Exuma di Bahamas e Miami
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24 Agosto: finalmente si parte!
Dico finalmente perché il viaggio è stato prenotato molti mesi prima. Essendo sfumate le Hawaii per questione di giorni a disposizione e perché secondo la mia dolce metà nostra figlia di quasi 5 anni non poteva sopportare tutte quelle ore di volo (secondo me è lui il più insofferente!), a febbraio contatto Peter del Coral Garden (grazie a tutti quelli che ci sono stati e ne hanno scritto) e mi dice che per l’appartamento l’unica settimana disponibile tra quelle proposte è dal 24 al 31 agosto quindi la fermo subito (caparra di 400$ tramite PayPal)..dopo qualche settimana prenoto pure il volo ed è fatta!
Voli: prenotati tramite Expedia perchè il sito di American Airlines cambia il prezzo da un giorno all’altro. Volo Bologna-Madrid-Miami con Iberia, Miami-George Town e viceversa con American Eagle e Miami-Londra Londra-Bologna con British A. tot. 2000,41 euro (2 adulti e 1 child).
Voto Iberia 9 (voliamo con il nuovo Airbus 630,poca gente,ottimo)
Voto British 5 (volo strapieno, servizio lentissimo, sedili scomodissimi, non do 0 per la gentilezza delle Hostess
Voto American Eagle 10 (in orario, e in poco più di un’ora di volo ci danno da bere 2 volte!)
Assicurazione: Columbus Direct che con 178,00 € copre assistenza sanitaria, bagaglio e annullamento viaggio per tutti e tre.
Partiamo alle 4 e mezza per prendere l’aereo da Bologna, il volo partiva alle 7 e AA non mi ha fatto fare check in on line in quanto il primo volo era operato da Air Nostrum..vabbè dormiremo in volo..
Arriviamo a Madrid giusto in tempo per spostarci dal terminal T4 al T4s e poco dopo saliamo sul nostro Airbus nuovo nuovo, abbiamo a disposizione 4 posti tutti per noi, intrattenimento ottimo anche se i film sono solo in spagnolo e inglese, cibo abbastanza penoso ma siamo attrezzati.
Le 9 ore passano in fretta e siamo già a Miami in coda per i controlli (che si sono rivelati piuttosto veloci e gli addetti molto gentili, avere un bambino aiuta!). Prendiamo lo shuttle del Crown Plaza appena fuori gli arrivi e in un attimo siamo al nostro hotel, prenotato direttamente dal loro sito per € 80,00.
Volevo andare a mangiare cubano nel ristorante difronte al nostro hotel ma dopo la doccia crolliamo..e ci svegliamo ovviamente alle 5…
25 AGOSTO: meraviglia!
L’addetta dell’hotel prima mi vuole addebitare le tasse che avevo già pagato prima di partire, poi ci fa prendere lo shuttle per l’aeroporto 3 ORE prima della partenza perché secondo lei ci vogliono tutte… in 5 minuti 5 facciamo self check-in alle macchinette,colazione in 10 minuti, e altri 5 minuti per i controlli..adesso dobbiamo solo aspettare 2 ore e 40…maledetta…santo Ipad aiuta a tenere occupata la tarantola che crede che la vacanza sia già finita e stiamo prendendo l’aereo per tornare a casa…Finalmente ci imbarchiamo, siamo in 25 su un’aereo credo da 55 posti. Durante l’ora di volo passano 2 volte a dare qualcosa da bere, benissimo. Dall’aereo si intravede già il paradiso che ci aspetta, che mare!
Atterriamo in orario e fuori ci attende il taxi mandato da Peter. Appena arrivati il proprietario ci saluta per nome come se ci conoscesse da una vita, ci mostra la “nostra” casa e quello che ci ha comprato per la colazione di domani in quanto la domenica i market sono chiusi. L’appartamento ha tutto ciò che occorre, è ben ventilato tanto che non abbiamo mai acceso l’aria condizionata.
Ci lascia un’oretta per disfare le valige e poi ci viene a prendere accompagnandoci nei dintorni (ci fa vedere due accessi alle spiagge vicine, il market Smitty’s e alcuni locali dove mangiare ) con la macchina che ci ha noleggiato (una Honda CAPA ovviamente con volante a destra).
