Etiopia del nord, festa del Timkat
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Proprio quando ormai stavamo per accantonare definitivamente l’idea, un nostro conoscente ci ha segnalato che il tour operator Earth Viaggi, che ha sede nella nostra città, Lecco, aspettava due viaggiatori per confermare una partenza a gennaio proprio nell’Etiopia del Nord. Servita così su un piatto d’argento, non potevamo che accettare, ciò che avviene conviene, soprattutto se a introdurci al mondo dell’Etiopia era un team professionale e collaudato come quello di Earth. Durante le nostre ricerche antecedenti la decisione di partire, avevamo vagliato tante possibilità con diverse agenzie, ma alla fine abbiamo optato, grazie a una favorevole combinazione di eventi, per quello che dal nostro punto di vista rappresentava il meglio. L’esperienza di Earth in Etiopia ci dava tranquillità, sicurezza, fiducia e, cosa più importante, era uno dei pochissimi tour operator che organizzava gli spostamenti prevalentemente via terra, in fuoristrada, non solo con voli interni, e questo ci ha permesso di vivere in maniera molto più vera e profonda la realtà etiope. Abbiamo così assaporato in modo diretto, attraversando le campagne, le catene montuose ed i villaggi dell’altopiano, come conducono la loro vita quotidiana gli etiopi.
Oltretutto siamo stati doppiamente baciati dalla fortuna perché il viaggio era stato appositamente organizzato nel periodo in cui si festeggiava in Etiopia il Timkat o Epifania copta, una delle festività più importanti del Paese.
Siamo arrivati ad Adis Abeba il 10 gennaio 2013 con un comodo e puntuale volo notturno della Ethiopian Airlines, in questo modo abbiamo avuto tutta la giornata a disposizione per visitare la città. Appena usciti dall’aeroporto abbiamo fatto conoscenza con Delmo Morescalchi, la nostra guida di origini italiane, quindi sempre molto chiaro e preciso in ogni spiegazione, oltre che attento e sensibile a tutte le nostre esigenze e necessità. Abbiamo dunque visitato e scoperto la città di Adis Abeba, dalla cattedrale del patrono San Giorgio, al mercato, per poi salire sul monte Entoto (3000mt) per godere di una stupenda vista panoramica di tutta la città e per visitare la chiesa di Entoto Mariyam e il palazzo dell’imperatore Menelik e della principessa Taitu. Le scene di vita quotidiana rimangono indelebili nella memoria, soprattutto per la loro durezza. Sono tanti purtroppo nel mondo i Paesi poveri, ma qui vedere tante donne anziane ricurve su se stesse portare lungo la ripida strada pesantissimi fasci di legna e di eucalipto, ci ha fatto capire ancora una volta quanto sia scontato per noi lamentarci delle piccole cose che “addobbano” la nostra lussuosa quotidianità. L’emozione più grande per noi è stato però vedere Lucy: i resti del più antico ominide del mondo, conservati nel museo Nazionale. La storia dell’uomo ha radici profonde ed in Etiopia è facile rivivere e assaporare l’evoluzione dello scorrere del tempo.
Mekelle
Il giorno successivo, di buon mattino, ci allontaniamo da Addis Abeba per trasferirci con un volo interno, puntualissimo, a Mekelle capitale del Tigray. Qui ci attendevano i nostri autisti armati di fuoristrada, pronti ad accompagnarci tra strade sterrate e paesaggi meravigliosi alla scoperta dell’Etiopia più intima. Con gli autisti abbiamo instaurato subito un rapporto di spontanea simpatia e questo ha reso alcuni tragitti piuttosto lunghi, molto più gradevoli e rapidi. Abbiamo subito intrapreso il nostro primo viaggio “sterrato”, che ci ha condotti, dopo circa 30km, ad un villaggio dove siamo stati accolti da curiosi e chiassosi bambini, felici di vederci e di mostrarci le loro case e famiglie. Insieme ai piccoli ci siamo incamminati verso la chiesa di Selassie Chericot dove, oltre all’architettura, ci hanno colpito molto i dipinti. Salutiamo i bambini e ritorniamo a Makalle, dove visitiamo il locale Museo ed il colorato mercato delle spezie e del sale.
