Ferragosto nei Paesi Baschi, ma non solo
Sabato 13 – Sveglia alle 2.30 e partenza in auto dal Veneto direzione Aeroporto di Orio al Serio (Bergamo), ove alle 6.30 ci aspetta il volo Ryanair per Saragozza (prenotato ad aprile ad un prezzo veramente basso). Arriviamo, troviamo tranquillamente posto nel Park 2 scoperto (consigliato perchè costa meno dell’1 o del coperto) mentre l’aeroporto è già strapieno complice il ponte di Ferragosto e la concomitanza di svariati voli per tutta Europa.
Il volo, bello pieno, parte in perfetto orario e arriva (come spesso accade con Ryanair) in anticipo di ben 20 minuti.
La giornata è bella ma c’è un gran vento e non fa molto caldo, anzi!! Andiamo a ritirare l’auto noleggiata e partiamo entusiasti per questa nuova “avventura”.
Imbocchiamo l’autostrada direzione Logrono, il traffico è poco e l’ambiente circostante è quasi desertico con moltissimi “mulini” per l’energia eolica che svettano sulle creste delle alture circostanti.
Subito ci rendiamo conto di una cosa non positiva: nelle autostrade spagnole (come anche in quelle francesi) si paga molto spesso e risultano essere molto care, direi più di quelle italiane. In compendo però la benzina è poco sopra 1 € al litro.
Giunti presso Logrogno decidiamo di cambiare l’itinerario inizialmente deciso e ci dirigiamo verso Pamplona, città famosa per la Festa di S. Firmino e la corsa dei tori.
La prima sosta, non preventivata, è al paese di Olite ove vi è un interessante castello medioevale. La cittadina è molto carina, con stradine strette e case ben tenute ed è immersa in una zona dedicata alla produzione di ottimi vini per cui non si contano le cantine lungo la strada.
Quindi ripartiamo e si arriva a Pamplona/Iruna, capoluogo della Navarra.
La città appare moderna nei quartieri periferici ma il centro ci stupisce. Non vi sono monumenti eclatanti ma vie strette, piazzette, case pittoresce e negozi “antichi”. Ebbene sì, i negozi appaiono come potevano essere in una media città italiana negli anni 70/80, cioè prima che arrivassero le grandi catene e sopratutto i grandi centri commerciali. Sono negozi dalla struttura immutata, con insegne anonime nel nome ma piene di oggetti vari, senza vetrine sfarzose o luminose ma che comunque destano la nostra curiosità.
Ripartiamo da Pamplona contenti per la scoperta di questa città e iniziamo l’attraversamento delle montagne per scendere sull’Oceano Atlantico a San Sebastian/Donostia.
La prima vista che abbiamo è folgorante: mare limpidissimo, spiaggia (la famosa “concha” ovvero conchiglia) piena di bagnanti insomma un panorama mozzafiato.
Siamo arrivati in quello che è sempre stato il “buen retiro” della nobiltà spagnola (e non solo di questa).
E infatti la città ci appare “lussuosa”, con la strada lungomare affiancate da splendidi condomini che prima solo in Costa Azzurra avevo visto.
Parcheggiamo l’auto e ci dirigiamo verso il centro storico della città, fatto di stradine strette, chiese sfarzose, bar e ristorantini pieni di vita (infatti siamo alla vigilia della famosa “Semana Grande”, ovvero la settimana di Ferragosto che in Spagna significa 7 giorni di festa).
Ci rendiamo inoltre conto di essere arrivati in una terra diversa dalla Spagna “classica”, siamo infatti nei Paesi Baschi (che comprendono, oltre alle tre regioni basche, la Navarra e due regioni francesi lungo il connfine), da sempre fieri sostenitori della loro autonomia (e che per questo hanno subito grandi repressioni durante la dittatura franchista) anche se molto spesso in modo fin troppo violento. Infatti le bandiere basche sventolano, la lingua basca diviene predominante e cartelli segnalano ai turisti di non essere nè Spagna nè in Francia ma nei Paesi Baschi (da notare che il giorno dopo ci sarebbero stati scontri tra manifestanti di “Batasuna”, il braccio politico dell’ETA, e la polizia spagnola).
Ripartiamo da San Sebatian e decidiamo di percorrere un tratto di costa verso Bilbao per godere il panorama dei paesi e delle scogliere. E infatti lo spettacolo della costa è grande.