Tornati in appartamento ci mettiamo il costume e ci fiondiamo a Hoopers Bay…incantevole! Acqua calda, spiaggia bianca e siamo solo noi 3 (anche se una fa casino per 10). Ci rilassiamo fino a sera, torniamo per una doccia e per cena proviamo lo Splash..niente di che, non c’era nessuno e abbiamo speso $ 35,00 per una coca, una bottiglia d’acqua e due pizze medie.
26 AGOSTO
Salutiamo i “vicini” di Roma e Ravenna che ci lasciano e aspettiamo il tizio della struttura ricettiva per il breafing mattutino, oggi ci consiglia di andare al sud, ci spiega esattamente come trovare le spiagge (mi raccomando seguite alla lettera le sue indicazioni in quanto molti accessi non sono segnalati!) e via si parte! Per strada ci fermiamo a George Town per vedere dov’è il market (più grande e fornito di quello vicino al Coral) e facciamo sosta in diversi punti panoramici ma non vediamo l’ora di buttarci in acqua. Arriviamo subito al Tropic of Cancer, non c’è nessuno neanche qua, e rimaniamo sempre più stupefatti dai colori dell’acqua e dal silenzio… uguale uguale alle nostre domeniche sulla riviera romagnola!
Verso mezzogiorno ci dirigiamo a “La Shante” in quanto il famoso chiosco di Santana’s è chiuso il lunedì. Il ristorante è anche bello e in scenografica posizione solo che il nostro amico Dwight ci dice che per pranzo ha solo Counch Salad e ci chiede cosa vogliamo… mah fammi pensare… counch salad? Dopo una vita durante la quale ho anche pensato di gettarmi dalla scogliera, arrivano i nostri piatti. Almeno era tutto buono! Dopo un’altra interminabile attesa riusciamo pure a pagare (35$) e ce ne andiamo in direzione Forber Hill.
Si parcheggia sotto gli alberi e la baia è davvero un incanto (e ci sono pure due persone!). Facciamo diversi tuffi, foto, castelli, buchi ecc e and un certo punto si fa nero come la notte e inizia a tuonare. Armi e bagagli ci dirigiamo in auto e mentre ci avviciniamo a George Town viene giù un diluvio che non si vede neppure la strada. Ci fermiamo a fare la spesa e stasera 2 spaghetti e a letto presto.
27 AGOSTO
Ci svegliamo con il sole e qualche nuvolone ma il proprietario di casa ci assicura che oggi sarà una splendida giornata. Conosciamo i nuovi arrivati (una coppia di Monza e una di Roma arrivati ieri, tutti italiani qua!) e ci dirigiamo al molo di George Town per prendere il taxi boat delle 10.00 (ce n’è uno ogni ora a partire dalle 10 per $ 12 a testa) che ci porta a Stocking Island al Chat and Chili e ci accordiamo per il ritorno alle 16.00. Sbarchiamo e siamo ancora solo noi e 2 ragazzini del posto che giocano in acqua.
La mattina trascorre tra nuotate e relax, ogni tanto sbarca qualche turista. Diciamo che è il posto più affollato di Exuma! Mangiamo con 1 cheeseburger, un counchburger, patatine, pollo, coca e birra per 35$ (sarà la cifra ricorrente di questa vacanza), giochiamo con le razze, chiacchieriamo con qualche turista americano che ci chiede ogni parola in italiano, troviamo delle stelle marine e facciamo conoscenza con una famiglia di Firenze che (stranamente) alloggia negli appartamenti in spiaggia.
Torniamo a casa belli cotti, cena poi la tarantola improvvisamente spegne la luce e ci dice buona notte, noi usciamo in terrazza e ci mettiamo davanti l’ingresso del B. & B. per navigare in internet (sia Ipad che Iphone in casa non riescono a prendere la rete wifi) così possiamo anche ascoltare dal proprietario la storia delle Bahamas che sta raccontando ad altri due ragazzi, il perché ci siano tante case incompiute e in vendita ecc..Si uniscono a noi anche i nuovi amici di Monza e concludiamo la serata raccontandoci delle nostre vite, dei viaggi fatti e quelli che vorremo fare… anche loro vorrebbero andare alle Hawaii, magari ci incontreremo pure là.