Tra montagne e chiese
Il giorno successivo ci spostiamo, sempre a bordo dei nostri fuoristrada, a Hawsien tra le montagne di Geralta, passando per Adigrat al confine con l’Eritrea. Durante il tragitto ci siamo fermati a Wukro per acquistare da un produttore il miele bianco tipico del posto: una sorta di mescolanza di fioriture particolari, molto simili alla nostra salvia e al fico d’india, conosciuto ed apprezzato non solo in Etiopia, ma anche in tutto il mondo. Non a caso è un presidio Slow Food. Dopo aver visitato una interessante chiesa a Wukro riprendiamo il nostro viaggio per Hawsien, dove visitiamo alcune importanti chiese tipiche del Tigray, come quella di Abraha Atsebha, Selassie Degun e la Debre Tsion. Quest’ultima, risalente al XIV secolo, richiede circa un’ora di camminata, lungo un ripido sentiero, il che ci ha permesso di vedere uno splendido panorama a 360 gradi sulle montagne di Gheralta. Al rientro ci siamo goduti un ottimo aperitivo ed una buona cena nel nostro lodge, molto caratteristico nella sua semplice rusticità, di proprietà di un italiano.
antiche rovine
Il mattino seguente si parte per Axun, l’antica capitale, e sempre lungo il percorso effettuiamo una sosta per visitare l’interessante tempio della Luna di Yeha. Giungiamo quindi ad Axun, una cittadina costellata di antiche rovine, tombe del regno Axumita, il palazzo di re Kaleb, ma il vero fiore all’occhiello della cittadina è il Parco della stele. Tra le altre si trova la seconda stele più grande al mondo per dimensioni. Fu trasportata in Italia per ordine di Mussolini e solo dopo decenni di trattative venne restituita all’Etiopia. Da non perdere. All’interno del parco, dopo la visita del museo, assistiamo alla interessante “Cerimonia del caffè”, un importante rito che è simbolo di ospitalità e rispetto dell’ospite, che ci consente di gustare il famoso caffè etiope, considerato uno dei migliori. Visitiamo quindi la chiesa di St. Mary of Tsion e, verso sera, le rovine del palazzo della regina di Saba, assistendo ad un bellissimo tramonto.
Di buon mattino ci rimettiamo in viaggio, questa volta la nostra meta è Kossoye. Ci attende un percorso molto lungo e disagevole, con continui saliscendi su strade ripide e sterrate, in mezzo a continue nuvole di polvere. Attraversiamo così i monti Siemien e assistiamo ancora una volta a splendide scene di vita quotidiana, circondate da paesaggi meravigliosi, composti da imponenti massicci rocciosi di colore rosa e montagne tra le più belle ed alte (oltre 4500 mt.) di tutta l’Africa.
In alta quota
Arrivati a Kossye ci sistemiamo nel Befiker Ecologi Lodge. Qui a 3.000mt di altitudine l’aria comincia a diventare frizzantina, ma la vista sui monti Siemien è spettacolare e assistiamo a un magnifico tramonto. Dopo cena ci sistemiamo tutti intorno al camino, facendo conoscenza anche con un altro gruppetto di italiani in partenza per un trekking nel parco dello Siemien. Chiacchierando la notte sopraggiunge ed è meglio riposarsi perché ci aspetta, il giorno successivo, un nuovo trasferimento verso la stupenda Gondar.
Gondar
A Gondar dedichiamo l’intera giornata per una visita approfondita della città, dal palazzo dell’imperatore Fasilidas ai castelli risalenti al 1600, ma conservati in maniera ottimale (in realtà si possono anche individuare alcuni esempi di architettura italiana in stile Decò). Oltre all’architettura civile e residenziale, non possiamo non menzionare quella religiosa, e l’esempio più significativo è la chiesa di Debre Berhan Selassie, situata sulla cima di una collina, e caratterizzata da un particolarissimo soffitto interamente ricoperto e decorato da piccole teste alate di cherubini. Interessante pure la visita ai bagni dell’imperatore Fasilidas, che vengono riempiti di acqua in occasione della festa del Timkat.
I giorni passano e il nostro viaggio si avvicina lentamente alla fine. Cerchiamo, quindi di goderci pienamente tutte le straordinarie sorprese che questa Terra ci sta offrendo. Dopo aver scoperto Gondar, ci trasferiamo a Gorgora dove, dopo aver visitato la bella chiesa di Debre Sina, cambiamo mezzo e ci imbarchiamo per attraversare il più grande lago dell’Etiopia, il lago Tana, conosciuto e rinomato soprattutto per i monasteri che sorgono sulle sue isole in totale tranquillità. Effettuiamo alcune soste per visitare alcuni di questi monasteri: Narga Selassie sull’isola Dek, Ura Kidane Meheret e Azua Mariam a Zeghie, tutte molto interessanti e con bellissimi dipinti. Lungo il tragitto incrociamo alcuni pescatori sulle caratteristiche imbarcazioni, le Tankwa, una sorta di canoa fatta con i fogli di papiro, come quelle degli antichi egizi. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Bahir Dar, punto più basso del nostro viaggio a soli 1700 mt., bella cittadina adagiata sulle rive del lago Tana.
