Ferragosto a Rodi

Una settimana nell'isola del sole e delle farfalle
Scritto da: mariuz
ferragosto a rodi
Partenza il: 14/08/2011
Ritorno il: 21/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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La scelta della nostra destinazione per la settimana di Ferragosto è stata agevole: molti e positivi sono stati i commenti degli amici che hanno avuto la fortuna di sbarcare nell’isola del sole e delle farfalle, bagnata contemporaneamente dal Mare Mediterraneo e dal Mare Egeo: Rodi! Sì proprio l’isola del Colosso.

Più difficoltosa è stata la scelta dell’Hotel, o meglio della località in cui risiedere: dopo un’estenuante ricerca tra mille proposte e recensioni sul web, abbiamo optato per “l’Esperos Palace”, cinque stelle a tre chilometri dal centro di Faliraki. La posizione è strategica, in quanto si trova nella costa sud dell’isola (quella bagnata dal Mediterraneo), la più riparata dal vento, la più “turistica”, e a metà strada tra Rodi città e Lindos, ovvero le due località assolutamente imperdibili dell’isola.

Il volo da Verona con la compagnia “Neos” è stato ottimo, sia per la puntualità, sia per il pranzo servito a bordo: personalmente ho una certa predilezione per i pranzetti servizi in aereo, non saprei dire se a motivo della naturale leggerezza e digeribilità del cibo servito in volo, o più semplicemente perché “antipasto” della tanto attesa vacanza; io e Tania ci siamo anche abbandonati ad un brindisi beneaugurante con un bel prosecco di Valdobbiadene! La nostra crociera è stata inoltre allietata da una giornata limpida e soleggiata che ci ha consentito di ammirare dapprima le coste italiane, poi quelle croate, la sagoma del Peloponnesso e infine le molteplici isole dell’Egeo che spiccavano nel mare azzurro. E’ stato un gioco divertente riconoscere le diverse isole dalla carta geografica tenuta sott’occhio e verificare che effettivamente le isole sono fatte proprio come le disegnano sulla mappa!

All’arrivo l’unica sorpresa negativa è stata la scoperta dell’enorme bozzo sulla valigia di Tania appena recuperata dal tapis roulant.

L’aeroporto si trova sulla costa a nord- est, quindi il viaggetto di quaranta minuti in autobus ci ha consentito di vedere le località del mare Egeo che non avremmo più visto durante la settimana, inoltre nella parte interna dell’isola abbiamo potuto verificare la numerosità delle villette in costruzione, sintomo di un turismo ancora crescente e pienamente giustificato dalla bellezza delle terre sotto i nostri occhi.

L’Esperos Palace si affaccia su una ampia spiaggia a tre chilometri da Faliraki: è tutt’altro che isolato, dato che nelle immediate vicinanze si trovano almeno 5/6 altri mega alberghi sostanzialmente equivalenti (4 o 5 stelle); si tratta infatti di una zona ideale: lì la strada principale arriva a ridosso della spiaggia, che si allarga per fare spazio a questi colossi in stile direi simil – palladiano.

L’Hotel non ha deluso le nostre aspettative, che del resto erano ragionevolmente alte, lette le ottime recensioni trovate in più pagine Web; nota negativa all’arrivo è la sorpresa che nessuna persona nell’albergo parlava una parola di italiano .. nonostante le decine o forse centinaia di nostri connazionali lì presenti e “convogliati” dai Tour Operator! Fortunatamente la discreta conoscenza della lingua inglese ci ha consentito di raggiungere la nostra stanza, pur senza nessun tipo di accompagnamento; comunque da lì a mezz’ora eravamo già a bordo piscina con un bel cocktail in mano! .. .anzi eravamo proprio immersi nella piscina in quanto le sedie del “Bar Paradiso” erano semi immerse nella piscina circolare fronte mare!

I commenti entusiastici letti a proposito della varietà e bontà dei piatti serviti a cena erano perfettamente giustificati: i piatti proposti a buffet erano svariate decine, inoltre era possibile scegliere come secondo un piatto “forte”, che era spesso una prelibatezza! Abbiamo avuto la fortuna di essere sistemati nella zona affidata alla cameriera più gentile e simpatica, che ci salutava ogni mattina con un “calimera” e ogni sera con un bel “calispera”!

Per dare un senso alla prima sera e alla posizione dell’Hotel, abbiamo deciso di addentrarci nel sabato notte di Faliraki, e naturalmente nella “Bar Street”, e questo nonostante alcuni avvertimenti letti qua e là relativamente al delirio dei turisti inglesi che normalmente vi dimorano; a tal fine non è stato di grande incoraggiamento il commento della taxista che ci accompagnava: “Faliraki is not good for italian people”!!