28 AGOSTO
La notte vengo svegliata dai tuoni e fulmini, e la mattina sta ancora piovendo. Il proprietario di casa ci dice che verso le 12 dovrebbe fare bello e noi ce la prendiamo comoda. Dopo colazione facciamo un salto in città a fare la spesa e ci fermiamo pure allo Straw Market (capanne in legno colorato dopo il supermaket sulla destra) dove le donne del posto vendono i loro prodotti artigianali. Acquistiamo un po’ di souvenir poi torniamo a casa e pranziamo. Dopo pranzo esce il sole e andiamo a Jolly Hall Bay fino a sera.
29 AGOSTO
Oggi decidiamo di andare al nord. Come sempre la mattina presto è un po’ nuvoloso ma la giornata promette bene. Prima tappa Farmers Hill, carina ma non ci ispira molto e rimaniamo poco. Ci fermiamo a Flamingo Bay che ha due accessi, entriamo dal secondo come suggerito dal propretario della struttura in cui alloggiamo. Facciamo una passeggiata e un tuffo poi ci spostiamo a Cocoplum Beach, che dire, bellissima anche se molto isolata e un po’ abbandonata. Camminiamo fino alle lingue di sabbia che stanno pian piano sparendo per l’alta marea ed incontriamo ancora la famiglia di Firenze che sono lì dal mattino presto per vedere le lingue con la bassa marea. Raccogliamo i sand dollars e chiacchieriamo, loro poi se ne vanno ma ci invitano per il pomeriggio alla “loro” casa sulla spiaggia al Sandy Palm. Rimaniamo soli soletti e verso le 13 torniamo all’auto e improvvisiamo un pic-nic.
Dopo il pranzo al sacco ritorniamo al Jolly Hall per un tuffo e poi andiamo a trovare gli amici toscani. La casa sulla spiaggia di Peter è molto carina (ne ha un’altra poco distante), il mare è una tavola e hanno a disposizione lettini, sedie e canoe. I bambini giocano insieme e loro ci raccontano dei loro viaggi (per lo più in camper e tenda) in giro per il mondo, dall’Africa al Sud America, Nord America (erano appena stati 2 settimane in Canada) e di come è nata la decisione di adottare un bambino del Burkina Faso con tutte le lungaggini burocratiche e del loro modo di vivere con un bambino che è dovuto crescere troppo in fretta come sempre accade per i bambini orfani dell’Africa. La storia è toccante, la loro vita un’avventura, ci raccontano di quando sono rimasti impantanati in Tanzania durante un safari self-drive per 2 giorni, o della volta che si sono svegliati circondati dai leoni e loro dovevano chiudere la tenda sul tetto del loro land rover, dei loro mesi in giro per Namibia Botzwana Sud Africa Zimbabwe, del primo viaggio per lui, più di 40 anni fa quando era ancora un bambino, con i suoi genitori entrambi zoppi a causa della poliomielite, che partono dall’Italia in auto e tenda per arrivare in Iran. Io resto affascinata (il mio compagno più che altro allibito) e facciamo sera con loro. Li salutiamo a malincuore visto che loro domani ripartono e torniamo al nostro appartamento.
30 AGOSTO
Oggi è il nostro ultimo giorno pieno e decidiamo di passarlo alla nostra spiaggia preferita Tropic of Cancer. La giornata è splendida e alla spiaggia troviamo la coppia di Monza che a mezzogiorno deve lasciare l’isola e si sono fatti, partendo dal Coral Garden alle 7.30, prima Cocoplum al nord per vedere le lingue di sabbia e poi Tropic of Cancer al sud!
Salutiamo anche loro scambiandoci indirizzi mail e contatti Facebook e restiamo soli…il mare è qualcosa di indescrivibile qua..facciamo ancora un sacco di foto e poco dopo arrivano la coppia di Roma e una coppia americana, grande folla oggi! Alle 13.30 andiamo da Santana’s a mangiare e prendiamo 2 piatti di aragosta (servita con riso, mais, insalatina e cipolla cotta) coca e birra (quanto mi è piaciuta la birra Kaliko delle Bahamas!) per 55$, guardiamo le foto degli attori dei Pirati dei Caraibi poi ci spostiamo nella spiaggetta del chiosco dove ci sono 5/6 squali che aspettano qualcosa da mangiare.
