Europa in camper

Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca on the road
Scritto da: formicama
europa in camper
Partenza il: 04/08/2016
Ritorno il: 23/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

4 agosto 2016 giov.

Avendo già visitato gran parte di europa, per il viaggio di quest’anno ho pensato di tornare a rivedere i luoghi in cui siamo stati il primo viaggio in camper fatto insieme a Marco, circa vent’anni fa, nel 1995, ovvero la Norvegia, aggiungendo, durante il percorso, altre mete che mi sono piaciute ed in cui sarei voluta tornare di altri viaggi, così ho man mano pianificato le tappe.

Il plan della partenza prevedeva come orario le 9.30, ma abbiamo dovuto caricare sul camper le ultime cose facendoci ritardare di un’ora. Prima destinazione impostata sul navigatore era Augusta, in Germania, perché su Autoroute, il software che usiamo per pianificare i viaggi, sembrava essere sulla strada più diretta per Berlino, prima importante meta delle nostre visite. Guardando invece lo stradario, mi sono resa conto che saremmo comunque passati da Monaco di Baviera. A questo punto abbiamo cambiato rotta inserendo Monaco, che mi piace molto e dove siamo già pratici, essendoci fermati anche lo scorso anno (ed un paio di altre volte).

Siamo tornati al campeggio Thalkirchen. Una volta entrati in città abbiamo seguito i cartelli, invece di dare ascolto al navigatore, ma siamo poi dovuti tornare indietro, perché sul percorso c’era un ponte con limite di 3t e noi siamo oltre, circa 3,5t.

Siamo entrati in campeggio verso le 17.30; abbiamo sistemato le ultime cose lasciate in sospeso al mattino e verso le 18.30 abbiamo preso al volo il bus che si ferma appena fuori dal cancello e conduce alla fermata del metrò. Qui, dopo aver tentato da soli di capire il tipo di biglietto da acquistare, abbiamo chiesto ad una ragazza e capito di dover prendere quello per la sola zona 1. Quattro biglietti sono costati più di 10€. Siamo scesi dopo 7 fermate, in Marienplatz, la piazza con il bellissimo Municipio, Neues Rathaus, in stile neogotico con la torre dell’orologio che contiene il più grande carillon della Germania.

Essendo presto, abbiamo percorso tutta la via pedonale Kaufingerstrasse, passando dalla Frauenkirche, la Cattedrale, ancora impachettata dopo un anno, e dalla St. Michael, la più grande chiesa rinascimentale a nord delle Alpi.

Lungo la via hanno disseminato aiuole fiorite, circondate da sedie, di cui ho ovviamente approfittato, avendo da poco tolto le stampelle, dopo una frattura al ginocchio di fine febbraio sulle piste da sci.

Benchè sapessimo di trovarla chiusa, data l’ora, siamo scesi verso la St. Johann Nepomuk, scovando angoli carini con ristorantini, tra cui uno in cui i tavoli sono circondati da piante, ma potrebbe essere quasi soffocante.

Per noi invece la meta fissa è da HB Hofbrauhaus, il gigante locale del noto birrificio. Abbiamo scelto il tavolone dove sederci, chiedendo ospitalità ad altri turisti, cercando di stare comunque vicino alla banda, che ogni tanto suona e intrattiene gli ospiti. Serve poi attirare l’attenzione del cameriere per riuscire ad ordinare. Purtroppo sono abbastanza lenti, ma ci sono ragazzi che passano con delle ceste piene di brezel da vendere ed abbiamo potuto placare così un po’ la fame. Un must, ovviamente, è il boccale da 1 lt di birra. Normalmente, dopo un po’ che l’alcool è entrato in circolo e le inibizioni cadono, si fa amicizia con chi si condivide il tavolo: nel nostro caso erano due ragazze ed un ragazzo, tutti brasiliani. Il ragazzo viaggia da solo ed ha incontrato le ragazze in aeroporto. Parla un ottimo inglese, ama viaggiare ed è molto loquace. Abbiamo fatto un po’ di brindisi insieme, poi è tornato a chiacchierare con le ragazze.

Proprio di fronte all’HB si trova l’Hard Rock Cafè. Lo scorso anno l’ho snobbato, ma questa volta sono caduta in tentazione, acquistando un nuovo modello di maglietta. Siamo tornati sulla bella piazza principale, ben illuminata, affascinante sia di giorno che di notte.

Purtroppo il carillon si anima solo poche volte al giorno, essenzialmente verso l’ora di pranzo, alle 11 e alle 12. Da qui abbiamo ripreso la metro e siamo scesi alla fermata Thalkirchen. La sera il pulman per il campeggio non passa, quindi bisogna proseguire a piedi. Lo scorso anno abbiamo percorso a ritroso la strada dell’andata, mentre questa volta siamo andati verso il fiume. Mentre stavamo superando il cancello è iniziato a piovigginare.

5 agosto 2016 ven.

Al nostro risveglio stava ancora piovendo, così ho posticipato la sveglia, nella speranza di una tregua, ma così non è stato. Una volta che ci siamo messi in moto, nel lasciare il campeggio, mi sono docciata con dell’acqua che cadeva dall’oblò in alto. Ci siamo quindi fermati ad asciugare, temendo potesse esserci qualche perdita, ma successivamente non è più capitato, benchè la pioggia abbia proseguito altre ore. Questa notte la finestra era rimasta aperta un centimetro e forse l’acqua è entrata da lì. L’idea era di fermarci a Norimberga, ma data la pioggia abbiamo preferito proseguire direttamente per Dresda. Verso l’ora di pranzo finalmente ha smesso di piovere e siamo arrivati in campeggio, Campingplatz Mockritz, verso le 17. Anche qui eravamo già stati, ma ormai 11 anni fa. Fuori dal campeggio c’è il bus, 66, che porta, in circa 8 fermate, alla stazione e da lì si prosegue a piedi per il centro. Non so se ci abbiano fregato in reception, ma ci hanno venduto, per 9€, il biglietto giornaliero, dicendo essere il più conveniente…

Si percorre la pedonale Prager Strasse, piena di negozi e di alcuni hotel.

Meta fondamentale è lo Zwinger, un capolavoro rococò, una piazza a giardino, racchiusa tra padiglioni e gallerie, davvero affascinante.

Appena oltre si trovano anche il teatro e la Frauenkirke, edificio di culto luterano con una bella cupola di pietra. Le loro facciate sono un po’ scurite dal tempo e necessiterebbero di un restauro, ma sono comunque estremamente interessanti.

Salendo alcuni scalini si arriva alla Bruhlsche Terrasse, con diversi locali da dove è possibile ammirare il paesaggio sul fiume Elba.

Siamo scesi verso Neumarkt, scovando un intrico di ristoranti, tutti affollati.

