le strade principali sono ben tenute, quelle secondarie possono anche essere sterrate o proprio bruttine… meglio andare piano.

In genere si paga tutto in contanti. Per il pagamento con carta di credito viene richiesto il 3-5% in più. Anche nei paesini più piccoli di solito c’è una casa di cambio, alcune cambiano solo dollari, altre invece accettano senza problemi gli euro. Di bancomat ne abbiamo visti pochi, comunque nelle località principali ci sono.

La spesa media per una camera doppia con bagno privato in piccole guesthouse od ostelli è sui 15-20€, per una cena al massimo abbiamo speso 7€ a testa (ma era un buffet con molte portate) altrimenti si spendono davvero pochissimi euro. Abbiamo mangiato sempre bene, pesce, moltissima verdura, l’immancabile riso, si usa spesso la cottura alla griglia quindi in definitiva non avrete problemi a trovare qualcosa che vi piace. Da bere i fantastici smoothies o frullati di frutta fresca, ma volendo anche birre e vino importato (molto caro però).

Le farmacie sono fornite quindi non è il caso di portarsi troppe medicine, si possono in caso di necessità acquistare direttamente in loco.

Il costo finale per il viaggio tutto (ma proprio tutto) compreso ha di poco superato i 1000€ a testa.

Per altre info, scrivetemi pure e se posso sarò lieta di aiutare (giovanna.civelli@tiscali.it).



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