Il nostro nuovo amico John (bahamiano doc che ha sposato una canadese) ci spiega che gli squali sanno che qui qualcosa trovano in quanto gli scarti del pesce vengono gettati in mare. Poi ci racconta un po’ di tragedie avvenute su queste coste (inquietante e tragico questo tipo), ci chiede se in Italia abbiamo gli squali, se da noi nevica (provo a spiegargli che comunque l’Italia sulla carta è piccola ma da nord a sud le differenze climatiche ci sono eccome ma rimane interdetto). Mia figlia decide che se i bambini del posto fanno il bagno anche se ci sono gli squali allora lo fa anche lei…così si mette a giocare con loro e non appena la signora di vedetta sullo scoglio grida “Shark!” escono tutti, poi rientrano. Ce ne andiamo salutando tutti e ritorniamo ancora al Tropic per gli ultimi bagni (grande folla oggi: una famiglia americana, la coppia di Roma, una coppia di canadesi che incontriamo ovunque e che ci saluta come se ci conoscessimo da sempre). Restiamo li fino alle 18.30 poi rientriamo…
31 AGOSTO
Ci alziamo con calma e facciamo i bagagli, alle 10.30 arriva il taxi così salutiamo Peter e Betty e ci dirigiamo all’aeroporto. Check in super rapido poi esco di nuovo dall’aeroporto per provare a farmi cambiare 20 dollari bahamiani nel ristorante di fronte. Volo rapido e comodo ma a Miami (forse per l’orario) troviamo poca fila alla dogana ma di una lentezza esasperante. Dopo le impronte e due battute con l’addetto che prova a parlare con mia figlia in italiano, ci dirigiamo al terzo livello per prendere il Mia Mover che ci porta al centro noleggio. Altra fila al banco Dollar poi finalmente saliamo sulla nostra orribile KIA Soul bordeaux (110 € pagati dall’Italia più circa 120 $ tra seggiolino e pieno carburante pagati in loco)…accendo il navigatore sull’Ipad (co-pilot off line per € 13) e imposto l’indirizzo del nostro Hotel. Mamma mia che traffico! Ma non è bassa stagione qua??Arriviamo finalmente a Villa Paradiso South Beach (€ 455 per 4 notti, teli mare, wifi, sulla Collins Av. all’altezza della 14th street, vicino alla Ocean, Espaniola Way e Lincoln Road, consigliato!) e scopriamo dallo staff che è weekend di festa in quanto il lunedì è il Labor Day, ecco spiegato il casino!
Parcheggiamo l’auto al Public Parking sulla 16th (è il meno caro nei dintorni, max 16$ per le 24 ore) e ritorniamo in camera per cambiarci e buttarci subito nella confusione!E’ terribile dopo una settimana di relax e solitudine!
Giriamo a caso sulla Ocean, poi sulla Collins e la Washington dove ci fermiamo al Diner per la cena. Posto caratteristico e per 39$ prendiamo una Ceasar Salad e una bistecca Argentina con patatine, birra, coca. La pargola divide con noi. Dopo cena ci fermiamo a far provviste al super per le prossime colazioni (la nostra “suite” è composta da camera con 2 letti queen e scrivania, piccolo soggiorno con tavolo e sedie, cucina e bagno)e poi andiamo in camera stremati.
1 SETTEMBRE
Ci alziamo con calma, colazione e poi recuperiamo l’auto per scoprire Miami. Girovaghiamo per Calle Ocho (quartiere cubano) e poi ci spostiamo al Bayside Market Place (non lasciate l’auto nei parcheggi davanti l’ingresso, vogliono 6$ per 2 ore!poco avanti c’è un parcheggio custodito che per 7 $ ci puoi lasciare l’auto per tutto il giorno!). Acquistiamo subito una gita in barca (mooooolto turistica) per 27$ gli adulti e 20 i bambini per ammirare Miami dall’acqua con la Queen Cruise che dura circa 2 ore. Si possono ammirare anche le ville dei Rich & Famous a Star Island. Star Island è un’isola artificiale con servizio di sorveglianza occupata da circa 35 ville (se volete venirci a vivere siate pronti a sborsare minimo 10 milioni di dollari). Ci vivono i “ricchissimi” per davvero, cantanti, attori, star dello sport, chirurghi famosi e ci hanno girato diversi film e telefilm. Qui ha casa inoltre Frost, ultra-milionario del settore farmaceutico che nel 2003 ha staccato un assegno da 33 milioni di dollari per una scuola di musica e recentemente 35 per un nuovo museo a Miami. Anche i Russi super ricchi hanno trovato dimora qui, tra gli altri Doronin, ex-fidanzato di Naomi-Venere Nera, che durante la crisi immobiliare americana è riuscito ad aggiudicarsi la casa di O’Neal per circa 17 milioni di dollari (ne costava 35, un affarone!).