Io ero un po’ cotta, quindi abbiamo preferito tornare a fare cena in camper. Giunti alla fermata del bus, abbiamo letto che il n. 66 sarebbe passato da lì a 3 minuti, ma forse si sarebbe fermato a metà strada, cosa poi confermata dall’autista. Quello giusto sarebbe passato solo dopo un’ora e così abbiamo preso un taxi, al modico costo di 16€. Totale costo trasporti per visitare Dresda: 25€!

6 agosto 2016 sab.

Prima tappa della giornata all’OBI di Desda, per cercare una tela cerata per tappare, in caso di emergenza, l’oblò sopra la sala, dovesse effettivamente perdere. Ho trovato un pezzo di plastica spessa appoggiato sopra ad un ripiano, sufficiente per le nostre esigenze, che forse per loro era materiale di scarto, o comunque serviva per imballare, quindi non ce l’hanno fatto pagare.

Siamo così partiti, più sereni, per Berlino. L’area di sosta in cui siamo stati la volta scorsa, sempre 11 anni fa, molto centrale, è stata chiusa, anche se da poco. Le altre, nonché i campeggi, sembrano essere tutte abbastanza fuori. Abbiamo impostato sul navigatore la prima area di sosta, con recensioni positive, ma per fortuna non aveva posto, perché abbastanza squallida. Successivamente abbiamo impostato il camping “City Camp2” a Kleinmachnow (Bakehang 9A), dalla parte opposta, dove siamo arrivati dopo le 13.30. Il campeggio è sul fiume e siamo riusciti a trovare posto lungo l’argine. E’ anche hotel e discretamente attrezzato. Abbiamo fatto pranzo in camper e poi, dopo le 15.00, alla riapertura della reception, abbiamo fatto il check in, pagando due notti e quindi siamo usciti per andare in centro. Si cammina per 7-8 min, fino alla fermata del bus 620 che conduce alla stazione del treno (S) di Wannesee. Si può fare il biglietto giornaliero che vale su tutti i mezzi ed in tutte le zone della città. Da questa stazione passano due linee, S1 e S7, che vanno entrambe in centro. Abbiamo scelto la S7 fino ad Alexander Platz, così da partire dal posto più lontano e poi tornare indietro. Abbiamo lasciato il camper con il sole e siamo arrivati in centro che è iniziato a diluviare. Non siamo neppure potuti uscire dalla stazione e ne abbiamo approfittato per fermarci da Starbucks per il mitico caffè macchiato al caramello. Fortunatamente dopo circa 15 minuti il sole ha fatto nuovamente capolino in cielo. Abbiamo scattato qualche foto alla torre della televisione, su cui siamo saliti la volta scorsa, quindi abbiamo proseguito lungo una delle vie principali, Unter Den Linden, viale dei Tigli, sotto sopra per lavori in corso, con i suoi bei palazzi rinascimentali.

Siamo passati dal Berliner Dom, costruito in stile barocco, rimaneggiata in stile neoclassico, demolita e ricostruita in stile barocco; dopo i danni della seconda guerra mondiale fu restaurata con linee più delicate.

Anche parte della Babel platz era in restauro. Abbiamo deviato per Gendarmen markt, con le sue due chiese gemelle, una di fonte all’altra, Franz Dom e Deutscher Dom, francese e tedesca, ed in mezzo lo Schauspielhaus, un teatro, utilizzato oggi per concerti.

Siamo tornati sui nostri passi fino alla porta di Brandeburgo, in stile neoclassico, ed al Reichstag, il parlamento, che racchiude in sé diversi stili: neoclassico, rinascimentale e barocco. Conquista l’attenzione la sua cupola moderna di vetro.

Non ancora stanchi abbiamo attraversato il Tiergarten, il grande parco cittadino, scorgendo, non lontano, la Vittoria Alata, Siegessaule, fino a Postdamer Pl. ed al Sony Center, zona moderna con cupola a vele ed un edificio di Renzo Piano.

Ci sono diversi ristoranti ed una fontana centrale. Vodafone consente l’utilizzo per mezz’ora dei wifi gratuito. Avendo ancora tutta la giornata di domani a disposizione, abbiamo preferito tornare in camper, dato che il tragitto è di quasi un’ora. La linea S del treno passa proprio da Postdamer Platz e siamo anche stati fortunati perché l’attesa di entrambi i mezzi del nostro percorso è stata di pochi minuti.

7 agosto 2016 domenica

Giornata all’insegna del ripasso: prima tappa al Checkpoint Charlie, che era il solo punto di passaggio tra il settore americano e quello sovietico di Berlino.

Seconda tappa al Museo Ebraico, che tanto mi aveva emozionato la volta scorsa. Le aspettative erano alte ed ho immaginato non potessi provare le stesse sensazioni, ma le tre zone che più mi avevano colpito, hanno mantenuto le attese: una stanza stretta e altissima, con un solo spiraglio di luce proveniente da un angolo in alto, a rappresentare quello che hanno subito i deportati nei campi di concentramento; un’altra sala ha sul pavimento tantissime “facce” di metallo ed il camminarci sopra simboleggia l’umiliazione a cui è stato sottoposto il popolo ebraico; il giardino esterno con alti pilastri, sulla cui cima sono stati piantati degli ulivi, ed un pavimento inclinato rappresentano l’esilio.

Successivamente siamo andati a vedere quello che resta del muro di Berlino, a seguito della demolizione del 1989. Si trova non lontano da Alexander Platz, tra le fermate di Warschauer St. e Ostbahnhof. Ora è coperto di graffiti che vengono periodicamente rifatti, tuttavia sembra più un muro che delimita delle proprietà.

A pranzo siamo andati all’Hard Rock Cafè, sulla Kurfurstendamm, angolo Meincke st., dove poi nel negozio, al momento dell’acquisto, non ho trovato le taglie dei due unici modelli di maglietta che mi piacevano. Siamo passati dalla Kaiser Wilhelm Gedachtniskirche, chiesa neoromanica distrutta nel 43 da un bombardamento e di cui resta lo sperone del campanile.

Per concludere la giornata siamo tornati al famoso zoo di Berlino (o almeno quando ero ragazza era diventato famoso in Italia per un libro intitolato “la ragazza dello zoo di Berlino”). Il mio preferito, il panda, non c’è più, e l’orso bianco era nascosto, quindi sono rimasta un po’ delusa, ma abbiamo visto comunque tanti animali muoversi in spazi discretamente grandi e ben curati.

Nota della giornata: nello spostamento per andare a vedere i resti del muro, sono saliti sul treno i controllori, vestiti in borghese, e si sono identificati solo una volta che si sono chiuse le porte, così da evitare “fughe” dell’ultimo minuto. Nel nostro vagone tutti avevano incredibilmente il biglietto.

9 agosto 2016 martedì

L’8 agosto l’abbiamo impegnato quasi unicamente viaggiando per arrivare in Svezia.

