Fantastica Cina

Dopo varie insistenze ho convinto finalmente mio marito Fabio (fanatico degli USA) ad andare in Oriente, e così si va in Cina. Partiamo dalla Malpensa il 2 agosto alle 14.10 con Alitalia per Pechino: compagnia italiana con hostess cinesi che parlano solo inglese!!! Dopo 9 ore di volo arriviamo alla nostra prima meta. Sono le 5 circa del...
Scritto da: faroby
fantastica cina
Partenza il: 02/08/2000
Ritorno il: 17/08/2000
Viaggiatori: in coppia
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Dopo varie insistenze ho convinto finalmente mio marito Fabio (fanatico degli USA) ad andare in Oriente, e così si va in Cina. Partiamo dalla Malpensa il 2 agosto alle 14.10 con Alitalia per Pechino: compagnia italiana con hostess cinesi che parlano solo inglese!!! Dopo 9 ore di volo arriviamo alla nostra prima meta. Sono le 5 circa del mattino. Siamo un po’ preoccupati perchè in Cina non si usano i soliti voucher per i servizi (alberghi, escursioni,ecc…) e noi abbiamo tentato la carta del viaggio individuale. Troviamo ad attenderci però una ragazza del posto che fa parte dell’organizzazione turistica statale che ci accompagnerà al nostro hotel, lo Shangri Là. Pechino 3/8 – 7/8 Non si può arrivare ed andare a dormire, perciò per fregare il fuso orario si decide, come per ogni nostro viaggio, di continuare la giornata e di andare a dormire alla sera, come tutti i bravi cinesi. Partiamo quindi dal Tempio del Cielo. Prendiamo un taxi in albergo: macchina nera, da sciuri che costa una cifra per attraversare Pechino (il nostro hotel è a circa 8-10 km da Piazza Tien Nam Men e dal tempio del cielo): l’iperbolica cifra di 12.000 lire. Il Tempio del Cielo è letteralmente galattico. Si prosegue per il Tempio dei Lama e, poi, per piazza Tien Nam Men, che è enorme, e, cosa strana, alle dieci di sera la chiudono e la polizia non permette a nessuno di entrarci fino al mattino. Proviamo i ravioli al vapore acquistati per strada:ottimi (alla faccia degli staffilococchi). Piazza Tien Nam Men è enorme. Facciamo un giro in risciò negli Huttong (occhio perchè è stata la più grande fregatura: 60.000 a coppia). Nei giorni seguenti abbiamo visitato la città proibita, il palazzo d’estate, il tempio della campana (simpatica la signora che fa vibrare la superficie dell’acqua ìn una bacinella sfregando i manici), parco Bejhai (quanta pace si prova ad ascoltare i cinesi che suonano e cantano nei gazebo sul lago), la collina del carbone e la torre della campana. In questa torre si trova una sala da the dove fanno una bella cerimonia e dove si può acquistare tutto il necessario. Abbiamo mangiato anche l’anatra laccata al ristorante “Beijing roast duck”: per 50-60.000 a coppia la migliore di Pechino. Di rigore una gita alla Grande Muraglia a Badalin ed alle tombe dei Ming: potete acquistare un tour in inglese in qualsiasi hotel per una cifra tre o quattro volte più bassa di quella che vi chiedono dall’Italia. Nell’escursione non manca la visita al negozio dell’amicizia (occhio alle fregature, qui non si tratta il prezzo e costa tutto di più) ed alla fabbrica di giada. Non preoccupatevi per i mezzi: attraversare Pechino, che sarà 6 o 7 volte Milano, in taxi costa 4-5.000 lire. Per mangiare si spendono circa 5-10.000 a testa in buoni ristoranti. Da Pechino si va a Xian in aereo a vedere l’esercito di terracotta. Viene a prenderci la solita ragazza cinese (il suo nome in Italiano significa Neve) che ci dà i biglietti aerei e ci accompagna in aereoporto: in Cina i biglietti aerei ve li consegnano alla partenza, non ve li fanno tenere.

Xian dal 7/8 al 9/8. Arriviamo dopo circa 2 ore di volo con la China Northwest (buona) e troviamo un’altra ragazza cinese che ci porta allo Shangr Là Golden Flower. Sistemiamo la roba e via, si va in città. I taxi sono piccolissimi ed ancora più economici di Pechino. Si arriva in centro ed iniziamo un giro a piedi per andare a vedere le immancabili (in ogni città cinese) torri della campana e del tamduro: bello il concerto che si tiene ogni ora nella torre della campana. Ci coglie la fortuna del turista: inizia a piovere a dirotto!!! Il giorno dopo si va e vadere l’esercito di terracotta: sublime e grandioso. Dicono che non si può riprendere e fotografare: siamo gli unici turisti che ci credono. Particolare curioco: la polizia vieta foto e film solo ai turisti cinesi, gli stranieri possono farlo: un rullino e mezz’ora di film. Si va poi a vedere la moschea di Xian, il museo dello Shaanxi e la zona del mercato. Belle le bancarelle di medicina cinese. Qui compriamo una valigia di souvenir: mio marito contratta (è di rigore, se non lo fai i cinesi perdono il gusto della vendita) ed usciamo dal mercato carichi come cammelli. Per mangiare ci sono diverse opèportunità: ristoranti all’aperto nella zona del mercato e ristoranti in centro, ma non preoccupatevi, bisogna impegnarsi allo spasimo per spendere più di 8-10.000 a testa. Via da Xian si va a Shangai.