In realtà la nostra esperienza è stata totalmente positiva: il centro di Faliraki è costituito da due strade a “L” con bar e locali posti a destra e a sinistra, ogni locale dispone di alcuni addetti che cercano in tutti i modi di farti entrare per tracannare qualche birra o qualche cocktail annacquato.

Abbiamo passato la serata nell’ultimo dei locali, proprio sulla spiaggia, il “Chaplin”, con tanto di foto del mitico “Charlot” dietro il bancone: ci hanno anche offerto da bere, probabilmente perché eravamo i clienti più festosi e sorridenti.

L’indomani l’apparizione della guida del Tour Operator ci ha consentito di scegliere le nostre escursioni per la settimana: le nostre scelte sono andate per la visita della città antica di Rodi, l’escursione in Turchia a Marmaris e naturalmente la gita in barca. Come avevo immaginato, a Lindos saremmo andati col motorino.

Ma la prima giornata l’avremmo passata nel villaggio o meglio a prendere il sole nel grande giardino semi tropicale che lo circonda: il ricordo più bello è il “cinguettio” delle cicale appollaiate sopra gli alberi che accompagnava il nostro riposo!

Visto che la seconda sera era la notte di Ferragosto, non abbiamo voluto perdere l’occasione di tornare nella “Bar Street”, ma questa volta non di Faliraki, ma proprio di Rodi città! Nostra destinazione il noto discopub “Colorado”.

Devo dire che anche in questa seconda nostra uscita non siamo stati per nulla antipatici ai camerieri! Infatti una volta conquistato un tavolo nella balconata che troneggia sopra al palco in cui si esibivano i cantanti rock, la numerosità e la varietà delle nostre consumazioni, ci ha consentito di stringere una certa amicizia e simpatia con la cameriera!

All’uscita del locale, l’immersione nella “Bar Street”, ci ha permesso di vedere svariate locande, bar, discopub, ognuna delle quali si identificava con un diverso Paese: il bar australiano, il pub danese, la locanda svedese …

Ma non potevamo fare troppo tardi: l’indomani saremmo andati al Water Park, proprio di fronte al nostro Hotel.

La mia esperienza in materia era alquanto modesta, ma Tania aveva già visitato il parco acquatico di Jesolo, pertanto con la sua guida e la sua supervisione sono riuscito a superare l’impatto iniziale e buttarmi in ogni genere di scivolo e precipizio. Particolare lo scivolo a tubo che termina, anziché direttamente in una piscina come di consueto, in una specie di mega imbuto, e da questo in una piscina, con tanto di tuffo!

Non ricordo quante mazzancolle abbiamo “sbranato” a cena, ma erano assolutamente meritate dall’adrenalina sviluppata nel Water Park.

Non posso parlare invece di adrenalina a proposito della minima animazione presente nel villaggio: mi è rimasta la soddisfazione di vincere (a mani basse) il torneo di ping pong, battendo nell’ordine una ragazzina di 16 anni, un bambino di 12 e in finale il padre dello stesso bambino! Non proprio il torneo di Wimbledon!!

Era venuto il momento di fare i turisti seri, così la terza mattina è stata la volta della escursione nella città vecchia di Rodi, con tanto di guida greco -partenopea.

Potrei soffermarmi in tanti particolari ammirati (un Ficus gigante, il Porto di Mandraki, il Castello dei Cavalieri riadattato a Casa di vacanze di Mussolini), ma quello che mi ha lasciato veramente senza fiato sono state le vie della antica città medievale: non si trattava di scorci o sprazzi di antichità, ma di una intera e integra città medievale in cui passeggiare! Meraviglioso!

Nella piazza centrale della città vecchia, la modernità era ricordata dai bar in cui gustare finalmente un buon caffè, annaffiati dall’acqua spruzzata dai vaporizzatori necessari a temperare i 32 gradi.

La sera in villaggio toccava la serata in stile greco, con tanto di cena tipica e balli tradizionali; a parte qualche mio svarione dovuto alla scarsa comprensione del dialetto “anglo/greco”, e quindi lo scambio di un piatto di carne di pecora con un piatto di carne di capra (!), la serata è stata spassosissima, rallegrata dal tipico liquore greco, l’ouzo, dal mio punto di vista esattamente identico alla nostra sambuca.

La levataccia della nostra quarta mattina ci ha consentito di vedere l’alba dal nostro balcone affacciato sul mare: con mia somma sorpresa alcuni ospiti del villaggio avevano pensato di lasciare i propri teli da mare sopra i lettini più ambiti anche di notte, per prenotare il posto all’indomani!

Ma a noi toccava la gita in barca, con partenza e arrivo nel Porto di Mandraki e quattro tappe nelle più belle spiagge di Rodi; la barca, a due piani, ospitava direi un centinaio di persone, e l’equipaggio greco era adeguatamente pittoresco e burbero come si conviene!