Abbiamo lasciato il campeggio alle 7.30, così da essere a Sassnitz per le 12, e fare il check in per il traghetto delle 13 per Trelleborg. Abbiamo acquistato il biglietto on line la sera prima, così da non rischiare di arrivare fino a lì inutilmente, essendo l’unico viaggio della giornata, o almeno fino alla sera. Non è un collegamento economico, circa 230 €, ma consente, in poco più di 4 ore, di essere in Svezia, risparmiando chilometri e ore di viaggio. Siamo arrivati a dormire subito dopo Malmo, vicino al mare, parcheggiati per fortuna in un punto in cui eravamo protetti dal forte vento che soffiava. Al nostro risveglio il cielo era finalmente sereno, ma il vento continuava imperterrito, per la gioia dei kite surfer, che potevano lanciarsi nei loro salti acrobatici.

Siamo partiti per Goteborg, arrivandovi per le 13.30.

Abbiamo tentato di entrare nel parcheggio tra Engelbrektsgatan e Sodra Vagen, ma era pieno, ma da qui inizia una strada che arriva a dei campi sportivi e ad un parcheggio molto grande, mezzo vuoto. Abbiamo potuto pagare il parcheggio con la carta di credito, non avendo corone svedesi. In pochi minuti si è sulla Kungsportstrasse, paragonata agli Champs Elysees francesci, con all’angolo un 7 Eleven e subito dopo un Hard Rock Cafè, dove abbiamo fatto acquisti al ritorno. Abbiamo poi proseguito lungo le vie pedonali del centro, passando dal Kronhuset, il più antico edificio civile in mattoni rossi, e fino al porto, la Goteborgs Operan, l’auditorium con una eccellente acustica, e poco lontano il Goteborgs Utkiken, grattacielo detto anche “rossetto” per la parte superiore colorata di rosso.

La cosa probabilmente più interessante, a mio parere, è la Feskekyrkan, la chiesa mercato del pesce. La struttura esterna ricorda una chiesa, mentre all’interno vi è il mercato del pesce, un ristorante ed un paio di angoli dove potersi fermare a mangiare quando acquistato. Marco si è fatto tentare da un piatto pronto con i gamberetti, da consumare in camper.

Di fronte, in Pustervikspl., c’è un altro grande parcheggio dove ci possono stare comodamente i camper. Un altro possibile punto di sosta è vicino al porto, dietro a Maritima Centrum. Questa sosta è servita a spezzare il viaggio e a visitare una città svedese, la seconda per importanza dopo Stoccolma.

Tornati al camper abbiamo trovato una multa, sebbene avessimo pagato ed esposto la ricevuta. Siamo andati all’indirizzo indicato per contestarla, ma hanno mostrato una foto del parcheggio da noi effettuato evidenziando che il camper occupava due parcheggi e non uno. Non contestavano quindi l’assenza di pagamento, quanto piuttosto uno incompleto. A questo punto non c’era nulla da ribattere ed abbiamo pagato.

Siamo partiti in direzione Oslo, ma con l’intenzione di fermarci a Fjallbacka, paesino sul mare dove sono ambientati i libri gialli di Camila Lackberg, autrice che mi piace molto.

Lungo il tragitto abbiamo trovato tratti molto ventosi, così come quando siamo scesi dal camper una volta arrivati a destinazione.

Il villaggio di pescatori è piccolo e carino, immagino simile a molti che vedremo nei prossimi giorni. Peccato non ci fosse il sole. C’è anche una statua, mezzo busto, dedicata ad Ingrid Bergman, che qui trascorse le vacanze estive. Molte le barche attraccate al porto e non solo di pescatori!

Il campeggio era pieno, ma ci siamo spostati di 7 km, in un altro indicato dal navigatore “Rovviks Familje Camping” ad Hamburgsund. Qui è stato necessario fare la carta dei campeggi, 15 €, che dovrebbe essere valida anche in norvegia e dare anche diritto a sconti sui traghetti.

10 agosto 2016 mercoledì

Mattinata di spostamento ed arrivo ad Oslo per le 12.30. Ieri sera avevamo registrato la targa del camper su autopass.no, dato che in norvegia il pagamento dei pedaggi autostradali è automatico. E’ possibile far arrivare la fattura a casa o associare una carta di credito.

Avevamo indicazione di due campeggi ed abbiamo scelto quello più vicino al centro, Ekeberg camping. La fermata del bus è appena fuori dal campeggio, il n. 34. Il biglietto giornaliero si può acquistare alla reception. In meno di 10 minuti si arriva alla stazione. Da lì ci siamo poi mossi sempre a piedi (o quasi…).

Abbiamo percorso la via principale, Karl Johans gare che conduce al Palazzo Reale e all’altezza dell’Hard Rock Cafè abbiamo svoltato per la Galleria Nazionale, per ammirare il famoso quadro di Munch, l’Urlo. Il museo è piccolo, contiene qualche opera minore di Picasso, Rubens, Manet e Monet ed altri quadri di Munch. Abbiamo quasi perso più tempo a capire come fosse organizzato rispetto alla mappa che il giro in sé.

Una volta usciti ci siamo fermati a fare acquisti all’Hard Rock Cafè e poi ci siamo diretti al Municipio. La struttura esterna di mattoni rossi è abbastanza brutta, ma abbiamo potuto visitare gratuitamente gli interni ed è notevole. Si entra subito nell’enorme salone nel quale ogni anno vengono consegnati i Nobel per la Pace.

Una scalinata conduce alle sale superiori, anche queste grandi, da ricevimenti, nonché alla sala consiliare. Merita assolutamente la visita!

Sul retro si arriva al porto e siamo saliti al volo sul battello che fa da bus tra alcune isolette che si trovano di fronte, come Hovedoya e Lindoya, utilizzando sempre il biglietto giornaliero dei mezzi pubblici. Il giro è durato circa 20 minuti e mentre stavamo scendendo è arrivato uno scroscio d’acqua.

Ci siamo riparati nei negozi dell’Aker Brygge. Questa zona è diventata negli ultimi anni vivace e alla moda, a seguito della ristrutturazione dei vecchi docks.

Abbiamo scelto tra i tanti locali uno, il Jacob Aall, ci cui fare cena, all’ora norvegese, verso le 18.30 ed al termine abbiamo raggiunto prima la fortezza, Akershus Festning, nella sua posizione strategica sul porto, e poi l’Operahuset, l’avveniristica struttura con le vetrate a bordo d’acqua, rivestito di marmo di Carrara ed è possibile salire fino al tetto, camminandovi sopra, molto affascinante.

Una volta tramontato il sole, verso le 21, siamo tornati alla stazione, poco distante, a prendere il bus n. 34 e tornare in campeggio.

11 agosto 2016 giovedì

Splendida giornata di sole, finalmente! Ieri abbiamo girato il centro, mentre oggi abbiamo concluso con le zone più decentrate.

