Ferragosto a chiusi della verna
Così verso le dieci prendiamo la nostra auto e imbocchiamo la A1 a Firenze sud in direzione Roma; usciamo ad Arezzo e ci dirigiamo verso il Casentino.
Abbiamo programmato una giornata al fresco a Chiusi della Verna.
Da Rassina, una strada in salita ci porta ai piedi del colle su cui si trova il celebre santuario della Verna; quello che forse è meno conosciuto è appunto il paese. C’è di bello che in questi giorni di fine estate, in molte località si usi ancora allestire delle sagre paesane: a Chiusi c’è quella “del tartufo”. Quasi tutti gli abitanti, più i numerosi villeggianti, sono nelle strade che sono intasate da macchine e camper; numerosi sono i banchini dove vendono il prezioso tubero e altri prodotti di artigianato locale ed etnico: tutta la piazza antistante la chiesa ne è piena.
Da mezzogiorno, una lunga fila staziona davanti al cinema dove è allestito un ristorante; i volontari della Pro Loco hanno un bel daffare a servire ai tavoli i numerosi ospiti che continuano ad arrivare fin dopo le due e mezzo.
Usciamo poi dall’affollamento della sagra e ci dirigiamo verso quella parte di Chiusi, per noi sconosciuta, che apprendiamo essere il nucleo originario del paese. Qui l’atmosfera è completamente diversa, il silenzio ci avvolge, solo qualche anziano è rimasto a casa e siede a sonnecchiare davanti alla porta della propria abitazione o all’ombra dei pergolati negli slarghi tra più vie. Saliamo al castello del Conte Orlando, o meglio ai pochi ruderi che ne restano; da qui si vede nitida la sagoma del colle immortalato da Michelangelo nell’affresco della nascita di Adamo che si trova sul soffitto della Sistina; è per questo che gli abitanti di Chiusi sostengono che qui abbia abitato Michelangelo quando il padre vi si trasferì dalla vicina Caprese in qualità di podestà .
Vicino alla Chiesa di San Michele Arcangelo con il suo campanile a vela c ‘è la podesteria dove è allestita una mostra d’arte. Un percorso a gradoni in porfido, che riconduce alla statale, si snoda per le strette vie del vecchio borgo. Qui ci sono le case più antiche, quasi tutte in pietra e appoggiate al colle, alcune, ci dicono, con pavimenti e travi originari, fino al fontanone pubblicitario in via Roma. Un’ ultima visita ai banchini della sagra e poi si riparte per Firenze; peccato, perché ci hanno detto che in serata ci saranno i fuochi d’artificio! Per foto e altri racconti di viaggio www.Webalice.It/graziano.Alterini