La gita in barca è stata l’occasione per scattare le foto più belle del nostro viaggio, con sfondo un mare azzurro e cristallino e rocce a dirupo sul mare; devo dire che in altre località anche italiane, ci si strappa i capelli dalla gioia quando si avvistano due faraglioni, ma qui era tutto un faraglione!

Inoltre le rocce avevano la funzione di ricordarci che l’acqua che stavamo vedendo non era di una piscina, ma proprio del mare, con il fondo visibile a più di trenta metri di profondità.

La barca disponeva di una scaletta che alla sommità aveva una specie di terrazzino ideale per i tuffi: dopo qualche esitazione (e forti dell’esperienza del Water Park) il modo abituale di scendere in mare per noi era buttarsi a capofitto! Unica la sensazione di libertà che si provava nei secondi successivi all’impatto con l’acqua, con il proprio corpo che fluttua verso il basso, senza controllo, e con gli occhi spalancati a cercare il sole che attraversa l’acqua azzurra! Da brividi!!

Grazie all’arguzia di Tania siamo riusciti a occupare per pranzo un tavolo dalla comodità invidiabile, proprio di fronte al bar occupato da un vecchio signore, che aveva tutta l’aria di un marinaio in pensione, che ormai da vent’anni passava le giornate a preparare il caffè ogni giorno a turisti diversi. Quando ha sentito che eravamo di Venezia, ha avuto un sussulto, ed è corso in cambusa per recuperare un oggetto da farci vedere con immenso orgoglio .. mi sarei aspettato una gondola o una immagine di Rialto .. invece era una medaglietta con incisa una foto di Piazza di Spagna a Roma!! Ovviamente ho finto una immensa commozione, convenendo sulla bellezza della nostra Venezia… mai avrei voluto rovinare la sua illusione di una Trinità dei Monti a Piazza San Marco!

Come si sa il mare toglie energie, ma la prova più dura doveva arrivare in giorno successivo: l’escursione in Turchia e precisamente la turistica Marmaris.

Nonostante gli avvertimenti della guida sulla finalità di shopping di quella escursione, avevamo deciso di sobbarcarci comunque la sfacchinata di una alzataccia alle sei del mattino; inoltre la scritta “Marmaris – Shopping” sul bus che ci accompagnava al porto di Rodi, non presagiva nulla di buono!

Le navi della Costa Crociere devono essere un bel biglietto da visita per noi italiani: la “Costa Mediterranea” era posizionata a Rodi, mentre la “Costa Deliziosa” dominava il porto di Marmaris, nostra destinazione.

Non saprei dire se la suggestione di approdare in Asia abbia alterato le mie sensazioni, ma dall’ingresso nella baia di Marmaris ogni cosa mi è sembrata magica: il sole era abbagliante e creava un gioco di luce sul mare che non avevo mai visto; ma la cosa più sorprendente era la vegetazione rigogliosissima e verdissima che si contrapponeva alla terra brulla e bruciata di Rodi, appena lasciata alle spalle. La guida ci ha spiegato che nonostante il caldo ben maggiore di Marmaris rispetto a Rodi, le montagne della costa turca sono ricche d’acqua e questo spiega la vegetazione lussureggiante.

Come c’era da aspettarselo una buona parte della gita è stata occupata da una serie di visite in alcuni esercizi commerciali “vivamente consigliati” dalla guida, che ci ha naturalmente assicurato fossero i migliori nel loro genere; ovvero nell’ordine: ristorante panoramico per la tipica colazione turca, negozio di tappeti e pellami vari, pranzo da Dedé e il suo mitico kebab (accuratamente evitato) e accesso al Gold Market, ovvero gigantesca gioielleria spenna turisti! Liberati da tale tour forzato, il nostro masochismo e la piccola Tania, ci hanno condotto nel variopinto bazar di Marmaris dove spacciandoci tal volta per spagnoli, talvolta per russi, siamo riusciti a limitare i danni, acquistando solamente un gigantesco arghilé dal costo di 25 Euro (da sommarsi ai 50 Euro di sovrattassa appioppataci al momento dell’imbarco per il mostruoso sovrappeso accumulato)!

Lasciata alle spalle l’Asia Minore, la mattina del sesto e penultimo giorno della nostra vacanza era stata riservata alla visita della perla di Rodi, ovvero l’antica città di Lindos, con la famosa Acropoli dell’era ellenistica, che rappresenta anche il punto più alto dell’isola.

L’unico scooter trovato per tale missione era un modesto Typhoon 80, noleggiato al costo di 25 Euro.

Nonostante le funeste previsioni del tour operator in merito alla pericolosità delle strade, devo dire che il tragitto di 30 chilometri è stato del tutto sereno e piacevole, nonostante i caschi del tutto inadeguati che tendevano a volare via appena superati i 50 chilometri all’ora! Ma il noleggiatore ci aveva rassicurati sostenendone l’inutilità in quanto “gli italiani hanno la testa dura”!