Prima tappa al Frognerparken o Vigelands parken, prendendo il tram 12 alle spalle del Duomo. È famoso per i 92 gruppi scultorei che rappresentano le diverse fasi della vita: abbiamo visto bambini, giovani innamorati, innamorati che litigano, famiglie con bimbi ed anche anziani, realizzati da Gustav Vigeland. Bellissimi!!

Incredibile il monolito, alto 17 mt, lungo il quale si intrecciano 12 figure umane.

Seconda tappa è stata al famoso trampolino di salto con gli sci, su cui è possibile salire e godere di un bel panorama sulla città. Vi si arriva prendendo la metropolitana da Majestuen, fermata Holmenkollen. Anche oggi sono saliti i controllori in borghese.

Una volta giunti in cassa c’era un cartello che indicava un’ora di coda. Purtroppo è stata ben oltre l’ora e mezza, molto stancante. Arrivati in alto si ha sia la visuale della ripida pista di salto, sia un bel panorama sulla città. Volendo, per 60 € a testa, è possibile scendere imbragati lungo la pista di salto a tutta velocità, adrenalinico. Noi questa volta ci siamo astenuti, avendo da poco abbandonato le stampelle…

Terza ed ultima tappa della giornata al Folkemuseet, sull’isola di Bygdoy. Con la metro siamo andati a Majorstom e da lì siamo arrivati a destinazione con il bus n. 30. In questo museo a cielo aperto hanno ricostruito un villaggio con 155 costruzioni in legno provenienti dalle diverse regioni del paese e risalenti al 700 e 800, oltre ad una bellissima chiesa del 1652.

Attori in costume interpretano la vita ed i mestieri di un tempo.

A me piacciono molto i musei a cielo aperto e questo non ha disatteso le mie aspettative!!

Sempre con il bus n. 30 siamo tornati alla stazione e da qui con il n. 74 (in alternativa al n. 34) in campeggio. Domani ripartiamo, ma questa sera devo studiare per capire quale direzione prendere.

12 agosto 2016 venerdì

Risveglio nuvoloso e con previsione di pioggia per qualche giorno, quindi invece di “correre” verso Bergen, ci siamo concessi una giornata tra le montagne del Telemark, alla scoperta della Stavkirke, le chiese in legno, simili a quelle viste in Polonia lo scorso anno.

Abbiamo iniziato con Heddal, una delle più grandi e meglio conservate della Norveglia.

Le chiese sono tutte con ingresso a pagamento e di solito vi è un giovane che fornisce spiegazioni storiche.

L’interno di questa è a navata unica.

Abbiamo proseguito con la chiesa di Rollog. Rispetto a quelle polacche, i cui interni erano uniformi e senza decori, queste hanno le pareti dipinte. Siamo potuti salire anche al primo piano, così da avere una visione complessiva dall’alto.

Sosta successiva è stata a Nore. Qui vi è una colonna centrale più grande, per sostenere la torre e 16 colonne più piccole per sostenere la struttura.

Ultima tappa della giornata a Uvdal. La chiesa è simile a quella di Nore, se non avere due colonne portanti centrali, invece di una. I dipinti e i decori sono invece simili. Accanto alla chiesa ci sono altre strutture in legno visitabili, alcune adibite a granai ed altre a case vere e proprie.

Alle 17.30 siamo arrivati a Geilo, alla fabbrica dei rinomati coltelli Brusletto, ma chiude alle 16. Abbiamo proseguito ancora una ventina di chilometri, fino ad Al e siamo entrati in campeggio. Domani mattina dovrebbe essere ancora nuvoloso e con qualche goccia d’acqua, ma poi il tempo dovrebbe volgere definitivamente al bello, quando arriveremo al mare!!

13 agosto 2016

Ulteriore giornata dedicata alle Stavkirke. A pochi chilometri dal campeggio c’è la chiesa in legno di Torpo. Qui un ragazzo ci ha spiegato la storia della chiesa, dedicata a S. Margherita, narrandoci anche la leggenda ad essa collegata. Rispetto alle ultime chiese viste ieri, questa non ha colonne portanti centrali, lasciando quindi uno spazio più ampio per i fedeli. Il tetto era ricoperto di lastre di pietra.

Ci siamo fermati a fare un po’ di spesa in un supermercato della catena Kiwi e proseguito per Borgund. Abbiamo superato zone sciistiche e bei panorami con montagne e laghi, peccato fosse nuvoloso e piovigginoso.

La chiesa di Borgund dall’esterno è simile a quella di Heddal, maestosa, con un porticato che corre attorno al corpo centrale. L’interno è buio e cupo, avendo la struttura ancora originale senza finestre. Vi sono solo piccoli fori/aperture tonde in alto. Come a Torpo, non ci sono colonne centrali, ma solo perimetrali.

Meta successiva e finale della giornata è Flam e per arrivarvi si supera una galleria di circa 25 km. Ogni 6.7 km vi è uno slargo illuminato con led colorati (uno di blu, uno di verde…). Seppur presto, abbiamo preferito rimandare a domani il giro sul treno, la particolarità del luogo, sperando in un tempo più bello. Proviamo ad entrare in campeggio, ma essendo piovuto tanto, i posti disponibili hanno il terreno erboso e troppo umido, e alla reception ce lo sconsigliano, così torniamo al paese precedente, dove avevamo visto, passando, un campeggio sul fiume, ad Aurland.

14 agosto 2016

Purtroppo ha piovuto ancora ed al nostro risveglio era ancora tutto coperto, con anche nuvole basse.

Avevamo visto in un depliant che una partenza del treno da Flam era alle 9.45, quindi prima delle 9 abbiamo lasciato il campeggio. Purtroppo una volta arrivati alla biglietteria ci hanno detto che il primo treno che poi ci avrebbe consentito il rientro immediato sarebbe stato alle 13.27 e quindi la partenza era di conseguenza alle 12.20; ciò a seguito di una nave della Costa Crociera attraccata nel fiordo e dei suoi numerosi passeggeri. Questo inconveniente ci ha fatto perdere mezza giornata e rammaricare di non aver acquistato i biglietti ieri sera quando siamo passati a pochi metri. Abbiamo occupato il tempo di attesa girando un paio di negozi di souvenir, scattato un po’ di foto e comprato del pane per farci dei panini per il pranzo. Il percorso è di un’ora fino a Myrdal e altrettanto per tornare, 20 km, con un dislivello di 865 m, di cui 6 km percorsi in 20 gallerie. Le vetture sono dotate di 5 freni diversi. È importante riuscire a sedersi vicino al finestrino, meglio se quello aperto, ed al ritorno cambiare lato.

Io alla fine ho preferito stare nel ballatoio, così da potermi muovere liberamente da un lato all’altro per scattare fotografie. Molto bello è il panorama del vecchio tragitto della strada che risale la montagna con 21 stretti tornanti ed accanto una cascata.

Il punto più spettacolare è alla cascata Kjosfossen, dove il treno fa una sosta di 5 min e si scende ad ammirare la ricca e abbondante cascata. Ad un certo punto inizia anche la musica e appare una giovane, a rappresentare lo spirito della montagna, che attira a sé con suoni suadenti.