Shangai dal 9/8 al 13/8. Volo Dragon Air (buona). Consigliamo l’hotel Jing Jiang Tower. Riamaniamo allibiti. Dalla Cina classica, ad una Cina formato New York. Moderna, avveniristica (per lo standard cinese) e, forse eccessiva. Incontriamo dei nostri amici di Monza e, colti da un attacco di nostalgia, ci concediamo una pizza: siamo stufi di involtini plimavela e wanton flitti, e, alla fine, un buon caffè espresso al bar dell’hotel Sofitel in Nainjing Lu (isola pedonale). Visitiamo il museo di storia che ritengono il più bello della Cina, il bund (la camminata sullo Yanghzè) dove i cinesi fanno Tajchi ovvero la ginnstica lenta cinese che è un’arte marziale. Particolare notato in tutta la Cina: appena ci mettiamo a fotografare o a riprendere con la video si forma un capannello di cinesi che vogliono guardare: sono curiosissimi. Inoltre se andate in Cina vi capiterà spesso che vi chiedano di farsi fotografare con voi perchè per loro è un onore farsi fotografare con un occidentale. A shangai inoltre compriamo un po’ di seta, sicuramente più a buon mercato (ed uguale) a quella che troveremo nell’escursione a Shouzou, la città della seta. Vi consigliamo i negozi che si trovano in Najngjimg Lu dopo il Sofitel andando verso il Bund. Da visitare il Giardino del Mandarino Yu, il tempio del Buddha di Giada e, di rigore, una gita a Shouzou, la Venezia d’oriente: atmosfere magiche nelle pagode e sulla collina della tigre. Dopo Shangai chiudiamo con Honk Kong, da dove si rientra a Milano.

Nonk Kong dal 13/8 al 16/8. Si arriva con volo della solita Dragon Air e, organizzatissimi, si prende il treno che collega l’aereoporto al centro città. Si va allo Sheraton Kowloon. Si fa subito un giro Nathan Road per shopping. Non pensate che l’elettronica sia molto conveniente! A Honk Kong, finalmente, si riesce a parlare inglese: nonostante la propaganda i cinesi che lo parlano si possono cercare con un lumino, ma non preoccupatevi, sono molto disponibili e vi aiutano in tutti i modi. Da visitare il Vistoria’s Peak (saliteci con il trenino di sera e portatevi un bel cavalletto per fare delle splendide foto; che coda però). Per farlo prendete l’autobus appena fuori dal terminal dei traghetti Central e sedetevi sopra all’aperto: vi sembra di toccare i palazzi con un dito tra le salite. Siamo andati poi ad Aberdeen con un bus con aria condizionata molto economico preso alla stazione dei bus sotto alla borsa di Honk Kong, per vedere le case galleggianti. Piccolo consiglio: non prendete tour organizzati, non servono a niente. Andate sul molo lungo la strada e noleggiate un sampang condotto da delle vecchiette sprint che, per 20-30.000 a corsa vi porterà in mezzo alle houseboat. I tour organizzati non vi ci portano. Se avete tempo poi è bello girare nei centri commerciali che si trovano di fronte a Kowloon. Occhio a Nathan Road: ci vanno tutti i turisti ed i prezzi sono i più alti.

Finito con Honk Kong, abbiamo ripreso il volo dell’Alitalia e siamo ritornati a Milano. Piccoli consigli: Portatevi la Lonely Planet, sempre preziosa. Non preoccupatevi se i cinesi non parlano inglese, basta farsi scrivere in cinese su un biglietto dell’hotel i posti da visitare dal concierge. Portate sempre con voi alcuni biglietti dell’hotel: sono necessari per tornare indietro con il taxi. Non bevete l’acqua del rubinetto, c’è anche scritto nei bagni dei migliori hotel: neanche i cinesi la possono bere. Partite con le valigie vuote, perchè troverete tutto quello che serve per riempirle. Ad Honk Kong, per evitare code, al ritorno fate il Check In in città, alla stazione del comodissimo treno veloce per l’aereoporto. Attenzione, soprattutto a Pechino, ai soldi falsi e fatevi cambiare i pezzi grossi in hotel. Per la seta, come detto, è ottima Shangai. Contrattate sempre i prezzi, è un’usanza, e non preoccupatevi: si mangia il cane il topo ed il serpente solo nella cucina cantonese. Nei ristoranti infatti troverete tutti i piatti che mangiate in Italia. Buon viaggio ed alla prossima.



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