Non sto a tediarvi con altre cifre assurde, che sono riuscita a capire bene in quanto il tutto veniva ripetuto anche in spagnolo.
Ritorniamo al porto e mangiamo in uno dei tanti fast-food , poi ci dedichiamo ad un giretto per i negozi. Per una volta faccio contenta la figliola passando un’oretta al Disney Store dove impazzisce per la quantità di giocattoli, vorrebbe un mega vestito da principessa ma usciamo con 2 bambole di Ariel e Rapunzel (10 $ l’una, in Italia costano 4 volte tanto grrrrr…).
Rientriamo a South Beach e dopo aver parcheggiato ci dirigiamo al Lincoln Road Mall per acquistare l’Ipad promesso al nonno per i 60 anni compiuti da poco. Torniamo in camera sfiniti dal caldo, ci docciamo e usciamo per una passeggiata sulla Ocean (che gente ragazzi!) e per cena ci gustiamo un gelato.
2 SETTEMBRE
Oggi si va alle Everglades. In un’oretta circa arriviamo al Gator Park. Paghiamo circa 46$ per 2 adulti (i bambini fino ai 5 anni compiuti non pagano) e facciamo il nostro giro sull’airboat con il ranger Rick. Ammiriamo il paesaggio, le tartarughe e gli alligatori di tutte le misure, ascoltiamo le spiegazioni di flora e fauna delle Everglades (per lo meno io ascolto). Dopo qualche derapata ritorniamo al punto di partenza per assistere ai racconti di un’altro ranger sulla fauna presente qui. Mangiamo un boccone appena prima che si scateni il diluvio universale. Saliamo in auto e ci dirigiamo nuovamente a Miami per cercare il negozio di pesca sportiva (dovevo acquistare un pezzo di ricambio per un amico). Lo troviamo chiuso (Labor Day!) e quindi andiamo all’Aventura Mall a nord di Miami. Compriamo diverse scarpe (Converse introvabili da noi, Nike per la nonna che si è data alle camminate, New Balance ecc..) qualche maglietta da Abercrombie e riusciamo ad evitare un’altro Disney Store.
Ritorniamo a South Beach passando per North Beach (molto più curato che il South) mentre molte famiglie americane improvvisano dei BBQ nei giardini. Stasera mangiamo in camera poi passeggiata di rito sulla Ocean dove mia figlia si mette a giocare con una bimba (amo come i bambini non si facciano scrupoli sulle barriere linguistiche) finché la mamma della suddetta ci chiede: ah ma siete italiani! Ho chiesto a vostra figlia quanti anni ha in inglese e lei mi ha risposto in Italiano capendo però quello che le ho chiesto! (piccoli poliglotti crescono).
Ci mettiamo a chiacchierare e scopriamo che lei è di Gubbio ma ha sposato un francese conosciuto in missione in Sudan (entrambi lavorano all’Onu), e hanno due figli nati a New York dove vivono (cioè questi lavorano al Palazzo di vetro delle nazioni unite….). La figlia che ha un anno in più della mia parla inglese francese e italiano…le faccio un sacco di domande sulla sua vita a N.Y., sui suoi viaggi di lavoro e di piacere. Parliamo della situazione in Italia (tanto per farci venire un po’ di tristezza), della vita negli Usa e della vicenda siriana. Si fa decisamente tardi per i nostri standard (sono le 23.30) ci salutiamo e torniamo in camera.