Da Myrdal molti tornano a Flam in bici. Noi siamo rimasti sul treno che dopo una breve sosta riparte e percorre la medesima strada. Potrebbe sembrare ripetitivo, ma consente in realtà di cogliere particolari sfuggiti all’andata o assaporare meglio quanto visto. La testa continua a spostarsi da un lato all’altro della vallata in cui corre il treno.

Siamo poi partiti per Bergen, arrivandovi dopo 3 ore e aver superato una quindicina di gallerie, di cui una da 11 km. Siamo riusciti a cogliere ancora qualche altro bello scorcio durante il tragitto. Essendo ancora nuvoloso abbiamo preferito entrare direttamente in campeggio, Lone camping, fuori città, e sperare nel sole per domani, così da poter scattare delle foto degne dei suoi vivaci colori.

15 agosto 2016 lunedì

Partenza verso le 9.00 dal campeggio, così da iniziare presto le visite… o almeno questo era nelle intenzioni. Abbiamo girato tutti i parcheggi che dalla mappa ci sembravano più grandi, ma senza successo; erano tutti vietati ai camper. Siamo stati ad un’area di sosta che avevo trovato indicata in un diario di viaggio, ma era stata chiusa. Dopo più di un’ora, presa dallo sconforto, ho trovato in fondo ad un depliant di Bergen, preso in campeggio, il numero di telefono dell’ufficio del turismo e ci siamo fatti consigliare da loro. Ci hanno dato come indirizzo Tollbodallmenningen. Si arriva ad un parcheggio, ma era comunque tutto pieno. Abbiamo però trovato posto in fondo alla Strandgaten, finalmente! Da qui si giunge rapidamente al porto, proprio di fronte alle belle case colorate di Bryggen.

Si incontra prima il mercato del pesce, si prosegue con le case colorate di legno ed i suoi negozi di souvenir. Successivamente ci sono la Mariakirken, l’edificio più antico di Bergen, con le sue due alte torri, ed il Bergenhus festning, la fortezza costruita in difesa del porto, tutto impacchettato per restauri.

Siamo tornati sui nostri passi ed abbiamo fatto un po’ di shopping da turisti, poi siamo passati dalla Domkirken e concluso con il mercato del pesce, dove Marco si è comprato un mezzo panino con il salmone da mangiare subito e poi altro salmone da portare a casa, mentre io ho preso un cestino di lamponi. Molti dei lavoranti del mercato arrivano da varie parti d’europa, tra cui c’erano diversi italiani.

Essendo una giornata coperta e grigia, abbiamo evitato, anche se con dispiacere, di salire sulla collina con la Floibanen, la funicolare, ad ammirare il panorama della città, e siamo partiti per Stavanger, seguendo la E39, dove siamo arrivati in 4 ore, prendendo 2 traghetti e superando 3 tunnel sottomarini.

Il primo traghetto, per cui abbiamo atteso solo 10 min, è stato da Halhjem a Sandvikvag e dura 40 minuti. Per passare alla seconda isola, c’è un tunnel sottomarino di 7,8 km e si scende 260 m sotto il livello del mare. Si percorrono ancora un po’ di chilometri e poi ci sono ancora 2 tunnel: il primo è di 4.390 m ed arriva ad una profondità di 133 m; il secondo è lungo 5.860 m e scende fino a 223 m sotto il livello del mare, con una pendenza della strada dell’8%.

Infine siamo saliti sul traghetto che da Arsvagen conduce a Mortavika. Lasciata Bergen ha fatto anche la sua comparsa, quasi magicamente, il sole, regalandoci bellissimi scorci, fino a destinazione.

Siamo entrati nel camping Mosvangen di Stavanger, in fase di ristrutturazione e sembra di essere più in un parcheggio, ma per la prima volta abbiamo trovato almeno il wifi gratuito!

16 agosto 2016 martedì

Anche questa mattina al nostro risveglio il cielo era nuvoloso, nonostante l’azzurro di ieri pomeriggio. Dato che non c’è un’ora di check out, il signore della reception ci ha consigliato di lasciare il camper ed andare in centro con il bus n. 4 che fa fermata poco al di là della strada. Avendo avuto molti problemi ieri con i parcheggi, abbiamo preferito ascoltare il suo consiglio, anche se poi abbiamo visto diverse alternative nella zona del porto, ma forse per un tempo massimo di 2h. Il bus ci ha lasciato poco oltre la Domkirke, sulla Klubbgata e da lì siamo andati al porto per cercare di prenotare un giro in battello tra le isole ed i fiordi. Abbiamo percorso il tragitto più lungo, quando invece le partenze si trovano sulla Skagenkaien, dove ci sono le case storiche, tutte colorate.

Abbiamo trovato il negozio della Rodne, compagnia navale, e prenotato i posti sul traghetto delle 12. Nell’attesa siamo stati alla Domkirken e poi al Gamle Stavanger, la città vecchia con case bianche in legno, con dei bei vasi di fiori all’esterno a fare colore, davvero molto carino. Nel frattempo, e con nostra grande gioia, è uscito il sole, a rendere tutto più affascinante.

Verso le 11.30 siamo tornati al porto per poter salire tra i primi sul battello, così da poter scegliere i posti nella parte esterna, benchè poi io solitamente mi muova da una parte all’altra per scattare fotografie. La crociera dura 3 ore e percorre parte del Lysefjord fino al famoso Pulpito, lo spuntone di roccia a precipizio sul fiordo, dove domani vorremmo arrivare a piedi con un cammino di 2h.

Il battello, nel suo percorso, si è avvicinato alla caverna del vagabondo, a dare da mangiare ad una capra solitaria sopra una roccia ed anche ad una cascata.

Io mi ero spostata da poco verso la prua del battello ed è stato molto bello arrivare proprio al di sotto della cascata, cogliendo un po’ di schizzi.

Si arriva fino al Pulpito, e dal basso e si intravedono le persone piccole piccole che si affacciano con timore per godere del panorama.

Il viaggio di ritorno è il medesimo dell’andata, ma senza spiegazioni e senza soste.

Scesi dal battello siamo passati dall’ufficio informazioni a chiedere quale fosse la strada migliore per arrivare al Preikestolen, dove si trova il Pulpito, e ci è stato spiegato esserci due opzioni:

1) Prendere il traghetto da Stavanger, fino a Tau e poi muoversi fino a destinatione

2) Percorrere un tragitto in auto più lungo e prendere il traghetto a Lauvvik fino a Oames, invece molto più breve.

La differenza è di 10 minuti tra l’uno e l’altro, così abbiamo scelto la prima ipotesi, dato che la seconda la percorreremo domani per andare a Kristiansand.

