Fascino e suggestioni della costa turca
Partiamo il sette luglio da Malpensa con la Turkish Airlines destinazione Dalaman con scalo Instambul: volo preso su www.Travelprice.Com a 480,00 € a testa con partenza comoda ma rientro in piena notte…
Riusciamo ad organizzare la crociera in questo modo: la mia ragazza dopo aver contattato varie compagnie ed agenzie raccomandate da Lonely Placet e Routard trova attenzione e professionalità con la Yesil Marmaris inc. (www.Yesilmarmaris.Com) ed in particolare con il sig. Sedat (cell +905335747404) che si dimostrerà davvero efficiente e capace: dall’inglese davvero fluente Sedat ci ha organizzato una crociera davvero indimenticabile.
Concordiamo un prezzo davvero competitivo: 350,00 € a testa per la crociera comprensiva di vitto e alloggio, + 90,00 € di “transfer” per il recupero in piena notte all’aeroporto di Dalaman (lontano 90 km dal porto di Marmaris). Considerate che il prezzo della medesima crociera offerta da Turbanitalia (principale tour operator dall’Italia) è quasi il doppio (600,00 €)!!! Il caicco (o goletta) che ci ospita è la barca più bella della flotta della eser yachting: si chiama lyra e la potete vedere sul sito della compagnia marittima (www.Eser-yachting.Com); anche questa compagnia offre crociere direttamente ma il contatto ci è risultato più problematico; in sovrapprezzo della agenzia Yesil è risultato comunque irrisorio.
La Lyra dispone di 8 cabine (16 ospiti max) e 3 persone di equipaggio: è confortevole e spaziosa (a parte le cabine, ma si dorme meglio sul ponte); . Aver comprato la crociera senza canali italiani ci ha consentito di avere compagnia internazionale (americani, tedeschi e turchi) che ci dà modo di sdoganarci e confrontarsi meglio con il mondo… La crociera parte dal porto di Marmaris direzione sud verso Fethiye, ancorandosi lungo la costa (in rada) sia all’andata che al ritorno.
L’esperienza della crociera è una cosa nuova e ci è piaciuta molto; la nave è piccola e dà modo di legare con i passeggeri (dipende da chi trovi, chiaro) , consente di vivere il mare e la natura con libertà e autenticità. Abbiamo gradito molto la cucina di Adam, ricca di verdure e frutta, di pietanze tipiche come i sigar borek , kofte, peperoni ripieni di riso, mussacà, pesce: le bevande si pagano a parte ma hanno inciso poco.
Posso dire di non aver mai visto un cielo stellato prima di allora ; da vero appassionato di snorkeling ho facilmente trovato stelle e murene nei vari bagni… Inoltre se si vuole sfruttare le opportunità ci sono le occasioni di allontanarsi dalla nave per escursioni varie o performances di vario tipo : noi abbiamo fatto “parasailing” cioè paracadute trainato da motoscafo, ma ti offrono di tutto : dallo sci nautico alle ciambelle/banano (prezzi da trattare mi raccomando)… Un po’ stancante l’escursione a Kaunos (Dalyan) la cui spiaggia è nota per le tartarughe caretta caretta che vengono a riprodursi su una lingua di sabbia che chiude il mare consentendo un paesaggio di cannetti alla “Camargue” (o delta del po per chi è veneto)…Tra i flotti d’acqua se siete attenti potete scorgere qualche tartaruga. Con l’escursione in barca potete ammirare le tombe licie del IV sec. Che sono imponenti facciate di templi scolpite sulle pareti verticali delle formazioni rocciose lungo il fiume Dalyan. Segue la visita dell’acropoli sul promontorio, ricco di vestigia romane date dai resti di chiese bizantine, terme romane, templi ed anfiteatro… Discutibile il godimento del bagno d’argilla sulfurea a Sultanine, piccola stazione termale sul fiume: pittoresca esperienza ma coprirsi di fango nella calura estiva richiede un certo spirito (NB: la guida dice di fare attenzione alle sanguisughe!!!).
Il pomeriggio trascorso a Fethiye non ci ha esaltato: città portuale caotica priva di suggestioni.