Arriviamo a Bilbao/Bilbo, grande città industriale che ha visto rivalutato il suo ruolo turistico dopo l’apertura del Museo Guggenheim. Alloggiamo vicino alla parte vecchia della città in un bel hostal (“Hostal Begona”, consigliato). Dedichiamo le ultime ore della giornata a visitare la zona vecchia tra stradine e interessanti monumenti. Anche qui, specie nella Plaza Nueva, l’animazione è tanta e i bar offrono pinchos, bocadillo e embutido a iosa. Consiglio poi di andare a bere qualcosa nello storico “Cafe Boulevard”, ove l’atmosfera è rimasta quella degli inizi del ‘900. Per il pranzo invece posso consigliare il ristorante “Rio-Oja”, nel centro storico, ove è possibile gustare piatti tipici della cucina basca ad un prezzo onesto.
Domenica 14 – il giorno, inizialmente dedicato ad una nuova visita del centro ancora deserto data l’ora, ha come meta principale il Museo Guggenheim, spettacolare realizzazione di Frank O. Gehry dalle forme curvilinee. Per poterlo ammirare al meglio consiglio di salire sopra il viadotto che affianca il museo (c’è una scala che permette l’ascesa) ove la vista consente di comprendere le forme sinuose della costruzione.
Ripartiamo da Bilbao e ci fermiamo a Vitoria/Gasteiz, capitale della regione basca dell’Avala. Anche questa città appare moderna ma possiede un bel centro storico degno di visita.
Ultima tappa della giornata è Burgos, in Castilla-Leon, centro celeberrimo per la sua imponente cattedrale gotica.
La città mostra due volti: da una parte quello del turismo che ha in Burgos una delle mete spagnole predilette, dall’altra quello della fede, che ha da sempre eletto la città come una delle tappe principali del “Cammino di Santiago”.
La cattedrale è stupenda, sfarzosa e si erge sopra l’abitato come una “vedetta” per la città. Consiglio poi di salire sulla collina del castello, da cui si ha una bellissima vista sulla cattedrale e su tutta la città.
Dormiamo vicino al centro (“Hotel Espana”, abbastanza vecchio ma decente) e mangiamo (effettivamente non benissimo e spendendo abbastanza) in un bel ristorante vicino all’hotel.
Lunedì 15 Ferragosto – oggi ci aspetta un lungo percorso di strada normale attraverso la Castilla-Leon per tornare a Saragozza.
Il viaggio scorre via benissimo, complice il poco traffico e la bellezza delle strada e del paesaggio attraversato.
Inizialmente percorriamo territori montuosi poco abitati e brulli che ad un certo punto si trasformano in grandi foreste fino ad arrivare alla città di Soria, anch’essa dotata di un interessante centro storico.
Raggiungiamo poi Tarazona, piccolo ma storico borgo dominato da una cattedrale con caratteristiche “mudejar” (potremmo dire “moresche”, intendendo quell’influsso arabo che caratterizza molte costruzioni spagnole).
Infine raggiungiamo all’ultima tappa della nostro viaggio, Saragozza.
Posta lungo l’Ebro, uno dei maggiori fiumi spagnoli, la grande città capitale dell’Aragona deve la sua celebrità alla enorme basilica dedicata a Nuestra Senora del Pilar, meta da sempre di pellegrinaggi che hanno il loro culmine a metà ottobre con la festa dedicata alla Madonna.
L’interno è vastissimo e la cappella deidicata alla Vergine è sfarzosa. Comunque degno di nota è tutto il centro cittadino, vitale ed animato.
Per i golosi consiglio vivamente una tappa alla pasticceria “Fantoba”, non distante dalla piazza del Pilar, ove il gentilissimo e cordiali titolare Alexando saprà “ammaliarvi” con dolci dai gusti indescrivibili. Vi possiamo assicurare che uscirete dal laboratorio assolutamente appagati! Alloggiamo all'”Hotel Avenida”, molto bello ed economico.
Martedì 16 – La sveglia suona all’alba per riprendere il volo verso Bergamo che, nonostante l’arrivo in ritardo, ci permette di atterrare in Italia perfettamente in orario.
Sono stati sicuramente 3 giorni intensi in terra spagnola (per un totale di 900 km percorsi) ma la bellezza dei luoghi visitati ha cancellato ogni stanchezza e anzi ci spinge già a pianificare un nuovo viaggio in terra spagnola il più presto possibile.
F&S