Siamo tornati in campeggio ed effettuato ancora una tappa allo Sverd i fjell, poco conosciuto e poco indicato: ci sono tre altissime spade di roccia conficcate nel terreno, particolari e affascinanti, proprio accanto ad una spiaggia dove diverse persone facevano il bagno (pochi chilometri dal campeggio).

Arrivati alla partenza del traghetto ci siamo messi in coda e notato l’assenza della casetta per fare il biglietto. Anche oggi siamo stati fortunati, perché dopo 5 minuti di attesa è arrivata la nave; ha scaricato al volo i mezzi ed altrettanto rapidamente ci hanno fatto salire. Nessuno ci ha chiesto nulla. Una volta saliti al piano dei passeggeri abbiamo visto due bigliettai girare tra i tavoli per fare i biglietti. Avranno chiesto a tutti? Mah! Il tragitto è stato di circa mezz’ora ed in altrettanto tempo siamo arrivati in campeggio. A causa della pioggia dei giorni scorsi il terreno è abbastanza compromesso, immagino perchè i camper e le macchine che vi erano parcheggiati devono aver fatto molta fatica a liberarsi dal pantano. Ci sono poche colonnine della corrente ed erano ovviamente tutte occupate, di conseguenza niente caffè e niente phone per un giorno. Invece, caso più unico che raro, le docce sono incluse nel prezzo ed anche il wifi. Dati i 24 gradi ed un’ora non tarda (18.00), ne abbiamo approfittato per togliere le sedie ed il tavolino dal gavone e ci siamo concessi un paio di ore di relax al sole.

17 agosto 2016 mercoledì

Sfida superata, anche se non nego ora di essere esausta, ma a 6 mesi dalla frattura al ginocchio, sono molto soddisfatta di avercela fatta.

Abbiamo lasciato il campeggio alle 10.30 circa con densi nuvoloni sopra di noi. Il parcheggio di Preikestolen dista solo 5 km. Purtroppo quello principale era già affollato e siamo dovuti scendere a quello precedente, incontrato durante la salita, che non aveva ancora aperto. La nostra speranza era che, come ieri, verso le 11-12 il cielo si aprisse per fare spazio al sole. In parte così è stato, ovvero sopra di noi c’era l’azzurro, ma le nuvole sono rimaste sotto.

Per 4 km si percorrono salite e discese, più o meno complicate, più o meno ripide. C’erano anche persone anziane, bambini piccoli e gente con le scarpe da ginnastica lisce sotto la suola, ma non è affatto facile.

Una volta uscito il sole ci siamo fermati a mettere la crema solare, dato che già ieri ci siamo arrossati in viso. I chilometri sembrano non passare mai, ma finalmente si giunge in cima, al famoso punto panoramico Preikestolen, detto anche il Pulpito, che svetta 597 m sullo Lysefjord. Il panorama che si è presentato a noi era quasi surreale: sole alto in cielo e sotto di noi candide nuvole quasi a sembrare zucchero filato.

Dicono che si impiegano 2h, ma a noi è servito qualcosa in più, poco male. Ci siamo fermati 10-15 minuti a riposarci e mangiare qualcosa e poi siamo ripartiti per tornare. Sicuramente è stato più semplice, anche se ci sono a volte alti gradini e per le gambe ormai stanche è stato faticoso.

Poco dopo è iniziato ad annuvolarsi nuovamente, quindi possiamo ritenerci soddisfatti. Come valutazione personale direi che se la giornata non è totalmente di sole e/o non si è fortemente appassionati di passeggiate in montagna, la gita di 8 km a/r non conviene. Marco invece è rimasto soddisfatto e per lui merita comunque la fatica. Sono punti di vista.

Siamo ripartiti in direzione Kristiansand, ma essendo troppi i chilometri da percorrere, ci siamo fermati a Egersund, in un bel campeggio sul fiume, Steinsnes Camping, e strada facendo le nubi si sono nuovamente dissipate, lasciando spazio ad un meraviglioso cielo azzurro, che ci ha consentito nuovamente di cenare all’esterno. Docce e internet sono inclusi nel prezzo!

18 agosto 2016 giovedì

Cielo azzurro sopra di noi questa mattina, che gioia! Come iniziare la giornata con il giusto stato d’animo!

Tappa di rientro spezzata però ancora da una visita al faro più a sud della Norvegia: Lindesnes. Bisogna arrivare fino a Vigeland, superare Spangeried e quindi a Lindesnes imboccare la deviazione di circa 40 km fino al faro. Il parcheggio è occupato al 90% da camper. L’ingresso è a pagamento (75 nok a testa), ma è incluso anche un caffè e ci sono, volendo, diverse casette con mostre. Il faro è stato costruito nel 1656, anche se quello che vediamo noi oggi, con la torre d’acciaio, risale al 1915. Si trova 50 mt sopra il livello del mare e la sua luce può essere vista a 37 km di distanza, con bel tempo.

Lungo la costa, da Stavenger a Lristiansand, ci sono diversi fari, ma questo è quello più segnalato e, secondo me, la deviazione vale la pena.

Non essendo ieri sera riusciti a trovare posto sul traghetto da Kristiansand, dobbiamo proseguire fino in Svezia, a Goteborg e arrivare in Danimarca, a Frederikshavn, 3h e ½ di viaggio.

Avevamo visto due possibili orari, alle 12 o alle 15, ed abbiamo lasciato a questa sera la prenotazione, così da capire dove ci saremmo fermati. In vista di ciò siamo andati avanti oltre il previsto, fino alle 20, fermandoci in campeggio a Moss, sul mare, dopo Oslo. Il Nes Camping è affollato da stanziali, ma ci sono diversi spazi liberi per i mezzi occasionali. Anche qui doccia ed internet sono inclusi nel prezzo. Ci hanno messo lontano dal mare, ma siamo abbastanza rialzati e con una bella vista, che ci ha concesso di godere di un favoloso tramonto.

Abbiamo provato a prenotare il traghetto, ma quelli visti ieri non sono più disponibili. C’è invece posto con disponibilità limitata su quello delle 16, quindi ci siamo affrettati a prenotarlo. Goteborg dista ormai solo 4 ore, quindi domani ci alzeremo con estrema calma ed al più andremo a fare pranzo nella bella cittadina di Goteborg, prima di salutare la Scandinavia.

19 agosto 2016 venerdì

Giornata di viaggio per arrivare in Danimarca; sono concluse le visite in Norvegia, ma altre ci attendono prima del nostro rientro a casa. Ce la siamo presa con comodo, uscendo dal campeggio verso le 10.30, e ci siamo fermati anche a fare la spesa, arrivando a Goteborg per le 15, quando era già aperto il check in per la partenza delle 16. Puntualissimi siamo arrivati a Frederikshaven alle 19.30. Essendo già stati qui nel 2007, avevo come riferimento il campeggio di Grenen, vicino al punto più a nord della Danimarca, subito dopo Skagen. Siamo arrivati verso le 20.20 e la reception aveva chiuso alle 20! Assurdo chiudere così presto, avendo un porto non distante con arrivi di traghetti alle 19.30. Procedendo lungo la strada si arriva al parcheggio di Grenen, dove si incontrano i due mari, e c’è un’area per i camper, credo a pagamento, ma abbiamo trovato parcheggiati dei camper anche 50 mt prima, quasi sotto il faro e ci siamo uniti a loro.