le cascate
Il mattino successivo ci dedichiamo alla visita delle cascate del Nilo azzurro, che nasce proprio dal Lago Tana. Per raggiungere questa meraviglia chiamata in lingua originale Tis Isat, acqua fumante, affrontiamo una piacevole passeggiata, per poi traghettare il fiume Nilo azzurro. Durante la nostra camminata ci ritroviamo circondati da una vegetazione lussureggiante, da una moltitudine di uccelli, ma anche da un gruppetto di ragazzi dell’università di Bahir Dar. Dopo aver ammirato da vicino le cascate risaliamo sui nostri fuoristrada per raggiungere la nostra meta ultima, la più ambita, Lalibela. Ci attende così un altro lungo trasferimento, di circa sette ore, che però passano veloci, ammirando bellissimi paesaggi, villaggi e scene di vita locale.
lilabela
A Lalibela l’attrazione principale sono le chiese monolitiche, dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1978. La cittadina di per sé è piccola ma abbastanza vasta, situata a circa 2.600mt di altitudine, ma ciò nonostante è considerata una dei più importanti siti storici del mondo cristiano. Queste chiese sono completamente scolpite nella roccia, sono praticamente sotterranee e risalgono al XII/XIII secolo e colpiscono non solo per la struttura, ma anche per la loro raffinatezza stilistica. Per visitarle bisogna scendere in una sorta di fossato e da lì si ha accesso alla chiesa realizzata in tufo rosso, con navate, colonne e decorazioni. Tra queste la più nota è la chiesa di San Giorgio. Oltre alla visita delle chiese, Lalibela risulta per noi la meta più attesa perché ci offre la possibilità di partecipare ad un rito molto caratteristico, quello del Timkat o Epifania copta. La processione parte proprio dalle chiese: i sacerdoti reggono in mano copia delle tavole della legge e lo scopo di ciascuna processione è quello di ricongiungere le tavole in un unico luogo dove sacerdoti e diaconi celebrano il rito conclusivo. I suoni, i colori e l’atmosfera sono davvero suggestivi e la partecipazione da parte della popolazione è carica di entusiasmo e senso religioso. Ma non finisce qui. Il mattino successivo ci alziamo prima dell’alba per assistere a un altro evento religioso, la cerimonia del battesimo. Questo rito è concatenato a quello del giorno precedente perché nel momento esatto in cui sorge il sole, dopo la cerimonia di benedizione dell’acqua e del battesimo, le tavole della legge tornano nelle rispettive chiese, ricreando, tramite le classiche processioni, una scenografia pazzesca, resa ancora più emozionante e spettacolare dal gioco di luci e colori. Ovviamente anche noi veniamo raggiunti da secchiate di acqua benedetta.
Direi che queste immagini sono perfette per concludere il nostro viaggio. Dopo queste ultime intense giornate l’albergo ha organizzato con i nostri compagni di viaggio un bel falò ed una divertente grigliata all’aperto.
L’ultimo giorno partiamo presto per visitare l’ultima chiesa di Nakutlab, situata in una grotta, dove il sacerdote ci impartisce l’ultima benedizione e ci asperge con l’acqua santa. Di seguito ci rechiamo al piccolo aeroporto di Lalibela per il volo che ci riporta, puntualissimo, ad Addis Abeba. Nel pomeriggio effettuiamo l’ultima visita all’interessante Meseo Etnografico, situato nel Palazzo di Hailé Selassié. Dopo una cena tipica in un bel locale caratteristico, ci rechiamo all’aeroporto per il volo che, sempre puntualissimo, ci riporta a Milano.
Salutiamo così un Paese che ci ha riservato piacevoli sorprese, che ha saputo soddisfare pienamente le nostre aspettative, nonostante le paure iniziali, e che probabilmente avremmo gustato solo marginalmente se non ci fossimo affidati a mani esperte come quelle del tour operator. Infatti, al di là delle tantissime e magnifiche cose che abbiamo visto, il viaggio è stato perfetto sotto tutti i punti di vista, senza disagi di alcun genere: nessun problema di sicurezza, la gente socievole e gentilissima pur nella loro generale povertà, gli alberghi sono stati tutti buoni, confortevoli e puliti, come pure i pasti, tenendo conto del paese in cui eravamo, e bravissimi gli autisti e la guida Delmo.
Un grazie speciale a tutte le persone che hanno condiviso con noi questa esperienza e speriamo di imbatterci nuovamente e al più presto in un’altra avventura.