3 SETTEMBRE
Oggi siamo un po’ stanchi quindi ci rilassiamo in spiaggia. Mi faccio una lunga passeggiata per vedere le torrette dei Lifeguard e verso le 12 siamo costretti ad andare via, troppo caldo! Facciamo ancora una passeggiata sulla passerella del Lummus Park fino a quella specie di palestra all’aperto e incontriamo ancora la famiglia italo-francese-figli newyorkesi che stanno aspettando lo shuttle che li porterà all’aeroporto per tornare a New York visto che domani riaprono le scuole. Ci consigliano vivamente di visitare la loro città (sicuramente non mancheremo!) e li salutiamo per l’ultima volta. In camera ci facciamo una doccia fresca, mangiamo qualcosa e ci riposiamo. In tardo pomeriggio ritorniamo al Lincoln Road Mall per terminare gli ultimi acquisti, poi mi faccio trasportare dalle commesse delle varie profumerie per provare i loro prodotti miracolosi(?!) scroccando una piega per i capelli… Ceniamo in una pizzeria per accontentare i due bambini del viaggio (due pizze medium in 3, coca, acqua, e birra per me che non sopporto più l’acqua del rubinetto che ti danno per 25$). Ci fermiamo pure per il gelato più caro della storia (7$ per un cono piccolo piccolo ma molto buono) e concludiamo la serata ancora tra la Ocean, Collins e Espaniola.
4 SETTEMBRE
Sveglia sempre con calma e mentre due se la godono a vedermi fare i bagagli, io impazzisco per bilanciare il peso tra le due valige. Faccio check out molto velocemente mentre l’uomo va a prendere quell’orrore di auto (non mi perdonerà mai di non aver noleggiato una Mustang cabrio!) e poi partiamo per il negozio di pesca. Per fortuna è aperto e trovo subito il pezzo che mi serve, il commesso mi fa un sacco di domande sulla pesca in Italia a cui io non so proprio rispondere e mi regala un catalogo con tutti i prodotti americani dicendo che li spediscono pure. Esco contenta per la missione compiuta e ci dirigiamo al Dolphin Mall che è vicino all’aeroporto. Questo centro commerciale ci è piaciuto di più dell’Aventura Mall, più grande, più scelta e più facile da girare. Mangiamo al “Buffalo qualcosa” e con la promozione mezzogiorno prendiamo 3 piatti (soliti hamburger, chicken finger, patatine, acqua coca birra per 25$ gratuity inclusa ma gliene lascio altri 5$ per la gentilezza della ragazza che ci serve…davvero carina). Seguiamo le indicazioni per il Return Rent dell’aeroporto e in pochissimo lasciamo l’auto e riprendiamo il Mia Mover per l’aeroporto. Check in al banco British Terminal Centrale dove un simpatico addetto ci chiede se vogliamo che le valige arrivino a Bologna o preferiamo in India (humor inglese?). Fumo l’ultima sigaretta in suolo americano poi ci dirigiamo ai controlli (veloci soprattutto se viaggi con un bambino, non ci fanno fare neppure il Body Scanner).
Nonostante British ci faccia salire per primi (sempre chi ha figli minori di 5 anni), il volo per me è un macello, bisticcio con l’antipatica anglo-nazionalità sconosciuta che tira giù il sedile anche quando si mangia nonostante i miei please, buttandomi pure i capelli chilometrici nel mio tavolino per cui inizio e puntare le ginocchia contro il suo sedile (vabbè un po’ infantile) e lei chiama l’hostess! Io faccio gli occhi da angelo e le spiego l’accaduto e lei mi assicura che per colazione le farà alzare il sedile. Passano le 8 ore ma all’aeroporto di Heathrow dove abbiamo il cambio sbotto ai controlli ancora più lunghi di quelli americani…poi per mancanza mia (ho lasciato l’ipad dentro lo zaino) mi bloccano il bagaglio a mano e mi devo rimettere in fila per il controllo accurato.
Mancano 10 minuti all’imbarco e lo faccio presente, visto che ho 3 borse prima della mia, ma niente, con tutta calma e con la loro spazzolina spennellano qua e là… li guardo con odio mentre aspetto e alla fine riusciamo di corsa a prendere il volo per Bologna… dove la nostra auto non partirà! Era meglio restare in vacanza…
Okkei il racconto è finito, il viaggio è stato molto bello soprattutto arricchito dalle conoscenze fatte, dagli amici di Monza e Roma, dalla fantastica famiglia di Firenze che mi è rimasta davvero nel cuore per la loro generosità e spirito di avventura, dalla famiglia italo-francese che vive a New York e mi ha fatto davvero sognare con i loro racconti (seppur tristi quando si parla di genocidi e rifugiati) e grazie alla compagnia della dolce metà che mi ha lasciato carta bianca sulla scelta dei luoghi e alla nostra figliola che si è dimostrata molto paziente e un’ottima viaggiatrice!