Dato che il sole stava tramontando, siamo scesi subito dal camper e ci siamo recati sulle dune per qualche foto e poi tornare a fare cena in camper.

20 agosto 2016 sabato

Giornata ricca ed intensa lungo lo Jylland.

Al nostro risveglio purtroppo il cielo era grigio e c’era vento. Siamo tornati a Grenen e fatto la passeggiata lungo la spiaggia, pucciando i piedi in acqua, fino al punto di incontro dei due mari, lo Skagerrat, verso la Norvegia, ed il Kattegat, verso la Svezia. Si vede chiaramente il movimento delle onde che si scontrano.

Abbiamo proseguito per Den Tilsandede Kirke, la chiesa di S. Lorenzo quasi interamente sommersa da tempeste di sabbia e dune mobili. È visibile solo la torre, con frontoni a gradoni.

Successivamente ci siamo fermati al Rabjerg Mile, il deserto di sabbia. Si tratta di 2 km di dune mobili, che ogni anno vengono spostate dal vento di 10 mt.

Tutte queste tappe facevano parte anche dell’itinerario del nostro viaggio in terra danese nel 2007. La guida Touring ha assegnato due stelle al castello di Spottrup e non essendoci ancora stati ne abbiamo approfittato. Strada facendo abbiamo preso degli scrosci d’acqua, ma poi ha smesso. Oggi a Spottrup c’era un raduno di auto d’epoca e l’ingresso era gratuito. E’ il castello meglio conservato di tutta la Danimarca. Ha la particolarità di avere due fossati a difesa.

L’interno si può girare liberamente, anche se è abbastanza spoglio. Due stelle forse non sono pienamente meritate, io arriverei a darne a malapena una.

Siamo ripartiti per una meta molto attesa, soprattutto da Marco, Billund, ovvero Legoland. Avevo riletto dal mio vecchio diario di viaggio che in serata, ovvero 2 ore prima della chiusura, fanno entrare liberamente, quando fermano il parco dei divertimenti e si ha accesso alla parte di Miniland, con le ricostruzioni di città, e non solo, in miniatura, con i mattoncini colorati, e allo shop, quello che interessa a noi. Siamo arrivati in campaggio, Legoland Holiday Village, verso le 18.15 e dopo aver scelto la piazzola, siamo andati subito a piedi (circa 600 mt) a Legoland. E’ stato confermato l’ingresso libero dalle 18 alle 20. Siamo entrati prima nel negozio, ma era molto affollato, così siamo andati a scattare un po’ di foto alle ricostruzioni in miniatura. Molto carina Amsterdam, piuttosto che la statua della Libertà o la Casa Bianca.

Fanno impressione i dettagli con cui sono costruite le cittadine. Ci sono diverse chiuse, con navi che vi passano attraverso.

Ovviamente non manca anche una zona dedicata a Star Wars.

Per concludere siamo tornati allo shop ed abbiamo “trattato” con Marco per quale prodotto potesse acquistare della serie Technic. Purtroppo la macchina era troppo semplice per lui e una volta montata non si sarebbe mossa, così ha puntato su una mega ruspa, per quanto ingombrante.

Io invece, per non essere da meno, ho comprato il piccolo robottino della Pixar, Wall E.

Felici e soddisfatti siamo tornati al camper e domani si parte verso l’ultima tappa danese e poi Germania.

21 agosto 2016 domenica

Sulla strada verso casa, oggi abbiamo fatto due tappe: Ribe in Danimarca ed Amburgo in Germania. Dalla guida della Lonely Planet usata nel precedente viaggio, mi ero segnata un parcheggio, vicino al centro, dove avevamo lasciamo il camper, ovvero sulla Tondervej. Ribe è la città più antica della Danimarca ed ancora vi sono le strade di acciottolato e le case a graticcio.

Da vedere c’è la piazza principale, Torvet, con il duomo e la St. Catharinae Kirke, oltre a perdersi per le stradine.

La guida della LP propone anche un itinerario a piedi, che abbiamo seguito e conduce davanti alle case più antiche della città. Purtroppo, essendo domenica, non c’era molta vita ed ha tolto, secondo me, un po’ di fascino.

Siamo poi partiti per Amburgo, trovando acqua lungo il percorso. Con l’avvicinarsi alla città sono iniziati i rallentamenti a causa di lavori stradali. Abbiamo già dormito un paio di volte qui, entrambe nel campeggio vicino all’Ikea, uscita dell’autostrada A7 Schnelsen Nord, sulla Wunderbrumen 2, ma ci sono da cambiare un po’ di mezzi per arrivare in centro. Nel diario della Germania del 2005 facevo riferimento ad un parcheggio vicino al porto turistico, dove è possibile passare la notte, dopo la fermata del metrò Landungsbrucken (N 53° 32’ 46” E 9° 57’ 38”) sulla Sankt Pauli Hafenstrasse ed essendo le 16 abbiamo preferito puntare a questa soluzione. Purtroppo tutte le strade sono chiuse al traffico; scopriamo poi esserci una manifestazione sportiva e due gentili vigili, a cui abbiamo chiesto indicazioni, ci hanno spiegato che avremmo dovuto fare un giro più ampio per arrivarci e siamo riusciti a parcheggiare.

Abbiamo seguito l’itinerario a piedi suggerito dalla guida del National Geographic al contrario. Nel frattempo è uscito il sole. Percorriamo tutto il porto turistico, superiamo diversi ponti, le antiche dimore mercantili fino al municipio.

Purtroppo, davanti alla bella facciata del Municipio, avevano allestito diversi tendoni relativi alla manifestazione sportiva della giornata, oscurandola quasi totalmente.

Siamo arrivati alla St. Jakobi, ma era chiusa.

Abbiamo preso il metrò fino a Boumwall per arrivare alla St. Michalis, chiesa barocca luterana, anche questa chiusa, ma siamo potuti salire, in ascensore, sulla torre, alta 132 mt (nono campanile più alto d’Europa) e da cui si gode il panorama sull’intera città.

A piedi abbiamo proseguito fino a St. Pauli, animato quartiere dalle mille sfaccettature: ci sono ristoranti, locali, teatri, mischiati a sexy shop e night club.

Ci siamo fermati a mangiare in uno dei locali, avendo visto serviti degli hamburger giganti, ma hanno un po’ disatteso le aspettative.

Per tornare al porto, abbiamo svoltato sulla David Strasse, dove sostavano numerose “signorine” dal look inaspettatamente normalissimo, pronte a lanciarsi sugli uomini soli o anche gruppi di amici, per proporre sfacciatamente i loro servizi. Scendendo lungo la via, sua destra, nascosta dietro un portone di legno, proseguiva il quartiere a luci rosse.