Così come Marmaris: intorno al porto un susseguirsi di ristoranti molto turistici ed atmosfera affollata e rumorosa (soprattutto la notte causa discoteche troppo simili alle nostre). Eppure ad una certa ora il silenzio seguito dalla preghiera dell’Imam: segno tangibile dell’Islam insieme alle numerose moschee; paese affascinante la Turchia perché fonde Occidente e Oriente: eppure la cultura musulmana convive con i costumi europei senza contrasti; trovi la ragazza col jeans a vita bassa ed altra in spiaggia interamente coperta da veli. Eppure mai abbiamo trovato situazioni di preoccupazione e neppure di scortesia: i turchi sono curiosi ed espansivi (più dei greci) e si relazionano facilmente con i turisti. Assurdo non trovare alcun turista italiano per le voci che fanno della Turchia un paese facile agli attentati mentre trovi tantissimi tedeschi (anche per il legame forte con la Germania), americani, inglesi, francesi… Sbarcati dalla Lyra ed arricchiti dunque dalla crociera ritiriamo l’auto prenotata tramite il mitico Sedat ; trattasi di fiat Albea 5 porte dal condizionatore imprescindibile visto le temperature: costo per 8 gg. 320 € ; i 40 € al giorno richiesti dal car rental sono ok visto le offerte online dei concorrenti ma forse spunteremmo meglio contattando in loco dei noleggiatori locali; tuttavia la ns esigenza di consegna dell’auto a Dalaman e la flessibilità del noleggiatore sono decisive.
Dopo aver recuperato il trolley che mia morosa aveva smarrito a Parigi arrivando da Boston il giorno prima della ns partenza da Verona, andando a verificare di persona agli scali internazionali di Dalaman nonostante le istruzioni contradditorie dell’Air France, puntiamo a sud, verso Kalkan… L’intendimento è di visitare la costa (turistica) da Fethiye a Kas , eppoi fare un salto nella selvaggia Datça (ripassando così da Marmaris).
Turchi gente simpatica ma al volante pericolosetti: la tendenza è di non rispettare i segnali e non so come ho fatto a schivare un furgone che mi usciva da uno stop lungo la superstrada verso sud; in caso di incidente farsi consegnare sempre copia del verbale della polizia che interviene per accertamenti… Kalkan è una cittadina deliziosa: i suoi vicoli e le pendenze ricordano quelli caratteristici dei villaggi greci. Dormiamo alla pensione çelik (Yaliboyu Mahallesi) che ci da proprio una delle due camere migliori (quelle mansardate) con balcone e vista sul golfo a 40 ytl (23 € al giorno per la camera colazioni comprese!). Mangiamo al ristorante Aubergine sul porto (elegante e raffinato, piatti originali e tipici, caretto) e al Belgin’s Kitchen (consigliato da entrambe le guide è locale che non potete mancare; arredi alla Budda Bar con saloni ottomani e musica tipica. Un’esperienza!).
Piacevole la spiaggia di Kaputas verso Kas dove la costa è rocciosa: l’impatto visivo molto bello contrasta con l’accesso al mare poco agevole essendo ondoso perché non chiuso da una baia e subito profondo…Confermo presenza di scoiattoli a fine giornata grazie ai residui dei bagnanti. Ulteriore performance atletica grazie alla organizzazione dell’agenzia Buganville di Kas con la quale abbiamo trascorso una giornata in kajak all’indirizzo dell’isola di Kekova, visitandone i resti della cittadina bizantina sommersa ed il castello sul poggio da cui dominare l’arcipelago; da turisti oziosi da caicco a rematori incalliti alla prima esperienza canoistica! Dopo 3 notti a Kalkan puntiamo alla celeberrima Oludeniz (“la spiaggia più bella della Turchia”) ma con il progetto di visitare lungo il viaggio la spiaggia di Patara ed il canyon Saklikent.
Patara è da vedere: ma attenzione ! E’ possibile evitare l’accesso di pagamento seguendo le istruzioni della Lonely avventurandosi su una strada sterrata che porta ad una radura ricca di vegetazione mediterranea e proseguendo a piedi lungo le dune in un paesaggio simile alla Tunisia…Così facendo non troverete anima viva su una spiaggia tra le più belle del litorale, lunga decine di km (google earth per verificare plaese) , di sabbia finissima, con un mare di trasparenza tropicale.
Le gole di Saklikent (nei dintorni di Fethije) sono un canyon largo fino a 5 metri e lungo 18 km (!!!): per i primi 2 km hai l’acqua fino al bacino poi fino alle spalle…All’inizio passerelle di legno ed acqua lungo il freschissimo torrente che si attraversa agevolmente in un paesaggio suggestivo per la particolarità poi si fa sempre più impegnativo fino a dove si decide di arrivare. Causa infradito e pentax al seguito non sono andato oltre ai primi 2 km: consigliate calzature di gomme (noleggiabili in loco) e costume. Gradevolissimi i salottini dei vari bar costruiti con palafitte basse sopra i torrenti all’ombra. All’inizio dell’escursione in un passaggio di forte pressione da parte del torrente vieni preso per mano da premurosi ragazzini che ti “guadano” fuori salvo poi aspettare una mancia difficile da respingere …
Oludeniz è una delusione: trattasi di bellissima laguna con spiaggie sui versanti di una penisola naturale; eppure la coltivazione intensiva del bagnante è talmente invasiva da far rimpiangere la nostra liguria… La massimizzazione del business (è spiaggia a pagamento, con lettino a pagamento) vuole che i lettini siano esattamente attaccati uno all’altro senza nemmeno permettere un passaggio… Ne consegue altrettanto sgradevole coltivazione di teste umane/materassini/pedalò in acqua. Tempo di permanenza sulla spiaggia tanto blasonata 2 ore.