La vista di Lindos la posso paragonare alla veduta di Cefalù nella nostra Sicilia; abbiamo più livelli di meraviglia: il mare azzurro, la spiaggia di sabbia bianca, e sopra, la città di casette bianche, e sopra la roccia e sopra ancora l’Acropoli Greca (a Cefalù abbiamo invece la Cattedrale Normanna!).

Per giungere al bellissimo paesino occorre lasciare la strada principale, scendendo con il motorino sulla sinistra, e da qui giù verso la caratteristica piazzetta, trafficata di motorini e vigili urbani, ma si tratta del capolinea di ogni mezzo motorizzato, da lì in avanti gli unici mezzi di locomozione verso l’Acropoli sono i somarelli!

Avevo già immaginato quella situazione, dato che se ne parla in ogni guida, ma non avevo ancora preso la decisione se salire in groppa all’asinello o rinunciarci; avevo pensato che avrei lasciato la scelta all’euforia e alla sensazione del momento; in effetti c’erano validi motivi pro e contro. A favore c’era indubbiamente la possibilità di provare una esperienza raramente ripetibile, contro gli avvertimenti delle guide e forse degli animalisti, che suggerivano di rinunciare alla cavalcata qualora il proprio peso non fosse proprio piuma.

Un rapito conto in merito ai poco più di 110 chili suddivisi tra me e la piccola Tania, mi fanno fatto propendere per la prima ipotesi, anche se l’asinello più sfortunato che si è dovuto sobbarcare i miei 72 chili probabilmente avrebbe avuto qualche obiezione! Comunque il somarello Hercules, capo cordata cavalcato da Tania, è stato inarrestabile, e ci ha condotto attraverso strette viuzze lastricate di pietra, gradini, rocce, scogli, fino ai piedi dell’Acropoli di Lindos.

Qui suggerisco di evitare la tentazione delle spremute di arancia proposte nel bar proprio sotto l’Acropoli, servite al modico prezzo di quattro euro e cinquanta l’una! Viceversa merita ampiamente la spesa di 6 Euro per la visita dell’Acropoli.

I cartelli posizionati all’ingresso avvisano che i merli delle mura non sono protetti, ed in effetti la vista della scogliera duecento metri sotto le mura induce ad una certa cautela; l’Acropoli è stata recentemente restaurata con il posizionamento di intere nuove colonne che hanno rafforzato e integrato quelle originarie; tuttavia l’indicazione nella segnaletica descrittiva delle opere dell’epoca dei singoli pezzi, rende giustizia alle colonne originali che hanno resistito migliaia di anni!

Nonostante la calura del mezzogiorno del giorno più torrido della nostra vacanza, siamo riusciti a perlustrare palmo a palmo l’Acropoli, in modo da meritare il giusto premio, rappresentato da un bel bagno di fronte alla fantastica spiaggia di sabbia bianca di Lindos, la più famosa di tutta l’isola di Rodi.

Arrivati all’ultima nostra serata di vacanza, abbiamo deciso di ritornare al centro di Faliraki, per acquistare qualche souvenir e per lanciarci per l’ultima volta in qualche ballo.

Ci eravamo comunque scambiati la promessa che non avremmo parlato della fine della vacanza, del ritorno in Italia e alla normalità, non volevamo provare la malinconia e la tristezza, almeno fino all’ultimo momento!

Dopo attenta riflessione abbiamo deciso di ritornare per la nostra ultima mezza giornata di vacanza, nella città di Rodi, ritenendo che saremmo riusciti a visitare sia la città nuova che la città vecchia; evidentemente avevamo sopravalutato le nostre forze, o sottovalutato l’estensione della città, dal momento che la nostra passeggiata è terminata proprio sulla punta a nord est dell’isola, luogo di incontro del mare Egeo e del mare Mediterraneo. E’ sorprendente notare la diversità dei due mari: mentre il Mediterraneo è di un azzurro uniforme, l’Egeo è “bicolore”, con una striscia verde acqua nella zona sotto la costa.

Sfortunatamente questa punta dell’isola ospita anche l’Acquario di Rodi, beh pubblicizzato nelle guide, al punto da indurci a fare una visita; è stata una vera delusione, l’Acquario conta solo un paio di salette piccole e buie, e la varietà dei pesci presenti è davvero modesta, nulla a che vedere con i noti Acquari di Genova o Barcellona.

Dopo un ultimo saluto a vecchio Ficus Benjamin gigante, dovevamo accettare la realtà della fine del nostro fantastico soggiorno, ed affrontare in senso opposto il viaggio percorso sette giorni prima. Eravamo di nuovo in Italia!

Un grazie alla bellissima isola di Rodi e alla splendida compagnia!

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