Siamo tornati al Landungsbruken, dove avevamo visto il negozio Hard Rock Cafè, per il mio consueto acquisto, ed abbiamo anche colto l’occasione per entrare nell’adiacente edificio con cupola verde, dove si trova il vecchio tunnel sotto il fiume Elba. Qui le auto vengono calate dalla strada con degli ascensori ad una profondità di 23 m, nella galleria lunga 448 m. Questa sera però abbiamo visto solo scendervi delle biciclette.

Il ritorno al camper l’abbiamo fatto lungo l’imbarcadero con locali ancora animati. Il parcheggio nel frattempo si è popolato di camper, ce ne saranno una ventina.

Domani proseguiremo lungo la strada verso casa. Mancano ancora circa 1.500 km.

22 agosto 2016 lunedì

Partenza da Amburgo poco prima delle 9.00 con cielo nuvoloso. Destinazione Treviri, la città più antica della Germania, dove siamo arrivati verso le 16.30. Eravamo già stati qui di ritorno dalla Danimarca ed avevamo parcheggiato su Theodor Heuss Allee e quindi abbiamo messo questo indirizzo sul navigatore. Durante il viaggio abbiamo trovato parecchia acqua, ma per fortuna al nostro arrivo è uscito il sole. Il parcheggio nella via sopra citata è lungo la strada e c’erano diversi spazi adatti alle nostre dimensioni. Purtroppo la durata massima per la sosta è di un’ora e ci siamo accontentati. A pochi passi si trova la Porta Nigra, il simbolo di Treviri, una possente porta romana a guardia della città. Nell’XI sec. fu trasformata in chiesa e si vede ancora la doppia galleria.

Si prosegue sull’animata Simeon strasse, fino all’Haupt Markt, dove si tiene ogni giorno un mercato ambulante e vi sono diversi locali dove fermarsi a bere un boccale di birra e ammirare la fontana e lo scorcio del Duomo.

La piazza del Duomo è affascinante, sia per le ampie dimensioni e sia perché vi si affacciano il romanico Duomo, la più antica cattedrale vescovile della Germania, e, attaccata, nonché comunicante, la gotica Lieb Frauenkirche.

Come esterno conquista più il primo, con le sue torri asimmetriche e l’abside, ai lati del quale si aprono le porte di ingresso, mentre della seconda colpisce più l’interno, con le vetrate colorate e la pianta a croce greca.

Prima di ripartire ci siamo presi due brezel di merenda.

Se non avessimo avuto solo un’ora di tempo, mi sarei sicuramente concessa una birra in piazza.

Sia ad Amburgo che qui a Treviri, abbiamo visto un sacco di barboni, squallido e triste.

Essendo ancora abbastanza presto, abbiamo deciso di fare ancora un po’ di chilometri e cercare campeggio a Metz. Purtroppo, sebbene alla reception ci abbiano detto di avere spazio, non abbiamo voluto fermarci, perché era tutto in pendenza. Abbiamo cercato altri campeggi in zona e ci siamo diretti verso Nancy, a 17 km, al Camping Lepaquis a Corny. Siamo arrivati alle 20.05 e la reception era chiusa dalle 20.00. Qualche secondo di terrore, poi è arrivata una signora, che credo abbia la roulotte subito dopo l’ingresso, ed abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Viene proposto l’acquisto di pane e brioches per l’indomani mattina e non abbiamo saputo resistere ad una baguette per il pranzo e a due croissant per colazione, disponibili dalle 7.30, favoloso!

Domani ultima tratta, meno lunga di oggi, fino a Chamonix, dove vogliamo fermarci a cena per mangiare la golosa raclette!

23 agosto 2016 martedì

Come previsto colazione ricca di croissant appena sfornati, anche se non all’altezza dell’aspettativa.

Il viaggio di rientro è stato all’insegna di un cielo azzurro terso. Come da programma siamo arrivati a Chamonix verso le 16.30. il parcheggio/area di sosta, enorme, in ingresso alla cittadina (N 45° 54’ 59” E 6° 52’ 17”) era quasi tutto pieno. Abbiamo trovato uno spazio adatto alle nostre dimensioni e ci siamo ripromessi di spostarci successivamente, una volta liberatosi da un po’ di auto. Avevo visto in internet che l’ultima salita per l’Aguille du Midi, a 3.842 m, era alle 16.30, quindi non abbiamo tentato ad andare alla biglietteria. Quando alle 18 abbiamo visto la funivia ancora in funzione, qualche dubbio ci è venuto, ma ormai era tardi.

Abbiamo fatto un giro per le vie del centro, visto il primo negozio monomarca Quechua, quella venduta da Decathlon, e siamo entrati in un po’ di negozi sportivi alla ricerca di uno zaino tecnico, abbastanza piccolo ed alla fine siamo riusciti nell’intento.

Ci siamo bevuti una birra rigenerante e prenotato il solito ristorante, dove siamo già stati diverse volte.

A Marco è venuta l’illuminazione di chiedere se facessero la raclette, che volevamo mangiare, e ci è stato risposto negativamente. Siamo andati a vedere un altro paio di posti in centro e letto le recensioni di Tripadvisor, che si hanno portato a prenotare a La Caleche.

Tornando al camper abbiamo cancellato la prima prenotazione.

Fortunatamente il caldo è un po’ calato, così dopo esserci spostati di parcheggio, siamo potuti stare un po’ nell’abitacolo a lavorare al mio acquisto di Legoland, Wall E.

Per le 20.45 ci siamo presentati al ristorante, dove ci avevano riservato un tavolo esterno, ma al momento dell’ordine della raclette, ci hanno fatto spostare all’interno, essendo necessaria la corrente. Ci ha portato il macchinario per fondere il formaggio, le patate lesse, un po’ di salumi ed il pane. Infine è arrivata mezza forma di formaggio, che ha iniziato a sciogliersi dopo pochi minuti. Con le patate lesse è veramente una meraviglia. Ovviamente non siamo riusciti a mangiarla tutta, forse abbiamo superato 1/3. Veramente ottima e anche scenografica!

Sorprende che pur essendo a pochi chilometri dall’Italia sembra che nessuno parli italiano, anzi, preferiscono usare l’inglese.

Per smaltire poi abbiamo fatto due passi, con una discreta temperatura, 15-16 gradi.

Domani mattina percorreremo gli ultimi chilometri che ci separano da casa, arrivandovi per pranzo.

Le conclusioni sono sempre difficili e portano con sé un po’ di tristezza per una bella vacanza che finisce, ma è stato un viaggio molto ricco, abbiamo toccato diverse nazioni e visitato molti paesi e città, quindi mi piace più pensare al bagaglio di ricordi che ci ha lasciato e che ci porteremo con noi. www.formicamania.it



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