Prediligiamo quindi una daily boat per visitare l’isola di S.Nicola e altri isolotti circostanti convinti di maggior tranquillità. Errore. Le barche dei pendolari sono un carnaio: affollate e caotiche che ti fanno passare la voglia di un bagno dove devi sgomitare per nuotare; caicco sì ma daily boat no grazie!!!! Alloggiamo al motel Sultan (consigliato Lonely) in una camera che domina la vallata (e il mare) in un contesto davvero piacevole (piscina 20 m., campo pallavolo, tranquillità) ad un prezzo sempre conveniente (30 € con le colazioni); peccato per le zanzare e la pulizia… Mangiamo la prima sera all’Oba Restaurant di Oludeniz (un po’ turistico, ma ok) ma la seconda sera ci avventuriamo a Kayakoy per cercare il Sarnic Kafe & Restaurant (consigliato per gli antipasti, chiamati “manti”).
Kayakoy è una città fantasma ed è la cosa meno turistica che abbia mai vista… Trattasi di antico insediamento greco (etnia greca) che si è spopolato nell’ambito degli scambi di popolazione di rispettiva etnia con la Grecia (parliamo di milioni di persone) organizzati da Ataturk (autentico “padre” della Turchia che la avvicinata all’occidente) all’inizio del secolo: i greci di etnia turca non hanno gradito la sistemazione e non hanno quindi abitato la città che si presenta incredibilmente spettrale. Animano solo i ristoranti ai piedi della città. Il gestore del Sarnic Restaurant ci illustra quanto e ci fa visitare una casa vecchia di 300 anni restaurata e ricca di oggetti dell’epoca.
Gli ultimi giorni li trascorriamo nella penisola della Datça: le informazioni che assumo grazie ai contatti coi i turchi coincidono con le descrizioni della Routard (“angoli paradisiaci”). Subito il traffico lungo le strade cambia, rarefacendosi drasticamente: le penisole della Datça e di Bozburum (collegate) sono oggetto prevalentemente di turismo interno (turco).
Visto il poco tempo rimasto salto Bozburum per indirizzarmi sul tratto di costa tra Knidos e Mesudiye che ho motivo di pensare sia il più agevole dalla terra (mentre i paesaggi via mare di questa costa penso siano generalmente favolosi). La spiaggia di Mesudiye mi delude in quanto piccola e chiusa e ripiego a Palamut Burku dove trovo una spiaggia magnifica di sassolini, dotata peraltro del confort di ombrellone e lettini gentilmente offerti dalla Buk Pensiyon dove troviamo alloggio in una camera pulitissima e nuova (35 € con colazione). NB: con condizionatore come tutte le altre. Il contesto è molto povero quindi selvaggio e favolosamente vero: la strada è sterrata e sono proprio tutti turchi! Mangiare pesce qua è uno spasso: una cena a suon di branzini, orate o dentice costa da 30 a 45 € (per due) a seconda che si beva vino (molto caro) o birra. Mangiamo suntuosamente sia da Komburnu Restaurant (peccato ci freghino sul vino) sia da Emek Restaurant (sul porto di Datça). Economicissimo il ristorante familiare di Zekeriya Sofrasi in centro a Datça (stile buffet). Da visitare Cnido (Knidos) sulla punta estrema della penisola: sito ricco di storia in quanto greca eppoi romana, saccheggiata dagli arabi, con resti visitabili di camminamenti, anfiteatri, templi… Rientro la sera successiva dopo l’ultima giornata trascorsa in spiaggia in pieno relax mangiando “gozleme” (una specie di crepe salata con formaggio saporito, o patate, o carne), con consegna auto la sera e qualche ora di sonno carpita sulle poltrone dell’aeroporto di Dalaman così tanto visitato in questa nostra vacanza.
Bilancio complessivo ca 1.500 € a testa tutto compreso (anche il parcheggio dell’auto a Malpensa) in linea con quanto spendiamo solitamente in Grecia (formula volo + spostamenti liberi girando almeno 3 isole). Per la Turchia abbiamo speso abbastanza per il volo e l’auto a noleggio; molto conveniente la crociera (comprata come suggerito) e molto economica la vita . Formula crociera + auto consigliabile perché mixa il relax della barca (servito e riverito) con il movimento e la conoscenza diretta dei siti e delle persone… La Turchia è insomma un paese da visitare spendendo poco e ricco di meraviglie naturali, senza considerare i siti archeologici (Efeso, Bodrum) ed una città come Instambul, lontano da timori e pregiudizi.
Andrea e Sonila andrea.Vantini@tiscali.It